Somalia: scenari attuali e prospettive di sviluppo
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Somalia: scenari attuali e prospettive di sviluppo
Somalia: scenari attuali e prospettive di sviluppo Fact Sheet Situazione politica Nel settembre 2012 Hassan Sheik è diventato il primo presidente eletto in Somalia dal 1991, da quando il dittatore militare Siad Barre è stato destituito da un golpe. Una nuova amministrazione e l’adozione di una nuova costituzione segnano una rottura con il precedente Transitional Federal Government, alla guida del Paese dal 2004 al 2012 e accusato di corruzione. La comunità internazionale ha risposto positivamente all’insediamento del nuovo governo, ne sono una prova la ripresa delle relazioni con gli Stati Uniti, dopo oltre vent’anni e le aspettative di stabilità del Paese da parte dei governi europei che fanno sperare in una ripresa del sostegno finanziario. Oltre a Stati Uniti ed Unione Europea anche Turchia e Paesi del Golfo possono svolgere un ruolo chiave per il consolidamento del Paese. Il ripristino delle condizioni minime di sicurezza nell’area di Mogadiscio è assicurato da 17 mila caschi verdi dell’AMISOM, la missione dell’Unione Africana su mandato ONU a Mogadiscio. Il presidente Hassan Sheik, professore e attivista dei diritti umani, intende basare il suo mandato su sei pilastri: stabilità e rule of law; ripresa economica; peace building; servizi alla popolazione; partnership internazionale; unità nazionale. (Focus on Somalia, Sace, febbraio 2013) Situazione Rifugiati e sicurezza interna Secondo il rapporto UNHCR pubblicato a gennaio 2014, anche se sono migliorate le condizioni di sicurezza nelle zone meridionali e centrali, la situazione in Somalia continua ad essere qualificata come “conflitto armato non internazionale”. Conflitti armati continuano nella zona esterna di Mogadiscio e nelle aree rurali del Sud e del Centro che sono rimaste sotto il controllo di Al-Shabaab. Nelle aree sotto il suo controllo continua ad essere applicata una rigida interpretazione della Sharia e costanti sono le violazioni dei diritti umani. Come risultato del conflitto armato e degli abusi contro i diritti umani, si assiste a importanti flussi di civili sfollati interni e di rifugiati. Tra gennaio e settembre 2013 più di 57.800 persone si sono spostate dai loro territori a causa di allontanamenti forzati, insicurezza territoriale, conflitti tra clan e alluvioni. Al 1 ottobre 2013 il numero totale di sfollati interni era di 893.000. Tra gennaio e fine novembre 2013, 21.517 somali hanno chiesto asilo nei Paesi limitrofi (Etiopia, Yemen, Kenya e Djibuti). Nell’arco del 2013 circa 20.600 persone hanno ottenuto l’asilo in 44 Paesi industrializzati, oltre 1.900 in più rispetto al 2012, facendo della Somalia il sesto Paese per numero di richiedenti asilo. Il 10 novembre 2013 è stato firmato un Accordo Tripartito tra UNHCR, Kenya e Somalia che ha stabilito il contesto legale per l’avvio di un progetto pilota per favorire misure di ritorno volontario assistito in Somalia dei rifugiati presenti nei campi kenioti e in particolare nel campo di Dadaab nel nord-est del Kenya. Il programma di ritorno volontario prevedeva inizialmente un sostegno, offerto appunto dal progetto pilota, ai rifugiati che stavano già rientrando spontaneamente in Somalia. Sono tre le aree somale designate a questo scopo: Luuq, Baidoa e Kismayo. Tra novembre e gennaio 2014 circa 33.000 rifugiati sono rientrati in Somalia. (UNHCR, 2013) 1 gennaio 2014 Doppio attentato a Mogadiscio. Due autobombe esplose davanti all’Hotel Jazeera nella capitale somala, vicino al quartier generale delle Nazioni Unite, a pochi minuti l’una dall’altra. Undici le vittime accertate. Attentato rivendicato da Al Shabaab. 13 febbraio 2014 Attentato all’aeroporto di Mogadiscio rivendicato da Al-Shabaab. Almeno sei persone sono rimaste uccise dall’autobomba fatta esplodere, utilizzando un comando a distanza, all’ingresso dell’aeroporto di Mogadisho. Nell’area sono ospitati la rappresentanza delle Nazioni Unite e il quartier generale dell’Amisom (contingente dell’Unione Africana) Entità e ruolo della diaspora Un ventennio di crisi politica, siccità e carestie ripetute hanno prodotto un esodo della popolazione somala, partita alla ricerca di una vita migliore in Europa, Stati Uniti e Medio Oriente. Secondo stime delle Nazioni Unite circa 1 milione di somali, ad oggi, vive fuori dal Paese pur continuando a mantenere contatti con la madrepatria. Comunità permanenti e semi-permanenti esistono anche in Etiopia, Kenya e Yemen. Il report Cash and Compassion (UNDP, 2011) identifica alcuni elementi critici legati alle comunità della diaspora somala e alcune problematiche legate all’integrazione. In primo luogo si evidenzia (con particolare riferimento agli Stati Uniti) la difficoltà nell’ottenimento dello status di rifugiato e la difficoltà di inserimento nel tessuto sociale, soprattutto rispetto alla dimensione lavorativa. Al tempo stesso si sottolinea come una volta concluso il processo di integrazione, la comunità somala si inserisca molto meglio di altri gruppi nella comunità ospitante, aumentando anche la proprio capacità di sostenere, economicamente e politicamente, il proprio Paese d’origine. FOCUS: le rimesse Le rimesse della diaspora somala superano gli aiuti umanitari offerti dai governi stranieri alla Somalia. Dallo scoppio della guerra civile nel 1991, le rimesse sono state di circa 11 miliardi di dollari, cosa che ha fatto della Somalia il quarto stato maggiormente dipendente dalle rimesse dei migranti al mondo. E’ stato stimato che circa il 40% delle famiglie in Somalia dipende dalle rimesse dei parenti all’estero. Annualmente i somali della diaspora trasferiscono tra 1 e 2 milioni di dollari, rendendo le rimesse il maggiore fattore di PIL del Paese. Come mostra il rapporto di Oxfam, una parte significativa delle rimesse proviene dai più di centomila somali che vivono negli Stati Uniti, la terza maggior destinazione degli emigrati internazionali somali (dopo, rispettivamente, l’Etiopia e il Regno Unito). I loro contributi rappresentano quasi il 20 per cento del flusso totale delle rimesse, circa 214 Hawala milioni l’anno. Tale importo si avvicina Conosciuto anche come hundi è un sistema che trae le sue origini all’assistenza umanitaria e allo sviluppo dalla legge islamica tradizionale. Il cliente si rivolge all’hawala totale che il governo statunitense ha (mediatore) della sua città/quartiere e gli consegna una somma di stanziato per il Paese nel 2012. denaro da trasferire ad un destinatario in un'altra città. Il broker Poiché la Somalia non ha sistemi bancari hawala chiama il suo omologo in quella città, comunica la somma funzionali al trasferimento di denaro da consegnare al destinatario, sottraendo una piccola dall’estero e solo recentemente è stata commissione, e promette di saldare il debito in una data ripristinata la Banca Centrale, i membri successiva. Tra i broker non vengono scambiati strumenti della diaspora somala usano cambiari: le transazioni sono basate esclusivamente sull’onore. prevalentemente il sistema dell’hawala, operatori privati che funzionano come network bancari informali. “As long as it is politically stable, then people can go out and get a job, and I can save my $100 a month and go back there myself and contribute.” Mohamed Keenan, U.K. Riferimenti Bibliografici Focus on Somalia a cura dell’Ufficio Studi Economici, Sace, febbraio 2013 International Protection Considerations with Regard to people fleeing Southern and Central Somalia, United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR), January 2014 Cash and Compassion. The role of Somali Diaspora in Relief, Development and Peace Building, UNDP, 2011 Somalia: Diaspora for development, IrinNews 9 marzo 2012, http://www.irinnews.org/report/95043/somalia-diaspora-for-development Somalia: l’aggressione occidentale alle rimesse degli emigrati, Znet Italy, 21 agosto 2012 http://znetitaly.altervista.org/art/12082 The controversial repatriation of Somali refugees from Kenya, Institute for security studies, 15 gennaio 2014 http://www.issafrica.org/iss-today/the-controversial-repatriation-of-somali-refugees-from-kenya Somalia: continuare a garantire protezione ai richiedenti asilo provenienti dalle regioni meridionali e centrali del Paese, UNHCR 28 gennaio 2014 http://www.unhcr.it/news/dir/24/view/1663/somalia-continuare-a-garantire-protezione-ai-richiedenti-asilo-provenientidalle-regioni-meridionali-e-centrali-del-paese-166300.html Kenya: a breve il via al processo di rimpatrio in Somalia, ribadito il carattere volontario, UNHCR 26 novembre 2013 http://www.unhcr.it/news/dir/24/view/1620/kenya-a-breve-il-via-al-processo-di-rimpatrio-in-somalia-ribadito-ilcarattere-volontario-162000.html
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