dodecafonia

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DODECAFONIA
La dodecafonia nasce come ulteriore passo verso il
superamento delle regole musicali basate sul sistema
tonale, un superamento peraltro già iniziato con la
musica atonale (vedi musica espressionista).
Siamo intorno al 1920 e ancora una volta è Arnold
Schoenberg (1874–1951) a giocare il ruolo di
compositore-innovatore del linguaggio musicale.
La dodecafonia prevede l’uso della scala cromatica,
ossia dei dodici suoni compresi all’interno di un intervallo
di ottava (es. DO3-DO4). Con essa non si compone più
una melodia, bensì una serie, una particolare
successione dei 12 suoni nessuno dei quali però può
essere ripetuto prima che tutti gli altri 11 siano stati
eseguiti.
< Arnold Schoenberg
scala cromatica
serie dodecafonica
In questo modo tutte le 12 note della scala cromatica hanno la stessa importanza (mentre il
sistema tonale si basa principalmente sulle sette note della scala diatonica ed è gerarchico,
con note più importanti di altre e quindi più presenti nei momenti chiave di un brano)
I termini atonale e dodecafonico non sono dunque sinonimi: il primo indica qualunque musica
priva di riferimenti tonali, mentre il secondo si riferisce ad un particolare sistema atonale
basato sullo sviluppo di una serie, ossia su una successione di dodici note in cui ogni nota
della scala cromatica deve comparire una ed una sola volta prima che possa ripetersi.
La dodecafonia sarà nel secondo dopo guerra il punto di riferimento della musica seriale o
neo-espressionista, per la quale la regole della serie dodecafonica devono essere applicate
non solo all'altezza del suono ma anche alle altre dimensioni, quali la durata, il timbro e
persino l’intensità.
Ascolto: “Quartetto op. 28” di Anton Webern
Anton Webern (1883 -1945), uno degli allievi prediletti di
Schoenberg, fu uno dei più convinti e rigorosi sostenitori della
musica dodecafonica nel periodo tra le due guerre.
A lui si ispirarono gli esponenti del neo-espressionismo
musicale europeo alla fine della seconda guerra mondiale.
Anton Webern >

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