chiusura dell`iliaco - Centro Medicina Osteopatica
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chiusura dell`iliaco - Centro Medicina Osteopatica
LE CATENE MUSCOLARI V° INCONTRO ARTO INFERIORE 14 Settembre 2013 C.M.O. Centro di Medicina Osteopatica • Tutte le catene muscolari, attraverso le quali si esplica la motricità dell’intero organismo, passano attraverso la mandibola e finiscono a livello dei piedi. E’ intuibile che un cambiamento di posizione mandibolare o una asimmetria di funzione possa in qualche modo avere un effetto sull’appoggio plantare. Non possiamo conoscere a priori l’entità di tale effetto senza una valutazione corretta di tutto il sistema mio-fasciale La strada attraverso la quale il cervello organizza le sue risposte è quella che vede l’impegno delle catene muscolari. LE CATENE MUSCOLARI • Rappresentano circuiti in continuità di direzione e di piano attraverso i quali si propagano le forze organizzatrici del corpo. TRE LEGGI • EQUILIBRIO mantenimento dell’omeostasi fisiologica. • ECONOMIA Senza eccessivo dispendio energetico • CONFORT Assenza di dolore LE CATENE MUSCOLARI • La buona coordinazione dell’organizzazione generale passa attraverso le fasce CATENE MUSCOLARI TRATTAMENTO DELLE FASCE UNITA’ FUNZIONALI DEL CORPO • CEFALICA: testa e collo • TRONCO: torace e addome • ARTI: una unità per ogni arto e per la mandibola. • Ogni unità funzionale ha la stessa organizzazione basata su un sistema miotensivo diretto e uno crociato PRINCIPI DI TRATTAMENTO • AUTONOMIA DELLE UNITA’ FUNZIONALI • INTERDIPENDENZA DELLE GUAINE FASCIALI • RAPPORTI DI CONTINUITA’ E CONTIGUITA’. CATENE STATICHE CATENA STATICA MUSCOLOSCHELETRI CA CATENA STATICA NEURO-MENINGEA CATENA STATICA VISCERALE CATENE MUSCOLARI DINAMICHE F L E S S I O N E E S T E N S I O N E CATENE MUSCOLARI DINAMICHE A P E R T U R A C H I U S U R A BACINO • La cintura pelvica, composta dai due iliaci e dal sacro, deve rispondere alle funzioni statiche e dinamiche. Per la statica c’è bisogno di una buona coesione dei tre elementi che la compongono. Per la dinamica la cintura pelvica deve avere una mobilità d’insieme e allo stesso tempo una deformabilità possibile tra i tre elementi, al fine di potersi adattare agli sforzi asimmetrici. • Le ali iliache diventano bracci di leva importanti per le catene muscolari del tronco ma anche per quelle degli AAII. La mobilità iliaca condiziona la statica e la dinamica degli arti inferiori. • Le ossa iliache si articolano con il femore, il sacro e tra di loro a livello della sinfisi pubica, e hanno principalmente due direzioni di mobilità: • -Anteriorità – Posteriorità • -Apertura – Chiusura • Sacro-Iliaca, Sinfisi Pubica e Coxo-Femorale devono lavorare sinergicamente e armonicamente nei movimenti degli arti inferiori. LA MOBILITA’ ANTERO-POSTERIORE DELL’ILIACO L’anteriorità iliaca è il movimento di rotazione anteriore dell’osso iliaco sul femore, con la SIAS che si dirige in avanti-basso (Fig. 16). L’anteriorità bilaterale provoca una antiversione del bacino La posteriorità iliaca è il movimento di rotazione posteriore dell’osso iliaco sul femore, con la SIAS che si dirige in altoindietro (Fig. 17). La posteriorità bilaterale provoca una retroversione del bacino. Un iliaco in anteriorità associato a un iliaco in posteriorità provoca la torsione del bacino • SIAS, PUBE, SIPS, CRESTA ILICA, SACRO (base, AIL) • SACRO-ILIACA: giuntura di mobilità che si adatta alle diverse influenze. Pochissimo movimento, moltissima importanza nella qualità del movimento. Ogni lesione dell’articolazione sacro-iliaca altera la mobilità del bacino in toto. ANTERIORITA’ ILIACA Il sacro si orizzontalizza (l’iliaco anteriore porta avanti anche la articolazione SI)essendo in posizione posteriore rispetto all’iliaco all’interno della SI. Antiversione del bacino • E’ la rotazione anteriore contemporanea delle due ali iliache sulle due coxo-femorali. Il soggetto iperprogramma bilateralmente quadrato dei lombi e retto femorale, che fanno parte delle catene di estensione (rispettivamente del tronco e degli arti inferiori). L’anteriorità iliaca si colloca quindi in un movimento globale di estensione . POSTERIORITA’ ILIACA • L’ala iliaca compie una rotazione posteriore intorno al femore. La parte “coxosacro-iliaca” compie un movimento ad arco di circonferenza che porta la sacro-iliaca il dietro-basso . Il sacro, contrariamente a quanto ci aspetteremo, si sposta anch’esso in dietrobasso e si verticalizza. La posteriorità iliaca è effettuata dalla coppia muscolare Retto dell’Addome-Ischiocrurali. LA RETROVERSIONE DEL BACINO • • • • E’ la rotazione posteriore contemporanea delle due ali iliache sulle coxo-femorali. Il soggetto in questo movimento iperprogramma le coppie muscolari Retto dell’Addome – Ischiocrurali, che appartengono alle catene di Flessione (rispettivamente del tronco e degli arti inferiori). La posteriorità iliaca e la retroversione si collocano in un movimento globale di flessione (Fig. 32), ed hanno come conseguenza: Appiattimento della lordosi lombare Flexum del ginocchio Accentuazione del flexum di ginocchio nel TFE TFE • • • • • • • • Analizza: - Articolazione Sacro-Iliaca - Ischio-crurali - Quadrato dei lombi Osservare: Pollici montanti Dinamica lombare Dinamica del ginocchio e piede TFE • Evidenzia la mobilità articolare sacro-iliaca. Per prima si flette la lombare che trascina il sacro, seguito dalla flessione dell’anca e rotazione anteriore dell’iliaco. Se la SI non è libera, il sacro trascinerà l’iliaco verso l’alto spostando in alto la sips rispetto alla controlaterale. Solo con un TFE nettamente positivo si dovrà trattare la SI in modo analitico. TFE negativo • Il sg può toccare i piedi senza che la statica delle ginocchia o della volta plantare venga modificata TFE positivo per ischio-crurali, Q.lombi. o entrambi • 1) Appiattimento rachide lombare o mantenimento della lordosi • 2) Statica del ginocchio modificata (Flessione + varo o valgo, associati a rotazioni • 3) Statica della volta plantare modificata • - piede in inversione appiattendo apparentemente la volta plantare (RI tibia) • - piede in eversione con parvenza di piede cavo (RE tibia) • 4) Statica di rachide lombare, piede , ginocchio modificate (osservare asse delle dita) TFE=0 SIMMETRICO Tendenza al flexum del ginocchio: - Retroversione bacino - Iliaci post bilaterali - CF sovraprogrammate Tendenza al recurvatum del ginocchio: - Antiversione bacino - Iliaci ant bilaterali - CE sovraprogrammate TFE=0 ASIMMETRICO (sips asimmetriche ma con la stessa mobilità) • Osservare le ginocchia, una sarà in F e una in E, indice di torsione del bacino. • Completare col test di posizionamento del bacino e di lunghezza degli aa ii • Non essendo positivo il TFE questa torsione non è di origine articolare ma spesso dovuta a una CE sovraprogrammata dal lato dell’iliaco anteriore TFE • le tensioni concentriche degli ischiocrurali imporranno al soggetto un flexum di ginocchio. • In un’altra categoria di pazienti si ritrovano delle tensioni posteriori nel TFE, ma associate a un recurvatum di ginocchio . In questo caso i muscoli dominanti sono della CDE, Quadrato dei Lombi e Retto Femorale, che sono in tensione concentrica; al contrario gli ischiocrurali sono in tensione eccentrica. Per risolvere le tensioni posteriori si dovranno trattare eccentricamente le catene di estensione. TFE + una sips sale più velocemente e più in alto della controlaterale • Indice di perdita di mobilità a livello sacroiliaco dal lato della positività. • I tests di posizionamento preciseranno se l’iliaco è in anteriorità o posteriorità. • Il TFE non è un test specifico per l’A-C ma evidenzia una compressione della SI quando presente. L’osservazione delle ginocchia e piedi è importante perché la loro statica dipende dalla programmazione delle catene muscolari. Tests di posizione TORSIONE DEL BACINO TORSIONE E ADATTAMENTO DEL SACRO Creazione di un asse obliquo intorno al quale il sacro subisce una torsione intraossea. TORSIONE E COMPENSO LOMBARE • Inizialmente questo atteggiamento provoca una disuguaglianza delle due creste iliache ma non degli arti inferiori. L’atteggiamento lombare in side-bending e rotazione è coerente con le coppie muscolari che influenzano i movimenti iliaci: quadrato dei lombi e retto femorale a sx (concavità lombare sinistra), retto dell’addome e ischiocrurali a dx (rettilineizzazione lombare destra). TORSIONE E COMPENSO LOMBARE • quadrato dei lombi e retto femorale a sx (concavità lombare sinistra), retto dell’addome e ischiocrurali a dx (rettilineizzazione lombare destra). TORSIONE E ARTI INFERIORI • • • • • • ILIACO ANT: - cresta +alta - Sias + bassa - pube + basso - Concavità lombare omolat. - sacro inclinato controlateralmente • La torsione avviene al di sopra della coxo-femorale, quindi le teste femorali sono alla stessa altezza. • In piedi l’iliaco ant non allunga l’arto inf. • Distesi il cotile si sposta in basso-dietro e si osserva un allungamento compensatorio dell’arto inf. – non c’è più il punto di resistenza a livello della testa femorale. APERTURA /CHIUSURA DEL BACINO APERTURA BACINO • Questo movimento si effettua su due articolazioni ,sacroiliaca e sinfisi pubica, lungo un asse che le unisce e che quindi partendo dal pube si dirige indietro, in alto e all’esterno. • Conseguenze: - la cresta iliaca all’esterno, in avanti-basso, • - la branca ischio-pubica all’interno, indietro e in alto; • - il sacro durante l’apertura degli iliaci si verticalizza . • • • • • • In questo movimento di apertura la cavità cotiloidea si sposta: 1) Verso l’interno: la testa femorale si avvicina alla linea mediana, per cui la diafisi femorale si verticalizza ; l’arto inferiore si modifica nel senso di un allungamento e di una diminuzione del valgismo del ginocchio. I muscoli che condizionano l’apertura del bacino sono principalmente: Perineo Abduttori Sartorio • Verso il basso: nell’apertura dell’iliaco la cavità cotiloidea si sposta sì in basso , però quando c’è il contatto col suolo si crea un contro-appoggio che fa rimanere alla stessa altezza la cavità cotiloidea facendo invece salire il bacino e l’asse di movimento. Questo è valido nel movimento globale di bacino, bilaterale, in cui le creste iliache vengono spinte all’esterno, in avanti e in alto in un movimento generale di elevazione del bacino. Le sacro-iliache verranno proiettate più in alto, si apriranno e il sacro tenderà a verticalizzarsi • Nell’apertura iliaca il sacro si verticalizza e si alza; l’allontanamento laterale delle creste iliache favorisce l’arretramento di L4 e di L5 con diminuzione della lordosi lombare, per via della messa in tensione dei legamenti ileo-lombari . L’appoggio discale diviene più centrale. Nell’apertura quindi la lombare si verticalizza, riduce la lordosi e si eleva. Questo fenomeno non deve essere confuso con ciò che accade nella retroversione di bacino, in cui la colonna lombare si verticalizza e riduce la lordosi, ma in associazione a un abbassamento delle vertebre (insieme al sacro). CHIUSURA DELL’ILIACO • L’iliaco compie un movimento di chiusura intorno all’asse pubesacro-iliaca, che porta: • - la cresta iliaca all’interno-indietro-in alto • - la branca ischio-pubica all’esterno-avanti-basso • - il sacro si orizzontalizza CHIUSURA DELL’ILIACO • • Nel movimento di chiusura la cavità condiloidea si sposta: 1) Verso l’esterno: Come nel movimento opposto, anche la chiusura iliaca condiziona l’orientamento della diafisi femorale, in questo caso aumentando l’atteggiamento in obliquo; la testa femorale viene allontanata dall’asse mediano, spostandosi lateralmente. Questo si associa a un aumento del valgo a livello del ginocchio e a un accorciamento dell’arto inferiore . I muscoli che agiscono sull’iliaco portandolo in chiusura formano una coppia funzionale, data nella parte superiore dell’iliaco dall’Obliquo Interno dell’addome (CCA) e nella parte inferiore dai muscoli Adduttori, che prendono punto fisso sul femore per avvicinare a esso la branca ischio-pubica . Grazie alla loro inserzione distale al di sopra della rima del ginocchio favoriscono l’aumento del valgismo del ginocchio; gli adduttori fanno parte della catena di chiusura degli AAII, che ha la capacità di aumentare il valgismo di anca, ginocchio, calcagno, l’appiattimento della volta plantare. CHIUSURA DELL’ILIACO • Verso l’alto: Anche qui, in rapporto all’asse di apertura/chiusura la cavità cotiloidea si sposta in alto , ma quando entrambi gli arti sono in appoggio al suolo la testa femorale diventa il punto fisso intorno al quale scendono in basso-interno (e indietro) l’asse di movimento e la cresta iliaca. La sacro-iliaca si troverà proiettata più in basso, con un sacro più basso e orizzontale. CHIUSURA DELL’ILIACO • L’avvicinamento delle creste iliache verso la colonna rilassa i legamenti ileo-lombari , per cui L5 e L4 sono libere di anteriorizzarsi e aumentare la lordosi lombare, con un conseguente accorciamento di questa. L’appoggio discale è più posteriore, con una diminuzione dello spazio intervertebrale. Quindi, nella chiusura del bacino, la colonna lombare si lordotizza, si accorcia e scende, seguendo la discesa del sacro sulle sacro-iliache. Ciò è diverso da quanto avviene nell’antiversione di bacino, in cui si ha sempre un aumento della lordosi con accorciamento della parte lombare, ma associato a una risalita del sacro SX chiusura/ DX apertura • Compenso statico a un problema del tronco o degli arti inf. • Relazione viscerale (sigma, ovaio, testicolo, ernia inguinale, etc.) • Disfunzione cranica in SBR SX chiusura/ DX apertura la colonna lombosacrale è inclinata in basso a sinistra con rotazione posteriore a destra e riequilibra l’inclinazione del sacro partendo da L3 (verso l’alto). All’RX il sacro, così come L4 e L5, sono inclinati verso sx e da L3 in su si assiste al riequilibrio. Nell’esame in postura eretta si può notare una cresta iliaca destra più alta (come per un iliaco anteriore), ma nel TFE l’emibacino dx e la colonna lombare inferiore a dx saranno più alti. In questo caso si ha una situazione analoga allo scivolamento in superiorità dell’iliaco, con SIAS, SIPS e cresta iliaca più alte SX chiusura/ DX apertura • Nella statica: cresta iliaca dx più alta. • Nel TFE: l’emibacino dx e L4L5 a dx saranno più alti (rotazione posteriore a dx) • 3 punti alti a dx: cresta, sias, sips. Come nella lesione traumatica di iliaco in superiorità – up-slip (traumatica, con disassamento della sinfisi e generalmente con impossibilità dell’appoggio al suolo del piede, lesione rara da vedere in studio) difformità degli arti inferiori • Bacino in apertura-chiusura • Bacino in torsione (iliaco ant-post): se la torsione si instaura contemporaneamente avremmo disallineamento traumatico del pube e contrazione della sacro-iliaca che viene compensato dalla apertura dell’iliaco in anteriorità e dalla chiusura di quello in posteriorità. E’ interessante notare come i parametri di anteriorità/posteriorità intervengano principalmente nella locomozione, mentre i parametri di apertura/chiusura sono in relazione con i visceri pelvici. TEST DI ALLUNGAMENTOACCORCIAMENTO APERTURA CHIUSURA FALSA GAMBA LUNGA FALSA GAMBA CORTA IL TEST CI INFORMA SE L’ARTO ACCETTA O NON ACCETTA L’APERTURA O LA CHIUSURA TEST DI ALLUNGAMENTOACCORCIAMENTO Messa in tensione del piccolo gluteo Adduttori e otturatori PREPARAZIONE Test di allungamento (apertura) si favorisce l’apertura e si osserva se il bacino la consente Test di accorciamento (chiusura) si favorisce la chiusura e si osserva se il bacino la consente ILIACO IN APERTURA - L’arto inf si allunga e non si accorcia (o si accorcia meno di quanto si allunghi). - La CA è sovraprogrammata a livello dell’iliaco. - Possibile rapporto con congestione addominale o con tensioni pelviche da questo lato; le catene m impongono una apertura dell’iliaca e “frenano” il test di accorciamento. ILIACO IN CHIUSURA - L’arto inf durante il test si accorcia e non si allunga (o meno di quanto si accorci). - La CC è sovraprogrammata a livello dell’iliaco. - Possibile rapporto con tensione addominale o congestione pelvica dallo stesso lato; le catene m impongono una chiusura iliaca e “frenano” il test di apertura. BACINO IN APERTURA - Prevale l’allungamento degli aa inf sull’accorciamento: i due iliaci sono in apertura. - CA tronco e aa inf sovraprogrammate - Probabile relazione contenente-contenuto che genera questo schema: probabile necessità di trattamneto della catena viscerale. BACINO IN CHIUSURA - Prevale l’accorciamento degli aa inf sull’allungamento: i due iliaci sono in chiusura. - CC tronco e aa inf sovraprogrammate - Probabile relazione contenente-contenuto che genera questo schema: probabile necessità di trattamneto della catena viscerale. Bacino in A/C • 3 punti alti nel lato di apertura • 3 punti bassi nel lato di chiusura • Concavità lombare L4L5-Sacro nel lato basso • Analisi della catena viscerale • Lunghezza dell’arto inferiore VERA GAMBA LUNGA • Iliaco in Posteriorità e Chiusura Rialzo plantare indispensabile oltre certi valori. VERA GAMBA CORTA • Iliaco in apertura e in anteriorità. FALSA GAMBA LUNGA • Iliaco in Apertura + Anteriorita FALSA GAMBA CORTA • Iliaco in Chiusura + Posteriorità Rialzo plantare controindicato; può essere utile soletta propriocettiva associata a contemporaneo riequilibrio globale delle catene Due possibili alterazioni della mobilità • PERDITA DI MOBILITA’: traumatica o cronica • - traumatica (acuta): la più frequente, trattata con tecniche di inibizione e di rilasciamento muscolare; il trattamento deve essere analitico, i mm interessati devono essere portati in isometrica. • Cronica: il trattamento delle cm è globale per rilasciare l’insieme delle tensioni muscolari che si focalizzano sul bacino. • IPERMOBILITA’: traumatica e cronica. • - Traumatica: molto rara, riposo completo (chirurgia?) • - Cronica: si instaura su articolazione che compensa una diminuzione di mobilità a distanza. Il trattamento comincia dalla zona di ridotta mobilità con successivo riequilibrio globale delle cm (es periartrite spalla o anca) LAVORO IN ECCENTRICA • -rilasciare le tensioni muscolari • - decomprimere articolazioni • - migliora la mobilità LAVORO ISOMETRICO • • • • - INIBIZIONE TENSIONI RIFLESSE - INIBIZIONE SOFFERENZE TISSUTALI - MIGLIORARE LA TROFICITA’ MUSCOLARE - AZIONE ANTALGICA LAVORO CONCENTRICO • - riprogrammazione di un muscolo inibito • - aumentare la potenza muscolare LAVORO CONNETTIVO (FASCIALE) • - CUTANEO: zone riflesse, aderenze, cicatrici, catena statica • - TENDINO-APONEVROTICO: liberazione di aderenze • - VISCERALE: catena statica viscerale • - MENINGEO: catena statica neuro-meningea. COXO-FEMORALE COXO-FEMORALE ILIACO ANTERIORE ILIACO POSTERIORE ILIACO IN APERTURA ILIACO IN CHIUSURA CATENA STATICA “scheletro connettivo del movimento” • • • • • • • • • • • • • dopo l’aponeurosi lombare che termina sulle creste iliache e sul sacro, si continua in profondità con -Legamenti Sacro-Spinoso e Sacro-Tuberoso -Fascia del Piriforme -Fascia degli Otturatori e Membrana Otturatoria In superficie invece la catena si continua con -L’Aponeurosi del Grande Gluteo, che termina in uno sdoppiamento posteriore della fascia lata, -La Bendelletta di Maissiat, che rappresenta la struttura principale a livello della coscia; termina sul tubercolo di Gerdy per continuarsi attraverso la guaina e i setti intermuscolari della loggia esterna della gamba -Il Perone -La Membrana Interossea -Il muscolo Plantare -Le guaine dei mm Peronei -L’aponeurosi plantare. A livello della testa del perone la catena statica laterale, attraverso un’arcata fibrosa, va a rinforzare la membrana del soleo la quale tramite il tendine d’Achille si unisce alla volta plantare. CATENA STATICA CATENA STATICA CATENE MUSCOLARI DINAMICHE F L E S S I O N E E S T E N S I O N E CATENA DI FLESSIONE • • • • • • • E’ la continuazione della CRA del tronco . Essa determina: - Lo stato generale di Flessione dell’arto inferiore - La Flessione dell’Iliaco (Posteriorità) attraverso Retto dell’Addome, Iliaco e Semimembranoso - La Flessione dell’anca, tramite Ileopsoas e Otturatori - La Flessione del Ginocchio con Semimembranoso e Popliteo - La Flessione Dorsale della Caviglia attraverso l’Estensore Lungo delle Dita - La Flessione della Volta Plantare e delle Dita tramite Lombricali, Quadrato del piede, Flessore Breve dell’Alluce e Flessore Breve del V dito. • Quindi la CDF è anteriore a livello dell’anca , ma diventa posteriore nel tragitto verso il ginocchio. Al di sotto di questo la catena va a posizionarsi sulla loggia anteriore della gamba e sulla faccia dorsale del piede per poi congiungersi anteriormente, a livello delle dita, alla fascia plantare e terminare sul calcagno. • Semitendinoso, Capo lungo del Bicipite Femorale, Vasto Intermedio e Tibiale Anteriore fanno parte delle catene di apertura/chiusura e possono essere, in base al movimento o al compenso da realizzare, sinergici con la CDF o con la CDE. CATENA DI FLESSIONE • • • • • Una iperprogrammazione della CDF avrà la tendenza a instaurare un atteggiamento in flessione , dato da Posteriorità Iliaca , Flexum di Anca, Flexum di Ginocchio, Flexum di Caviglia, Volta Plantare ben marcata con Flexum, Flexum delle Dita . -FLEXUM DEL GINOCCHIO: Determina un aumento della pressione sulla rotula e sollecitazione del tendine del quadricipite; si potranno avere tendinopatie anteriori a livello del ginocchio e, nei casi più gravi, deteriorazioni cartilaginee a questo livello. Posteriormente la tensione degli ischiocrurali sono intolleranti ai movimenti rapidi in estensione e sono facilitati a stiramenti e strappi. -FLEXUM DI CAVIGLIA: Predispone a una tendinopatia del tendine di Achille. -FLEXUM DELLA VOLTA PLANTARE – DITA A MARTELLO: La contrattura costante dei mm della volta plantare ne valorizza l’arco, ma all’esame non si ritrova un piede cavo-varo. L’accorciamento della CDF provoca un atteggiamento con dita a martello, associato a fatica plantare, tendiniti, aponeurositi. La Spina del Calcagno sarà la risposta fisiologica a una ipertensione costante della aponeurosi plantare sul calcagno. NB: non è detto che tutto l’arto inferiore sia programmato in flessione, la catena si può spezzare. • • Le catene di flessione vengono iperprogrammate da una influenza di Ripiegamento Viscerale; il contenente si avvolge sul contenuto viscerale facendo punto fisso al centro per risolvere problematiche di diminuzione delle pressioni intraaddominali o di presenza di tensioni interne (cicatrici, aderenze…). Il tronco si adatta in flessione e il bacino va in posteriorità (emi-lato) o in retroversione (globale), portato dalla coppia di flessione del tronco e degli arti inferiori. Il soggetto presenterà allora il flexum agli arti inferiori, in particolare al ginocchio. Se il soggetto possiede una statica degli arti inferiori basata sulla catena di estensione, nel momento in cui si verifica un problema viscerale non potrà instaurare efficacemente una iperprogrammazione delle CDF a livello degli arti inferiori, per cui farà affidamento sulle catene di Chiusura. A livello del ginocchio Estensione e Chiusura si sommeranno per dare un Falso Varo (varo con rotule rivolte all’interno). CATENA DI FLESSIONE CATENE DI FLESSIONE PSOAS PSOAS PSOAS OTTURATORI ISCHIO-CRURALI ISCHIO-CRURALI LOGGIA ANT. GAMBA, PIEDE, DITA LOGGIA ANT. GAMBA, PIEDE, DITA CATENA DI FLESSIONE AUTOPOSTURA CATENA DI ESTENSIONE • • • • • • • - L’Estensione globale dell’arto inferiore - -L’Estensione dell’Iliaco, o Rotazione Anteriore, ad opera di Quadrato dei Lombi e Retto Femorale - L’Estensione di anca, tramite Grande Gluteo (Piano Profondo) e Quadrato del Femore - L’Estensione di ginocchio attraverso il Vasto Intermedio - La flessione plantare di caviglia per mezzo del Soleo - L’Estensione della volta plantare e delle dita tramite Flessore Breve delle Dita (per estendere il piede nel complesso), Interossei, Estensore Breve delle Dita, Estensore Breve dell’Alluce. Quindi la catena di estensione è posteriore a livello dell’anca , per anteriorizzarsi durante la discesa verso il ginocchio. Al di sotto di questo la catena passa nella loggia posteriore e dietro alla caviglia. Con il calcagno si inserisce sulla volta plantare e anteriormente a livello delle dita si riunisce ai mm della faccia dorsale del piede. CATENA DI ESTENSIONE • L’iperprogrammazione della CDE tenderà a instaurare: • Anteriorità Iliaca • Estensione di Anca • Recurvatum di Ginocchio • flessione plantare di caviglia (appoggio prevalentemente sul tallone) • Volta poco marcata • piede piatto • Estensione delle Dita (con appoggio al suolo sui metatarsi). CATENA DI ESTENSIONE • • -RECURVATUM DEL GINOCCHIO -SINDROME DI OSGOOD SCHLATTER: • -SINDROME COMPARTIMENTALE DELLA ROTULA: Un bambino con statica in estensione avrà un recurvatum di ginocchio che lo porta, con il tempo, a un posizionamento alto della rotula. Successivamente il nuovo posizionamento della rotula determinerà una nuova impronta di compressione sulla faccia anteriore del femore. In posizione di riposo il bambino starà in iperestensione e la rotula sarà alloggiata su quell’impronta. Nel passaggio in flessione la rotula dovrà fare uno scalino per uscire dalla depressione e subentreranno dolori importanti. E’ inutile fare il trattamento chirurgico se non vi si associa un allentamento del retto del femore. -PIEDE PIATTO E DOLORI PERFORANTI legamento attivo a livello delle articolazioni che incontra . Avremo: -A livello dell’Anca, Posteriormente: oltre alle fibre trasversali dell’ischiofemorale entrano in tensione anche il Quadrato del Femore e il piano profondo del Grande Gluteo. -A livello del Ginocchio, Anteriormente: nella flessione la tibia tenderebbe a scivolare posteriormente e ingaggiare il LCP; a proteggerlo intervengono Vasto Intermedio, Rotula e Tendine Rotuleo. -A livello di Caviglia, Posteriormente: Soleo e Flessore breve delle dita proteggeranno nella dorsifls. -A livello delle dita, Anteriormente: I tendini di Flessore Breve delle dita, Interossei, Estensore Breve delle dita consentono di costruire un sistema di trave composita su cui fanno affidamento le altre catene. • • • • • • • • • INFLUENZE VISCERALI SULLA CATENA DI ESTENSIONE: Le Catene di Estensione sono attivate da uno Spiegamento Viscerale: Il contenente si deve espandere per disperdere l’aumento delle pressioni interne e mantenere un equilibrio confortevole. I punti di fissità verranno presi in periferia. Alla programmazione della CRP del tronco si associa quella delle catene di estensione dell’arto inferiore, per cui il bacino sarà portato in anteriorità (emilato) o in antiversione (tutto il bacino). Il ginocchio sarà in recurvatum. Se il il soggetto è in statica di flessione sugli arti inferiori nel momento in cui si pone il problema viscerale, la programmazione dell’estensione non si potrà attuare efficacemente, per cui si utilizzeranno le Catene di Apertura. L’associazione di Flessione e Apertura a livello del ginocchio genererà un varismo (). CATENE DI ESTENSIONE GRANDE GLUTEO CRURALE E RETTO ANTERIORE CATENA ESTENSIONE GAMBA CATENA ESTENSIONE POSTURA GLOBALE CATENA DI ESTENSIONE CATENA DI APERTURA • • • • • • • • • • La CDA dell’arto inferiore è la continuazione della CDA del tronco, ossia della Catena Crociata Posteriore . Essa determina: -L’apertura generale dell’arto inferiore -L’apertura Iliaca, data da mm del Pavimento Pelvico, il Gluteo, il Sartorio e il Tensore Fascia Lata -L’abduzione del femore viene portata avanti da Medio Gluteo, Grande Gluteo e Piriforme (svolgono anche la funzione di rotatori esterni) -La rotazione esterna del femore è eseguita anche da i due capi del Bicipite Femorale e dal Vasto Laterale (svolgono anche la funzione di varizzanti del ginocchio) -La rotazione esterna della tibia -La supinazione del piede, con Calcagno in varo, ad opera di Tibiale Anteriore ed Estensore Lungo dell’alluce (fascio antero-interno sulla gamba) e di Gastrocnemio Mediale e Tibiale Posteriore (fascio posterointerno sulla gamba) -Flessore lungo dell’alluce, adduttore dell’alluce e opponente del V dito daranno anche una componente di varismo del V dito. In continuazione con la CCP del tronco, essa parte dal sacro e dall’iliaco per dirigersi in basso-avanti-esterno. Attraverso il piano superficiale del Grande Gluteo (Fig. 248-249) la catena di apertura si unisce al bordo posteriore della Fascia Lata. Questa si continua in avanti con il Vasto Laterale, che tramite le fibre proiettate sulla rotula fa continuare la catena anteriormente su condilo interno del femore e tibia. Qui il tragitto diventa postero-interno con il Gastrocnemio, capo mediale, e con i mm Retromalleolari Interni. La CDA termina sul piede a livello dell’arco mediale della volta, fino al I° dito. La catena è completata da un altro fascio, più esterno, che partendo dall’ischio, si dirige in basso e all’esterno attraverso i due capi del Bicipite Femorale. Questi si inseriscono sulla testa del perone e qui il tragitto diventa antero-interno a livello della loggia anteriore della gamba, con Tibiale Anteriore ed Estensore Lungo dell’Alluce, per terminare come l’altro fascio sull’arco interno del piede e sul I° dito. CATENE DI APERTURA CATENA DI APERTURA • Se la CDA viene iperprogrammata , le conseguenze nella statica saranno: Apertura Iliaca, Abduzione e Rotazione esterna di anca, Varo al ginocchio, Varo al calcagno, la Supinazione del piede e delle dita, V dito varo. • - GINOCCHIO VARO: Si registra una contrazione nel versante mediale e una conseguente ipermobilità del versante esterno. Questa situazione è molto frequente negli sportivi e facilita la comparsa di problematiche a livello del ginocchio. Si viene a creare un punto fisso sul compartimento interno del ginocchio, per cui lo scivolamento anteriore del condilo interno durante la flessione sarà frenato. Questo comporta un aumento dei movimenti rotatori del condilo esterno durante la flessoestensione e, conseguentemente, una facilitazione nelle lesioni del LCA e dei menischi. • • - PIEDE VERSO L’ESTERNO – PIEDE CAVO – QUINTO DITO VARO: Il varo del calcagno sposta l’appoggio del piede verso il bordo esterno della volta. Inizialmente l’avampiede si adatterà in Eversione e il V dito in adduzione, o Varismo. Col passare del tempo sul retropiede in supinazione si installerà un avampiede in pronazione, fino alla perdita di appoggio dell’alluce. Questo adattamento porterà al piede cavo, con valorizzazione dei mm plantari; col tempo, al V° varo si aggiungerà il I° dito valgo. -LA SPINA CALCANEARE: un piede cavo dato dalla torsione tra retropiede e avampiede durante il cammino non si snoda. Le tensioni costanti della muscolatura plantare favoriscono la retrazione dell’aponeurosi plantare e potranno portare alla comparsa di una spina calcaneare lateralizzata. CATENA DI APERTURA • • • • NB: la catena di apertura determina lo spiegamento e l’allungamento dell’arto inferiore. Come detto precedentemente, le catene di apertura e di chiusura non vengono programmate da sole, ma insieme alle catene di flessione o di estensione: - La CDA programmata con la CDF determina il Varo del ginocchio: al Flexum si aggiunge la rotazione esterna. Le rotule divergono. I piedi tendono verso l’esterno. - La CDA programmata con la CDE determina il Falso Valgo del ginocchio: al Recurvatum si aggiunge la rotazione esterna. E’ falso perché le rotule divergono (il valgo deve avere per forza Rotazione Interna di anca). CATENA DI APERTURA • • • • INFLUENZE VISCERALI SULLA CATENA DI APERTURA: Anche in questo caso è lo spiegamento viscerale a chiamare in gioco la CDA, in un secondo momento rispetto alla CDE. Questo avviene: - Perché la CDE non riesce da sola a compensare lo spiegamento viscerale. CDA+CDE comporteranno il Falso Valgo del ginocchio (Foto 23,26,27,28 ). - Perché il soggetto ha già una statica in cui predomina la CDF. Non potendo reclutare efficacemente la CDE allora richiama la CDA. CDF+CDA provocherà il Varo del Ginocchio (Fig. 29). CATENA DI APERTURA SARTORIO E GLUTEO • • • • Paziente: sul fianco con il lato da trattare verso l’alto; il ginocchio in appoggio sul lettino è flesso, coscia da trattare in estensione, adduzione, fuori dal lettino, ginocchio esteso. Operatore: in appoggio col fianco sul bacino del pz. Stabilizza il bacino con la mano cefalica; postura l’arto inf a lavorare in max estensione, ginocchio esteso, in RI, massima adduzione. Si chiede al pz di fare ABD + RE + F contro resistenza. Il bacino deve rimanere in posizione affinchè non si abbiano compensi lombari. 6’’ contrazione, 6’’ rilasciamento e guadagno per 6 volte CATENA DI APERTURA PIRIFORME • Pz: prono • OP: dal lato opposto a quello da trattare; la mano cefalica in appoggio sul piriforme, ginocchio del pz flesso a 90°, coscia in ADD. • Portare progressivamente la gamba in RI e mantenere la postura. CATENA DI APERTURA CATENA DI APERTURA RETRO-MALLEOLARI INTERNI Chiedere al pz di fare inversione contro resistenza: 10’’ contrazione 10’’ rilasciamento 10 volte autopostura Catena di apertura gemello int, tibiale post, flessore lungo delle dita, flessore lungo dell’alluce, CATENA DI CHIUSURA • • • • • • • E’ la continuazione della CCA del tronco, anch’essa catena di chiusura (Fig. 259). Determina: -La chiusura globale dell’arto inferiore, che risulta in un accorciamento. -La chiusura dell’iliaco, l’adduzione e la rotazione interna del femore a opera di Obliquo Interno, Grande Adduttore, Medio Adduttore, Piccolo Adduttore, Pettineo. -La rotazione interna della tibia, attraverso il Gracile, il Vasto Mediale e il Semitendinoso. -Il Valgo di ginocchio e Calcagno, grazie al Gastrocnemio Laterale. -La pronazione del piede, con Alluce Valgo, per via di Peronei, Abduttore del V e Abduttore dell’Alluce. La catena di chiusura, in continuità con la CCA del tronco, origina nella loggia interna della coscia (adduttori) per dirigersi in basso-esterno fino ad arrivare al ginocchio. Qui attraversa la rotula per dirigersi sul versante esterno e si continua in basso con i Peronei e il Gastrocnemio laterale. Arrivata al bordo esterno del piede passa sotto al cuboide e termina alla base del primo metatarso. CATENA DI CHIUSURA • • • Una ipervalorizzazione della CDC (Fig. 264) avrà la tendenza a creare la chiusura iliaca, RI e adduzione dell’anca, Valgo del ginocchio, Sub-lussazioni rotulee, Valgo del calcagno, Pronazione del piede e delle dita, Alluce valgo. - COXARTROSI: La chiusura iliaca, associata all’adduzione e alla rotazione interna dell’anca, è uno degli schemi funzionali più favorevoli all’artrosi. Gli adattamenti statici portati avanti dalle catene muscolari favoriscono il crearsi di zone di iperpressione articolare e, col passare del tempo, di artrosi. La coxartrosi è infatti più frequente nelle donne, visto che i numerosi problemi addomino-pelvici modificano profondamente la programmazione tonica delle catene muscolari, in particolare di quella di chiusura. Un'altra categoria di soggetti con artrosi d’anca sono gli uomini di 4045 anni, sportivi, in cui il trofismo muscolare diventa una fonte di compressione articolare a livello di anca e ginocchio. -VALGO DEL GINOCCHIO – SUBLUSSAZIONE DELLA ROTULA: Il valgo del ginocchio provoca un disallineamento del percorso del retto femorale (Fig. 265), tra la sua inserzione superiore iliaca e quella distale tibiale. In questa statica la rotula viene tirata costantemente verso l’esterno (Figg. 266-267-268); in questa situazione nel bambino la parte mediale della rotula sarà ipoplasica mentre la parte laterale tenderà a sublussarsi verso l’esterno. Il Vasto Mediale ha un’azione di ricentraggio sulla rotula, ma sarà costretto a lavorare in modo costante, andando incontro ad atrofia per eccesso di lavoro. Questo muscolo sarà debole non per insufficienza, ma per sovraffaticamento. Il trattamento della sublussazione rotulea è facilmente portato avanti con le catene muscolari: non si deve rinforzare, ma ristabilire l’equilibrio delle tensioni a livello del ginocchio. Il trattamento con le catene muscolari dovrà riequilibrare bacino, ginocchio e volta plantare. CATENE DI CHIUSURA CATENA DI CHIUSURA • • • • • - PIEDE VERSO L’INTERNO – ALLUCE VALGO: Con il soggetto in statica eretta, il piede appoggia sull’arco interno per via del valgismo del calcagno. La rotazione interna della tibia e del perone orienta l’astragalo all’interno e abbassa il bordo interno del piede. A livello delle dita possiamo avere l’alluce valgo; se abbiamo anche una iperprogrammazione delle CDE o CDF potremo avere tutte le dita in valgo, ossia le dita a colpo di vento. 92 N.B: La catena di chiusura provoca il ripiegamento e l’accorciamento dell’arto inferiore. Per poter esprimere tutta la libertà di movimento dell’arto inferiore, la CDC deve essere programmata con la CDE o con la CDF: - La CDC associata alla catena di flessione provoca il Valgo del Ginocchio; rotule all’interno (AI in R. interna) associate a flexum. - La CDC associata alla catena di estensione provoca il Falso Varo del Ginocchio; al recurvatum si aggiunge la rotazione interna dell’AI per dare un apparente varismo con le rotule e i piedi che guardano in dentro invece che in fuori. CATENA DI CHIUSURA • • • • • INFLUENZE VISCERALI SULLA CATENA DI CHIUSURA: Sarà il ripiegamento viscerale a programmare la catena di chiusura, in due situazioni: - Quando il soggetto possiede già una statica basata sulla CDE quando si presenta il problema viscerale. In questo caso non potrà attivare sufficientemente la CDF, in genere associata al ripiegamento. La compensazione viscerale verrà allora compiuta utilizzando la catena di chiusura al posto di quella di flessione. L’associazione della CDE con la CDC provocherà un falso varo alle ginocchia (Foto 3233). - Quando il soggetto possiede già una statica in flessione, ma questa non è sufficiente a gestire il problema viscerale. Naturale è allora l’associazione alla CDF della CD Chiusura. L’associazione di queste due catene si traduce in un valgo di ginocchio (Foto 35). La catena di chiusura sarà impiegata in caso di gastriti, coliti, appendiciti, ernie iatali, dismenorree, cistiti, calcoli, cicatrici dolorose, ma anche in caso di congestioni viscerali come occlusioni intestinali o ascessi. ADDUTTORI deprogrammazione ADDUTTORI POSTURA – RLASCIAMENTO PASSIVO ADDUTTORI RILASCIAMENTO ATTIVO - ECCENTRICO RETRO-MALLEOLARI ESTERNI CATENA DI CHIUSURA POSTURA GLOBALE VARIANTE CATENA DI CHIUSURA ginocchio Le cf e ce assicurano l’equilibrio sagittale dell’arto inf, ciascuna formando una sinusoide sul piano sagittale GINOCCHIO • Complementarietà delle Catene di AperturaChiusura • Assicurano l’equilibrio sul piano frontale. Se una delle due catene è dominante avremo un segno articolare in Varo o in Valgo . • • • • • • • • Complementarietà di tutte le Catene dell’arto inferiore: Le catene di flessione, estensione, apertura e chiusura assicurano l’equilibrio dell’arto inferiore nei tre piani dello spazio, aiutate dalla catena statica laterale che offre dei punti di fissità. Se una delle due catene antagoniste prevale sull’altra avremo un segno in flexum, recurvatum, valgo o varo. Il ginocchio, essendo un’articolazione intermedia, è in grado di mettere bene in risalto questa iperprogrammazione. Se due catene prevalgono sulle due catene antagoniste si sommeranno i compensi: - Catena di Flessione e Catena di Apertura provocano il Varo del ginocchio , - Catena di Flessione e Catena di Chiusura provocano il Valgo del ginocchio , - Catena di Estensione e Catena di Apertura provocano il Falso Valgo del ginocchio , Catena di Estensione - Catena di Estensione e Catena di Chiusura provocano il Falso Varo del ginocchio . Catena di Flessione GINOCCHIO VARO - VERO • • • • • FEMORE E TIBIA IN RE POSTURA DI CORREZIONE 1. F ginocchia 2. leggera RI 3. E del ginocchio cercandone l’allineamento VARO CON FEMORE IN RE E TIBIA IN RI • Dalla posizione di partenza si chiede al pz avvicinare le ginocchia con ADD + E GINOCCHIO VALGO VERO flessione + chiusura • FEMORE E TIBIA IN RI GINOCCHIO VALGO VERO CORREZIONE • 1. F ginocchia • 2. RE • 3. E ginocchio mantenendo in asse la rotula (quindi la RE) GINOCCHIO FALSO VARO 1. F ginocchia (si va verso il valgo) 2. RE 3. E ginocchio controllata, senza andare in iperestensione GINOCCHIO FALSO VALGO • 1. flessione ginocchia • 2. RI • 3. E ginocchio mantenendo l’asse PIEDE • • • • La programmazione delle catene muscolari può variare in seguito alle posizioni di lavoro, alla pratica di sport, in seguito a un trauma che necessita di una statica antalgica, in seguito a problemi viscerali. L’ala iliaca, in rapporto al problema viscerale, agisce sull’anteriorità-posteriorità, al fine di soddisfare lo schema di sviluppo o di ripiegamento necessario alla creazione del comfort contenente-contenuto. E’ uno schema Viscero-centrico, in cui il compenso si realizza intorno al viscere problematico facendo adattare a esso le strutture circostanti. La compensazione del bacino non sarà stereotipata ma specifica in base al problema viscerale. Questo adattamento iliaco avviene attraverso le catene muscolari degli arti inferiori. Le ginocchia, ma anche le volte plantari, traducono questi compensi di origine viscerale. La volta plantare è il riflesso dell’addome al suolo PIEDE PRONAZIONE-SUPINAZIONE Alluce valgo – V° varo Riprogrammazione catene piede
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