fiaba: Pinocchio - Gruppo Editoriale Raffaello
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fiaba: Pinocchio - Gruppo Editoriale Raffaello
giorni di scuola tra ccia n. 14 fiaba: Pinocchio C’era una volta... Geppetto un falegname che non aveva figli e così costruì un burattino e lo chiamò Pinocchio. Quando si accorse che parlava e pensava come un bambino, lo amò come un figlio. Geppetto felice gli comprò l’abbecedario e lo mandò a scuola. Ma Pinocchio non ne aveva alcuna voglia, vendette il libro e comprò il biglietto per lo spettacolo dei burattini. Tutti i burattini erano contenti di conoscere Pinocchio e gli fecero una grande festa. Ma il burattinaio Mangiafuoco si arrabbiò per il gran chiasso e catturò lo sfortunato. Ma sentita la sua triste storia si impietosì, gli regalò quattro monete e lo rimandò dal padre. 152 Poco dopo, Pinocchio incontrò il Gatto e la Volpe, due grandi imbroglioni, che gli dissero: – Seppellisci le tue monete d’oro e in poche ore nascerà un albero di monete! Pinocchio acconsentì e si allontanò. Quando tornò al campo si accorse che le monete erano sparite e disperato tornò verso casa. Ma incontrò dei briganti che lo assalirono e lo legarono all’albero. Quando fu liberato dalla Fata Turchina raccontò un mucchio di bugie e ad ogni bugia il suo naso si allungava. La Fata gli voleva bene e lo perdonò ancora rimandandolo a casa da Geppetto. Ma Pinocchio, lungo la strada, incontrò Lucignolo, il più sfaccendato dei suoi compagni, che lo invitò nel Paese dei Balocchi. Lì tutti i bambini si divertivano all’insaputa dei genitori e, uno dopo l’altro venivano trasformati in asinelli e buttati in mare perché inutili e indolenti. Anche Pinocchio finì tra le onde e un’enorme balena lo inghiottì. Ma nella pancia di quel bestione, ritrovò l’amato padre che era preoccupato per lui e lo stava cercando. La balena starnutì e i due si ritrovarono in mare aperto. Pinocchio aiutò il padre e decise che era giunto il momento di iniziare una nuova vita. Ritrovò il suo abbecedario e tornò a scuola. Quella notte la Fata Turchina gli apparve in sogno: – Bravo Pinocchio hai finalmente imparato la lezione! Ti premierò! Pinocchio corse allo specchio... era diventato un bambino in carne e ossa. Svegliò Geppetto che non riuscì trattenere le lacrime dalla felicità e da quel giorno non si lasciarono più. Collana BIESSE kids, Gruppo Editoriale Brancato 153 giorni di scuola Altre attività CONVERSAZIONE RAPPRESENTAZIONE GRAFICO-PITTORICA SCHEDE QUADERNO OPERATIVO DRAMMATIZZAZIONE della fiaba e di cui si propone e un copione, in una versione simpaticamente rivista e messa in scena da un gruppo di genitori della S.d.I.. “L. Bassetti” di Sesto Calende (VA) Zucchero filato • 5 anni • ppagg 8 154 Zucchero filato • 5 anni • ppagg 9 giorni di scuola Zucchero filato • 5 anni • pag 10 Zucchero filato • 5 anni • pag 11 Zucchero filato • 5 anni • pag 12 Zucchero filato • 5 anni • pag 13 155 azione z z i t a m m dra IO” “PINOCCH giorni di scuola Drammatizzazione Pinocchio Personaggi NARRATORE PINOCCHIO MASTRO CILIEGIA FATA TURCHINA GRILLO PARLANTE GATTO VOLPE MANGIAFUOCO LUCIGNOLO Dialoghi Narratore: – Ciao a tutti. Siamo qui per raccontarvi una storia accaduta tanto tempo fa nella casa di un falegname chiamato Geppetto al quale l’amico Mastro Ciliegia un giorno regalò un bel tronco di legno. Mastro Ciliegia: – Prendilo è legno di pino e ho pensato che tu saprai trarne frutto. Narratore: quando Mastro Ciliegia se ne fu andato, Geppetto cominciò a pensare a come poteva utilizzarlo. Geppetto: – Non so proprio cosa fare: non so, comincerò a lavorarlo, poi si vedrà. Narratore: Mastro Geppetto viveva solo e nonostante la compagnia del gatto Figaro e del pesciolino Cleo desiderava un figlio. Così, senza accorgersene, fece del tronco un burattino che assomigliava ad un bambino vero. Geppetto: – E ora ho pronto un bel nome per te: Pinocchio. Ora però sono stanco, andiamo tutti a nanna. Narratore: prima di addormentarsi il buon Geppetto sospirò dicendo: 156 giorni di scuola Geppetto: – Come sarebbe bello se fosse un bambino vero! Narratore: poi osservando il cielo, esclamò: Geppetto: – Guarda Figaro, la stella dei desideri. Stellina fatata che brilli nel cielo, fai in modo fatina che il sogno sia vero. Narratore: sapete cosa aveva chiesto? Che il suo Pinocchio diventasse un bambino vero. Così durante la notte, la Fata Turchina volò nella casa del vecchio falegname. Fata Turchina: – Buon Geppetto, sei tanto buono e meriti che il tuo desiderio si avveri. Narratore: la fata toccò il burattino con la bacchetta magica e Pinocchio cominciò a muoversi e parlare. Allora la fata gli disse: Fata Turchina: – Dimostrati buono e coraggioso e un giorno diventerai un bambino vero. Grillo Parlante: – Perbacco, che cosa sta succedendo??? Signora Fata, lei fa cose davvero magiche. Fata Turchina: – Certo, Onorevole Grillo, e anche tu dovrai aiutare Pinocchio, infatti sarai la sua coscienza. Narratore: così dicendo la fata scomparve. Pinocchio si guardò intorno, cominciò a camminare, ma era così imbranato che cadde facendo un gran baccano e tutti si svegliarono di colpo. 157 giorni di scuola Geppetto: – Chi è, chi è? Oh Pinocchio, ma tu parli, non è possibile, sto sognando! (spruzzino d’acqua) Pinocchio: – Sì, è venuta la fata, mi ha dato una coscienza, e se sarò buono diventerò un bambino vero. Narratore: Geppetto lo abbracciò, poi al colmo della gioia tutti si misero a ballare. Geppetto: – Ora basta, tutti a letto, domani ti aspetta la scuola. Narratore: il mattino seguente Pinocchio s’incamminò tutto contento verso la scuola, tenendo in mano una bella mela per il maestro ma, ahimè, verso di lui stavano camminando due tipacci, il Gatto e la Volpe. 158 giorni di scuola Volpe: – Guarda, un bambino di legno, una marionetta senza fili! Potremmo farne un bel sacco di soldi (il Gatto annuisce e balla per la gioia). Buono, facciamo le cose per benino. Buongiorno, stai andando a scuola, vero? Ma non lo sai che ci sono cose più divertenti? E poi tu sembri proprio un attore nato. Andiamo, il teatro delle marionette ci attende. (il Gatto continua a fare smorfie). Pinocchio: – Oh, mi piacerebbe venire, ma devo andare a scuola. Volpe: – Sciocchezze! La scuola può aspettare. Narratore: e così dicendo, i due furbacchioni portano Pinocchio al Teatro di Mangiafuoco, nonostante le proteste del povero Grillo (Gatto prende a ombrellate Grillo) Mangiafuoco: – Venghino Signori, venghino: vi presento l’unica marionetta al mondo che balla e canta senza i fili, il grande Pinocchio! Narratore: e Pinocchio cominciò a cantare. Alla fine dello spettacolo Mangiafuoco disse: Mangiafuoco: – Bravo Pinocchio, sei stato sensazionale, abbiamo guadagnato un sacco di soldi. Pinocchio: – Grazie, ci vediamo domani, torno dal mio papà. Mangiafuoco: – Tu sei matto, io ti ho comprato e resterai con me. Partiremo questa notte. Narratore: così dicendo lo rinchiuse in una gabbia e partì. Pinocchio: – Grillo aiuto, dove sei? Aiuto! Narratore: il Grillo, che era rimasto nei paraggi, corse subito in aiuto del burattino. Grillo Parlante: – Non ti preoccupare, ti libererò subito. Narratore: facile a dirsi ma non a farsi. E così dovette intervenire la buona Fata. Fata Turchina: – Perché non sei andato a scuola? Pinocchio: – Stavo andando, ma due mostri mi hanno chiuso in un sacco. Aiuto il mio naso! Fata Turchina: – Forse hai detto una bugia. Per questa volta ti perdono, ma se del perdono non sarai degno per tutta la vita sarai di legno. 159 giorni di scuola Narratore: felici, Pinocchio e il Grillo tornarono verso casa, ma eccoti di nuovo il Gatto e la Volpe. Volpe: – Pinocchio, come sei stanco, devi avere i nervi scossi. Ho io la cura che fa per te. Andiamo nel Paese dei Balocchi. Narratore: così Pinocchio diede di nuovo ascolto ai due imbroglioni e partì, seguito dal povero Grillo sconsolato. Giunsero al Paese dei Balocchi e cominciò il divertimento anche perché Pinocchio aveva un nuovo amico, un tipaccio di nome Lucignolo. Lucignolo: – Vieni Pinocchio, mangiamo dolci, beviamo Coca Cola, giochiamo a biliardo! Narratore: mentre si stavano divertendo accadde un guaio: Lucignolo si trasformò in un asino e Pinocchio si accorse di avere coda e orecchie. Pinocchio: – Aiuto, aiuto! Grillo Parlante: – Scappiamo, vieni con me, ci tuffiamo in acqua e fuggiamo. Narratore: stanchi morti riuscirono a tornare a casa di Geppetto, ma purtroppo la casa era vuota. Ma... ecco, cadde una lettera dal cielo. Grillo Parlante: – Perbacco! Geppetto è stato inghiottito da una balena mostruosa che si trova in fondo al mare. Pinocchio: – Andiamo a salvarlo! Grillo Parlante: – Tu sei matto, la balena ci mangerà. Pinocchio: – Non mi importa, voglio salvare il mio papà! Narratore: detto fatto si tuffarono e un attimo dopo erano in fondo al mare, dove videro l’enorme balena che dormiva russando rumorosamente. Pinocchio: – Sbrigati lumacone, sta aprendo la bocca, entriamo! Narratore: nella pancia della balena Geppetto stava pescando e così recuperò Pinocchio e il grillo. Pinocchio: – Oh babbo! Come sono felice di vederti! Geppetto: – Figlio mio! Anch’io sono felice, ma cosa è successo alle tue orecchie? Pinocchio: – Questo è niente, ho anche la coda. (Pinocchio raglia) 160 giorni di scuola Geppetto: – Non preoccuparti Pinocchio, ora siamo insieme e niente altro conta! Narratore: su proposta di Pinocchio accesero un bel fuoco e fecero starnutire la balena, che nello sforzo spalancò l’enorme bocca e li scaraventò in mare. Geppetto non sapeva nuotare ma Pinocchio, mostrandosi coraggioso, lo afferrò cercando di salvarlo. Pinocchio: – Papà non aver paura, ci sono qua io. Narratore: arrivati alla spiaggia Pinocchio cadde a terra svenuto. Geppetto, disperato, lo portò a casa credendo che fosse morto: lo mise sul letto e cominciò a piangere ma... miracolo!!! Pinocchio: – Perché piangi babbo? Sono sano come un pesce e per giunta sono diventato un bambino vero! Grillo Parlante: – Era ora, mi hai fatto fare una faticaccia! Geppetto: – Sono l’uomo più felice del mondo, evviva! Fata Turchina: – Vedete bambini, Pinocchio è stato buono e coraggioso e ha avuto il suo premio. 161
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