Da Emiliano Zapata agli Zapatisti

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Da Emiliano Zapata agli Zapatisti
Questotrentino.it
Scheda - QT n. 18, 30 ottobre 2004
Da Emiliano Zapata agli Zapatisti
di Antonio Graziano
La lotta degli indigeni del Chiapas per la conquista dei propri diritti dura da un secolo e solo alla fine del secondo millennio è
venuto alla ribalta, provocando la mobilitazione di associazioni, movimenti, partiti e sindacati di tutto il mondo. Lo
Zapatismo, benché sia presente sulla scena politica messicana ed internazionale da soli 11 anni, possiede dunque radici ben
più profonde.
Agli inizi del 1900 Emiliano Zapata divenne il leader dei contadini del sud del Messico nel corso di una rivolta contro la
dittatura che si diffuse in tutto il paese. Dopo la sua morte le condizioni degli indigeni peggiorarono continuamente con
l’ampliamento dei latifondi e lo sfruttamento dei lavoratori.
Nel 1983 un piccolo gruppo costituito da meticci ed indigeni diede luogo all’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
(EZLN) che 11 anni dopo, il 1° gennaio 1994, contemporaneamente all’entrata in vigore del trattato di libero commercio del
Nord America, occupò per dodici giorni San Cristóbal de las Casas ed altre città chiapaneche chiedendo diritti civili,
democrazia, terra, diritti sociali e rispetto per la cultura indigena.
Nei dieci anni successivi il Movimento Zapatista, che ha acquistato visibilità sulla scena politica messicana ed internazionale
grazie all’EZLN, è stato protagonista di trattative con le istituzioni, ma anche di numerosi atti di repressione da parte di
militari e paramilitari alle dipendenze del governo centrale. Nel frattempo gli indigeni del Chiapas hanno elaborato una
forma di governo alternativa a quella ufficiale mediante la creazione di comunità autonome, gestite da rappresentanti eletti
tramite assemblee pubbliche cui partecipa tutta la popolazione. In queste comunità vige il principio del lavoro collettivo, per
cui i guadagni vengono suddivisi all’interno della comunità stessa, senza che nessuno tragga profitti personali. Intanto
l’EZLN, oltre ad imbracciare le armi per difendere i diritti degli indigeni, assume anche un ruolo politico e rappresenta il
punto di riferimento per la comunicazione con la società civile messicana ed internazionale.
Dopo la sperimentazione dell’alternativa zapatista, il 9 agosto 2003 nascono i Caracoles, gestiti dalle Giunte del Buon
Governo, in sostituzione dei vecchi Aguascalientes, creando una nuova forma di amministrazione delle regioni autonome
zapatiste. A quel punto il subcomandante Marcos, figura leader dell’EZLN, annuncia il suo allontanamento dalla scena
politica. Spiega che "l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale non può essere la voce di chi comanda, ossia del governo
(zapatista n.d.r.), anche se chi comanda, comanda obbedendo ed è un buon governo". Nel suo lungo discorso afferma che gli
eserciti devono servire per difendere e non per governare e comunica il ritiro di tutti i posti di blocco e di controllo che si
trovavano sui sentieri e sulle strade. Il lavoro dell’EZLN continuerà ad essere quello di proteggere le comunità dalle
aggressioni dei militari e dei paramilitari.
Oggi, a poco più di un anno dalla nascita dei Caracoles, gli indigeni, poveri contadini ed abitanti senza nome del Chiapas che
hanno scelto di credere nell’alternativa zapatista, amministrano con le proprie forze il territorio in cui vivono. La loro è una
lotta non violenta che si concretizza nel lavoro della terra, nella costruzione di scuole e ospedali. La loro richiesta è che siano
soddisfatti i diritti umani fondamentali, il diritto alla terra, il diritto alla famiglia, il diritto al cibo, il diritto alla vita.

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