3 - Tempi
Transcript
3 - Tempi
Supplemento a Tempi n°28 del 17 luglio 2013 - Poste italiane spa - spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L.46/04) art. 1 comma 1, DCB Milano GRANDI OPERE AVANTI POPOLO ALLA RIPRESA liberiamo le risorse di un paese che vuole costruire e non può morire di austerità. Infrastrutture, un manifesto per riCOMINCIARE A INVESTIRE SUL FUTURO EDITORIALE FARE COSì TRE CONDIZIONI PER IMBOCCARE LA RIPRESA I n tempi di crisi come quella in cui ci troviamo non è difficile assistere al dibattito sul ruolo che le infrastrutture possono svolgere come volano di ripresa dello sviluppo o quantomeno come ammortizzatore dei suoi effetti più negativi sui livelli produttivi e occupazionali. Per evitare tuttavia che la risposta sia “meccanica”, che conduca cioè a conclusioni unilaterali, occorre distinguere chiaramente tra breve e lungo periodo in cui si può espletare il ruolo delle infrastrutture. Nel lungo periodo esse devono essere pensate come occasione di cambiamento strutturale: si tratta in questo caso di infrastrutture “strategiche”, capaci di collegare il paese con il resto del mondo e ad irrobustire le reti interne tra le sue varie parti. In questo caso, però, fatto salvo che esse non possono essere comunque rinviate, è evidente che da un piano di investimenti infrastrutturali non ci si può attendere contributi immediati. Esse saranno fruibili tra qualche anno, ma intanto la crisi “morde” i livelli produttivi e occupazionali senza dare sollievo immediato. Gli avversari dell’infrastrutturazione hanno buon gioco a sostenere che la spesa pubblica (e privata) per realizzarle non è quindi opportuna: le stesse risorse dovrebbero invece essere convogliate verso altri obiettivi di impatto più immediato. Tuttavia esiste un ruolo per le infrastrutture come volano per l’uscita dalla crisi anche nel breve periodo: in questo caso esse svolgono una importante funzione “di cantiere”, con risvolti occupazionali e di ripresa dell’attività delle imprese coinvolte nella loro realizzazione. È importante che entrambe le dimensioni, di lungo e di breve periodo, siano prese in considerazione, avendo la consapevolezza che esse svolgono funzioni diverse. Se non si facesse questa distinzione, non sarebbe difficile avvitarsi in una contrapposizione sterile e solo conflittuale tra le due esigenze. Appare perciò molto positiva l’impostazione programmatica del ministro Lupi che cerca di coniugare le due dimensioni – strutturale e congiunturale – nonché di rispondere in modo realistico alla domanda su “a che cosa servono” le infrastrutture. Perché è certamente vero che le infrastrutture non svolgono il loro ruolo indipendentemente dal luogo in cui vengono realizzate. In aree in ritardo di sviluppo, ad esempio, è evidente che generino nuove opportunità localizzative e nuove accessibilità – creino cioè esternalità positive – mentre in aree a sviluppo avanzato, come quelle del Nord (lombarde in particolare) o quelle metropolitane che svolgono un ruo- lo di nodi o di “porte” per lo sviluppo, le infrastrutture rimuovono delle esternalità negative, riducendo i costi di congestione, i tempi di percorrenza, le disfunzioni dovute alla mancanza di anelli di collegamento (tra porti e ferrovie, tra infrastrutture urbane e di lunga distanza). In taluni casi esse possono aiutare a sostenere un aumento della capacità di carico della rete infrastrutturale esistente: si pensi ad esempio ai problemi in cui potrebbe incorrere la rete autostradale in Lombardia e i flussi di traffico merci che “sbucheranno” dal traforo svizzero del Gottardo se non ne fosse programmato e realizzato in tempo l’incanalamento; oppure agli inconvenienti che potrebbero derivare dal successo di Expo se l’infrastrutturazione non fosse completata in tempo. Purtroppo nel nostro paese non sono pochi gli ostacoli che ancora si frappongono perché gli effetti attesi di un programma infrastrutturale – sia di breve che di lungo periodo – si manifestino appieno. C’è sicuramente da mettere mano ad alcuni nodi normativi. Innanzitutto alla riforma della legge obiettivo, da rendere più selettiva nelle indicazioni delle priorità, comunque in dialogo tra i fabbisogni della rete nazionale e i fabbisogni locale e regionali. Poi alle norme sugli appalti che dilatano i tempi di realizzazione, nonché alla normativa sui processi decisionali e alle valutazione degli impatti territoriali e ambientali, per evitare conflitti defatiganti. Infine un’attenzione particolare deve essere dedicata alla stabilità delle norme, allo scopo di dare certezza agli investitori privati, certezza tanto più necessaria in quanto le infrastrutture hanno ritorni economici di lungo periodo e non possono sopportare cambiamenti normativi in corso d’opera. In secondo luogo c’è da rimuovere l’ostacolo dei finanziamenti, per i quali la preoccupazione non può essere esclusivamente quella di spostarne il baricentro dal ruolo pubblico – che pure ha sempre meno risorse da impe- È positiva l’impostazione del ministro Lupi che cerca di coniugare la dimensione strutturale e congiunturale e rispondere a “che cosa servono le infrastrutture?” gnare – al privato che, se ha le risorse disponibili, le mette in gioco solo in vista di ritorni non troppo dilazionati nel tempo. Le formule di crescente interesse in questo campo sono quelle delle public private partnership, in cui si coniugano l’esigenza di redditività privata con quella dell’orientamento e del presidio pubblico sugli obiettivi; nonché una accurata riflessione su “chi” finanzia le infrastrutture (non necessariamente i gestori, ma qualche fondo di investimento il cui obiettivo è quello di una remunerazione stabile e soddisfacente del capitale investito). Infine il terzo problema da risolvere riguarda la riduzione dei costi dei progetti infrastrutturali, pur nel rispetto della loro qualità, peraltro tradizionalmente già molto alta nel nostro paese. A queste condizioni – ma solo a queste condizioni – e in questa prospettiva le infrastrutture potranno aiutarci a imboccare la strada della ripresa dello sviluppo: un impegno rilevante, ma sicuramente alla nostra portata se il bene comune del paese avrà la prevalenza sugli interessi particolari e settoriali. Professor Lanfranco Senn Ordinario di Economia Regionale, Università Bocconi TEMPI | 3 SOMMARIO 10 TEMPI Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/06/1994 settimanale di cronaca, giudizio, libera circolazione di idee Supplemento a Tempi - Anno 19 - N. 28 dall’11 al 17 luglio 2013 Realizzato nei mesi di maggio/giugno 2013 Il Decreto Fare riapre i cantieri ma sul destino delle nuove autostrade lombarde pesa ancora l’incognita dei finanziamenti. La parola alle istituzioni, ai privati e alle concessionarie coinvolte 6 DIRETTORE RESPONSABILE LUIGI AMICONE A CURA DI Caterina Giojelli Massimo Giardina PUBBLICITà Viviana Battaini PROGETTO GRAFICO Matteo Cattaneo IN COPERTINA foto: Getty Images FOTOLITO E STAMPA Roto2000 S.p.A., Via L. da Vinci, 18/20, Casarile (Mi) Il ministro all’opera Liberare le risorse, favorire interventi di veloce cantierizzazione e vicini al territorio. Il governo scommette sul dicastero di Maurizio Lupi 30 Le nuove frontiere Crescere nei mercati internazionali per costruire lo sviluppo nel nostro paese. Le storie delle imprese e di chi le ha aiutate a varcare i confini per realizzare grandi infrastrutture e nuove opportunità di business 46 Accorciare le distanza Il valore di un settore che rimette in moto lavoro e occupazione. Tutte le ultime rivoluzioni nel campo dei trasporti operate sui binari dell’Alta Velocità e a livello di mobilità locale; il piano strategico che ha fatto grande il porto di Trieste e quello tanto atteso dal sistema aeroportuale nazionale 81 Di sola austerità si muore L’Europa smetta i panni del tiranno, solo investendo usciremo dalla crisi. Gli scenari delineati da Marco Fortis GESTIONE ABBONAMENTI Tempi, Corso Sempione 4 - 20154 Milano, tel. 02/31923730, fax 02/31923799, [email protected] EDITORE Tempi Società Cooperativa, Corso Sempione 4, Milano La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250 SEDE REDAZIONE Corso Sempione 4, Milano, tel. 02/31923727, fax 02/34538074, [email protected] CONCESSIONARIA PER LA PUBBLICITà Editoriale Tempi Duri Srl 30 46 Lo sviluppo viaggia ad Alta Velocità. Sui binari della più grande opera realizzata dal Dopoguerra Foto in alto: Getty Images il piano la ricetta delle larghe intese ORA C’È DA FARE PER SBLOCCARE LE OPERE Il ministro Lupi spiega perché il governo privilegerà interventi di veloce cantierizzazione e vicini al territorio. Il senso di un decreto molto atteso 6 | TEMPI «I Foto: Getty Images ce so soldi spesi in infrastrutture non vanno considerati tanto una spesa, quanto un investimento che può permettere se non di far ripartire l’economia quanto meno di non essere colti impreparati quando la ripresa arriverà». Queste parole Maurizio Lupi le ha pronunciate con convinzione appena nominato ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, certo di avere la responsabilità di un settore dalla cui ripresa dipende quella dell’intero paese. Quella convinzione si fa più forte adesso che, come spiega a Tempi, il governo ha licenziato il Decreto Fare con cui vengono stanziati circa 3 miliardi e 300 milioni sostanzialmente divisi in due capitoli: un fondo di circa 2 miliardi di euro destinato alle Grandi Opere e 1.300 milioni per interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria del territorio. «Abbiamo buone infrastrutture e ne avremo di migliori, ma dobbiamo farle dialogare tra loro», sostiene il ministro, sottolineando l’importanza di concepire in maniera organica le grandi e le alimentato polemiche da parte di alcune “piccole” opere. Ed è essenzialmente questo I fondi Regioni che si son sentite defraudate, ad il carattere del primo importante risultato Creare posti esempio la Liguria che ha protestato per il del governo delle larghe intese guidato da di lavoro adesso “definanziamento” del “Terzo Valico” delEnrico Letta e che, secondo i primi calcoli «Abbiamo spostato la linea ferroviaria Milano-Genova. Lupi prudenziali dello stesso ministero, dovreb- temporaneamente fondi su opere ha risposto che non c’è nessun definanziabe generare una ricaduta occupazionale di alcuni che possono partire mento, ma i soldi presi a prestito da certe circa trentamila unità, tra posti di lavoro subito, creando occupazione adesso opere (come il Terzo Valico, ma anche la diretti e indiretti di ogni singola opera. Torino-Lione) «verranno riassegnati, come Nel dettaglio, il fondo di due miliardi e non domani», il ministro d’altronde già successo per il Terzo Valico, serve a finanziare Grandi Opere come la spiega delle Infrastrutture e con un decreto legge approvato alla fine di Tangenziale esterna Est di Milano (essen- dei Trasporti Lupi giugno». D’altronde, è la nota del ministro ziale per l’Expo del 2015), il prolungamento non priva di una vena polemica «chi rivendella linea 1 della metropolitana di Napoli sino all’aeroporto di Capodichino, la linea ferroviaria dica la strategicità del Terzo Valico, che io condivido, di alta velocità tra Napoli e Bari, il Quadrilatero auto- deve però rendere ragione del perché nei due anni stradale tra Umbria e Marche e altre ancora. L’unica dall’apertura dei cantieri del primo lotto costruttivo di condizione per l’erogazione dei fondi è l’immediata quella rete infrastrutturale, dal 2010 a oggi, con una cantierabilità delle opere. Detto in soldoni: aprite i disponibilità di 770 milioni ne sono stati spesi solo 140 cantieri entro il 2013 e il ministero paga. «Una scel- per la progettazione 34 per lo stato di avanzamento ta coraggiosa», l’ha definita Il Sole 24Ore, perché le lavori; e perché per il secondo lotto, dal settembre 2012, risorse necessarie sono state reperite all’interno di fi- con una disponibilità di 860 milioni a oggi ne sono stati nanziamenti già assegnati al ministero per le Grandi spesi zero». Come dire: finanziare un’opera non basta, Opere: «Si tratta – spiega Lupi – del passaggio dalla bisogna farla. A proposito di Grandi Opere il Decreto Fare contiecompetenza alla cassa. Noi politici siamo abituati a farci belli con gli annunci – “Ho ottenuto tot miliardi per ne un’altra novità, che riguarda le infrastrutture finanla tal opera” – e poi le opere non partono, i cantieri ziate da soggetti privati. In particolare, si interviene sulla non aprono, non c’è avanzamento dei lavori. Fatte salve “defiscalizzazione” delle opere da realizzare in project le competenze di certi fondi già assegnati, ma che po- financing, senza contributi pubblici, abbassando da 500 tranno essere spesi solo fra un anno o due, li abbiamo milioni a 200 milioni di euro l’importo minimo per spostati temporaneamente su opere che possono partire accedere a questa agevolazione. Il secondo capitolo del immediatamente, creando occupazione adesso e non decreto dispone di circa 1 miliardo e 300 milioni di euro domani». La decisione è stata oggetto di critiche e ha da usare subito, per interventi di ammodernamento e TEMPI | 7 il piano la ricetta delle larghe intese Le infrastrutture del Decreto Fare Interventi approvati dal Consiglio dei Ministri del 15 giugno 2013 Collegamento ferroviario tra Piemonte e Valle d’Aosta Assi autostradali della Pedemontana Veneta Aosta Milano Torino I lavori per ripartire Asse viario quadrilatero Umbria - Marche 3 miliardi Costo del piano Linea M4 Linate - Lorenteggio 30.000 posti di lavoro Ricaduta occupazionale (20 mila diretti 10 mila indiretti) Tav Bari - Napoli Tangenziale esterna Est di Milano Tratto Rho - Monza della Milano - Venezia Roma Bari 100 milioni Per rimettere in moto l’economia locale nei Comuni sotto i cinquemila abitanti Corridoio tirrenico meridionale A12 Linea C Colosseo - Piazza Venezia 300 milioni Per la messa in sicurezza degli edifici scolastici Sviluppo degli investimenti per realizzare e gestire le «Strade dei Parchi» Asse ss640 - A19 Agrigento-Caltanissetta 600 milioni v Ta via ro na lita po 8 | TEMPI r Fe di adeguamento agli standard europei della nostra rete ferroviaria. Si tratta di 635 milioni di euro. Solo per fare un esempio: bisogna modificare la sagoma di alcune gallerie per permettere il passaggio di vagoni merci di una certa dimensione. Una tranche di 300 milioni di euro serve poi a finanziare piccoli progetti di manutenzione della rete stradale come ponti e viadotti. 100 milioni di euro, sempre per opere da attivare entro la fine del 2013, sono invece destinati ai Comuni con meno di 5 mila abitanti, per aiutare, sottolinea il ministro, «a rimettere in moto l’economia locale, dando lavoro alle piccole e medie imprese insediate sul territorio». Un’ultima voce riguarda l’edilizia scolastica: 300 milioni di euro per la messa in sicurezza delle nostre scuole. Linea 1 della metropolitana tro Me Asse autostradale Ragusa-Catania a ad Str a ad str to Au Fonte: Ministero delle Infrastrutture Miglioramento dei nodi e della linea ferroviaria 300 milioni Manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti (ponti, viadotti, gallerie e strade) Napoli La sfida ulteriore, oltre alla realizzazione concreta di queste opere, è ottenere che parte di esse (le grandi infrastrutture trans-europee cofinanziate dalla Ue) rientri nella quota di flessibilità sul bilancio dello Stato che il presidente della Commissione europea ha annunciato di voler accordare ai paesi usciti dalla procedure di infrazione, come, appunto, l’Italia. Lupi non vuole azzardare previsioni, per ora constata che finalmente «anche l’Europa si è accorta che di solo rigore si può morire. Che occorre investire, che quella in investimenti finalizzati alla crescita non è spesa inutile ma spesa buona. Abbiamo fatto sacrifici come paese per rispettare gli impegni assunti con l’Ue, soprattutto abbiamo chiesto sacrifici agli italiani. Non devono restare sacrifici inutili». [gs] il nord a un bivio 10 | TEMPI operatori a confronto Il Decreto Fare stanzia fondi per tre opere funzionali ad Expo 2015. Un pacchetto infrastrutture che riapre i cantieri lombardi, ma il destino di molti progetti resta ancora appeso all’ottenimento di nuove risorse e condizioni per operare. La parola a concessionarie e privati A cura di Caterina Giojelli e Massimo Giardina 1 In ordine di priorità, e considerate le recenti proposte dell’esecutivo Letta, quali sono le urgenze a cui la politica è chiamata a rispondere? 2 Al momento qual è la situazione della copertura finanziaria e dei rapporti col sistema bancario? 3 Facciamo un check up dell’opera: a che punto siete con la realizzazione, che percentuale avete di lavori già svolti e di lavori ancora da eseguire, quali sono i lotti tecnicamente più difficili e quali i più impegnativi sotto il profilo finanziario, quali i tempi di consegna? 4 E dal punto di vista dei vantaggi (indotto, garanzie occupazionali, ore perse di traffico restituite alla collettività)? Possiamo quantificare i risparmi che le infrastrutture nel complesso consentiranno? 5 6 Le opere viarie lombarde possono viaggiare su binari paralleli? Ci sono best practice trasferibili? 7 Il sovrapporsi delle varie competenze ha complicato il lavoro. Pensate che una riforma degli enti locali, in particolare l’abolizione delle Province, renderà più snella la realizzazione delle opere viarie lombarde? Il modello sussidiario lombardo che vede l’incontro di pubblico e privato (e si pregia di mettere in moto l’iniziativa di imprese e mercato) sta funzionando oppure no? Perché? TEMPI | 11 il nord a un bivio operatori a confronto 1 In ordine di priorità, e considerate le recenti proposte dell’esecutivo Letta, quali sono le urgenze a cui la politica è chiamata a rispondere? 2 3 Al momento qual è la situazione della copertura finanziaria e dei rapporti col sistema bancario? 4 E dal punto di vista dei vantaggi (indotto, garanzie occupazionali, ore perse di traffico restituite alla collettività)? Possiamo quantificare i risparmi che le infrastrutture nel complesso consentiranno? 5 Le opere viarie lombarde possono viaggiare su binari paralleli? Ci sono best practice trasferibili? 6 Il modello sussidiario lombardo che vede l’incontro di pubblico e privato (e si pregia di mettere in moto l’iniziativa di imprese e mercato) sta funzionando oppure no? Perché? 7 Il sovrapporsi delle varie competenze ha complicato il lavoro. Pensate che una riforma degli enti locali, in particolare l’abolizione delle Province, renderà più snella la realizzazione delle opere viarie lombarde? Facciamo un check up dell’opera: a che punto siete con la realizzazione, che percentuale avete di lavori già svolti e di lavori ancora da eseguire, quali sono i lotti tecnicamente più difficili e quali i più impegnativi sotto il profilo finanziario, quali i tempi di consegna? RISPONDE MARZIO AGNOLONI marzio agnoloni Presidente Milano Serravalle-Milano Tangenziali, Tangenziale Esterna di Milano (Tem) e ad Autostrada Pedemontana Lombarda «È necessario un pesante intervento da parte delle banche, della Cassa Depositi e Prestiti e non da ultima della Bei: senza credito è a rischio il futuro non solo delle arterie funzionali all’Expo 2015 ma di un centinaio di opere progettate o cantierizzate nell’intera regione» 12 | TEMPI 2 Ad oggi abbiamo piena copertura finanziaria per il primo lotto di Pedemontana, la famosa tratta A compresa tra l’interconnessione con l’autostrada A8 Milano-Varese, a Cassano Magnago, e l’interconnessione con l’A9 Milano-Como, con lo svincolo di Lomazzo. Siamo dunque in grado di andare avanti con i lavori fino a fine anno. Per il 2014 contiamo di aprire la tratta e, a seguire, le tangenziali di Varese e di Como. Stiamo aspettando il via per l’appalto relativo al sistema di esazione che speriamo di bandire a luglio e così rispettare i tempi prefissati. Per il resto siamo in alto mare, i finanziamenti complessivi dovevano essere definiti entro il 2012 e oggi ci troviamo a confidare nel 2014. Sarà necessario inoltre un ulteriore aumento di capitale o un rifinanziamento da parte dei soci e delle banche. Perché di fatti e non di parole ha bisogno oggi la Lombardia. In un momento in cui la finanza tiene in ostaggio lo sviluppo di opere strategiche per il rilancio del paese è necessario un pesante intervento da parte delle banche, della Cassa Depositi e Prestiti e non da ultima della Bei: senza credito è a rischio il futuro non solo delle arterie funzionali all’Expo 2015 ma di un centinaio di opere progettate o cantierizzate nell’intera regione. 3 Per quanto riguarda la tratta A, lo stato di avanzamento dei cantieri è al 70 per cento, con previsione di conclusione a fine 2013 ed entrata in esercizio a inizio 2014. ll grosso delle opere comunque, come gallerie e ponti, è già stato realizzato e questo ci consente una certa tranquillità sul rispetto dei tempi e degli impegni da parte di tutti i soggetti coinvolti. Lo stato di avanzamento dei primi lotti delle Tangenziali di Como e Varese, invece, è al 43 per cento, con conclusione prevista per la metà di marzo 2014. Per quanto riguarda la Rho-Monza Foto: Nelle pagine precedenti Getty Images 1 Col decreto sembra essere stato fatto un passo importante, il governo mostra di tenere conto delle criticità della Lombardia sbloccando opere progettate da tempo in vista di Expo 2015, tra queste la Rho-Monza e la Tangenziale Esterna. Altra faccenda è però entrare nel merito dei finanziamenti: si parla rispettivamente di 55 e 350 milioni, ma finché non vengono chiarite le modalità di erogazione e di attuazione dei provvedimenti non mi sento di dare valutazioni definitive. Inoltre è assente un eventuale impegno per Pedemontana che pure presenta le stesse criticità delle altre opere lombarde: attualmente siamo in riequilibrio del Piano economico finanziario, abbiamo impostato una nuova struttura che tiene conto delle mutate condizioni di mercato e utilizza i benefici fiscali previsti dalla normativa “misure di defiscalizzazione”. Restiamo in attesa di chiarimenti, insomma. ? invece siamo pronti, l’appalto è stato aggiudicato, aspettiamo ora il via dal ministero. 4 Foto: Nelle pagine precedenti Getty Images L’apertura di Pedemontana consentirà un risparmio annuo di 45 milioni di ore di tempi di percorrenza, quantificati da diversi studi della Bocconi in 700 milioni di euro. E cambierà in positivo la vita di migliaia di persone, famiglie e studenti, pendolari e lavoratori. Basti pensare che solo oggi sono impegnate 1.500 persone nei cantieri e altre 1.500 verranno occupate con l’apertura della prossima tratta. Intorno ad appalti e forniture si stanno muovendo poi oltre 700 imprese, numeri importanti in un momento così difficile per il comparto. Notevoli i risparmi in termini di traffico attesi anche dall’apertura della Rho-Monza, un intervento che nasce con una particolare attenzione ambientale con la realizzazione di barriere antirumore, nuove opere a verde e la riqualificazione di ampie aree verdi già esistenti. 5 Sono tre anni che mi occupo di infrastrutture in Lombardia e ho imparato a non considerarle autostrade differenti bensì un unico sistema autostradale che rappresenta una grande opportunità di rilancio della competitività, garantendo l’accessibilità al principale corridoio europeo per merci e persone – il corridoio 5, destinato a collegare Lisbona con Kiev – e al riqualifica della sp46 rho-monza 6,8 km sviluppo tracciato principale 5 comuni (Paderno Dugnano, Bollate, Cormano, Novate, Baranzate) 8,5 km viabilità complanare al tracciato autostradale 200 milioni circa l’investimento pedemontana 157 km lunghezza totale di cui: 87 km tra autostrada (67 km) e tangenziali di Como e Varese (20 km), e 70 km di viabilità locale 5 province (Bergamo, Monza e Brianza, Milano, Como, Varese) 94 comuni 700 ettari interessati da opere a tutela dell’ambiente 90 km di Greenway, percorso ciclabile e pedonale dalla provincia di Varese a quella di Bergamo sistema di connessioni internazionali che vedono in Milano un nodo essenziale. 6 Direi che ha funzionato e funzionato bene. Paradossalmente ad oggi è il pubblico ad aver rispettato e onorato gli impegni. I privati un po’ meno, è un dato di fatto. Io dico sempre che in Milano-Serravalle ho trovato un’ottima società, forte e motivata, forse poco abituata a lavorare in squadra ma che oggi tiene testa a tutti i suoi impegni. Con i privati ci sono state in passato molte polemiche, oggi però stiamo lavorando bene. 7 Per poter rispondere bisognerebbe sapere prima chi sostituirà e assumerà le funzioni delle Province. La situazione è ancora troppo incerta per poter esprimere un giudizio. Ce la farà questo governo a “fare”? Io me lo auguro. Ma sul fatto che l’abolizione delle Province porti una facilitazione all’esecuzione delle opere lombarde, su questo francamente qualche dubbio ce l’ho: tutte le volte che abbiamo visto stravolgere delle strutture esistenti senza aver programmato prima nuove realtà amministrative non ho mai visto benefici. Io non sono un politico, ma un professionista, un tecnico che fa il manager: nella mia prospettiva tutto quello che porta a un’agevolazione del “fare” è benvenuto e bene accolto. A preoccuparmi oggi non sono i cambiamenti ma la mancanza di una strategia ben precisa. TEMPI | 13 il nord a un bivio operatori a confronto 1 In ordine di priorità, e considerate le recenti proposte dell’esecutivo Letta, quali sono le urgenze a cui la politica è chiamata a rispondere? 2 3 Al momento qual è la situazione della copertura finanziaria e dei rapporti col sistema bancario? 4 E dal punto di vista dei vantaggi (indotto, garanzie occupazionali, ore perse di traffico restituite alla collettività)? Possiamo quantificare i risparmi che le infrastrutture nel complesso consentiranno? 5 Le opere viarie lombarde possono viaggiare su binari paralleli? Ci sono best practice trasferibili? 6 Il modello sussidiario lombardo che vede l’incontro di pubblico e privato (e si pregia di mettere in moto l’iniziativa di imprese e mercato) sta funzionando oppure no? Perché? 7 Il sovrapporsi delle varie competenze ha complicato il lavoro. Pensate che una riforma degli enti locali, in particolare l’abolizione delle Province, renderà più snella la realizzazione delle opere viarie lombarde? Facciamo un check up dell’opera: a che punto siete con la realizzazione, che percentuale avete di lavori già svolti e di lavori ancora da eseguire, quali sono i lotti tecnicamente più difficili e quali i più impegnativi sotto il profilo finanziario, quali i tempi di consegna? RISPONDE STEFANO MAULLU 1 stefano Maullu Ad Tangenziale Esterna Spa «La realizzazione di TEEM garantirà prospettive di lavoro (18.000 nuovi posti nelle costruzioni e 10.000 negli altri settori) e di crescita (contributo dello 0,3 per cento alla formazione del Pil italiano, dell’1,4 per cento a quella del Pil lombardo e del 2,8 per cento a quella del Pil milanese)» All’urgenza numero uno della trasposizione dalla carta millimetrata alla realtà della Tangenziale Est Esterna di Milano, cioè quella di identificare in quest’opera un volano di occupazione (anche giovanile) e di crescita per il territorio motore economico del paese grazie al contributo (10 per cento) offerto alla formazione del Pil nazionale, il Governo Letta ha fornito una prima risposta attraverso il varo del “Decreto del fare”. L’articolo 18 di tale provvedimento inserisce, infatti, TEEM tra le opere alle quali il ministero delle Infrastrutture assegna due miliardi di euro di finanziamenti da stanziare, con cadenze e percentuali già definite, tra il 2013 e il 2017. Devo sottolineare, inoltre, che TEEM non necessiterà di un ulteriore passaggio al Cipe perché, come recita l’articolo 18, «l’atto aggiuntivo di aggiornamento dell’assegnazione del finanziamento è approvato con decreto del ministro delle Infrastrutture di concerto con il ministro dell’Economia». Il che significa che la prima tranche dei fondi attribuitici (350 milioni di euro) dovrebbe risultare erogata già ad ottobre. Si tratta di una sorta di “corsia preferenziale” che il ministro per le Infrastrutture, convinto fautore delle potenzialità anticicliche di TEEM, ha riservato all’opera. Ho ringraziato in tutte le sedi possibili Maurizio Lupi per la fiducia accordataci. Gli dimostreremo nei fatti che è ben riposta. 2 14 | TEMPI Le buone (per una volta) notizie arrivate da Roma ci hanno spinto a provvedere a una revisione del Piano economico finanziario finora basato su investimenti esclusivamente privati e incardinato, in sintesi, su un project-financing da 1,4 miliardi di euro e su un equity a carico dei soci di 590 milioni di euro. Le prospettive, com’è facile intuire, sono cambiate e, fra qualche giorno, saremo in grado di rimodulare il Piano tenendo conto dello stanziamento pubblico di 350 milioni di euro. Quanto ai rapporti con il sistema bancario… li definirei ottimi. E non solo perché Tangenziale Esterna Spa aveva già ottenuto un prestito-ponte di 120 milioni di euro. Ci avvaliamo, del resto, di arranger prestigiosi come BIIS, Banca Popolare di Milano, UBI-Centrobanca e IMI e abbiamo stabilito rapporti straordinari con Cassa Depositi e Prestiti e con Banca Europea per gli Investimenti. In queste condizioni, il closing del project-financing nel gennaio-febbraio 2014 appare tutt’altro che un’utopia. 3 Procediamo in tutti i Lotti secondo cronoprogramma e senza particolari difficoltà. Nell’aprile 2014 apriremo l’“Arco TEEM”, ossia il collegamento di sette chilometri costruito per connettere Brebemi alla rete autostradale e ordinaria della Grande Milano. E completeremo l’intera tratta nella primavera del 2015 in modo da far coincidere l’entrata in esercizio di TEEM e di molte delle opere viarie ordinarie connesse (38 chilometri contro i 32 del tracciato autostradale) ? con l’inizio di Expo. Il Consorzio Costruttori TEEM, cui partecipa il gotha del settore costruzioni in Italia (Impregilo, Pizzarotti, Gruppo Gavio, Coopsette, Cmb, Unieco e Cmc), offre, d’altra parte, eccellenti garanzie in questo senso. 4 La realizzazione di TEEM garantirà prospettive di lavoro (18.000 nuovi posti nelle costruzioni e 10.000 negli altri settori) e di crescita (contributo dello 0,3 per cento alla formazione del Pil italiano, dell’1,4 per cento a quella del Pil lombardo e del 2,8 per cento a quella del Pil milanese) che vanno assimilate a un turbocompressore per l’economia lombarda e nazionale (1,6 miliardi di euro impiegati senza gli oneri finanziari si moltiplicheranno per 3,37 volte producendo una ricchezza di 5,6 miliardi ripartita, principalmente, nell’indotto con 2,3 miliardi, nell’industria con 770 milioni e nei servizi con 911 milioni). Si tratta di dati importanti almeno quanto i 30 chilometri di nuove piste ciclabili, i 141.000 chilogrammi in meno di emissioni nell’aria, il +34 per cento nella velocità media degli spostamenti, gli otto milioni di ore di viaggio in meno e i 30 milioni di euro all’anno risparmiati in carburanti da famiglie e imprese. 5 TEEM e Brebemi son praticamente costrette a viaggiare su binari paralleli data l’interconnessio- TEEM 32 km sviluppo totale (da Agrate Brianza a Melegnano) 3 province (Milano, Lodi, Monza e Brianza) 34 comuni 70 mila veicoli traffico giornaliero 38 km nuove opere viarie connesse 15 km opere di riqualificazione 30 km di piste ciclabili +34 per cento velocità media spostamenti -8 milioni di ore di viaggio -15 milioni litri di carburante 30 milioni di euro di consumi risparmiati -141 mila chilogrammi di emissioni nell’aria 150 milioni di euro di beneficio economico ne attraverso l’“Arco TEEM”. Riguardo alle bestpractice, penso che tutte le Concessionarie attive in Lombardia stiano ragionando in una logica di sistema capace, anche traguardando l’Expo, di colmare il gap esistente tra l’Area Metropolitana e gli altri territori del mondo censiti dall’Ocse fra i 40 del Pianeta ad alta produttività. 6 Certamente. TE, a proposito, costituisce una story-case di sinergia tra pubblico e privato nell’ambito delle infrastrutture. Quanto al perché in Lombardia il modello sussidiario funzioni, ritengo che la collaborazione tra soggetti pubblici e privati risulti più radicata e sentita rispetto ad altre zone d’Italia. Basti pensare che la Galleria Vittorio Emanuele e la Linea Uno della Metropolitana vennero finanziate anche attraverso prestiti obbligazionari dei cittadini. 7 Credo che, indipendentemente dalla soppressione o meno delle Province, bisognerebbe sburocratizzare le procedure che ancora incombono sulla definizione dei project-financing. Tempi da 10 o 15 anni per passare dall’ultimazione della fase istruttoria all’apertura dei cantieri non sono più tollerabili dal momento che, oltre a esporci maggiormente alle crisi economiche, penalizzano la competitività del paese e delle imprese. TEMPI | 15 ? operatori a confronto il nord a un bivio 1 In ordine di priorità, e considerate le recenti proposte dell’esecutivo Letta, quali sono le urgenze a cui la politica è chiamata a rispondere? 2 Al momento qual è la situazione della copertura finanziaria e dei rapporti col sistema bancario? 3 Facciamo un check up dell’opera: a che punto siete con la realizzazione, che percentuale avete di lavori già svolti e di lavori ancora da eseguire, quali sono i lotti tecnicamente più difficili e quali i più impegnativi sotto il profilo finanziario, quali i tempi di consegna? 4 E dal punto di vista dei vantaggi (indotto, garanzie occupazionali, ore perse di traffico restituite alla collettività)? Possiamo quantificare i risparmi che le infrastrutture nel complesso consentiranno? 5 Le opere viarie lombarde possono viaggiare su binari paralleli? Ci sono best practice trasferibili? 6 Il modello sussidiario lombardo che vede l’incontro di pubblico e privato (e si pregia di mettere in moto l’iniziativa di imprese e mercato) sta funzionando oppure no? Perché? 7 Il sovrapporsi delle varie competenze ha complicato il lavoro. Pensate che una riforma degli enti locali, in particolare l’abolizione delle Province, renderà più snella la realizzazione delle opere viarie lombarde? BREBEMI 62,1 km sviluppo complessivo 5 province (Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Milano) 43 comuni 20 milioni di ore risparmiate sui tempi di percorrenza 6,8 milioni di ore di code risparmiate all’anno 382 milioni di euro di incremento annuo per il Pil 5 RISPONDE francesco bettoni 1 In questa fase congiunturale Brebemi sta dando un consistente contributo all’occupazione: circa 1.500 addetti impegnati direttamente e 2.500/3.000 unità stimabili nell’indotto. Ogni aiuto alle imprese e all’occupazione è quindi positivo anche per il nostro progetto. 2 Con la stipula, avvenuta il 25 marzo scorso, del contratto di finanziamento senior da 1.818 milioni di euro, che si aggiungono ai 520 milioni di euro dei soci di Brebemi, la copertura finanziaria è completa. 3 Il tratto autostradale è al 70 per cento: mancano piccoli tratti di raccordo, le opere di rifinitura e gli impianti. Le parti tecnicamente più impegnative, i tre viadotti fluviali Oglio, Serio e Adda, sono completati da tempo. Non a caso siamo partiti da quelli. L’autostrada entrerà in esercizio entro la primavera prossima ma stiamo lavorando per anticipare l’apertura di un primo tratto da Travagliato a Fara Olivana. 4 Uno studio dei professori Amiotti e Lucar- no dell’Università Cattolica di Brescia evidenzia che Brebemi è l’autostrada “più vicina” per ben 114 comuni (quasi 1.500 km quadrati e 643 mila abitanti), che trarranno da essa benefici non solo per le attività del settore primario, dell’industria e dei servizi già presenti (6,8 milioni di ore risparmiate e 382 milioni di euro l’anno di incremento del Pil), ma anche per lo sviluppo di nuove attività turistiche. Brebemi ridurrà i tempi di spostamento (la maggior parte di questi comuni potrà essere raggiunta da Milano in 30‐60 minuti), fornendo l’occasione alle comunità locali di valorizzare il proprio patrimonio culturale (beni paesaggistici, architettonici ed archeologici), naturalistico (ad esempio i parchi fluviali dell’Oglio, del Serio e dell’Adda) e i prodotti gastronomici. francesco bettoni Presidente Brebemi Spa «Uno studio dell’Università Cattolica di Brescia evidenzia che Brebemi è l’autostrada “più vicina” per ben 114 comuni che trarranno da essa benefici: 6,8 milioni di ore risparmiate e 382 milioni di euro l’anno di incremento del Pil» La Regione Lombardia, in accordo con il Governo nazionale, ha definito un disegno organico di sviluppo viario, che sta perseguendo con impegno e convinzione. La Brebemi fa parte di tale disegno ma, a parte il breve tratto di 6 km del cosiddetto “Arco TEEM”, necessario per lo sbocco su Milano, è un’autostrada che, come dimostrano gli studi di traffico, funziona bene indipendentemente dalle altre grandi infrastrutture viarie previste (es. la Pedemontana). Per chi fosse interessato, mettiamo ben volentieri a disposizione la nostra esperienza. 6 La Brebemi è un esempio virtuoso di partnership tra pubblico e privato: l’operatore pubblico definisce gli obiettivi, programma gli interventi di interesse generale e controlla i processi autorizzativi e attuativi, garantendo correttezza e qualità dei risultati; il privato si assume invece l’onere dell’organizzazione imprenditoriale, mette insieme le risorse necessarie (umane, tecniche, finanziarie e strumentali), assumendosi tutti i rischi del caso. 7 Nel nostro caso il ruolo delle Province è stato ed è fondamentale. Hanno svolto un grande lavoro di coordinamento con i Comuni e con il territorio in generale, che ha contribuito in modo determinante al vasto consenso ottenuto nelle fasi di approvazione del progetto. TEMPI | 17 ? operatori a confronto il nord a un bivio 1 In ordine di priorità, e considerate le recenti proposte dell’esecutivo Letta, quali sono le urgenze a cui la politica è chiamata a rispondere? 2 Al momento qual è la situazione della copertura finanziaria e dei rapporti col sistema bancario? 3 Facciamo un check up dell’opera: a che punto siete con la realizzazione, che percentuale avete di lavori già svolti e di lavori ancora da eseguire, quali sono i lotti tecnicamente più difficili e quali i più impegnativi sotto il profilo finanziario, quali i tempi di consegna? 4 E dal punto di vista dei vantaggi (indotto, garanzie occupazionali, ore perse di traffico restituite alla collettività)? Possiamo quantificare i risparmi che le infrastrutture nel complesso consentiranno? 5 Le opere viarie lombarde possono viaggiare su binari paralleli? Ci sono best practice trasferibili? 6 Il modello sussidiario lombardo che vede l’incontro di pubblico e privato (e si pregia di mettere in moto l’iniziativa di imprese e mercato) sta funzionando oppure no? Perché? 7 Il sovrapporsi delle varie competenze ha complicato il lavoro. Pensate che una riforma degli enti locali, in particolare l’abolizione delle Province, renderà più snella la realizzazione delle opere viarie lombarde? pizzarotti La Pizzarotti Spa è un’azienda nata nel 1910 che ha seguito negli anni l’evoluzione delle costruzioni nel mercato italiano ed estero. Presente in diversi settori tra i quali edilizia, energia e immobiliare, fattura nelle infrastrutture 750 milioni di euro RISPONDE MICHELE PIZZAROTTI 1 Le urgenze possono essere inquadrate nello sblocco da parte del ministero del Tesoro e della Corte dei Conti della defiscalizzazione delle opere strategiche di cui alle linee guida approvate dal Cipe il 18/2/13. Inoltre sarebbe opportuno, coinvolgendo la comunità europea, poter scomputare dal calcolo del deficit/Pil il costo delle grandi opere strategiche di interesse europeo. Entrambe le proposte garantirebbero un riavvio del settore trainante dell’economia con un aumento dell’occupazione proveniente da tutta la filiera e del Pil. 2 L’accesso al credito è sempre più difficile e limitato in un momento in cui gli unici progetti realizzabili sono in project financing per la nota mancanza di risorse da parte delle pubbliche amministrazioni. Il mancato o ridotto sostegno degli istituti di credito inibisce l’avvio delle iniziative di patnership pubblico-privato. 3 L’opera più complessa oggi in corso si trova in Lombardia ed è rappresentata dal collegamento BresciaMilano (Brebemi) completato dal collegamento A4-A1 cosiddetta Tangenziale Est Esterna di Milano (TEEM). La Brebemi ha finalmente concluso il suo lungo iter di finanziamento con la sottoscrizione il 25/3/2013 del contratto di finanziamento project. Le opere hanno rag- michele pizzarotti Vicepresidente Pizzarotti Spa «Troppe competenze determinano una burocrazia elevata e inutili aumenti di costo. Le forze messe in campo dalla Regione Lombardia per il coordinamento degli enti hanno attenuato notevolmente le disfunzioni nonché i ritardi autorizzativi e decisionali» giunto un avanzamento del 70 per cento con una previsione di ultimazione lavori ad aprile 2014 ed entrata in esercizio il 1/7/2014. La TEEM i cui lavori hanno avuto inizio a giugno 2012 non ha ancora oggi perfezionato il finanziamento definitivo. I lavori in corso trovano copertura dal versamento di equity da parte dei soci e da un primo finanziamento ponte reso disponibile da un pool di banche di 120 milioni di euro. L’impegno di capitalizzazione è molto elevato e concentrato nel tempo in quanto l’opera deve essere ultimata per un primo tratto (arcoteem) ad aprile 2014 con entrata in esercizio contestuale alla Brebemi, mentre la restante tratta deve essere disponibile a giugno 2015 in occasione dell’Expo. 4 Le opere in argomento (Brebemi e TEEM) anche con le attuali riduzioni di traffico registrate nell’ultimo periodo permetteranno una notevole diminuzione dei tempi di percorrenza e della pericolosità di un sistema viabile esistente saturo ormai da anni. Il collegamento est-ovest lombardo e l’ingresso in Milano troverà finalmente una corretta distribuzione sul territorio come confermato da tutti gli studi del traffico svolti anche recentemente. Va segnalato anche il massiccio intervento sulle viabilità ordinarie che l’infrastruttura autostradale ha richiesto. Per Brebemi a fronte di un tracciato autostradale di 62,1 km sono in corso di costruzione 35 km di viabilità ordinaria. 6 Il modello lombardo ha dato i migliori frutti in quanto è nella realtà dei fatti la realizzazione di opere attese da decenni ma che solo recentemente sono state cantierate e hanno invaso il territorio. È il caso di segnalare Brebemi, opera di 62,1 km di autostrada con importo superiore ai 2 milioni di di euro che ha avuto avvio a luglio 2009 con i primi espropri e in meno di 5 anni entrerà in esercizio. TEEM, avvio lavori a giugno 2013 e ultimazione in due step ad aprile 2014 e giugno 2015. 7 In generale le troppe competenze determinano una burocrazia elevata e inutili aumenti di costo. Nel caso specifico, le forze messe in campo dalla Regione Lombardia per il coordinamento degli enti hanno attenuato notevolmente le disfunzioni nonché i ritardi autorizzativi e decisionali. TEMPI | 19 il nord a un bivio OPERATORI A CONFRONTO 1 In ordine di priorità, e considerate le recenti proposte dell’esecutivo Letta, quali sono le urgenze a cui la politica è chiamata a rispondere? 2 3 Al momento qual è la situazione della copertura finanziaria e dei rapporti col sistema bancario? 4 E dal punto di vista dei vantaggi (indotto, garanzie occupazionali, ore perse di traffico restituite alla collettività)? Possiamo quantificare i risparmi che le infrastrutture nel complesso consentiranno? 5 Le opere viarie lombarde possono viaggiare su binari paralleli? Ci sono best practice trasferibili? 6 Il modello sussidiario lombardo che vede l’incontro di pubblico e privato (e si pregia di mettere in moto l’iniziativa di imprese e mercato) sta funzionando oppure no? Perché? 7 Il sovrapporsi delle varie competenze ha complicato il lavoro. Pensate che una riforma degli enti locali, in particolare l’abolizione delle Province, renderà più snella la realizzazione delle opere viarie lombarde? Facciamo un check up dell’opera: a che punto siete con la realizzazione, che percentuale avete di lavori già svolti e di lavori ancora da eseguire, quali sono i lotti tecnicamente più difficili e quali i più impegnativi sotto il profilo finanziario, quali i tempi di consegna? RISPONDE PIERO COLLINA 1 piero collina Presidente CCC-Consorzio Cooperative Costruzioni «Proposte in materia di edilizia, sia abitativa che infrastrutturale, ancora non se ne sono viste. L’unico che dichiara necessità di intervento in questo campo è il ministro Lupi, ma le sue idee non sono ancora state confrontate con il ministro dell’Economia, per cui l’incertezza del settore resta alta» Proposte in materia di edilizia, sia abitativa che infrastrutturale, ancora non se ne sono viste. L’unico che dichiara necessità di intervento in questo campo è il ministro Lupi, ma le sue idee non sono ancora state confrontate con il ministro dell’Economia, per cui l’incertezza del settore resta alta e sono sempre più vere le considerazioni di chi dice che non si è ancora toccato il fondo. Oggi, e non solo oggi, l’esigenza è che la politica cominci a fare Politica altrimenti questo paese resterà senza prospettive. 2 Il sistema del credito è uno degli anelli deboli della situazione che stiamo attraversando. È vero che anche le banche hanno i loro problemi: fra sofferenze, rapporto fra raccolta e impieghi, parametri di solvibilità sempre più precisi e rigidi; ma di certo se non si sbloccano, se non si apprestano a trovare soluzioni, anche loro diverranno un problema. Nel nostro caso in particolare sentiamo che gli orientamenti in atto sono di grande prudenza; non abbiamo ancora la necessità di denunciare una restrizione nei nostri confronti, d’altra parte abbiamo tenuto e teniamo un comportamento responsabile. Nel settore invece molti si lamentano come se farne parte significasse essere degli “appestati”. 3 L’opera principale che stiamo realizzando in Lombardia è la Brebemi. La storia di questa commessa è emblematica per dimostrare come sia difficile lavora- 20 | TEMPI re se le risorse finanziarie necessarie e previste tardano ad arrivare a destinazione. 4 Non ho gli elementi tecnici per essere preciso, ma anche solo intuitivamente sia Brebemi che TEEM sono opere che danno occupazione, agevolano gli spostamenti e daranno redditività equa agli investitori. 5 Non solo parallele ma complementari essendo l’una funzionale all’altra; il tema è come sostenerle finanziariamente perché di capacità costruttiva ce n’è “da vendere”. 6 L’incontro fra pubblico e privato è entrato in crisi perché a fronte dei fabbisogni pubblici sono venute meno le risorse dei privati e degli investitori anche istituzionali. Resta un modo alternativo per l’infrastrutturazione del paese che però richiede il reperimento delle risorse necessarie e una sburocratizzazione di tutte le procedure dalla periferia al centro, alle autorità di controllo per non demotivare gli operatori. 7 Se il superamento delle Province va nel senso della sburocratizzazione per il settore delle costruzioni sarà una riforma utile; questo però non risolve il problema di fondo: le risorse. ? 4 Il nuovo sistema autostradale assorbirà innanzitutto importanti quantità di traffico: parliamo di circa 70 mila veicoli al giorno sulla Tangenziale Est esterna di Milano e di circa 60 mila veicoli al giorno sulla Pedemontana. Per quanto riguarda l’aspetto occupazionale, oggi sui nostri cantieri in Lombardia impegniamo oltre 2.500 persone, tra maestranze e tecnici di elevata professionalità e prevediamo di arrivare a punte di circa 8.000 addetti con la piena operatività dei cantieri della Tangenziale di Milano e della Metropolitana 4. 5 RISPONDE MICHELE LONGO General Manager Italia del Gruppo Salini Impregilo 1 Chiediamo che il tema dello sviluppo delle infrastrutture sia al centro dell’agenda del Governo. Le infrastrutture rappresentano una leva essenziale per la crescita del nostro paese, consentendo di creare nuova occupazione e recuperare il grave deficit che penalizza la competitività e l’attrattività dell’Italia rispetto ai nostri principali competitors. Per poter ripartire occorrono maggiori certezze: sui finanziamenti, sull’iter di approvazione dei progetti, sulla programmazione degli interventi, ed è necessaria una semplificazione e stabilizzazione della normativa in materia. 3 I lavori che stiamo realizzando nell’ambito della Pedemontana Lombarda si compongono di una prima tratta autostradale di collegamento tra l’Autostrada A8 e l’Autostrada A9 e dei primi lotti delle Tangenziali di Como e di Varese. L’avanzamento complessivo è superiore al 60 per cento, prevediamo di completare e aprire al traffico il primo tratto autostradale entro fine anno e le tangenziali di Como e Varese nella primavera del 2014. Per quanto riguarda la Tangenziale Est di Milano, l’avanzamento complessivo è del 15 per cento e l’intero asse viario sarà aperto al traffico nella primavera del 2015, in occasione di Expo. I lavori per la realizzazione della Metropolitana M4 di Milano, invece, sono stati avviati per la tratta iniziale da Linate a Forlanini. I lavori fino a Lorenteggio avranno comunque inizio entro la fine dell’anno con l’approvazione del progetto da parte della Conferenza dei Servizi e del Cipe. CCC CCC è un consorzio che aggrega 230 cooperative nato nel 1912. Occupa oltre 20.000 addetti, per un giro d’affari annuo superiore ai 5.000 milioni di euro realizzato nel settore delle costruzioni, dei trasporti, dei servizi e nei materiali per le costruzioni IMPREGILO Impregilo è un costruttore presente in 30 paesi nel mondo, appartenente al Gruppo Salini. Attivo nella realizzazione di grandi infrastrutture complesse, fattura 2.281 milioni di euro, con un portafoglio ordini di 10,6 miliardi e occupa 11.890 dipendenti Negli anni scorsi in Lombardia è stata fatta una attenta pianificazione delle esigenze infrastrutturali, nell’ottica di superare le forti criticità derivanti da una rete viaria inadeguata rispetto ai volumi di traffico che determinano pesanti penalizzazioni sulle attività produttive in un territorio che invece ha enormi potenzialità di crescita. Ritengo che il modello adottato nella Regione in termini di programmazione delle opere, iter autorizzativo e monitoraggio e controllo nella fase esecutiva, sia una best practice di assoluto rilievo nel panorama italiano e possa essere un modello da esportare. 6 Direi essenzialmente di sì, seppure con luci ed ombre. In questa congiuntura macroeconomica sfavorevole si deve porre l’accento sulla capacità del sistema paese di attivare politiche di finanziamento che riescano ad attrarre capitali privati, in una logica di partenariato pubblico/privato e di cosiddetto project financing. In questo senso la Lombardia ha creato un modello interessante, in anticipo rispetto alla realtà nazionale. Tale logica consente alla pubblica amministrazione di conservare il proprio ruolo centrale di programmazione e a soggetti privati, con comprovate capacità tecniche, finanziarie ed organizzative, di investire in quei progetti selezionati che abbiano positive ricadute in termini di successiva “gestione”. Su questo tema sono tuttavia necessarie regole più certe, chiare e trasparenti, che forniscano agli operatori del settore un quadro di insieme stabile e duraturo. 7 La finalità del costruttore è quella di operare con certezza di tempi e costi e tale risultato è strettamente correlato alla fase autorizzativa dell’opera pubblica. Da questo punto di vista possiamo solo auspicare che dalla semplificazione della pubblica amministrazione derivi una maggiore snellezza delle decisioni. TEMPI | 21 Al casello di Brescia Centro il nord a un bivio MEDICI ON THE ROAD L’inedita collaborazione avviata tra Health telematic network e Autostrade Centro Padane che promuove la “sicurezza in mobilità” I cardiopatici o i pazienti con difficoltà improvvise potranno al loro accesso in Autostrade Centro Padane essere seguiti da un medico specialista e potranno ricevere consigli o ricevere l’assistenza immediata 24 ore su 24. Questo futuristico sogno anima la nuova sede di Health telematic network (Htn), società leader in Italia per la telemedicina, aperta presso l’ufficio BS Parking di Autostrade Centro Padane, in prossimità del casello di Brescia Centro. A raccontare il progetto a Tempi è il cardiologo Fulvio Glisenti, presidente di Htn: «Forti dell’esperienza maturata dal nostro centro servizi di eccellenza, certificato Iso 9001:2000, garantiamo il servizio di telemedicina h24, grazie a personale medico specializzato e ad una piattaforma tecnologica avanzata, che offre teleconsulti multispecialistici, telenursing e triage infermieristico, telemonitoraggio dei parametri vitali e disponibilità on line di un fascicolo sanitario elettronico personalizzato. Oggi abbiamo nel nostro database oltre 400 «Offriamo un servizio di telesorveglianza medica. mila pazienti, le cui informazioni sa- Se ad esempio un paziente soffre di cuore, ed è in nitarie sono archiviate e gestite nella possesso dei nostri device, attraversando questo massima sicurezza informatica». Come nasce la collaborazione con Autostrade Centro Padane? tratto stradale potrà essere monitorato in continuo wireless. E in caso di bisogno, possiamo intervenire» Con Autostrade Centro Padane abbiamo condiviso l’idea di proteggere la salute degli automobilisti, in particolare gli autotrasportatori, offrendo un servizio h24 per la salute delle persone. In particolare, una delle ipotesi avanzata per questa collaborazione da Centro Padane è la “sicurezza in mobilità”: chiunque viaggi su questo tratto autostradale, potrà essere messo in automatico, per alcune patologie, in “sicurezza sanitaria”, cioè seguito da esperti. Se ad esempio un paziente soffre di cuore, ed è in possesso dei nostri device, attraversando Centro Padane potrà essere monitorato in continuo wireless. In questo modo possiamo verificare se ha delle palpitazioni e nel caso allertare il 118 o il medico specialista dell’utente, oppure ricordare al paziente di seguire una certa terapia. Non ci occupiamo di emergenza sanitaria, cioè non interveniamo nel caso di incidenti stradali al posto del 118, ma offriamo un servizio di telesorveglianza medica. Come può un paziente allora acquistare i vostri device e per quali patologie? Attualmente, un certo numero di pazienti che sono stati ricoverati e dimessi dagli ospedali hanno gratuitamente il servizio da parte del Sistema sanitario nazionale, in base ad un progetto ministeriale attivo TELEMEDICINA 365 giorni l’anno, 24 ore su 24 «Una delle ipotesi avanzate da Centro Padane per questa collaborazione è la “sicurezza in mobilità”», spiega Fulvio Glisenti, presidente di Htn. «Chiunque viaggi su questo tratto autostradale, potrà essere messo in automatico, per alcune patologie, in “sicurezza sanitaria”, seguito da esperti» in particolare per la Lombardia. Viceversa chiunque lo voglia può acquistare i nostri device contattandoci. Noi seguiamo tutte le patologie vascolari, polmonari, diabete e ipertensione. La telesorveglianza medica offerta – come dimostrato anche dal punto di vista scientifico, con pubblicazioni indexate (cioè validate a livello ministeriale) – ha ridotto del 37 per cento i ricoveri impropri e del 44 per cento gli accessi impropri al pronto soccorso. E cosa farete nel nuovo edificio appena inaugurato presso il casello di Brescia centro? In questo edificio verranno attivati servizi per tutti gli utenti della Centro Padane, che potranno ritirare qui i device ed essere monitorati mentre attraversano la tratta. Per il momento, il primo servizio che partirà dal 2014 è un sistema di telecontrollo sanitario per il personale dipendente di Centro Padane. La nostra équipe comprende un centinaio di persone tra infermieri e specialisti. Il valore aggiunto è il telelavoro grazie al quale tutti i nostri specialisti sono sempre disponibili anche se non fisicamente sul posto, essendo in grado di consultare il fascicolo sanitario via web e con qualsiasi ipad. Chiara Rizzo TEMPI | 23 il nord a un bivio accesso all’area espositiva PASSAGGIO A OVEST Sarà l’unione di più forze imprenditoriali a collegare la Tangenziale ovest e la Milano-Laghi. E aprire la strada al palcoscenico universale I protagonisti La squadra del Consorzio Eureca Ad aggiudicarsi l’appalto per il collegamento tra la Tangenziale ovest nella zona di Molino Dorino e l’Autostrada A8-A9 è stato il Consorzio Eureca composto da Cmb Società cooperativa muratori e braccianti di Carpi, Unieco Società cooperativa di Reggio Emilia, Clf Consorzio linee ferroviarie Spa di Bologna, in raggruppamento con il Consorzio cooperative costruzioni – CCC società cooperativa, Vitali spa e Compagnia italiana costruzioni – CIC spa 24 | TEMPI l grande evento di Milano che caratterizzerà il cuore del 2015 si sta avvicinando e le opere connesse dovranno vedere la luce prima del fatidico 1 maggio 2015 per consentire agli oltre 20 milioni di visitatori previsti di accedere alle infrastrutture dell’Expo. Fra le opere più importanti si trova la costruzione di un collegamento tra la Tangenziale ovest di Milano e l’autostrada A8-A9 dei Laghi. Nell’intervento infrastrutturale sono previste delle aree di svincolo che consentiranno la penetrazione all’interno del tessuto urbano oltre al collegamento con assi stradali di vario livello, queste condizioni vincolano il tracciato a svilupparsi in gran parte in galleria artificiale ed in viadotto. Il tratto stradale interessato è da tempo investito dall’essere un crocevia degli assi padano e appenninico da sommare agli intensi flussi di traffico a carattere regionale e provinciale propri di una delle aree più densamente abitate e industrializzate di Europa. In tal senso gli oltre vent’anni di limitato e inadeguato sviluppo della rete infrastrutturale dei trasporti in Italia, connessi al contestuale vertiginoso incremento della domanda, hanno portato il territorio interessato ad una situazione di collasso sia della rete autostradale sia secondaria, con gravissimi e non più sostenibili oneri sociali ed economici. Per il collega- L’imponente opera è costituita da una mento tra la Tangenziale ovest sequenza ponte-viadotto-ponte-galleria che nella zona di Molino Dorino e supera ambiti territoriali profondamente l’Autostrada A8-A9 oggetto di un appalto a concorso è risulta- disomogenei. Cinque grandi archi continui to vincitore il Consorzio Eureca rivestiti di carter metallici garantiranno composto da Cmb Società coo- la massima caratterizzazione visiva perativa muratori e braccianti di Carpi, Unieco Società cooperativa di Reggio Emilia, importante dell’opera mette a tema la pulizia di diseClf Consorzio linee ferroviarie Spa di Bologna, in rag- gno nell’attacco al suolo e cerca di ridurre e ottimizzare gruppamento con il Consorzio cooperative costruzioni gli spazi facilmente degradabili che spesso le dichiarate – CCC società cooperativa, Vitali spa e Compagnia caratteristiche tecniche degli elementi strutturali nella italiana costruzioni – CIC spa. maggior parte dei casi generano quando impattano L’imponente opera è costituita da una sequenza con il suolo. Tutte le strutture degli impalcati sono ponte-viadotto-ponte-galleria per una estensione di rivestite con carter metallici; il profilo è continuo e 3,44 chilometri che supera ambiti territoriali di estre- costante nelle principali misure: altezza dal piano strama rilevanza ma profondamente disomogenei fra loro, dale, punto di piega dell’inclinazione verticale, quota per alimentare il traffico nell’area Expo oggi completa- dell’intradosso e il colore. L’introduzione di questo mente inaccessibile. Il progetto prevede inoltre la co- importante elemento progettuale, nasce dall’esigenza struzione di cinque grandi archi continui e di diversa di ridurre l’impatto visivo che solitamente hanno tutti natura: l’individuazione di queste tipologie strutturali i diversi elementi necessari alla sicurezza viabilistica, ed estetiche, nasce dall’esigenza di garantire la massima ma soprattutto dalla necessità di uniformare le divercaratterizzazione visiva per i fruitori delle autostrade se tipologie di impalcati, in un unico segno, chiaro e in ingresso e in uscita da Milano e per i visitatori che riconoscibile, all’interno di un territorio dalla natura arrivano dal parcheggio est dell’Expo. Un connotato molto frammentata. [mg] il nord a un bivio l’istituzione in prima linea DRITTI ALLA META La Lombardia dell’assessore Del Tenno non cambia strada: «Avanti per migliorare la mobilità del territorio» «L a Regione Lombardia non si è mai fermata. Non si tratta quindi di ripartire ma di arrivare a completare alcune grandi opere in grado di cambiare la mobilità della Regione e del Nord Italia. Mi riferisco in particolare a Brebemi, Tem e Pedemontana che attraversano tutto il nostro territorio. Accanto a questi grandi interventi vi sono poi una serie di opere “locali”, progetti che interessano aree più piccole ma che sono essenziali per migliorare la mobilità delle persone e delle merci. Priorità assoluta sono le opere ferroviarie e stradali collegate a Expo 2015». E molto ci sarebbe da aggiungere nei dettagli, ma quel che conta di più per l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia Maurizio Del Tenno è affermare, in capo al suo “manifesto” per far ripartire le grandi opere, che «l’impegno di Regione Lombardia è massimo soprattutto a fronte di un fondamentale ruolo di regia che viene svolto dalla nostra istituzione. Faccio un esempio: su 7,5 miliardi di euro che corrispondono al costo netto delle tre autostrade Pedemontana, Tem, Brebemi, solo 1,2 miliardi sono di contributo pubblico. Un risultato reso possibile proprio dal “ruolo di regia” che Regione Lombardia ha svolto nei rapporti con il sistema bancario e con la Cassa Depositi e Prestiti. Perché la Regione deve essere sempre presente ma non deve soffocare il mercato e l’iniziativa dei privati che è il vero motore di crescita del nostro paese e del nostro territorio. Ovviamente – continua l’assessore – non tutto è semplice, però, e vi sono alcune situazioni di criticità che mi auguro di poter risolvere nel minor tempo possibile. Mi riferisco ai disagi derivanti dalla chiusura della strada statale 36 in seguito al danneggiamento della Galleria Monte Piazzo e all’Arcisate-Stabio, il collegamento 26 | TEMPI ferroviario che collegherà Lugano-Varese-Malpensa. Il leader degli industriali, Giorgio Squinzi, ha di recente sottolineato l’allarme delle imprese schiacciate dalla crisi: oggi, ha detto all’assemblea annuale di Confindustria anche «il Nord è sull’orlo di un baratro economico che trascinerebbe tutto il paese indietro di mezzo secolo». Quale ruolo possono giocare le opere cantierate e cantierabili in Lombardia per riattivare crescita, risorse e riconsegnare alla Regione il ruolo di capofila che le compete? In Lombardia, solo in vista di Expo, sono in cantiere 32 opere per un valore complessivo di circa 14 miliardi di euro. Al di là delle opportunità di lavoro a breve termine connesse alla realizzazione di interventi di tale portata, va considerato soprattutto il ruolo che queste nuove infrastrutture avranno nel potenziamento della competitività del Sistema Lombardia. Basti pensare al valore economico del tempo risparmiato. È stato calcolato, per esempio, che la realizzazione di Pedemontana porterà ad un risparmio di 45 milioni di ore all’anno. Questo tempo risparmiato varrebbe 700 milioni di euro all’anno. Un calcolo è stato fatto anche sul carburante risparmiato: si tratta di 35 milioni di litri all’anno per un valore economico di 45 milioni di euro all’anno. Non è da trascurare anche l’impatto delle “opere minori”, che riguardano il potenziamento e la riqualificazione della rete viaria di interesse regionale, alle quali dal 2011 – dopo l’azzeramento dei fondi statali – Regione Lombardia destina ogni anno 30 milioni di fondi propri. Sono numeri importanti anche se mi rendo conto che il cammino per arrivare alla chiusura dei cantieri sia piuttosto lungo e implichi sacrifici per tutto il territorio. La crisi, purtroppo, non apripista Una regia per liberare le risorse «Su 7,5 miliardi di euro (il costo netto di Pedemontana, Tem, Brebemi) solo 1,2 miliardi sono di contributo pubblico. Un risultato reso possibile dal ruolo di regia che la Regione ha svolto nei rapporti con le banche e la Cassa Depositi e Prestiti», spiega Maurizio Del Tenno, assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Lombardia coinvolge solo le imprese. Le stesse istituzione devono fare i conti con i tagli imposti dal governo centrale. Eppure, come Regione Lombardia stiamo facendo il possibile per impattare il meno possibile sulle opere. Ritengo che ora più che mai ognuno si debba prendere le proprie responsabilità, rimboccarsi le maniche per cercare di arrivare alla fine di questo buio tunnel nel quale da qualche tempo ci stiamo muovendo. Da imprenditore, però, vorrei davvero che tutti facessero autocritica. Sempre più spesso, infatti, succede che molti cantieri si fermino e subiscano ritardi a causa di inadempienze delle imprese. Non solo, spesso succede che le imprese si dimostrino molto scaltre nell’utilizzare il complesso e a volte contradditorio corpus normativo, anche con atteggiamenti dilazionatori e ricattatori finalizzati ad ottenere extra guadagni. Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione. Foto: Tips Le grandi infrastrutture regionali inserite nel dossier di candidatura di Expo e attese da decenni in Lombardia, stanno esaurendo le risorse finanziarie: come garantire le migliori condizioni perché i privati possano operare in questo settore e attraverso quali strumenti? Non credo sia corretto dire che le risorse si stanno esaurendo anche se, certamente, il tema del reperimento finanziario è sempre più centrale. In questo senso è necessario che a livello centrale si continui a lavorare per creare le condizioni adatte a favorire l’intervento dei privati nella realizzazione delle opere. Gli strumenti a disposizione sono molti: defiscalizzazione, semplificazione e razionalizzazione dei processi di autorizzazione e realizzazione, garanzia di regole e tempi certi. Occorre accrescere il coinvolgimento degli investitori di lungo termine, potenziare la capacità di accesso e TEMPI | 27 l’istituzione in prima linea il nord a un bivio di utilizzo delle risorse comunitarie, studiare e concretamente applicare i nuovi strumenti per il finanziamento delle infrastrutture come i Project bond europei e italiani. Interessante è anche il ricorso a modelli di finanziamento che utilizzino il cash-flow generato dalle infrastrutture esistenti per finanziare lo sviluppo di nuovi progetti, anche in comparti diversi. Infine, va riconosciuto che l’attrazione di nuovi investitori dipende in misura determinante dalla stabilità, chiarezza e trasparenza della normativa, oltre che da un sistema giurisdizionale e amministrativo efficiente. Vista dai cantieri – come non manca di sottolineare la stampa – Expo è ancora una scommessa. Non mancano le polemiche anche sulle operazioni di supporto alla viabilità e all’accesso che concorreranno alla buona riuscita dell’evento e a un progetto sul futuro delle aree una volta ultimato Expo. Ci aiuta a fare chiarezza sui tempi, i ruoli e le urgenze cui far fronte per non perdere questa grande occasione per il rilancio di Milano e del paese? con le linee esistenti a Gallarate. Questo grande intervento, che fa parte delle opere connesse ad Expo 2015, mira a consentire il miglioramento dell’accessibilità ferroviaria all’aeroporto di Malpensa e in particolare al Terminal 2, oggi raggiungibile solo con servizi di bus dalle città e con navette dal T1. L’iter è stato piuttosto complesso perché si parla di un’opera costosa, circa 115 milioni di euro, e articolata. Essendo il collegamento parte integrante della rete TEN-T (TransEuropean Network-transport) sia la progettazione che lo studio di fattibilità hanno beneficiato di un cofinanziamento Ue pari al 50 per cento dei costi. Lo scorso 26 marzo 2013, Sea ha presentato domanda di cofinanziamento per la realizzazione dell’opera nell’ambito della call 2012 proprio per l’attuazione delle reti TEN-T. L’esito del bando, che potrebbe assicurare la copertura del 20 per cento del costo dell’opera, è atteso entro luglio 2013. Anche su quest’opera, però, ci aspettiamo vi sia un grande interessamento da parte dei privati. In tema di trasporto pubblico locale Comune e provincia di Bergamo hanno dato vita a un’Agenzia di bacino per il trasporto pubblico locale, la prima Agenzia costituita sul territorio regionale che insieme a Brescia rappresenterà un modello di riferimento del settore. Con quali Gli esiti del recente Sottotavolo Expo dimostrano l’impegno della Regione nel monitoraggio continuo dell’avanzamento delle opere programmate e del lavoro di tutti gli enti e i soggetti responsabili. È stato richiesto a tutti i soggetti coinvolti massimo impegno affinché nel periodo dell’evento «La società Expo e gli altri enti coinvolti contano di espositivo non siano presenti rispettare i tempi dei lavori. Regione Lombardia sta cantieri aperti, che determi- facendo la sua parte. Oggi, inoltre, possiamo contare sui nerebbero inevitabili disagi. Questo significa che – qualo- poteri straordinari del Commissario che potranno dare ra si avesse la percezione che un’accelerata a quei cantieri che soffrono alcuni ritardi» un’opera possa non essere conclusa in tempo per Expo – dovranno essere da subenefici per il territorio? bito approfondite le possibili soluzioni per superare le Nel 2012 è stata approvata all’unanimità dal Concriticità ed, eventualmente, rimodulare i tempi. Seguo siglio Regionale la legge di riforma del Trasporto PubExpo solo da qualche mese e quando mi sono trovato blico Locale con l’obiettivo di semplificare le attività di a parlare con la Società e gli altri enti coinvolti devo programmazione, regolazione, controllo e vigilanza del dire che tutti si sono mostrati estremamente ottimisti settore, attraverso la gestione associata delle funzioni, nel riuscire a rispettare il cronoprogramma dei lavori. con l’istituzione di cinque Agenzie corrispondenti a Per quanto riguarda le opere di accesso al sito per le cinque Bacini (al posto dei 24 enti precedenti). Si punquali è direttamente responsabile Regione Lombardia ta all’efficienza del servizio e alla riduzione dei costi. i lavori procedono nel rispetto dei tempi. Sono certo Una programmazione integrata dei servizi a livello di che anche la società Expo e gli altri attori coinvolti bacino garantirà infatti maggiori sinergie tra diversi faranno lo stesso. Oggi, inoltre, possiamo contare sui sistemi di trasporto, una razionalizzazione delle reti e poteri straordinari del Commissario che potranno dare politiche di integrazione tariffaria che miglioreranno un’accelerata a quei cantieri che soffrono alcuni ritardi. l’accessibilità al trasporto pubblico. Nel frattempo ha ottenuto il via libera un’opera ritenuta strategica per i collegamenti fin dall’apertura della grande Malpensa: il collegamento ferroviario tra Terminal 1 e Terminal 2. Ci riassume attraverso qualche dato e numero del progetto, inquadrandolo nell’ambito di Expo e delle opere di supporto ai corridoi europei, il destino di Malpensa? È importante riuscire a garantire un collegamento tra il Terminal 1 e il Terminal 2 portando una linea diretta dentro l’aeroporto. Questo collegamento ferroviario costituisce la prima parte del progetto di “Accessibilità da Nord a Malpensa” che comprende il prolungamento della linea ferroviaria alla connessione In che modo il meccanismo del Patto verticale può rappresentare in Lombardia una soluzione per controbilanciare, in favore delle imprese, gli effetti prodotti dal Patto di Stabilità? Il meccanismo del Patto verticale, con cui Regione Lombardia mette a disposizione dei Comuni e delle Province lombarde un plafond finanziario peggiorando il proprio obiettivo programmatico, consente di immettere nel sistema produttivo un significativo ammontare di liquidità, oggi circa 133,7 milioni di euro, per effettuare pagamenti per investimenti. Controbilancia quindi gli effetti sugli enti locali del Patto di stabilità e determina un grande beneficio per le imprese. Caterina Giojelli TEMPI | 29 vie di sviluppo eccellenza da esportazione L’IRRESISTIBILE COMPETENZA ITALIANA Dopo aver creato la “dorsale veloce” del paese, Autostrade è richiesta in tutto il globo, dal Cile all’India. E dà lezioni di qualità ed efficienza 30 | TEMPI U n po’ di storia non fa mai male, soprattutto quando i fatti non appartengono solo al passato ma riguardano una realtà ancora presente e operante, ovvero la rete autostradale italiana e la società che la gestisce: Atlantia spa e la sua controllata Autostrade per l’Italia. Non tutti sanno che la prima autostrada a pedaggio del mondo fu la Milano-Varese aperta tra il 1924 e il 1925. Un altro importante evento, che in molti ricordano come rivoluzionario, fu la costruzione dell’Autostrada del Sole avvenuta tra il 1958 e il 1964: l’arteria che collegò il nord con il sud del Paese e permise che il cosiddetto miracolo italiano avesse luogo in quegli anni. La rete gestita dal Gruppo Atlantia si è estesa, sono state collegate molte città nello Stivale per un totale di 3.026 chilometri, in grado di generare nel 2012 ricavi per 3.410 milioni di euro. I caselli si sono dotati di sistemi di pagamento elettronico con un accesso più semplice e dotato di diverse possibilità di pagamento. Si può affermare che la tecnologia adottata dagli italiani si è rivelata così interessante da essere richiesta e estesa all’estero. Atlantia è da anni presente nei mercati internazionali e ha concorso in modo importante per l’acquisizione di concessioni in alcune realtà estere. Il Brasile è la realtà più consolidata con quattro concessionarie in portafoglio, che sviluppano una rete di 1.538 chilometri, e una opzione su una delle principali infrastrutture autostradali del paese, la concessione di una tratta di 105 km del raccordo anulare della città di San Paolo, in corso di completamento da parte del socio locale. Il Cile si è messo nella scia e ad ora si contano 313 chilometri distribuiti nelle sei concessionarie partecipate da Atlantia. Per il futuro c’è aria di espansione, in Cile e in Brasile, dove Atlantia ha già una presenza molto forte. Nei prossimi mesi saranno poste a gara le concessioni aeroportuali di Santiago del Cile, Rio de Janeiro e Belo Horizonte. Una grande opportunità, che in totale coinvolge più di 25 milioni di abitanti. La gestione degli aeroporti può diventare una delle attività del gruppo grazie al progetto di fusione con Gemina – la società in capo ad Aeroporti di Roma – in Atlantia. Nonostante Aeroporti di Roma sia un asset localizzato in Italia, è molto esposto alla crescita globale, perché circa la metà dei suoi ricavi e margini arriva dal traffico internazionale. L’espansione di Atlantia ha toccato anche il continente asiatico dove in India è in costruzione un’autostrada di 110 chilometri partecipata dal gruppo italiano per il 50 per cento. L’entrata in esercizio dei primi 85 chilometri della Pune-Solapur è il risultato più recente di un lungo cammino di Atlantia nel paese, iniziato nel 2008 quando il gruppo italiano e Tata stabilirono una partnership per la partecipazione congiunta alle iniziative per l’ammodernamento della rete autostradale indiana. Bisogna considerare il valore strategico di un paese come l’India per il solo fatto che vanta la TEMPI | 31 vie di sviluppo eccellenza da esportazione Il fatturato Le commesse e gli investimenti A fronte di un calo del 7,5 per cento del business italiano, Atlantia ha venduto servizi per 4 miliardi di euro, e chiuso con 800 milioni di utili. Tra gli investimenti, l’autostrada indiana Pune Solapur (sotto) e i 313 km realizzati in Cile (nell’altra pagina l’autostrada urbana di Santiago) seconda rete stradale al mondo in termini di estensione: si misurano 3 milioni di chilometri, di cui 70 mila di autostrade e superstrade nazionali. Nel dettaglio il progetto Pune-Solapur prevede l’ampliamento da due a quattro corsie, il pedaggiamento e la gestione della tratta per una durata complessiva di 21 anni. Muovendo il mappamondo verso ovest, in Europa Atlantia è presente, oltre che in Italia, anche in Polonia. Ma le attività di Autostrade per l’Italia non si limitano solo all’asfalto, ma si estendono ai servizi correlati: Telepass è l’esempio calzante. Il sistema elettronico per il pagamento dei pedaggi è stato introdotto parecchi anni fa nelle nostre autostrade e da qualche anno è utilizzato anche per altri servizi di pagamento della “mobilità” come ad esempio: i parcheggi degli aeroporti di Roma Fiumicino, Milano e Bologna, quelli di Bologna Fiere e Firenze città, le aree ZTL cittadine e l’area C di Milano. Il successo riscosso e i progressi fatti nell’utilizzo hanno permesso di esternalizzare il prodotto. È dello scorso anno la vittoria della gara in Francia di Autostrade per l’Italia e la firma dell’accordo, attraverso la controllata Ecomouv, con il ministero francese dell’Ecologia, dello sviluppo sostenibile, dei trasporti e dell’edilizia popolare (Meddtl) per il telepedaggiamento satellitare dei mezzi pesanti su 15 mila chilometri di strade d’oltralpe. Si tratta dell’Ecotaxe – la tassa sulle emissioni imposta dal governo francese ai mezzi superiori alle 3,5 tonnellate – per la cui riscossione, attraverso la fornitura degli apparati di bordo, Telepass si sta certificando e ha sottoscritto lo scorso giugno un accordo proprio con Ecomouv, sbarcando in questo modo nel mercato europeo. La vittoria della gara in Francia, sbaragliando una concorrenza nazionale e internazionale, rappresenta un vero e proprio successo di Autostrade per l’Italia che a fronte di un investimento di 600 milioni Le attività non si limitano alle autostrade, ci euro garantirà un ricavo sono anche i servizi correlati. Telepass è usato di di 250 milioni di euro annui nei parking dagli aeroporti di Roma, Milano e fino alla scadenza fissata del 2023. Con oltre 8 milioni Bologna, per le Ztl meneghina e fiorentina. in circolazione in Vinto la gara per il pedaggio dei Tir in Francia, apparati Europa, Telepass è il più ora si punta a Spagna, Portogallo e Belgio grande operatore europeo e il primo ad aver introdotto il sistema elettronico di tele pedaggi. Dopo il caso francese, Telepass sta procedendo per ottenere tutte le certificazioni necessarie, alcune già completate, per fornire il servizio di pagamento anche dei pedaggi autostradali per i mezzi pesanti in Francia, Spagna, Portogallo e Belgio. Le strade per la crescita del Belpaese È dello scorso ottobre l’accordo con la società spagnola Ressa, per dare la possibilità ai mezzi pesanti di pagare il pedaggio, attraverso un solo apparecchio di bordo, su oltre 3.300 chilometri di autostrade gestite in Spagna da 33 diverse concessionarie. In Portogallo, stessa storia: un ulteriore tassello nel processo di internazionalizzazione dei servizi Telepass consentirà ai mezzi pesanti il pagamento dinamico del pedaggio su oltre 1.700 chilometri di autostrade. A queste si aggiunge il Belgio con il Tunnel de Liefkenshoek (1.5km). Perché uscire dall’Italia, investire in un paese che non è il proprio e rischiare il capitale in realtà che hanno usanze, leggi e burocrazie diverse? Il gruppo Atlantia ha portato a casa una buona redditività nel 2012 a fronte di un calo del 7,5 per cento del business italiano. Ed è anche grazie a tale redditività estera che è possibile finanziare lo sviluppo domestico. Così, grazie agli investimenti fatti, il gruppo Atlantia ha venduto servizi per oltre 4 miliardi di euro i quali hanno permesso di superare gli 800 milioni di euro di utile. Sotto il profilo macroeconomico Atlantia punta su paesi che presentano buoni fondamentali economici, un quadro socio-demografico in crescita, una crescente penetrazione dei veicoli. Per quanto riguarda gli asset, privilegia progetti con limitati impegni di costruzione e prossimi alle aree urbane, come nel caso di Santiago del Cile, dove Atlantia rappresenta il principale operatore delle autostrade cittadine. Grande attenzione viene anche posta agli aspetti finanziari, puntando a operazioni non diluitive sui ratios di gruppo. [mg] 32 | TEMPI vie di sviluppo I “PILASTRI” DELLA TERRA IMPRESE TITANICHE In Giordania e Svizzera, arditi come 133 anni fa. L’epopea di Condotte e di uomini che forarono il Monte Bianco e spostarono i templi egiziani dal 1880 Vanto e prestigio italiano all’estero Condotte eseguì opere ardite per i tempi in cui furono realizzate. Tra le altre, il traforo del Monte Bianco (inaugurato nel 1965) in soli 6 anni di lavori; il ponte sul fiume Paranà in Argentina (19681973, rappresentato nel francobollo celebrativo dei primi 100 anni di attività della società), lo Spostamento dei Templi di Philae in Egitto (metà anni 70) 34 | TEMPI L a Società Italiana per Condotte d’Acqua, fondata a Roma ben 133 anni fa, il 7 aprile 1880, è da sempre simbolo e vanto della qualità e del prestigio italiano nei grandi progetti infrastrutturali nel mondo. Solo per fare alcuni significativi esempi già tra il 1883 ed il 1884 la società è stata impegnata nei lavori di prosciugamento dei 3.922 ettari dei laghi Stymphalos e Pheneos nel Peloponneso in Grecia e, nel 1919, ha realizzato l’acquedotto dell’isola di Rodi, sempre in Grecia. Nel secondo Dopoguerra, poi, la società ha ampliato ancor più la propria presenza nel mondo ed il proprio prestigio internazionale. Solo per rendere l’idea della competenza e delle capacità raggiunte già all’epoca dalla società basterà annoverare alcune opere di particolare arditezza per i tempi nei quali furono realizzate: il traforo del Monte Bianco (inaugurato dal presidente italiano Saragat e da quello francese De Gaulle il 16 luglio 1965, dopo soli 6 anni di lavori); il ponte sul fiume Paranà in Argentina (lavori iniziati nel 1968 e completati nel 1973, opera rappresentativa dell’eccellenza progettuale e realizzativa italiana e rappresentata nel francobollo celebrativo dei primi 100 anni di attività della società), lo Spostamento dei Templi di Philae in Egitto (realizzato a metà degli anni Settanta, necessario per salvaguardare le importanti vestigia nell’ambito della costruzione della diga di Assuan), il Porto Industriale Petrolifero di Sines in Portogallo (tra gli anni 70 e l‘80). Ancor oggi la Società conserva un grande prestigio internazionale sia in ambito di committenze pubbliche che di soggetti privati. La stima acquisita nel corso del tempo, grazie al know-how e all’impegno della società e delle sue maestranze, ha permesso a Condotte di essere ancor oggi protagonista in alcuni interventi complessi e prestigiosi contribuendo ad accrescere ancor più la consapevolezza all’estero della qualità dell’industria italiana delle costruzioni. Due progetti in particolare, tra loro estremamente diversi per oggetto, tipologia di cliente e collocazione geografica, consentono di rappresentare l’eterogenia delle competenze acquisite nell’arco della storia ultracentenaria di Condotte. Nel primo caso l’opera è stata realizzata in Giordania, nel golfo di Aqaba. Aqaba è l’unico affaccio al mare (Mar Rosso) del paese mediorientale, con una lunghezza complessiva della costa assolutamente insufficiente in rapporto alle esigenze commerciali (il porto in particolare) e turistiche della seconda città giordana. Un importante fondo di investimento privato locale ha immaginato di estendere di circa 17 chilometri lo sviluppo della costa rubando articolato. La Svizzera, con referendum del 1992, ha deliberato di realizzare una ferrovia di pianura in un contesto montuoso qual è quello della Confederazione Elvetica. È nato così il progetto denominato Alp Transit costituito, dalle 2 significative gallerie del San Gottardo, del Lötschberg e del Monte Ceneri. Condotte è coinvolta in tale progetto quale realizzatrice delle opere civili della Galleria di Base del Monte Ceneri. spazio all’entroterra e, partendo da soli 235 metri di costa sul Golfo e da 430 ettari di superficie, realizzando 3 lagune artificiali (che occupano un’estensione di 620.000 metri quadrati). Su tali lagune che si sviluppano dalla costa verso l’interno con altezze crescenti si affacceranno appartamenti, ville, alberghi, un campo da golf, un porticciolo ed infrastrutture ricreative. Il collegamento al mare è stato realizzato mediante un canale d’accesso. Le lagune sono delimitate da muri artificiali e da spiagge appositamente realizzate. Una serie di canali e cascate artificiali mettono in comunicazione tra loro le 3 lagune. Il progetto, denominato Ayla Oasis Project, è senza dubbio uno dei progetti di sviluppo turistico tra i più suggestivi e arditi in fase di costruzione nel mondo e Condotte ha realizzato, con estremo gradimento del cliente, le tre lagune a partire dalla connessione al mare e dalla barriera frangiflutti e le urbanizzazioni primarie: strade e ponti, reti distribuzione acqua ed elettricità, impianti di telecomunicazione e sistemi di irrigazione. È un’opera di particolare complessità che ha richiesto il coinvolgimento di numerose professionalità e l’applicazione di complesse metodiche e tecnologie. A tale riguardo basterà tenere conto della necessità di mantenere asciutto lo scavo delle tre lagune (realizzate subito a ridosso della costa e al di sotto del livello del mare) in condizioni geologiche a tal fine complesse (elevata permeabilità). Il secondo progetto è più tipico dei grandi interventi infrastrutturali, ma non meno suggestivo ed Scavare rocce o lagune Si tratta di una struttura ferroviaria composta da due tunnel a singolo binario ed ha una lunghezza di circa 25.000 metri. Una volta completata permetterà di abbreviare i tempi di percorrenza ferroviaria fra i centri della Svizzera tedesca, il Ticino e l’Italia. I due tunnel paralleli sono collegati tra loro ogni 300 metri circa mediante by-pass. Lo scavo in roccia, costituito essenzialmente da gneiss, è realizzato interamente con esplosivi. È stata già attraversata per circa 600 metri una importante zona di disturbo tettonico in corrispondenza della Val di Colla. L’avanzamento avviene lavorando su quattro fronti in contemporanea, sfruttando due finestre di accesso intermedie, una per la ventilazione e gli impianti, caverne operative e gallerie di collegamento e di transito. Seppur la tecnologia di scavo sia interamente quella “in tradizionale”, si è optato per l’adozione di alcune tecnologie all’avanguardia che, sono utilizzate nel caso di scavo di gallerie per mezzo delle Tbm. I materiali, poi, sono smaltiti mediante nastro trasportatore che li porta dal fronte di scavo al portale esterno, dove sono presi in consegna per la frantumazione o per la messa a deposito definitiva. L’opera rappresenta, una delle maggiori realizzazioni infrastrutturali attualmente in fase di costruzione in Europa. Ayla e il tunnel del Monte Ceneri sono lavori tra loro quanto mai diversi, ma entrambi – così come, solo per fare alcuni esempi, i 130 chilometri della tratta ferroviaria Oued Tlelat-Tlemcen in Algeria, lo svincolo autostradale a quattro livelli tra la S.R. 826 e la S.R. 836 -Miami (Florida, Usa), l’Ospedale di Kayseri per 1.600 posti letto in Turchia, la torre “Zlota 44”, su progetto dell’architetto Daniel Liberskind, a Varsavia (Polonia) dell’altezza di 192 metri – rappresentano al meglio nel mondo l’eccellenza italiana dell’industria delle costruzioni. Oggi come ieri Ayla e il tunnel di Monte Ceneri In apertura, la realizzazione delle opere civili della Galleria di Base del Monte Ceneri. Sopra, l’Ayla Oasis Project in Giordania. Sotto, il Traforo del Monte Bianco negli anni 60 e il Porto Industriale Petrolifero di Sines costruito in Portogallo tra gli anni 70 e l‘80 Ing. Alberto Odoardi TEMPI | 35 vie di sviluppo dopo il terzo pacchetto energia A TUTTO GAS È il piano più consistente della storia recente di Snam. 6,9 miliardi di investimenti per potenziare il mercato di casa e crescere oltre confine I nternazionalizzare è divenuta la parola d’ordine che permette il passaggio di frontiera, il superamento della barriera che separa il presente dal futuro: una sorta di lasciapassare senza del quale le imprese che operano nei diversi settori dell’economia reale potranno solo avere dei malinconici ricordi anziché un radioso futuro. Lo sviluppo all’estero Snam l’ha coltivato nel tempo e l’ha messo in pratica negli ultimi 12 mesi, approfittando delle opportunità emerse nel settore in seguito all’implementazione in Europa del Terzo Pacchetto energia. Da poco, il consiglio di amministrazione della società ha varato il piano strategico per il quadriennio 2013-2016, il più consistente della 36 | TEMPI storia recente di Snam: 6,9 miliardi di investimenti, molti dei quali destinati al potenziamento del sistema gas italiano e allo sviluppo all’estero, con l’obiettivo ultimo di porre le basi per una maggiore integrazione delle reti europee di trasporto del gas. «Anche per il quadriennio 2013-2016 confermiamo un consistente piano di investimenti volto al potenziamento delle infrastrutture gas italiane e al contemporaneo sviluppo a livello internazionale, con l’obiettivo di promuovere una sempre maggiore integrazione delle reti europee e di consolidare il ruolo di Snam tra i principali operatori integrati in Europa» ha commentato l’amministratore delegato, Carlo Mala- gruppo belga Fluxys, con cui Snam ha siglato nel 2012 un’alleanza strategica, e ha riguardato l’acquisizione del gasdotto di collegamento sotto la Manica che unisce l’Europa al Regno Unito. L’operazione ha un alto valore strategico perché nel futuro saranno proprio i paesi britannici, fino a ieri quasi completamente autosufficienti, a doversi approvvigionare delle risorse per ora fornite dai giacimenti off-shore del Mare del Nord in fase di progressivo esaurimento. acquisizioni L’evoluzione del settore in Europa Con l’acquisto di Tigf l’amministratore delegato di Snam Carlo Malacarne punta alla connessione dei mercati del Sud e del Nord Europa carne, nel corso della presentazione del piano a Londra, il 13 marzo scorso. In linea con l’evoluzione del settore del gas europeo, la società intende proseguire la propria strategia di crescita internazionale, che a partire dal 2012 si è concretizzata in partnership strategiche e acquisizioni mirate: una fra tutte è l’operazione di aprile 2013 dove il consorzio guidato da Snam grazie al suo 45 per cento – insieme a Edf (20 per cento) e il fondo sovrano di Singapore Gic (35 per cento) – ha firmato l’accordo definitivo per l’acquisizione di Tigf, la società di Total attiva nel trasporto e nello stoccaggio di gas nel sud-ovest della Francia. Tigf rappresenta una piattaforma strategica per l’interconnessione dei mercati iberico e francese con quelli del centro-nord Europa e in prospettiva con l’Italia, con la conseguente possibilità di utilizzare per tali mercati la capacità proveniente dai terminali di rigassificazione spagnoli. In aggiunta, la realizzazione di questa operazione consentirà di diversificare il rischio del portafoglio delle attività di Snam e di valorizzare le sue capacità industriali nella gestione integrata delle infrastrutture di trasporto e stoccaggio. Un’altra operazione degna di nota è stata compiuta la scorsa primavera insieme al L’afflusso di capitali internazionali C’è un nota bene da fare: Snam può mettere in atto tali investimenti grazie alla sua solidità e, in particolare, anche alla fiducia dei mercati internazionali come dimostrato dal processo di rifinanziamento del debito in seguito alla separazione da Eni avvenuta nel corso del 2012. Sul fronte operativo, l’utile 2012 è stato di 779 milioni di euro e gli investitori hanno potuto beneficiare di un dividendo di 0,25 euro per azione, di cui 0,10 già distribuito in acconto. Anche il 2013 è iniziato all’insegna di valori con segno positivo e nel primo trimestre i ricavi sono stati pari a 896 milioni di euro generando un utile netto nel periodo di 242 milioni. Quanto al rifinanziamento del debito nei confronti di Eni (prima era il Cane a sei zampe a raccogliere sul mercato le risorse necessarie ai fabbisogni finanziari di Snam), tra il luglio 2012 e l’aprile 2013 sono stati emessi otto prestiti obbligazionari suddivisi in cinque emissioni per complessivi 7,5 miliardi di euro. La risposta degli investitori è stata notevole in quanto la domanda è stata mediamente quattro volte superiore all’offerta e caratterizzata da un’elevata qualità oltreché da un’ampia diversificazione geografica. L’operazione di rifinanziamento si è conclusa con successo nel pieno rispetto dei tempi previsti e ha consentito a Snam di raggiungere la completa indipendenza finanziaria, dopo aver complessivamente raccolto in poco meno di un anno oltre 20 miliardi di euro tra prestiti a mediolungo termine e collocamento di bond, determinando un rilevante afflusso di capitali internazionali in Italia in un periodo caratterizzato da una difficile congiuntura nei mercati del credito per gli operatori nazionali. Da segnalare che il rating di Snam è risultato superiore di un notch a quello italiano, sia da parte di Moody’s che di Standard & Poor’s. [mg] TEMPI | 37 oltre la recessione vie di sviluppo CRESCERE SI PUò Rappresentare una storia che da oltre 110 anni genera valore in ogni territorio. Attualità del modello Cmc, la cooperativa che porta lontano E ra il 1901 quando un gruppo di 35 muratori di Ravenna si costituì in cooperativa per mettere insieme le proprie forze. «Dopo più di un secolo la forma della cooperativa non solo non è obsoleta, ma si è rivelata un elemento che ci ha permesso di attraversare questo difficile periodo. Abbiamo 500 soci che partecipano alla vita dell’azienda; una cooperativa può avere dimensioni internazionali senza perdere le proprie caratteristiche». Le parole sono di Dario Foschini, amministratore delegato di Cmc: una realtà che oggi fattura oltre 900 milioni di euro grazie a opere realizzate in tutto il globo. Dottor Foschini, la crisi è una realtà che determina il quotidiano da ormai un lustro. Diminuzione del numero delle commesse, ritardi nei pagamenti, sistema bancario meno propenso alla concessione di prestiti: come siete arrivati fino ad oggi? I nostri numeri sono caratterizzati da una forte presenza all’estero e la nostra sopravvivenza è legata a queste attività, infatti oltre la metà del fatturato è generato fuori confine. Questo è il punto di forza dell’azienda perché se guardiamo al mercato domestico c’è poco da stare allegri. Aggiungiamo anche il fatto che non apparteniamo al settore immobiliare e non subiamo le patologie ad esso collegate. clima massacrante per le imprese. In secondo luogo, se i problemi ordinari non si affrontano e risolvono col tempo acquisiscono forti patologie. Non tutto l’estero è uguale, dove trovate maggiori soddisfazioni? Siamo presenti in una quindicina di paesi. Il progetto attualmente più importante riguarda la costruzione di un impianto idroelettrico in Sudafrica: un appalto da 1 miliardo di euro. Il secondo appalto per importanza è a Singapore per la costruzione di due lotti di metropolitana per un valore di 250 milioni di euro. Altra area importante è l’Algeria dove stiamo acquisendo un contratto di 300 milioni per un’opera autostradale. Altri due territori che vorrei segnalare, anche se con volumi minori, sono la Cina dove siamo presenti da oltre vent’anni e gli Stati Uniti. In America siamo riusciti ad entrare nel mercato grazie all’acquisizione di un’impresa del settore a Boston avvenuta due anni fa. È stato un investimento che sta dando buoni frutti, perché se si vuole lavorare negli Usa occorre muoversi attraverso una società in loco già esistente. Cosa ci dice del rimanente 50 per cento del fatturato generato in Italia? Il problema italiano non solo è legato ai crediti non pagati della Pubblica amministrazione, ma alla difficoltà nel risolvere le criticità. Nel pubblico tutti cercano di tutelarsi, ma nessuno risolve problemi e prende decisioni per la paura di fare qualche passo falso. Così passano gli anni e le opere vanno al rallentatore: un La fotografia è molto chiara. Come vede il futuro in relazione alle riforme proposte dal Governo Letta? COnquiste Dal Sudafrica a Singapore «Siamo presenti in una quindicina di paesi. Il progetto attualmente più importante riguarda la costruzione di un impianto idroelettrico in Sudafrica: un appalto da 1 miliardo di euro», spiega l’amministratore delegato di Cmc Dario Foschini (sopra, il cantiere di Ingula, Sudafrica) Un rilancio dell’occupazione può riprendere forza solo attraverso gli investimenti. Il settore delle costruzioni può e deve essere compreso nelle risorse destinate alla ricrescita. Dal 2008 fino ad ora questa volontà non l’abbiamo vista, anche per motivi legati più alle decisioni europee che italiane. Con il nuovo esecutivo ci aspettiamo qualcosa di nuovo e in particolare ci incoraggia il fatto che il nuovo ministro Maurizio Lupi è una persona competente e con un’ottima esperienza nel settore acquisita come assessore nel Comune di Milano. Abbiamo riacceso la lampadina della speranza. Qualche consiglio? Le grandi opere si sono incagliate per molte ragioni, ma ci accontentiamo anche delle piccole opere, l’importante è che qualcosa si muova, poi starà alle imprese adattarsi al mercati. Altro punto fondamentale riguarda il rilancio del project financing e per ultimo, ma non per importanza c’è il tema scottante dell’intermediazione creditizia. Mi auguro che le banche riprendano a concedere prestiti per finanziare le opere. [mg] TEMPI | 39 vie di sviluppo nuovi business AFFARI ESTERI Da Algeri al Canada, Ance Lombardia rimette in piedi il settore edile promuovendo l’internazionalizzazione I l settore edile sta attraversando la peggiore crisi dal tà tecnico-organizzative legate alle dimensioni, e poi dopoguerra: il mercato privato e pubblico stanno di un ostacolo culturale: la stragrande maggioranza calando ormai da cinque anni e hanno raggiunto delle imprese che costituiscono il tessuto connettivo livelli di produzione inimmaginabili fino a qualche dell’economia italiana è fatta di aziende che hanno in anno fa; la conseguenza per l’occupazione è sotto gli media tre dipendenti e, in moltissimi casi, in una tradiocchi di tutti caratterizzata da un crollo senza paragoni. zionale gestione familiare. È evidente che per affacciarsi Gli operatori del settore e la loro più importante sui mercati esteri questa impostazione debba essere rirappresentanza associativa, l’Ance stanno cercando vista: l’aggregazione con altri operatori è fondamentale di correre ai ripari in ogni modo. A tal riguardo, ver- per accrescere le dimensioni, ma questo comporta la so tutti i livelli di governo – nazionale, regionale e perdita del controllo dell’impresa di proprietà, o per provinciale – vengono studiate proposte normative lo meno in parte, e non tutti sono disposti a farlo». e regolamentari da presentare al decisore pubblico e all’amministrazione locale; vengono ipotizzati pro- Housing in Nordafrica getti che possano dare una boccata d’ossigeno ad un L’Ance ha avviato, ormai da alcuni anni, un’attività di settore che pesa, di fatto, circa il 10 per cento del supporto a livello nazionale che, a cascata, si ramifica prodotto interno della nazione e che è considerato fino a livello regionale e provinciale, per le imprese da tutti gli osservatori come il comparto in grado di associate che vogliono operare sui mercati esteri. L’asdeterminare l’andamento dell’economia di un Paese. sociazione organizza, d’intesa con le istituzioni nazioSi stanno percorrendo tutte le strade: progetti di leg- nali o anche in autonomia, missioni imprenditoriali ge in materia fiscale, urbanistica, e nell’appaltistica in paesi che vogliono sviluppare importanti progetti pubblica si contano diverse iniziative finalizzate all’in- di sviluppo o che sono alla ricerca del know how di centivazione dell’edilizia sostenibile o all’utilizzo del partner stranieri. patrimonio invenduto. La brutta notizia è che anche «Dagli ultimi anni l’associazione sostiene semnel caso in cui tutte le proposte venissero accolte da pre di più le iniziative di internazionalizzazione delle coloro che le decisioni le devono prendere e mettere in nostre imprese», commenta Gianluigi Coghi, vice pratica, il risultato non sarebbe comunque sufficiente per risol- «La maggioranza delle imprese ha tre operai levare il settore delle costruzioni: il problema è il mercato e e conduzione familiare: per affacciarsi sui le cause per cui non si riprende mercati serve l’aggregazione tra operatori. sono molteplici e intrecciate tra Offriamo missioni all’estero e partecipiamo loro, ergo la soluzione del problema risulta assai complessa e, ad eventi di grande eco per stringere nuovi nel contesto attuale, non a por- accordi e attrarre investimenti stranieri» tata di mano. Se il mercato domestico non si smuove e rimane presidente di Ance e coordinatore del centro studi di febbricitante, l’unica opportunità per le imprese edili Ance Lombardia dove ha la delega all’internazionadi sopravvivere è guardare ad altri mercati. Gli ope- lizzazione. «Negli ultimi sei mesi – continua Coghi ratori più grandi e strutturati già lo fanno da anni, – abbiamo organizzato missioni imprenditoriali di tanto che la maggior parte del loro fatturato è il frutto grande interesse e abbiamo partecipato ad importandell’attività estera. ti eventi per il settore all’estero. All’inizio dell’anno, Purtroppo la realtà si rende molto più complicata insieme ai rappresentanti del governo italiano, invitati per gli operatori di piccole dimensioni: «Le piccole e dai loro omologhi algerini, siamo stati ad Algeri con medie imprese del nostro Paese fanno fatica a guardare oltre 160 imprese: l’obiettivo, al cui raggiungimento all’estero – spiega Luigi Colombo, presidente di An- si sta lavorando tramite la creazione di partnership ce Lombardia, l’associazione regionale dei costruttori con società locali, è quello di partecipare alla realizzaedili lombardi –; si tratta, anzitutto, di una difficoltà zione di 100 mila alloggi. Si tratta di un programma oggettiva che deriva dalle loro dimensioni e capaci- destinato a generare un giro d’affari di alcuni miliardi 40 | TEMPI LA STRATEGIA L’unione che fa la forza Per Luigi Colombo, presidente di Ance Lombardia, le Pmi devono oggi superare la piccola dimensione per unirsi e competere su un mercato globale con ricadute positive anche sull’occupazione». Questa è un’iniziativa concertata con le istituzioni italiane, nell’ambito del cosiddetto “sistema Paese” che, ogni tanto, funziona anche da noi. Le delegazioni ospitate a Milano Ma non è l’unica: l’associazione dei costruttori ha intensificato questa attività di “accompagnamento” delle imprese nella ricerca di business all’estero. Ance Lombardia ha organizzato anche degli incontri con rappresentanze di imprenditori e/o di istituzioni nei paesi in cui l’Italia non ha programmato missioni ufficiali. A titolo d’esempio, pochi mesi fa i lombardi hanno ospitato un gruppo di operatori rumeni: una delegazione dell’omologa associazione dei costruttori con sede a Bucarest ha incontrato a Milano i vertici dell’associazione lombarda per rimarcare la collaborazione tra le due e facilitare la ricerca di partner. Come pure, d’intesa con il sistema camerale, gli edili hanno incontrato una rappresentanza del Canada che – una rarità di questi tempi – non ha risentito per niente della congiuntura negativa e, in assoluta controtendenza ai nostri mercati, è alla ricerca per il settore delle costruzioni e delle public utilities non solo del management, ma anche di manodopera: a giugno, dovrebbe essere organizzata una missione di imprenditori italiani nel paese nordamericano. «Un altro aspetto su cui stiamo battendo – ci racconta ancora il presidente Colombo – è la partecipazione ad eventi che hanno grande eco all’estero per il nostro settore. Quest’anno, per la seconda volta con uno stand autonomo dell’associazione, siamo stati al Mipim di Cannes, senza dubbio la più importante fiera dell’immobiliare in Europa». Prosegue Colombo: «La presenza a questo tipo di iniziative, tenuto conto del fatto che i partecipanti (committenti grandi e piccoli, pubblici e privati, sviluppatori, architetti, etc.) provengono da tutto il mondo ha fondamentalmente due obiettivi: il primo è quello di proporre l’eccellenza delle imprese italiane all’estero e il secondo è quello di attrarre gli investitori stranieri nel nostro territorio, sebbene a questo secondo fine debbano concorrere soprattutto le nostre istituzioni. Eravamo decine di imprenditori italiani, soprattutto lombardi, e la nostra presenza a questa manifestazione sta aumentando negli ultimi anni non solo in termini quantitativi. Mi auguro che all’investimento corrisponda un ritorno per le nostre imprese». [mg] TEMPI | 41 vie di sviluppo dare credito all’IMPRESA BANCHE CON LE IDEE Le Popolari, in piena crisi, hanno dato alle Pmi 150 miliardi. A prova che il capitalismo democratico vince perché punta sulle persone Pubblichiamo l’intervento del presidente di Assopopolari, Emilio Zanetti, al convegno “Le Banche Popolari nel nuovo millennio” che si è tenuto lo scorso 30 maggio 2013. I l Credito Popolare ha dimostrato dalla sua nascita sino ad oggi di aver saputo accompagnare e sostenere, anche e soprattutto nei periodi di crisi come l’attuale, le famiglie e le piccole e medie imprese e, più in generale, lo sviluppo dell’articolata struttura 42 | TEMPI economica nazionale. Questo perché l’impegno e l’attenzione del Credito Popolare verso le economie locali non è legato alle fluttuazioni del ciclo o alle politiche di breve periodo ma appartiene ad un patto di lungo termine con le realtà locali di cui è espressione. I dati lo confermano: tra il 2008 ed il 2012, nel corso della recessione, le Banche Popolari hanno erogato nuovi finanziamenti alle Pmi per oltre 150 miliardi, ammontare analogo a quello dei quattro anni precedenti in cui la congiuntura economica era favorevole. E ciò è avvenuto grazie ai loro molteplici punti di forza, cooperazione Un patrimonio da oltre 150 anni A sinistra Emilio Zanetti, presidente di Assopopolari: «La forza di queste Banche è la forma della cooperativa e una rete capillare» di cui è portatore e non per il “peso” economico della sua partecipazione al capitale. Nonostante l’acuirsi della crisi, dunque, la forma cooperativa d’impresa “tiene”, pur con sforzi notevoli e sopportando costi molto alti. Parlare del passato e del presente è certamente molto più facile che parlare del futuro, denso di incognite e nuove sfide; la realtà bancaria e gli scenari economici sono in incessante cambiamento e la crisi sembra non finire mai. Per uscirne bisogna perseverare nei valori che sono propri della cooperazione, un modo di fare impresa che in oltre 150 anni ha ideato, sperimentato e migliorato nel tempo strumenti che rappresentano oggi veri benchmark per tutte le imprese. Per questo oltre 500 docenti delle università italiane con un Manifesto su “La Cooperazione, un patrimonio del Paese da tutelare e valorizzare” hanno fra l’altro evidenziato che «le cooperative sono un patrimonio del Paese, un motore di sviluppo economico e di crescita sociale, contribuiscono alla nascita dell’imprenditoria soprattutto giovanile e alla valorizzazione delle qualità imprenditive e innovative delle persone, cruciali al mantenimento di un ruolo rilevante del nostro paese nell’economia mondiale». Continuare a concentrarsi con competenza e dedizione nei territori di insediamento, valorizzando quel rapporto interpersonale che è sempre stato il punto di forza delle nostre banche, costituisce un sicuro passaporto per il futuro. Emilio Zanetti presidente Assopopolari «LA NOSTRA FORZA È L’ATTENZIONE AD AZIENDE E FAMIGLIE» inscindibilmente connessi alla forma cooperativa: la radicata e capillare presenza sul territorio, gli assetti proprietari che riflettono le prevalenti componenti economiche e professionali dell’area di insediamento e che consentono, grazie al voto capitario, la partecipazione paritaria e attiva di tutti i soci; le relazioni di clientela durature e fortemente personalizzate; la costante valorizzazione del capitale umano. Questo fa della cooperativa la forma ad oggi più evoluta di capitalismo democratico, nella quale il socio conta per il valore intrinseco delle idee e delle proposte I n Italia ci sono due tipologie di banche: la prima rappresenta oltre il 60 per cento del mercato e riguarda le realtà creditizie che prendono la forma di società per azioni. Al secondo gruppo appartengono le società che fanno capo alla Cooperazione Bancaria. Sono le Banche Popolari e le Bcc, che rappresentano una realtà ampiamente diffusa. Infatti, le sole Banche Popolari occupano il 28,2 per cento degli sportelli distribuiti nel suolo italiano, danno lavoro a 82.900 dipendenti per un totale di 12,5 milioni di clienti. Inoltre, le banche cooperative, in comparaTEMPI | 43 vie di sviluppo dare credito all’impresa zione con le spa, vantano requisiti di solidità migliori come spiega Giuseppe de Lucia Lumeno, segretario generale dell’Associazione nazionale banche popolari. Dall’estate 2011 il sistema Italia è sotto la lente d’ingrandimento degli operatori nei mercati internazionali. Nella funzione che ricopre di segretario generale dell’associazione che raggruppa le Banche Popolari italiane qual è la situazione dalla sua prospettiva? finanziamenti Una categoria contro corrente Giuseppe De Lucia Lumeno, segretario di Assopopolari: «La nostra categoria ha mantenuto inalterate le quantità di credito erogato ai privati nel 2012» Gli ispettori del Fondo monetario internazionale hanno espresso apprezzamento per il sistema bancario italiano e hanno affermato che il nostro sistema creditizio «vede la presenza massiccia di istituzioni che non rientrano negli schemi del sistema finanziario internazionale che i mercati apprezzano. È il caso delle fondazioni e delle Banche Popolari; non sempre chi decide di migliorare le banche italiane trasformando il sistema verso schemi più moderni fa l’interesse della stabilità finanziaria o dell’economia reale». In pratica è stata ribadita ancora una volta l’importanza che all’interno del sistema creditizio possano operare differenti modelli di banca, ognuno dei quali con le proprie specificità ed attitudini in grado di offrire al meglio per la propria clientela una molteplice varietà di servizi. In cosa consiste il vantaggio di una pluralità di intermediari nel mercato bancario? In una maggiore attenzione per il territorio. I dati testimoniano la diversità delle Banche Popolari, anche quelle più grandi, rispetto alle banche spa. Negli istituti del Credito Popolare, infatti, oltre il 70 per cento del totale dell’attivo si compone di crediti alla clientela, contro un valore che per i principali gruppi bancari commerciali arriva a stento al 60 per cento con punte Le imprese, in particolare nell’edilizia, sono in difficoltà. Inoltre, le giovani coppie fanno fatica a farsi deliberare i mutui ipotecari così come le imprese costruttrici. Qual è la situazione nelle vostre banche? In questo contesto estremamente difficoltoso e deteriorato le Banche Popolari hanno continuato la loro azione di sostegno sia delle imprese del settore sia delle famiglie finanziando quest’ultime nell’acquisto dell’abitazione. In particolare, a fine 2012 gli impieghi della categoria nel comparto delle costruzioni erano pari a 47 miliardi di euro, circa il 20 per cento dei finanziamenti al totale delle imprese. I flussi di nuovi finanziamenti delle Popolari a famiglie per l’erogazione di mutui, sempre l’anno scorso, sono stati pari a 6 miliardi di euro, mentre le consistenze (che comprendono oltre ai nuovi mutui anche quelli stipulati in precedenza ed ancora in essere) sono pari a circa 90 miliardi di euro e rappresentano oltre l’80 per cento degli impieghi alle famiglie. A questo impegno che il Credito Popolare sta dimostrando concretamente nei fatti, come i numeri testimoniano, con riferimento ad un mercato oggi complesso e fragile quale quello immobiliare, i provvedimenti del governo potranno offrire un impulso ulteriore, utile per consolidare ancora di più quelle politiche di finanziamento che in un contesto difficile come l’attuale rendono più ardua l’opera delle banche, soprattutto di quelle maggiormente legate al proprio territorio di riferimento come le Popolari e che fanno del relationship banking il loro principale strumento operativo e di valutazione del merito di credito. Poste tutte le difficoltà di cui abbiamo parlato, come valuta le disposizioni attuate dal governo Letta per dare ossigeno al settore edilizio? Per l’Fmi il nostro sistema creditizio «vede la presenza di istituzioni che non rientrano negli schemi internazionali e che i mercati apprezzano. È il caso di fondazioni e di Banche Popolari. Trasformarle con modelli moderni non fa l’interesse della stabilità finanziaria o dell’economia» di minimo del 43,5 per cento. Questa operatività di tipo tradizionale porta la banca ad essere ancora più legata con il territorio e le comunità, soprattutto con le famiglie e le piccole e medie imprese, che rappresentano il 70 per cento della clientela imprese. Non è quindi un caso e non deve stupire se anche negli Stati Uniti il valore della cooperazione bancaria viene riscoperto in questi ultimi anni con le Community Banks. Tali giudizi, al contrario, devono far riflettere non solo sull’importanza della funzione che la cooperazione bancaria, e al suo interno le Banche Popolari, hanno svolto nel nostro paese, ma anche su quelle che sarebbero le conseguenze per il nostro tessuto sociale ed imprenditoriale il giorno in cui esse dovessero scomparire perché omologate ad un modello che non solo ha contribuito a generare la crisi ma che ha evidenziato anche durante la recessione, contrariamente a quanto dimostrato dal Credito Popolare, importanti ed evidenti limiti per una attenuazione degli effetti negativi del ciclo economico. 44 | TEMPI Le recenti decisioni del governo in merito al prolungamento fino alla fine dell’anno degli sgravi fiscali per quanto riguarda la ristrutturazione degli immobili, se chiaramente non possono da soli risolvere il problema del settore delle costruzioni e della crisi gravissima che sta attraversando, rappresentano, comunque, un segnale importante di come il sostegno a tale comparto prosegua. Gli ultimi dati Istat aggiornati al primo trimestre di quest’anno confermano la situazione di estrema difficoltà del mercato, con gli investimenti in costruzioni che sono diminuiti nei primi tre mesi del 2013 del 3,9 per cento in termini congiunturali: il peggior risultato degli ultimi anni ed ottavo risultato negativo consecutivo. Ciò si è tradotto in un dato tendenziale pari al -7 per cento che si aggiunge alle variazioni negative superiori al 6 per cento registrate nel corso del 2012. Le informazioni più recenti di fonte Istat derivanti dalle inchieste mensili condotte presso gli operatori indicano per il settore delle costruzioni un leggero miglioramento delle aspettative; ancora troppo poco per esprimere giudizi improntati all’ottimismo ma che si spera possano essere l’inizio, almeno, di un processo di attenuazione dell’attuale fase negativa e di preludio ad una successiva ripresa. Massimo Giardina trasporti collegare per competere GRAZIE AL FRECCIAROSSA PORTEREMO L’INDUSTRIA ITALIANA Lo sviluppo viaggia ad Alta Velocità. Sui binari della più grande opera realizzata dal Dopoguerra. La forza del Gruppo Ferrovie dello Stato, che da oltre cento anni muove il paese verso il futuro 46 | TEMPI AROSSA NA NEL MONDO TEMPI | 47 trasporti collegare per competere S IL SUPERTRENO Il Frecciarossa 1000 da 360 km/h «Il nuovo supertreno di Fs rappresenta la summa dell’eccellenza tecnologica nazionale», spiega l’ad del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane Mauro Moretti (a destra, in alto). «Grazie ad esso il comparto ferroviario potrà consolidare il ruolo di leader mondiale del settore con ricadute positive anche sul piano occupazionale». A destra, in basso, il nuovissimo supertreno Frecciarossa 1000 olo pochi anni fa, quando l’ingegnere Mauro Moretti approdò alla guida del Gruppo FS si parlava di un’azienda in profondo rosso, sull’orlo del fallimento. «È vero, risanare le Ferrovie italiane era considerata un’impresa impossibile. Invece, grazie allo sforzo senza precedenti di tutti i ferrovieri, siamo riusciti nell’impresa, passando da azienda tecnicamente fallita a una realtà industriale con indicatori economici tra i migliori in Europa. Il nostro ebitda margin è del 23,5 per cento contro il 13,7 dei tedeschi e l’8,5 per cento dei francesi. La nostra – chiosa a Tempi l’amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane – è un’impresa uscita dai guai che ora è in grado di competere con i due maggiori operatori europei, perché sana ed efficiente. Ferrovie dello Stato Italiane punta molto sull’innovazione tecnologica come dimostra il nuovo supertreno Frecciarossa 1000 da 360 km/h e grazie a ciò ci stiamo internazionalizzando». Andreotti diceva che solo un “matto” avrebbe potuto credere nella possibilità di adeguare un sistema ferroviario obsoleto come quello italiano del Dopoguerra alle esigenze di un paese moderno ed efficiente. Come è stato possibile completare in così poco tempo il sistema AV? Già dal 2000, quando ero a capo di Rete Ferroviaria Italiana, ho spinto perché si realizzasse questa grande infrastruttura, possiamo dire l’opera italiana più importante del Dopoguerra. Poi, grazie anche a tutti gli altri soggetti che hanno spinto nella stessa direzione, le istituzioni, i ferrovieri, l’industria italiana, siamo riusciti nella grande impresa di ultimarla, realizzando una svolta epocale nel sistema dei trasporti e nelle abitudini degli italiani che, a giudicare dall’affluenza sui nostri treni (quasi 40 milioni di viaggiatori nel 2012), stanno dimostrando di apprezzare moltissimo la novità. Quale potrà essere l’ulteriore sviluppo dell’infrastruttura AV basata oggi sulla dorsale Torino-Milano-Roma-Napoli-Salerno? 48 | TEMPI Sicuramente la realizzazione della linea Alta Capacità Napoli-Bari. Si tratta di un’infrastruttura in grado di fare da volano allo sviluppo dell’area intorno al tripolo Bari, Napoli e Roma. C’è poi la Milano-Venezia, un altro intervento di grande importanza. Lungo la direttrice sono già in esercizio le linee AV/AC tra Milano e Treviglio e tra Padova e Mestre e sono in corso i lavori di realizzazione della Treviglio-Brescia. E per quanto riguarda il riassetto dei grandi nodi urbani? Come si integra l’AV con gli altri sistemi di mobilità, soprattutto con il trasporto pendolare ? All’interno dei grandi nodi ferroviari, le nuove linee AV rendono disponibili le linee esistenti per un servizio di tipo metropolitano e regionale. Grazie anche alla realizzazione di interventi infrastrutturali e tecnologici per il trasferimento del traffico merci al di fuori dei nodi ferroviari delle principali metropoli, le linee AV contribuiranno alla specializzazione e fluidificazione del traffico ferroviario e al rilancio della mobilità su ferro in tutta la sua globalità Il sistema AV italiano sta suscitando interesse anche all’estero, per quale motivo? La nostra tecnologia AV è la più avanzata in Europa e tra le migliori del mondo. Basti pensare che la società d’ingegneria ferroviaria del Gruppo FS, Italferr, ha raggiunto nel proprio settore una posizione di primo piano sul mercato estero, ed è presente da più di venti anni in Europa, Asia Centrale, America Latina, Medio Oriente e Africa, con progetti conclusi in 26 Paesi e in corso di realizzazione in Algeria, Egitto, Serbia, Macedonia e nei paesi della Lega Araba. TEMPI | 49 collegare per competere trasporti Il Frecciarossa 1000, un treno davvero innovativo per moltissimi aspetti, è protagonista di road-show in Italia e in Europa che stanno catturando la curiosità di centinaia di migliaia di persone. Pensa che potrà diventare il primo treno europeo ad altissima velocità? Il nuovo supertreno delle FS Italiane rappresenta la summa dell’eccellenza tecnologica nazionale. Grazie ad esso il comparto ferroviario italiano potrà consolidare il ruolo di leader mondiale del settore e ciò avrà ricadute positive anche sul piano occupazionale. LA RETE ITALIANA: NON SOLO AV MA ANCHE ATTENZIONE PER I TRENI LOCALI E LE MERCI F orse non tutti sanno che la rete italiana dell’Alta L’ERTMS/ETCS (European Rail Trafic Mana- il Sistema Velocità è in realtà anche ad Alta Capacità. Re- gement System/European Train Control System) Filo diretto alizzata con pendenze inferiori e carichi assiali livello 2 con il sistema GSM-R è un avanzato siste- bordo-terra in Italia e massimi più alti rispetto, per esempio, alle linee ma di gestione, controllo e protezione del traffico Sviluppato adottato, per la prima AV francesi, infatti, questa infrastruttura può essere ferroviario e relativo segnalamento a bordo, proget- volta al mondo, da percorsa a differenza delle altre reti europee sia da tre- tato per sostituire i molteplici e tra loro incompa- FS sulle linee AV/AC, ni passeggeri sia da convogli merci. L’altra importante tibili sistemi di circolazione e sicurezza delle varie il Sistema ERTMS/ livello 2 è tra le peculiarità è che il sistema AV italiano prevede nu- ferrovie europee, allo scopo di garantire l’interope- ETCS maggiori innovazioni merose interconnessioni tra la stessa rete AV e quella rabilità dei treni soprattutto sulle nuove reti AV del tecnologiche convenzionale. Vecchio Continente. introdotte nel Alcuni dati tecnici spiegano meglio in cosa consiQuesta tecnologia prevede un sistema a bordo, panorama ferroviario la supervisione ste questa preziosa infrastruttura del nostro paese: 300 nella cabina di guida dei locomotori, e uno a terra, per e il controllo del km/h la velocità massima d’esercizio, 5.450 metri il lungo la linea, per controllare in tempo reale e in si- distanziamento dei raggio di curvatura minimo; 18 per mille di pendenza curezza la marcia del treno, tenendo conto della situa- treni in sicurezza. massima; 20 km il raggio minimo dei raccordi altime- zione del traffico. Il sistema è concepito con diversi È stato messo in commerciale trici e 25 tonnellate il carico assiale massimo. livelli di applicazione (livello 1, livello 2) è installato servizio con l’attivazione della E poi 145 km di gallerie, 516 km tra ponti, su tutte le nuove linee ferroviarie, in particolare quelle Roma-Napoli (sopra, viadotti e trincee; 73 km linee di interconnessione ad Alta Velocità, ma può essere anche “sovrapposto” la stazione Termini) solo per collegare la nuova AV con la rete convenzionale. Senza dimenticare la ristrutturazione dei nodi L’elemento di maggior eccellenza della rete AV/AC di Roma Milano, Torino, Firenze italiana è l’attrezzaggio con il sistema di distanziamento e Napoli. Sono dati impressionanti che danno la misura delle dimensio- dei treni ETCS/ERTMS livello 2. Progettato per sostituire molteplici e tra loro incompatibili sistemi di circolazione ni colossali dell’opera. L’elemento di maggior eccellenza, e sicurezza delle ferrovie europee, è il futuro dei trasporti specifico della rete AV/AC italiana, è rappresentato dall’attrezzaggio con il sistema di distanziamento dei treni ETCS/ERTMS agli impianti di segnalamento già esistenti sulle linee livello 2, realizzato su standard internazionali e convenzionali. In particolare, il sistema ERTMS/ messo in servizio commerciale per la prima volta ETCS livello 2 operativo in Italia sulle linee AV/AC nel mondo fin dal 2005 proprio con l’attivazione e sui rotabili ad esse dedicati, utilizza il GSM-R e della Roma-Napoli. Questo sistema è il futuro di realizza un Blocco Radio con funzioni integrate di tutti i trasporti ferroviari veloci e ha validità tecnico- segnalamento direttamente in cabina di guida dei funzionali fino a 500 km/h, oltre che caratteristiche rotabili, oltre che di distanziamento e controllo della di sicurezza e funzionalità molto superiori a tutti i marcia dei treni, spostando una parte significativa del sistemi precedentemente in uso. segnalamento da terra a bordo. Il segnale luminoso TEMPI | 51 collegare per competere trasporti semaforico tradizionale, caratteristica delle stazioni nanziamenti per quanto riguarda il completamento ferroviarie, è solo un ricordo per la linea AV. Adesso è dell’asse padano da Brescia fino a Padova. La Padi fatto sul cruscotto del banco di guida, sempre sotto dova-Venezia Mestre è stata invece già realizzata in gli occhi del macchinista, che riceve continuamente autofinanziamento mentre ad oggi i lavori sono in informazioni sulla velocità da tenere e sulla distan- corso sulla Treviglio-Brescia. za dal punto dove deve fermarsi. Il comportamento Assorbendo l’esercizio di 200 treni giorno, dunnon coerente con le segnalazioni ricevute determina que, la rete AV la rete ferroviaria nazionale ha libela immediata frenatura del treno. rato capacità sulla rete convenzionale a tutto vanGrazie a questa tecnologia, che sulle nostre linee taggio del traffico regionale: si tratta dunque di una AV non è affiancata da nessun altro sistema tradizionale con funzione di back up, la frequenza minima per L’Alta Velocità ha richiesto complessivamente un treni che marciano a 300 km/h è di investimento di 32 miliardi di euro. Una cifra importante, 3 minuti, come standard tecnico e di ma parliamo di una infrastruttura che sarà la colonna sicurezza. Diventa di circa 5 minuti e vertebrale del paese per almeno i prossimi 150 anni. quindi di circa 12 treni l’ora per senso di marcia in funzione delle necessità E che ha già conquistato le abitudini degli italiani dell’esercizio commerciale. Abbiamo quindi frequenze di traffico su una linea ad Alta Ve- infrastruttura costruita pensando all’intero sistema locità quasi allo stesso livello di quelle usuali per una di trasporto su ferro con un ad un arco temporale di metropolitana pesante che viaggia a 60 km/h. utilizzo che è come minimo di 100- 150 anni. L’apertura in sequenza delle nuove stazioni AV, La colonna del paese autentici capolavori dell’architettura, firmati dai più L’AV italiana ha richiesto complessivamente un rinomati archistar del mondo, rappresenta l’ulteriore investimento di 32 miliardi di euro. Una cifra im- elemento che completa il mosaico di un nuovo modo portante, certo, ma parliamo di una infrastruttura di concepire il viaggio in treno fino a qualche anno che sarà la colonna vertebrale del paese per almeno i fa neppure immaginabile. Un modo nuovo che però prossimi 150 anni. E in questa cifra sono compresi sta conquistando le abitudini degli italiani che ormai anche i lavori sui nodi che sono ancora in corso di considerano l’Alta Velocità di FS una vera e propria ■ realizzazione. Bisognerà invece attingere a nuovi fi- “metropolitana d’Italia”. TEMPI | 53 trasporti un business case da manuale UN ANNO DI ITALO Dal giorno del debutto, il 28 aprile 2012, oltre 4 milioni di persone hanno viaggiato sul bolide di Ntv. Così è nata la concorrenza «N on è stata una passeggiata», assicura l’amministratore delegato di Ntv, Giuseppe Sciarrone, «i nostri azionisti hanno investito con coraggio oltre un miliardo di euro totalmente privati in un progetto di grande cambiamento e modernità. Abbiamo puntato su giovani che abbiamo assunto a tempo indeterminato e formato noi. Abbiamo investito, anche, sulle tecnologie più moderne presenti oggi sul mercato europeo, innovando sui contenuti che offriamo a bordo e sul comfort di viaggio». E i risultati non si sono fatti attendere. Dal 28 aprile 2012 Italo, il bolide di Ntv collega il paese. Di più, ha aperto la concorrenza sull’Alta Velocità in Italia e questo, va ripetendo Sciarrone, nel segno di una nuova vivibilità del trasporto ferroviario. «Siamo compiaciuti non solo per i numeri prodotti ma anche per il contributo che abbiamo dato alla qualità del servizio sull’Alta Velocità e per il gradimento espresso da chi ci ha scelto. Siamo riusciti a imporre, ed è quello al quale più tenevamo, un vero cambiamento nello stile dell’accoglienza, restituendo centralità alla persona e al viaggiatore». quest’anno abbiamo messo i pista tutti i collegamenti e completato quindi il nostro ramp up. Inoltre, anche in termini di quota di mercato, abbiamo fatto meglio delle attese: puntavamo al 20, ma oggi siamo già intorno a quota 25 per cento e nel 2013 contiamo di trasportare 7 milioni di viaggiatori. Insomma, a conti fatti, abbiamo dimostrato sostanzialmente due cose. La prima: che anche in Italia si possono realizzare progetti importanti, quando c’è la ferma volontà di saltare gli ostacoli e di fare. La seconda: che la concorrenza porta reali benefici alle persone. Grazie alla nostra presenza e pungolo oggi abbiamo i migliori servizi AV in Europa e i prezzi sono scesi mediamente del 25/30 per cento. Non è secondario che l’anno scorso il numero dei viaggiatori sull’Alta Velocità, nel suo complesso, nonostante la grave crisi economica, anziché diminuire sia cresciuto di circa il 16 per cento. A riprova che la concorrenza crea nuova domanda, migliora la qualità dei servizi e abbassa il livello dei prezzi. Una lezione che, in un paese bloccato come è l’Italia, è da tenere bene a mente. Di concorrenza c’è un grande immenso bisogno. Non posso che lasciare la parola ai numeri: in 12 mesi, dal 28 aprile del 2012 allo stesso giorno del 2013, abbiamo trasportato oltre 4 milioni di viaggiatori, e di questi poco più di 2 milioni nel solo 2012, quando operavamo con un numero di collegamenti e con una flotta di molto ridotti. Consideri che solo a marzo di Scalfire un monopolio cementato da oltre un secolo non è facile. È chiaro che un nuovo arrivato sul mercato Dunque è soddisfatto di questo primo anno di attività di Italo? 54 | TEMPI In un anno avete più volte messo in evidenza i problemi con i vostri concorrenti e l’Antitrust nella riunione del 22 maggio 2013, ha avviato un’indagine per verificare la fondatezza della vostra denuncia. A tal riguardo su quali temi puntate maggiormente l’indice? europea sulla liberalizzazione del trasporto ferroviario dei viaggiatori. È stato un bene e lo abbiamo appena dimostrato, numeri alla mano. Adesso però è importante che non resti una liberalizzazione incompiuta. Le precedenti aperture del mercato che hanno avuto luogo in Italia, mi riferisco alle telecomunicazioni e all’energia, sono state moderate dalla vigilanza di un’Authority di settore. Nei trasporti le attività di regolamentazione del mercato sono invece impropriamente affidate a Rfi, il gestore dell’Infrastruttura, e quindi di fatto alle stesse Ferrovie. Un anno fa il governo Monti istituì l’Autorità garante del settore, ma la politica in quasi un anno non ha saputo mettersi d’accordo sui nomi, ed è rimasta lettera morta. Confidiamo molto che il nuovo governo sciolga finalmente questo nodo. E fanno ben sperare in questa nostra attesa le parole espresse in tal senso proprio dal ministro Lupi. Nel breve e nel medio-lungo in quali servizi vi vorreste espandere. Qualche ipotesi all’estero (magari in partecipazione con altre realtà)? dia fastidio e che si cerchi in tutti i modi di rintuzzarne le novità, di frenarne, soprattutto, le velleità. In qualche modo è fisiologico che il competitor si difenda e si aggrappi a qualsiasi cavillo pur di conservare integro il suo business. Diventa problematico però, quando dall’arrocco si passa invece a qualcosa di vicino all’ostruzionismo, come è successo in alcuni casi che abbiamo documentato all’Antitrust, al quale, in assenza di un governo in carica, ci siamo rivolti. Una volta insediatosi l’esecutivo Letta abbiamo illustrato, dal nostro punto di vista, la situazione che si è venuta a creare soprattutto sul fronte dei prezzi al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Lupi, che si è attivato d’intesa con il ministero dell’Economia e Finanza affinchè gli uffici competenti effettuino un attento esame della situazione. Attendiamo gli esiti e siamo molto fiduciosi sui risultati. Il vostro azionista Montezemolo ha ripetutamente richiesto l’intervento di un’Authority per i trasporti perché «perché se uno gioca, ma l’arbitro è l’allenatore dell’altra squadra, è tutto più difficile». È ancora valida la proposta? e di cosa dovrebbe occuparsi in modo particolare il soggetto incaricato? Non è mai facile confrontarsi con un avversario che recita più parti in commedia. Per questo è rimasta intatta l’urgenza di avere un soggetto terzo, indipendente, che vigili sul rispetto delle regole e intervenga a dirimere eventuali controversie. Il parlamento italiano con grande lungimiranza ha anticipato la direttiva Intanto, nell’immediato, a dicembre, apriremo la via dell’Adriatica con il servizio tra Milano e Ancona. Lo effettuiamo a regime di mercato, sfruttando in parte l’Alta velocità, da Bologna, e in parte la linea tradizionale. Non le nascondo però che abbiamo ancora tanta voglia di crescere, di fare, di creare nuovo sviluppo e occupazione. Certo, nell’auspicio che le condizioni, anche normative, lo consentano. Deve essere un auspicio del paese, non solo nostro, però. Perché con l’ingresso di Ntv nell’Alta Velocità si è creato un divario di qualità nel trasporto regionale che è inaccettabile per un paese che voglia definirsi moderno o civile. È urgente che i benefici della concorrenza arrivino, o quanto meno lambiscano, anche questi servizi. Noi siamo pronti. Ma perché ciò accada è necessario che le Regioni bandiscano le gare, come stabilisce la nuova legge. Se i regolamenti saranno trasparenti, se le condizioni offerte ai potenziali operatori saranno realmente paritarie, noi non ci tireremo indietro. Per quanto riguarda l’estero, invece, il discorso è prematuro, al momento pensiamo di fare e consolidare bene in Italia. Piazza Affari: la quotazione è un vostro prossimo obiettivo? Non è escluso che in futuro i nostri azionisti prendano in considerazione l’ipotesi di quotare l’azienda, ma anche questo è un discorso certamente prematuro. Il nostro paese è ancora alle prese con un crisi economica drammatica e per iniziative del genere occorrono certamente un contesto economico diverso e un quadro più stabile. [mg] liberalizzazione Il processo non resti incompiuto «Grazie alla nostra presenza e pungolo oggi abbiamo i migliori servizi AV in Europa, i prezzi sono scesi mediamente del 25/30 per cento, i viaggiatori sono cresciuti del 16 per cento. A riprova che la concorrenza crea nuova domanda, migliora la qualità dei servizi, abbassa il livello dei prezzi», spiega l’ad di Ntv Giuseppe Sciarrone TEMPI | 55 trasporti mobilità locale/1 CORRIAMO CON VOI Nella regione più produttiva d’Italia un servizio per mettere in moto chi lavora. L’impegno di Trenord per accorciare le distanze 56 | TEMPI L a chiamano la locomotiva d’Italia. E non potrebbe essere altrimenti parlando di una regione che produce da sola un quinto della ricchezza nazionale. Ma in Lombardia si viaggia veloce anche fuor di metafora. Da sempre, sui solidi binari di una vera ferrovia. È il treno a catapultare Milano nel cuore dell’Europa dopo l’Unità d’Italia, il treno a condizionare e caratterizzare sviluppo e identità di una Mediolanum storicamente votata a un destino più grande dei suoi confini, il treno a concorrere alla competitività di un’area che oggi vanta dimensioni analoghe a quelle dell’efficientissima Baviera. «Milano coi suoi 1,3 milioni di abitanti come Monaco. Milano sede del 40 per cento delle multinazionali presenti nel paese, fonte del 10 per cento del Pil italiano. Milano al centro di una Regione, la Lombardia, che esporta il 40 per cento del suo Pil. Come la Germania. E più della metà verso paesi extraeuropei». Lo ha ricordato Gianfelice Rocca, neopresidente di Assolombarda all’assemblea generale del 10 giugno affermando con forza che «abbiamo le caratteristiche per competere». E tuttavia, senza quei binari, i convogli, le ferrovie, ogni buon numero resterebbe incartato in una dimensione sociologica. La vita, quella di chi riempie oltre un milione di abitazioni solo nel capoluogo lombardo, di chi lavora nel 40 per cento delle multinazionali presenti nel paese e che qui hanno trovato sede, di chi studia nelle sue 45 facoltà universitarie e produce nei suoi 285 centri di ricerca il 24 per cento dei brevetti italiani, è vita in movimento, è bisogno, è progettualità. In una parola, è capacità di immaginare e percorrere le strade del futuro, le strade per competere. È proprio in questa direzione che corre dritta Trenord. Oltre i numeri, i proclami, i rapporti della London School of Economics che pure sembra ritagliare sul modello lombardo il suo manifesto per le città del XXI secolo affermando che «per la competitività del futuro saranno sempre più centrali le grandi aree regionali, mega agglomerati urbani la cui capacità di attrarre capitali e talenti dipenderà da una buona infrastrutturazione, da modelli efficienti di organizzazione del territorio, da una economia costituita da un mix di green economy, innovazione tecnologica, forte vocazione all’export» (Towards an urban age, Urban ogni giorno Settecentomila viaggiatori «Oggi trasportiamo dalle 670 alle 700 mila persone al giorno su circa 1.900 chilometri di rete ferroviaria. Solo nel 2006 erano 540 mila: abbiamo registrato un incremento del 25 per cento», spiega l’ingegner Luigi Legnani, amministratore delegato di Trenord, ferroviere dal 1976 quando fu assunto in Ferrovie Nord Milano TEMPI | 57 mobilità locale/1 trasporti Age Program). Proprio qui, nel solco di una risposta nella “pancia” di Milano, grazie al passante, intere capace di prendersi carico della complessità delle sfi- città». E le persone ci hanno guadagnato, in tempo, de future e insieme del bisogno particolare e presente relazioni, soldi e salute. di ciascun uomo passeggero, si collocano i binari di Provare per credere il nuovo servizio Green Train Trenord. Una società unica in Italia in quanto esclu- attivato sul sito di Trenord in collaborazione con Lisivamente dedicata al trasporto pubblico ferroviario fegate: per ciascun biglietto emesso il viaggiatore sarà di un’intera regione, venuta alla luce il 3 maggio del informato sui risparmi economici e ambientali conse2011, quando Trenitalia e Gruppo Fnm decisero di guiti preferendo il ferro alla gomma. «Trasportiamo unire esperienze, competenze e strutture per ottimiz- persone, e il futuro della mobilità dipende anche dalla zare il servizio ferroviario della Lombardia. Da allora nostra capacità di rispondere al bisogno di informaziola regione più mobile del paese ne ha fatta di strada. ne di chi viaggia. Per questo abbiamo investito sulla co«Oggi trasportiamo dalle 670 alle 700 mila persone municazione in tempo reale con twitter profilati diretal giorno su circa 1.900 chilometri di rete ferroviaria. trice per direttrice, mettendo i passeggeri nelle migliori Solo nel 2006 erano 540 mila: abbiamo registrato un condizioni di trovare soluzioni e alternative a fronte di incremento del 25 per cento», spiega l’ingegner Luigi un imprevisto. E nella complessità dei numeri e delle Legnani, amministratore delegato di Trenord, ferro- situazioni in cui ci troviamo ad operare l’imprevisto viere dal 1976 quando fu assunto in Ferrovie Nord può essere frequente». Milano. A lui, «pendolare da sempre», il compito di In Trenord si dice da un po’ di anni che “la carrozza inquadrare la missione di Trenord all’interno di una è lo specchio degli umori della crisi”. Chi viaggia non nuova prospettiva di respiro nazionale e insieme me- lascia a casa nulla, soprattutto oggi, che ad affollare tropolitano: «Oggi le infrastrutture devono essere la un sistema ferroviario efficiente e accessibile a tutti (il risposta a un bisogno che nasce dai servizi che vogliamo collegamento Malpensa Express, con i suoi 29 minuti mettere a disposizione del nostro territorio – ha detto di tragitto tra centro e aeroporto, è riconosciuto uno recentemente intervenendo ad un convegno all’Università Bocconi – questo schema è «Con 2.300 corse giornaliere e un modello di importante, soprattutto in un periodo di scarse risorse, perché ci costringe a definire esercizio cadenzato ogni mezz’ora ci muoviamo anche le modalità con cui vengono proget- sempre verso una nuova cultura della mobilità. tati i servizi. Una progettazione che punti Abbiamo abbassato l’età media dei treni, investito all’efficacia mediante le sfide delle integrazioni modali e tariffarie. Se l’Alta Velocità su convogli di ultima generazione, portato nella può essere annoverata oggi tra gli interventi “pancia” di Milano, grazie al passante, intere città» che hanno cambiato la storia del paese e la vita delle persone, per Legnani c’è posto oggi per una dei più avanzati e veloci d’Europa e il costo di un absfida analoga nel trasporto pubblico locale: «Con l’Alta bonamento mensile in Lombardia è pari a quello di Velocità si è consolidata la consapevolezza del treno un settimanale in Germania) sono migliaia di persone come mezzo più ecologico ed economico, il più capa- che hanno sentito venir meno un ruolo da protagoniste ce di avvicinare le persone, ed è cresciuta la mobilità dello sviluppo del paese e quotidianamente si trovano intesa come relazionalità oltre al tempo risparmiato in a fare i conti con la crisi. Spesso insomma, anzi, tutti viaggio e restituito alla propria vita personale. Tutti i giorni, complice quella sorta di “coalizzazione sponvalori che dovrebbero trovare posto accanto a ciascun tanea” che a fronte di un imprevisto s’instaura sempre pendolare lombardo, alle migliaia di persone che ogni tra il popolo dei pendolari, a prevalere non è la consagiorno dovrebbero potersi muovere bene per aiutare la pevolezza di un servizio che in pochi anni ha portato Lombardia a muoversi meglio». a casa obiettivi importanti – pensiamo al quadruplicamento, nel 2007, dei binari tra Cadorna e Bovisa, Per molti minuti o poche fermate dove convergono le linee da e per Saronno, Como, Uno studio della Regione ha calcolato che ogni giorno Asso, Varese-Laveno, Novara e Malpensa, all’indice di in Lombardia avvengono 15 milioni di spostamenti puntualità media nell’intera giornata (il 90 per cento da parte di 5,7 milioni di lombardi (1 abitante su 2) e delle 2.300 corse arriva a destinazione puntuale) o al che 700 mila di questi interessino il treno. Si calcola, numero di soppressioni medie giornaliere (meno dello inoltre, che per questi spostamenti vengano spese ogni 0,9 per cento dei treni circolanti), con una riduzione giorno 6,8 milioni di ore e che la fascia oraria più del 30 per cento rispetto alla media del 2009 – ma affollata sia quella tra le 7 e le 9 del mattino, quando un ulteriore bisogno. Di comfort, di informazione, di 3,3 milioni di persone si spostano per raggiungere i risparmio. Anche Trenord ha avuto, lo scorso dicemluoghi di studio o di lavoro. Grandi numeri, riflesso di bre, la sua settimana di passione, ma questo non ha altrettante vite che quotidianamente prendono parte impedito alla società di chiudere il bilancio in attivo e al mondo di Trenord, chi per molti minuti, chi per in crescita rispetto all’anno precedente. «Puntiamo al poche fermate. «Piccoli centri o grandi capoluoghi: milione di viaggiatori nel 2015, a una flotta costituita con 2.300 corse giornaliere e un modello di eserci- per due terzi da treni di età inferiore ai 10 anni, in linea zio cadenzato ogni mezz’ora, maciniamo chilometri con le migliori esperienze internazionali. In particolare sempre nella direzione di una nuova cultura della puntiamo a rafforzare il nostro ruolo di protagonisti mobilità. Abbiamo abbassato l’età media dei treni, nei processi competitivi del futuro. Con i nostri mezzi, investito su convogli di ultima generazione, portato appunto, e i nostri viaggiatori». [cg] TEMPI | 59 Abbonamento annuale Campagna Meeting 2013 Cartaceo Abbonamento annuale Digitale Tutti gli abbonamenti comprendono: i T e mp p l i c az i on ve r s i one www. .it www. .it le a r tphone Ap in gita sm i r tabl et e di pe 20 * di buono spesa in omaggio da € Ti aspettiamo al nostro stand PADIGLIONE A3 dal 18 al 24 agosto * 2500 punti C o r r i s p o n d enti a 30 euro d i c a r b u r a nte omaggio A fronte di una spesa di almeno 50€ con Carta Vantaggi Sottoscrivendo un abbonamento durante il Meeting di Rimini avrai diritto a: mobilità locale/2 trasporti REGIONALI SENZA FRONTIERE Tutti i numeri del Coradia Meridian prodotto da Alstom per Trenitalia. Un concentrato di comfort, sicurezza e accessibilità che accelera la ripresa «I l trasporto regionale oggi ha gli stessi requisiti in tutte le parti del mondo: deve essere efficiente, rispondere ai bisogni di mobilità delle persone e rispettare l’ambiente. Il ruolo di un costruttore come Alstom nel rispondere a questi requisiti è di progettare e realizzare un mezzo che sia al tempo stesso confortevole, sicuro, amico dell’ambiente e di facile manutenzione. Il treno Coradia Meridian, che Alstom fornirà a Trenitalia, possiede tutte queste caratteristiche e le porta ad un livello tecnologico superiore, fino ad oggi appannaggio solo dell’Alta Velocità». Per Pierre-Louis Bertina, presidente e amministratore delegato Alstom Ferroviaria Spa, raccontare l’orizzonte verso cui si è mossa la progettazione e la produzione del nuovo treno regionale Coradia Meridian è raccontare l’essenza stessa della missione di Alstom in Italia: contribuire al progresso e allo sviluppo delle infrastrutture del paese, investendo in periodi difficili e valorizzando le competenze locali. Progettato e prodotto da Alstom nel nostro paese secondo i più recenti standard di comfort, sicurezza e accessibilità, «il nuovo treno regionale avrà allestimenti interni, capienti e versatili. Grazie alla trazione elettrica e alla potenza distribuita, sarà in grado di viaggiare a una velocità massima di 160 km orari, in tutta sicurezza, comfort e risparmio energetico. L’ingresso alle carrozze “a raso”, con pedane retrattili installate su ogni porta, faciliterà la salita dei passeggeri permettendo un accesso agevole anche ai passeggeri a ridotta capacità motoria». In ogni veicolo è prevista un’area per il trasporto di bagagli, «e molti saranno i servizi a bordo: impianto di video sorveglianza per la sicurezza dei passeggeri, schermi luminosi interni visibili da ogni punto del treno per le informazioni, impianto di sonorizzazione, scritte in braille per i non vedenti, prese di corrente a 220 V per l’alimentazione di cellulari e pc portatili». Non da ultimo, i treni Coradia rispondono pienamente alla politica di sostenibilità ambientale di Alstom: sono riciclabili per il 95 per cento, e garantiscono ridotte emissioni in atmosfera di Co2. La motorizzazione ripartita ottimizza le fasi di frenatura e accelerazione di ogni vettura, permettendo di diminuire il livello di consumo di energia. È importante ricordare che il treno che Alstom fornirà a Trenitalia si avvale di tutta l’esperienza e la tecnologia del gruppo nel settore dei treni regionali ed è progettato e realizzato in Italia la missione Rispondere ai requisiti del Tpl «Molti saranno i servizi a bordo. Dagli impianti di video sorveglianza alle scritte in braille per i non vedenti, agli ingressi alle carrozze “a raso”, per i passeggeri a ridotta capacità motoria», spiega il presidente e ad di Alstom Ferroviaria Spa, Pierre-Louis Bertina TEMPI | 61 trasporti mobilità locale/2 MADE IN ITALY Incentivata la nostra ricerca Il nuovo Coradia Meridian è stato realizzato tra Savigliano (Cn), Sesto S.Giovanni (Mi) e Bologna (sopra), con investimenti nei settori di ricerca e sviluppo e la creazione di nuovi posti di lavoro. In alto, a destra, l’ad delle Ferrovie dello Stato Italiane, Mauro Moretti, in visita lo scorso 25 giugno allo stabilimento di Savigliano per vedere lo stato di avanzamento dei lavori di produzione del nuovo treno regionale acquistato da Trenitalia nei centri di eccellenza di Savigliano (Cn), Sesto San Giovanni (Mi) e Bologna. Lo sviluppo di questo treno ha quindi contribuito non solo a incentivare la ricerca e sviluppo nei nostri siti italiani, ma anche a creare nuovi posti di lavoro. Abbiamo infatti previsto un piano di crescita che, con contratti di diverso tipo e durata, ci porterà ad assumere circa 300 persone». La questione del trasporto locale s’inserisce a pieno titolo nel dibattito sulle città contemporanee: seppure in un periodo di grandi tagli, quali criticità espresse dai fruitori del servizio devono, a suo parere, rappresentare una priorità nel dibattito Stato/Regioni e pubblico/privato per dare risposte sempre più sostenibili e concorrenziali, all’altezza delle esigenze dei cittadini? Attualmente, oltre il 50 per cento degli abitanti del pianeta vive in città, entro il 2030, questa percentuale potrebbe salire al 60 per cento. Questa rapida urbanizzazione aumenta il bisogno di mobilità. Oggi la metà delle città del mondo con oltre 2 milioni di abitanti non ha un sistema di trasporto pubblico su rotaia. Questo significa che gli spostamenti urbani sono affidati al trasporto su gomma, con pesanti conseguenze sul livello di inquinamento dell’aria. Per dove viaggiano i primi “meridian” Dalla Calabria al Veneto, 70 nuove vetture U n contratto da circa 450 milioni di euro: è il valore della commessa affidata da Trenitalia ad Alstom e che farà viaggiare, a partire dal prossimo anno, in Abruzzo, Calabria, Lazio, Marche, Piemonte, Umbria e Lombardia settanta nuovi treni lunghi 82,2 metri e larghi 2,95, per un totale di 288 posti a sedere. I nuovi treni rappresentano l’evoluzione di un modello già esistente e in circolazione, a garanzia di grande affidabilità e tempi di omologazione rapidi. I Coradia Meridian per Trenitalia saranno prodotti da Alstom coinvolgendo il sito di Savigliano (Cuneo, 1.100 dipendenti), responsabile dello sviluppo del progetto, della produzione dei veicoli e delle attività di omologazione,quello di Sesto San Giovanni (Milano, 370 dipendenti) cui faranno capo la progettazione e la produzione dei sistemi di trazione e dei convertitori ausiliari, e quello di Bologna (600 dipendenti), responsabile dei sistemi di segnalamento a bordo treno. Grazie alla trazione elettrica e alla potenza distribuita, sarà in grado di viaggiare a una velocità massima di 160 km orari, in tutta sicurezza, comfort e risparmio energetico. [cg] 62 | TEMPI affrontare queste sfide, le amministrazioni pubbliche devono investire in soluzioni di mobilità urbana adatte al proprio contesto territoriale, che siano affidabili, sostenibili e di rapida implementazione per rendere la vita più piacevole. Valorizzare competenze locali impegnandole in progetti sostenibili ed ecocompatibili: una sfida possibile per Alstom? Non solo una sfida possibile, ma una vera e propria missione. Vorrei citare un esempio per tutti. Alstom ha venduto 1.600 tram Citadis in 40 città di tutto il mondo, da Dubai a Dublino. Grazie al loro utilizzo sono stati risparmiati 4 milioni di tonnellate di emissioni di Co2. Se si considera che i sistemi di trazione della maggior parte di questi tram sono stati progettati e prodotti nel nostro centro di eccellenza di Sesto San Giovanni, è evidente come, con investimenti in ricerca e sviluppo e valorizzazione delle competenze locali, si possa contribuire alla crescita sostenibile del pianeta. A quali progetti guarda oggi la vostra sfida in ambito italiano? Nel futuro del mercato ferroviario italiano prevediamo un momento di stasi nel mercato dell’Alta Velocità, ormai giunto a maturità. Le opportunità verranno invece, oltre che del trasporto regionale, dalle attività di manutenzione. Negli ultimi anni, in Italia, la domanda di servizi di manutenzione, modernizzazione e ricambi è infatti cresciuta. Gli operatori ferroviari preferiscono concentrarsi sul servizio al cliente e affidare i servizi di manutenzione a un partner tecnologico esterno, riducendo i tempi e i costi di esecuzione delle attività e aumentando la disponibilità dei treni. Alstom è stata la prima azienda del settore a rispondere a questa esigenza con un’organizzazione dedicata e delle competenze specialistiche. Anche il segnalamento ferroviario offre buone opportunità sia sul fronte italiano che estero. A Bologna, centro di eccellenza mondiale del gruppo per la realizzazione e lo sviluppo dei sistemi e delle tecnologie per il segnalamento ferroviario, stiamo realizzando il rifacimento del sistema di segnalamento ferroviario della Danimarca orientale e l’elettrificazione e il segnalamento per la linea di confine Arad-Curtici in Romania, oltre che 1.500 casse di manovra per il Kazakistan. Sul fronte delle infrastrutture speriamo di imporci nel mercato delle metropolitane, che oggi ci vede coinvolti a Milano nella realizzazione della nuova Metro 5, e di poter continuare ad avere un ruolo di primo piano nei prossimi investimenti nell’Alta Velocità. [cg] trasporti mobilità locale/3 IL TALENTO DI POLIS Una piattaforma che rivoluziona la circolazione su rotaia. È l’ultima evoluzione dell’esperienza di Bombardier sviluppata a Vado Ligure S pecificatamente studiata per l’Italia, «la piattaforma POLIS beneficia dell’esperienza maturata da Bombardier nei progetti di maggior successo dell’ultimo decennio nel trasporto regionale. In Italia, infatti, la locomotiva E464, con oltre 700 esemplari circolanti, rappresenta la più ampia flotta omogenea di locomotive d’Europa, mentre, nei paesi europei, sono oltre 2.100 gli elettrotreni per il trasporto regionale forniti negli ultimi dieci anni da Bombardier, tra cui la flotta dei 700 treni AGC, di cui il POLIS è un’evoluzione, che effettua giornalmente il servizio in 20 regioni francesi e oltre 300 treni TALENT2, utilizzati per il trasporto regionale tedesco». Specificità del POLIS, spiega a Tempi l’ingegner Luigi Corradi, direttore generale dello stabilimento Bombardier di Vado Ligure, dove viene progettata la nuova piattaforma per il trasporto locale e metropolitano «è quella di recepire, già in fase di progettazione iniziale, la conformità alla Specifica Tecnica di Interoperabilità Europea per il sottosistema “Locomotive e materiale rotabile per il trasporto di passeggeri” del sistema ferroviario transeuropeo convenzionale. Questo significa, per le imprese ferroviarie europee, 64 | TEMPI garanzia di longevità di prodotto, con evidenti vantaggi in termini di uguaglianza di materiali di ricambio, uniformità di documentazione ed addestramento del personale. Questa disposizione è un grosso passo avanti nell’integrazione a livello europeo dei requisisti essenziali del materiale rotabile, atti a garantire sicurezza, protezione dell’ambiente, comfort ed ottimizzazione della manutenzione». Quali sono i progetti antesignani di POLIS nella storia di Bombardier? POLIS è un’evoluzione diretta del treno AGC che è stato prodotto in più di 80 differenti configurazioni per andare incontro alle esigenze di ciascuna regione francese. Infatti esistono configurazioni da 3 e 4 casse, con sistema di trazione diesel, elettrica o bimodale (diesel+elettrica) e con differenti allestimenti interni, sia per servizi regionali, per servizi pendolari che interregionali. Sulla piattaforma POLIS, inoltre, sono stati tenuti in conto anche i punti del forza del treno SPACIUM 3.O6, quali la cassa larga a fiancate curve e le ampie zone d’intercircolazione, entrambe utili a garantire un maggior comfort interno ai passeggeri, oltre all’esperienza di viaggiare in un ambiente a salo- del peso del veicolo e quindi all’efficienza energetica, contribuiscono altresì soluzioni tecnologiche innovative, quali l’ottimo rapporto peso/potenza dei motori di trazione, di tipo compatto, il convertitore di trazione con moduli IGBT integrati con l’induttanza di linea ed il sistema di raffreddamento. treni hi tech L’evoluzione dello SPACIUM In alto, l’ingegner Luigi Corradi, direttore generale dello stabilimento Bombardier di Vado Ligure (sotto), dove viene progettata la nuova piattaforma per il trasporto locale e metropolitano POLIS (qui a sinistra) Aumenta la domanda, diminuiscono le risorse. Dal suo osservatorio privilegiato, quali attori nel dialogo Stato/Regioni e pubblico/ privato crede stiano giocando, nella difficile congiuntura economica, un ruolo realmente innovativo e quali invece restano ancorati a una visione troppo datata? Bombardier opera in Italia nel settore dell’industria del settore ferroviario da oltre 100 anni e da sempre ci viene riconosciuto l’impegno nella qualità dei prodotti e dei servizi offerti, oltreché la capacità di introdurre innovazione nel settore. Sicuramente questi anni sono stati caratterizzati dai forti cambiamenti legislativi e normativi, quali la delega alle Regioni per la programmazione del trasporto regionale e l’apertura del mercato ad imprese private. Questi fattori, in congiunzione con la crisi economica internazionale e la conseguente incertezza nella disponibilità dei fondi per le Regioni, non consentono a tutti gli operatori del settore la necessaria programmazione industriale, che ha bisogno di una maggiore stabilità nel medio termine. Capacità di trasporto, strumenti diagnostici evoluti, tenuta del valore del bene: è su questo che si gioca la sfida della sostenibilità oggi? ne unico. Anche i sistemi d’illuminazione a Led, con illuminazione bi-colore nei vestiboli ed i climatizzatori efficienti ECO4 derivano dall’esperienza dello SPACIUM 3.O6. Come si combina innovazione ed esperienza in campo internazionale nell’ambito del trasporto locale italiano? Bombardier combina l’esperienza maturata in ambito internazionale in tema di elevati livelli di affidabilità e disponibilità con l’innovazione tecnologica mirata sia a migliorare l’esperienza di viaggio del passeggero, che a garantire nel tempo l’investimento per le imprese ferroviarie. Il sistema di propulsione con azionamento a singolo asse, la frenatura elettrodinamica a recupero di energia, la tecnologia d’illuminazione a Led, la climatizzazione efficiente calibrata in base al numero dei passeggeri, la riduzione del peso del veicolo, sono tutti elementi che contribuiscono a massimizzare l’efficienza energetica di POLIS. Al contenimento Sicuramente questi temi saranno sempre più tenuti in considerazione dagli operatori ferroviari e dai passeggeri. Il treno POLIS, in continuità con la filosofia progettuale di Bombardier di sviluppare treni che offrano la massima superficie utile a disposizione dei passeggeri, ha una capacità di trasporto che lo pone al vertice della categoria. POLIS offre strumenti di comunicazione digitale di ultima generazione, utilizzata per la supervisione, il comando e la diagnostica di tutte le funzioni e gli apparati di treno, per la fruizione da parte dei passeggeri delle informazioni audio/video e per la videosorveglianza degli interni. Tale sistema è stato sviluppato sulla base delle positive e comprovate esperienze italiane di Bombardier, applicate sui più recenti rotabili in circolazione in Italia. Inoltre, come tutti i prodotti Bombardier, il POLIS è stato sviluppato in stretta collaborazione con gli esperti della manutenzione a garanzia di un risultato certo, in termini di operabilità e tenuta del valore del bene e soprattutto garantito nel tempo. Questo grazie alle più evolute tecnologie di analisi delle prestazioni ed ottimizzazione continua dei cicli manutentivi, che beneficiano anche di tecniche di Condition Based Maintenance (Cbm). L’esperienza Bombardier maturata in Europa nella conduzione di contratti di manutenzione completa di durata anche trentennale su grandi flotte omogenee, l’utilizzo di strumenti diagnostici evoluti, quali la Telediagnostica ed il sistema Bombardier MyBTFleet, permettono un continuo miglioramento delle prestazioni, garantendo non solo elevati indici di disponibilità della flotta, ma addirittura ottimizzando gli interventi manutentivi programmati attraverso un approccio modulare moderno. [cg] TEMPI | 65 trasporti prossima fermata IN ARRIVO ALL’EXPO Uomini e macchine al lavoro sulla linea “lilla”, la metropolitana M5 che nel 2015 rivoluzionerà tutti i tempi di percorrenza a Milano 66 | TEMPI L a nuova metropolitana di Milano M5, caratterizzata dal colore lilla, ha varcato il 2013 con due svolte decisive nell’avanzamento lavori. La nuova linea è la prima in città ad essere completamente automatizzata perché viaggia senza conducente; oltretutto, rispetto alle altre tre metro di Milano, impiega dei treni più piccoli: 50 metri anziché 110. La M5 è la più innovativa linea del capoluogo lombardo e primo esempio in project finance nel settore delle metropolitane in Italia. Il primo evento sia in ordine cronologico sia per importanza è accaduto lo scorso 10 febbraio, data in cui ha preso avvio l’esercizio commerciale tra le stazioni di Bignami e Zara. La tratta si snoda in sette stazioni per un totale di 4,1 chilometri e permette di raggiungere più facilmente alcuni poli importanti di Milano come l’Università Bicocca, l’ospedale Niguarda e il C.T.O., anche grazie all’interscambio con la linea M3 presso il temporaneo capolinea Zara. Diversamente dalle altre linee, la lilla è in concessione alla società Metro 5 spa che cura la progettazione, la realizzazione e la gestione: la compagine socetaria vede la partecipazione di gruppi leader nel mondo delle infrastrutture (Astaldi spa, Ansaldo Sts spa, AnsaldoBreda spa, Alstom spa e Atm spa). Le opere della prima tratta sono iniziate nel 2007 e il valore complessivo dei lavori è di circa 550 milioni di euro, compresi i treni in servizio e la realizzazione delle fermate Isola e Garibaldi che verranno aperte entro la fine del 2013. «In questa tratta le stazioni sono quasi finite – spiega il direttore tecnico di M5 Marco Di Paola –; il collegamento con la stazione di Garibaldi ha un’importanza fondamentale perché garantirà la connessione non solo con la linea M2 e il Passante Ferroviario ma con tutti gli altri servizi che offre lo scalo: dal Malpensa Express a tutte le linee di Trenord, Trenitalia e Italo. Per quanto riguarda la seconda fase che allaccerà la linea fino a San Siro occorrerà attendere fino all’Expo, ovvero maggio 2015, quando saranno aperte alcune delle dieci stazioni intermedie previste. Purtroppo in alcune fermate si sono verificati dei problemi esterni alla costruzione che hanno ritardato l’apertura; si tratta tuttavia di stazioni non interessate dal collegamento con l’area Expo». Occupate 365 imprese La realizzazione di M5 ha permesso di dare lavoro a 365 imprese per un totale di 955.203 giornate-uomo, equivalenti a un impegno medio di circa 850 persone. Giovanni D’Alò, amministratore delegato di Metro 5 spa, ha spiegato che «il settore delle infrastrutture gode di un alto rapporto tra impiego diretto e indiretto, tale da generare un importante indotto: ogni lavoratore che ha un contratto con Metro 5 genera occupazione mediamente per altre 6 persone nelle industrie interessate dalle forniture di beni e servizi». La conclusione del cantiere che prevede il collegamento della rete già operativa con il capolinea dello stadio San Siro è programmata in concomitanza all’apertura di Expo 2015 e grazie ai 12,8 chilometri che congiungeranno le 19 stazioni dell’intera linea, sarà possibile trasportare tra i 15 e i 18 mila mila passeggeri all’ora per ogni direzione. Sarà una vera e propria rivoluzione dei tempi di percorrenza in città: per arrivare da Bicocca a Garibaldi basteranno 9 minuti e altri 11 minuti per giungere a Piazzale Lotto (futura TEMPI | 67 trasporti prossima fermata Il 26 marzo due Tbm, le “talpe meccaniche” che scavano i tunnel, hanno raggiunto la fermata di CityLife. Non si era mai registrato l’arrivo nello stesso istante di due scavatrici. Per percorrere l’intera tratta da Bignami a San Siro, si impiegheranno solamente 26 minuti tratta tra San Siro e Figino. Quest’ultima area è di importanza fondamentale perché in questa zona dovrebbe sorgere il deposito di M5. Oggi l’assenza di un’area per il rimessaggio dei veicoli e la loro manutenzione ordinaria e straordinaria è un problema di non facile soluzione perché non permette di sfruttare al massimo le potenzialità della linea. Le manutenzioni si svolgono prevalentemente presso il deposito della Linea 2 a Famagosta collegato attraverso una galleria di servizio presso la Stazione Garibaldi. stazione di interscambio con la linea M1); inoltre, per percorrere l’intera tratta da Bignami a San Siro, si impiegheranno solamente 26 minuti, passando per tante importanti zone di Milano come il quartiere Isola, corso Sempione, e la nuova area residenziale CityLife. Proprio sotto il quartiere CityLife in fase di costruzione, sorgerà una fermata della linea lilla e lo scorso 26 marzo le cronache cittadine hanno registrato un evento importante per la sua originalità senza precedenti nella storia: contemporaneamente due Tbm – acronimo di tunnel boring machine, le cosiddette talpe meccaniche che scavano i tunnel – hanno raggiunto la fermata di CityLife. Non si era mai registrato nella storia l’arrivo nello stesso istante di due scavatrici, perché nella prassi le tbm lavorano sempre con un certo sfasamento. «Per motivi di impatto sugli edifici si tende sempre a tenerle ad una certa distanza l’ una con l’altra. In questo caso la prima è partita in anticipo di un mese, ma nell’ultima parte c’era un tratto dove, grazie alla mancanza di edifici, abbiamo schiacciato l’acceleratore e alla fine sono arrivate insieme» commenta Marco Di Paola. Metro 5 spa stessa non conosce le proprie prossime tappe, e a tal proposito l’ad Giovanni D’Alò spiega che il Comune non ha ancora definito la concessione della 68 | TEMPI Sottoterra, venti metri al giorno Il processo di realizzazione di un’opera come la M5 necessita esperienza e gran parte dei costruttori che hanno operato su Linea 5 hanno contemporaneamente portato a termine la realizzazione della Metropolitana di Brescia: una linea di circa 14 km interamente automatizzata con 17 stazioni e inaugurata il 2 marzo 2013. «La costruzione di una metropolitana in area fortemente urbanizzata ed in particolare di una stazione sotterranea non è un’opera semplice e mediamente – chiarisce Marco Di Paola – occorrono dai quattro ai cinque anni». Nel corso dell’opera si possono trovare molti imprevisti. «La progettazione è un momento fondamentale ma la vera incognita temporale è nel rilievo e nello spostamento dei sottoservizi dell’area. Viene analizzata tutta la zona in modo da rilevare i sistemi di distribuzione del gas e dell’acqua e delle dorsali di telecomunicazione. Accade di frequente di trovare sorprese e quando succede i tempi di intervento si dilatano. Una volta terminata questa fase si procede con la costruzione del perimetro della stazione e dello scavo; poi si iniziano a costruire gli interni: dagli impianti, alle finiture finali fino all’istallazione dei tornelli». Le stazioni di una linea metropolitana vengono costruite tutte in contemporanea e durante la realizzazione, le talpe meccaniche procedono con un andatura di circa 20 metri al giorno in modo da finire la tratta nei tempi previsti dal cronoprogramma dei lavori. Da porre in rilievo che le Tbm non sono monouso: quelle arrivate a CityLife erano state a loro volta utilizzate per lo scavo della metrò C di Roma. Considerato l’alto prezzo – intorno tra i 10 e i 15 milioni di euro – si cerca di ammortizzare il costo in più progetti. [mg] trasporti un piano per decollare INVERTIRE LA ROTTA In Italia si contano 112 aeroporti, uno ogni 50 chilometri al Nord. Ma solo il 20 per cento serve al traffico nazionale. Un Far west di piste da ridurre e razionalizzare. Le prospettive che attendono il settore A l Nord c’è un aeroporto ogni 50 chilometri. Se ne contano ben 17 tra Albenga e Trieste, passando per Milano, Venezia e Bologna. In meno della metà di questi scali atterrano voli di linea, mentre più del 90 per cento del traffico si concentra nel 20 per cento degli scali. Un Far west di piste che va cancellato. L’Atto di indirizzo presentato dall’ex ministro Passera a fine gennaio scorso intendeva dunque porre le basi per un riordino dei troppi scali nati in Italia da iniziative pubbliche locali. Si contano oggi in Italia 112 scali funzionanti, dei quali 90 aperti al traffico civile, 11 militari aperti a voli civili, 11 a esclusivo uso militare. Sono 46 gli scali in cui atterrano voli di linea, 43 civili più i 3 militari di Grosseto, Trapani, Pisa. Tra questi 46 l’Atto 70 | TEMPI di indirizzo ne sceglie 31 di “interesse nazionale”, ed è su questi che si propone di concentrare gli interventi infrastrutturali pubblici o pubblico-privati. L’elenco è composto dai 10 scali di rilevanza “europea”, cioé Bergamo, Bologna, Genova, Milano Linate, Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia. Da 13 che superano il milione di passeggeri: Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona. Da 4 che superano quota 500 mila passeggeri (Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste). Più, infine, due necessari alla continuità territoriale, Lampedusa e Pantelleria. E infine due “ripescati”, che hanno inevitabilmente generato polemiche tra tutti gli esclusi, Rimini e Salerno. Di qui l’eliminazione di ogni forma rie per calarsi nella realtà», affrontando temi quali «la vocazione dei singoli aeroporti presenti sul territorio, il loro numero e una necessaria razionalizzazione». «Il metro – ha aggiunto Lupi – non può essere che quello dell’ascolto, del dialogo, della collegialità del Governo, del realismo e della responsabilità». Per Lupi inoltre è cambiata anche la «vocazione del trasporto aereo», ad esempio «per l’arrivo dell’Alta Velocità». Ci sono poi le questioni legate ai «diritti di quinta libertà per le compagnie straniere e all’asimmetria competitiva tra vettori low cost e tradizionali, laddove il vantaggio per i cittadini è eccezionale ma si deve anche garantire una concorrenza uguale per tutti, senza soggetti sovvenzionati ed altri no, le regole devono essere uguali per tutti». e di contributo statale agli scali minori, la cui competenza passa alle Regioni. Tuttavia l’Atto di indirizzo ha scontato un 2012 di pausa troppo lunga, e un delivery finale dettato dalla fretta, perché il tempo del governo Monti stava finendo. Sulla questione del Piano nazionale aeroporti, il nuovo ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, ha ribadito di recente, in audizione alla commissione Trasporti della Camera, l’impegno per un confronto in tempi brevi con le Regioni. «Dobbiamo riprendere quanto fatto dal precedente Governo e confrontarci immediatamente con le Regioni. C’è già un calendario di incontri», ha detto sottolineando come senza questo confronto «c’è il rischio di aver fatto una cosa bellissima ma senza le gambe necessa- La crisi 2013 nei dati Assaeroporti Nel frattempo i dati di Assaeroporti relativi ai primi quattro mesi del 2013 confermano che anche quest’anno non ci sarà alcuna inversione di rotta. La crisi congiunturale del 2013 è marcata da un quadrimestre in forte flessione sia in termini di passeggeri (-5,4 per cento) che di movimenti (-8,6 per cento) e cargo (-0,5 per cento). Per quanto riguarda il traffico passeggeri a incidere maggiormente è il risultato negativo del mercato nazionale (-11 per cento) a fronte di una riduzione contenuta del mercato internazionale (1,1 per cento), quest’ultima più in linea con i risultati del resto d’Europa. Dall’altro lato però Assaeroporti registra una crescita nel lungo termine che ha portato l’Italia a sfiorare i 150 milioni di passeggeri nel 2012, facendo segnare un aumento di quasi il 60 per cento dei passeggeri transitati negli aeroporti italiani nel corso degli ultimi dodici anni. Confrontando i dati del traffico Ue ed extra Ue, il futuro degli aeroporti italiani passa da Oriente e da nuovi modelli di business. Per questo Sea ha deciso di scommettere sulle compagnie low cost come EasyJet o sulle compagnie emergenti come Emirates o Qatar Airlines. Dal 2007 la società di gestione di Malpensa e Linate non ha più un vettore di riferimento. Così punta a Oriente per assecondare le nuove tendenze del mercato. Sul fronte dei conti, Sea ha chiuso il 2012 con un utile netto di 64 milioni, in crescita del 22 per cento rispetto al 2011 e ricavi consolidati in aumento del 9,1 per cento a 721 milioni. I risultati sono in crescita nonostante la contrazione del traffico, che ha visto una flessione del 2,3 per cento per i passeggeri e del 7,6 per cento per le merci. «Non c’è nessun dubbio che per sviluppare il sistema aeroportuale milanese bisogna spostare volume di traffico su Malpensa» rispetto a Linate, ha detto il presidente e amministratore delegato uscente di Sea Giuseppe Bonomi, intervenendo ad un convegno sul sistema aeroportuale organizzato dall’Università Bocconi, in occasione del Forum Ambrosetti di Cernobbio dello scorso anno. Riferendosi al sistema aeroportuale europeo, Bonomi ha precisato TEMPI | 71 un piano per decollare trasporti La mappa Classificazione degli aeroporti di interesse nazionale Aeroporti di rilevanza europea Aeroporti di rilevanza nazionale Milano Linate Bergamo Orio al Serio Milano Malpensa Treviso Trieste Altri aeroporti Torino Venezia Genova Bologna Firenze Rimini Pisa Ancona LA SITUAZIONE ATTUALE Pescara Roma Fiumicino 112 Aeroporti funzionanti 90 Alghero aperti al solo traffico civile (di cui 43 aperti a voli commerciali e 47 a voli civili non di linea) Olbia Bari Roma Ciampino Napoli Brindisi Salerno Cagliari Lamezia Terme 11 militari aperti al traffico civile (di cui 3 aperti a voli commerciali e 8 a voli civili non di linea 11 Palermo Reggio Calabria Trapani Catania Pantelleria esclusivamente a uso militare Lampedusa GLI AEROPORTI COMMERCIALI ESCLUSI che «quest’ultimo, nonostante la crisi, resta un mer- cento dell’utile) a titolo di dividendo e il restante a Forlì Comisio Albenga Tortolì cato vasto e ricco. L’Europa gode di una posizione ba- riserva straordinaria, in considerazione degli investiMarina di Campo Aosta ricentrica rispetto ai flussi aerei Crotone globali. Non è un caso menti previsti per il 2013 e esercizi successivi. Taranto cheBolzano Emirates cominci ad operare dall’Europa verso gli «I dati di bilancio – ha sottolineato Parma Cuneo Grosseto il presidente Usa. Crediamo sia solo il primo caso perchè l’Europa è Miro Radici – riflettono la rilevanza assunta dall’Aero(aeroporto militare aperto Perugia al traffico civile commerciale unBresciaa territorio strategico. Quello Foggia italiano è l’unico mer- porto di Orio al Serio nel panorama del trasporto aereo cato europeo a non avere un presidio forte da parte delle e big europee». Malpensa non deve però fare i conti L’Atto di indirizzo ha individuato 10 scali di rilevanza solo con la concorrenza “in casa” del europea, tra cui Linate e Malpensa, Fiumicino, Napoli city airport di Linate e con quella degli e Palermo, 13 che superano 1 milione di passeggeri altri hub europei. Ad attrarre traffico è l’anno, e 4 che raggiungeranno quota 500 mila anche il vicino aeroporto bergamasco di Orio al Serio che nel 2012 ha fatto passeggeri. Solo questi riceveranno contributi statali registrare 108,639 milioni di ricavi, in crescita di 8,069 milioni rispetto all’esercizio preceden- nazionale e il consolidamento di una quota importante (+8 per cento). Al netto delle imposte di competen- te di mercato passeggeri» (8.890.604 nel 2012, + 5,6 za per 7,915 milioni, la società di gestione Sacbo ha per cento rispetto all’anno precedente) e merci courier conseguito un utile di esercizio di 15,012 milioni (in (117mila tonnellate, + 3,95 per cento). Radici ha eviforte crescita rispetto ai 10,636 milioni dell’esercizio denziato come, in sintonia con Comune e Provincia precedente), tanto che il consiglio di amministrazione di Bergamo e per effetto del lavoro di regia tra Sacbo e ha proposto di destinare 4,5 milioni (pari al 30 per compagnie aeree, con l’obiettivo di razionalizzare la TEMPI | 73 trasporti un piano per decollare il commissario straordinario enac Riggio: «Via alle privatizzazioni, meglio liberare le risorse degli enti locali» «La privatizzazione degli aeroporti italiani è l’obiettivo da seguire nel breve termine per immettere capitali freschi nelle società di gestione, per sollecitare gli investimenti e per rendere maggiormente competitivi gli scali a livello internazionale». Parola di Vito Riggio, commissario straordinario dell’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile. Anche il Piano dell’Enac di riordino del sistema aeroportuale, secondo Riggio, «una volta approvato e reso attuativo, dovrebbe costituire una spinta verso la completa privatizzazione degli scali. È un processo che è stato avviato, ma al quale bisogna dare compimento, soprattutto nel Mezzogiorno, per liberare le risorse degli enti territoriali, il cui compito non è quello di gestire gli aeroporti, è lasciare spazio invece a imprese competenti che porterebbero impulso al settore». Il messaggio è chiaro: o si procede con la privatizzazione, la razionalizzazione degli scali, l’evoluzione dei modelli gestionali, la differenziazione dei servizi alle compagnie aeree e l’avvio dell’Autorità dei trasporti o c’è il rischio di essere travolti. Nel frattempo, «alcuni aeroporti significativi sono rimasti senza contratto e questo è un problema serio», sostiene il numero uno dell’Enac che ha già inviato una proposta al ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, sollecitando un atto di indirizzo per permettere all’ente di tornare a fare i contratti di programma. Stipulati tra l’Enac e i singoli gestori, i contratti di programma sono uno strumento di regolazione economica per la determinazione delle tariffe aeroportuali con il quale i singoli soggetti si danno diritti e obblighi. A seguito del cambiamento del quadro normativo nazionale, che nel 2012 ha visto la costituzione dell’Autorità di regolazione dei trasporti, e in attesa dell’avvio dell’Autorità, l’Enac ha portato avanti le istruttorie relative ai contratti di programma per gli scali di Olbia, Bergamo e Genova. Nel 2012, inoltre, l’Ente ha portato a termine la stipula dei tre contratti di programma in deroga con la società Sea per gli aeroporti milanesi, con Aeroporti di Roma per Fiumicino e Ciampino e con Save per l’aeroporto di Venezia. Dal punto di vista degli investimenti, il contratto di Programma relativo a Adr prevede investimenti pari a circa 2,5 miliardi nel brevemedio termine (nei prossimi 10 anni) e pari a circa 12 miliardi fino alla scadenza della concessione. Gli investimenti previsti nei prossimi dieci anni per gli aeroporti milanesi da parte di Sea sono circa 1,5 miliardi e per lo scalo di Venezia circa 600 milioni da parte di Save. L’Enac ha, dunque, ad oggi, stipulato dieci contratti di Programma, arrivando a coprire circa il 78 per cento dell’intero traffico nazionale. [cc] capacità di carico degli aeromobili, nei primi due mesi del 2013 si è prodotta una marcata riduzione nel totale dei movimenti aerei (-6,2 per cento) rispetto all’attesa flessione del numero di passeggeri (- 1,74 per cento). L’andamento nell’anno in corso induce a ritenere che lo scalo bergamasco conservi l’attuale posizione, senza i margini di crescita che hanno contrassegnato l’avanzamento progressivo dal 2002 ad oggi. Sotto l’aspetto infrastrutturale, Miro Radici ha ricordato l’assegnazione dei lavori di ampliamento dell’aerostazione che saranno avviati a settembre e conclusi entro la primavera 2015 in concomitanza con l’Expo, secondo un crono programma che prevede di mettere a disposizione la nuova area riconsegna bagagli già nell’estate 2014. Confermata anche la volontà di procedere con il piano mitigazione ambientale, per il quale Sacbo ha messo bilancio 22 milioni, che prevede nel corso dei mesi estivi l’avvio di interventi programmati su abitazioni private, le più prossime al sedime aeroportuale. Radici getta acqua sul fuoco della rivalità con Sea: «È un nostro azionista importante, che rispettiamo e con cui dialoghiamo». Il “sistema del Garda” Se nessun pericolo è avvertito sul fronte occidentale, a est invece Verona potrebbe creare qualche problema. La società che gestisce l’aeroporto scaligero Catullo, ha infatti conquistato anche la gestione dello scalo bresciano di Montichiari. «Se dovesse crearsi una potenza a Verona rischieremmo di essere schiacciati nella morsa con Milano. Mi piacerebbe riuscire a dialogare con Montichiari. Siamo tutti consapevoli che se si riuscisse a creare il network degli aeroporti lombardi potremmo guadagnarci tutti», ha commentato Radici. 74 | TEMPI Dall’altra parte il nuovo “sistema del Garda” può contare su quindici milioni di abitanti, un bacino di 34 mila km quadrati. Questi sono i numeri dopo l’annuncio della concessione quarantennale per la gestione dell’aeroporto di Brescia a Catullo Spa – che dal 2008 ha la concessione totale anche per Verona. Lo scorso novembre era stata annunciata la conclusione del processo di ristrutturazione che ha visto la riduzione dei costi di struttura per 2,5 milioni attraverso il taglio di spese, la razionalizzazione della fisionomia del gruppo e la risoluzione dei contratti “tossici” per un valore di 7 milioni. Non era sufficiente. La società doveva ottenere la gestione di Montichiari per tornare all’equilibrio economico e attivare reali condizioni di sviluppo. Brescia Montichiari si inserisce in una macro area economicamente trainante, con 1,8 milioni di imprese (33 per cento del totale Italia), un Pil generato di 60 miliardi e una movimentazione merci in import ed export pari al 54 per cento nazionale. Fra i punti di forza dello scalo, la possibilità di operare in notturna senza interferire con aree urbane, e la realizzazione di nuove infrastrutture stradali e ferroviarie a iniziare dalla Brebemi che permetterà di collegare lo scalo in meno di 25 minuti con le aree est di Milano, dove si trovano i principali operatori logistici. Verso Nordest comincia invece il dominio di Save, il gestore dell’aeroporto Marco Polo di Venezia. Quotata in Borsa, la società guidata da Enrico Marchi ha chiuso il primo trimestre con fatturato in crescita del 4,9 per cento (76,1 milioni) e circa 6 milioni di investimenti, di cui 1,8 milioni nella divisione aeroportuale, 500mila euro nella divisione infrastrutture e 4,1 milioni in Food&Beverage and Retail. Camilla Conti trasporti servizi high tech a bordo e a terra CIELI PIù SICURI Enav traccia nuove aerovie per risparmiare carburante e Co2. Sfruttando un know how esportato in tre continenti L a sicurezza nei nostri cieli è una priorità assoluta. Vi concorrono vettori, strutture aeroportuali e società che fanno della sicurezza in volo la loro mission principale. Abbiamo sentito Massimo Garbini, amministratore unico di Enav - Società nazionale per l’assistenza al volo. La sicurezza è uno dei temi più avvertiti dai viaggiatori. In che direzione si sta spingendo la vostra società per assicurare gli standard sempre più elevati del servizio? Per noi di Enav la sicurezza resta la prima mission. Il valore della “safety” è presupposto irrinunciabile e base di tutte le linee strategiche sia in un contesto nazionale che internazionale. Gli obiettivi di prestazione europei pongono i fornitori di servizi della navigazione aerea in uno scenario in cui, benché si tenda a migliorare l’efficienza operativa, economica e la “sostenibilità ecologica”, continuiamo a lavorare per garantire cieli sempre più sicuri. Lo abbiamo fatto più che mai nell’ultimo decennio, dotandoci progressivamente di un safety management system completo e articolato, che copre tutto lo spettro delle nostre attività. Oggi Enav sottopone a valutazione di safety preventiva tutte le ipotesi di modifica al cosiddetto “sistema funzionale Atm” (Air traffic management), cioè agli equipaggiamenti, alle procedure, alle risorse umane che agiscono nella fornitura dei servizi. Credo che uno dei risultati più importanti sia nel fatto che questo approccio alla sicurezza continui ad entrare ogni giorno di più nella natura stessa di tutte le componenti di Enav. Una delle caratteristiche del nostro sistema di traffico aereo, è la presenza di molti aeroporti, forse troppi. In che modo intervenite all’interno di questo scenario così particolare? Qual è il vostro raggio d’azione. In quali mercati, oltre a quello nazionale, ritroviamo il know how di Enav? Proprio ad aprile scorso è nata Enav Asia Pacific, la nuova società di diritto malese che dovrà gestire le attività commerciali della nostra azienda nell’area asiatica. La nostra presenza in Malesia è iniziata già dall’ottobre 2012, quando Enav si è aggiudicata la più importante gara mondiale di consulenza aeronautica proprio per migliorare i servizi di comunicazione, navigazione, sorveglianza e della gestione del traffico aereo per l’aeroporto di Kuala Lumpur e per lo spazio aereo circostante. Siamo convinti di poter affrontare il mercato internazionale con un’offerta commerciale molto competitiva. I recenti successi all’estero sono per noi molto importanti e significativi: i contratti siglati contribuiranno infatti alla salute del nostro conto economico, soprattutto in questo momento di crisi del trasporto aereo che, con una riduzione sensibile del numero dei voli, sta incidendo negativamente sul nostro core business. Inoltre, siamo orgogliosi di rappresentare l’eccellenza italiana in un settore ad altissima professionalità e specializzazione. Oltre alla Malesia, Enav opera oggi in 15 paesi di tre continenti esportando le proprie competenze con servizi di Training, Flight Inspection, Air Space Design, Maintenance ed Engineering. Enav, «Le azioni del piano Flight Efficiency Plan (Fep), basato sulla riconfigurazione delle rotte e l’ottimizzazione dei percorsi, hanno portato 3 milioni e mezzo di euro di risparmi e un abbattimento di 13.500 tonnellate delle emissioni di Co2» Enav è una società pubblica, controllata interamente dal ministero del Tesoro, che svolge il proprio servizio di controllo del traffico aereo sulla base di un contratto di programma con il dicastero delle Infrastrutture e Trasporti. Per il servizio che svolgiamo, riscontriamo sempre più l’esigenza di pervenire a una programmazione coordinata nei trasporti. È evidente, infatti, che i benefici degli investimenti infrastrutturali si ottengono pienamente solo nella misura in cui le opere sono effettivamente funzionali ai bisogni della domanda e favoriscono un modello di mobilità non congestionato e a basso livello d’inquinamento. Noi facciamo la nostra parte cercando di finalizzare investimenti e risorse al meglio, così 76 | TEMPI come stabilito nella nostra mission aziendale e nelle iniziative a supporto del piano industriale 2012/2015. inoltre, è anche proiettata a sviluppare sinergie in campo internazionale. Insieme ad altri service provider continentali, infatti, gestiamo il segnale satellitare europeo Egnos che viene usato, tra l’altro, per la navigazione aerea e proprio in questi giorni abbiamo vinto la gara indetta dalla Commissione europea. Parliamo di un contratto di circa 500 milioni di euro. Un eccellente risultato raggiunto in collaborazione con Telespazio. Siamo orgogliosi che l’industria italiana sia ai vertici europei nell’alta tecnologia. Aeroporti high tech, strutture sempre più funzionali alle esigenze dei viaggiatori… Qual è il tipo di richiesta che raccogliete dai protagonisti del comparto aereo? in malesia La nuova nata Enav Asia Pacific «Siamo orgogliosi di rappresentare l’eccellenza italiana all’estero – spiega Massimo Garbini, amministratore unico di Enav –. E i contratti siglati contribuiranno alla salute del nostro conto economico» I nostri clienti diretti sono le compagnie aeree anche se l’obiettivo finale per chi lavora in questo settore deve essere la sicurezza e la soddisfazione del passeggero. In questo momento di crisi le prime richieste riguardano l’ottimizzazione dei percorsi di volo per consentire alle compagnie di risparmiare tempi di percorrenza e carburante. Motivo per cui per Enav, l’efficienza del volo e il rispetto dell’ambiente, oltre alla safety, sono un obiettivo assoluto. Dal 2008 abbiamo realizzato il cosiddetto Flight Efficiency Plan (Fep), un piano basato sulla riconfigurazione delle rotte e sull’ottimizzazione di alcuni percorsi nei cieli italiani che ha consentito la riduzione delle distanze e dei tempi di volo. Questa operazione sugli spazi aerei è stata possibile grazie all’aggiornamento dei sistemi tecnologici realizzato in tutti gli impianti e anche grazie alla virtuosa collaborazione con l’Aeronautica militare, che consente di gestire lo spazio aereo nazionale in maniera flessibile e coordinata. Le azioni del Fep, implementate nel solo 2012, hanno portato a un risparmio economico valutabile in circa 3 milioni e mezzo di euro complessivi e a un abbattimento di 13.500 tonnellate delle emissioni di Co2. Ci sono stati miglioramenti tecnologici sostanziali delle strutture aeroportuali, così come dei mezzi aerei? Quali sono, secondo lei le novità più rilevanti in questo settore? Il nostro è un mondo in cui la tecnologia è una componente determinante insieme, naturalmente, alla formazione e all’addestramento del personale. Per quanto riguarda il controllo del traffico aereo, con la riforma del Cielo unico europeo che punta a uniformare i sistemi di tutti i service provider continentali, l’evoluzione tecnologica sia di terra che di bordo ha subito un’accelerazione importante. Il punto centrale non è solo investire in tecnologia o puntare su ricerca e sviluppo ma farlo in modo coordinato. Enav, insieme ai principali service provider europei, ha costituito un’alleanza che mira a trovare soluzioni tecnologiche e operative per rispondere alle esigenze del Single European Sky, dando un forte contributo a tutta la comunità aeronautica e soprattutto al passeggero-cittadino. Da queste alleanze internazionali non può restare fuori l’industria aeronautica. Chi costruisce gli aerei, infatti, non solo deve esser ben consapevole degli sviluppi tecnologici del mondo Atm ma deve, anzi, partecipare attivamente e in modo integrato a questa evoluzione. È per questo che Enav, negli ultimi anni, sta intensificando sinergie e collaborazioni con l’industria manifatturiera. In questo modo oltre allo sviluppo tecnologico si salvaguarda anche il benessere economico delle società, facendo gli investimenti giusti al momento giusto. Angelo De Lorenzi TEMPI | 77 trasporti la rivoluzione dell’alto adriatico TRIESTE VA VELOCE Un piano di sviluppo strategico e attento alle aziende. E dopo un anno di grande rendimento l’Autorità portuale sbarca in Medioriente T rieste caput mundi. Trieste ponte di collegamento tra le due Europe. Trieste importante snodo ferroviario e naturalmente Trieste con il suo porto: autorevole punto di collegamento per il continente, uno sbocco marittimo in crescita con una storia eccellente e un futuro ancora più radioso. Il porto di Trieste non subisce la crisi, anzi nel triennio che comprende gli esercizi 2010-2012, lo scalo del Venezia Giulia registra un aumento in tutte le sue attività. I passeggeri sono aumentati del 44,17 per cento, le tonnellate dei full container del 73,71 per cento, il traffico contenitori cresce del 45 per cento e bisogna sottolineare il pieno sviluppo dell’attività legata allo sbarco e im- 78 | TEMPI barco delle navi da crociera: nel 2010 i passeggeri erano 2.014, nel 2012 se ne contano 54.357. In poche parole in tre esercizi il valore si è moltiplicato ventisette volte. I numeri appena menzionati rispecchiano gli sforzi di una decisa gestione verso la crescita intrapresa dall’Autorità portuale (Apt) che chiude il 2012 con un avanzo di amministrazione d’esercizio pari a 13,6 milioni di euro. «Una politica economica virtuosa e a favore delle imprese – commenta Marina Monassi, presidente di Apt – che da un lato ha consentito l’aumento dei traffici e conseguentemente delle entrate, dall’altro ha reso possibile la diminuzione delle tasse per ridare slancio a un volano produttivo che nel 2012 nel 2012 Un traffico pari a quello di Venezia In alto la presidente dell’Autoritò portuale di Trieste Marina Monassi. Grazie al suo intuito e a scelte di contenimento del regime fiscale, l’approdo ha realizzato un bilancio in avanzo di 13, 6 milioni di euro e un traffico paseggeri passato da 2 mila a 54 mila unità lo sviluppo economico del territorio» ha commentato Marina Monassi. Il progetto consta di una banchina di circa 380 metri e di un’area utile di piazzale di quasi 12 ettari per complessivi 132 milioni di investimento. Si tratterà di un nuovo terminal la cui gestione verrà messa a bando. La crescita del lavoro portuale non è un fatto casuale o dettato dal bacio della fortuna, ma il riscontro operativo di una serie di attività che da anni l’Autorità portuale ha messo in atto. Paradigmatica è stata la presenza di Apt al Cruise Shipping Miami, ovvero la vetrina mondiale in cui si definiscono i contatti e le strategie della crocieristica dell’intero globo. Dal Cruise Shipping partono le strategie di tutti i maggiori gruppi del settore; non manca nessuno e la presenza a inizio marzo è fondamentale per rendersi conto di come si trasforma il mercato, come vengono programmate le stagioni future e, soprattutto, per interfacciarsi con chi decide. Accordi con Egitto e Israele Le missioni economiche, gli accordi internazionali, i continui rapporti e incontri con le delegazioni di tutto il mondo sintetizzano le tante attività che hanno permesso la crescita del porto di Trieste. “Un ponte con l’Egitto” è una fra queste. L’Apt, nella persona del presidente Marina Monassi è stata invitata ad Alessandria d’Egitto per «Abbiamo scelto di l’assemblea della Federazione dei differire l’aumento porti arabi alla presenza del ministro dei Trasporti egiziano, Hatem delle imposte negli Abdellatif, per porre le basi di una ultimi sei mesi e ho crescita nei traffici commerciali tra proposto un ulteriore le due realtà. All’evento era presente anche il console italiano Mario abbattimento delle Vinci e Marina Monassi si è contasse per restituire frontata con armatori e istituzioni fiducia e creare locali, ponendo le basi per futuri nuova occupazione» incontri d’affari coinvolgendo gli operatori triestini. «Le opportuniha generato crescite a due cifre». Marina Monassi si ri- tà sono davvero molte, – ha commentato per l’occaferisce in modo particolare alla decisione presa dal Co- sione il presidente di Apt – intendiamo far diventare mitato portuale di disporre mediante ordinanza, il dif- lo scalo di Trieste il punto di arrivo dell’ortofrutta ferimento al 1 luglio dell’applicazione dell’incremento egiziana e, al contempo aprire un’altra autostrada del 33 per cento della tassa portuale, nonché della tassa del Mediterraneo nel comparto Ro-Ro (le navi e i erariale e della imposta portuale sui porti franchi, come traghetti adibiti al trasposti dei mezzi gommati che previsto dal decreto interministeriale del 24 dicembre consentono alle vetture di salire e scendere dall’imbar2012. «Intendiamo stare a fianco delle imprese che ci cazione quando è ormeggiata in porto senza l’ausilio hanno dato fiducia e alle quali dobbiamo consentire di di gru, ndr). Le condizioni ci sono». Sempre nel comparto ortofrutticolo, è stata ospitata operare nelle migliori condizioni possibili – prosegue il presidente di Apt –, per tale ragione ho proposto nell’ultima settimana di aprile una delegazione portuaal comitato portuale “l’abbattimento” delle tasse, in le-logistica israeliana che ha visitato le strutture e, con il supporto della Camera di Commercio, hanno avuto modo da generare traffico e occupazione». La crescita del porto triestino, che ha raggiunto i luogo una serie di incontri bilaterali con lo scopo di inlivelli di traffico di Venezia, non è rimasta inosservata dividuare opportunità e potenzialità di collaborazione. neppure a Roma, infatti il Cipe (Comitato intermini- Gli ospiti israeliani hanno commentato positivamente i steriale per la programmazione economica) ha appro- giorni trascorsi a Trieste: «La visita alle strutture portuavato il progetto definitivo della piattaforma logistica li è stata molto importante: ha permesso di evidenziare di Trieste da realizzarsi tra lo scalo Legnami e il Punto i progressi degli ultimi tempi, perché ricordiamoci che franco oli minerali per un finanziamento di 32 milioni tra Trieste e Israele ci sono stati in passato intensi traffici di euro. «È un risultato importante e un’attenzione e collaborazioni che ora si vogliono rinsaldare e potenfondamentale da parte del governo italiano, che con ziare», nota Clelia di Consiglio, segretario generale della questo atto considera il Porto di Trieste strategico per Camera di Commercio Israele-Italia. [mg] TEMPI | 79 roma chiama bruxelles DI AUSTERITà NON POSSIAMO MORIRE scenari Per il professor Fortis solo gli investimenti (anche pubblici) possono darci ossigeno. Ma per farlo l’Europa deve smettere i panni del tiranno G li ultimi dati sui consumi rilevati da Confcommercio hanno nuovamente fotografato una situazione di allarme a causa di una diminuzione della domanda. Stessa storia sul fronte produttivo: le ultime indagini di Confindustria sul mese di maggio rivelano un ulteriore calo della manifattura e le indicazioni provenienti dagli ordini futuri non danno segnali per un miglioramento dell’attività produttiva nel breve periodo. La sofferenza economica necessita interventi in grado di imprimere un cambio di rotta e l’attore principale per permettere una tale inversione è l’esecutivo. Marco Fortis, economista e vicepresidente della Fondazione Edison propone delle soluzioni. I consumi sono in calo, la produzione manifatturiera decresce e gli enti pubblici sono bloccati dal Patto di stabilità, nel contempo l’Europa ci chiede di rimboccarci le maniche. Cosa fare per far ripartire la domanda interna? La crisi della domanda interna possiamo vederla scomposta in tre differenti componenti. In primis vediamo nelle nostre famiglie una evidente diminuzione dei consumi. Il secondo fattore riguarda la decrescita negli investimenti privati che possiamo a loro volta scomporre in una forte frenata delle spese in macchinari delle nostre imprese e nella situazione critica dell’edilizia: un settore a cui è data una dose di sonnifero. Per entrambe le aree di business l’unico elemento di respiro è l’export, anche se i paesi che fino ad ora hanno trainato le economie mondiali sono in fase di rallentamento: così è per Cina e India che hanno visto al ribasso le stime di crescita o per Brasile e Turchia che a causa di crisi di natura sociale non stanno vivendo un momento brillante. Il terzo fattore che determina la domanda interna concerne gli investimenti infrastrutturali: fino ad ora bloccati per- ché lo Stato per realizzare l’austerità richiesta a livello europeo, ha tagliato le spese produttive. Quindi da dove ripartire? Per la ripresa I canali aperti dell’esecutivo Marco Fortis è un noto economista e ricopre anche la carica di vicepresidente della Fondazione Edison. «I consumi – sostiene – possono ripartire solo come conseguenza di una situzione più positiva generata dagli investimenti, anche pubblici» «Noi, a differenza di altri, i compiti a casa li abbiamo fatti e la politica di austerità non la meritavamo. Non siamo la Grecia. Non dimentichiamo che è nell’interesse dei partner comunitari che l’Italia compri i prodotti tedeschi e francesi» L’Europa è ferma più che mai. Non è dai consumi che si può ripartire, semmai i consumi aumentano come conseguenza di una situazione più positiva. Non rimane che concentrarsi sulle altre due componenti: gli investimenti privati e pubblici. Sul primo, se si aprisse un canale di ripresa degli investimenti in macchinari come inserito nel decreto Fare che ha riproposto la forma di finanziamento Sabatini già usata in Italia per anni, si potrebbe avere una ripresa. Purtroppo gli altri interventi nel settore privato sono solo dei tamponi. Non rimane che considerare il contributo che la Pubblica amministrazione può dare in tutti i suoi livelli. Ma qui subentrano una serie di vincoli, che trovano origine negli ambienti europei. Ultimamente si parlava di Golden Rule, ma ora sembra tutto più affievolito. Tutti ci eravamo spesi affinché l’Europa accettasse la possibilità di eccedere al famoso 3 per cento di rapporto tra deficit e Pil per le spese infrastrutturali, ma nei palazzi di Eurolandia su tali argomenti si turano le orecchie e non credo che riusciremo a portare a casa qualche risultato. In ambito comunitario si sarebbe potuto adottare l’allentamento del patto di stabilità per i Comuni virtuosi e concedere loro di intervenire direttamente su strade e infrastrutture: così facendo si sarebbe creata un po’ di domanda, ma purtroppo a Bruxelles non ci danno molti margini di manovra. Il vero problema è che noi, a differenza di altri paesi, i compiti a casa li abbiamo fatti e la politica di austerità cui siamo stati fatti oggetto non ce la meritavamo. Non eravamo la Grecia prima, non lo siamo adesso e soprattutto non va dimenticato che è nell’interesse dei partner comunitari che l’Italia compri i prodotti tedeschi e francesi. Ma se andiamo avanti di questo passo le esportazioni verso il nostro paese subiranno un crollo. L’impressione che si ha dell’Europa è che ognuno ragioni per sé e nessuno per tutti. A livello europeo si poteva ipotizzare una sorta di accordo, e poi diciamolo chiaramente: anche se il rapporto deficit/Pil andasse al 3,2 per cento, non TEMPI | 81 scenari roma chiama bruxelles sarebbe la fine del mondo. Ricordiamoci che la Spagna ha chiuso il 2012 con il medesimo indicatore sopra il 10 per cento e nonostante il fatto che ha una squadra di calcio molto forte, nessuno ci può garantire che possa scendere sotto il 7 per cento. Anche in Francia la situazione non è certo migliore: hanno un Pil in frenata e questo dato non aiuta sicuramente la situazione. Ergo, qualche proposta? Ribadisco il progetto degli Euro union bond, che in parte servono per mutualizzare il debito, in parte per rilanciare con grandi progetti infrastrutturali europei una domanda di investimento. Purtroppo, queste proposte non vengono considerate e arrivano solo notizie relative all’aumento della severità. Focalizziamoci entro i nostri confini. Dal decreto Fare al rinnovo degli incentivi sulle ristrutturazioni con l’inclusione dei mobili, nei suoi primi 50 giorni di vita il governo ha cercato di dare dei segnali in tema di crescita e sviluppo. Lei come valuta queste misure e che suggerimenti ha in proposito? Per quanto concerne il decreto del Fare, gli effetti dello sblocco dei cantieri infrastrutturali daranno evidenti benefici, ma vorrei spendere una parola per la proroga delle ristrutturazioni edilizie che ha significato anche l’apertura al settore dei mobili: va pro- produzione di beni strumentali alle costruzioni. In secondo luogo trovo importantissimo aver esteso anche alla categoria dei mobili le deduzioni Irpef per le ristrutturazioni, non dimentichiamoci che siamo il secondo produttore ed esportatore mondiale in questo settore. E la lista delle aziende che ne beneficiano è lunga: siamo leader mondiali nelle piastrelle, nei serramenti, nella produzione di rubinetti, di valvole per i termosifoni, di impianti idro-termosanitari e molto altro ancora. Insomma se facciamo morire l’edilizia cantiamo il de profundis a una buona parte delle aziende italiane. Se le opere dovessero partire a pieno regime, in che tempi si potrebbe prevedere una ripresa economica per tutto il paese? Solo lo sblocco del patto del Patto di stabilità interno, ovvero dare la possibilità ai Comuni di far spendere i soldi che hanno, avrebbe una ricaduta immediata: dai posti di lavoro, alla filiera degli approvvigionamenti di materie prime. Già uno sblocco su questo fronte darebbe i suoi benefici, se poi ci fosse un passo importante verso gli Euro union bond, le ricadute anche in termini tecnologici di grandi piani di investimento in infrastrutture e reti sarebbero straordinarie, ma non vorrei giocare troppo di fantasia. Perché non lo ritiene possibile? Sono la Francia, la Spagna e l’Italia che dovrebbero chiedere a gran voce questi di finanziamen«La proroga delle ristrutturazioni edilizie che ha significato strumenti to. Dei tre l’anello debole è anche l’apertura al settore dei mobili va procrastinata la Francia perché è un paese che non ha capito bene come a tutto il 2014 perché in questo momento gli unici muoversi rispetto alla Germabagliori di vita che si vedono nel mondo dell’edilizia nia da una parte e verso i paesi sono le ristrutturazioni. E l’edilizia muove l’Italia» euromediterranei dall’altra. Ma i francesi hanno qualche crastinata a tutto il 2014 perché in questo momento grande timore perché i loro fondamentali economici gli unici bagliori di vita che si vedono nel mondo non sono così solidi e l’Economist ha già dedicato dell’edilizia sono le ristrutturazioni. Bisogna cerca- loro una copertina asserendo che la prossima bomba re di mantenere tale condizione perché, altrimenti, europea sarà il paese di Hollande. Non va poi dimenil settore perderebbe la sua linfa vitale. L’Italia ha ticato che una notevole quota di debito francese, circa una motivazione cruciale per insistere sull’edilizia 1.150 miliardi di euro, è verso l’estero e una quota come motore di sviluppo e che a maggior ragione significativa è detenuta dalla Germania: elemento che dovrebbe fare di tutto per mantenere in vita questo trasforma la Francia in un paese ricattabile. settore: siamo una paese altamente specializzato nella Massimo Giardina 82 | TEMPI