Quaderno - Ce.s.p.im.
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Quaderno - Ce.s.p.im.
PierPalù è un uccellino-cuoricino che vive felice coi genitori a Boscofiorato. Un brutto giorno la tempesta spazza via la loro casa; mamma e papà devono partire per un lungo viaggio e PierPalù viene affidato alla grande famiglia di Casa Briciola: prima di riabbracciare i genitori, esplorerà luoghi lontani, incontrerà nuovi amici e imparerà a volare. Seguendo le sue avventure, disegnando scrivendo colorando, capiremo cosa è l’affido famigliare, e scopriremo l’importanza dell’accoglienza e della condivisione. quaderno rossocuore di PierPalù viaggiatore una storia tutta da scrivere, disegnare, colorare e raccontare APPUNTI DI VIAGGIO Mi chiamo PierPalù. Sono nato dalla matita di una bimba di 6 anni, su una piccola scrivania zeppa di colori e curiosità. Appartengo alla specie degli Uccellini-cuoricini: cuori sorridenti e leggeri che vivono a Boscofiorato. Sono pieno di amore, non a caso sono un cuore. Mi piace l’avventura e voglio fare l’esploratore. Sulle spalle ho un paio di ali che mi servono per viaggiare. Ma c'è stato un tempo in cui non sapevo come usarle; questa è la storia del mio primo viaggio e di come ho preso il volo. NELLE PROSSIME PAGINE POTRAI AIUTARE PIERPALÙ A RACCONTARE LA SUA STORIA... PREPARA MATITA, COLORI E IMMAGINAZIONE. quaderno rossocuore di PierPalù viaggiatore una storia tutta da scrivere, disegnare, colorare e raccontare Quando ero piccolino, la nostra casa era una quercia antica. Le mie ali erano appena spuntate ed erano deboli, ma papà mi aveva costruito un’altalena e a me sembrava di volare. Da lassù il mondo era piccolo e io giocavo a fare il re. La quercia era il mio castello: così grande e solida, pensavo che nulla avrebbe mai potuto cancellarla, e invece… pre blu m e s o l e ci nno, u fine e il t a u z ’a n l l e e s ate vo d Quell’est zzati via dall’arri pa furono s scello. u f n u e m o ò l’albero c z z e p s a t s e ile temp e una terrib Improvvisamente eravamo senza casa! Come fare? Andammo alla grotta del vecchio saggio, in cerca di consiglio. “L’inverno è alle porte e presto nevicherà: non è tempo di costruire case, non qui”, disse il saggio dopo un lungo silenzio. Cuor-di-Gufone (questo era il suo nome) diede a papà e mamma una mappa per raggiungere un posto lontano lontano, tanto lontano che là cominciava la bella stagione e ci si poteva costruire una casa nuova; e donò loro un tandem bicivolante con rimorchio per trasportarla appena ultimata… M TANDE LANTE BICIVO “E io?” “Tu sei troppo piccolo per un viaggio così lungo: sarai ospite di un’altra famiglia.” L’idea non mi piaceva affatto. LA FACCIA DI PIERPALÙ NON LASCIAVA DUBBI dentro i nostri cuori un groviglio di emozioni SAPRESTI DARGLI FORMA E COLORE? Il saggio aveva ragione, il giorno della partenza iniziò a nevicare: intorno a me tutto bianco, “cancellato”. Diventammo subito inseparabili. COSA AVEVANO IN COMUNE? Ma proprio quando stavo per salire, vidi qualcosa... Un coniglietto di pezza. Chissà di chi era. Forse l’aveva portato il vento, forse l’aveva perso un bambino. Una cosa era certa: era solo come me. Mi sarei preso cura di lui, e avremmo affrontato quest’avventura insieme. COLORA LA CASA E COMPLETA IL PAESAGGIO Quando aprii gli oc chi, dopo una notte di vi aggio, eravamo quasi arriva ti. La casa era laggiù e. .. com’era diversa dalla mia! Casa Briciola era co sì grande che io l’avrei chiam ata Casa Pagnotta. cosa mi aspettava dietro quella porta? ASPETTA A VOLTARE PAGINA, PROVA A IMMAGINARE COMPLETA E COLORA LA FESTA Era una festa, e tutta per me! Quella di Casa Briciola era una strana e grande famiglia: c’era un papà, l’orso Bruno; c’era la mamma, la cicogna Orietta; c’era il loro piccolo, Pilli; e poi tanti, tanti, tanti cuccioli di varie specie, ospiti come me. Arrivavamo tutti da posti diversi, e sapessi che nomi strani! BRUNO ORIETTA PILLI Era una festa coi fiocchi: giocai tanto che per tutta la giornata dimenticai le disavventure che mi avevano portato lì. PIERPALÙ E CONIGLIETTO INVENTA I NOMI DEI CUCCIOLI E DISEGNA LA NUOVA FOTO DELL’ALBUM DI FAMIGLIA Ma quando scese la sera, che malinconia! Nemmeno Coniglietto riusciva a dormire: mi venne in aiuto Pilli, insieme lo cullammo, e alla fine mi addormentai anche io. È così che io e Pilli diventammo amici. so e t ot n la l e Qu … i a gn Sshhh!!! DISEGNA IL SOGNO DI PIERPALÙ !!!” a a a a a l o aaav t a i t t u “T Le sorprese non erano finite. Il giorno seguente trovai nel piatto del cibo strano, mai visto, che mi lasciò a becco aperto. Era una regola di Casa Briciola: “Ogni piccolo ospite mi dice quale è il suo piatto preferito – mi spiegò Orietta -, così preparo un menù della settimana che è la somma di tutti i gusti: tutti assaggiano tutto, e impariamo a conoscerci.” Bell’idea! Ma non convinse Coniglietto. Diedi il buon esempio e… che bontà! Da quel momento, ogni giorno scoprii un gusto nuovo: i miei nuovi amici erano proprio dei... buoni amici. DISEGNA I TUOI CIBI PREFERITI Un giorno, facendo una partita a palla-che-ti-passa (lo conoscete questo gioco?), il pallone finì sul tetto. Tutti a naso all’insù e, un attimo dopo, tutti gli occhi erano puntati su di me: ero o non ero l’unico con un paio di ali? Così ci provai: saltai una volta, saltai due tre quattro volte, ma niente. Altro che volare, mi sentivo sotto terra! Meno male che quando arrossisco nessuno se ne accorge. Bruno e Orietta vennero in mio aiuto, ma… Avete mai visto un orso volante e una cicogna che soffre di vertigini? Nemmeno io. Bruno saltò nel vuoto, ed ecco un’altra cosa mai vista prima: un orso con un braccio ingessato! Povero Bruno. “Non imparerò mai a volare… ci vorrebbero i miei genitori…” “I tuoi genitori torneranno presto, e ti assicuro che andrai loro incontro con le tue ali. Devi sapere che questa casa è come un albero dove i piccoli uccellini, dalle ali ancora deboli, si fermano per il tempo necessario a riprendere le forze durante i lunghi viaggi, o per attendere il momento giusto per spiccare il volo. Vedrai! Parola di Orso Bruno.” Casa Briciola è su una collina a metà strada tra mare e monti, l’inverno lì non è poi così freddo, ma quando arrivò la primavera festeggiammo ugualmente. Bruno e Orietta organizzarono una bella gita in montagna: lassù mi sembrava di essere sulla mia vecchia altalena, le cose che ci eravamo lasciati alle spalle da qui erano piccole piccole. Ma si sa, marzo è pazzerello, e dunque sul più bello… “Il temp orale, to rniamo a oo!!! “Aiuto o!!!” t t e i l g i n o C Ho perso “No n ti lo preo ccu pare ce , rche non rem o tu sei solo, tti in sie me! !!!” casaaaa!!!” Poco dopo, non solo era scomparso Coniglietto, ma anche il mio amico Pilli!!! e Pilli aveva trovato Coniglietto in fondo a un burrone, ora non sapeva come risalire e piangeva spaventato. Bruno aveva ancora il braccio ingessato, Orietta aveva le vertigini: chi poteva salvare i miei due migliori amici se non qualcuno con le ali? La notte si avvicinava, era questione di vita o di morte: non ci pensai troppo su, tirai un lungo respiro, chiusi gli occhi e… fu co sì che spic cai il mio primo ! o vol S O N O q u i i ! PERCHÉ PIERPALÙ RIESCE A VINCERE LA PAURA? Mi sentivo un re, e questa volta non per gioco: come per magia il vento mi restituì la mia vecchia corona. ALVI! S o n a r tto e e i l g i n o Pilli e C “È tutto merito delle vostre lezioni di volo.” “No, piccolo, è solo merito tuo.” “Posso chiamarvi mamma e papà?” “Noi siamo come una grande famiglia, vi vogliamo bene come a dei figli, ma una mamma e un papà li avete già, anche quando sono lontani.” CHE CORAGGIO! BRAVO! MIO EROE! UN VERO AMICO! wow! e che volo! Ehi, gua rd at C’È POSTA PER e las s ! ! ! ! ù TE! ! ando z z i n orga ta o m a i fes st e d n a na gr rnati! alù, u P r e i P bento amo Caro ndi i a d r g o etti . ci son notizie. Ti asp palancate ri ali s o t d i a ciiip n e e g d i n o a u It ando Un gr cofiorato. n r o t s o stann ova casa da Bo o nu u firmat con la to anche t s i FONE U G e pre ai mettert I -D CUOR dovr ulla via s rno: o t i r l de Gli ultimi giorni a Casa Briciola furono bellissimi: allenavo le mie ali per il viaggio di ritorno e con gli amici fantasticavo sulla mia nuova casa. PROGETTA ANCHE TU LA NUOVA CASA DI PIERPALÙ Infine venne il momento di partire: misi nella valigia tutti i bei momenti vissuti a Casa Briciola, i ricordi, le scoperte… Ero felice di tornare a casa, ma un po’ volevo restare; ero eccitato all’idea di affrontare il mio primo lungo viaggio, ma avevo anche un po’ paura. E poi c’erano loro, Pilli Orietta Bruno e tutti gli altri: ormai per me quella casa era una famiglia. Ma non fu un addio, a sorpresa fu un arrivederci… anzi, un “a prestissimo”. PREPARA LA VALIGIA DI PIERPALÙ “Eh i, la ssù anc, ci sia he mo noi !” rci e d r pe o?!” o m va ell’ann e t o “P sta d la fe Arrivato a destinazione, tornato al punto di partenza, trovai tutti gli ingredienti di un gran finale: i baci della mia mamma, l’abbraccio del mio papà, Casa Briciola al gran completo, Cuor-di-Gufone con la banda musicale di Boscofiorato, e tutti gli uccellini-cuoricini in festa… Ero senza parole. A ripensare alla felicità di quel momento, resto senza parole ancora adesso… E quando non si hanno parole n on s i pu ò pi ù r a ccon t ar e . Ec co p er c h é qu est a sto ria finisc nte e es a t t a m e QUI. Uh, dimenticavo…: proprio quel giorno ricominciava l’estat e. La mia nuova avventura sarebbe stata imparare a nuotare. i da t u l a S rPalù Pie VUOI SCRIVERE A PIERPALÙ PER DIRGLI SE TI È PIACIUTA LA SUA STORIA E COSA TI HA INSEGNATO? Il suo indirizzo è: PierPalù di Boscofiorato c/o A.p.F., piazza S. Siro 48, 18038 Sanremo (IM) oppure [email protected] i diritti del minore La Convenzione sui Diritti del Fanciullo, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York il 20 novembre 1989, é entrata nella nostra legislazione nel 1991, con la Legge 176. Questo importante documento affronta il tema dei diritti dei minori e degli strumenti per la loro attuazione da parte di tutti gli Stati sottoscrittori. Già nel preambolo, la Convenzione enuncia l’importanza e la significatività della famiglia come nucleo entro il quale il minore deve vivere, luogo di sperimentazione dei propri diritti sociali e civili. Nella Convenzione infatti si premette che: > “nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo le Nazioni Unite hanno proclamato che l’infanzia ha diritto a un aiuto e a una assistenza particolari”; > “la famiglia, unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri e in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l’assistenza di cui necessita per poter svolgere integralmente il suo ruolo nella collettività”; > “il fanciullo, ai fini dello sviluppo armonioso e completo della sua personalità, deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicità, di amore e di comprensione”; > “occorre preparare pienamente il fanciullo ad avere una sua vita individuale nella Società, ed educarlo nello spirito degli ideali proclamati nello Statuto delle Nazioni Unite, in particolare in uno spirito di pace, di dignità, di tolleranza, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà”. Il documento è dunque fondamentale perché riconosce il minore come soggetto titolare di diritti e dichiara la necessità che i Paesi sottoscrittori dispongano strumenti in loro tutela; e perchè definisce la famiglia come luogo naturale più idoneo ad accompagnare la crescita del minore, assegnando alle istituzioni la responsabilità di garantirne la tutela e preservare l’esigibilità del diritto di ciascuno. LA LEGISLAZIONE ITALIANA In base all’articolo 4 della Convenzione, gli Stati aderenti hanno dovuto adottare tutti i provvedimenti (legislativi, amministrativi ecc.) necessari a dare attuazione ai diritti riconosciuti dalla Convenzione. L’Italia ha emanato una serie di leggi che tutelano i diritti dei minori; ne citiamo solo alcune: > Legge 285 (28/8/1997): Disposizioni per la promozione di diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza > Legge 451 (23/12/1997): Istituzione della Commissione parlamentare per l’infanzia e dell’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia > Legge 269 (03/8/1998): Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori quali nuove forme di schiavitù > Legge 148 (25/5/2000): Ratifica ed esecuzione della Convenzione n.182 relativa alla proibizione del lavoro minorile e alle azioni per la sua eliminazione, nonché della Raccomandazione n.190 sullo stesso argomento adottata alla Conferenza dell’Organizzazione Generale del Lavoro del 17 giugno 1999-Ginevra > Legge 154 (04/4/2001): Misure contro la violenza nelle relazioni familiari > Legge 46 (11/3/2002): Ratifica ed esecuzione dei protocolli opzionali alla Convenzione dei Diritti del Fanciullo, concernenti la vendita e la prostituzione dei minori e la pornografia rappresentante bambini, il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, stipulati a New York il 6 settembre 2000 > Legge 77 (20/3/2003): Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea sull’esercizio dei diritti dei fanciulli, stipulata a Strasburgo il 25 gennaio 1996 > Legge 149 (28/3/2001): Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, recante ‘Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori’, nonché al titolo VIII del libro primo del Codice Civile > Legge 476 (31/12/1998): Ratifica ed esecuzione della Convenzione per la tutela di minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale, stipulata a l’Aja il 29 maggio 1993. Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184 in tema di adozione di minori stranieri L’AFFIDO FAMILIARE: uno strumento a tutela del minore Per mettere a fuoco il quadro in cui si colloca lo strumento della Casa Famiglia, concentriamoci sulla disciplina che ne regola istituzione e funzionamento, dandone una precisa definizione. Stiamo parlando della Legge 149/2001 che al Titolo 1 (Diritto del minore alla propria famiglia), articolo 1, recita: “Le condizioni di indigenza dei genitori, o del genitore esercente la potestà genitoriale, non possono essere di ostacolo al- l’esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. A tal fine, a favore della famiglia, sono disposti interventi di sostegno e di aiuto”. L’articolo prosegue affermando (comma 3) che “lo Stato, le Regioni e gli Enti locali, nell’ambito delle proprie competenze, sostengono, con idonei interventi, nel rispetto della loro autonomia e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, i nuclei familiari a rischio, al fine di prevenire l’abbandono e di consentire al minore di essere educato nell’ambito della propria famiglia. Essi promuovono altresì iniziative di formazione dell’opinione pubblica sull’affidamento e sull’adozione, e di sostegno all’attività delle comunità di tipo familiare, organizzano corsi di preparazione ed aggiornamento professionale degli operatori sociali, nonché incontri di formazione e preparazione per le famiglie e le persone che intendono avere in affidamento o in adozione minori. I medesimi enti possono stipulare convenzioni con enti o associazioni senza fini di lucro che operano nel campo della tutela dei minori e delle famiglie per la realizzazione delle attività di cui al presente comma”. La legge procede peraltro in modo molto preciso e, al Titolo 2 (articolo 2, lettera l), stabilisce che “il minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo nonostante gli interventi di sostegno e aiuto disposti ai sensi dell’articolo 1, [venga] affidato ad una famiglia, preferibilmente con figli minori, o a una persona singola, in grado di assicurargli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno”. La legge specifica che per i minori di età inferiore ai 6 anni è possibile solo l’inserimento in comunità di tipo familiare. COME SI REALIZZA L’AFFIDO L’articolo 4 della Legge 149/2001 indica, al comma 1, la procedura per la disposizione di un affido che può portare al conseguente inserimento in Casa Famiglia: “L’affidamento familiare è disposto dal servizio sociale locale, previo consenso manifestato dai genitori o dal genitore esercente la potestà, ovvero dal tutore, sentito il minore che ha compiuto gli anni dodici e anche il minore di età inferiore, in considerazione della sua capacità di discernimento. Il giudice tutelare del luogo ove si trova il minore rende esecutivo il provvedimento con decreto”. Si specifica poi che nei casi in cui la famiglia, o colui che esercita la podestà, non dia il consenso, si procede sulla base dell’articolo 330 del Codice Civile. Il comma 3 stabilisce che “nel provvedimento di affidamento familiare devono essere indicate specificatamente le motivazioni di esso, nonché i tempi e i modi dell’esercizio dei poteri riconosciuti all’affidatario, e le modalità attraverso le quali i genitori e gli altri componenti il nucleo familiare possono mantenere i rapporti con il minore. Deve altresì essere indicato il servizio sociale locale cui è attribuita la responsabilità del programma di assistenza, nonché la vigilanza durante l’affidamento con l’obbligo di tenere costantemente informati il giudice tutelare o il tribunale per i minorenni, a seconda che si tratti di provvedimento emesso ai sensi dei commi 1 o 2. Il servizio sociale locale, cui è attribuita la responsabilità del programma di assistenza, nonché la vigilanza durante l’affidamento, deve riferire senza indugio al giudice tutelare o al tribunale per i minorenni del luogo in cui il minore si trova, a seconda che si tratti di provvedimento emesso ai sensi dei commi 1 o 2, ogni evento di particolare rilevanza, ed è tenuto a presentare una relazione semestrale sull’andamento del programma di assistenza, sulla sua presumibile ulteriore durata e sull’evoluzione delle condizioni di difficoltà del nucleo familiare di provenienza”. E si aggiunge che nel provvedimento di affidamento deve essere indicato il periodo di presumibile durata dell’affidamento (che deve essere rapportabile al complesso di interventi volti al recupero della famiglia d’origine). Questo periodo non può superare la durata di ventiquattro mesi ed è prorogabile, dal Tribunale per i Minorenni, qualora la sospensione dell’affidamento rechi pregiudizio al minore. L’articolo 5 della Legge 149, infine, con i commi 1 e 2, definisce le responsabilità della famiglia affidataria e dei servizi invianti allo scopo di garantire l’idonea realizzazione del percorso di crescita e sviluppo del minore inserito, in un contesto di precisi compiti per ciascun ente che concorra alla sua realizzazione. Il testo sancisce che “l’affidatario deve accogliere presso di sé il minore e provvedere al suo mantenimento e alla sua educazione e istruzione, tenendo conto delle indicazioni dei genitori per i quali non vi sia stata pronuncia ai sensi degli articoli 330 e 333 del Codice Civile, o del tutore, e osservando le prescrizioni stabilite dall’autorità affidante. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni dell’articolo 316 del Codice Civile. In ogni caso l’affidatario esercita i poteri connessi con la potestà parentale in relazione agli ordinari rapporti con la istituzione scolastica e con le autorità sanitarie. L’affidatario deve essere sentito nei procedimenti civili in materia di potestà, di affidamento e di adottabilità relativi al minore affidato”. “Il servizio sociale, nell’ambito delle proprie competenze, su disposizione del giudice ovvero secondo le necessità del caso, svolge opera di sostegno educativo e psicologico, agevola i rapporti con la famiglia di provenienza e il rientro nella stessa del minore secondo le modalità più idonee, avvalendosi anche delle competenze professionali delle altre strutture del territorio e dell’opera delle associazioni familiari eventualmente indicate dagli affidatari”. IL REGOLAMENTO REGIONALE L’articolo 2, comma 5, della Legge 149 stabilisce anche che “le regioni, nell’ambito delle proprie competenze e sulla base di criteri stabiliti dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, definiscono gli standard minimi dei servizi e dell’assistenza che devono essere forniti dalle comunità di tipo familiare e dagli istituti, e verificano periodicamente il rispetto dei medesimi”. Per completezza, ricordiamo che la stessa legge dispose che il ricovero in istituto fosse superato entro il 31 dicembre 2006 mediante affidamento ad una famiglia e, ove ciò non fosse stato possibile, mediante inserimento in comunità di tipo familiare caratterizzate da organizzazione e da rapporti interpersonali analoghi a quelli di una famiglia. La Liguria ha quindi emanato il Regolamento Regionale n.2 (2/12/2005) in merito a “Tipologie e requisiti delle strutture residenziali, semi residenziali e reti familiari per minori, e specificazione per i presidi di ospitalità collettiva”. L’articolo 7 di tale Regolamento definisce le Case Famiglia per minori come “luoghi di acco- glienza organizzati intorno ad una famiglia giudicata idonea all’affido dai servizi. I parametri strutturali sono quelli della civile abitazione, commisurata al numero dei minori accolti. L’attività è di norma svolta presso l’abitazione della famiglia o in ambiti che mantengano comunque i caratteri della civile abitazione. La casa famiglia deve essere situata in zone dotate di una rete accessibile ai servizi generali, educativi e ricreativo-culturali tale da permettere la partecipazione alla vita sociale del territorio e facilitare le visite degli ospiti esterni”. Le case famiglia aderenti al Co.Fa.Mi.Li. hanno tutte base professionale ovvero, secondo l’articolo 8 del Regolamento Regionale citato, sono famiglie idonee all’affido che accolgono minori in difficoltà con la corresponsione di una tariffa per ciascun minore. La famiglia accogliente deve essere inserita in un ente legalmente riconosciuto con caratteristiche di Onlus (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) che garantisca la formazione continua dei propri associati. Il numero dei minori accolti è di norma non superiore a cinque, esclusi i figli della coppia. Sono necessari requisiti di professionalità che possono essere assolti dalle figure familiari (se uno o entrambi sono in possesso di titolo adeguato) e da un educatore esterno, a carico della famiglia, per almeno dieci ore settimanali. Inoltre nella Casa famiglia, al momento dell’inserimento, e in accordo con i servizi invianti, viene elaborato un progetto educativo personalizzato per ciascun minore accolto: ancora sulla base dell’articolo 8 (comma 2) del Regolamento, il progetto deve contenere indicazioni circa le finalità dell’accoglienza, i tempi per il ritorno in famiglia, l’adozione o l’autonomia. Il Quaderno di PierPalù è un libro sulla famiglia per la famiglia, realizzato da… una famiglia. Il progetto è infatti nato dai personaggi e disegni di Luna, una bimba di 6 anni; il suo papà, Luca Aimeri (autore di libri di cinema, sceneggiatore, docente di scrittura-per-immagini) ha scritto la storia ispirandosi alla vita della Casa-famiglia Pollicino, e la sua mamma, Laura Calvini (grafico, art director, specializzata in editoria per l’infanzia) ha dato forma al lavoro. Studio Lulalabò è il loro laboratorio di ‘idee parole immagini, e grafica’. Gli autori ringraziano di cuore: Francesca Marra, per essersi coraggiosamente tuffata negli scatoloni di disegni di Luna; Nazzareno e Ileana di Casa Pollicino per le lunghe chiacchierate telefoniche in fase di ideazione; Paolo della Bassin Blues Band per avere ispirato il nome di PierPalù; i compagni di Luna della 1D che sono stati i primi fans degli uccellini-cuoricini; Cri, Lam, Francesca e i trentartisti di Artistitrenta per averci fatto da lettori. A.p.F (Associazione Progetto Famiglia) è impegnata dal 1996 a favore dei minori che vivono in stato di abbandono e semi-abbandono. Oltre a supportare la Casa-famiglia Pollicino, A.p.F è attiva sul territorio dell’imperiese, sostenendo famiglie disagiate; sensibilizzando l’opinione pubblica e i bambini in età scolare sui temi dell’affido, dell’accoglienza e della condivisione; organizzando gruppi di auto-aiuto sulla genitorialità, corsi di aggiornamento per gli operatori e di formazione per volontari in campo minorile. A.p.F è a Sanremo, in piazza S. Siro n. 48 (tel/fax 0184.577160, [email protected], www.casapollicino.it). Progetto e direzione artistica: Studio Lulalabò (www.lulalabo.com | www.artistitrenta.com) Il ‘Quaderno rossocuore di PierPalù viaggiatore’ fa parte della campagna A.p.F di sensibilizzazione 2009-2010 sui temi dell’affido, dell’accoglienza e della condivisione, ed è stato realizzato grazie al contributo di Mediterranea. Stampa: BICIDI, Genova Racconto: Luca Aimeri Disegni: Luna Aimeri Grafica: Laura Calvini Consulenza scientifica: Monica Rebuffo finito di stampare nel settembre 2009 APPUNTI DI VIAGGIO Mi chiamo PierPalù. Sono nato dalla matita di una bimba di 6 anni, su una piccola scrivania zeppa di colori e curiosità. Appartengo alla specie degli Uccellini-cuoricini: cuori sorridenti e leggeri che vivono a Boscofiorato. Sono pieno di amore, non a caso sono un cuore. Mi piace l’avventura e voglio fare l’esploratore. Sulle spalle ho un paio di ali che mi servono per viaggiare. Ma c'è stato un tempo in cui non sapevo come usarle; questa è la storia del mio primo viaggio e di come ho preso il volo. NELLE PROSSIME PAGINE POTRAI AIUTARE PIERPALÙ A RACCONTARE LA SUA STORIA... PREPARA MATITA, COLORI E IMMAGINAZIONE. PierPalù è un uccellino-cuoricino che vive felice coi genitori a Boscofiorato. Un brutto giorno la tempesta spazza via la loro casa; mamma e papà devono partire per un lungo viaggio e PierPalù viene affidato alla grande famiglia di Casa Briciola: prima di riabbracciare i genitori, esplorerà luoghi lontani, incontrerà nuovi amici e imparerà a volare. Seguendo le sue avventure, disegnando scrivendo colorando, capiremo cosa è l’affido famigliare, e scopriremo l’importanza dell’accoglienza e della condivisione. quaderno rossocuore di PierPalù viaggiatore una storia tutta da scrivere, disegnare, colorare e raccontare