savoia 2010

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savoia 2010
Erba e nïf e stéle alpine. E vento, tanto vento!
La partenza è fissata per le 7.30, ma l’impazienza è tale da farci ritrovare in viaggio, sotto un cielo coperto,
con oltre 10 minuti d’anticipo. Il tratto Dalmine – Valle d’Aosta, percorso in autostrada, è degno di nota
solamente per il forte vento e le soste nelle quali inseriamo sotto l’abbigliamento motociclistico strati di
vestiti per ripararci dal freddo pungente ed inaspettato. Giunti a Morgex lasciamo finalmente la A5 per
immetterci sulla viabilità ordinaria direzione Passo del Piccolo San Bernardo, non prima però di aver fatto
colazione. Ora possiam quindi dichiarare ufficialmente aperta questa nuova avventura su due ruote!
Lunedì 30 agosto 2010.
Lasciamo il caldo del bar di Pré-Saint-Didier per affrontare i tornanti della prima tappa di questo viaggio,
ossia il Colle del Piccolo San Bernardo (in francese col du Petit-Saint-Bernard), passo alpino che collega il
vallone di La Thuile, valle laterale della Valle d'Aosta, con la Val d'Isère (Tarantasia). La sua altezza, 2188 m,
lo rende il colle meno elevato del nord dell'arco alpino e pertanto il passaggio più facile tra le vallate
savoiarde e valdostane. Il colle è frequentato fin dall'antichità, come testimoniano ancora i numerosi
reperti archeologici e storici che vi si trovano. L'apertura dei tunnel transalpini del Monte Bianco e del Gran
San Bernardo ha largamente contribuito a far diminuire la sua importanza, ma non certo la sua bellezza. Col
salire dell’altitudine la temperatura cala vistosamente ed il vento non facilita certo l’ascesa fino a far
vorticare al passo la neve caduta nei giorni precedenti come fossimo in mezzo ad una bufera. La foto al
cartello e gli acquisti di rito vengono sbrigati velocemente ed in men che non si dica cerchiamo un po’ di
calore nella discesa verso Bourg Saint Maurice
(salita al Colle del Piccolo San Bernardo)
Le strade son pressoché deserte e l’andatura è celere. Giungiamo quindi in breve tempo a Tignes, dove
possiamo ammirare il grande lago artificiale, ed a Val d’Iser, nota stazione sciistica da dove iniziamo l’ascesa
al Col de l’Iseran che coi suoi 2770 metri s.l.m. è il più alto valico europeo. L’altitudine, il forte vento
incessante e le temperature rigide creano già ai primi tornanti un minimo d’apprensione per quel che
troveremo in vetta, ma indietro non si torna! Il Colle dell'Iseran è un valico alpino della Francia sudorientale situato nel dipartimento della Savoia della regione Rodano-Alpi. Mette in comunicazione la
Moriana (percorsa dal fiume Arc) e la Tarantasia (l'alta valle dell'Isère). In particolare collega le località
francesi di Bonneval-sur-Arc e Val-d'Isère. Dal punto di vista fisico si trova nelle Alpi Graie e divide il gruppo
centrale delle Alpi Graie dal gruppo occidentale (detto anche massiccio della Vanoise).
(panorama durante la salita al Col de l’Iseran)
La salita offre ad ogni tornante panorami mozzafiato e sempre diversi, da un lato la valle appena lasciata e
dall’altro le maestose montagne circostanti già coperte di neve. Poco prima del passo ci fermiamo per
ammirare meglio lo spettacolo ma il vento forte, che smuove perfino le moto, ci obbliga a soste brevi. Il
passo ci accoglie con la sua glaciale bellezza. Qui la temperatura è prossima allo zero ed il vento è così
violento da flettere anche le aste delle bandiere. Dopo l’immancabile fotografia al cippo che segna il passo
ed una lunga sosta nel caldo del negozio di souvenir (che però ha terminato le placchette da bastone)
riprendiamo la marcia fino a raggiungere il Colle del Moncenisio, mt 2083 (in francese Col du Mont Cenis),
passo che unisce la Val di Susa, in provincia di Torino, con la regione dell'alta Moriana, compresa nel
dipartimento francese della Savoia. Il colle è situato totalmente in territorio francese a seguito delle
rettifiche al confine ottenute dalla Francia per i danni subiti a causa della II guerra mondiale. Il confine italofrancese si stacca dallo spartiacque principale in corrispondenza della Punta Marmottere (comune di
Novalesa) e piega decisamente in direzione sud-ovest scendendo verso il Torrente Cenischia. La linea di
confine torna a coincidere con lo spartiacque sul lato opposto della valle in prossimità della Punta
Tricuspide (comune di Giaglione). Appena sotto il colle, nel versante che scende verso l'Italia ma ancora in
territorio francese, fa bella mostra di sé il Lago del Moncenisio dall’intenso color turchese sopra le cui
acque le nuvole giocano a rincorrersi.
(il Lago del Moncenisio)
Per oggi le emozioni sono quasi finite. Finalmente a Bar Cenisio cominciamo a sentire un po’ di caldo, anche
se il termometro segna 10° (!!). Procediamo tranquillamente verso Avigliana dove saremo ospiti di Federica
(un bacione, zio permettendo…) e di Alice, Roberta e Marco (bacioni anche a loro!!).
Dopo l’aperitivo al tramonto sulle sponde del Lago di Avigliana ed una piacevolissima cena è ora di andare a
riposare. I chilometri oggi sono stati circa 430, e domani saranno ancora di più!
Martedì 31 agosto 2010.
La colazione, come la cena della sera precedente, è assai piacevole, condita anche da un pizzico di filosofia
mattutina. Al cancello salutiamo Fede e mentre lei si reca al lavoro noi dirigiamo le ruote verso Pinerolo ed
il Colle dell’Agnello. La temperatura è ideale, con le dovute maglie indossate, il sole splende, la strada è
libera e l’asfalto quasi perfetto. Cosa volere di più?
(Vista dal Colle dell’Agnello versante italiano)
Paesi costruiti rigorosamente in pietra si alternano e si nascondono in prati verdissimi mentre sulle pendici
gli alberi cominciano a far intuire lo spettacolo di colori che a breve incendieranno questi luoghi. Guidare
qui è un vero piacere sia per gli occhi che per lo spirito.
Il Colle dell'Agnello (in francese Col Agnel) è un valico alpino delle Alpi Cozie, a ovest del Monviso, che
segna il confine tra Italia (comune di Pontechianale, Piemonte) e Francia (Queyras) a 2748 metri di
altitudine ed è il terzo valico stradale più alto delle Alpi, dopo il Passo dello Stelvio e il Colle dell'Iseran. A
differenza però di questi ultimi due che collegano versanti appartenenti alla stessa nazione, il Colle
dell'Agnello è il più alto valico stradale “internazionale” delle Alpi ed il secondo valico più alto d'Italia dopo
il sunnominato Passo dello Stelvio. Curiosità: è meta anche di campi estivi da parte di astronomi dilettanti,
dato che offre uno dei cieli più bui e incontaminati accessibili con auto normali. Anche di giorno però lo
spettacolo che offre non è male. Il cielo terso permette allo sguardo di spaziare all’infinito sia sul versante
italiano che su quello francese. La strada che, sotto il nostro sguardo scende a valle, è ricca di curve sinuose
ed il suo richiamo ben presto ci cattura, non è tempo di perdersi in chiacchiere, anche perché il Col d’Izoard
è vicino. Il Colle è situato nel dipartimento francese delle Alte Alpi, al centro del massiccio del Queyras nelle
Alpi Cozie. Collega Briançon a nord-ovest con Château-Ville-Vieille a sud-est. Strade e tornanti s’inerpicano
circondante da pini ed abeti fino a … un deserto?? All’improvviso con nostra somma sorpresa si apre
davanti a noi una vasta area chiamata Casse Déserte che ricorda un deserto roccioso e che ci lascia a bocca
aperta.
(la Casse Déserte sul versante meridionale del Col d’Izoard)
Arriviamo al passo ancora stupiti e, dopo aver parcheggiato le moto, ci godiamo questo spettacolo in tutta
tranquillità. Un certo brontolio allo stomaco poco dopo ci ricorda però che sarebbe anche giunta l’ora di
cercare qualcosa da mangiare. Ci avviamo quindi verso Briançon per ottemperare a quest’obbligo per poi
puntare verso altri due passi mitici: il Lautaret e, soprattutto, il Galibier.
Il Colle del Lautaret è situato ad una altezza di 2058 m lungo il percorso che unisce Grenoble a Briançon
nelle Alpi del Delfinato e separa le Alpi delle Grandes Rousses e delle Aiguilles d'Arves (a nord) dal
Massiccio des Écrins (a sud).
(il Col du Lautaret visto dalla salita al Col du Galibier)
La pendenza relativamente dolce che permette di accedervi è stata così modellata da un ghiacciaio che si
riversava nell'una e nell'altra vallata di accesso, caratteristica assai apprezzata dai motociclisti unita ad una
strada larga, ben tenuta e ricca di curve come da foto. Spese, foto di rito e, mentre l’adrenalina sale, si
parte per il vicino Galibier. Accelerate e cambi di marcia si susseguono rapidamente mentre affrontiamo
queste curve spesso teatro di memorabili imprese del Tour de France e sulle quali un fotografo locale
immortala i centauri in piega nella speranza di vendere qualche fotografia. L’ultimo strappo è
particolarmente stretto ed impegnativo, ma una volta giunti alla meta l’orizzonte si apre quasi all’infinito
regalandoci panorami strepitosi a cui dedichiamo tutto il tempo necessario.
(Col du Galibier: panorama versante nord)
Dopo aver registrato per bene tutte le immagini e le sensazioni che questo luogo ci offre, risaliamo in sella
per proseguire con l’itinerario odierno che ci porta ad un alto passo, il Col du Telegraph che, forse
ingiustamente, ci è parso solo “carino” dopo certe visuali maestose. Anche qui breve sosta senza riuscire ad
acquistare la placca per “la stecca” e poi via di nuovo. Il navigatore ci guida velocemente sulle strade
francesi e passiamo Saint Michel de Maurienne, Saint Jean de Maurienne, Saint Pierre D’Albigny…. Ma son
tutti santi in Francia? Dopo tutti i tornanti percorsi fino ad ora un po’ di strada dritta non guasta e
l’andatura media sale di conseguenza. I chilometri scorrono veloci e quindi prevediamo un arrivo celere a
Courmayeur. Le sorprese però, se non si conosce la strada, sono sempre in agguato. Ad Alberville infatti
lasciamo la statale e ci inseriamo in una strada “provinciale” tutta curve e stretta in una gola profonda che
richiede la nostra massima attenzione ed un deciso calo della velocità. Raggiungiamo quindi Chamonix
Mont Blanc all’imbrunire e, dopo aver pagato gli oltre 22.00 euro di pedaggio, ci infiliamo nel Tunnel del
Monte Bianco per sbucare dopo 11 chilometri in territorio italiano. Cerchiamo con lo sguardo il
monumento dedicato a “Spadino” ma è sul versante opposto. La stanchezza ed un gran mal di testa ci
consigliano di proseguire immediatamente per Courmayuer dove dopo una bella doccia ed una meno bella
cena noi e le nostre moto possiamo trovare il meritato riposo. Chilometri odierni 460 circa.
Mercoledi 1 settembre 2010.
Rabbrividisco solo a guardar fuori dalla finestra. La luce, l’acqua gelida del torrente sotto di noi ed il Monte
Bianco innevato non contribuiscono certo a dare un senso di calore a questa mattinata. Con un bel caffè
bollente però tutto si sistema. La giornata oggi è di transizione, relativamente pochi sono i chilometri fino
ad Intelaken tranne che per il navigatore che ne segna 530(??).. Mah…. Un bel chissenefrega e si parte lo
stesso, tanto la strada la conosciamo già. Avvicinandoci ad Aosta il sole comincia a salire e con lui le
temperature giusto in tempo per affrontare la salita ai 2473 metri del Colle del Gran San Bernardo,
percorso qualche anno addietro perfino dalle armate di Napoleone Bonaparte dirette alla battaglia di
Marengo. Il 20 maggio del 1800 infatti il Generale, da poco divenuto Primo Console della Repubblica
Francese, alla testa di circa 60.000 uomini, con 50 pezzi di artiglieria e 3.500 cavalli, attraversò il passo per
recarsi a Marengo, per la storica battaglia contro gli Austriaci. Quando i suoi generali gli prospettavano
l'impossibilità di far passare l'artiglieria attraverso il Colle, il rivale di Annibale e di Cesare rispose loro: "Il
possibile è alla portata di tutti, voglio osare l'impossibile”. Fortunatamente per noi poveri mortali le cose
negli anni sono cambiati e l’ascesa fino al famoso Ospizio è piacevole con strade larghe e ben tenute. Per i
più sfaticati c’è anche un comodo tunnel. Naturalmente noi optiamo per la strada a cielo aperto e lo
spettacolo del lago che troviamo al valico, specchio ideale per le montagne circostanti, è sempre
emozionante.
(vista del Colle del Gran San Bernardo)
Qui ci vuole una doppia sosta, la prima al piazzale della dogana e la seconda all’Ospizio dove, fin dal XVI
secolo, i canonici allevavano grossi cani molossoidi, per la guardia e protezione dell'Ospizio stesso dai non
infrequenti malintenzionati, ma anche per numerosi altri impieghi, dal trasporto di piccoli carichi, alla
fornitura di forza motrice (un dispositivo a mulino, azionato dai cani, muoveva l'enorme spiedo della cucina
dell'ospizio). Ma l'impiego che li rese celebri nel mondo fu quello di ausiliari dei canonici nel tracciare la
pista nella neve fresca, prevedere la caduta di valanghe, e ritrovare i viaggiatori dispersi col maltempo, o
addirittura sepolti dalle slavine. A partire dall'800, da questi cani si selezionò la razza oggi nota come Cane
di San Bernardo. Il tempo però corre e dobbiamo pertanto risalire in sella per scendere fino a Martigny e
poi puntare a nord verso Aigle, cittadina con un caratteristico centro storico dove ci concediamo un buon
pranzo. Pagato il conto dirigiamo le ruote prima verso Chateau d’Oex e poi sulla strada per lo Jaunpass. Il
Col du Jaun, in francese, è un passo di montagna nelle Prealpi svizzere che collega Gruyère nel canton
Friborgo con la Simmental nel Canton Berna. Scollina a una altitudine di 1'509 m s.l.m. La strada, costruita
dopo la metà del XIX secolo per collegare le piazze militari di Bulle e di Thun, venne pianificata durante la
Guerra franco-prussiana e portata a termine nel 1878. Passo carino, ma nulla più. Stranamente oggi il
tempo scorre più dei chilometri, è stato un errore prendere sottogamba questa tappa. L’arrivo ad
Interlaken, dopo circa 320 chilometri dalla partenza, viene preannunciato da un traffico più intenso.
Trovato l’hotel con pizzeria annessa, ma dalla toilette minuscola, ci concediamo una passeggiata tra le vie di
questa cittadina ricca di negozi d’orologi d’alta marca e boutique di coltellini ma scarsa in fatto di gelaterie!
Mercoledi 2 settembre 2010.
Finale col botto per questa edizione della “Gran Savoia”. Nell’ordine affronteremo Sustenpass, Oberalpass,
Furka e Grimselpass, il Nufenenpass, detto anche Passo di Novena, ed infine il Simplonpass, alias Passo del
Sempione. Ma andiamo con ordine. Grazie al tomtom usciamo senza problemi dal centro di Interlaken e,
dopo sosta benzina a Meiringen, puntiamo dritti verso il Sustenpass, posto a 2224 metri d’altitudine.
Tecnicamente sarebbe la secondo volta che affrontiamo questa salita ma, visto che nel precedente
tentativo eravamo immersi in una fitta nebbia, ad ogni tornate si apre per noi un panorama tutto nuovo.
L’ascesa è caratterizzata da numerose soste fotografiche proprio fino al parcheggio al passo, circondato
dalla neve fresca.
(vista del Sustenpass)
Dato che, a scanso di equivoci, abbiamo già acquistato ad Interlaken gli stemmini dei vari passi, ci
concentriamo sulle fotografie e le riprese video per poi scendere verso Andermatt da dove attacchiamo
l’Oberalppass. Secondo WIkipedia “Der Oberalppass (rätorom. Alpsu) verbindet die beiden Schweizer
Ortschaften Sedrun in der Surselva im Kanton Graubünden mit Andermatt im Urserental im Kanton Uri. Die
Passhöhe liegt auf 2'044 m ü. M. Die Matterhorn-Gotthard-Bahn überquert die Passhöhe und ist damit eine
der wenigen Bahnstrecken der Schweiz, die auf einer solchen Höhe ohne längeren Tunnel auskommt. Die
Hauptstrasse 19, die über die Passhöhe führt, wird im Winter nicht offen gehalten; allerdings kann während
dieser Zeit die Strecke mittels Autoverlad zwischen Andermatt und Sedrun passiert werden. Der Zug
braucht dafür etwa eine Stunde.”
Le stesse esatte parole sentite da un motociclista al passo….. più o meno... Meglio lasciar parlare la foto và..
(vista del Sustenpass)
Torniamo sui nostri passi fino ad Andermatt e quindi direzione Brig-Grills e la tappa successiva, il Furkapass.
Esso collega, scollinando a una quota di 2.431 m, la valle di Orsera all'alto Vallese nella valle di Goms. Dal
punto di vista idrografico si trova sullo spartiacque che divide il bacino del Reno sulla parte urana, da quello
del Rodano in Vallese, dal punto di vista orografico separa le Alpi Lepontine dalle Alpi Bernesi. Fino al 1981
era superato, oltre che con la strada carrozzabile, anche con la ferrovia, che superava l'ostacolo a una quota
di 2.100 m con una cremagliera e un breve tunnel. Nel 1981 fu aperta una galleria ferroviaria che collega
Realp (Canton Uri) a Oberwald (Canton Vallese). Questo collegamento permette, con l'uso di treni navetta,
di trasportare rapidamente anche in inverno le vetture tra le due valli. Sotto il passo transita il famoso
Glacier Express, treno che collega Zermatt con Sankt Moritz.
(panorama dal Furkapass)
Come per gli altri passi, anche qui la vista può spaziare libera per 360° sulle montagne circostanti e tutti i
presenti sembrano amici di vecchia data coi quali scambiare quattro chiacchiere. La discesa seguente è
ripida e si possono vedere già, sul versante opposto, i tornanti che ci porteranno al Grimselpass (mt 2165) e
che affrontiamo con decisione fino alla cima per ammirare il laghetto artificiale e le cime circostanti.
(Grimselpass)
Ancora una volta dobbiamo tornare sulla strada appena percorsa e ridiscendiamo quindi verso Gletsch.
Raggiungiamo Ulrichen giusto per pranzo, consumato al ristorante proprio all’inizio della strada per il
Nufenenpass. La strada larga permettere di tenere un’andatura un po’ più sostenuta del solito, purtroppo
anche ad un automobilista locale che per buona parte mi sta appiccicato alla targa. No problem, passa pure
amico che intanto io mi fermo a fare qualche fotografia.
(Panorama dal Nufenenpass)
Anche in quota la macchina lavora a pieno ritmo, catturando gli attimi che saranno da base ai ricordi futuri.
Lasciate queste montagne torniamo ad Ulrichen per le ultime fatiche giornaliere. A Brig-Grills seguiamo le
indicazioni per il SImplonpass che, essendo una delle principali vie di comunicazione tra Italia e Svizzera, è
praticamente un’autostrada. Solo i lavori nel tunnel poco prima del passo ci creano qualche problema
facendoci respirare un bel po’ di polvere e di cemento. Il Passo del Sempione (Summo Plano è il nome
latino, poi reso dai Walser in Simplon, ora Simplonpass in tedesco ) è un valico alpino a 2.005 metri di
altitudine in Svizzera, nel Canton Vallese, a pochi chilometri dal confine con l'Italia. Mette in comunicazione
la Valle Saltina (solcata dal torrente Saltina), e la Val Divedro (solcata dal torrente Diveria), appartenenti
rispettivamente ai bacini dei fiumi Rodano e Toce. Il passo è convenzionalmente il punto di confine fra Alpi
Lepontine a est e Alpi Pennine a Ovest. Prende il nome dal paesino di Simplon, posto sul versante
meridionale in territorio svizzero. Ormai anche questa avventura è giunta al termine. Da qui a casa sarà
praticamente solo autostrada prestando la massima attenzione non a daini e marmotte ma ad
automobilisti frustati in coda nelle tangenziali di Milano. Alla fine i chilometri di oggi saranno circa 440 per
un totale di 1650, metro più, metro meno ma la mente, statene certi, è già al lavoro per riuscire ad
aggiungere, modificare, tagliare al fine di migliorare un itinerario che è risultato quasi perfetto.
Un sentito grazie al meteo che è stato comunque splendido ed a wikipedia per le citazioni storicogeografiche relative ai passi.
Un lampeggio.
Diego e Max
FOTOGALLERY 
(il Colle del Piccolo San Bernardo)
(il Lac du Tignes)
(Val d’Iser)
(Val d’Iser salendo verso il Col de l’Iseran)
(panorama durante la salita al Col de l’Iseran)
(panorama durante la salita al Col de l’Iseran)
(il Lago del Moncenisio)
(panorama durante la salita al Colle dell’Agnello)
(Vista dal Colle dell’Agnello versante francese)
(la salita al Col du Galibier)
(panorama versante sud dal Col du Galibier)
(la salita al Colle del Gran San Bernardo)
(il lago al Colle del Gran San Bernardo e l’Ospizio)
(discesa dallo Jaunpass)
(la salita al Sustenpass)
(panorama durante la salita al Sustenpass)
(panorama al Sustenpass)
(la salita al Furkapass)
(il laghetto al Grimselpass)
(panorama dal Nufenenpass)
(panorama dal Nufenenpass)
ROAD MAP 
Itinerario giorno 1
Itinerario giorno 2
Itinerario giorno 3
Itinerario giorno 4