Relazione tecnica di I0JX
Transcript
Relazione tecnica di I0JX
Rapporto Tecnico Sperimentazione Radioamatoriale della Banda dei 70 MHz - Aspettative, Modalità e Risultati Periodo: 12 Luglio / 15 Settembre 2007 Collegamenti Effettuati Ricezioni del Radiofaro I0JX/B LiveMUF © Dave Edwards, G7RAU Preparato, con il contributo di radioamatori italiani, dall’Ing. Antonio Vernucci, radioamatore con nominativo di chiamata I0JX ed esperto di comunicazioni spaziali Approvato dal Prof. Piero Tognolatti, radioamatore con nominativo di chiamata I0KPT, ordinario del Raggruppamento Campi Elettromagnetici dell’Università dell’Aquila, docente del corso di Radiopropagazione e direttore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione 20 Settembre 2007 2 INDICE LISTA DELLE ABBREVIAZIONI Pag. 3 PREMESSA Pag. 4 1 LA BANDA DEI 70 MHZ 1.1 Utilizzi Professionali ed Utilizzi Radioamatoriali 1.2 Ma Perché Sperimentare Proprio i 70 MHz? 1.3 Caratterizzazione della Banda dei 70 MHz 1.3.1 Collocazione nello Spettro e Principali Modi Propagativi 1.3.2 Aspettative Pag. 6 Pag. 6 Pag. 8 Pag. 11 Pag. 11 Pag. 15 2 GLI IMPIEGHI RADIOAMATORIALI DELLA BANDA 2.1 Le Allocazioni di Spettro 2.2 Le Modalità d’Impiego 2.2.1 I Modi di Trasmissione 2.2.2 Gli Apparati 2.2.3 Le Antenne 2.2.4 I Radiofari Pag. 17 Pag. 17 Pag. 19 Pag. 19 Pag. 20 Pag. 23 Pag. 26 3 LA CAMPAGNA SPERIMENTALE 3.1 La Valenza della Sperimentazione 3.2 Le Risorse e le Modalità Esecutive 3.2.1 Le Stazioni 3.2.2 Il Radiofaro Bi-banda I0JX/B 3.2.3 Il Cluster Radioamatoriale 3.3 I Risultati Conseguiti 3.3.1 Generalità 3.3.2 Sintesi dei Collegamenti Effettuati 3.3.3 Esame dei Modi Propagativi 3.3.3.1 Generalità 3.3.3.2 Collegamenti in E-sporadico Singolo Salto 3.3.3.3 Collegamenti in E-sporadico Salto Multiplo 3.3.3.4 Collegamenti in Meteor Scatter 3.3.3.5 Collegamenti Troposferici 3.3.3.6 Collegamenti in F2 3.3.3.7 Collegamenti in Transequatoriale 3.3.4 Il Contesto Interferenziale 3.4 Le Prospettive Future Pag. 31 Pag. 31 Pag. 36 Pag. 36 Pag. 38 Pag. 40 Pag. 44 Pag. 44 Pag. 44 Pag. 47 Pag. 47 Pag. 49 Pag. 50 Pag. 51 Pag. 52 Pag. 53 Pag. 53 Pag. 54 Pag. 56 4 CONCLUSIONI Pag. 59 Allegato 1 - Parere Ministeriale Allegato 2 - Richiesta della Sperimentazione Radioamatoriale in Banda 70 MHz 3 LISTA DELLE ABBREVIAZIONI A: BBC: CW: dB: EBU: EHF: EIRP: EME: FM: FSK: GHz: HF: HSCW: Hz: IARU: ITU: kHz: MF: MGRS: MHz: MUF: mW: Ohm: OIRT: PC: PMR: RF: SHF: TV: UHF: UTC: V: VHF: W: WAP: Ampère (unità di misura della corrente elettrica) British Broadcasting Corporation Emissione telegrafica Rapporto tra numeri espresso in scala logaritmica European Broadcasting Union Onde extra corte (30 GHz - 300 GHz) Potenza equivalente emessa da un radiatore isotropico Collegamenti tramite riflessione sulla Luna Modulazione di frequenza Modulazione a spostamento di frequenza Miliardi di Hz Onde corte Telegrafia ad alta velocità Hertz (unità di misura della frequenza) International Amateur Radio Union International Telecommunications Union Migliaia di Hz Onde medie Military Grid Reference System Milioni di Hz Massima frequenza utilizzabile Millesimi di W Unità di misura della resistenza elettrica International Radio and Television Organisation Calcolatore personale Servizio radiomobile privato Radiofrequenza Onde super corte (3 GHz – 30 GHz) Televisione Onde ultra corte (300 MHz - 3 GHz) Tempo Coordinato Universale Volt (unità di misura della tensione) Onde cortissime (30 MHz - 300 MHz) Watt (unità di misura della potenza) Accesso ad Internet semplificato per terminali mobili 4 PREMESSA Il presente rapporto riguarda le attività svolte in banda 70 MHz (4 metri) da un rilevante numero (75) di radioamatori italiani nel periodo 12 Luglio - 15 Settembre 2007. Le attività sono iniziate con il rilascio dell’autorizzazione Ministeriale all’uso della banda, intesa a consentirne la sperimentazione ed a quindi raccogliere dati utili per meglio comprendere e caratterizzare i fenomeni di propagazione che la governano. Si ricorda come l’autorizzazione sia stata conseguente al parere favorevole (vedi Allegato 1) espresso il 6 Luglio 2007 dal Ministero delle Comunicazioni, a valle della concessione di tre frequenze in banda 70 MHz da parte del Ministero della Difesa. Detto parere favorevole faceva a sua volta seguito alla richiesta (vedi Allegato 2) inoltrata dal Dr. Luca Ferrara (IK0YYY) in nome e per conto di alcuni radioamatori, nella quale si dichiarava interesse per una possibile sperimentazione - anche se limitata nel tempo - da portare avanti con il coordinamento tecnico del Prof. Piero Tognolatti (I0KPT), ordinario del Raggruppamento Campi Elettromagnetici dell’Università del’Aquila e direttore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione. I parametri tecnici stabiliti dal Ministero sono: • • • • • • Frequenze: - 70,100 MHz; - 70,200 MHz; - 70,300 MHz. Larghezza di banda: 25 kHz. Modi operativi: tutti quelli compatibili con la larghezza di banda consentita. Antenne: omnidirezionali e direttive. Potenza effettivamente radiata (EIRP): non superiore a 25 W. Area operativa: l’intero territorio nazionale, ad eccezione di una fascia larga 30 km dai confini di Austria, Francia e Svizzera. Come naturale seguito all’originaria richiesta, e tenendo anche conto dell’orientamento compartecipativo che chiaramente traspare dall’autorizzazione Ministeriale, si è ritenuto doveroso dare pubblica visibilità dei risultati sinora ottenuti, come pure dell’impegno profuso dai radioamatori nell’utilizzo della banda. In tale chiave, il presente rapporto illustra e circostanzia quanto effettuato dai numerosi radioamatori che si sono cimentati nella sperimentazione dei 70 MHz. Ci si è qui soffermati principalmente sugli aspetti tecnico-operativi, senza indugiare sulle questioni di carattere teorico-scientifico che sono ampiamente trattate nella letteratura tecnica alla quale si rimanda chi desideri approfondire delle tematiche particolari. Il rapporto è infatti primariamente rivolto a chi, pur se ben a conoscenza delle attività svolte dai radioamatori, non ne abbia un coinvolgimento diretto. Pertanto non si addentra in dettagli che risulterebbero di immediata comprensione solo per chi al mondo radioamatoriale partecipi attivamente. Come meglio precisato al Cap. 4, pur se l’autorizzazione all’uso della banda rimarrà in vigore per tutto l’anno 2007, si è preferito documentare tempestivamente le attività 5 svolte nel periodo che riveste di gran lunga maggior significatività dal punto di vista sperimentale, ovvero fino a metà Settembre. Quanto qui riportato è largamente basato su dati desunti dal Cluster radioamatoriale, un sistema informativo in tempo reale - di libero accesso - le cui caratteristiche sono descritte al Par. 3.2.3. Ulteriori informazioni sono peraltro direttamente giunte da quei radioamatori che hanno reso noti i dati dei collegamenti e degli ascolti da loro effettuati come pure le apparecchiature utilizzate, raccogliendo così l’invito formulato nella pagina web pubblica http://www.space.it/70mhz appositamente messa in piedi per propagandare l’iniziativa. -o- 6 1 LA BANDA DEI 70 MHZ 1.1 Utilizzi Professionali ed Utilizzi Radioamatoriali Si premette come con il termine “banda radioamatoriale dei 70 MHz” (o “banda radioamatoriale dei 4 metri”) si faccia qui specificatamente riferimento al segmento 70 MHz - 70,5 MHz, che in molti paesi è stato assegnato in maniera stabile ai radioamatori (vedi Par. 2.1). Ciò non toglie che quanto qui nel seguito riportato possa considerarsi in massima parte anche valido per segmenti di banda vicini, come il 73 MHz - 78 MHz che viene impiegato da utilizzatori “istituzionali”, quali Pubblica Sicurezza e Vigili del Fuoco. Chi di queste frequenze ne faccia un uso professionale generalmente non coglie, nel corso dell’impiego operativo, delle specificità che possano essere ricondotte alla particolare banda impiegata. In altre parole i servizi operanti nella regione spettrale denominata “VHF bassa” (ovvero 30 MHz - 150 MHz, all’interno della quale si collocano quindi i 70 MHz) vengono fruiti con modalità sostanzialmente non diverse da quelle che caratterizzano le frequenze più elevate (“VHF alta” od UHF). D’altra parte nel contesto professionale si ha in tutti i casi a che fare con comunicazioni a breve / media distanza (qualche decina di km al massimo, o più se tramite ponti ripetitori), realizzate tramite collegamenti radio a portata (quasi) ottica che non soffrono di significative variazioni giornaliere o stagionali, dato che la propagazione dei segnali è, per quei collegamenti, molto poco legata a fattori esterni che possano subire cambiamenti. Le uniche particolarità - percepibili dall’utente - delle frequenze in VHF bassa sono da una parte la necessità di impiegare antenne piuttosto ingombranti (specie nell’uso mobile) rispetto a quelle con cui si possono realizzare collegamenti sostanzialmente equivalenti in banda UHF, e dall’altra il manifestarsi di interferenze occasionali da parte di servizi stranieri, specie nei periodi estivi, principalmente dovuti a fenomeni propagazione a lunga distanza comunemente definita “sporadica”. Tra l’altro proprio questi due sono i motivi principali che spingono verso la dismissione della banda dei 73 MHz - 78 MHz per gli usi istituzionali. Passando ora al caso dei radioamatori, l’impiego che questi intendono fare della banda dei 70 MHz è similare a quello che essi già fanno delle altre bande loro assegnate in VHF bassa, ovvero i 50 MHz ed i 144 MHz, ed è quindi sostanzialmente diverso da quello di tipo professionale. Infatti: • • per la nutrita schiera di radioamatori interessati alla sperimentazione, e non già alla comunicazione fine a sè stessa, il collegamento in portata (quasi) ottica ha generalmente scarso interesse. Questo verrà magari sfruttato per scambiare osservazioni tecniche con i colleghi locali o per effettuare prove della funzionalità degli apparati, ma non costituisce certamente l’oggetto primario della sperimentazione; i radioamatori hanno invece interesse a ricevere segnali che giungano da grandi distanze, tramite molteplici e complessi meccanismi di propagazione, principalmente: - per riflessione sui vari strati della Ionosfera (“propagazione Ionosferica”); - o legati a fenomeni che si manifestano nella Troposfera (“propagazione Troposferica”); 7 - • o conseguenti alla ionizzazione dell’alta Atmosfera causata dal passaggio di migliaia di piccole particelle dette anche “meteore”. Si parla in questo caso di “propagazione Meteor Scatter”. Si tratta degli stessi meccanismi propagativi che, per i servizi istituzionali, sono invece causa di occasionali interferenze; va peraltro rilevato come - in VHF bassa - la propagazione Ionosferica, talvolta consenta ai radioamatori di effettuare collegamenti a grandissima distanza (anche 10.000 km od oltre) pur se spesso con segnali bassi, talvolta al limite dell’intelligibilità. Queste situazioni, molto ambite per i radioamatori, non vengono spesso neanche colte dagli utilizzatori istituzionali, in quanto i livelli di interferenza loro causati sono talmente bassi da non essere praticamente percepibili. Si ribadisce nuovamente come si stia qui parlando di collegamenti in banda 70 MHz (o più generalmente in bande che si collochino in VHF bassa), in quanto sulle frequenze ancora più basse (bande HF, 3 MHz - 30 MHz) collegamenti a lunghissima distanza possono essere agevolmente stabiliti dai radioamatori quasi in ogni momento, utilizzando attrezzature anche non molto complesse. Da quanto sopra detto emerge facilmente come i radioamatori, al fine di poter sfruttare al meglio le opportunità propagative, debbano impiegare delle tecniche trasmissive (vedi Par. 2.2.1) più efficienti di quelle (ad esempio la FM) che vengono tipicamente utilizzate in campo professionale per collegamenti a portata (quasi) ottica. Le tecniche radioamatoriali generalmente presentano delle occupazioni di banda molto ridotte (che vanno da circa 100 Hz a 2.400 Hz). Da ciò discende il fatto che le frequenze autorizzate dal Ministero in banda 70 MHz non vengano impiegate dai radioamatori come tre canali di comunicazione larghi 25 kHz (come normalmente avverrebbe se si trattasse invece di collegamenti a carattere professionale). Infatti i radioamatori preferiscono sfruttare le risorse loro concesse come se fosse stata loro assegnata una banda complessivamente pari a 75 kHz (anche se frammentata in tre blocchi). Agendo in tal modo diventa possibile ospitare simultaneamente, all’interno della banda disponibile, un numero significativo di comunicazioni a banda stretta (anche di tipo eterogeneo), e non quindi solo tre. -o- 8 1.2 Ma Perché Sperimentare Proprio i 70 MHz? La domanda sorge spontanea. I principali motivi sono così riassumersi: • • • • • • i 70 MHz cadono, come già detto, nella cosiddetta regione “VHF bassa” (che si estende fino a circa 150 MHz, mentre l’intera VHF giunge fino a 300 MHz), regione che è ritenuta - da una gran parte dei radioamatori - la più interessante per i fenomeni di propagazione che ivi si manifestano. In anticipazione di quanto nel seguito precisato al riguardo, si cita il fatto di come al di sopra dei (circa) 150 MHz non si verifichino più fenomeni di riflessione sulla Ionosfera, ma solo propagazione Troposferica o per Meteor Scatter; come precedentemente accennato, i radioamatori già dispongono di due bande in VHF bassa, ovvero quella dei 50 MHz (6 metri) e quella dei 144 MHz (2 metri), le quali si collocano quasi agli estremi di detta porzione delle VHF. Essi pertanto conoscono ormai bene i fenomeni di propagazione Ionosferica che interessano i 50 MHz e quali di essi rimangano attivi anche in 144 MHz, anche se con minore intensità e maggiore casualità in dipendenza della più elevata frequenza. Ma non hanno però avuto modo di verificare come detti modi propagativi si caratterizzino all’aumentare della frequenza, dato che la loro esperienza è limitata ai due estremi della VHF bassa; in particolare, l’interesse per frequenze dell’ordine dei 70 MHz è anche legato al fatto che, in questa parte dello spettro, possa cadere l’ “ultima frontiera” per alcune modalità propagative Ionosferiche (ad es. per la riflessione su strato F2 e per quella su strato E-sporadico multi-salto), che interessano i 50 MHz, ma che per certo non sussistono in 144 MHz. Forte è anche l’interesse per l’atteso insorgere di modi di propagazione combinati, ad esempio riflessioni su strato E che si abbinino a riflessioni su strato F2; va anche rimarcato come la propagazione Transequatoriale (vedi Par. 1.3.1), che si ritiene sussistere in banda 70 MHz - e che sarebbe anche sfruttabile in pratica dato che in Sud Africa e Namibia la banda è assegnata ai radioamatori -, non sia sta mai finora sperimentata. Infatti, durante l’ultimo periodo di elevata attività solare (quando cioè la propagazione Transequatoriale si instaura), non vi erano paesi europei tra quelli che concedono l’uso dei 70 MHz ai radioamatori che si trovassero ad una latitudine sufficientemente bassa (orientativamente sotto i 45 gradi) da poter sfruttare la propagazione Transequatoriale. L’Italia è invece ampiamente servita da detto modo propagativo; volendo sperimentare frequenze che si trovino in posizione intermedia tra i 50 MHz ed i 144 MHz è comunque giocoforza utilizzare una banda che sia disponibile anche ai radioamatori di un certo numero di paesi esteri, altrimenti non sarebbe ovviamente possibile mettere in piedi alcun collegamento radioamatoriale a lunga distanza. Da quest’ultima considerazione discende la particolare scelta del già citato segmento 70 MHz - 70,5 MHz, nel quale ricadono praticamente tutte le assegnazioni radioamatoriali in essere; mentre per tutte le bande radioamatoriali tradizionali (HF, 144 MHz, 430 MHz) esiste ormai un’ampia offerta commerciale di apparati ed antenne, ciò non si applica alla banda dei 70 MHz. Infatti, pur essendo ormai non affatto trascurabile il numero dei paesi in cui detta banda è assegnata ai radioamatori, evidentemente allo stato attuale il “giro d’affari” deve essere stato valutato dai manufatturieri ancora non tale da giustificare produzioni di massa (la cosa potrebbe però cominciare a cambiare se la banda venisse rilasciata in maniera stabile ai radioamatori di un paese importante quale 9 l’Italia). Ciò implica la necessità di autocostruire apparati ed antenne, o quanto meno di adattare prodotti originariamente concepiti per altre bande di frequenza. Pertanto, con l’utilizzo dei 70 MHz, al già citato interesse per i fenomeni di propagazione che si verificano in quella banda si viene ad aggiungere quello legato alla costruzione ed alla sperimentazione di impianti rice-trasmittenti. Ad ulteriore giustificazione del forte e crescente interesse che numerosissimi radioamatori nutrono per le bande in VHF bassa (a cui sui ripete nuovamente appartengono i 70 MHz), si aggiunge quanto segue: • • i segmenti di banda allocati ai radioamatori su frequenze inferiori alla VHF bassa (cioè in HF, tra 3,5 MHz e 29,7 MHz, tuttora largamente sfruttati per collegamenti a grandissima distanza) rivestono forse oggi un interesse minore che nel passato anche per il fatto che, grazie ai miglioramenti tecnologici ed agli aumentati standards di vita delle popolazioni, collegamenti una volta considerati arditi sono diventati ormai abbastanza comuni. Pesa anche il fatto che le antenne necessarie per operare in HF sono di grosse dimensioni, e ciò si scontra con il forte e generalizzato aumento dell’attenzione per i canoni estetici (oltre ai timori per i presunti effetti dei campi sulla salute); per contro le allocazioni radioamatoriali su frequenze superiori alla VHF bassa (ovvero in UHF e SHF - quindi 432 MHz, 1.296 MHz e superiori), pur certamente rivestendo un indubbio interesse nei riguardi della sperimentazione tecnologica - ed anche per la possibilità di ottenere elevati guadagni d’antenna mediante strutture di dimensioni abbastanza contenute (fatto importante, ad esempio, per il collegamenti EME con riflessione sulla Luna) -, non presentano invece interesse dal punto di vista della propagazione Ionosferica, la quale non interessa quelle bande. Peraltro si riscontrano fenomeni di propagazione Troposferica e per Meteor Scatter i quali però, a parte casi eccezionali, non consentono collegamenti a distanze così elevate come quelle possibiili con la propagazione Ionosferica. Fino agli anni 80, l’unica possibilità che i radioamatori italiani avevano di effettuare collegamenti in VHF bassa era quella di utilizzare la banda dei 144 MHz (2 metri), che si caratterizza nel periodo estivo, oltre che con le usuali aperture Troposferiche e per Meteor Scatter, anche con occasionali eventi - tipicamente di breve durata - di riflessione sullo strato Ionosferico E, che si presenta in maniera estremamente saltuaria (strato “E-sporadico”). Si realizzano così, in banda 144 MHz, collegamenti a lunga distanza anche ben oltre i 2.000 km. Negli anni di massima attività solare (che presenta un picco ogni undici anni) per qualche radioamatore fu addirittura possibile effettuare in 144 MHz - ma parliamo qui di episodi veramente isolati - dei collegamenti in propagazione Transequatoriale tra Italia e Namibia. Fu solo con il rilascio della banda dei 50 MHz (6 metri), avvenuto nel 1990 grazie alla concessione del Ministero delle Comunicazioni in coordinamento con il Ministero della Difesa, che i radioamatori cominciarono ad apprezzare, oltre alla propagazione in E-sporadico che in 50 MHz si manifesta in maniera molto più intensa e duratura che in 144 MHz, anche gli altri modi propagativi di cui le bande in VHF bassa godono. In un periodo in cui si registrava un elevatissima attività solare (1990-1991, come poi anche successivamente nel 2000-2002) furono realizzati dei collegamenti radioamatoriali inaspettati, quali quelli (tramite riflessione su strato Ionosferico F2) con le isole del Pacifico 10 o con il Giappone “via lunga”, cioè puntando l’antenna verso il Sud America, o quelli - forti e stabili - con il Sud Africa (tramite propagazione Transequatoriale). Ci si rese anche conto delle forti potenzialità del modo propagativo E-sporadico multi-salto, che permette anch’esso di effettuare, anche se solo in ben determinati periodi estivi e con EIRP elevati, collegamenti a grandissima distanza (ad es. California o Giappone, su distanze fino a 10.000 km). Detto modo presenta il grande vantaggio di essere praticamente indipendente dall’attività solare e di presentarsi quindi regolarmente su base annuale (anche se non sempre con lo stesso livello di efficacia). Allo stato attuale la banda radioamatoriale dei 50 MHz conta su di un significativo numero di utilizzatori, che andrà presumibilmente ancora crescendo man mano che ci si avvicinerà al prossimo picco del ciclo di attività solare (previsto intorno all’anno 2012). Riassumendo, i numerosi modi propagativi che caratterizzano la banda dei 50 MHz sono in massima parte scorrelati tra di loro, intervengono in maniera differente nei vari periodi dell’anno, ed sono alcuni anche legati al livello dell’attività solare che ha un ciclo undecennale (e che nell’anno 2007 si è attestata sui valori minimi). Caratteristica comune a tutti questi modi propagativi è da una parte la scarsa prevedibilità del momento preciso della loro insorgenza e dall’altra la loro tipicamente breve durata temporale. Ciò fa sì che, per poter bene sfruttare le occasioni che la banda offre, occorre grande dedizione e forte impegno di tempo. Un significativo aiuto a tal proposito viene fornito da: • • un sistema informativo denominato Cluster (vedi Par. 3.2.3), tramite il quale i radioamatori possono venire a conoscenza, in tempo reale, dei collegamenti radio che siano al momento in atto nelle varie bande di frequenza. Chiaramente dovrà esser cura del radioamatore impegnato in un collegamento di segnalarlo al Cluster, a tutto vantaggio dei colleghi. Accedere al Cluster è possibile anche tramite la rete Packet che i radioamatori hanno appositamente messo in piedi nelle bande VHF ed UHF, e più recentemente anche tramite Internet; un significativo numero di radiofari (beacons) installati nei vari paesi, i quali emettono un segnale costante nel tempo e su frequenza nota (tipicamente una portante modulata, in FSK a banda stretta, con un messaggio identificativo in codice Morse). I radiofari permettono di determinare l’esistenza di condizioni propagazione con una certa area geografica anche in assenza di radioamatori attivi in quel momento da quell’area, e sono quindi di grandissimo ausilio per poter rivelare la sopravvenuta insorgenza di modi propagativi che potrebbero altrimenti passare inosservati. Si segnala come, in banda 50 MHz, siano operativi dal territorio italiano una decina di radiofari. Al Par. 3.2.2 viene descritto l’unico radiofaro italiano bi-banda che opera su entrambi le frequenze dei 50 MHz e dei 70 MHz. Considerando che, come peraltro già accennato, all’altro estremo della VHF bassa (ovvero sui 144 MHz - banda dei 2 metri) non moltissimo rimane della dovizia di modi propagativi che sono invece presenti in banda 50 MHz, si conferma come la sperimentazione dei 70 MHz possa dare utili indicazioni su come i vari modi attivi in 50 MHz si vadano modificando in funzione della frequenza. -o- 11 1.3 Caratterizzazione della Banda dei 70 MHz 1.3.1 Collocazione nello Spettro e Principali Modi Propagativi Al fine di meglio comprendere le motivazioni che hanno portato a prescegliere la banda dei 70 MHz come oggetto della richiesta sperimentazione radioamatoriale, si esamina qui come detta banda si collochi nel contesto dell’intero spettro di frequenze utilizzabile per servizi di telecomunicazioni. Ciò in maniera semplice e senza pretesa di rigore, rimandando alla letteratura del settore chi desideri approfondire le tematiche. La Figura 1-1 mostra come, ai nostri fini, lo spettro possa essere grosso modo diviso in tre grandi Regioni (indicate come 1, 2 e 3). TIPO DI PROPAGAZIONE ionosferica (strato E) ionosferica (strato F2) breve - media 10 distanza grande 10 breve - media distanza sporadica 20 150 50 distanza 150 grande distanza nord-sud ionosferica transequatoriale 50 meteor scatter 50 troposferica UTILIZZI PROFESSIONALI 25 collegamenti a grande distanza per riflessione 40 collegamenti diretti a breve / media distanza 1 2 3 30 MHz MF, HF 150 MHz VHF bassa VHF alta, UHF, SHF, EHF 70 MHz Figura 1-1 Spettro Radio Nella figura sono indicati, per ciascuna delle tre Regioni, sia i tipici utilizzi di natura professionali (ovvero non radioamatoriale) che i principali tipi di propagazione, tra i quali non sono menzionate la propagazione in portata (quasi) ottica che è sempre presente a qualunque frequenza, come pure le propagazioni di tipo particolare (ad es. quella aurorale che si manifesta solo alle alte latitudini, non interessando normalmente l’Italia). Le tre Regioni qui definite sono: • • la Regione 1 che si estende fino a 30 MHz e che comprende quindi le cosidette “onde corte” (HF, 3 MHz - 30 MHz) e le “onde medie” (MF, 300 kHz - 3 MHz), oltre alle frequenze ancora più basse su cui qui si sorvola; la Regione 2 che va da 30 MHz a 150 MHz e che comprende quindi la parte bassa delle cosidette “onde metriche” (VHF, 30 - 300 MHz); 12 • la Regione 3 che va dai 150 MHz in su, e che comprende quindi la rimanente parte delle VHF e le cosiddette “onde centimetriche” (UHF, 300 MHz - 3 GHz) ed “onde millimetriche” (SHF, 3 GHz - 30 GHz; EHF, 30 GHz - 300 GHz). Consideriamo dapprima la Regione 3 (frequenza > 150 MHz), che è quella più facilmente caratterizzabile dal punto di vista dei fenomeni di propagazione. Dalla Figura 1-1 si evince facilmente come, in detta Regione, il tipo di utilizzo previsto si sposi bene con i modi propagativi disponibili. Infatti, in presenza di utilizzi che normalmente richiedono collegamenti diretti a breve / media distanza - tipicamente qualche decina di km -, è positivo il fatto che non si attuino in questa Regione dei meccanismi importanti di propagazione - al di là di quella di tipo (quasi) ottico - che potrebbero comportare inaspettate ed indesiderabili interferenze. I radioamatori americani, i quali possono utilizzare anche la banda dei 220 MHz, confermano come su quella frequenza non si siano mai riscontrati dei fenomeni di propagazione Ionosferica. Gli unici fenomeni significativi sono quindi quelli che si manifestano nella Troposfera, oltre a limitati eventi di Meteor Scatter (vedi Par. 1.1). La propagazione Troposferica, che è particolarmente efficace sulle tratte che attraversano il mare, è legata al gradiente di temperatura e di umidità nella parte bassa della Troposfera. A differenza degli eventi Ionosferici, quelli Troposferici sono tanto meglio sfruttabili quanto più elevate siano (rispetto al livello del mare) le postazioni dalle quali si effettua il collegamento; inoltre essi tendono ad irrobustirsi all’aumentare della frequenza. Questo tipo di propagazione, che occasionalmente permette alle onde di viaggiare anche a grandissima distanza (perfino a qualche migliaia di km, come verificatosi più volte sulla tratta California - Hawaii), può così causare delle temporanee ma usualmente non gravissime interferenze ai servizi. Per quanto riguarda invece il fenomeno del Meteor Scatter, questo rende possibili brevissimi collegamenti a distanze massime tipiche di 2.200 km (in funzione dell’altezza a cui esso si manifesta). La durata massima della ionizzazione è tipicamente solo di qualche secondo, fatto che richiede l’utilizzo di tecniche particolari di comunicazione (vedi Par. 2.2.1). Peraltro non sono rarissimi collegamenti di durata superiore, grazie al concatenarsi temporale di più eventi, ed è in tal caso possibile anche impiegare le tecniche di collegamento più tradizionali (quali la fonia). La propagazione Meteor Scatter, sebbene quasi sempre presente, si dimostra particolarmente efficace in ben determinati periodi dell’anno, specie in coincidenza del passaggio degli sciami meteorici (tipicamente nei mesi di Agosto - le Perseidi - e Novembre - le Leonidi -) e riguarda le frequenze a partire da qualche decina di MHz, perdendo generalmente efficacia all’aumentare della frequenza, con un limite massimo di utilizzabilità pratica probabilmente intorno ai 200 MHz - 300 MHz. Si segnala come detto modo propagativo possa difficilmente causare interferenze significative ai sistemi di comunicazioni professionali, in considerazione del basso livello del segnale riflesso e della occasionalità e brevità dei fenomeni. Passando ora a considerare la Regione 1 (frequenza < 30 MHz), va innanzitutto rilevato come gli utilizzi tipici delle bande in essa comprese siano per comunicazioni a media, grande o grandissima distanza, e richiedano quindi collegamenti che sfruttino delle riflessioni per poter superare il limite imposto dalla naturale portata ottica delle onde. Anche in questo caso si osserva quindi una buona rispondenza tra tipo di utilizzo ed i modi di propagazione disponibili. Ciò principalmente grazie alla presenza degli strati Ionosferici denominati E ed F2 (si omette per semplicità di citare qui gli altri strati Ionosferici che poca rilevanza hanno in questa discussione), i quali sono in grado di riflettere i segnali a 13 virtualmente tutte le distanze d’interesse pratico. Mentre le distanze brevi (diciamo dai 100 km in su) sono servite da una singola riflessione (“salto”), quando si superi qualche migliaia di km (e fino a 20.000 km, ovvero all’antipodo) i collegamenti avvengono tramite più salti. Più precisamente, ma in maniera comunque estremamente semplificata: • • • lo strato E è quello che, trovandosi ad altezza più bassa (variabile da 90 a 160 km), può provocare la riflessione - con singolo salto - a distanze che vanno da valori minimi molto bassi (anche soli 100 - 200 km) fino a valori massimi di circa 2.500 km, più comunemente intorno ai 1.600 km. Il livello di ionizzazione dello strato E è variabile lungo la giornata (trattasi tipicamente di uno strato diurno) e con la stagione, e diventa molto elevato d’estate quando se ne registra una forte variabilità temporale (“Esporadico”). Quanto più elevato è il livello di ionizzazione, tanto più alta è la frequenza a cui la riflessione può avvenire e, a parità di frequenza, tanto più breve diventa la distanza minima di riflessione (la quale è comunque fortemente influenzata dall’altezza dello strato riflettente); lo strato F2 si trova ad altezza più elevata (oltre i 200 km) ed il singolo salto può quindi giungere a distanze dell’ordine dei 4.000 km. Lo strato F2 è il responsabile dei collegamenti a grandissima distanza, fino all’antipodo ed oltre (non è peraltro raro effettuare collegamenti nel cosidetto modo long path, secondo il quale per raggiungere dall’Italia, ad esempio, il Giappone si compie il giro del mondo percorrendo la via lunga tramite il Sud America). Il livello di ionizzazione dello strato F2, e quindi la MUF, è fortemente influenzato dall’attività solare, che presenta un massimo ogni undici anni (il prossimo massimo si verificherà negli anni 2011-2013). I periodi dell’anno tipicamente migliori per la propagazione in F2 sono Ottobre-Dicembre e FebbraioAprile; va infine menzionata la propagazione Transequatoriale che, per quanto noto, è una particolare forma di F2 la quale interessa, ad ogni longitudine, due regioni (“bolle”) ben delimitate dell’emisfero Nord e di quello Sud. Alla longitudine europea, la bolla Nord è delimitata da Italia, Grecia e Spagna, mentre quella Sud copre Angola, Botswana, Malawi, Namibia e la parte settentrionale del Sud Africa (Transvaal). I segnali sono forti e costanti, e spesso caratterizzati da un tremolio della frequenza ricevuta che si traduce nel cosidetto flutter della voce. Particolarità della propagazione Transequatoriale è il fatto che la MUF risulta significativamente più elevata di quella relativa al modo F2. Anche questa propagazione è fortemente influenzata dall’attività solare. Quanto riportato in Figura 1-1 relativamente alla Regione 1 riflette le considerazioni sopra esposte. Passando infine ad esaminare la Regione 2 (frequenza compresa tra 30 MHz e 150 MHz) - che poi coincide con la VHF bassa, che abbiamo già osservato essere la porzione di spettro di maggiore interesse per moltissimi radioamatori - si osserva come, a fronte di utilizzi praticamente identici a quelli della Regione 3 (ovvero basati su collegamenti diretti a breve e media distanza), si manifestano qui, oltre alla onnipresente propagazione di tipo (quasi) ottico, anche dei modi propagativi di tipo Ionosferico e Troposferico, oltre al Meteor Scatter. Si tratta di modi certamente indesiderati per gli utenti professionali in quanto questi possono talvolta consentire l’arrivo di segnali interferenti provenienti da aree 14 anche molto lontane, e che quindi, oltre a causare fastidi, possono anche provocare un certo sconcerto tra gli operatori. Sulla base della lunga esperienza che i radioamatori hanno conseguito nelle bande dei 50 MHz e dei 144 MHz, la situazione della Regione 2 può essere così riassunta: • • • • • • strato E - singolo salto: la riflessione su strato E-sporadico avviene normalmente da metà Maggio a fine Agosto di ogni anno. Il fenomeno, che è noto verificarsi in tutta la Regione 2 fino a 150 MHz, permette collegamenti a distanze massime di 2.500 km. All’aumentare della frequenza diminuiscono sia la probabilità delle aperture, che la durata delle stesse, come pure l’estensione dell’area geografica interessata; strato E - salto multiplo: è un fenomeno che si verifica particolarmente nel periodo 20 Giugno - 10 Luglio di ogni anno, e che porta la distanza del collegamento a valori molto elevati, anche se sono generalmente richiesti dei forti valori di EIRP. Nella parte più bassa della Regione 2 (50 MHz) sono stati realizzati collegamenti anche oltre i 10.000 km (tre salti sono abbastanza frequenti, quattro salti rari e cinque salti alquanto eccezionali), mentre nella parte alta (144 MHz) non si ha notizia di collegamenti in doppio salto. In banda 70 MHz si ha solo qualche prima conferma della possibilità di sfruttare almeno due salti; strato F2: in basso (sui 50 MHz) la propagazione in F2 è solo significativamente presente nei quattro anni centrati sul picco dell’attività solare, con collegamenti a grandissime distanze fino all’antipodo (circa 20.000 km). In alto invece (144 MHz) non è stata mai riscontrata presenza di propagazione F2. Quanto questo modo sia effettivamente sfruttabile in 70 MHz è ancora tutto da stabilire (sebbene pare che, lungo i passati anni di elevata attività solare, qualche ascolto in F2 sia avvenuto); Transequatoriale: in basso (sui 50 MHz) la propagazione Transquatoriale è molto presente ed intensa nei periodi di alta attività solare, ovvero nei sette anni centrati intorno al picco, con collegamenti stabili, forti e quasi giornalieri tra l’Italia e vari paesi dell’Africa. In alto (144 MHz) è stato riscontrato, come già accennato, qualche rarissimo caso di propagazione Transequatoriale tra Italia e Namibia, fatto che lascia ben sperare per i 70 MHz; propagazione Troposferica: opera in controtendenza con quella Ionosferica in quanto tende a migliorare significativamente all’aumentare della frequenza. In basso (50 MHz) infatti non si riscontrano le forti e durature aperture che si verificano invece in alto (144 MHz); propagazione per Meteor Scatter: oltre a quanto già detto per la Regione 3, si può qui aggiungere che il fenomeno interessa l’intera Regione 2, però con una sensibile diminuzione di efficacia all’aumentare della frequenza. Infatti i fenomeni riscontrati in banda 144 MHz sono meno importanti di quelli osservati in 50 MHz. Il Meteor Scatter è ritenuto essere fenomeno abbastanza ben sfruttabile in banda 70 MHz, come peraltro la sperimentazione ha già dimostrato. Tra tutti i modi sopra elencati quello che, in banda 70 MHz, ha certamente maggiore rilevanza è la riflessione su strato E-sporadico - singolo salto, la cui efficacia è, come già detto, di gran lunga superiore nel periodo metà Maggio - fine Agosto. Tale conclusione è in linea con quanto mostrato in Figura 1-2 (relativa alla banda dei 50 MHz), nella quale è stato riportato il ritmo, mediato sugli ultimi nove anni, delle 15 segnalazioni di ricezione del radiofaro radioamatoriale I0JX/B (vedi Par. 3.2.2) operante sin dal 1998. E’ evidente la forte predominanza di segnalazioni nel periodo Maggio - Agosto. Ritmo delle Ricezioni del Radiofaro I0JX/B (50 MHz) Valori Mediati sul Periodo 1998 - 2006 Numero Medio di Ricezioni Giornaliere nel Mese 2,0 1,8 1,6 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Mese Figura 1-2 Ritmo delle Segnalazioni di Ricezione del Radiofaro I0JX/B in Banda 50 MHz Come la propagazione in E-sporadico si caratterizzi in banda 70 MHz - ovvero la concomitanza delle relative aperture con quelle in 50 MHz, l’estensione geografica delle stesse e la possibilità di realizzare anche collegamenti a distanza relativamente bassa (500 km) - fa chiaramente parte degli scopi della sperimentazione. 1.3.2 Aspettative Scopo di questo breve paragrafo è quello di riassumere quanto già precedentemente esposto in forma più sintetica ma anche più sistematica. Allo scopo è stata redatta la Tabella 1-1, preparata sulla base dell’esperienza conseguita nel corso di decenni di sperimentazione nelle due bande radioamatoriali in VHF bassa, ovvero i 50 MHz ed i 144 MHz, ed anche della breve sperimentazione condotta nella nuova banda dei 70 MHz, nel corso della quale è stato però solo possibile valutare una parte dei potenziali modi propagativi, e per brevissimo tempo. Quanto riportato in tabella a proposito dei 70 MHz deve essere quindi considerato principalmente come la sintesi di quanto si possa prevedere per quella banda, estrapolando le conoscenze già conseguite relativamente alle frequenze più basse ed a quelle più alte. Stante la complessità dei fenomeni in gioco, i valori quantitativi riportati in tabella vanno considerati come puramente indicativi. -o- 16 Banda Modalità di Realizzazione del Collegamento Propagazione Ionosferica Strato F2 (fino a 20.000 km) Propagazione Ionosferica Transequatoriale (fino a circa 10.000 km) Propagazione Ionosferica Strato E-sporadico salto singolo (fino a 2.500 km) Propagazione Ionosferica Strato E-sporadico salto multiplo (fino ad oltre 10.000 km) Propagazione Ionosferica Aurora (fino a 2.000 km) Propagazione Troposferica Propagazione jn Meteor Scatter per ionizzazione delle meteore negli strati alti dell’Atmosfera (fino a 2.200 km) Riflessione passiva tramite Luna (EME) Ritrasmissione attiva tramite satellite Ritrasmissione attiva tramite ponti ripetitori 50 MHz (6 metri) 144 MHz (2 metri) Presente per circa 4 anni centrati su ogni periodo di picco del ciclo (undecennale) di attività solare. I collegamenti sono spesso erratici e di breve durata Non se ne è mai verificata la presenza Presente per circa 7 anni centrati su ogni periodo di picco del ciclo (undecennale) di attività solare. I collegamenti avvengono tra aree ben determinate (“bolle”) dell’emisfero Nord e di quello Sud, e sono tipicamente duraturi con segnali forti Presente in maniera frequente ed intensa nel periodo metà Maggio - fine Agosto di ogni anno E’ già stato dimostrato come questa propagazione sia possibile, ma in maniera molto episodica e comunque solo al picco del ciclo solare Presente occasionalmente nel periodo estivo con massimo nel periodo 20 Giugno - 10 Luglio di ogni anno. Collegamenti erratici che necessitano di elevato EIRP, con segnali di scarsa intensità; dimostrata la possibilità di concatenare fino a 5 salti (>10.000 km) Esistente ma non sfruttabile alle nostre latitudini Presente nei periodi caldi Non se ne è mai verificata la presenza Caratterizzata da ping metorici di brevissima durata. Si manifesta principalmente nelle ore notturne (dalla sera al mattino) ed in periodi ben determinati dell’anno (passaggio degli sciami) Utilizzata ma non comunemente, a causa della dimensione elevata delle necessarie antenne Banda non utilizzata per collegamenti spaziali Ripetitori esistono, ma sono di limitata utilità e scarso utilizzo Presente nel periodo GiugnoLuglio di ogni anno. Propagazione molto selettiva e molto instabile Esistente ma non sfruttabile alle nostre latitudini Presente nei periodi caldi, molto più intensamente che in banda 50 MHz 70 MHz (4 metri) Non si è a conoscenza delle caratteristiche di questo modo in 70 MHz (se confermato essere sfruttabile). Sarà in pratica sperimentabile solo tra qualche anno, quando l’attività solare sarà superiore ad oggi Si ritiene che questa propagazione possa sussistere, ma non se ne conoscono le modalità. Sarà sperimentabile solo a partire dal 2008-2009 La sperimentazione ne ha dimostrato la presenza con probabilità non lontana da quella dei 50 MHz, ma con instabilità e selettività vicine a quelle dei 144 Mhz. Altri aspetti (quali estensione geografica dei collegamenti, possibilità di coprire distanze basse, dell’ordine dei 500 km) rimangono da verificare Molto probabilmente esistente, almeno fino a due salti, ma la sperimentazione condotta sinora non ha permesso di dimostrarlo Molto più utilizzata ed efficace che in banda 6 metri Si ritiene esistente, anche se non alle nostre latitudini Presente, con caratteristiche intermedie tra quelle dei 50 e dei 144 MHz. Verificata in maniera poco significativa durante la sperimentazione per mancanza di un numero sufficiente di stazioni opportunamente attrezzate Modalità propagativa sicuramente presente e di cui la sperimentazione ha provato l’esistenza, ma i dati raccolti finora sono troppo scarsi per raggiungere delle conclusioni affidabili Certamente possibile ma non sperimentata Banda utilizzata per quasi tutti i satelliti radioamatoriali Banda fortemente utilizzata per i ponti ripetitori Allo stato attuale non se ne intravede l’utilizzo Allo stato attuale non se ne intravede l’utilizzo Presente, ma con eventi di minori intensità che in banda 50 MHz Tabella 1-1 Aspettative della Banda dei 70 MHz 17 2 GLI IMPIEGHI RADIOAMATORIALI DELLA BANDA 2.1 Le Allocazioni di Spettro La banda radioamatoriale dei 70 MHz nacque con la concessione del segmento 70,2 MHz - 70,4 MHz ai radioamatori inglesi nel Novembre del 1956. Detto segmento fu assegnato in sostituzione della banda 58,5 MHz - 60 MHz che quei radioamatori avevano sin dall’immediato dopoguerra, ma alla quale avevano poi dovuto rinunciare quando nel 1949 la BBC decise di utilizzarla per trasmissioni televisive. Successivamente la banda fu ampliata, fino a giungere all’attuale allocazione del segmento 70 MHz - 70,5 MHz, e la sua utilizzazione diventò anche possibile presso le basi militari inglesi di Cipro e Gibilterra. La banda è tradizionalmente stata dominio del mondo anglosassone, ma a partire dalla metà dello scorso decennio vari paesi hanno deciso di concederla ai propri radioamatori, primi fra tutti la Danimarca e la Slovenia. La situazione attuale è quella riportata in Figura 2-1 (tratta dal sito amatoriale web http://www.70mhz.org), nella quale sono riportate le allocazioni radioamatoriali - stabili o solo temporanee - del segmento 70 MHz - 70,5 MHz, compresa quella relativa alla sperimentazione italiana. Figura 2-1 Allocazioni Radioamatoriali della Banda 70 MHz - 70,5 MHz Ad integrazione di quanto riportato nella Figura 2-1 si cita quanto segue: • anche i radioamatori ungheresi hanno utilizzato i 70 MHz per un periodo sperimentale di alcuni mesi, in vista della probabile assegnazione stabile della banda; 18 • • • i radioamatori tedeschi si stanno già affacciando al mondo dei 70 MHz, essendo state concesse due licenze sperimentale (con nominativi di chiamata DI2AL e DL3YEE) per un periodo limitato; si ha notizia di come, in vari altri paesi europei quali Austria, Finlandia, Romania, Serbia e Svezia, si stiano creando i presupposti per il rilascio della banda dei 70 MHz ai radioamatori; in Olanda in particolare l’autorizzazione dovrebbe esser concessa non appena, tra breve tempo, verrà chiuso l’ultimo impianto televisivo operante sul canale 4. Il fervore e l’interesse che ruotano intorno alla banda lasciano presupporre che, almeno a livello europeo, si sia già innescato quel circolo virtuoso che porterà, sperabilmente in tempi brevi, al rilascio stabile e generalizzato della banda a tutti i radioamatori. Importante è anche il fatto che la banda sia già disponibile ai radioamatori del Sud Africa, in quanto ciò consentirebbe di sperimentare, già a partire dal 2008, il modo di propagazione Transequatoriale. Come pure la disponibilità dei 70 MHz in Groenlandia dovrebbe permettere di realizzare, tra qualche anno, collegamenti a lunga distanza per riflessione su strato Ionosferico F2. Per quanto riguarda le particolari frequenze assegnate dal Ministero per la sperimentazione italiana, va osservato come queste, sebbene costituiscano nel complesso una risorsa limitata in termini di larghezza di banda totale, permettano comunque ai radioamatori italiani di effettuare agevolmente collegamenti con tutti i paesi che abbiano ad oggi concesso l’uso della banda ai loro radioamatori. L’unica eccezione è il Portogallo il quale ha allocato ai radioamatori porzioni di banda non coincidenti con quelle assegnate in Italia. Peraltro il problema è comune a tutti gli altri paesi, in quanto l’allocazione Portoghese si trova al di fuori della banda 70 MHz - 70,5 MHz, cosa che costringe ad effettuare i collegamenti nella cosiddetta modalità split frequency, che richiede alle due stazioni impegnate nel collegamento di utilizzare una frequenza di trasmissione diversa da quella di ricezione. Questo fatto, pur non rappresentando un vero e proprio impedimento, comunque complica la procedura di messa in piedi dei collegamenti che, lo ricordiamo, avvengono massimamente per incontri di tipo casuale. Va poi rilevato come nella banda concessa dal Ministero per la sperimentazione sia stato anche possibile trovare spazio per un apposito radiofaro (vedi Par. 3.2.2) che trasmette sulla frequenza di 70,088 MHz, non lontana da quelle dei radiofari esteri (vedi Figura 2-1). Nel corso della sperimentazione è però già chiaramente emerso come, se questa venisse sperabilmente prolungata o se la banda dei 70 MHz venisse concessa ai radioamatori italiani in via stabile, le tre frequenze assegnate si rivelerebbero probabilmente insufficienti per ospitare il traffico che si genererebbe. -o- 19 2.2 Le Modalità d’Impiego 2.2.1 I Modi di Trasmissione I modi di trasmissione che vengono utilizzati dai radioamatori in banda 70 MHz non differiscono sostanzialmente da quelli che essi impiegano nelle altre bande di frequenza. Peraltro il fatto che la banda in questione non sia interessata, per lunghi periodi dell’anno, da fenomeni di propagazione Ionosferica o Troposferica, rende particolarmente frequente l’impiego di quelle modalità trasmissive che meglio permettono di sfruttare la propagazione in Meteor Scatter (vedi Par. 1.3.1), la quale, anche se particolarmente rilevante solo in determinati periodi dell’anno, è comunque costantemente presente. I principali modi di trasmissione radioamatoriali sono brevemente riassunti nel seguito: • • la comunicazione di tipo telegrafico in codice Morse (comunemente denominata “CW”) che, lungi dall’essere abbandonata, rappresenta ancor oggi la tecnica più efficace per effettuare collegamenti a lunghissima distanza. Essa si rivela infatti quasi insostituibile per le comunicazioni marginali (in termini di intensità e durata dei segnali), quali spesso sono quelle effettuate con propagazione in E-sporadico con salto multiplo. Le ottime proprietà di questa peraltro vetusta tecnica sono anche legate alla possibilità di adottare dei filtraggi molto stretti in ricezione (con bande anche inferiori ai 200 Hz). Mentre normalmente la ricezione e la trasmissione del codice Morse vengono entrambi effettuate a livello umano, esistono anche delle forme di trasmissione telegrafica che, per le loro particolari caratteristiche, non possono che essere affidate a delle macchine. Parliamo qui del CW ad altissima velocità (comunemente riferito come High Speed CW - HSCW), il quale viene principalmente utilizzato per le attività in Meteor Scatter, quando i tempi di collegamento si riducano a secondi o frazioni di secondo ed il messaggio debba esser quindi compresso in intervalli di tempi brevissimi. Le velocità possono allora giungere fino a 1.200 parole al minuto, e la decodifica non può pertanto essere effettuata ad orecchio senza degli ausili. Inizialmente si utilizzavano dei manipolatori automatici ad alta velocità per la trasmissione e, per la ricezione, dei registratori che permettevano di riascoltare il messaggio telegrafico a velocità molto più bassa di quella usata in trasmissione, e quindi di decodificarlo ad orecchio. Oggi entrambi le funzionalità sono demandate a dei programmi (quali MSSOFT, MSDSP, Cooledit) che sfruttano la scheda audio, ormai presente in ogni PC, come dispositivo di input / output e che sono liberamente scaricabili da Internet; la comunicazione di tipo fonico, che è chiaramente attuabile solo in condizioni di propagazione sufficientemente buone e stabili. La tecnica maggiormente usata allo scopo è quella della banda laterale unica (comunemente denominata “USB” o “LSB”, a seconda che si tratti di banda laterale superiore od inferiore), la quale comporta la minor occupazione di banda possibile e restituisce anche il miglior rapporto segnale-rumore. Quando il canale propagativo si riveli essere sufficientemente buono viene talvolta anche impiegata la modulazione di frequenza (FM). Va a tal proposito ricordato come l’uso radioamatoriale di quest’ultima tecnica sia anche favorito dalla disponibilità sul mercato dell’usato di apparati FM originariamente concepiti per applicazioni Private Mobile Radio - PMR ed oggi dismessi (vedi Par. 2.2.2), i quali possono essere adattati abbastanza agevolmente alle comunicazioni tra radioamatori; 20 • • la trasmissione di brevissimi messaggi tramite tecniche ad alta efficienza che impiegano codici a correzione di errore di elevate prestazioni. Esse richiedono l’accurata sincronizzazione tra chi trasmetta e chi riceva (ottenuta semplicemente mediante degli orologi tenuti in passo con gran precisione via radio, o sfruttando degli appositi servizi disponibili su Internet). Tra queste tecniche ricordiamo l’FSK441 ed il JT6M, entrambi utilizzabili tramite programmi liberamente scaricabili da Internet e che sfruttano la scheda audio del PC. Si cita come il JT6M sia stato sviluppato da un radioamatore americano, con nominativo di chiamata K1JT, al quale nel 1993 è stato assegnato il premio Nobel per la Fisica, per la scoperta dei pulsar binari. Dette tecniche, che hanno un’occupazione di banda pari a quella di un normale canale fonico (cioè circa 2.400 Hz), vengono impiegate sia in condizioni di propagazione estreme che per i collegamenti in Meteor Scatter in alternativa al prima citato HSCW; la trasmissione di testo a moderata velocità, che oggi viene principalmente effettuata adottando soluzioni molto più efficienti di quelle che impiegavano la vecchia radiotelescrivente. Tra queste domina il PSK31, una tecnica caratterizzata da una grandissima insensibilità al rumore ed all’interferenza, come pure dalla ridottissima banda occupata (inferiore a 100 Hz). Il PSK31 è anch’esso facilmente fruibile utilizzando un programma che sfrutta la scheda audio del PC (ve ne sono numerosi e gratuiti). 2.2.2 Gli Apparati Come già accennato, la banda dei 70 MHz si distingue dalle altre assegnate ai radioamatori per la scarsa disponibilità di apparecchiature commerciali concepite appositamente per uso radioamatoriale. Ciò è con tutta probabilità eredità del fatto che, fino a non moltissimo tempo fa, l’uso dei 70 MHz era concesso solo ai radioamatori del Regno Unito, con un mercato che i produttori di apparati radioamatoriali evidentemente giudicavano essere di dimensioni troppo modeste per poter essere oggetto di un loro effettivo interesse. A tale proposito va anche rilevato come, quando i 70 MHz erano disponibili solamente ai radioamatori del Regno Unito, sussistessero poche possibilità pratiche di effettuare dei collegamenti a lunga distanza (se non con le basi militari di Gibilterra e Cipro nelle quali la banda era comunque utilizzabile), e come pertanto i radioamatori si dovessero spesso accontentare di utilizzare la banda per effettuare collegamenti sulla limitata scala nazionale, i quali potevano essere ben messi in piedi anche impiegando modalità trasmissive caratterizzate da efficienza non particolarmente elevata, quali la FM. All’epoca diventò quindi comune utilizzare gli apparati dismessi dal servizio PMR che nel frattempo migrava su altre bande. Gli apparati più comuni sono l’Ascom SE550s, i Philips FM1000 e MX290, l’AKD4001, lo Yaesu VX1000 ed altri principalmente di produzione Key, Motorola and Tait, i quali operano esclusivamente in FM con frequenza canalizzata (a sintetizzatore se non addirittura a cristallo). Con l’aumentare del numero di paesi che hanno man mano avuto accesso alla banda dei 70 MHz, primi fra tutti Danimarca e Slovenia, crebbe molto l’interesse per i collegamenti a lunga distanza - a quel punto divenuti fattibili -, e sorse quindi immediatamente il problema di disporre di apparati che meglio si prestassero all’uopo, supportando i modi trasmissivi radioamatoriali ad alta efficienza (CW, SSB, PSK31, JT6, vedi Par. 2.2.1). La soluzione di adattare i già menzionati apparati ex-PMR non si rivelò perseguibile, in quanto le modifiche necessarie, sia al lato trasmittente che a quello 21 ricevente, sono così significative da scoraggiare anche il radioamatore più esperto e determinato. Si pensò allora di modificare apparati concepiti appositamente per usi radioamatoriali al fine di renderli in grado di coprire anche la banda dei 70 MHz. Tuttavia questa strada si rivelò subito ardua, a causa del notevole livello di integrazione e di complessità degli apparati moderni che non rende facili gli interventi, e può anche comportare significativi rischi di danneggiamenti spesso non facilmente sanabili. L’unico apparato radioamatoriale che si presta abbastanza bene allo scopo è lo Yaesu FT-847 (al momento però non più commercializzato) il quale, tramite opportuna predisposizione (e quindi senza vere e proprie modifiche), è in grado di operare anche in banda 70 MHz. Sfortunatamente le prestazioni dell’apparato in quella banda non sono eccezionali; in trasmissione si riscontra infatti una limitata efficienza dello stadio finale, con conseguente riduzione della potenza di uscita RF e aumento della potenza dissipata nello stadio stesso, mentre in ricezione l’apparato presenta un figura di rumore non ottimale e richiederebbe quindi l’uso di un preamplificatore. Mentre il primo problema può essere risolto, almeno fino ad un certo punto, tramite delle semplici modifiche documentate su Internet, il secondo è di più difficile soluzione in quanto richiederebbe l’aggiunta di un preamplificatore interno (di cui però i radioamatori inglesi offrono un kit), o la costruzione di un dispositivo esterno che inserisca, soltanto nei momenti di ricezione, un preamplificatore sulla linea d’antenna. Va per completezza menzionato come anche l’ICOM 706 possa operare in 70 MHz, ma solamente in ricezione anche se con discreti risultati. Tutte queste difficoltà hanno portato i radioamatori a prediligere l’impiego dei cosiddetti Transverters, dispositivi che consentono di utilizzare la banda dei 70 MHz tramite un apparato radioamatoriale concepito per operare su altre bande. La Figura 2-2 mostra lo schema a blocchi di un tipico Transverter, nella quale si è fatta l’assunzione che questo si interfacci con un apparato radioamatoriale operante nella banda dei 10 metri (28 MHz), il caso peraltro più frequente. CATENA TRASMITTENTE 70MHz Amplificatore di potenza RF 70MHz Attenuatore e convertitore 28MHz Antenna 70MHz Apparato 28MHz Oscillatore 42MHz Amplificatore a 70MHz basso rumore 70MHz Convertitore e amplificatore 28MHz CATENA RICEVENTE Figura 2-2 Schema a Blocchi di un Tipico Transverter Seguendo la catena ricevente, il segnale a 70 MHz proveniente dall’antenna viene dapprima amplificato da un apposito stadio amplificatore a basso rumore e quindi 22 convertito sulla banda dei 28 MHz, con l’ausilio di un oscillatore locale a 42 MHz. Quindi il segnale, dopo eventuale successiva amplificazione, viene inviato all’apparato radioamatoriale sintonizzato appunto sulla banda dei 28 MHz. Chiaramente l’operatore dovrà tener presente che quando il display dell’apparato indichi ad es. 28,1 MHz, la frequenza operativa effettiva è in realtà 70,1 MHz. Quando si passi in trasmissione, sia la linea d’antenna che quella dell’apparato vengono deviate, tramite opportuno sistema di controllo, sulla catena trasmittente del Transverter. Il segnale RF trasmesso dall’apparato in banda 28 MHz può dover essere dapprima sensibilmente attenuato (nei casi in cui l’apparato radioamatoriale non disponga già di un’uscita RF a basso livello, e la sua potenza minima sia quindi di svariati Watt). Quindi il segnale viene convertito sulla banda dei 70 MHz impiegando lo stesso oscillatore locale utilizzato in ricezione, facendo così in modo che la frequenza di trasmissione e quella di ricezione coincidano. Il segnale, portato ormai in banda 70 MHz, viene quindi amplificato dall’amplificatore RF che lo porta al livello di potenza desiderato. I Transverters ben si prestano all’autocostruzione radioamatoriale visto che il loro livello di complessità è ragionevolmente limitato e quindi abbastanza ben gestibile a livello di appassionato di elettronica. Per quanto riguarda in particolare i Transverters per i 70 MHz, sono possibili le seguenti soluzioni: • • • • • l’utilizzo di un prodotto finito. In Italia sono disponibili dei Transverters a 70 MHz prodotti dalla ditta Aemme di Crotone, che offre due modelli da 10 W e 30 W rispettivamente. Prodotti finiti esistono anche in Ungheria. In Inghilterra esistevano numerosi Transverters commerciali (Microwave Modules, RN Electronics, Mutek), che però sono oggi reperibili solo nel mercato dell’usato; la modifica di un Transverter progettato per altre bande (50 MHz o 144 MHz), quali lo Yaesu FT-650 che tempo fa veniva portato sui 70 MHz direttamente dall’importatore inglese della Yaesu; l’autocostruzione di un Transverter kit per i 70 MHz. Nel passato in Inghilterra venivano commercializzati vari kit (Cirkit, Mainline Electronics, Hands Electronics), oggi però non più disponibili. Certamente è ancora in commercio il kit predisposto dai radioamatori danesi al prezzo di 125 Euro (versione da 100 mW) o 255 Euro (versione da 25 W); l’autocostruzione di un Transverter kit originariamente concepito per i 50 MHz e relativo adattamento alla banda dei 70 MHz. Questa soluzione viene qui citata in quanto la disponibilità di Transverter kits per i 50 MHz è abbastanza ampia, anche se ultimamente, con la vasta disponibilità di apparati radioamatoriali che supportano direttamente i 50 MHz, l’esigenza di Transverters per quella banda è sempre meno sentita. Una soluzione di questo tipo è stata proposta da un radioamatore italiano, vedi http://www.qsl.net/i0jx/tentec_i.html; l’autocostruzione di un Transverter ex-novo, magari partendo da un progetto già realizzato da altri (quale il Meon pubblicato sulla rivista Practical Wireless). In taluni casi, l’apparato radioamatoriale può richiedere qualche piccola modifica per poter essere interconnesso ad un Transverter che non disponga, al suo interno, di adeguato attenuatore della potenza RF in ingresso. Il problema non sussiste quando l’apparato preveda, oltre alla normale uscita RF di potenza, anche un’uscita a basso livello la quale viene spesso predisposta dai costruttori proprio per agevolare l’impiego dei Transverters. 23 Questo è il caso dei vecchi ricetrasmettitori Kenwood sia con stadio finale a tubi (quali il TS830S) che a stato solido (TS430S, TS930S e TS940S), come pure di quelli più moderni (TS2000). Tra gli Icom, il modello IC-735 è quello che offre un’uscita a basso livello, mentre, per quanto riguarda la Yaesu, va osservato come il modello FT817, essendo originariamente concepito per basse potenze, consenta di derivare più facilmente un segnale RF a basso livello. In chiusura si desidera rilevare come gli apparati che operano in banda 70 MHz, di qualunque tipo essi siano, sono inerentemente soggetti a fenomeni di intermodulazione causati dai forti segnali presenti nella banda broadcast degli 88 MHz - 104 MHz. Il fenomeno è particolarmente sentito nelle grandi città a causa dell’elevata concentrazione di impianti trasmittenti di elevata potenza. La soluzione al problema può essere da una parte l’utilizzo di un filtro notch che attenui fortemente i segnali presenti in banda 88 MHz 104 MHz, o meglio un filtro passa banda che lasci transitare esclusivamente la banda d’interesse (70 MHz - 70,5 MHz). 2.2.3 Le Antenne Per quanto riguarda le antenne per i 70 MHz, occorre inizialmente distinguere tra le omnidirezionali e le direttive. Le antenne omnidirezionali sono tipicamente quelle con elemento radiante verticale, che va dal semplice stilo a quarto d’onda, alla J-pole, allo stilo a cinque ottavi d’onda, alla collineare. Queste antenne non mostrano elevati guadagni e sono tipicamente utilizzate per i collegamenti a non lunghissima distanza, tipicamente in FM, o per i radiofari che devono necessariamente irradiare circolarmente a 360 gradi. Il compromesso migliore tra dimensioni e guadagno può essere, per la banda dei 70 MHz, lo stilo a cinque ottavi d’onda, che ha una lunghezza di circa 2,7 m e presenta un guadagno di circa 2 dB rispetto allo stilo a quarto d’onda, guadagno ottenuto mantenendo l’omnidirezionalità del fascio ma riducendone l’apertura in elevazione. Con detta lunghezza si hanno due principali vantaggi, il primo è che la potenza viene concentrata su angoli più bassi rispetto all’orizzonte, cioè proprio dove questa ha la massima utilità, ed il secondo che l’impedenza dell’antenna presenta una componente resistiva molto vicina ai 50 Ohm, e quindi ben adattata a quella dei cavi coassiali comunemente reperibili (mentre quella reattiva, di tipo capacitivo, può essere facilmente neutralizzata mediante una semplice bobina posta alla base dell’antenna). Antenne omnidirezionali verticali utilizzabili in banda 70 MHz sono reperibili abbastanza agevolmente sul mercato, prodotte sia per scopi dichiaratamente radioamatoriali (ad es. la Ringo della ECO Antenne) che per i servizi professionali / istituzionali (ad es. la Trident V4M e la Sirio CX4-71). Poichè questi ultimi servizi operano in generale su frequenze alquanto più alte rispetto al segmento 70 MHz - 70,5 MHz d’interesse per i radioamatori, andrà verificato che il campo di sintonizzabilità on-field di queste antenne comprenda il segmento radioamatoriale. In ogni caso va rimarcato come l’autocostruzione di un’antenna verticale per i 70 MHz, o l’adattamento di un’antenna concepita per altra banda (ad es. i 50 MHz), non presenti generalmente difficoltà significative per il radioamatore che, nel corso della sua attività, abbia conseguito un minimo livello di competenza tecnica e di manualità. Passando a considerare le antenne direttive per i 70 MHz, dotate quindi di guadagno notevolmente superiore a quello delle antenne omnidirezionali, quelle caratterizzate dal 24 miglior rapporto efficienza / dimensioni sono le antenne di tipo Yagi, la cui lunghezza del boom dipenderà dal guadagno che si desidera ottenere. In commercio si trovano numerose antenne appositamente concepite per applicazioni radioamatoriali, con numero di elementi variabile tra 3 e 14 (tra cui ricordiamo quelle della ECO Antenne, della Vargarda Radio AB, della WiMo Antennen und Elektronik GmbH, quelle della Sandpiper Aerial Technology, della Trident Antennas, della Moonraker, della Cushcraft, e della Jaybeam). Queste antenne possono anche avere dimensioni non trascurabili, come si evince dalla Figura 2-3, nella quale viene mostrata una tipica installazione portatile per la banda 70 MHz dotata di antenna Yagi a 9 elementi. Figura 2-3 Esempio di Antenna Yagi a 9 Elementi per i 70 MHz Le antenne di produzione estera sono generalmente di costo abbastanza elevato, anche in considerazione delle non trascurabili dimensioni dell’involucro nel quale vengono trasportate. Il radioamatore italiano che non abbia particolari esigenze e che non desideri imbarcarsi nella realizzazione di un’antenna ex-novo potrà convenientemente adattare delle antenne Yagi televisive (vedi Tabella 3-1) per il sistema I - canale B o per il sistema E - canale 4 (comunemente dette antenne per “canale B/E4”), le quali vengono prodotte da varie case, anche se sono poi facilmente reperibili solo nelle poche zone d’Italia 25 dove il canale B/E4 viene ancora utilizzato. Dette antenne hanno un numero massimo di elementi pari a 5. In particolare una buona soluzione è quella di impiegare l’antenna mod. 4B (a 4 elementi) della ditta Fracarro, il cui costo è tipicamente inferiore ai 40 Euro. Detta antenna ha una frequenza propria di risonanza pari a 67,5 MHz, molto vicina al centro banda desiderato di 70,2 MHz, per cui il necessario adattamento può essere semplicemente realizzato mediante una modesta riduzione della lunghezza degli elementi. In pratica basterà accorciare ciascuna estremità dell’elemento secondo quanto sotto riportato: • • • • riflettore (nero): 60 mm; elemento radiante: 56 mm; primo direttore (giallo): 50 mm; secondo direttore (rosso): 48 mm. Quando si abbiano invece esigenze di maggior guadagno, oltre all’autocostruzione ex-novo, una possibilità è quella di adattare ai 70 MHz un’antenna progettata per la banda dei 50 MHz. In questo caso però, stante la forte differenza di frequenza, l’adattamento comporterà con tutta probabilità una ristrutturazione dell’antenna stessa, per cui il vantaggio che se ne consegue potrebbe essere limitato al solo riutilizzo degli elementi e delle strutture di supporto, che peraltro potrebbero altrimenti essere di non facile reperibilità come oggetti a sé stanti. Un’altra possibilità è quella di adattare antenne Yagi prodotte per il mercato professionale (che ripetiamo opera su frequenze alquanto più elevate di quelle radioamatoriali), le quali hanno però usualmente lo svantaggio di un costo elevato (a meno che non possano essere reperite sul mercato dell’usato), come pure generalmente quello di un basso guadagno (dette antenne vengono tipicamente progettate con un modesto numero di elementi, usualmente tre). Alcune di queste antenne sono progettate per poter variare la lunghezza degli elementi al fine di adattare la frequenza di lavoro a quella desiderata. In questi casi il radioamatore avrà la possibilità di tarare l’antenna sul segmento radioamatoriale dei 70 MHz - 70,5 MHz, semprechè l’antenna stessa sia stata progettata per poter scendere così in basso. Alcune antenne Yagi per uso professionale vengono invece commercializzate come “a larga banda” e dichiarate quindi coprire anche il segmento radioamatoriale. Sebbene queste antenne utilizzino elementi di grosso spessore (fatto che certamente contribuisce alla piattezza della risposta impedenza / frequenza), non è detto che le stesse possano anche assicurare il guadagno specificato sull’intera banda nominale (la teoria dell’antenna Yagi è basata sul fatto che direttore e riflettore risuonino su frequenze che distino da quella operativa di valori dell’ordine di qualche percento in più o in meno. Pertanto un elemento che si comporti come direttore su una determinata frequenza potrebbe comportarsi come riflettore su una frequenza più elevata, con potenziale inversione del verso di massimo guadagno!). In conclusione l’uso di queste antenne non sembra consigliabile. Sconsigliato è anche l’impiego di antenne di tipo log-periodico che coprano i 70 MHz (quali quelle offerte dalla Waters & Stanton o dalla Create), le quali presentano un guadagno più basso delle Yagi a parità di dimensioni. Il principale vantaggio delle antenne log-periodiche è certamente la loro forte larghezza di banda, fatto che potrebbe certamente portare al progetto di un’unica antenna in grado di coprire le bande dei 50 MHz, 70 MHz e 26 144 MHz, con un guadagno però fortemente decrescente al diminuire della frequenza. Le antenne log-periodiche hanno anche lo svantaggio di non presentare, in generale, la desiderata impedenza di 50 Ohm resistivi sull’intera banda operativa, fatto di particolare rilevanza quando si operi su frequenze alle quali i normali i cavi coassiali presentano perdite significative, e quando quindi le perdite aggiuntive dovute alla presenza di onde stazionarie sulla linea di trasmissione diventino non trascurabili. 2.2.4 I Radiofari Le bande dei 50 MHz e dei 70 MHz si differenziano principalmente da tutte le altre bande di uso radioamatoriale per il contemporaneo sussistere di tre condizioni: • • • il fatto che queste bande siano fortemente caratterizzate dalla presenza di modi di propagazione altamente variabili, ed il cui insorgere non sia facilmente predicibile (vedi Par. 1.3.1); il fatto che le aperture di propagazione in queste bande interessino tipicamente aree geografiche di dimensioni relativamente limitate, e all’interno delle quali vi possano quindi non sempre essere dei radioamatori già attivi al momento in cui l’apertura insorge, con il rischio che la stessa apertura possa non essere rilevata ed andare quindi persa; che, usualmente, le aperture persistano per tempi sufficientemente lunghi, così che il venirne a conoscenza possa poi rivelarsi di pratica utilità per il radioamatore che sia interessato a sfruttarle. A tal proposito va anche rimarcato come il radioamatore, soggetto che professionalmente opera negli ambiti più disparati, sia tipicamente persona che possa dedicare all’attività radio-sperimentale solo una limitata parte del suo tempo. Mentre sfruttare delle aperture di propagazione già in atto può magari risultargli cosa possibile, molto meno potrebbe esserlo il porsi in condizioni operative per tempi lunghi, in attesa che sopravvenga la desiderata apertura di propagazione. E’ pertanto chiaro come sussista, specialmente per i 50 MHz ed i 70 MHz, un forte interesse a poter rapidamente rivelare l’insorgere delle aperture ed a poter poi diffondere l’informazione ai radioamatori affinché questi possano adeguatamente sfruttarle: • • il primo compito è molto facilitato dalla disponibilità di un significativo numero di radiofari radioamatoriali - di cui qui nel seguito brevemente si parla - sparsi su varie aree geografiche, i quali emettono un segnale continuo (24h / 24h) generalmente di non grande potenza, la cui ricezione testimonia l’essere in atto un’apertura di propagazione tra l’area ove è localizzato il radiofaro e l’area ove opera il radioamatore che ne effettua l’ascolto (od anche tra aree a queste limitrofe); il secondo compito è oggi principalmente svolto dal Cluster radioamatoriale - di cui si fa accenno al Par. 3.2.3 - tramite cui il radioamatore che riveli la presenza di propagazione (perché si trovi già impegnato in un collegamento, o perché riceva il segnale emesso da un radiofaro) può diffondere la notizia agli altri radioamatori, i quali consultando periodicamente il Cluster (anche tramite Internet o tramite apposito servizio WAP su telefono cellulare) possono così decidere se porsi in condizione operativa e quindi sfruttare l’evento propagativo in corso. 27 Esistono radiofari operanti in quasi tutte le bande radioamatoriali ma, come già accennato, sono le bande dei 50 MHz e dei 70 MHz quelle nelle quali se ne può trarne la maggiore utilità, ed anzi si dimostrano indispensabili. Infatti: • • • i radiofari che operano nella parte bassa delle onde corte (1,8 MHz - 10 MHz) sono generalmente poco utili e quindi sconsigliabili. La stessa IARU li ritiene superflui e potenziale causa di disturbi e interferenze nocive alle normali operazioni, anche se trasmettano a bassa potenza; quelli che operano nella parte alta delle onde corte (14 MHz - 29,7 MHz) hanno una valenza non elevatissima, anche se crescente all’aumentare della frequenza. Infatti in onda corta le aree geografiche interessate dai fenomeni di propagazione sono generalmente molto estese e comprendono quindi un gran numero di radioamatori. Ne va come sia usualmente agevole rivelare l’insorgere di fenomeni di propagazione semplicemente ascoltando le comunicazioni già in atto tra radioamatori, senza dover ricorrere ai radiofari. A ciò si aggiunge il fatto che i radiofari tipicamente radiano, come già detto, delle potenze non molto elevate e quindi poco rappresentative di quelle effettivamente impiegate per le comunicazioni (anche in dipendenza dell’uso di antenne omnidirezionali che si rivelano indispensabili perché il segnale del radiofaro possa essere ascoltato potenzialmente ovunque); quelli che operano nelle bande dei 144 MHz e superiori hanno una discreta utilità principalmente per quanto riguarda i fenomeni di propagazione Troposferica. Va peraltro osservato come detti fenomeni abbiano generalmente durate non brevissime e possano anche interessare aree abbastanza estese, per cui essi possono essere spesso rilevati anche senza far ricorso all’ascolto dei radiofari. Per quanto riguarda la propagazione Ionosferica (riflessione su strato E-sporadico), che ricordiamo manifestarsi occasionalmente in banda 144 MHz ma non nelle bande a questa superiori, i radiofari si rivelano essere comunque di ridotta utilità, in quanto - sui 144 MHz - la propagazione in E-sporadico è caratterizzata da fortissime variabilità temporali e limitatissima estensione delle aree geografiche interessate. Pertanto la ricezione di un particolare radiofaro ad un certo istante potrebbe dir poco sulla possibilità pratica di effettuare successivamente dei collegamenti. I radiofari radioamatoriali generalmente trasmettono, in ciascuna banda, all’interno di un segmento loro dedicato. Per la banda dei 6 metri questo è 50 MHz - 50,08 MHz, mentre per la banda dei 2 metri è 144,4 MHz - 144,49 MHz. Per quanto riguarda la banda dei 4 metri, la situazione è ancora fluida in quanto, mentre in alcuni paesi (Regno Unito, Danimarca, Sud Africa, vedi Par. 2.1) si è proceduto a designare un segmento di banda per uso esclusivo dei radiofari (compreso tra 70 MHz e 70,08 MHz), negli altri paesi un simile livello di formalizzazione non è stato ancora raggiunto, anche perché in certi paesi il segmento 70 MHz e 70,08 MHz non è assegnato ai radioamatori. Un aspetto importante è ovviamente quello dell’identificazione del radiofaro. E’ pratica ormai universalmente adottata che il radiofaro radioamatoriale venga identificato tramite la sua frequenza di emissione, ma ancor meglio tramite un messaggio telegrafico ciclico (in codice Morse) con cui viene modulato il segnale emesso dal radiofaro stesso. Infatti, sebbene esistano (ad es. in Internet) numerose liste dei radiofari radioamatoriali attivi nelle quali viene riportato - per ogni radiofaro - la frequenza operativa, la sola conoscenza della frequenza potrebbe non permettere un’identificazione 28 certa. A questo proposito va considerato come molti radiofari, a causa della generale scarsezza di banda disponibile, operino su frequenze molto vicine tra di loro, talvolta addirittura sovrapposte, fatto che può certamente comportare delle ambiguità. A ciò si aggiunge il fatto che le varie liste che circolano possono ovviamente non risultare aggiornate, e quindi non riportare i radiofari che siano stati attivati da breve tempo, od indicare una frequenza errata per quelli che l’abbiano cambiata di recente. Il messaggio telegrafico con cui viene modulata la portante del radiofaro è di tipo ripetitivo (con durata del ciclo dell’ordine del minuto o meno) e tipicamente consiste di: • • • nominativo ripetuto più volte. In Italia le norme prevedono che questo coincida con il nominativo di chiamata del radioamatore installatore seguito dal suffisso “/B” (per significare che si tratta di un Beacon). A questo proposito si ricorda come i nominativi radioamatoriali, la cui lunghezza massima è usualmente di sei caratteri (lettere e numeri), sono strutturati in maniera tale che dal nominativo si possa immediatamente evincere il paese di appartenenza e spesso (come nel caso dell’Italia) anche l’area geografica all’interno del paese; la localizzazione geografica approssimativa. Principalmente per motivi di sinteticità, questa non viene espressa in termini di longitudine e latitudine, ma tramite il cosiddetto codice Maidenhead (comunemente denominato il Locator), costituito da una stringa di sei caratteri (lettere o numeri) in grado di circoscrivere aree geografiche la cui forma e dimensione dipende dalla latitudine. Alla latitudine di Roma dette aree hanno forma rettangolare, leggermente trapezoidale, con estensione latitudinale di circa 4,6 km e longitudinale di circa 6,9 km. In sostanza, si tratta di un approccio similare a quello dell’MGRS, anche se il codice Maidenhead è notevolmente più breve di questo, essendo concepito per poter essere agevolmente comunicato al corrispondente durante il collegamento; eventualmente anche altri dati, quali potenza radiata, altezza sul livello del mare, ecc. Come già detto, il messaggio telegrafico va a modulare la portante del radiofaro. A questo proposito esistono due tecniche principali: • • interruzione di portante. Secondo questa tecnica la portante del radiofaro viene trasmessa solo in coincidenza dei punti e delle linee del codice Morse, mentre nelle pause non si ha la radiazione di alcun segnale. Questa tecnica ha il vantaggio di una larghezza di banda estremamente bassa ed anche quella di non richiedere costruzioni ad-hoc (il radiofaro può infatti essere semplicemente messo in piedi destinando allo scopo un comune apparato radioamatoriale in grado di operare nella banda del radiofaro stesso). Per contro si riscontra lo svantaggio di una meno facile rilevabilità del radiofaro in condizioni di basso rapporto segnale-rumore (rispetto a soluzioni che invece prevedano l’emissione continua della portante) in dipendenza della minore potenza media trasmessa, come pure quello di non offrire un segnale di riferimento stabile a chi intenda utilizzare ad esempio il radiofaro per la taratura di ricevitori o la messa a punto di antenne; spostamento in frequenza della portante. Questo approccio consiste nell’emettere una portante continua la cui frequenza cambia valore nei momenti di attività (ovvero in coincidenza dei punti e delle linee del codice Morse). Questo metodo è altamente preferibile semprechè la separazione tra le due frequenze non ecceda i circa 500 Hz, al 29 fine di limitare la banda occupata. Peraltro in genere richiede la costruzione di un radiofaro ad-hoc. In banda 50 MHz esiste un gran numero di radiofari radioamatoriali (vedi http://www.keele.ac.uk/depts/por/50.htm), la grande maggioranza dei quali si colloca all’interno della banda riservata, tra 50 MHz e 50,08 MHz. In banda 70 MHz, vi è già un buon numero di radiofari attivi, come risulta dalla Tabella 2-1, anche autorizzati in paesi in cui la banda non è stata ancora resa disponibile ai radioamatori. Nella Tabella 2-1 si nota la menzione del radiofaro italiano I0JX/B messo appositamente in piedi per la sperimentazione e le cui caratteristiche principali sono riportate al Par. 3.2.2. A questo proposito va rilevato come detto radiofaro sia tra i pochissimi del tipo bi-banda, ovvero che trasmettano sia sui 50 MHz che sui 70 MHz dalla stessa postazione, cosa chiaramente molto utile al fine di stabilire la correlazione tra gli eventi di propagazione che si manifestano nelle due bande. -o- 30 Frequenza Località Inghilterra 70,000 MHz GB3BUX Buxton, Derbys Inghilterra 70,007 MHz GB3WSX Yeovil, Somerset Groenlandia 70,012 MHz OX4MB Kangerlussuaq 70,0125 MHz 70M1BVC Ungheria Slovenia 70,014 MHz S55ZRS Mt. Kum Inghilterra 70,016 MHz GB3BAA Tring, Herts Scozia 70,020 MHz GB3ANG Dundee Danimarca 70,021 MHz OZ7IGY Greater Jystrup Olanda 70,023 MHz PI7EPO Rijswijk Inghilterra 70,025 MHz GB3MCB St Austell Irlanda del Nord 70,027 MHz GB3CFG Carrickfergus, 70,029 MHz S55ZMB Slovenia Inghilterra 70,031 MHz G4JNT/P Blandford, Dorset Isole Faeroer 70,035 MHz OY6BEC Torshavn 70,0375 MHz 70M7BVB Ungheria Grecia 70.040 MHz SV1FOUR Atene 70,0708 MHz GW3MHW Galles 70,088 MHz Nominativo I0JX/B 70,1135 MHz 5B4CY 70,130 MHz EI4RF 70,151 MHz LX0FOUR 70,3125 MHz SJV900 70,4375 MHz MB7FM 70,608 MHz CQ5FOUR 70,612 MHz 75,300 MHz CU8DUB ZD8DUB Italia Roma Cipro Irlanda Dublino Lussemburgo Svezia Inghilterra Chiltern Hills Portogallo Ribetelo Isole Azzorre Is. Ascensione. Locator Watt Antenna 2 x Turnstile (omni) Altezza IO93BF 20 IO80QW 150 5 el. 70° 27m GP47TA 25 5 el. 90° 700m JN87FI 20 2 el. "UK" JN76MC 456m 1219m IO91PS 20 Dipolo 195m IO86MN 100 3 el. yagi 160° 370m JO55WM 25 Big-wheel 102m JO22EA 20 Halo 90m IO70OJ 40 2 el. yagi 45° 320m JN76VK 20 20 6 3 el. 45°, 3 el. 135° 4 el. yagi 310° IO80UU 0,6 Dipolo 2,5m IP62 25 2 el. 135° 10m KM27AW 5 5 el. yagi 315° JN61HV 6 KM64FT 10 IO63WD 25 JN39AV JO99 10 4 el. yagi 340° 6 el. yagi 315° 5 el. 45°, 5 el. 135° Dipolo orizz. IO91PS 10 Dipolo IM59QD 10 HM49KL II22TB 10 8 IO74CR 300m 262m JN97QK 4 el. 340° 120m 730m Tabella 2-1 Radiofari Operanti nel Segmento Radioamatoriale dei 70 MHz 31 3 LA CAMPAGNA SPERIMENTALE 3.1 La Valenza della Sperimentazione Chiariamo innanzitutto come la sperimentazione dei 70 MHz in atto vada classificata come “radioamatoriale“, intendendo con tal termine significare come la stessa non sia stata orientata a conseguire tutti quegli obiettivi che tipicamente ci si pongono nelle campagne sperimentali eseguite in ambito professionale, nè sia stata portata avanti mettendo in campo delle risorse comparabili a quelle che vengono usualmente dispiegate in quest’ultimo ambito. Prima di chiarire meglio il concetto sopra esposto, giova qui delineare brevemente come si inquadri la figura del radioamatore al presente livello di evoluzione sociale e tecnologica. L’attività radioamatoriale trova oggi principale giustificazione in degli obiettivi - tra loro altamente sinergici - che sono classificabili in due principali categorie, ovvero: • • obiettivi individuali: - istruzione: conseguire, tramite l’interazione con gli impianti rice-trasmittenti e la relativa strumentazione, l’accrescimento delle proprie conoscenze in materie tecniche, con particolare riguardo a quelle afferenti al ramo delle telecomunicazioni. Tale obiettivo è chiaramente rilevante per coloro che nella vita si occupino di questioni di altra natura, ma è anche importante per chi, d’estrazione tecnica, possa sfruttare le proprie esperienze radioamatoriali nel contesto di attività professionali nel campo dell’elettronica; - socializzazione: favorire l’inserimento sociale, allargando l’ambito delle proprie conoscenze ed entrando a far parte di un giro di persone con cui sussista una sostanziale comunanza di interessi, e risulti quindi spontaneo mettere a fattor comune le esperienze tecnico-operative da ciascuno conseguite; - distrazione: trarre soddisfazione dal coinvolgersi, nel tempo libero, in attività percepite come gratificanti. obiettivi collettivi: - sostegno umanitario: che si realizza principalmente tramite il fattivo impegno in attività di supporto alla gestione delle emergenze (Protezione Civile), specie nel periodo immediatamente successivo all’evento calamitoso; - buona volontà: il sentimento di amichevolezza che il radioamatore istintivamente nutre nei confronti dei propri colleghi, e che spesso sfocia in amicizia vera e propria, certamente contribuisce a migliorare il livello generale di fratellanza tra gli uomini. Stante la natura pervasiva del mezzo oggetto del comune interesse - ovvero la radio -, l’afflato non conosce distanze e, valicando le frontiere, favorisce la mutua comprensione tra popoli, razze e culture diverse; - civilizzazione: quanto più numerosi siano gli individui che, nell’ambito delle società, operino per il miglioramento del loro livello culturale, tanto più queste evolveranno verso più elevati standards di civilizzazione. Chiaramente i vari obiettivi sopra elencati vengono perseguiti dai singoli con differenti enfasi, in maniera commisurata alla proprie inclinazioni, possibilità e scolarità. 32 Intenzionalmente, non si è qui fatta esplicita menzione - tra gli scopi dell’attività radioamatoriale - di obiettivi a carattere scientifico / tecnologico. Infatti, considerando l’attuale livello di sviluppo della tecnologia e delle modalità con cui gli ulteriori progressi vengono oggi conseguiti (principalmente grazie a teams di ricerca transnazionali), si comprende il perché - in tempi recenti - non siano stati molti i casi nei quali l’attività radioamatoriale abbia apportato un significativo e diretto contributo all’evoluzione scientifico / tecnologica. Va peraltro rilevato come i teams di ricerca possano fortemente beneficiare della presenza di radioamatori, soggetti intimamente motivati all’indagine tecnica e quindi particolarmente fattivi, produttivi e fertili di idee. In conclusione, è bene che il radioamatore persegua i propri obiettivi tramite attività che risultino ben distinte da quelle portate avanti del mondo professionale, anche se questo rappresenterà necessariamente il punto di riferimento a cui ispirarsi al momento di concepire nuove iniziative. Tutto ciò premesso riassumiamo brevemente la differente caratterizzazione delle campagne sperimentali professionali e di quelle radioamatoriali: • • le sperimentazioni di tipo professionale vengono comunemente motivate con l’intento di migliorare le prestazioni tecnico-economiche dei sistemi. Se consideriamo ad esempio le campagne di propagazione che vengono effettuate in ambito spaziale (tra breve ne verrà effettuata una, in Italia, sulle nuove bande dei 40 GHz e 50 GHz), queste hanno il principale obiettivo di affinare i criteri di dimensionamento dei sistemi di comunicazione satellitari, al fine di migliorarne la competitività. Sperimentazioni di questo tipo richiedono da una parte la raccolta sistematica di un gran numero di dati - fatto che in genere comporta un forte dispiegamento di risorse - e dall’altra lo sviluppo di teorie scientifiche che permettano di ricondurre i risultati sperimentali ottenuti nel contesto di modelli matematici che potranno essere poi impiegati al momento di dimensionare il sistema operativo di telecomunicazioni; le sperimentazioni di tipo radioamatoriale sono invece generalmente intese a valutare il comportamento di fenomeni di propagazione che non vengono usualmente sfruttati per scopi professionali. Come già detto al Cap. 1, l’interesse dei radioamatori per la banda dei 70 MHz è quello di sfruttare i modi propagativi a lunga distanza che occasionalmente si manifestano in VHF bassa, e che vengono invece percepiti come sorgenti di indesiderabili interferenze da parte degli utilizzatori istituzionali o commerciali. Questi infatti impiegano la banda per servizi che richiedono collegamenti in portata (quasi) ottica, che sono per contro generalmente di scarso interesse sperimentale per i radioamatori. Da quanto sopra detto si evince come obiettivo della sperimentazione radioamatoriale dei 70 MHz non possa e non debba ragionevolmente essere quello di giungere ad una modellizzazione teorica del canale propagativo intesa a supportare la progettazione di sistemi di telecomunicazioni a lunga distanza, di cui peraltro non apparirebbero oggi chiare le prospettive d’impiego se non quelle radioamatoriali stesse. Ciò ben si sposa con il fatto che i radioamatori non sarebbero comunque in grado di mettere in campo le risorse necessarie per una sperimentazione di tipo professionale (che richiederebbe presumibilmente il dispiegamento di un grandissimo numero di radiofari e di stazioni automatiche di rilevamento, oltre alle strutture di processamento dei dati così ottenuti), 33 come pure di apportare collettivamente, al di là di casi isolati, contributi di natura scientifica intesi a modellizzare compiutamente i fenomeni propagativi. Quale sono dunque i veri obiettivi della sperimentazione radioamatoriale sui 70 MHz? In sintesi: • • • arricchire notevolmente la comprensione che oggi si ha delle possibilità di collegamento a grande distanza offerte dalle bande in VHF bassa, conseguendo così un bagaglio di nuove conoscenze che, se pur non immediatamente sistematizzabili in maniera rigorosa o suffragate da modellizzazioni teorico-scientifiche, rappresenti comunque un utile tassello che ben si inserisce nei risultati dello sforzo che l’uomo da sempre devolve al controllo dei fenomeni della natura. Va a questo proposito rilevato come decisivo ed insostituibile sia il ruolo che i radioamatori possono giocare in campagne sperimentali di questo tipo, sia per la grande molteplicità dei “punti di osservazione” che la comunità dei radioamatori viene implicitamente a costituire, che per l’elevato livello di dedizione mostrata da soggetti che si impegnano negli esperimenti per mero desiderio di conoscenza - e non per proprio tornaconto -, come pure per il fatto che la sperimentazione non viene così a gravare sulle tasche di altri che i radioamatori stessi; creare una nuova occasione nel contesto della quale il radioamatore motivato possa rinnovare il suo impegno nella sperimentazione, con l’obiettivo di allargare ulteriormente il suo ambito di conoscenze tecniche; infine il fatto che, essendo la disponibilità commerciale di apparati e di antenne operanti in banda 70 MHz molto ridotta (vedi Par. 2.2.2 e 2.2.3), stia fortemente crescendo l’interesse per l’autocostruzione di nuovi apparati e/o la modifica di apparati esistenti, interesse che si era andato progressivamente attenuando sin da quando, già verso la fine degli anni 60, cominciava a registrarsi una crescente presenza di prodotti commerciali anche nel settore radioamatoriale. A quest’ultimo proposito va peraltro rilevato il fatto che - anche se forse non annoverabile tra gli scopi della sperimentazione - l’affacciarsi di un paese importante come l’Italia sulla banda dei 70 MHz porterà prevedibilmente i costruttori a porre sul mercato nuovi apparati radioamatoriali che consentano di operare anche in quella banda, con i fall-out del caso. Ed ancora il fatto che l’esempio italiano servirà certamente a stimolare le competenti Amministrazioni dei paesi nei quali l’uso della banda dei 70 MHz non sia ancora consentito ai radioamatori, perchè autorizzino - anche loro - delle sperimentazioni della banda, o addirittura la concedano ai radioamatori su base permanente. In chiusura va doverosamente osservato come delle sperimentazioni in VHF bassa - e quindi anche su bande vicine a quella radioamatoriale dei 70 MHz - vengano portate avanti dagli appassionati di ricezione televisiva a lunga distanza, un hobby che va peraltro progressivamente perdendo valenza a causa della incessante dismissione dei servizi TV in quella regione dello spettro. Molti di questi appassionati si riuniscono nella Worldwide TVFM DX Association (sito web http://www.anarc.org/wtfda/dx_history.htm). In Tabella 3-1 sono riportate, per varie parti del mondo, le allocazioni di banda per servizi televisivi che siano adiacenti - o addirittura si sovrappongano - alla banda radioamatoriale dei 70 MHz. 34 Sistema A B C D E G I Paese USA Irlanda Cina Australia Europa Nuova Zelanda Italia Canale 4 C 3 2 4 3 B Banda (MHz) 67,25-71,75 61,75-67,75 65,75-72,25 64,25-69,75 62,25-67,75 Tabella 3-1 Allocazioni di Banda per Servizi TV in banda 70 MHz Per chi sia interessato a comprendere quanto l’attività di ricezione TV a lunga distanza possa essere sinergica con quella di rice-trasmissione radioamatoriale, si elencano qui brevemente i vantaggi e gli svantaggi della prima: • • vantaggi: - le emittenti TV sono usualmente di elevata potenza, fatto che di per sé tende a facilitarne la ricezione (anche se ciò può, per certi versi, renderla meno interessante); - i segnali vengono emessi con continuità, spesso anche 24h / 24h, fatto che rende meno critica la ricerca, e permette di sfruttare più compiutamente i fenomeni di propagazione (anche se in realtà una similare situazione può essere ottenuta, in ambito radioamatoriale, con il dispiegamento di un significativo numero di radiofari che trasmettano 24h / 24h). svantaggi: - la ricezione del segnale TV è solo possibile in presenza di un rapporto segnalerumore molto superiore a quello che tipicamente si riscontra nei collegamenti radioamatoriali. Va a questo proposito ricordato come il rapporto segnale-rumore ottenibile nel caso TV sia negativamente condizionato dall’elevata banda del relativo segnale; - poiché le trasmittenti TV operano su canali predefiniti, è molto comune il caso di interferenza co-canale. L’interferenza, come pure un rapporto segnale-rumore non sufficientemente alto, rendono spesso problematica l’identificazione delle emittenti; - la distanza massima alla quale un’emittente TV può essere ricevuta è generalmente limitata a quella superabile con un singolo salto in E-sporadico. Infatti il segnale TV proveniente da salti multipli avrebbe generalmente un livello troppo basso per poter essere decodificabile, e sarebbe spesso interferito da emissioni co-canale provenienti da stazioni che si trovino a distanza di primo salto; - alcuni modi propagativi non sono sfruttabili. Ad es. il Meteor Scatter è incompatibile con la ricezione TV a causa della brevissima durata delle aperture, mentre la propagazione Transequatoriale lo è principalmente a causa del fenomeno del flutter che contraddistingue tale tipo di propagazione e che rovina l’immagine al punto da renderla non più fruibile; - il livello di coinvolgimento personale che si consegue con un’attività di sola ricezione - e quindi puramente “passiva” - non è paragonabile con quello di chi si impegni in attività, quali quelle radioamatoriali, che prevedano anche la trasmissione di segnali, e quindi “attive”; 35 - la ricezione TV offre opportunità più limitate di maturare esperienze di natura propriamente elettronica, tramite la realizzazione e la sperimentazione di circuiti e progetti. In conclusione sembra potersi facilmente concludere come l’attività hobbystica di ricezione TV a lunga distanza, sebbene possa comunque fornire utili indicazioni sul comportamento propagativo delle bande in VHF bassa, sia difficilmente paragonabile con quella radioamatoriale in termini di produttività e coinvolgimento. -o- 36 3.2 Le Risorse e le Modalità Esecutive 3.2.1 Le Stazioni La sperimentazione della banda dei 70 MHz era stata originariamente richiesta da sette stazioni di radioamatore italiane (vedi Premessa), ma l’opportuno allargamento dell’autorizzazione - da parte del Ministero delle Comunicazioni - a tutti i radioamatori operanti dalla penisola (a parte le limitazioni conseguenti alla salvaguardia delle aree di confine) ha certamente molto arricchito la valenza degli esperimenti condotti. Infatti, a tutto il 15 Settembre 2007, risultava come ben 75 stazioni di radioamatore si fossero attivate in banda 70 MHz (vedi Tabella 3-2), anche se qualcuna di queste solamente in ricezione. Area Identificativa Radioamatoriale Regione Lazio (25) 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Sardegna (4) Umbria (1) Liguria (1) Piemonte (4) Valle d’Aosta (-) Lombardia (7) Friuli-Venezia Giulia (1) Trentino-Alto Adige (-) Veneto (4) Emilia-Romagna (5) Toscana (7) Abruzzo (9) Basilicata, prov. Matera (-) Puglia (3) Basilicata, prov. Potenza (-) Calabria (1) Campania (-) Molise (-) Sicilia (3) Nominativo di Chiamata 1A0KM, I0JX, I0KHY, I0KPT, I0QM, I0WTD, IK0BAL, IK0BZY, IK0FTA, IK0MDA IK0NOJ, IK0OKY, IK0SME, IK0SMG, IK0VAQ, IK0YYY, IW0BYL, IW0FFK, IW0GPN, IW0HIV, IZ0AEG, IZ0CEG, IZ0CKM, IZ0DZZ, IZ0GUG IS0AEE, IS0GQX, IS0MKX, IS0/IK0BZY IZ0FWE IW1PFS I1YRB, IK1EGC, IW1AVR, IZ1DYE I2ADN, I2KBD, IK2CFG, IK2QEB, IW2MBA, IZ2AMS, IZ2FOB IV3HWT I3VWK, IW3FZQ, IW3GPE IZ3GWJ IK4ADE, IK4HLQ, IK4PMB, IZ4GWE, IZ5MAO/4 I5CTE, I5IAR, I5MXX, IK5MEJ, IK5MEN, IW5AUY, IZ5EME I6BQI, I6CTJ, I6QIZ, IK2AQZ/6, IK6EIW, IK6JBN, IW6ATU, IY6GM, IZ6GSB I7CSB, IK7MJA, IZ7EUH IZ8DWF IT9DLN, IT9JLG, IW9HPC Tabella 3-2 Stazioni di Radioamatore Attivatesi in Banda 70 MHz Quanto riportato in Tabella 3-2 è stato principalmente derivato dalle segnalazioni apparse sul Cluster radioamatoriale (vedi Par. 3.2.3), oltre che da contatti diretti. Pertanto la stima di 75 radioamatori partecipanti alla sperimentazione è da considerarsi pessimistica. Non può infatti del tutto escludersi che dei radioamatori che si siano attivati in banda 70 MHz entro il 15 Settembre 2007 non siano stati involontariamente menzionati in tabella. Il numero totale di radioamatori partecipanti alla sperimentazione è da ritenersi soddisfacente, specie se si tiene conto dei condizionamenti che l’hanno caratterizzata, tra i quali ricordiamo: • scarsa disponibilità commerciale di apparati (vedi Par. 2.2.2) ed antenne (vedi Par. 2.2.3) operanti nella banda radioamatoriale dei 70 MHz; 37 • • • • • limitato tempo a disposizione per la sperimentazione, in considerazione del fatto che, all’inizio delle attività, il principale modo propagativo - ovvero quello per riflessione su strato E-sporadico - stava ormai per entrare in fase discendente; effetto “sorpresa”. Il tempo necessario per mettere in piedi ex-novo una stazione operante in banda 70 MHz è talvolta risultato superiore a quello lungo il quale era ancora possibile sfruttare il modo E-sporadico; incertezza sul possibile utilizzo della banda da parte dei radioamatori a valle del periodo concesso per la sperimentazione; limitazione territoriale, che ha precluso l’uso della banda in zone particolarmente ricche di radioamatori (specie in Lombardia); la coincidenza con le ferie estive della parte più interessante del periodo sperimentale. Nondimeno i radioamatori italiani sono stati comunque in grado, collettivamente, di incidere notevolmente sul livello di utilizzazione della banda in Europa, riscuotendo così forte interesse da parte di tutti e stimolando i radioamatori esteri a perseguire simili obiettivi. Per quanto riguarda gli impianti messi in piedi dai radioamatori italiani per poter partecipare alla sperimentazione, vale quanto segue: • apparati ricetrasmittenti: - l’apparato più comunemente impiegato è stato lo Yaesu FT-847 il quale è l’unico ricetrasmettitore commerciale che, opportunamente adattato, può operare in banda 70 MHz, anche se con delle limitazioni in termini di efficienza dello stadio finale e di figura di rumore del ricevitore (vedi Par. 2.2.2). L’apparato non è più commercializzato dalla Yaesu, per cui è oggi solo reperibile sul mercato dell’usato. Lo Yaesu FT-847 è in grado di erogare fino a circa 70 W in banda 70 MHz, ma la potenza di uscita è facilmente regolabile, permettendo così di rientrare nella limitazione di 25 W EIRP prevista per la sperimentazione; - vari tipi di Transverters, tra cui in particolare (vedi Par. 2.2.2) quello realizzato dalla casa italiana Aemme di Crotone, il kit commercializzato dai radioamatori Danesi, ed il kit 50 MHz della Ten-Tec modificato per i 70 MHz. Va inoltre segnalato come molti radioamatori abbiano, all’occorrenza, anche riesumato dei vecchi Transverters per i 50 MHz modificandoli per i 70 MHz. Detti Transverters erano stati dismessi quando diventati ormai obsoleti a seguito della notevole offerta commerciale di apparati in grado di operare anche in banda 50 MHz, grazie al forte interesse creatosi per questa banda. Si ricorda come i Transverters abbiano, in generale, potenze raramente superiori ai 10W; - tra quelli che si sono cimentati nella sola ricezione, è stato anche comune l’impiego dell’ICOM 706, un apparato di grande diffusione tra i radioamatori per le sue buone prestazioni abbinate ad un costo accettabile ed alle dimensioni ridotte, fatto che ne consente agevolmente l’uso anche in condizioni di mobilità. L’ICOM 706 è grado di ricevere in banda 70 MHz, se pur con qualche limitazione, ma non anche di trasmettere. Va comunque registrato almeno un caso in cui detto apparato sia stato anche posto in grado di trasmettere, pur se ciò ha comportato delle modifiche non trascurabili; - va poi citato come qualche radioamatore abbia utilizzato la banda dei 70 MHz impiegando un ricetrasmettitore-scanner di tipo palmare (quale l’ICOM IC-E90) in 38 • grado di trasmettere esclusivamente in FM. Con tale tipo di apparato sono stati però tipicamente solo effettuati collegamenti a portata quasi ottica; - infine vi sono anche stati dei peraltro infrequenti casi di radioamatori che hanno impiegato apparati ex-PMR (sempre in FM). antenne: - la modifica di antenne televisive di tipo Yagi multi-elemento per il canale B/E4, vedi Par. 2.2.3 e Tabella 3-1, è stata la soluzione più comunemente perseguita, grazie al loro costo contenuto ed alla facilità di adattamento alla banda radioamatoriale dei 70 MHz. Un elemento di difficoltà è però rappresentato dalla scarsa reperibilità di dette antenne, a causa del fatto che l’utilizzo del canale B/E4 sul territorio italiano è sempre meno diffuso, come pure delle difficoltà di trasportare singole antenne a causa della fragilità dell’involucro; - altri hanno modificato antenne progettate per i 50 MHz, operazione che richiede una maggiore complessità di intervento; - qualche radioamatore ha proceduto ad autocostruirsi l’antenna ex-novo, anche se la cosa si rivelava non facile negli stretti tempi disponibili; - infine c’è chi, impossibilitato dall’installare in tempi brevi una nuova antenna per i 70 MHz, ha direttamente utilizzato delle antenne pre-esistenti progettate per altre bande di frequenza (più comunemente i 50 MHz), con eventuali sistemi di adattamento dell’impedenza. I risultati ottenuti sono spesso stati discreti. 3.2.2 Il Radiofaro Bi-banda I0JX/B Come peraltro facilmente prevedibile in base a quanto detto al Par. 2.2.4, una risorsa rivelatasi di decisiva importanza è il radiofaro radioamatoriale operante in banda 70 MHz che è stato appositamente messo in piedi per la sperimentazione ed identificato con la sigla I0JX/B in linea con quanto previsto dalle vigenti norme. Detto radiofaro è stato realizzato ampliando le risorse di un radiofaro pre-esistente che operava, sin dal 1998, in banda 50 MHz (sulla frequenza di 50,004 MHz). L’ampliamento è consistito principalmente nel: • • • dotare il radiofaro pre-esistente di una testata RF addizionale in grado di generare il segnale in banda 70 MHz e di amplificarlo fino al livello di potenza desiderato; installare un’antenna ad-hoc per la banda dei 70 MHz e relativa discesa; ampliare la capacità del sistema di alimentazione in corrente continua. Il radiofaro I0JX/B ora emette contemporaneamente, e dallo stesso sito, una portante in banda 50 MHz ed una in banda 70 MHz. Ciò rende più agevole correlare gli eventi di propagazione che si manifestino in banda 50 MHz con quelli in banda 70 MHz. In Tabella 3-3 sono riportate le principali caratteristiche tecniche del radiofaro I0JX/B limitatamente alla sezione 70 MHz. Il radiofaro è stato costruito osservando le tipiche modalità realizzative degli apparati radioamatoriali, che prevedono anche il riuso e/o la modifica - senza per questo dover accettare compromessi in termini di prestazioni - di elementi e componenti reperibili nel mercato del surplus, spesso a basso costo anche quando nuovi. In particolare, con riferimento alla Figura 3-1, il radiofaro I0JX/B comprende: 39 Localizzazione Frequenze nominali Modulazione Messaggio Tipo di antenna Puntamento dell’antenna Guadagno dichiarato Polarizzazione dell’antenna Posizionamento dell’antenna Potenza RF EIRP Discesa ROS Apparato Servizio Alimentazione Roma Est, latitudine 41º 53' 14.4" N, longitudine 12º 35' 24.4" E 70,088 MHz a tasto telegrafico rilasciato 70,0885 MHz a tasto telegrafico premuto (500 Hz di shift verso l’alto) FSK, con identificazione in codice Morse I0JX/B I0JX/B I0JX/B JN61HV I0JX/B I0JX/B I0JX/B JN61HV ROMA WWW.QSL.NET/I0JX Yagi a 4 elementi a lobo largo (antenna TV per canale B/E4 modificata). Boom di 2,3 m 340 gradi (a metà tra UK e Danimarca, utile quindi per la maggior parte dei paesi nei quali è concesso l’uso della banda dei 70 MHz ai radioamatori) 6.5 dBi Orizzontale Su un palo di 7 m alla sommità di un edificio di cinque piani 6W < 25 W In cavo RG-213 foam, lunga 10 m < 1:1,2 Di costruzione artigianale. Oscillatore a quarzo da 35,044 MHz seguito da un moltiplicatore per 2 e quindi da due stadi prima dell’amplificatore finale di potenza. Circuito di controreazione per mantenere la potenza di uscita indipendente dalla temperatura e dall’invecchiamento dei componenti 24h / 24h Alimentatore professionale 13,8 V 50 A di tipo switching. Rete elettrica servita da sistema no-break Tabella 3-3 Caratteristiche Tecniche del Radiofaro I0JX/B - Sezione 70 MHz • • • il radiofaro vero e proprio, originariamente progettato per operare in banda 50 MHz e realizzato ex-novo con tecniche artigianali. Esso comprende la sezione RF ed il generatore di messaggio telegrafico Morse, il quale può anche controllare un secondo modulo RF esterno; il già citato modulo RF 70 MHz, ottenuto modificando un modulo trasmittente professionale reperito nel mercato surplus; un alimentatore largamente sovradimensionato (corrente max. 50 A), anch’esso reperito nel mercato surplus (provenienza centri di calcolo). Per quanto riguarda le antenne, mentre per i 50 MHz - banda ormai utilizzata in tutto il mondo - è stato giocoforza impiegare un’antenna omnidirezionale (stilo verticale lungo 5/8 di lunghezze d’onda), per i 70 MHz si è preferito al momento adottare un’antenna direttiva di non elevato guadagno, in grado di servire la grande maggioranza dei paesi in cui la banda dei 70 MHz è oggi concessa ai radioamatori, con l’intenzione di sostituirla poi con un’antenna omnidirezionale al momento in cui entrino in banda 70 MHz i radioamatori di un maggior numero di paesi. Le antenne del radiofaro I0JX/B sono mostrate in Figura 3-2. 40 Figura 3-1 Aspetto Esteriore del Radiofaro I0JX/B 3.2.3 Il Cluster Radioamatoriale Condurre una sperimentazione comporta non solamente mettere in piedi le necessarie risorse tecniche ed umane, ma anche disporre di un mezzo attraverso i quale le esperienze dei singoli possano essere portate a conoscenza di chi si incarichi di ricondurle, armonizzandole, in un contesto documentativo unificato. Tale obiettivo non era affatto facile da perseguire nell’ambito di una sperimentazione aperta a tutti i radioamatori italiani, e che coinvolgeva quindi un significativo numero di soggetti con i quali non erano stati presi precedenti accordi. Al di là dei problemi legati all’identificare chi effettivamente partecipasse alla sperimentazione ed a stabilirvi un contatto, va rilevato come ottenere un’adeguata documentazione dei risultati - e con modalità uniformi - è cosa non semplice quando si abbia a che fare con persone di estrazioni eterogenee e che non possano sempre trovarsi in condizioni di garantire la massima disponibilità. A questa difficoltà ha però ben sopperito il Cluster radioamatoriale, un sistema informativo (di cui si era già accennato Par. 3.2.3) a livello mondiale tramite il quale i radioamatori si segnalano a vicenda, in tempo reale, i collegamenti in corso. In pratica, il radioamatore che stia effettuando un collegamento radio con una stazione ritenuta essere di potenziale interesse per gli altri radioamatori inserisce la notizia sul Cluster. Gli altri radioamatori quindi, leggendo la segnalazione, possono decidere se anche loro cercare di effettuare il collegamento con la stazione segnalata. 41 Figura 3-2 Le antenne del Radiofaro I0JX/B Le segnalazioni possono anche riguardare ricezioni di radiofari radioamatoriali, le quali forniscono importanti indicazioni sulla possibilità di effettuare collegamenti con stazioni che siano localizzate in aree geografiche non troppo lontane da quelle del radiofaro ricevuto. Esistono quattro diverse modalità di accesso al Cluster radioamatoriale, ovvero: • • • direttamente ai nodi del Cluster, tramite trasmissioni a pacchetto (modalità comunemente detta PacketCluster). Detto accesso comporta però la disponibilità di un apparato radio operante in VHF od UHF e di relativa antenna. Inoltre la zona in cui si opera deve risultare servita da un nodo Cluster; accesso ai nodi tramite la cosiddetta “rete Packet”, rete che i radioamatori hanno appositamente messo in piedi nelle bande VHF ed UHF (valgono in questo caso gli stessi condizionamenti sopra indicati per l’accesso diretto ai nodi Cluster); tramite Internet (modalità comunemente detta WebCluster); 42 • o tramite servizio WAP su telefono cellulare. Quest’ultima modalità è particolarmente comoda quando non si abbia nè un accesso radio nè Internet. L’interfaccia uomo-macchina è sostanzialmente la stessa per l’accesso Packet e per quello Internet. Tipicamente è quella mostrata in Figura 3-3. Figura 3-3 Tipica Interfaccia Utente del Cluster Radioamatoriale Ogni riga corrisponde ad una segnalazione. Da sinistra a destra: • • • • • la frequenza su cui opera la stazione segnalata (in kHz); segue il nominativo della stazione (o radiofaro) segnalata; segue poi data e ora (UTC) della segnalazione; seguono quindi dei liberi commenti; segue infine il nominativo della stazione segnalante. Durante l’uso del operativo del Cluster compaiono frequentemente nuove righe, ovvero nuove segnalazioni, che causano la sparizione dallo schermo di quelle più vecchie (che rimangono comunque consultabili). Il Cluster, concepito per fornire informazioni ai radioamatori in tempo reale, può anche ben servire per conoscere quanto sia accaduto nel passato nelle varie bande 43 radioamatoriali. Ciò in quanto il Cluster prevede la possibilità di richiamare tutte le segnalazioni precedenti (ad es. dell’ultima giornata), banda per banda. Ecco che il Cluster si rivela essere un mezzo potentissimo per venire a conoscenza dei collegamenti effettuati dai radioamatori, semprechè questi siano stati oggetto di segnalazione. A quest’ultimo proposito va segnalato come, in considerazione della novità della banda dei 70 MHz e del carattere di eccezionalità che rivestivano i relativi collegamenti, la grandissima parte di essi sia stata di fatto oggetto di segnalazione sul Cluster, e ne sia quindi rimasta traccia. Non solamente i collegamenti bi-direzionali, ma anche le numerosissime ricezioni del radiofaro italiano I0JX/B da parte di radioamatori esteri, e dei numerosi radiofari stranieri da parte di radioamatori italiani. In conclusione, in occasione della sperimentazione in banda 70 MHz, il Cluster radioamatoriale si è rivelato essere risorsa insostituibile, in quanto ha consentito di rilevare in maniera semplice ed efficacissima i dati relativi ai collegamenti ed alle ricezioni effettuate, che sarebbe stato altrimenti certamente non facile raccogliere. -o- 44 3.3 I Risultati Conseguiti 3.3.1 Generalità La sperimentazione italiana della banda dei 70 MHz ha riscosso notevole interesse sia in Italia che internazionalmente. Come dettagliato nella Tabella 3-2, significativo è stato il numero di radioamatori italiani che vi hanno partecipato, nonostante le circostanze (vedi Par. 3.2.1) non abbiano permesso un’ancor più ampia adesione, prima fra tutte la scarsa disponibilità commerciale di apparati operanti in banda 70 MHz. Numerosissimi sono stati i collegamenti a lunga distanza effettuati dai radioamatori, nonostante il numero di paesi in cui viene attualmente concesso l’uso radioamatoriale della banda 70 MHz (vedi Par. 2.1) non sia ancora elevatissimo. Ancor più viva sarebbe sicuramente stata l’attività se questa fosse iniziata al momento in cui si instaurava la propagazione per riflessione su strato Ionosferico Esporadico, che costituisce il modo propagativo più importante negli anni di bassa attività solare - come il 2007 - e che, come già detto (vedi Par. 1.3.1), si manifesta principalmente nel periodo metà Maggio - fine Agosto di ogni anno. Il periodo utile per poter compiutamente sperimentare la propagazione nel modo E-sporadico è infatti risultato essere non di molto superiore a sette settimane. Nondimeno è stato comunque possibile tenere un buon livello di attività (vedi Par. 3.3.2), al punto che l’Italia si è di fatto rivelata essere il paese europeo più attivo in banda 70 MHz dopo il Regno Unito, che però ha una lunghissima tradizione di utilizzo della banda (vedi Par. 2.1), oltre ad un numero di radioamatori in assoluto più elevato di quello italiano. 3.3.2 Sintesi dei Collegamenti Effettuati In questo paragrafo si fornisce mera evidenza dei collegamenti radio stabiliti - nel complesso - dai radioamatori italiani, rimandando al Par. 3.3.3 le considerazioni relative ai vari modi propagativi. Si ricorda, come peraltro già accennato, che una gran parte di quanto qui riportato sia basato sulle segnalazioni comparse sul Cluster radioamatoriale (vedi Par. 3.2.3), che è stato fortemente utilizzato durante il periodo sperimentale ed ha quindi fornito dati altamente rappresentativi di quanto i radioamatori italiani abbiano effettivamente fatto in banda 70 MHz. Nondimeno si sono anche considerati i rapporti di quei radioamatori che hanno reso disponibile il loro log di stazione. In Tabella 3-4 è stata riassunta, per quanto noto e distinguendo i vari modi di propagazione, l’attività svolta in banda 70 MHz nel periodo 12 Luglio - 15 Settembre 2007 dai radioamatori italiani, considerando sia i collegamenti bi-direzionali effettuati, che le loro ricezioni di radiofari esteri. Chiaramente si tratta un quadro pessimistico, vista l’impossibilità pratica di documentare l’attività svolta in maniera del tutto esaustiva. 45 Paese Corrispondente Numero di Collegamenti Bidirezionali e di Ricezioni di Radiofari Esteri da Parte di Radioamatori Italiani E-sporadico Meteor Scatter Troposferica Totale Austria Croazia Danimarca Francia Germania Grecia Irlanda Italia Lussemburgo Norvegia Olanda Polonia Portogallo Slovenia Galles Inghilterra UK Irlanda del Nord Isola di Man Scozia Ungheria 1 96 7 14 10 5 5 4 32 6 15 2 75 347 16 9 20 - 3 9 2 5 1 1 1 1 2 2 1 27 1 1 3 1 26 2 71 19 1 1 30 105 9 19 13 5 72 5 5 33 8 15 23 76 374 16 10 21 4 Totali 664 60 120 844 Tabella 3-4 Riassunto dell’Attività dei Radioamatori Italiani in 70 MHz 12 Luglio - 15 Settembre 2007 A tal proposito si rileva quanto segue: • • sono stati indicati in corsivo quei paesi in cui la banda dei 70 MHz non sia ancora stata assegnata ai radioamatori. I collegamenti con quei paesi sono stati quindi effettuati nella modalità cross-band (trasmettendo cioè in 70 MHz e ricevendo in 50 MHz); l’elevato numero di collegamenti con il Regno Unito e la Danimarca testimonia il fatto di come in quei paesi la banda dei 70 MHz sia disponibile ai radioamatori da lungo tempo. La Figura 3-4 fornisce una visualizzazione grafica dell’attività dei radioamatori italiani con propagazione Meteor Scatter e Troposferica. La Figura 3-5 fornisce una visualizzazione grafica dell’attività dei radioamatori italiani con propagazione nel modo E-sporadico, distinguendo, ai fini di una migliore visibilità dei collegamenti, il Nord, il Centro ed il Sud Italia. 46 LiveMUF © Dave Edwards, G7RAU Propagazione Meteor Scatter Propagazione Troposferica Figura 3-4 Rappresentazione Grafica dell’Attività dei Radioamatori Italiani in 70 MHz 12 Luglio - 15 Settembre 2007 - Propagazione Meteor Scatter e Troposferica LiveMUF © Dave Edwards, G7RAU E-sporadico - Nord Italia E-sporadico - Centro Italia E-sporadico - Sud Italia Figura 3-5 Rappresentazione Grafica dell’Attività dei Radioamatori Italiani in 70 MHz 12 Luglio - 15 Settembre 2007 - Propagazione in E-sporadico La visualizzazione grafica dell’intera attività svolta dai radioamatori italiani è mostrata nella copertina di questo rapporto. Un altro importante elemento da considerare al fine di caratterizzare la banda dei 70 MHz è costituito dai rapporti di ricezione del radiofaro I0JX/B che sono stati riassunti in Tabella 3-5 per il periodo 12 Luglio - 15 Settembre 2007. 47 Paese Corrispondente Austria Croazia Danimarca E-sporadico Numero di Ricezioni Meteor Scatter Troposferica Totale Ungheria 3 30 1 4 14 1 1 3 6 13 2 26 8 71 1 7 - 2 4 3 1 1 4 1 3 4 6 - 8 4 30 1 4 18 1 1 6 3 6 16 2 26 1 9 75 1 7 1 Totali 191 16 13 220 Territorio continentale Isole Faroer Francia Germania Grecia Irlanda Italia Lussemburgo Norvegia Olanda Polonia Portogallo Slovenia UK Galles Inghilterra Irlanda del Nord Scozia Tabella 3-5 Segnalazioni di Ricezione del Radiofaro I0JX/B 12 Luglio - 15 Settembre 2007 Detti rapporti di ricezione sono visualizzati graficamente nella Figura 3-6, ove anche in questo caso sono stati distinti i vari modi propagativi (la visualizzazione grafica di tutti i rapporti di ricezione nel loro complesso è mostrata nella copertina di questo rapporto). Va rilevato come significativa sia la presenza di rapporti provenienti da paesi ove la banda dei 70 MHz non sia stata ancora assegnata ai radioamatori (indicati in corsivo). Al fine di dare evidenza dell’effetto stagionale sulla propagazione in E-sporadico, in Fig. 3-7 è stato riportato il ritmo delle segnalazioni di ricezione del radiofaro radioamatoriale 70 MHz I0JX/B durante le nove settimane successive al 12 Luglio 2007 (data dell’autorizzazione Ministeriale). Si osserva come, depurando il grafico dalle naturali variabilità statistiche, il ritmo sia andato tendenzialmente decrescendo man mano che si procedeva avvicinandosi all’autunno. 3.3.3 Esame dei Modi Propagativi 3.3.3.1 Generalità Il breve periodo praticamente disponibile per la sperimentazione, come pure la non elevatissima diversificazione geografica dei collegamenti, non sono stati di ausilio al fine di caratterizzare fenomeni che, come quelli propagativi, hanno per loro natura carattere statistico 48 LiveMUF © Dave Edwards, G7RAU Propagazione in Meteor Scatter Propagazione Troposferica Propagazione in E-sporadico Figura 3-6 Rappresentazione Grafica delle Ricezioni del Radiofaro I0JX/B 12 Luglio - 15 Settembre 2007 Ritmo Settimanale delle Ricezioni del Radiofaro I0JX/B (70 MHz) con Propagazione in E-sporadico 31 Luglio 31Agosto Numero di Ricezioni nella Settimana 60 50 40 30 20 10 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Settimane a partire dal 13 Luglio 2007 (fino al 13 Settembre 2007) Figura 3-7 Effetto Stagionale sulla Propagazione in E-sporadico Come pure sfavorevole è stata l’impossibilità pratica di sfruttare quei modi che si manifestano solo negli anni di massima attività solare (vedi Par. 1.3.1), e che comunque potrebbero essere sperimentati solo insieme a radioamatori di paesi oltre oceano, ove l’uso dei 70 MHz non è ancora permesso. 49 In tale situazione si è ritenuto opportuno, per ciascuno dei modi propagativi considerati, complementare la discussione di quanto effettivamente fatto in banda 70 MHz con delle considerazioni relative a quanto si potrà presumibilmente fare nel futuro estrapolando i dati raccolti, ormai da quasi due decenni, in banda 50 MHz. 3.3.3.2 Collegamenti in E-sporadico Singolo Salto Come si evince facilmente dalle Tabelle 3-4 e 3-5 e come peraltro prevedibile, la propagazione per riflessione su strato E-sporadico - singolo salto - è risultata essere quella più largamente sfruttabile in banda 70 MHz. Propagazione che, come già accennato al Par. 1.3.1, si manifesta molto più frequentemente nel periodo metà Maggio - fine Agosto di ogni anno (apparentemente in modo indipendente dal livello di attività solare), anche se, lungo l’anno, non sono infrequenti delle isolate aperture che hanno peraltro valenza raramente paragonabile a quelle delle aperture estive. Numerosissimi sono stati i collegamenti effettuati dei radioamatori italiani, alcuni dei quali con paesi nei quali la banda dei 70 MHz non è radioamatorialmente disponibile, operando quindi nella già citata modalità cross-band (vedi Par. 3.3.2). Passando a considerare le modalità con cui detto modo propagativo si caratterizza in banda 70 MHz, sembrerebbe potersi confermare ciò che si è da lungo tempo andato registrando in banda 50 MHz, e cioè che - dall’Italia - la propagazione in E-sporadico riguardi tutto il territorio europeo, presentandosi sotto forma di “canali” che servono aree abbastanza ben definite, ovvero Portogallo/Marocco, Spagna, Olanda/Inghilterra, Germania/Danimarca, Paesi Nordici/Galles, Ucraina/Romania, Bulgaria/Turchia/Grecia. Mentre in 50 MHz viene talvolta rilevata la coesistenza simultanea di più canali, tale effetto non è stato sinora osservato in 70 MHz, ma ciò potrebbe essere solo dovuto al fatto che i paesi in cui i radioamatori possono operare sono di gran lunga meno numerosi che in 50 MHz (oltre al limitato periodo in cui sono state effettuate le osservazioni). Altro evento non ancora riscontrato in banda 70 MHz sono le aperture in E-sporadico con aree relativamente vicine (500 km), che invece si verificano occasionalmente in banda 50 MHz e che talvolta permettono di collegare, da Roma, altre stazioni italiane (al di là di quanto si possa comunque fare sfruttando la propagazione Troposferica). Non si sa, né lo si è potuto verificare stanti le condizioni in cui si è svolta la sperimentazione, se tale effetto - che si presenta in 50 MHz quando lo strato E sia particolarmente basso ed il suo livello di ionizzazione risulti invece particolarmente elevato - riguardi o meno anche la banda dei 70 MHz. Di certo si sa che in 144 MHz non sono mai stati effettuati dei collegamenti in E-sporadico a distanza relativamente breve. Come già precedentemente accennato, è noto come la propagazione in E-sporadico diventi - di norma - meno frequente all’aumentare della frequenza, e tale comportamento è stato verificato in pratica quando, in corrispondenza ad aperture in banda 50 MHz, non si registravano corrispondenti aperture in banda 70 MHz. Peraltro sono stati chiaramente notati due effetti degni di menzione: • non vi è sempre stata precisa correlazione tra il livello di apertura in 50 MHz e quello in 70 MHz. In altre parole non sempre si è verificato che la banda dei 70 MHz si apriva - magari in modo modesto - solo quando era in atto una forte apertura in banda 50 MHz. Anzi, talvolta il livello di apertura risultava modesto in entrambi le bande; 50 • sulla base di informazioni ricevute da radioamatori stranieri che curavano abbastanza sistematicamente la ricezione del radiofaro bi-banda I0JX/B sia sui 50 MHz che sui 70 MHz, è risultato come si siano verificati casi nei quali il segnale in 70 MHz era ricevibile, mentre non lo era quello in 50 MHz. Si tratta chiaramente di situazioni di grande interesse, la cui insorgenza andrebbe però valutata su un periodo di osservazione molto più lungo. Ciò riconferma l’importanza dei radiofari, specialmente se operanti in entrambi le bande dei 50 MHz e 70 MHz dallo stesso sito geografico. Una delle caratteristiche, peraltro ben nota, della propagazione in E-sporadico è quella di risultare “puntinata”, intendendosi con questo termine il fatto che i collegamenti riguardano tipicamente delle coppie di aree geografiche di ridotta estensione (accade talvolta che una stazione ricevibile in una certa località non lo risulti invece in siti distanti solo qualche decina di km). A questa caratteristica si affianca quella della notevole dinamicità temporale del contesto, ovvero il fatto che le coppie di aree geografiche tra le quali sia possibile mettere in piedi il collegamento varino nel tempo, e talvolta anche rapidamente. Entrambi le caratteristiche si accentuano all’aumentare della frequenza. Il loro combinato disposto porta al fatto che i collegamenti in E-sporadico risultano soggetti ad affievolimenti (fading) di entità ragguardevole ed anche di rapida variabilità. Ciò premesso, paragonando quanto riscontrato nel breve periodo di attività in 70 MHz con le invece protratte esperienze conseguite in banda 50 MHz e 144 MHz, sembra potersi asserire come l’entità e la variabilità degli affievolimenti tipicamente riscontrati in 70 MHz sia inaspettatamente risultata essere molto più elevata che in 50 MHz, nonostante la non elevatissima differenza di frequenza. Ciò al punto da far assomigliare i 70 MHz, per questo aspetto, ai 144 MHz, banda nella quale la volatilità dei segnali in E-sporadico risulta notoriamente esasperata. La distanza massima raggiunta in 70 MHz con propagazione in E-sporadico è stata di 2.578 km (ricezione del radiofaro I0JX/B da radioamatore delle Isole Faroer). Tale distanza è molto vicina a quella massima raggiungibile con singolo salto. Data la complessità e la forte articolazione di questo modo propagativo, si ravvisa un forte beneficio dal poter continuare la sperimentazione nel corso dei prossimi anni. 3.3.3.3 Collegamenti in E-sporadico Salto Multiplo Come già precedentemente accennato non è stato finora possibile, nel corso della sperimentazione dei 70 MHz, effettuare collegamenti in E-sporadico a salto multiplo sia perché questo modo operativo è quasi solo presente nel periodo metà Giugno - metà Luglio e si era quindi già praticamente esaurito al momento di iniziare le attività (l’ultimo collegamento a salto multiplo in banda 50 MHz è stato effettuato da Roma nella prima decade di Luglio del 2007), sia per la mancanza di corrispondenti localizzati a grandi distanze ed in paesi in cui la banda è concessa ai radioamatori. Un’altra difficoltà è che i collegamenti in salto multiplo possono necessitare di EIRP elevate. Allo stato attuale non si sa fino a che punto detto modo propagativo sia effettivamente sfruttabile in banda 70 MHz. Gli unici collegamenti di cui si ha notizia sono quelli effettuati, ai primi di Luglio del 2007 nella modalità cross-band (trasmissione in 51 70 MHz e ricezione in 50 MHz), tra la stazione VE9AA (New Brunswick, Canada) e le stazioni EI2IP (Irlanda) e G7CNF (Inghilterra), per una distanza massima di circa 4.500 km corrispondenti a due salti. Si ha peraltro anche notizia di ascolti di stazioni europee da parte della stazione WB4SLM (Georgia, USA) nel Giugno 2007. Perché dall’Italia si possano effettuare collegamenti con il continente Nord-Atlantico occorrerebbero tre o quattro salti, e questa possibilità non è stata ancora dimostrata. Peraltro, se ai 70 MHz si dimostrasse estrapolabile quanto già fatto in banda 50 MHz con propagazione a salto multiplo, si potrebbero certamente trarre delle conclusioni entusiasmanti. Basti osservare la Tabella 3-6, la quale riporta solo alcuni dei numerosissimi collegamenti effettuati da Roma in banda 50 MHz nella modalità E-sporadico a salto multiplo. Lunghezza Collegamento 9.892 km 9.813 km 9.748 km 9.619 km 9.374 km 9.369 km 9.209 km 9.106 km 9.050 km 8.836 km Periodo Località Collegata Luglio 2003 Giugno 2007 Luglio 2003 Luglio 2006 Luglio 2003 Giugno 2006 Giugno 2006 Luglio 2003 Luglio 2003 Luglio 2003 California, USA Arizona, USA Nevada, USA Kumamoto, Giappone Oregon, USA Texas, USA Hokkaido, Giappone Washington, USA British Columbia. Canada Montana, USA Sigla Stazione Corrispondente W6QUV N7CW K5HK JA6SBW WX7R W5OZI JL8GFB K7AD VE7SL W7KNT Tabella 3-6 Alcuni Collegamenti Effettuati da Roma in Banda 50 MHz nella Modalità Propagativa E-sporadico a Salto Multiplo Si ritiene che il limite di 10.000 km non sia stato superato solo perché - a quella distanza - inizia l’Oceano Pacifico, sia dal lato USA che dal lato Giappone, e non vi sono quindi più radioamatori da collegare. Si ha peraltro notizia di - peraltro rarissimi collegamenti in E-sporadico a salto multiplo che hanno raggiunto gli oltre 13.000 km (ad es. Giappone-Mauritania). 3.3.3.4 Collegamenti in Meteor Scatter Come evidente dalle Tabelle 3-4 e 3-5, un discreto numero di collegamenti è stato effettuato con propagazione Meteor Scatter. A questo proposito va rilevato come un singolo collegamento in Meteor Scatter possa richiedere tempi notevoli (anche dell’ordine della decina di minuti) e ciò chiaramente non favorisce l’effettuazione di un gran numero di collegamenti. Il Meteor Scatter costituisce un modo propagativo importante per la banda dei 70 MHz, in quanto è quasi l’unico modo che permette collegamenti a lunga distanza durante i periodi non estivi (a parte, forse, gli anni in cui l’attività solare registra un picco). Chiaramente il ricorso al Meteor Scatter è cresciuto dopo la fine di Agosto quando la presenza dello strato E-sporadico è diventata sempre meno frequente. La modalità con cui è stato più comunemente sfruttato il Meteor Scatter è quella del JT6M (di cui si è già parlato al Par. 2.2.1), che è facilmente fruibile impiegando un 52 semplice PC (oltre ovviamente all’impianto radio). Si tratta in ogni caso di collegamenti essenziali (in termini quantità d’informazione scambiata) e che richiedono, come già detto, tempi piuttosto lunghi perché ciascuna delle due parti riesca ad avere conferma certa che l’altra parte abbia ricevuto l’informazione trasmessa. In occasione del passaggio degli sciami (Perseidi, 13 - 14 Agosto) sono stati anche stati possibili brevissimi collegamenti in fonia e telegrafia, quando i cosiddetti ping meteorici raggiungevano durate dell’ordine dei secondi. La sensazione che si è avuto a valle della breve esperienza conseguita durante la sperimentazione dei 70 MHz è che in quella banda la modalità Meteor Scatter sia meno efficace che in banda 50 MHz, e ciò sarebbe in tendenza con le osservazioni effetuate in banda 144 MHz. Ma chiaramente ogni conclusione affidabile al riguardo richiederebbe tempi di sperimentazione molto più lunghi. C’è poi anche da rilevare come l’EIRP utilizzato in banda 70 MHz (< 25 W) sia molto inferiore a quello tipicamente impiegato in banda 50 MHz ove non esiste una limitazione in termini di EIRP (a fronte di una potenza massima ammessa di 500 W, non vi è infatti limite al guadagno d’antenna), e ciò fa chiaramente grossa differenza. La distanza massima raggiunta in 70 MHz nel modo Meteor Scatter è stata, per quanto noto di 1.952 km (Abruzzo - Norvegia), e quindi similare a quella superabile in banda 50 MHz o 144 MHz. Si possono concludere queste brevi note osservando come il Meteor Scatter sia una modalità che abbia più un interesse speculativo che pratico, a causa dell’esiguità dell’informazione scambiabile e dei tempi relativamente lunghi necessari per completare il collegamento. Inoltre, essendo l’efficacia di questo modo legata ad eventi difficilmente imbrigliabili in modelli che portino a qualche livello di prevedibilità dei fenomeni, si potrebbe forse concludere come il Meteor Scatter sia un modo che, dal punto di vista propriamente sperimentale, non presenti grandissimi livelli di attrattività. 3.3.3.5 Collegamenti Troposferici Nel corso del breve periodo sperimentale non è stato possibile raccogliere dati molto significativi sul comportamento del modo propagativo Troposferico in banda 70 MHz, principalmente perché la sperimentazione di questo modo avrebbe richiesto la partecipazione di numerose stazioni equipaggiate con antenne ad elevato guadagno ed anche preferibilmente localizzate in postazioni elevate. Inoltre le attività di sperimentazione dei 70 MHz sono iniziate quando una buona parte del periodo in cui maggiormente si manifesta la propagazione Troposferica era ormai trascorso. La distanza massima raggiunta in 70 MHz con propagazione Troposferica è stata, per quanto noto di 986 km (Abruzzo - Grecia). Tale valore non è elevatissimo ma, lo si ritiene, solo per la mancanza di stazioni adeguatamente equipaggiate e posizionate alle opportune distanze. In conclusione, da quanto si è potuto desumere nel corso del breve periodo di sperimentazione, la banda dei 70 MHz sembrerebbe rivelarsi non efficacissima, al pari di quella dei 50 MHz, nei riguardi della propagazione Troposferica. E’ peraltro noto come tale tipo di propagazione interessi principalmente le frequenze più elevate, e non possa quindi essere comunque considerata come uno dei modi sui quali puntare per i 70 MHz. 53 3.3.3.6 Collegamenti in F2 Similmente a quanto avvenuto per il modo E-sporadico a salto multiplo (vedi Par. 3.3.3.3), non è stato possibile effettuare collegamenti per riflessione sullo strato Ionosferico F2, non solo per la già rimarcata mancanza di corrispondenti posizionati a grande distanza, ma anche perché l’anno 2007 cade nelle vicinanze del minimo dell’attività solare, quando la MUF (Massima Frequenza Utilizzabile) spesso non va oltre i 18 - 20 MHz. Sarebbe veramente interessante riuscire a stabilire fino a che punto la propagazione in F2 possa essere sfruttata in banda 70 MHz, ma tale verifica sarà solo presumibilmente possibile verso la fine del decennio quando l’attività solare assumerà nuovamente valori elevati. Per dare un’idea di quali collegamenti si potrebbe sperare di effettuare in banda 70 MHz con propagazione F2 - e di quali distanze coprire -, è stata riportata in Tabella 3-7 una piccola parte dei collegamenti effettuati da Roma in banda 50 MHz per riflessione su strato ionosferico F2, dalla quale si evince come il picco dell’attività solare si sia registrato intorno al’anno 2001. Lunghezza Collegamento 30.300 km Periodo Località Collegata Ottobre 2000 16.934 km 14.540 km 13.245 km 12.872 km 12.208 km 12.356 km 10.977 km 10.769 km 9.951 km 9.855 km Aprile 2001 Aprile 2001 Aprile 2000 Ottobre 2000 Marzo 2002 Aprile 2000 Aprile 2003 Ottobre 2000 Dicembre 2001 Ottobre 2001 Oita, Giappone via lunga (ovvero via Sud America) American Samoa Isola di Pasqua, Cile Punta Arenas, Cile Hawaii Isola San Felix, Cile Isole Falkland Isola di Natale, Australia Sabah, Borneo Arizona, USA Okinawa, Giappone Sigla Stazione Corrispondente JH6NKZ KH8/N5OLS CE0Y/W7XU CE8SFG WH6O XR0X VP8DBL VK9XI 9M6BAA K7JE JR6HI Tabella 3-7 Alcuni Collegamenti Effettuati da Roma in Banda 50 MHz tramite Riflessione su Strato Ionosferico F2 3.3.3.7 Collegamenti in Transequatoriale Quanto detto al Par. 3.3.3.6 nei riguardi del fatto che, nei periodi di minimo dell’attività solare come l’anno 2007, non siano effettuabili collegamenti in modalità F2 vale anche per la propagazione Transequatoriale che, per quanto noto, è una modificazione di quella in F2. Per contro la propagazione Transequatoriale sarebbe ben verificabile in banda 70 MHz dato che l’uso di questa banda è concesso ai radioamatori del Sud Africa e Namibia (ma presumibilmente anche a quelli della Botswana, Lesotho e Swaziland). Come precedentemente accennato, sono già stati effettuati dei peraltro rarissimi collegamenti in propagazione Transequatoriale nella banda dei 144 MHz, e ciò, insieme al 54 fatto che detta propagazione si presenta invece stabile e “violenta” in banda 50 MHz per un lungo periodo centrato sul picco dell’attività solare, lascia ben sperare per i 70 MHz. In 50 MHz sono stati effettuati un grandissimo numero di collegamenti tra Italia ed Africa, di cui quelli mostrati in Tabella 3-8 non rappresentano che un minimale esempio Data 29/08/98 07/11/99 03/03/00 12/04/01 16/03/02 24/04/03 05/04/04 Località Collegata Transvaal, Sud Africa Natal, Sud Africa Orange, Sud Africa Città del Capo, Sud Africa Lesotho Namibia Angola Lunghezza Collegamento 7.682 km 8.161 km 8.076 km 8.409 km 8.076 km 6.606 km 5.606 km Sigla Stazione Corrispondente ZS6EZ ZS5LC ZS4TX ZR1AEE 7P8Z V51/ZS6JON D2PFN Tabella 3-8 Alcuni Collegamenti Effettuati da Roma in Banda 50 MHz tramite Propagazione Transequatoriale Al momento buono si tratterà di verificare quanto rimanga in 70 MHz delle ampie possibilità che la propagazione Transequatoriale offre in banda 50 MHz. Come evidente dalla Tabella 3-8, detta propagazione si estende su un periodo di circa sette anni centrati intorno a quello di picco (2001). 3.3.4 Il Contesto Interferenziale Tra i risultati della sperimentazione vi sono chiaramente anche le interferenze riscontrate, sia quelle che potrebbero essere state concepibilmente causate dai radioamatori nei confronti dei titolari istituzionali della banda, che quelle subite dai radioamatori stessi. Per quanto riguarda le prime non vi è molto da dire in quanto non è giunta notizia di alcuna interferenza causata dalla sperimentazione radioamatoriale. Nè risulta che i radioamatori abbiano mai ascoltato in banda 70 MHz segnali che siano riferibili ad impieghi di tipo non radioamatoriale, il che lascia sospettare come la banda, sebbene allocata ad altri servizi, sia - di fatto - per questi scarsamente utilizzata. Per quanto riguarda invece le interferenze subite dai radioamatori, la banda dei 70 MHz si differenzia molto da quella dei 50 MHz, la quale è caratterizzata, specie in estate, dalla frequente presenza dei cosiddetti “ronzoni”, ovvero di portanti vibranti regolarmente spaziate (tipicamente circa 15 kHz), che altro non sono che le righe dello spettro dei segnali televisivi. Esistono ancora infatti emittenti TV che trasmettono su bande che si sovrappongono alla quella radioamatoriale (50 MHz - 51 MHz), quali il Canale A del Sistema B (45.75-51.75 MHz), il Canale 1 del Sistema C (49.75-56.25 MHz) e del Sistema G (45.25-50.75 MHz), ed il Canale 2 Sistema E (48.25-53.75 MHz) e del Sistema F (49.25-55.75). I ronzoni, che provengono principalmente dai paesi dell’Est Europa e dalla Spagna, si presentano ovviamente solo quando si manifestino delle aperture i propagazione con quei paesi. Al di là del fastidio da loro creato, i ronzoni possono comunque servire come indicatori di propagazione, anche se l’impossibilità pratica di identificazione delle emittenti, e quindi della loro localizzazione, ne riduce molto l’utilità. 55 Nella banda radioamatoriale dei 70 MHz si registrano invece solo interferenze causate dalle stazioni di radiodiffusione FM che attualmente operano dai 65,90 MHz ai 73,28 MHz. Si tratta di stazioni principalmente dell’Europa dell’Est che trasmettono sulla cosiddetta “banda OIRT”. Si rammenta come l’OIRT (International Radio and Television Organisation) - OIR prima del 1960 e più spesso chiamata Intervision - fu istituita nel 1946 e successivamente incorporata, nel 1993, nell’EBU (European Broadcasting Union). I suoi membri erano Bulgaria, Cecoslovacchia, Germania dell’Est, Finlandia, Ungheria, Polonia, Romania, e USSR. Sebbene l’uso della banda sia in declino a causa della migrazione delle stazioni verso la banda 88 MHz - 104 MHz, che è universalmente impiegata per la radiodiffusione FM, vi sono ancora numerose stazioni attive in banda OIRT. I maggiori problemi ai radioamatori operanti in 70 MHz sono causati dalle emittenti riportate in Tabella 3-9 (verificate essere a tutt’oggi attive). Denominazione FM99 RR 2 Cultural Radio Mogilev Klassikaradio BR 2 Radio Pukas Serebryanyj Dozhd Mayak + Golos Rossii Radio Rossii Culture Channel Radio Centras Paese Lituania Romania Belarus Estonia Belarus Lituania Russia Belarus Russia Belarus Lituania Frequenza 70,040 MHz 70,040 MHz 70,100 MHz 70,130 MHz 70,130 MHz 70,220 MHz 70,250 MHz 70,280 MHz 70,310 MHz 70,400 MHz 70,400 MHz Tabella 3-9 Stazioni di Radiodiffusione OIRT che Emettono nel Segmento Radioamatoriale dei 70 MHz Anche in questo caso le interferenze si manifestano solo in coincidenza di aperture di propagazione verso l’Europa dell’Est. In realtà, poichè nessun paese di quell’area ha concesso l’impiego dei 70 MHz ai radioamatori, e poichè la propagazione per riflessione su strato E-sporadico (vedi Par. 3.3.3.2) si è dimostrata essere molto selettiva in 70 MHz, i segnali provenienti da parte di stazioni OIRT, quando presenti, non sono stati quasi mai causa di grossi fastidi. Anzi la loro presenza si è talvolta dimostrata utile, segnalando l’essere in atto condizioni di propagazione con l’Europa dell’Est, informazione premonitrice di possibili aperture con i paesi ove operino dei radioamatori in 70 MHz (la propagazione spesso “gira”). -o- 56 3.4 Le Prospettive Future Scorrendo mentalmente quali siano state le tendenze del mondo radioamatoriale a partire dal dopoguerra quando l’attività diventò legale, si può sinteticamente affermare come, giunti all’epoca odierna nella quale non esistono praticamente più limitazioni di tipo tecnologico alla libertà di espressione del radioamatore, le bande di frequenza per le quali si va riscontrando la maggior crescita di interesse sono quelle in VHF bassa. Infatti: • • le frequenze ancora più basse (ovvero le onde corte, 1,8 MHz - 30 MHz) soffrono da una parte delle difficoltà legate all’installazione di antenne di dimensioni necessariamente ragguardevoli (e ciò sia per motivi estetici, che per i pretesi timori di danni alla salute che la popolazione ritiene possibili), e dall’altra del diminuito interesse che consegue alla relativa facilità con cui è oggi possibile effettuare collegamenti una volta ritenuti ardui (e ciò grazie all’ampia disponibilità di apparati radio sempre più performanti ed agili da operare). Come anche per il fatto che nell’era dei telefonini, dei satelliti e dell’Internet il fascino del collegamento a lunghissima distanza non è evidentemente più quello di una volta; le frequenze più elevate (dai 432 MHz in su, ma anche in parte i 144 MHz), sono impiegate principalmente per gare (contests) e per scopi relazionali-colloquiali, anche mediante l’uso di ponti ripetitori (reti APRS, ATV, Packet, interconnessione ai servizi chat-like di Internet), peraltro molto utili quando si tratti di fornire supporto alla Protezione Civile. La componente tecnico-sperimentale di detti utilizzi, al di là dello sfruttamento dei limitati fenomeni di propagazione che si verificano principalmente nei mesi estivi, rimane legata alle prove in campo delle realizzazioni elettroniche effettuate dai radioamatori più tecnicamente dotati. Le bande in VHF bassa vanno sempre più generalmente ricevendo attenzione da parte dei radioamatori, sia per le difficoltà che esse comportano quando si tratti di effettuare collegamenti a lunghissima distanza - e che implicano quindi un forte impegno ed un’ottimale predisposizione degli impianti rice-trasmittenti -, che per il concorrere di numerosi modi propagativi che stimolano l’interesse e la fantasia dello sperimentatore. Grande è stato infatti il successo della banda dei 50 MHz che, concessa nei vari paesi europei principalmente lungo il decennio 1990-2000, è oggi una delle bande maggiormente utilizzate (chiaramente nei periodi in cui la propagazione lo permette) ed a cui i nuovi radioamatori principalmente si rivolgono. Ne è testimone il fatto di come attualmente non vengano quasi più prodotti apparati per onde corte che non offrano anche la possibilità di operare in 50 MHz. Parte del successo è ascrivibile alla ridotta dimensione (e costo) degli impianti d’antenna, come pure al fatto che la banda è maggiormente vitale nel periodo estivo quando si ha mediamente più disponibilità di tempo libero. Dopo che in 50 MHz è stato dimostrato esser possibile quello che una volta sarebbe stato giudicato inconcepibile (vedi Tabelle 3-6, 3-7 e 3-8), la sfida dei 70 MHz diventa quella di spingere ancora oltre la soglia dell’impossibile. Non va dimenticato il già citato fatto che per i 70 MHz, a differenza di praticamente tutte le altre bande radioamatoriali, esistono pochissimi prodotti commerciali (vedi Par. 2.2.2 e 2.2.3). Ciò lascia prevedere per il futuro - se l’assegnazione della banda verrà prorogata in Italia e concessa anche in altri paesi - un grosso impulso verso l’autocostruzione e/o la modifica di apparati e di antenne, risvegliando così quella che era la missione originaria del radioamatore. E’ peraltro prevedibile che i costruttori reagiranno 57 prontamente al nuovo stato di cose, mettendo sul mercato apparati che supportino anche la banda dei 70 MHz. Passando a considerare i vari modi di propagazione, sulla base di quanto esposto al Par. 1.3.2, e sempre nell’assunzione che la sperimentazione radioamatoriale in banda 70 MHz possa continuare anche nei prossimi anni, si può asserire che l’aspettativa maggiore è certamente quella di poter effettuare collegamenti per riflessione sullo strato Ionosferico F2, cosa che potrebbe verificarsi nel periodo 2011-2013. Una condizione particolarmente rilevante a tal fine è la disponibilità di stazioni corrispondenti posizionate a grande distanza e che siano autorizzate a trasmettere - e non solo a ricevere - in banda 70 MHz. Ciò al fine di facilitare la messa in piedi di collegamenti, che andrebbero altrimenti più faticosamente realizzati nella modalità cross-band (cioè trasmettendo in banda 70 MHz e ricevendo in banda 50 MHz). A questo proposito va rilevato come negli Stati Uniti stia crescendo coscienza dell’interesse radioamatoriale per i 70 MHz, interesse che ha portato varie stazioni Nordamericane (quali K1TOL, VE9AA e W3EP) ad attrezzarsi per ricevere in banda 70 MHz ed essere così in grado di effettuare collegamenti nel modo cross-band, anche se, in questi anni di bassa attività solare, solo con propagazione E-sporadico a salto multiplo Non va a tal fine dimenticato come l’organo di controllo americano (FCC) abbia già decretato che negli Stati Uniti la TV analogica terminerà il 17 Febbraio 2009, con il passaggio alla TV digitale. Questo fatto comporterà lo spostamento delle trasmissioni TV verso i canali VHF più alti (dal 7 al 13, 174 MHz - 216 MHz) e UHF (dal 14 al 51), liberando così i canali in VHF bassa, tra cui il canale 4 che, nel loro sistema A (vedi Tabella 3-1), si sovrappone alla banda radioamatoriale dei 70 MHz. Questo è il motivo principale che ostacola oggi l’assegnazione di detta banda ai radioamatori americani. Anche in Canada si vanno riscontrando delle iniziative intese a prevedere la possibilità che i radioamatori utilizzino la banda dei 70 MHz, anche se con qualche limitazione di tipo territoriale (come è peraltro avvenuto anche in Italia). In sintesi, vi sono delle discrete prospettive che la banda dei 70 MHz possa essere concessa negli Stati Uniti ed in Canada in tempo utile per sperimentare, nel prossimo ciclo solare, la propagazione nel modo F2. Per quanto riguarda la propagazione Transequatoriale, anche per questa si registra notevole aspettativa ed interesse. Infatti, se da una parte sembra esservi un’ancor maggiore certezza - rispetto alla propagazione in F2 - che detto modo propagativo sia effettivamente sfruttabile in banda 70 MHz dall’Italia, dall’altra questo sarà presumibilmente utilizzabile per un periodo più lungo (orientativamente tra il 2009 ed il 2015) e quindi a più breve termine. Tra i fatti che focalizzano l’interesse verso detto modo propagativo è l’esistenza di corrispondenti (in Sud Africa, Namibia, ecc.) già oggi abilitati ad operare in 70 MHz e posizionati in maniera ottimale dal punto di vista geografico. Infatti, come già precedentemente detto (vedi Par. 1.3.1), tale tipo di propagazione si manifesta tra aree geografiche ben definite (“bolle”) dell’emisfero Nord e di quello Sud, che comprendono da una parte i prima menzionati stati africani e dall’altra Italia, Grecia Cipro ed altri paesi del Mediterraneo del Sud. 58 E’ importante rilevare come, fino ad oggi, i paesi che potevano operare radioamatorialmente in banda 70 MHz (principalmente il Regno Unito e Danimarca) si trovino a latitudini troppo elevate per poter ben sfruttare la propagazione Transequatoriale, e pertanto la disponibilità in Italia della banda diventa determinante a questo fine. Si dovrà chiaramente procedere a sensibilizzare il radioamatori del Sud Africa e della Namibia su questa nuova opportunità, poiché risulterebbe come, in quelle nazioni, la banda dei 70 MHz - nonostante disponibile - venga di fatto poco utilizzata a causa dell’impossibilità pratica di effettuare collegamenti a lunga distanza per mancanza di corrispondenti. In attesa delle propagazioni F2 e Transequatoriale di cui si è appena parlato, nei prossimi anni si desidererebbe tentare di effettuare collegamenti a lunga distanza mediante propagazione per riflessione su strato E-sporadico con salto multiplo, il quale si presenta tipicamente nel periodo 20 Giugno - 10 Luglio di ogni anno (vedi Par. 1.3.1), ed indipendentemente dal livello di attività solare. Alle già citate difficoltà di trovare dei corrispondenti a lunga distanza abilitati ad operare in 70 MHz (vedi quanto già detto per la propagazione nel modo F2) - per cui sarà necessario, almeno nei primi anni, far ricorso alla modalità cross-band - si aggiunge il fatto che questo modo di propagazione può talvolta richiedere delle EIRP più elevate di quelle oggi autorizzate. A chiusura di questo excursus si citano, anche se solo per dovere di completezza, gli altri modi propagativi che si manifestano in banda 70 MHz ovvero la propagazione Troposferica e quella in Meteor Scatter. Dette modalità - la cui valenza è notoriamente indipendente dal livello di attività solare - se da una parte sarebbero certamente sfruttabili per effettuare collegamenti a medio-lunga distanza nei prossimi anni, dall’altra eserciteranno prevedibilmente un limitato richiamo per chi sia in cerca di emozioni. Fattore comune a tutto quanto sopra detto è che, perché la dovizia di modi propagativi che interessano la banda dei 70 MHz possa essere adeguatamente sfruttata e caratterizzata, andrà preventivamente messo in piedi, nel tempo, un nucleo sufficientemente numeroso di radioamatori italiani adeguatamente attrezzati - specie per quanto riguarda le antenne - e animati da un forte interesse sperimentale. Non si tratta certamente di cosa improvvisabile in tempi brevi e che andrà quindi costruita e favorita con vari mezzi, primo fra tutti l’estensione del periodo sperimentativo ai prossimi anni. E’ infatti evidente come il radioamatore sarà più facilmente portato ad impegnarsi e fare investimenti quando abbia la garanzia di poter continuare ad impiegare utilmente nel tempo le proprie attrezzature. -o- 59 4 CONCLUSIONI Nell’attuale periodo di sperimentazione della banda dei 70 MHz si registra una significativa attività da parte di numerosi radioamatori italiani (Par. 3.2.1) i quali si impegnano con dedizione (Par. 2.2) ad effettuare collegamenti ed ascolti a grande distanza. Un importante e complementare ruolo è peraltro giocato dal radiofaro bi-banda 50-70 MHz I0JX/B messo appositamente in piedi per la campagna sperimentale (Par. 3.2.2). I risultati sinora ottenuti (Par. 3.3.2) confermano come la banda rivesta un notevole interesse grazie ai numerosi modi propagativi che in essa si manifestano. Anche se il periodo in cui è stato possibile sfruttare il modo “E-sporadico” (quello più importante in questi anni di bassa attività solare) non è stato di lunghissima durata, è comunque stato possibile ottenerne una buona caratterizzazione. In momenti in cui si riscontra grosso fervore - a livello europeo e non solo - per l’utilizzo radioamatoriale dei 70 MHz, la sperimentazione concessa in un paese importante quale l’Italia ha avuto ampia risonanza sui bollettini radioamatoriali, riscuotendo ovunque interesse ed apprezzamento. L’esempio italiano agirà certamente da catalizzatore nei riguardi di quei paesi che non abbiano ancora previsto usi radioamatoriali dei 70 MHz, portando anch’essi ad autorizzare delle sperimentazioni o addirittura a concedere l’impiego della banda in maniera stabile. Non è infatti un caso che, successivamente all’autorizzazione italiana, si sia riscontrata anche in Germania dell’attività radioamatoriale in banda 70 MHz. La decisione di redigere il presente Rapporto in anticipo rispetto alla scadenza dell’autorizzazione (31/12/2007) è conseguente al fatto che, in anni di bassa attività solare quale il 2007, i meccanismi propagativi che governano la banda dei 70 MHz non avrebbero comunque dato luogo - nei rimanenti mesi dell’anno - a nuovi eventi di importanza tale da arricchire significativamente la valenza delle sperimentazioni già condotte. Si è peraltro desiderato dare visibilità dell’attività svolta in tempo utile perchè il Ministero delle Comunicazioni, appreso quanto già fatto e quanto rimarrebbe da fare, possa eventualmente decidere di estendere il termine della vigente autorizzazione. In tale ottica si segnalano le buone prospettive future dei 70 MHz (Par. 3.4), grazie alla crescente attività solare che - già dal 2008 / 2009 - consentirà lo sfruttamento di interessanti nuovi modi propagativi, ed al prevedibile incremento dei paesi nei quali la banda è utilizzabile dai radioamatori. Importante poi il fatto che le attività radioamatoriali non hanno causato interferenze ai servizi istituzionalmente titolari della banda. Nella consapevolezza che la presenza dei radioamatori italiani in banda 70 MHz sarebbe determinante perché questa possa avere un significativo sviluppo in Europa ed in altri continenti, l’estensione temporale dell’autorizzazione porterebbe con sè anche un implicito e generale messaggio di incoraggiamento all’utilizzo radioamatoriale della banda. E’ quindi con fiducia che ci si rivolge al Ministero delle Comunicazioni, nelle persone dell’Ing. F. Troisi e del Dr. Cascio, rinnovando loro il sentito ringraziamento di tutti i radioamatori, che va peraltro esteso ai Responsabili del Ministero della Difesa per il segnale di considerazione e di stima insito nel rilascio di una concessione notoriamente soggetta a molteplici e significativi vincoli. Allegato 1 - Parere Ministeriale Allegato 2 - Richiesta della Sperimentazione Radioamatoriale in Banda 70 MHz Al Ministero delle Comunicazioni Direzione Generale per i Servizi di Comunicazione Elettronica e di Diffusione viale America, 201 00144 Roma Oggetto: Richiesta Autorizzazione Straordinaria Uso Banda 70 MHz Roma 12 Marzo 2007 Spett. Direzione, il sottoscritto Luca Ferrara coordina l’organizzazione di una campagna sperimentale di telecomunicazioni radioamatoriali sulla banda di frequenza dei 70 MHz che si desidererebbe portare avanti sotto il coordinamento tecnico del Prof. Piero Tognolatti, Ordinario del Raggruppamento Campi Elettromagnetici e Direttore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione dell’Università dell’Aquila. Si ricorda come il Prof. Tognolatti abbia già in passato posto in essere iniziative intese ad effettuare sperimentazioni particolarmente significative dal punto di vista tecnico / scientifico, anche con il coinvolgimento diretto degli studenti, impiegando soluzioni ed apparati all’avanguardia del mondo radioamatoriale. Detta campagna potrà peraltro avere solamente luogo ove il Ministero in indirizzo rilasci un’autorizzazione straordinaria relativamente alla banda dei 70 MHz, il cui uso non è attualmente concesso ai radioamatori italiani. A tal proposito il sottoscritto segnala come la stessa banda risulti invece già assegnata al servizio di radioamatore in diverse nazioni, tra le quali Inghilterra, Danimarca, Grecia, Portogallo, Irlanda, Croazia, Sud Africa, Slovenia, Lussemburgo, Monaco, Somalia, Groenlandia, Gibilterra. Al fine di facilitare, quanto più possibile, la concessione dell’autorizzazione richiesta, si è programmato di limitare la campagna sperimentale: • • • al solo periodo 1 Maggio - 31 Luglio 2007 ad un numero limitato di radioamatori, particolarmente qualificati e che operino dalla stessa area geografica (Roma) ad un intervallo di frequenze di soli 150 kHz, precisamente da 70,100 MHz a 70,250 MHz I radioamatori che intenderebbero partecipare alla campagna sperimentale sono: • • • • • • Stefano Badessi, operante da Roma via A. Omodeo 51, numero telefonico 06-xxxxxx, titolare di patente di operatore di stazione di radioamatore n. 2558/RM ed autorizzazione generale con nominativo I0WTD; Claudio Colagrande, operante da Roma in via della Pisana 419, numero telefonico 06xxxxxx, titolare di patente di operatore di stazione di radioamatore n. 9728/RM ed autorizzazione generale con nominativo IW0HIV; Luca Ferrara, operante da Roma via Guattani 2/a, numero telefonico 06- xxxxxx, titolare di patente di operatore di stazione di radioamatore nr. 6254/RM ed autorizzazione generale con nominativo IK0YYY; Sergio Roca, operante da Roma Piazza Regina Margherita 19, numero telefonico 06xxxxxx, titolare di patente di operatore di stazione di radioamatore n. 4387/RM ed autorizzazione generale con nominativo IK0FTA; Piero Tognolatti, operante da Roma via Mar della Cina 248, numero telefonico 06xxxxxx, titolare di patente di operatore di stazione di radioamatore n. 313/RM ed autorizzazione generale con nominativo I0KPT; Antonio Vernucci, operante da Roma via G. C. Abba 8, numero telefonico 06- xxxxxx, titolare di patente di operatore di stazione di radioamatore n. 56/RM ed autorizzazione generale con nominativo I0JX. Qualora nulla osti ad estendere la sperimentazione anche alla regione Lombardia, il sottoscritto segnala come sussista interesse anche da parte di: • Angelo D'Anna, operante da Casnate con Bernate (CO) via Ortigara n. 19, numero telefonico 031- xxxxxx, titolare di patente di operatore di stazione di radioamatore n. 576/MI ed autorizzazione generale con nominativo I2ADN. Il sottoscritto inoltre precisa come: • la sperimentazione verrebbe effettuata nel pieno rispetto delle vigenti normative per il servizio di radioamatore; • verrebbe utilizzata la minore potenza possibile per effettuare i collegamenti; • i partecipanti alla sperimentazione si impegnerebbero a interrompere immediatamente le trasmissioni, dietro semplice comunicazione ai numeri telefonici sopra indicati, nel peraltro improbabile caso si verificassero delle interferenze; La campagna sperimentale proposta viene circostanziata nell’allegata Scheda Tecnica. Tutto ciò premesso, il sottoscritto inoltra con la presente formale richiesta, in nome e per conto delle persone sopra elencate, affinché venga loro concessa un’autorizzazione straordinaria per l’uso radioamatoriale della banda dei 70 MHz, nei termini e con i limiti sopra esposti. Il sottoscritto, confidente che il Ministero in indirizzo vorrà favorevolmente considerare e quindi accogliere in tempo utile la presente richiesta, segnala l’indirizzo a cui potrà essere inviata ogni comunicazione al riguardo: Luca Ferrara, via Salaria 89, 00198 Roma. Distinti saluti
Documenti analoghi
ERAMAGAZINE_Nr_03-2015
entrambe queste due diverse onde è leggermente differente e se quindi vogliamo fare previsioni per la
possibilità di usare i 5 Mhz in comunicazioni NVIS ,
abbiamo bisogno di leggere i dati foF2 ( o...