i viaggi del tondo doni - MCM
Transcript
i viaggi del tondo doni - MCM
le Cose I VIAGGI DEL TONDO DONI La Sacra Famiglia con san Giovannino, splendida pittura di Michelangelo, nota anche come Tondo Doni, ha forse trovato definitiva collocazione dopo i tanti spostamenti subiti. una delle icone degli Uffizi. La Sacra Famiglia dipinta da Michelangelo Buonarroti - nota anche come Tondo Doni (per via della forma e della famiglia che gliela commissionò) è l’unica pittura certa del genio toscano. Da alcuni mesi si trova su una delle pareti della Sala 35 del museo fiorentino, insieme alle opere di artisti pressoché coevi a Michelangelo, tra cui Granacci, Berruguete, Andrea Del Sarto, Mariotto Albertinelli, Frà Bartolomeo, il Franciabigio, oltre alla imponente scultura in marmo raffigurante Arianna addormentata. Il Tondo Doni però non è sempre stato in questa sala, anzi da quando è entrato alla Galleria degli Uffizi, probabilmente all’inizio del XVII secolo, il capolavoro ha cambiato diverse volte collocazione. Vediamo di ricostruire le principali date degli spostamenti del dipinto e di capire esattamente dove, di volta in volta, venne collocato. Michelangelo dipinse il Tondo per il mercante Agnolo Doni in relazione al suo matrimonio con Maddalena Strozzi (1504) o alla nascita dei figli, tra i quali una bambina, Maria (1507). L’opera fu completata sicuramente entro il 1508, anno in cui Michelangelo lasciò Firenze alla volta di Roma ed entrò a far parte della collezione di Agnolo Doni. Alla morte di questi, nel 1539, divenne proprietà del figlio, Giovan Battista Doni, rimanendo nel patrimonio di famiglia fino al 1594, quando entrò a far parte delle collezioni medicee. All’inizio il dipinto si trovava negli appartamenti granducali di Palazzo Pitti (Ferdinando I de’ Medici volle “in ca- E’ Marco Ferri mera” la Sacra Famiglia per poterla ammirare da vicino e a suo agio) e poi alla Galleria degli Uffizi (che era stata creata da suo fratello Francesco I, a cui era succeduto nel 1587). L’amore di Ferdinando I per l’arte era cosa nota e proprio a questo aspetto si lega un fatto curioso che avvenne all’inizio del XVII secolo. Con grande lungimiranza e genialità, il Granduca si rese protagonista della Deliberazione del 24 ottobre 1602 per impedire la dispersione e l’allontanamento da Firenze delle opere dei 18 maggiori maestri, fra cui al primo posto figurava proprio Michelangelo. Questo episodio la dice lunga sulla sensibilità dei Medici per il patrimonio storico artistico che già nel Michelangelo Buonarroti, Tondo Doni, Firenze, Galleria degli Uffizi, Sala 35. Nella pagina accanto: la Sala 35, detta di “Michelangelo”. 40 1602, secondo Ferdinando I, andava difeso e che nel 1665, grazie al cardinal Leopoldo, andava incrementato con l’avvio della collezione degli Autoritratti, e che ancora nel 1737 andava reso inamovibile da Firenze, cosa che avvenne attraverso il Patto di Famiglia stipulato dall’Elettrice Palatina con i Lorena. Fu comunque nella prima metà del XVII secolo che iniziarono i “viaggi” del Tondo Doni all’interno della Galleria degli Uffizi. Da un inventario del 1635 (regnante Ferdinando II de’ Medici) il dipinto risulta collocato nella Tribuna degli Uffizi: esattamente sopra la porta di ingresso dal corridoio. Tra il 1677 e il 1681 (regnante Cosimo III de’ Medici) l’opera venne spostata sulla parete opposta all’ingresso della Tribuna, sopra allo “Studiolo”, oggi perduto. Questa collocazione rimase sostanzialmente la stessa fino alla ristrutturazione leopoldina della Tribuna nel 1780. Il Settecento è stato sicuramente il periodo di minore attenzione verso l’opera, criticata perché lontana dal gusto che prediligeva Tiziano, Correggio e Raffaello. Anche per questo tra il 1758 e il 1783 la tavola risulta addirittura coperta, e non appare nella celebre veduta della Tribuna dello Zoffany, realizzata tra il 1772 e il 1774. Nel 1780 la Galleria degli Uffizi fu interessata da profonde modifiche architettoniche che coinvolsero anche la Tribuna: così il Tondo Doni fu rimosso e l’8 novembre 1780 all’opera fu perfino sostituita la cornice originale con una più “moderna”, quadrata e intagliata a cartigli e tralci vegetali. La nuova collocazione dell’opera, probabilmente sin dal 1782 quando la vide Luigi Lanzi, è documentata in alcune incisioni eseguite tra il 1820 e il 1840, risulta nel registro inferiore della parete di destra di fronte all’ingresso. Passò un altro mezzo secolo e il dipinto subì altre trasformazioni: tra il 1890 e il 1903 (periodo durante il quale la Galleria degli Uffizi fu diretta da Enrico Ridolfi) al Tondo Doni fu restituita l’originale cornice e venne collocato sulla parete opposta all’ingresso, dietro la Venere Medici. Di lì a poco il Tondo Doni lasciò la Tribuna, dopo quasi tre secoli di permanenza, e nel 1907 risulta collocato nella scomparsa “Stanza di Michelangelo”, corrispondente alla prima metà dell’attuale Sala del Gotico Internazionale, dove è documentato almeno fino al 1914. Nel 1920 il Tondo Doni cambiò nuovamente sede perché lo si trova sistemato nella Sala XIII, denominata “di Raffaello e Michelangelo”, corrispondente all’attuale Sala 20 dedicata a Dürer e agli artisti tedeschi. A causa della seconda guerra mondiale, il Tondo Doni lasciò gli Uffizi il 19 giugno 1940 per essere ricoverato nel rifugio bellico della Villa medicea di Poggio a Caiano; qui rimase fino al 23 ottobre 1940 quando fu nuovamente trasferito, ma al castello di Poppi, in Casentino, sempre per motivi di protezione dagli eventi bellici. Rientrò nel Deposito degli Uffizi il 10 giugno 1945, per trovare di nuovo collocazione in Galleria dal 24 giugno 1948, sempre nella Sala XIII. La ristrutturazione operata nel dopoguerra da Roberto Salvini (che si avvalse di una commissione di illustri architetti formata da Michelucci, Gardella e Scarpa, coadiuvati da Morozzi) e documentata nella sua guida della Galleria del 1952, coinvolse anche il dipinto di Michelangelo, che venne spostato alla Sala 25; in questo caso si trattò di un cambio non solo di stanza, ma anche di corridoio (da levante a ponente). Infine l’ultimo spostamento: nella notte tra il 27 e il 28 gennaio 2013, a museo chiuso - è avvenuta la nuova traslazione dell’opera, dalla Sala 25 alla Sala 35, detta “di Michelangelo”, un’operazione durata, nel complesso, non più di un’ora, grazie all’esperienza dei tecnici della stessa Galleria. Da segnalare che, nell’ultimo secolo, il Tondo Doni ha anche partecipato a tre mostre (nel 1935 a Parigi, nel 1940 a Palazzo Strozzi-Firenze e nel 1996-97 al piano nobile degli Uffizi-Firenze) ed è stata oggetto di due restauri, nel 1984 (per opera di Ezio Buzzegoli) e nel 2003 (intervento di Mario Celesia). ichelangelo Buonarroti’s “Holy Family”- known as the Doni Tondo M is believed to be the only existing panel picture painted by the Tuscan genius. For the past few months it has been on display in Hall 35 of the Uffizi Gallery, together with works of Michelangelo’s contemporaries, Granacci, Berruguete, Andrea Del Sarto, Mariotto Albertinelli, Frà Bartolomeo, Franciabigio, as well as the marble statue of the Sleeping Ariadne. Michelangelo painted the Tondo for the merchant Agnolo Doni. The work was completed in 1508, the year Michelangelo left Florence for Rome, and remained in the Doni family until 1594 when it passed to the Medici collections. Initially the painting was hung in the grand-ducal apartments in Palazzo Pitti (Ferdinand I de’ Medici wanted it in his bedroom where he could admire it at close quarters) and then in the Uffizi Gallery (created by his brother Francis I, who he succeeded in 1587). At the beginning of the XVII century and with remarkable foresight and ingeniousness - the Grand-duke in a Resolution dated 24 October 1602 prevented the dispersal and removal from Florence of the works of 18 of the greatest masters, among whom, in first place, Michelangelo. The Doni Tondo’s “journeys” within the Uffizi Gallery began during the first half of the XVII century. From an inventory dated 1635, the painting was hung in the Uffizi Tribune, above the entrance to the corridor. Between 1677 and 1681 (during the reign of Cosimo III de’ Medici) the work was placed on the opposite wall, above 41 the “Studiolo”, now lost, where it remained until the Tribune was reconstructed by Leopold in 1780. Between 1758 and 1783 the panel painting was covered up and did not appear in Zoffany’s famous view of the Tribune realized between 1772 and 1774. In 1780 the Uffizi Gallery underwent architectural renovation which also involved the Tribune. The Doni Tondo was removed and its original frame replaced with a more “modern” one. The work was relocated, possibly around 1782 when Luigi Lanzi saw it, in the lower register of the right wall opposite the entrance. Between 1890 and 1903 the Doni Tondo returned to its original frame and was placed on the wall opposite the entrance behind the Venus de’ Medici. After three centuries, the Tondo left the Tribune and in 1907 was placed in the newly reconstructed “Michelangelo Room”. In 1920 it was displayed in Hall XIII, known as the “Raffaello and Michelangelo Room”, the present-day Hall 20. With the advent of the second world war the Tondo was removed from the Uffizi on 19 June 1940 and stored in the Villa Medici war shelter at Poggio a Caiano; it was later transferred to Poppi castle in Casentino which afforded greater protection. It was returned to the Uffizi Store on 10 June 1945, where it was again exhibited in the Gallery from 24 June 1948, again in Hall XIII and from there again in Hall 25. Its last transfer took place on the night between 27 and 28 January 2013 when it was relocated in Hall 35, known as the “Michelangelo Room”.
Documenti analoghi
Il “Tondo Doni” - Polo Museale Fiorentino
agli artisti tedeschi.
A causa della seconda guerra mondiale, il Tondo Doni lasciò gli Uffizi il 19 giugno 1940 per
essere ricoverato nel rifugio bellico della Villa medicea di Poggio a Caiano; vi ...
Nuovo allestimento per la Sala 35 detta Sala Michelangelo
dovrà essere privilegiato: gl’intervalli, le sospensioni, le pause, fra un’opera e l’altra. Solo una lettura quieta
(e non affastellata) dei dipinti può
aiutare la mente e il cuore a comprendere d’...