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THROUGH
THE EYES
OF GIRLS
THROUGH
THE EYES
OF GIRLS
Le immagini del libro Through the eyes of girls sono state scattate da 30 giovani indiane,
dai 6 ai 18 anni, ospiti della Casa di accoglienza Anand Bhavan a Calcutta, le quali non avevano
mai usato una fotocamera prima di allora.
Il progetto si è articolato attraverso uno stage fotografico della durata di alcuni mesi dove
le ragazze sono state affiancate da tre fotografi-tutors indiani (Asis Kumar Sanyal, Jayanta Saha,
Kushal Gangopadhyay) che le hanno supportate nella conoscenza tecnica del mezzo.
Il risultato è un album fotografico che non si limita a “mostrare”, ma che invita lo spettatore
ad un viaggio sensibile attraverso il racconto delle emozioni. Queste bambine hanno ritratto
il loro Paese, la loro cultura racchiudendo all’interno di ogni fotografia uno stralcio di realtà.
Scorci di un mondo filtrati unicamente dalla purezza di un animo troppo giovane e ignaro per
poter essere in grado di condizionare il proprio obiettivo.
Le fotografie pubblicate sono state utilizzate nella loro interezza, nei tagli e inquadrature originali,
così come sono state pensate dalle giovani in origine.
I nomi delle 30 ragazze:
Ajmira Khatoon, Alisha Lakra, Ankita Minj, Anomika Singh, Anu Minj, Chandana Kha, Christina Khalkho, Ishrat Jahan,
Jyoti Lakra, Jyoti Mukhia, Kaikasha Soms, Lakshmi Giri, Manisha Shaw, Mary Priyanka Dhan, Medleen Minj, Nargis Khatoon,
Nirmala Lakra, Paramita Paramanil, Parveen Begum, Pinky Khatoon, Priyanka Rajak, Puja Das, Rinky Khatoon, Rupa Lakra,
Sabnam Khatoon, Saroj Yadav, Sonya Khatoon, Sunita Kispotta, Susmita Ghosh, Susoma Mondol
Il volume, di 380 pagine,
Euro 49,90
con tutti i testi in tre lingue: inglese, italiano e spagnolo,
ha al suo interno 5 straordinari racconti di autori indiani il cui Paese è sempre la voce narrante:
- Indrajit Hazra, autore di vari romanzi, Il giardino delle delizie terrene è stato pubblicato in italia.
- Ruchir Joshi scrive romanzi e saggi, e dirige documentari. Tra i suoi film, i pluripremiati Eleven
e From Planet Kolkata.
- Sandip Roy, autore del libro “Don’t Let Him Know ”, di prossima uscita.
- Alka Saraogi, scrive quasi sempre in hindi ed è stata tradotta in molte lingue europee.
Autrice di due raccolte di racconti e di vari romanzi, usciti anche in Italia.
- Arunava Sinha traduce dal Bengali all’inglese romanzi, saggi e poesie, sia contemporanei che classici.
Il libro si divide in 6 sezioni, ognuna delle quali si riferisce a luoghi o argomenti che le ragazze
hanno scelto e documentato nelle loro fotografie:
KALIGHAT e Kumartuli - Sono i due quartieri di Calcutta dove si possono trovare i laboratori
specializzati nella realizzazione delle statue delle varie divinità per la celebrazione del grande Puja
(offerta) che si svolge tra settembre e ottobre.
PELLEGRINI A GANGASAGAR - L’isola di Gangasagar è uno dei più famosi centri di pellegrinaggio
Indù. Ogni anno a metà gennaio, pellegrini provenienti da tutta l’India intraprendono questo viaggio
sull’isola per un bagno sacro presso la confluenza del Fiume Gange e il Golfo del Bengala.
LA MOSCHEA DI PILKHANA - Nel quartiere di Pilkhana, noto come “la città della gioia”,
si trova questa moschea, dove ogni venerdì si celebra il Namaz (la preghiera). Le ragazze ne hanno
avuto accesso.
LE CASE DELLE RAGAZZE - Le ragazze di Anand Bhavan immortalano le loro case, le loro famiglie
e le loro usanze.
ANAND BHAVAN - La Casa di accoglienza dove le 30 ragazze vivono a loro quotidianità.
VICTORIA MEMORIAL - Uno dei monumenti più rappresentativi della città di Calcutta, dedicato
alla regina Vittoria.
Il ricavato del libro sarà interamente devoluto a Fundaciòn Colores de Calcuta che sostiene il progetto
della Casa di accoglienza di Anand Bhavan, dove le ragazze vivono e studiano.
www.coloresdecalcuta.org
THROUGH THE EYES OF GIRLS
Progetto creativo e impaginazione: Daniela B. Pintossi
Editing dei testi e traduzione dall’inglese all’italiano a cura di Gioia Guerzoni
Traduzione dei brani introduttivi in lingua inglese a cura di Denis Greenan
Traduzione in lingua spagnola a cura di Flavia Puppo
Copyright © 2014, Petrini Editore Tutti i diritti riservati
Pubblicato da Petrini Editore, via Nassa 21 - 6900 Lugano - Svizzera
IL PROGETTO
L
La nascita della Fondazione Petrini è giunta con la spontanea fiducia nella convinzione che il “dare”
sia un obbligo naturale per me e i miei figli, Matteo Andrea e Francesca.
Dovere da cui non dobbiamo allontanarci. Il destino ha compiuto il suo corso facendomi incontrare,
durante un viaggio in India nella città di Calcutta, due splendide persone: Antonio Mesas García e
María De Muns Ynzenga. Antonio e María, entrambi spagnoli, sono l’anima di Fundaciòn Colores de
Calcuta, del quale sono membro del consiglio di amministrazione, un programma di cooperazione
inteso verso lo sviluppo di comunità, salute e educazione che lavora in stretta collaborazione con
l’ONG (Organizzazione Non Governativa) indiana Seva Sangh Samiti, costituita nel 1968 da Padre
Laborde e dalla cui opera lo scrittore francese Dominique Lapierre si è ispirato per il suo romanzo
più famoso: La città della Gioia.
Da diversi anni si dedicano, con estrema serietà, ad alcuni progetti nel quartiere di Pilkhana (uno dei
sobborghi più affollati e poveri di Calcutta, dove vivono 100.000 persone): un Centro Medico, uno
Studio dentistico, un Centro per la denutrizione infantile, una Scuola Materna, un laboratorio di
“Donne Artigiane” e Anand Bhavan, la casa di Accoglienza che ospita trenta ragazze dai 6 ai 18 anni.
Ho ascoltato Antonio e María parlare per ore e ore ma soprattutto sono rimasta fortemente colpita
dal loro modo, sempre sereno e gioioso, di occuparsi di bambini, donne, madri, uomini, chiunque
chiedesse aiuto e sostegno. Così ho iniziato a dedicarmi a questo progetto, sostenuta dai miei figli
e aiutata da amici.
Un cammino impegnativo ma colmo di speranza e amore perché anche al di là delle evidenti
atrocità di Calcutta la vita esiste e quindi deve poterci essere un futuro migliore per questi nostri
fratelli e sorelle. Avverto ancora in me la sensazione di sconforto e dolore quando, percorrendo il
tratto di strada che mi portava dall’aeroporto all’albergo a bordo di un taxi, fissavo, incredula,quello
che vedevo al di là del finestrino. Non poteva essere reale ciò che scorreva sotto i miei occhi, un
film? No, purtroppo, uno stralcio della vita di Calcutta, città dello Stato del Bengala Occidentale, India.
Osservavo con i miei occhi occidentali immagini che mi trasmettevano solo disperazione, tristezza e
atrocità, non riuscivo a cogliere niente altro. Ma lo sguardo di chi vive a Calcutta cosa vede veramente
e come lo percepisce?
Mi sono posta questa domanda e durante una cena fra amici, assieme a María, abbiamo preso
la decisione di approfondire questo interrogativo. Ma come? Coinvolgendo proprio le trenta ragazze
della casa famiglia di Anand Bhavan in un progetto che prevedeva uno stage fotografico della durata
di diversi mesi. L’idea iniziale aveva il solo scopo di comprendere meglio il mondo di queste ragazze
tramite ciò che ritraevano nella loro quotidianità, uno “spaccato” della loro vita reale, lontano
da condizionamenti. Sono rimasta, però, felicemente sorpresa quando María, telefonandomi
da Calcutta, mi ha comunicato la sua incredulità dopo avere visto la prima serie di immagini, erano
bellissime e piene di un’energia vitale che voleva e doveva essere trasmessa.
Guardandole anch’io, successivamente, una ad una, spesso con commozione e grande rispetto,
mi sono chiesta quale era il modo migliore per onorare il lavoro di queste meravigliose trenta ragazze.
La risposta è ora tra le vostre mani, un libro che si racconta navigando
attraverso i colori della vita e che riesce a narrarlo anche ai nostri cuori.
- Adriana Petrini Ornaghi,
Presidente Fondazione Petrini
www.fondazionepetrini.com
Prefazione di LUIGI GATTINARA, fotografo
Quando mi hanno mostrato le immagini che compongono questo libro e me ne hanno raccontato la storia,
sono rimasto basito, sicuramente ho avuto conferma che quello che da sempre pensavo avesse una sua ragione:
“La fotografia è espressione dell’anima, l’arte ne è la sua conseguenza”.
Sicuramente la macchina fotografica è il mezzo più idoneo per poter raccontare e trasmettere le sensazioni che
i nostri occhi guidati dalla sensibilità e scevri da condizionamenti riescono a percepire. Queste fotografie,
realizzate da trenta ragazze, che non avevano mai preso in mano una fotocamera, ce ne danno un’ efficace
dimostrazione e sono una valida lezione per tutti quei “fotografi”, anche famosi, che non si sono mai soffermati
ad osservare, spesso anteponendo la tecnica alle proprie emozioni.
Ringrazio quei tre colleghi indiani che con la loro saggezza hanno condotto per mano le ragazze per le vie di
Calcutta, senza condizionare il loro sguardo, ma insegnando loro ad esprimersi attraverso occhi e sentimenti,
permettendoci così di vedere il loro personale universo attraverso “il buco di una serratura” che si affaccia nel
mondo che le circonda, facendo innamorare lo spettatore anche di quel contesto povero e spesso ingiusto
ma ricco di un tesoro che forse abbiamo perso e che si chiama Dignità.
PREFAZIONE DI GIORGIO GREGORIO GRASSO
CRITICO D’ARTE
Un album fotografico di grande impatto emozionale ed estetico, che intende dare una svolta alla fotografia
contemporanea. Una lezione indimenticabile per chi da sempre ha una visione dell’arte fotografica legata
a canoni vecchi e scontati. Scorci di mondo filtrati unicamente dalla purezza di un animo troppo giovane per
poter aver nozioni in grado condizionare il proprio obbiettivo.
Queste sono le opere di bambine indiane che come vere fotografe professioniste hanno ritratto il loro mondo,
il loro paese, la loro cultura racchiudendo all’interno d’ogni fotografia uno stralcio di realtà.
Tutto questo con comunissime fotocamere di cui ognuno di noi dispone, ma che solo pochi sanno utilizzare
come questi giovani talenti. Ciò che più colpisce è la precisione, i tagli fotografici e le inquadrature degne dei
migliori professionisti, frutto, invece, del lavoro di giovani ignare il cui nome non comparirà al fianco degli
scatti, così da creare una comunità, un gruppo unito di lavori dalle magnifiche sfumature ed impressioni. Contemplando questi “portali” l’osservatore viene catapultato all’interno di quel mondo ritratto e a lui
sconosciuto. Catturato, senza nemmeno rendersi conto, dalla disarmante semplicità di cui questi lavori si
compongono. Una semplicità positiva parte dell’inesperienza infantile che si limita a ritrarre la realtà in modo
tanto preciso da farci rabbrividire.
Colori accesi tingono le fotografie che come un puzzle vanno a comporre e a rivelare la “fiaba” che è l’India,
raccontando scene di vita, ritraendo enigmatici volti, plasmati nella luce calda che avvolge questo misterioso
paese. Scorci stillanti di cultura e sapienza antica dai quali i nostri occhi non possono che assorbire, imparare
osservando ogni particolare a noi ignoto, ma che per queste bambine è parte della quotidianità. Un album fotografico che non si limita a “mostrare”, ma che invita lo spettatore ad un viaggio sensibile
attraverso il racconto delle emozioni.