Metalworking World 1/2015
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Metalworking World 1/2015
1/15 LA RIVISTA COMMERCIALE E TECNOLOGICA DI SANDVIK COROMANT innovazione: Basta aggiungere inchiostro Più grande, migliore, più veloce, più forte La nuova tecnologia ha portato ad enormi risparmi di tempo nella produzione delle strutture per le turbine a gas di Siemens. INDIA Produzione ben organizzata tech Sui binari giusti ispirazione L’ultima frontiera usa Pole position tech Mantenersi snelli profilo Toy story tech Troncatura dolce editoriale Metalworking World è la rivista commerciale e tecnologica di AB Sandvik Coromant, 811 81 Sandviken, Svezia. Telefono: +46 (26) 26 60 00. Metalworking World esce tre volte all’anno, tradotta in inglese (americano e britannico), ceco, cinese, danese, olandese, finlandese, francese, tedesco, ungherese, italiano, giapponese, coreano, polacco, portoghese, russo, spagnolo, svedese e tailandese, ed è distribuita gratuitamente ai clienti Sandvik Coromant in tutto il mondo. Metalworking World è una pubblicazione Spoon Publishing, Stoccolma, Svezia. ISSN 1652-5825. klas forsström presidente sandvik coromant Dare forma all’industria del futuro A VOLTE NON OCCORRE viaggiare tanto lontano per entrare nel grande mondo di Sandvik Coromant. Di recente mi è bastato scendere tre rampe di scale per raggiungere, dal mio ufficio, l’ingresso del quartier generale a Sandviken, in Svezia, dove lavoro. Ho girato a sinistra e percorso i 20 metri che mi dividono dal nuovo Sandvik Coromant Center, allora ancora in costruzione. Anche con in testa un elmetto, l’odore della vernice fresca nell’aria, i cavi che pendevano dal soffitto e gli operai al lavoro per completare gli ultimi ritocchi, ho avuto una certezza: questo edificio rappresenta il futuro, ed è sicuramente uno dei simboli della nostra azienda. Ci impegnamo costantemente per interagire con coloro i quali, insieme a noi, danno vita al settore – i nostri clienti, gli studenti, i partner, gli esperti e i potenziali dipendenti. In passato, ogni anno accoglievamo a Sandviken circa 3.000 visitatori . Con l’apertura del nuovo centro clienti quest’anno, ci aspettiamo di veder raddoppiare questa cifra. La struttura, di 4.500 mq, offrirà attività di formazione, corsi e un’officina prototipi dove progetteremo e produrremo nuovi utensili e svilupperemo metodi di produzione efficienti e soluzioni su misura per clienti e partner (vedere pag. 4). Oltre alle sfide dirette legate agli utensili e ai metodi di lavorazione, il centro fungerà da fulcro dove poter osservare, interpretare, predire e preparare l’industria di domani. E’ qui che guarderemo al futuro delle lavorazioni meccaniche, per scoprire come l’additive manufacturing, ovvero la stampa 3D (vedere pag. 26), i ’big data’ e l’Internet of Things influenzeranno il nostro settore o come noi 2 metalworking world potremo influenzarlo. E’ qui che noi, insieme a voi, daremo forma al futuro. Anche questo numero di Metalworking World guarda avanti – in direzione del settore aerospaziale e della sua ultima frontiera. A volte, l’eccitante mondo di Sandvik Coromant è giusto qualche piano più sotto, e a volte, invece, è a decine di migliaia di chilometri, nello spazio. E quello è un viaggio che, prima o poi, mi piacerebbe fare. Buona lettura, klas forsström Presidente Sandvik Coromant Direttore Responsabile ai sensi delle leggi svedesi: Björn Rodzandt. Caporedattore: Lianne Mills. Account executive: Christina Hoffmann. Gestione Editoriale: Henrik Emilson. Progetto grafico: Niklas Thulin. Technical editor: Börje Ahnlén, Martin Brunnander. Vice-Redattore: Valerie Mindel. Coordinamento editoriale: Aurore Gilmont. Traduzione in italiano: Barbara Allaria per International Service. Coordinatore traduzioni: Sergio Tenconi, Louise Holpp. Layout, edizioni in lingua straniera: Stina Gyldberg. Prepress: Markus Dahlstedt. Foto di copertina: Adam Lach. Si informa che non verranno accettati manoscritti, se non espressamente richiesti. Il materiale contenuto nella presente pubblicazione può essere riprodotto solo su autorizzazione. Le autorizzazioni vanno richieste al direttore editoriale di Metalworking World. Il materiale editoriale e le opinioni espresse in Metalworking World non riflettono necessariamente il punto di vista di Sandvik Coromant o dell’editore. Corrispondenza e richieste inerenti la rivista sono sempre ben accette. Contatto: Metalworking World, Spoon Publishing AB, Rosenlundsgatan 40, 118 53 Stockholm, Sweden. Telefono: +46 (8) 442 96 20. Email: [email protected] Domade relative alla distribuzione: [email protected] Stampato in Svezia da Sandvikens Tryckeri, su carta MultiArt Matt 115 gr. e MultiArt Gloss 200 gr. da Papyrus AB, conforme a certificazione ISO 14001 e registrato con EMAS. Adveon, Coromant Capto, CoroMill, CoroCut, CoroChuck, CoroPlex, CoroTurn, CoroThread, CoroDrill, CoroBore, InvoMilling, CoroGrip, CoroTap, AutoTAS, GC, Silent Tools, T-Max, iLock e Inveio sono tutti marchi registrati Sandvik Coromant. Per avere una copia gratuita di Metalworking World, inviate il vostro indirizzo a: [email protected] Metalworking World è distribuito a soli scopi divulgativi. Le informazioni fornite sono di natura generale; non vanno dunque intese come suggerimenti o norme cui fare affidamento in fase decisionale o per impieghi in ambito specifico. Qualsivoglia utilizzo delle informazioni fornite è a rischio esclusivo dell’utente e Sandvik Coromant declina ogni responsabilità per qualsiasi danno diretto, incidentale, consequenziale o indiretto di qualsiasi tipo, causato dall’uso delle informazioni contenute in Metalworking World. indice 18 USA: Una corsa al riciclo 30 4 Costruire per il futuro: Benvenuti nel nuovo Sandvik Coromant Center. 6 Profilo: Toy story 7 Quicktime: Notizie da tutto il mondo 9 26 Innovazione: La stampa 3D minaccerà o salverà il settore? Germania: Importanti risparmi di tempo nella produzione delle gigantesche strutture per turbine a gas Batterie incluse: La sfida dello stoccaggio dell’energia 10 India: Impressionanti miglioramenti della produttività 14 Ispirazione: Andare là dove solo pochi uomini sono arrivati 38 Nota Finale: Illuminare le strade Tecnologia Mantenere la superficie pulita Quanto è snello il leader? Come ottenere un processo di spianatura stabile e priva di bave con una durata del tagliente prevedibile. In che modo Sandvik Coromant organizza le proprie strutture e attività produttive? 17 24 Into the groove Sui binari giusti CoroMill QD è l’ultima soluzione ideata per le operazioni di scanalatura profonda e troncatura. Soddisfare le esigenze tecniche di tornitura delle ruote ferroviarie. 29 36 metalworking world 3 Quicktime testo: jens ekelund foto: Samir Soudah Costruire per il futuro Il Sandvik Coromant Center è una struttura nuova di zecca, di 4.500 mq, dedicata ai clienti e situata presso la sede di Sandvik Coromant, a Sandviken, in Svezia. Benvenuti! D: Il nuovo Sandvik Coromant Center viene descritto come un luogo di incontro per gli operatori del settore. Cosa significa? Prima di tutto ci piacerebbe dimostrare che Sandvik Coromant fa parte dell’industria manifatturiera del futuro. I clienti in visita si faranno un’idea di quello che accadrà nei rispettivi settori di attività. Comprenderanno inoltre cosa Sandvik Coromant è in grado di offrire come partner. D: Chi sono i visitatori tipo della nuova struttura? Prima di tutto i nostri attuali clienti. Vogliamo discutere con loro dei progetti congiunti e delle attività di formazione. L’interazione si baserà sulla condivisione delle conoscenze, il che significa che ci scambieremo know-how ed informazioni. Pensiamo che questo sia un posto perfetto per farlo. In secondo luogo, vorremmo che venissero a farci visita potenziali clienti, per vedere in che modo sia possibile esser loro utili, e rappresentanti del settore, decision maker, giornalisti, partner e il nostro staff. Vorremmo anche riuscire ad attrarre futuri collaboratori, come studenti universitari e di istituti tecnici. D: Qual è la differenza tra la vecchia e la nuova struttura? Abbiamo curato nei dettagli il nuovo centro, in modo da essere certi di ciò che i visitatori ricorderanno quando lasceranno la struttura. Da una prospettiva tecnica, avranno la possibilità di familiarizzare con i nostri prodotti e di trovare soluzioni per affrontare le sfide di produttività. Se i problemi e le sfide sono di rilievo, possiamo venir loro in aiuto grazie alle nostre conoscenze in campo applicativo. Posso garantire che avremo una soluzione che soddisferà le loro esigenze. 4 metalworking world D: Cosa ci puoi dire dell’officina dove si sviluppano i nuovi prodotti? La vicinanza all’officina di sviluppo dei nuovi prodotti è importante perché quello è il luogo dove nascono le nostre idee e prendono forma le nostre soluzioni. Per i clienti in visita costituisce un grande vantaggio l’avere esperti a disposizione in grado di aiutarli. E’ una peculiarità di Sandviken. D: In che modo il nuovo concetto aiuterà ad alzare ulteriormente l’asticella in ambito tecnologico? Stiamo creando un network composto dalla totalità dei nostri centri nel mondo, capace di collaborare con tutti i centri che operano con i clienti, fornendo un accesso online ai nostri esperti. Potremmo, ad esempio, organizzare una sessione didattica in un luogo con un relatore fisicamente presente in un altro Paese. Vorremmo inoltre riutilizzare il know-how acquisito in altri centri. Importanti progetti di sviluppo nati a Sandviken verranno rapidamente implementati in specifici progetti dei clienti in tutto il mondo, e la condivisione delle conoscenze sarà fondamentale, perché garantirà la possibilità di arrivare più rapidamente e in modo più preciso ad elaborare soluzioni adeguate. Collegando tra loro tutti i centri, saremo certi che le nostre competenze verranno utilizzate ovunque. D: Cosa volete che i visitatori portino con sé al rientro a casa? Dopo aver fatto visita ad uno dei nostri centri, ci auguriamo che torniate a casa ispirati e pronti ad affrontare il futuro delle lavorazioni meccaniche. Speriamo abbiate ottenuto informazioni approfondite su come ----------------------ottimizzare le vostre attività, Bertil Isaksson sentendovi parte del team globale Senior Project Manager, di Sandvik Coromant. n Sandvik Coromant “Questo è il maggior investimento compiuto negli ultimi 30 anni.” Bertil Isaksson, Senior Project Manager Sandvik Coromant Center: dedicato alla passione per la produzione e la ricerca Ubicazione: Sandviken, Svezia Dimensioni: 4.500 mq Visitatori: 6.000 annui Capacità: 300 visitatori al giorno Macchine: Cinque nello show-room, tre nell’officina R&S Fornitori macchine: DMG Mori, Mazak, Brother e Hermle Sale conferenze: 14 Postazioni didattiche: 5 Monitor più grande: 214’’ SmartTV: 11 (80’’) Pavimento officina R&S: 1 metro di spessore Peso scale in calcestruzzo: 14 tonnellate Edificio ecologico: consumi energetici del 25% inferiori rispetto al precedente Productivity Center metalworking world 5 Quicktime testo: Henrik emilson foto: Goldieblox Toy story SOLO L’11 PERCENTO degli ingegneri negli Stati Uniti è di sesso femminile, e gli studi suggeriscono che le ragazze iniziano a perdere interesse nelle materie scientifiche già a partire dagli 8 anni di età. Debbie Sterling, ingegnere laureata alla Stanford University, si è ripromessa di cambiare le cose. Sapeva esattamente da dove partire – dal reparto giocattoli. Se si dà un’occhiata agli scaffali dedicati ai giochi per bambini nei vari grandi magazzini, si vedranno bambole rosa agghindate da principesse allineate su un lato, mentre sull’altro giochi matematici e scientifici, puzzle, giochi di costruzione e rompicapo. Si tratta di giochi che sviluppano abilità spaziali e suscitano l’interesse dei ragazzi verso scienza, tecnologia, ingegneria e matematica sin dalla tenera età. “Le bambine ne sono escluse,” ricorda di aver pensato Debbie, che ha deciso di sfruttare la sua laurea in ingegneria per progettare un gioco di costruzione dedicato proprio alle bimbe: il GoldieBlox. Ha combinato i suoi studi in psicologia femminile con i risultati di colloqui condotti su 100 bambini in età scolare, concludendo che le sfide di natura ingegneristica contenute nel gioco avevano bisogno di essere supportate da una storia. “Piace alle bambine perché a loro non interessa solo ’cosa’ stanno costruendo – loro vogliono sapere ’perché’”, scrive Debbie sul sito web di crowdfunding Kickstarter. “Le storie di Goldie hanno a che fare con la vita delle ragazze. Le macchine che Goldie costruisce risolvono problemi e aiutano gli amici.” Il progetto è stato finanziato grazie a Kickstarter, e l’obiettivo è stato raggiunto in quattro giorni. Oggi, GoldieBlox viene distribuito da uno dei più grandi negozi di giocattoli d’America. Debbie ha chiaramente colto nel segno. “Crediamo ci siano un milione di bambine là fuori che siano dei potenziali ingegneri,” dice. ”Solo che probabilmente ancora non lo sanno.” n 6 metalworking world Quicktime il numero 500 % Entro il 2022, la Germania pianifica di aumentare del 500% la propria capacità eolica offshore. Una corsa fuori dal comune HA L’ASPETTO DI UNA PILLOLA, ma potrebbe benissimo essere la bicicletta più veloce del mondo. Dietro a questo veicolo a propulsione umana c’è un team di studenti dell’Institution of Mechanical Engineers dell’Università di Liverpool, in Inghilterra, che sperano che il loro prototipo riesca a battere nel 2015 il record di velocità di 133,8 km/h. Secondo il progetto, il pilota è seduto a soli 13 cm da terra; il veicolo, che pesa 25 kg, genererà più di 700 watt di pura energia umana. Philippa Oldham, responsabile dei trasporti all’Istituto, spiega: ”E’ un compito estremamente difficile riuscire a far viaggiare un veicolo a propulsione umana a 145 km/h – è un salto nell’ignoto – ma con il giusto approccio ingegneristico nulla è impossibile.” Ruota bollente RYNO È IL MIX PERFETTO e probabilmente unico tra un Segway e una motocicletta ad una sola ruota. Si tratta infatti di un veicolo monoruota alimentato elettricamente, capace di raggiungere i 16 km/h. I suoi due motori a batterie hanno un’autonomia di 10 ore. Come il Segway, questo monociclo viene descritto come un prolungamento del corpo umano, ai cui movimenti risponderà piegandosi in avanti o indietro. La tecnologia di bilanciamento utilizza la combinazione tra un sensore accelerometrico che sa dov’è il centro della terra, un sensore giroscopico altamente reattivo alla rilevazione degli angoli di inclinazione e un gruppo motore che fa muovere la ruota avanti e indietro sotto al centro di gravità. Sulle ali del sole PARREBBE troppo bello per essere vero, ma nel prossimo futuro gli aerei potrebbero volare grazie all’energia solare, riducendo sia le emissioni che, si spera, le tariffe. Un progetto di ricerca finanziato dall’UE, SOLAR-JET, ha creato il primo carboturbo “solare” del mondo, a partire da acqua e anidride carbonica. Per la prima volta i ricercatori sono riusciti a realizzare l’intera catena di produzione di cherosene rinnovabile, usando luce concentrata come fonte di energia ad alta temperatura. Il progetto è ancora in fase sperimentale: finora si è prodotto un bicchiere di carboturbo in condizioni di laboratorio avvalendosi di luce solare simulata; i risultati fanno tuttavia sperare che in futuro sia possibile produrre idrocarburi liquidi a partire da luce solare, acqua e CO2. ”Grazie a questa tecnologia potremo, un giorno, produrre abbondanti quantità di carburante pulito destinato ad aerei, automobili e altri mezzi di trasporto, contribuendo quindi ad aumentare la sicurezza dell’energia e a trasformare uno dei principali gas serra, responsabili del riscaldamento globale, in una risorsa di grande utilità,” ha dichiarato Máire Geoghegan-Quinn, Commissario Europeo per la Ricerca, l’Innovazione e la Scienza. Watt sul tetto che scotta Il colosso dell’arredamento IKEA ha in programma di diventare indipendente dal punto di vista delle risorse e dell’energia – producendo tutta l’energia che consuma – entro il 2020. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, l’azienda installerà pannelli solari su tutti i tetti dei suoi punti vendita e magazzini ed investirà nei parchi eolici. IKEA pianterà inoltre tanti alberi quanti ne serviranno per rimpiazzare il legno usato per realizzare i propri prodotti. Il progetto prevede di arrivare entro il 2015 ad avere il 70% dell’energia consumata prodotta da fonti rinnovabili e di raggiungere la totale autosufficienza entro i successivi cinque anni. L’azienda, inoltre, incoraggia i propri clienti a condurre uno stile di vita più verde, vendendo loro solo lampade a LED, biciclette elettriche e, a chi ha una casa di proprietà, anche pannelli solari. Meta– materiali I metamateriali sono materiali artificiali dalle proprietà introvabili in natura. Negli Stati Uniti, i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology e del Lawrence Livermore National Laboratory hanno sviluppato nuovi materiali ultraleggeri che pesano quanto l’aerogel ma sono 10.000 volte più rigidi e, un giorno, potranno rivoluzionare il design aerospaziale e automobilistico. metalworking world 7 Quicktime il numero 240 L’altezza totale, in metri, della statua più alta del mondo, in progetto in India. La Statue of Unity, alta 182 metri e dedicata al padre fondatore del Paese, Sardar Patel, sorgerà su un piedistallo di 58 metri nello stato del Gujarat. Gran parte dell’acciaio necessario per la sua realizzazione proverrà dalle attrezzature agricole riciclate di migliaia di villaggi. Serpenti in aereo CI SI ASPETTA CHE, ENTRO IL 2030, il traffico aereo si triplichi rispetto ai livelli odierni. Per far fronte alla domanda, i produttori di aeromobili potrebbero dover modernizzare i propri processi produttivi in maniera significativa. Fino ad oggi, l’assemblaggio di un aereo ha comportato un’elevata percentuale di processi manuali, che hanno limitato la produzione. I ricercatori del German Fraunhofer Institute for Machine Tools and Forming Technology IWU di Chemnitz hanno sviluppato un processo automatizzato per la realizzazione della complessa struttura interna delle ali. Un sottile sistema robotizzato multiarticolato è in grado di infilarsi nei piccoli portelli dello scatolato alare e raggiungere profondità di 2,5 metri, trasportando utensili che pesano fino a 15 kg. “Il nuovo concetto consente di utilizzare questa soluzione in qualunque situazione che richieda l’applicazione di forze e momenti torcenti elevati entro uno spazio limitato,” sottolinea Marco Breitfeld, manager di IWU. Tendenze del settore automobilistico Il settore automobilistico si sta avviando verso un periodo di cambiamenti, dove nuove dinamiche di mercato fissano le regole per il futuro, spiega Mattias Nilsson, programme manager per il segmento dell’industria automobilistica di Sandvik Coromant. D: Quali sono le principali tendenze? Il passaggio dai mercati tradizionali quali l’Europa, il Giappone e gli Stati Uniti, a quelli emergenti come Cina, India, Sudest asiatico e Messico, è una tendenza che appare ovvia. L’Europa dell’Est, la Turchia e il Nordafrica sono invece altri nuovi mercati. Le case automobilistiche tendono a spostare la produzione più vicina al consumatore finale. Preoccupazioni di natura ambientale guidano tanto le decisioni politiche quanto le richieste dei clienti, il che implica la necessità di produrre veicoli più leggeri, auto ibride ed elettriche. I nuovi motori e i sistemi di trasmissione sono più leggeri ma anche più performanti e questo porta allo sviluppo di nuovi e complessi materiali e design. L’alluminio continua a venire usato in sositutizione della ghisa nella produzione di veicoli leggeri, e i produttori di mezzi pesanti stanno rimpiazzando nei loro motori la ghisa grigia con quella a grafite compatta. 8 metalworking world D: Cosa può offrire Sandvik Coromant ai suoi clienti del settore automobilistico? Il settore automobilistico si basa sulla produzione di massa, dove il costo per componente è sempre un fattore da tenere in forte considerazione. La concorrenza è spietata e i fattori chiave di successo sono sicurezza di processo, utensili affidabili e meno scostamenti possibile. Continueremo a soddisfare questi requisiti fornendo ai nostri clienti utensili, soluzioni e servizi eccellenti, oltre alle nostre competenze nel campo delle lavorazioni meccaniche per qualunque materiale essi preferiscano usare, oggi ma anche domani. -----------------------------------------Mattias Nilsson Programme manager per il segmento dell’industria automobilistica di Sandvik Coromant. Quicktime testo: HENRIK EMILSON ILLUSTRAZIONE: Niklas thulin PER TUTTI I DISPOSITIVI RICARICABILI, la chiave del successo commerciale sta nell’autonomia consentita tra una ricarica e l’altra. Con il mondo alla ricerca di nuove fonti di energia rinnovabili, l’impegno per trovare un modo di immagazzinare il surplus di energia generato da sole e vento è di vitale importanza. Entrambe le sfide – durata delle batterie e stoccaggio dell’energia – guidano l’innovazione in campi quali quello dei trasporti, quello medico, dell’energia e delle infrastrutture. n LA ”GIGAFACTORY” Tesla, azienda produttrice di auto elettriche, costruirà nella propria sede batterie agli ioni di litio a partire dal 2017. Entro il 2020, l’azienda si aspetta di riuscire a produrre batterie sufficienti ad alimentare 500.000 auto elettriche. TROVARE UNA STAZIONE DI RICARICA LA RETE Oggi, chi possiede unaTesla Model S può viaggiare da costa a costa negli Stati Uniti grazie alla rete di stazioni di ricarica messa a punto dall’azienda. Il prossimo passo sarà quello di offrire lo stesso servizio in Europa. Con 50 stazioni di ricarica, un’auto che può percorrere fino a 500 km con un solo ”pieno” potrebbe attraversare quasi tutto il continente europeo. La batteria si sta scaricando? Guidate un’auto elettrica e vi trovate in un’area che non conoscete? Esistono numerose app per smartphone che possono aiutarvi a localizzare le stazioni di ricarica più vicine. L’ultima nata è un’applicazione per Google Glass, che vi consente di ”dialogare” con i sistemi della vostra auto, mentre siete al volante – in tutta sicurezza. 12 MILIARDI Ci si aspetta che il mercato mondiale della cosiddetta ”energy storage” (intesa come la possibilità di immagazzinare energia autoprodotta) cresca da qui al 2023, passando dai circa 500 milioni di dollari attuali a 12 miliardi, secondo quanto stimato da Bloomberg. LA BATTERIA DI NUOVA GENERAZIONE? Una batteria con elettrodi di carbonio, messa a punto dalla startup giapponese Power Japan Plus pare capace di fornire migliori prestazioni rispetto alle batterie agli ioni di litio, comunemente usate nei laptop e nei veicoli elettrici. Tempi di ricarica fino a 20 volte più rapidi rispetto agli ioni di litio e durata impressionante: 3.000 cicli di ricarica. La batteria non contiene né terre rare né metalli pesanti ed è riciclabile al 100%. 100 % IMMAGAZZINARE IL SOLE Sale fuso e una miscela 50-50 di nitrato di sodio e potassio è quanto viene usato per immagazzinare l’energia generata dal sole per un massimo di 10 ore. Questo sistema consente ad una centrale solare di produrre elettricità anche quando il cielo è coperto e di distribuire l’energia in modo uniforme in tutta la rete. Bus stop La cinese BYD ha sviluppato un autobus elettrico in grado di percorrere 325 km con una sola carica e, dopo un’intera giornata, di disporre ancora dell’8% di energia. LA BATTERIA FATTA A MELOGRANO Il melograno ha ispirato gli ideatori di un concetto che potrebbe portare alla realizzazione di batterie per telefoni cellulari, tablet e veicoli elettrici più piccole, più leggere e molto più potenti. I ricercatori hanno raggruppato delle nanoparticelle di silicio (materiale con le quali è fatto l’anodo delle batterie grazie alle sue enormi capacità di mantenere la carica) come fossero dei semi avvolti in una scorza di carbonio, proprio come i semi di un melograno. IMMAGAZZINARE IL VENTO L’energia prodotta nei parchi eolici può andare da zero ad un quantitativo tale da sovraccaricare la rete. Renewable Energy Dynamics Technology ha sviluppato una batteria capace di passare dallo stato di carica a quello di scarica in pochi millesecondi, riducendo le fluttuazioni di potenza. metalworking world 9 Produttività reale migliorata in modo esponenziale. Sara Sae aveva bisogno della tecnologia per poter competere a livello globale. 10 metalworking world Al lavoro su una BOP Accumulator Unit di Sara Sae. teSTO: Nitin Gadghe Foto: Ashesh Shah Riscrivere le regole Quando l’indiana Sara Sae, azienda produttrice di apparecchiature per il settore petrolifero, ha deciso di aumentare il proprio giro d’affari, ha coinvolto Sandvik Coromant, già suo fornitore, e i risultati sono stati a dir poco affascinanti. Dehradun, India. nnn Costituita nel 1978, Sara Sae Pvt Ltd, azienda indiana specializzata nella produzione di apparecchiature per l’industria petrolifera, si è subito distinta come fornitore chiave per i giganti industriali del settore in tutto il mondo. Ciò che distingue l’azienda dalla concorrenza è la sua volontà di riscrivere le regole del business e di accettare le sfide a livello globale. “I fondatori di questa azienda sono mio padre [Vijay Dhawan, oggi amministratore delegato] e il suo socio,” racconta Samir Dhawan, direttore tecnico di Sara Sae. “L’intenzione era quella di entrare nel settore Oil & Gas.” Sara Sae ha iniziato ad esportare i propri prodotti, sviluppando contatti con alcune aziende leader del settore. Nel 2007, l’azienda aveva ormai realizzato guadagni tali da consentirle di rilevare le quote del socio di maggioranza National Oilwell Varco e stava mettendo a punto una strategia che le consentisse di diventare leader indiscusso di questo segmento di mercato. “La prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di acquisire Consolidated Pressure Control”, continua Dhawan. “Poi abbiamo aperto uffici e stabilimenti a Singapore, Dubai e nell’Oman.” L’azienda ha investito in un nuovo impianto di lavorazione, ha acquistato due unità di forgiatura e installato un nuovo impianto automatizzato per il trattamento termico. “Volevamo seguire due strade: rifornire i giganti del settore e portare i nostri prodotti al livello successivo,” dice Dhawan. Sara Sae ha investito in modo significativo in nuovi macchinari, rivolgendosi a Sandvik Coromant per avere un aiuto tecnologico. “Ci serviva la tecnologia per competere a livello globale,” continua. Dhawan era affascinato da Sandvik Coromant e dal loro Productivity Improvement Programme (PIP). Sandvik Coromant ha accettato la sfida, firmando un contratto di partnership con l’azienda indiana. Uno dei primi vantaggi che ne è scaturito è stato il fatto che Sara Sae è riuscita a ridurre in modo sostanziale i tempi necessari per produrre una pinza idraulica. “Abbiamo abbassato i tempi da 18 a 2 ore e 30 minuti,” ricorda Dhawan. metalworking world 11 Dopo approfondita analisi, è stato implementato un Productivity Improvement Programme. Grazie al nuovo programma, la capacità è quasi raddoppiata. Oggi, produrre pinze idrauliche è diventata una passeggiata. Dhawan è attualmente impegnato nella realizzazione di un centro di innovazione tecnologica. ”Ho sempre avuto la sensazione che l’India fosse un paese non propenso all’innovazione, e se non innoviamo non andiamo da nessuna parte,” commenta. Per sviluppare il centro, aperto al pubblico, ha assunto sette ingegneri provenienti dal prestigioso Indian Institute of Technology e un progettista del National Institute of Design. “Progetteranno processi e prodotti, a prescindere dal settore,” dice Dhawan. L’azienda sta ora cercando di organizzarsi in Cina e Russia, due mercati chiave per l’Oil & Gas. “Per quanto mi riguarda è molto importante produrre a livello globale,” aggiunge Dhawan. L’azienda ha in programma di concentrarsi sull’espansione della propria impronta globale. ”Noi saremo ovunque ci sarà da trivellare,” conclude. n 12 metalworking world Sandvik Coromant ha iniziato a collaborare con Sara Sae come fornitore. ANALISI TECNICA “Volevamo seguire due strade: rifornire i giganti del settore e portare i nostri prodotti al livello successivo.” Samir Dhawan, direttore tecnico, Sara Sae LA PRODUZIONE DI PINZE IDRAULICHE è diventata una vera passeggiata per Sara Sae, grazie al Productivity Improvement Programme (PIP) di Sandvik Coromant. “Ci volevano da 16 a 18 ore per produrre una pinza idraulica, ma l’introduzione del PIP ha tagliato i tempi, riducendoli a poco più di due ore,” racconta M Kandaswamy, general manager (produzione e controllo di processo) di Sara Sae. Kandaswamy, che ha trascorso parecchio tempo in azienda, ricorda la fatica degli operatori per produrre le pinze idrauliche prima dell’introduzione del PIP. ”Prima riuscivamo a stento a realizzare 14 o 15 pinze al mese, ma oggi arriviamo facilmente a 30 e ci rimane della capacità produttiva residua,” sottolinea Kandaswamy. Sandvik Coromant ha intrapreso un’approfondita analisi dei processi di Sara Sae, sia dal punto di vista dell’azienda che degli operatori coinvolti, ed ha quindi messo a punto un programma che ha semplificato parecchio le cose per questi ultimi. Samir Dhawan, direttore tecnico di Sara Sae, ammette che, inizialmente, il programma destava qualche preoccupazione. Ricorda come l’introduzione del PIP avesse eliminato otto macchine e tagliato i tempi di fermo macchina. ”I dipendenti capivano che era per il loro bene,” dice. ”Il più difficile da convincere è stato il middle management, ma una volta capite le potenzialità del programma, tutto è filato liscio.” Il PIP ha innescato un cambiamento nel processo di lavoro ed ha introdotto miglioramenti nella produttività dell’azienda, che punta a diventare una dei protagonisti del settore a livello globale. “E’ migliorata la qualità dei prodotti, il costo per componente si è ridotto e i lavoratori sono molto soddisfatti,” sottolinea compiaciuto Kandaswamy. I QUATTRO STEP DEL PRODUCTIVITY IMPROVEMENT PROGRAMME DI SANDVIK COROMANT: 1. ANALIZZARE: Un team di produttività Sandvik Coromant identifica gli ostacoli e le aree di intervento e raccoglie i dati necessari, per lo più tramite l’analisi e la revisione della documentazione esistente. 2. PROPORRE: Una volta effettuata l’analisi, il team propone soluzioni alternative come nuovi dati di taglio, nuovi metodi di lavorazione e nuovi utensili per ottenere un aumento della produttività e abbattere i costi nelle aree prese in esame. 3. CONVALIDARE: Il team verifica le proposte selezionate con lo staff del reparto produzione dell’azienda. Viene redatto un report complessivo che servirà da base per il successivo processo decisionale. 4. IMPLEMENTARE: Sandvik Coromant e l’azienda cliente creano in totale sinergia tra loro un programma dettagliato su come procedere, includendo le istruzioni relative a chi fa cosa e quando, quali investimenti sono necessari e come dovrebbe attuarsi la procedura di implementazione. Viene fornito un addestramento adeguato, così come un follow up per garantire che i miglioramenti apportati funzionino come pianificato. metalworking world 13 testo: Risto pakarinen Il lancio Redbull dai confini dello spazio. 14 metalworking world 400 km ISS (International Space Station) lo skydiver Felix Baumgartner saltò dal pallone aerostatico Red Bull Stratos, si parlò di un lancio “dai confini dello spazio”. Poco prima di buttarsi, ritto in piedi sulla pedana di lancio del suo gigantesco pallone, realizzato in film di polietilene ad alte prestazioni, di soli 0,00203 cm di spessore ma con un peso pari a 1.680 kg, l’audace base jumper austriaco mandò un messaggio al mondo: “So che in questo momento tutto il mondo mi sta guardando. Vorrei che poteste vedere ciò che vedo io. A volte bisogna trovarsi davvero in alto per capire quanto siamo piccoli...Sto tornando a casa.” Poi il salto e il volo in picchiata verso la terra, come un proiettile, per atterrare con l’aiuto del paracadute nel deserto del Nuovo Messico 11 minuti più tardi, vivo e vegeto – il primo essere umano a raggiungere velocità supersoniche senza l’aiuto di un motore. Gli scienziati, come l’astrofisico Neil DeGrasse Tyson, hanno liquidato l’evento sottolineando come il lancio di Baumgartner da 39 km di altezza non fosse neanche a metà strada dalla linea di Kármán, il confine convenzionale tra l’atmosfera terrestre e lo spazio. La linea di Kármán, fissata ad un’altezza di 100 km sopra il livello del mare, segna il punto dove la densità dell’atmosfera è troppo bassa perché vi possano volare gli aerei. Nonostante acrobazie ed esibizioni ben pubblicizzate quali il salto dal pallone, i viaggi nello spazio restano, se non proprio nel limbo, quanto meno in modalità di attesa. Il budget a disposizione della NASA è stato tagliato sensibilmente rispetto agli anni d’oro, quando tutto il mondo seguiva le missioni Apollo, passando dall’1,5% del budget federale americano a circa lo 0,5% di oggi. QUANDO, NEL 2012, Per la Blue Origin l’obiettivo è superare la linea di Kármán. Interno della navicella Dragon V2 di SpaceX MENTRE LA NASA continua ad incutere rispetto e, recentemente, ha annunciato l’inizio dei trasporti verso l’International Space Station con Boeing e SpaceX, e mentre gli americani continuano ad investire nell’esplorazione spaziale, le idee più eccitanti – e le dichiarazioni più ottimistiche – arrivano da un nuovo gruppo di imprenditori aerospaziali, tra i quali il magnate della Virgin Richard Branson e Jeff Bezos, fondatore di Amazon, oltre che dalle tante aziende elencate da Wikipedia alla voce ”turismo spaziale”. L’azienda di Bezos, la Blue Origin, sta lavorando su un sistema di lancio che porterà i passeggeri oltre la linea di Kármán, mentre la SpaceShipTwo della Virgin Galactic di Branson raggiungerà i 110 km di altitudine, quindi anch’essa oltre la linea di Kármán, ma senza orbitare attorno alla terra. Bezos, Branson e Elon Musk, il fondatore di PayPal, Tesla Motor (azienda produttrice di auto elettriche) e SpaceX, sono gli imprenditori della nuova era spaziale. Obiettivo di SpaceX non è quello di rompere la linea di Kármán ma di ridurre i costi del trasporto spaziale e consentire la colonizzazione di Marte. “Effettueremo voli di collaudo sulla nostra navicella Dragon 2 alla fine di quest’anno,” annunciava Musk lo scorso giugno, in occasione del lancio del nuovo modello Tesla. “Andremo su Marte tra 10 o 11 anni.” La conquista dello spazio, tuttavia, passa anche attraverso battute d’arresto. La Blue Origin di Bezos ha già lanciato dei satelliti e SpaceX ha programmato diversi lanci NASA nel 2014 per consegnare merce e rifornire l’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale 100 km Linea di Kármán La navicella SpaceShipTwo di Virgin. (ISS, International Space Station) – a 420 km di altitudine, il satellite artificiale più grande attualmente in orbita. Certo, la luna si trova a 384.400 km dalla terra, e non ci siamo più tornati da quel lontano dicembre del 1972, quando la navicella Apollo 17 intraprese il suo viaggio di ritorno, ma le cose procedono su vari fronti. I protagonisti in ambito commerciale fanno la loro parte, e la NASA e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA, European Space Agency), unitamente ai loro numerosi partner, stanno lavorando sull’esplorazione spaziale, con gli occhi puntati su Marte. Anche alcune organizzazioni private si stanno dando da fare. Mars One, fondazione olandese no-profit, ha avviato nel 2013 la propria campagna di ricerca astronauti. La loro missione è quella di stabilire un insediamento umano permanente sul pianeta Marte, con il primo equipaggio che raggiungerà il pianeta rosso nel 2024, 39 km Pallone Red Bull Stratos 20 km 8.848 metri Monte Everest metalworking world 15 La navicella spaziale Dragon di SpaceX nell’hangar a Cape Canaveral “Andremo su Marte tra 10 o 11 anni.” Elon Musk, SpaceX MARS One mentre un secondo equipaggio gli farà seguito tre anni più tardi, un anno dopo l’atterraggio del primo. SECONDO MARS ONE, sono più di 200.000 gli aspiranti astronauti registratisi per il programma. Un numero impressionante, soprattutto se si considera che si tratterà di un viaggio di sola andata. Se tutto va come pianificato, gli astronauti di Mars One incroceranno il nuovo rover robotizzato della NASA, previsto per il lancio nel 2020, quando le posizioni orbitali dei due pianeti saranno ottimali. Per ora, il 2020 non è nient’altro che un bel numero tondo, che stuzzica l’interesse di ognuno di noi. Ma al tempo stesso mancano solo 6 anni a quella data. Gli esperti del settore del comitato della American Astronautical Society che si occupano di Marte concordano sul fatto che l’esplorazione umana del pianeta rosso sarà ”tecnologicamente fattibile” entro gli anni ’30 del 2000, ma c’è ancora parecchio lavoro da fare. La Virgin Galactic è stata fondata nel 2004, e nel luglio 2008 Richard Branson ha annunciato che il primo volo nello spazio avrebbe avuto luogo da lì a 18 mesi. Nel luglio 2014 ci sono andati vicini, ma l’obiettivo non è ancora stato del tutto raggiunto. “C’è una ragione che spiega perché non è accaduto prima,” ha detto George Whitesides, CEO di Virgin Galactic a Space.com lo scorso giugno. ”E’ difficile. E’ tutto nuovo.” n 16 metalworking world Andare più lontano e più in profondità E’ difficile prevedere il risultato delle missioni su Marte, o persino delle missioni con obiettivi più vicini, ma il lavoro che la NASA, l’ESA, le università, le imprese private e tutto il settore stanno facendo produrrà anche ritorni più immediati. Potremo anche non riuscire a viaggiare in tempi brevi verso colonie lunari, ma quanto è stato fatto ci consentirà di spostarci da New York all’Australia molto più rapidamente, dice Sean Holt, vice president engineering and technical services del segmento aerospaziale di Sandvik Coromant. “Nonostante quanto afferma Richard Branson, siamo ancora distanti da quello che viene definito turismo spaziale e una delle principali ragioni è quella legata ai costi,” continua. Anche i piccoli passi, tuttavia, portano a compiere progressi. “Il gap tra quanto sta cercando di raggiungere l’aviazione commerciale e quanto sta attualmente facendo il settore aerospaziale si sta restringendo,” sottolinea. ”La differenza una volta era enorme, e se si parla di prestazioni dei motori o di materiali usati per costruirli l’industria aeronautica non riusciva nemmeno ad avvicinarsi al livello di quella aerospaziale”. “Con la riduzione di questo divario tra i due settori, si intravede un aumento dei viaggi supersonici nei prossimi 10 anni,” aggiunge. “Quello che una volta era un viaggio di 26 ore con tre scali, oggi può diventare un unico viaggio non stop.” Sandvik Coromant è coinvolta in due diversi modi nel settore del turismo spaziale: attraverso il miglioramento dei componenti e dei materiali esistenti e tramite partner quali la NASA. “L’industria aerospaziale non guarda alla produttività,” dice Holt. ”Per la NASA non è importante la rapidità con la quale vengono realizzati certi componenti, ma piuttosto la fase post-lavorazione, perché i componenti verranno usati in ambienti sottoposti a elevate temperature e sollecitazioni, e devono essere perfetti.” Ma come membro del Commonwealth Centre for Advanced Manufacturing, centro di ricerca applicata, Sandvik Coromant deve occuparsi anche di ricerca. “Siamo nel campo della R&S,” dice Holt. ”Noi siamo partner così come lo è la NASA quando cerchiamo di sviluppare nuovi metodi di produzione per nuovi materiali. Adesso è il momento dei compositi, così come delle leghe a base di nichel, più resistenti al calore. Studiamo e analizziamo anche i settori che non riguardano gli utensili da taglio, come la stampa 3D.” Ma per la ricerca ci vuole tempo, e la percentuale di insuccessi è elevata. Se si ottengono dei risultati, si arriverà alla fase di produzione in circa dieci anni, commenta Holt. ”Una volta rotta la barriera atmsoferica, mi aspetto che la maggior parte dell’esplorazione spaziale avvenga con mezzi privi di equipaggio umano,” dice. ”Possiamo andare più lontano e più in profondità senza rischiare vite umane. “Mi piacerebbe occuparmi di viaggi nello spazio, e vorrei andare là dove la tecnologia riesce a portarmi,” continua Holt. ”Avere il coraggio di andare dove nessuno prima è mai arrivato, proprio come nella serie TV Star Trek. E’ per questo che faccio questo lavoro.” ------------------------------Sean Holt Vice president engineering and technical services, segmento aerorspaziale Sandvik Coromant. tecnologia testo: elaine mcclarence sfida: Come ottenere un processo di lavorazione per operazioni di spianatura stabile e senza bave con una durata del tagliente prevedibile. immagine: borgs soluzione: Utilizzare CoroMill 5B90 di Sandvik Coromant. Mantenere la superficie pulita Per riuscire a rispettare le sempre più rigide normative in materia di emissioni, l’industria automobilistica si sta indirizzando verso l’uso di materiali più leggeri, come l’alluminio, per la costruzione di componenti quali le testate dei cilindri. I produttori di motori stanno cercando di aumentare le temperature e le pressioni di combustione alle quali sono soggette le testate, al fine di raggiungere l’obiettivo prefissato di riduzione delle emissioni. La fresa CoroMill 5B90 è stata progettata per soddisfare i requisiti imposti dal settore in materia di migliore finitura superficiale e tolleranze più strette, tenendo fede alle aspettative di un ambiente di produzione a volumi elevati con tempi ciclo minimizzati, così come componenti con tolleranze più strette e qualità superficiale definita. Spesso, tuttavia, le operazioni di spianatura possono presentare sfide quali la necessità di procedere alla sbavatura, cui si aggiunge un’usura irregolare dell’utensile e una durata del tagliente imprevedibile, che può portare a lunghi tempi ciclo. Sviluppata in collaborazione con il settore automobilistico, CoroMill 5B90 è un progetto ”su misura” che offre eccellente qualità di finitura superficiale per le operazioni di spianatura ed una riduzione dei costi per componente fino al 30%. Ogni utensile è progettato in modo tale da avere un esclusivo posizionamento assiale e radiale degli inserti, che consente di tagliare istantaneamente ed in modo efficace i trucioli, senza dover regolare gli inserti e, al tempo stesso, evitando la formazione di bave. L’utensile produce trucioli sottili, facilmente asportabili dal componente per evitare di danneggiare la superficie. Ogni fresa è realizzata su misura per ciascun componente e ciò permette di ottimizzare il numero degli inserti da taglio, uno dei quali è sempre di tipo raschiante e assicura una straordinaria finitura superficiale. Ciò riduce di due terzi il tempo di setup. È quindi possibile procedere alla lavorazione ad avanzamenti elevati con un numero di denti inferiore rispetto a quello delle frese tradizionali.n Studio di un caso Un produttore di automobili voleva migliorare l’instabilità del processo di lavorazione delle proprie testate dei clilindri ed eliminare la formazione di bave. Doveva inoltre correggere la durata imprevedibile del tagliente, dovuta alle regolazioni della cartuccia che differivano leggermente tra un setup e l’altro. I requisiti di qualità erano una rugosità di 4 (Rmax: 20), un’ondulazione (W) di 4 e una planarità della superficie di 0,05. CoroMill 5B90 di Sandvik Coromant soddisfava questi requisiti ed ha consentito risparmi nell’ordine di 21.000 euro l’anno. Fresa precedente CoroMill 5B90 Velocità di taglio, vc Velocità del mandrino, n Velocità di avanzamento, vf Profondità di taglio, ap Durata del tagliente, ore 3.140 m/min 5.000 rpm 8.280 mm/min 0,5 mm 30.000 in media 3.800 m/min 6.000 rpm 9.000 mm/min 0,5 mm 45.000 riepilogo L’industria automobilistica sta ricorrendo sempre più frequentemente a materiali leggeri quali l’alluminio per realizzare le testate dei cilindri. CoroMill5B90 è stata sviluppata in collaborazione con questo settore industriale per soddisfare i complessi requisiti in materia di finitura superficiale e tolleranze. Il risultato è una fresa concepita su misura per la produzione di volumi elevati, in grado di ridurre di due terzi il tempo di setup e il costo per componente del 30%. metalworking world 17 18 metalworking world in pole position Huntersville, North Carolina, USA. Non direste mai che un’auto che fa 10 km con sette litri di benzina sia ecologica. In qualche modo, tuttavia, lo è davvero. Virtualmente tutte le macchine del team Nascar di Joe Gibbs sono usate o riciclate. Lo stesso vale per gli utensili impiegati per costruirle. nnn La carrozzeria ha la forma di una Toyota Camry. Quando è rivestita con il suo colorato vinile, la macchina sembra persino avere i fari, la griglia frontale e il logo di una Camry. Ma non un solo componente, in realtà, arriva dalla Toyota. Quasi il 90% dell’auto, invece, è realizzato nel quartier generale del team – un complesso da 37.000 mq ad Huntersville, nello stato americano del North Carolina. In officina, le macchine sono allineate in base alle diverse fasi di assemblaggio. Un ronzio proviene dalle 22 macchine CNC Doosan disposte lungo il corridoio, equipaggiate con attrezzamento Sandvik Coromant. Gli operatori, suddivisi su due turni di lavoro, fanno funzionare le CNC per circa 20 ore al giorno, per una produzione di parecchie centinaia di pezzi destinati alle circa 90 auto da corsa costruite durante ciascuna stagione del campionato Nascar. metalworking world 19 “Cerchiamo sempre l’attrezzatura, le persone e le partnership migliori. Se sono a posto queste relazioni, tutto il resto andrà per il verso giusto.” Mark Bringle, Joe Gibbs Racing Anche al di fuori dei circuiti di gara è chiaro che le squadre sono in competizione tra loro, per costruire la macchina perfetta – partendo da zero. NASCAR, COME ORGANIZZAZIONE sportiva americana, è seconda solo alla National Football League. Il fascino di questo sport non attrae solo i migliori piloti ma anche i migliori meccanici, ingegneri e operatori del paese. “La nostra azienda è stata fondata ed è diretta da Joe Gibbs, ex head coach della squadra di football americano dei Washington Redskins, entrato nella Hall of Fame di questo sport,” spiega Mark Bringle, direttore marketing e sponsorizzazioni tecniche del team. “Il talento di Joe è la sua capacità di scegliere le persone giuste per ciascun incarico. Cerchiamo sempre l’attrezzatura, le persone e le partnership migliori. Se sono a posto queste relazioni, tutto il resto andrà per il verso giusto.” SANDVIK COROMANT E’ uno di questi partner, oltre che sponsor. “Ciò che portiamo alla partnership è la velocità del nostro prodotto,” dice Eric Gerringer, technical team manager di Sandvik Coromant. “Siamo riusciti a contribuire alla riduzione del 30% dei tempi ciclo attraverso nuovi processi di produzione e l’impiego dei nostri utensili. La maggior parte degli utensili e degli inserti, inoltre, viene stoccata nel nostro magazzino principale nel Kentucky. Se Joe Gibbs fa un ordine oggi, gli verrà consegnato domani.” NEL VISITARE LA STRUTTURA, ciò che colpisce (a parte le oltre 200 bandiere, una per ogni vittoria nelle serie Nascar Sprint Cup e Nascar Nationwide) è lo sforzo del team di lasciare la minor impronta ecologica possibile – dagli operatori che rimandano a Sandvik Coromant gli inserti in metallo duro usati (vedere pag. 23), ai meccanici che si assicurano che ogni singola parte di una macchina distrutta venga inviata al centro di riciclo giusto. “L’attrezzamento usato prima finiva 20 metalworking world [2] [3] [4] [1] E’ solo un graffio... [2] Sandvik Coromant è riuscita a ridurre i tempi ciclo del 30%. [3] Il 90% di ogni macchina viene prodotto presso gli stabilimenti della Joe Gibbs Racing, nel North Carolina. Nel corso di ciascuna stagione del campionato Nascar, qui vengono costruite circa 90 autovetture. [4] Eric Gerringer, technical team manager, Sandvik Coromant. [1] metalworking world 21 [1] Mark Bringle e Roger Phillips, Joe Gibbs Racing [2] Riciclare utensili e materiali fa risparmiare denaro.... [3] ...e riduce la Carbon footprint. [1] in discarica,” ricorda Dan Schnars, ingegnere di produzione, pensando a quanto accadeva dieci anni fa. “Ogni volta che un inserto in metallo duro non finisce tra i rifiuti è ovviamente un fatto positivo dal punto di vista ambientale,” continua. “Il metallo duro, inoltre, non è una risorsa infinita. Riciclarlo e rilavorarlo per creare nuovi inserti è molto più semplice. Ci vuole meno energia e l’impatto ambientale è molto minore rispetto a quanto serve se si riparte da metallo duro completamente nuovo.” La stessa cosa vale per l’alluminio, l’acciaio e altri metalli raccolti e destinati al riciclo. Enormi contenitori ubicati nel cortile sul retro dello stabilimento contengono trucioli di metallo e altre parti solide, eliminate da macchine giudicate non riparabili o obsolete. “Per noi è anche un fatto positivo dal punto di vista finanziario,” aggiunge Schnars. “Otteniamo una somma in accredito per qualunque cosa ricicliamo. E nell’epoca moderna degli sport motoristici, dove gli sponsor non investono più come un tempo, le squadre devono sfruttare ogni opportunità per risparmiare denaro. Siamo diventati tutti molto più consapevoli.” n 22 metalworking world [3] [2] analisi tecnica “Negli Stati Uniti, in un futuro non troppo lontano immaginiamo di riciclare il 100% del metallo duro che vendiamo.” Karl Almquist, Sandvik Coromant NON DOVREBBE ESSERE UNA SORPRESA Sandvik Coromant ricicla il metallo duro sin dagli anni ’90 – ma nell’ultimo periodo il programma di riacquisto degli inserti e Round Tools in metallo duro usurati sta vivendo un vero e proprio boom. Nel 2011, Sandvik Coromant US ha assunto un approccio più business-oriented nei confronti del progamma di riciclo. Il risultato è stato un incremento del 375% rispetto al 2009, anno con i migliori risultati fino a quel momento. Focalizzando l’attenzione sia sui vantaggi ambientali che su quelli finanziari del Sandvik Coromant Carbide Recycling, il programma è cresciuto molto negli Stati Uniti e ha preso piede a livello globale. “L’ANNO SCORSO SANDVIK COROMANT ha riciclato l’80% del peso del metallo duro che ha venduto globalmente,” sottolinea Karl Almquist, project manager di Sandvik Coromant US. “Non si tratta solo del nostro metallo duro – noi ricicliamo infatti anche gli inserti e i round tools di altri produttori. Negli Stati Uniti, in un futuro non troppo lontano immaginiamo di riciclare il 100% del metallo duro che vendiamo.” Si è sempre parlato del programma da un punto di vista ambientale, ma Almquist afferma che oggi si tratta anche di un’opportunità economica. Ad oggi, Sandvik Coromant paga un buon prezzo di mercato per il metallo duro usato e garantisce che il materiale venga riutilizzato per realizzare utensili destinati all’industria manifatturiera, cosa che non molti rivenditori di rottami possono promettere. Guarda il video sull’ipad SANDVIK COROMANT STA rivedendo le opzioni di pagamento per gli inserti riciclati, offrendo, per esempio, specifici voucher atti a soddisfare le varie richieste del mercato. Almquist crede che offrire alternative in questo campo aumenterà ancor più il numero dei partecipanti al programma. metalworking world 23 tecnologia testo: christer richt foto: Samir soudah Quanto è snello il leader?” Sandvik Coromant è leader del mercato non solo per quanto riguarda la tecnologia degli utensili da taglio ma anche il supporto fornito all’industria manifatturiera con soluzioni e consigli su come impiegare gli utensili e impostare le lavorazioni. Come organizza l’azienda le proprie strutture e i processi produttivi? Mikael Herdin, manager of Maintenance and Production Method Development, parla a Christer Richt, technical editor di Sandvik Coromant, della moderna ingegneria di produzione applicata su scala globale. Herdin ha 26 anni di esperienza nel settore e negli ultimi 10 anni è stato coinvolto nello sviluppo dell’automazione nelle lavorazioni. La pianificazione e organizzazione di una produzione ottimizzata costituisce il fondamento di qualunque azienda produttrice. Quali sono i fattori principali da tenere in considerazione? La produttività, per qualunque impresa, è direttamente correlata all’efficienza delle proprie lavorazioni – alla velocità di asportazione del metallo. Quando si considera la produttività di una macchina, tuttavia, altrettanto importante è com’è utilizzata la macchina stessa: fatto 100% il monte ore in un anno, il 50% lascia ancora ampi margini di miglioramento. Ecco perché abbiamo lavorato per raggiungere tempi di setup pari a zero nei processi più costosi. Redditività e sostenibilità sono spesso obiettivi ambiziosi, e la produttività è il tradizionale indicatore del successo. Tuttavia, hai anche detto che sono molte le componenti da definire per garantire la produttività, e varie sono le formule, a seconda del tipo di produzione. Puoi elencarci alcune delle principali variabili che usi per assicurare performance e risultati nella tua produzione? Sì, esistono tante variabili, viste da prospettive diverse. Quelle più importanti da valutare sono principalmente 24 metalworking world l’efficienza di lavorazione, l’utilizzo delle macchine, il tempo di produzione totale e, naturalmente, i costi di produzione per componente. Poi vanno tenuti in considerazione alcuni importanti fattori finanziari: capitale circolante netto, costi fissi e costi variabili. Per ottenere una produzione snella, o ’lean manufacturing’, sono coinvolti vari processi, utensili e prìncipi: “just in time”, livellamento della produzione, miglioramento continuo, eliminazione degli sprechi, qualità totale e “fare bene fin dal primo componente”. Avendo come target il raggiungimento della produttività, che ruolo gioca il livello di stabilità del processo ai fini dei vostri obiettivi di produzione? Alcuni sostengono che questo sia un fattore prioritario a causa della sua influenza su tempi e costi. La stabilità del processo è estremamente importante e noi la vediamo anche parzialmente come un obiettivo per prevedere in modo quanto più preciso possibile l’andamento del processo. In linea generale, per la lavorazione dei componenti a costo elevato e in volumi medio-bassi (produzione in lotti), pensiamo che il tempo di produzione totale (TMT, total manufacturing time) non venga mai discusso o preso in considerazione tanto quanto dovrebbe. Trattandosi del periodo che intercorre dall’arrivo dell’ordine alla consegna in magazzino, questo tempo viene misurato in giorni o settimane piuttosto che in secondi o minuti. L’incidenza dell’effettiva lavorazione sul TMT è dunque generalmente bassa, e il flusso totale di fornitura va perciò compreso meglio. L’automazione, con il carico e scarico macchine robotizzato, contribuisce all’efficienza della cella produttiva. Le piattaforme di attrezzamento si basano su un sistema modulare, sono facilmente configurabili e usano interfacce macchina-utilizzatore standardizzate, dove la schermata principale è il layout della cella. L’interfaccia comune per il fissaggio del componente si basa su Coromant Capto C8. Poiché ciascuna fase nella catena di fornitura rappresenta un fattore critico, vogliamo garantire la possibilità di meno step, in combinazione con un minore TMT per ottenere il livello migliore possibile in termini di costante precisione nelle consegne. Talvolta è possibile ottenere un miglioramento nell’efficienza delle lavorazioni se il numero delle fasi produttive diminuisce. Le aziende che sono riuscite a minimizzare il proprio TMT hanno, in generale, iniziato a implementare quanto segue: • CAPP – computer-aided process planning – totale automazione, dall’ordine ai processi CAD-CAM-NC-CMM • Macchine multi-task per ridurre il setup per componente • Automazione del processo di movimentazione del particolare L’effetto di un ridotto TMT si vede chiaramente sul capitale netto circolante (richieste minori scorte) e sulla disponibilità di magazzino, che ha un forte impatto sull’obiettivo complessivo della redditività e sostenibilità. Per riassumere, direi che oggi è assolutamente di vitale importanza che le aziende produttrici considerino le opportunità in relazione a tutti i seguenti fattori quando pianificano l’impostazione della produzione: • Efficienza delle lavorazioni • Utilizzo delle macchine • Tempo totale di produzione. n La tecnologia di produzione dei portautensili Sandvik Coromant • Circa 14.000 diversi componenti lavorati • Quantità lotti per parti standard: da 5 a 20 • Quantità lotti per parti semi-standard, personalizzate: da 1 a 5 • Target disponibilità di magazzino: 95% • Qualità garantita globalmente dalle unità di produzione • Limite di 4 giorni per il tempo totale di produzione (TMT) • Organizzazione di ambienti confortevoli per gli operatori • Automazione al servizio delle persone: dalla lavorazione all’imballaggio • Efficace manutenzione • Flusso di processo completamente automatizzato • Ciascun ordine ha disegni appositamente generati e un programma NC • Interfaccia comune per il fissaggio del componente basata sull’attrezzamento conforme alle norme ISO: Coromant Capto C8 metalworking world 25 testo: johan rapp Basta aggiungere inchiostro Innovazione. Ciò che fino a un decennio fa veniva considerato pura fantascienza, oggi è una tecnlogia con la quale chiunque lavori in campo industriale deve fare i conti. Per qualcuno, l' 'additive manufacturing’ rappresenta una minaccia per i propri processi produttivi; per altri, invece, è il Sacro Graal. nnn Immaginiamo di voler costruire una casa sulla luna. Come si possono trasportare nello spazio i materiali edili necessari? Gli astronauti, chiusi nelle loro ingombranti tute spaziali, saranno in grado di effetture i lavori di costruzione? Basteranno ossigeno e cibo per coprire tutto il periodo in cui si dovrà lavorare? La stampa 3D, anche detta additive manufacturing, può essere la risposta a tutte queste domande: basterà ’stampare’ la casa, usando polvere lunare e altri materiali reperiti in loco. Non tanto tempo fa, un’idea come questa sarebbe stata considerata una semplice fantasia. Oggi, sia l’agenzia spaziale americana che quella europea, NASA ed ESA, vedono l’additive manufacturing come una tecnica promettente. E lo stesso fanno molte aziende produttrici. Alcune di esse, di fatto, la stanno già usando regolarmente in produzione. Nell’additive manufacturing, gli oggetti vengono creati 26 metalworking world grazie ad un dispositivo che stampa depositando strato dopo strato plastica, metallo e altri materiali “inchiostro”. Questa tecnica si rivela eccellente per la realizzazione di strutture complesse e voluminose senza giunti e ad elevata precisione. Ingegneri e designer possono usare modelli computerizzati e costruire prototipi in poche ore. L’interesse nei confronti dell’additive manufacturing è esplosa negli ultimi anni. Questa tecnologia ha avuto un forte sviluppo e i prezzi sono scesi parecchio, fino al punto che, presto, le stampanti 3D potrebbero fare il loro ingresso nelle case come normali elettrodomestici. Le stampanti industriali cominciano a diventare accessibili ai più e molte aziende, tra le quali Sandvik, stanno testando e approfondendo il potenziale di questa nuova tecnica. LA General Electric, alla ricerca di metodi sempre più Alcuni degli elementi del futuro aeromobile della Airbus (raffigurato qui e a destra) potrebbero venire realizzati usando la tecnica dell’additive manufacturing. Oltre a rendere più semplice la produzione di forme molto complesse, gli scarti di materiale vengono ridotti moltissimo rispetto a quanto succede con la tecnica tradizionale di taglio. “Ci aspettiamo che la crescita aumenti in modo esponenziale nei prossimi 5-10 anni.” Scott Crump, STRATASYS Ltd Stampante per utensili, di Stratasys. Motore aeronoautico stampato in 3D, Stratasys. intelligenti per costruire decine di migliaia di ugelli per carburante per i suoi motori ad iniezione, ha compiuto importanti investimenti nella stampa 3D, soprattutto per quel che riguarda la produzione in ambito aeronautico. Gli ugelli, ad esempio, sono il risultato dell’assemblaggio di 20 diversi pezzi; la stampa 3D può creare ciascun ugello in un unico pezzo di metallo. Jeff Immelt, AD, supporter entusiasta della tecnologia 3D, dice che questo fa una grande differenza. Nella produzione di tipo tradizionale, spiega, “si prende un blocco di qualcosa, lo si salda e lo si taglia, portando da qualche parte gli scarti. La stampa 3D consente invece di realizzare in modo esatto il prodotto sin dalla prima volta, in tutti i suoi particolari. Ci sono molti meno sprechi, meno costi legati agli utensili e tempi ciclo più rapidi – è il Sacro Graal!” I progetti di stampa-costruzione delle case sulla luna spiegano un altro vantaggio di questa tecnologia: è possibile consegnare qualunque prodotto in qualunque posto. Realizzandolo in loco. Riuscirà l’additive manufacturing a rivoluzionare produzione e filiera? Almeno non nei prossimi 15 anni, secondo Scott Crump, co-fondatore e chief innovation officer di Stratasys Ltd, uno dei principali fornitori di stampanti 3D. “Ci aspettiamo che la crescita aumenti in modo esponenziale nei prossimi 5-10 anni, e in questa fase vedremo radicarsi nuove pratiche nella cultura produttiva,” continua Crump. “Se ne farà largo uso, a completamento delle tradizionali tecniche di stampaggio, lavorazione, fusione e fabbricazione.” ATTUALMENTE, L’ATTENZIONE dell’industria si concentra sulla realizzazione di prototipi e componenti speciali in piccole serie. I settori aeronautico, medico e della gioielleria guidano l’innovazione. La stampa 3D è il paradiso per i designer di gioielli più creativi. In ambito sanitario, i medici stanno costruendo ossa e legamenti artificiali dalle misure perfette e sviluppando metodi per stampare organi umani in processi dove l’“inchiostro” è rappresentato dalle cellule. Nel settore manifatturiero, il punto debole della stampa 3D resta la produzione in serie. Troppo lenta per la produzione di massa rispetto alle tecniche tradizionali. Crump intravede due linee principali di sviluppo per l’additive manufacturing del futuro: 1. Incremento produzione – grazie alla stampa 3D verranno realizzati gli utensili e gli ausili necessari per la produzione. “Si ridurranno tempi e costi, migliorando la qualità,” dice. 2. Produzione alternativa – Il produttore sostituirà le tecniche di stampaggio con quelle di stampa 3D. “Il successo della stampa 3D non sta nel sostituire i metodi tradizionali di produzione,” continua Crump. “Ma nell’eseguire le operazioni di produzione in modo diverso, facendo leva sulle sue straordinarie capacità.” La missione della NASA che prevedeva di mandare una stampante 3D sulla stazione spaziale ISS (International Space Station), dimostra come l’umanità possa trarre vantaggio dall’additive manufacturing. Se qualcosa si rompe, la stampante 3D, chiamata Made in Space, è in grado di realizzare un nuovo componente direttamente nello spazio. Si tratta ovviamente di un procedimento molto più economico e rapido rispetto al dover spedire le parti di ricambio dalla terra. Il prossimo passo della NASA potrebbe essere quello di stampare il cibo destinato alla ISS. Per ora è una semplice idea, ma chi lo sa? Magari il cibo stampato sarà buonissimo se la ricetta di stampa proverrà da un ottimo chef. n metalworking world 27 Sandvik aumenta la propria attenzione nei confronti dell’additive manufacturing Sandvik Coromant sta seguendo con grande attenzione lo sviluppo dell’additive manufacturing con la doppia intenzione di impiegare questa tecnologia nella futura produzione dei propri utensili da taglio e nell’assistenza ai clienti che lavorano componenti realizzati con la stampa 3D. “Abbiamo iniziato a testare l’additive manufacturing un paio d’anni fa, con una stampante 3D per materie plastiche,” ci racconta Jan Edvardsson, market analyst in Sandvik Coromant che ha eseguito uno studio sulla tecnologia per il Gruppo Sandvik. “Attualmente stiamo facendo dei test sulla realizzazione di componenti in metallo.” Sandvik ha una storia alle spalle che parla di forti investimenti nelle tecnologie innovative e di una posizione di leadership in questi campi. Nei primi mesi di quest’anno, ha aumentato la propria attenzione sulla stampa 3D ed ha iniziato a formare un gruppo di R&S cui affidare lo sviluppo dell’additive manufacturing. “La tecnologia dell’additive manufacturing viene ancora principalmente usata per la fase di prototipazione e non per la produzione di grandi serie,” sottolinea Edvardsson. Una stampante che deposita materiale strato su strato per creare una determinata struttura è un processo lento e costoso, non adatto per la produzione di grandi serie, ma è invece ottimo per la realizzazione di strutture complicate e voluminose, in un pezzo unico, senza giunti. E’ possibile fabbricare oggetti più leggeri e resistenti rispetto a quanto consentito dalle tecniche tradizionali, e con forme precise e complesse. I medici stanno usando la stampa 3D per costruire protesi, l’industria aeronautica vede la possibilità di risparmiare carburante costruendo aerei più leggeri, mentre quella automobilistica concentra la propria attenzione sulla capacità di realizzare prototipi in modo rapido ed a costi relativamente bassi. Molti clienti di Sandvik Coromant stanno investendo sempre di più in questa nuova tecnologia. “I componenti realizzati con l’additive manufacturing presentano determinate caratterstiche,” dice Edvardsson. “E’ molto importante capire come adattare al meglio i nostri utensili da taglio, in modo da riuscire a fornire ai nostri clienti buoni suggerimenti di lavorazione.” Mikael Schuisky, operation manager del settore R&S del Gruppo Sandvik, a capo del team cui è stato affidato l’incarico di esplorare la nuova tecnica, spiega: “Questa squadra di ricerca cura un progetto a lungo termine per lo sviluppo della tecnologia dell’additive manufacturing nel nostro interno, che ci aiuterà ad aggiungere valore a ciò che offriamo ai nostri clienti. Anche se ci troviamo solo agli inizi, ne intravediamo già il grosso potenziale.” n Renishaw, azienda specializzata nell’additive manufacturing, ha unito i propri sforzi a quelli di Empire Cycles per creare una versione esclusiva di un modello generalmente proposto in alluminio. Il loro prototipo è stato creato in una lega di titanio – probabilmente il primo al mondo a venir stampato in 3D. L’attrezzatura dell’Agenzia Spaziale Europea per la stampa 3D sulla luna. ----------------------Jan Edvardsson Market analyst, Sandvik Coromant Mikael Schuisky Operation manager, R&S Sandvik Group 28 metalworking world La base lunare dell’Agenzia Spaziale Europea, che potrebbe essere costruita con materiale reperito sulla luna. tecnologia testo: elaine mcclarence sfida: Come soddisfare i requisiti estremamente elevati che la fresatura di cave impone agli utensili da taglio. immagine: borgs soluzione: Scegliendo CoroMill QD, la più recente soluzione per scanalature strette e profonde e per le operazioni di troncatura. Into the groove Per le applicazioni di scanalatura e troncatura su centri di lavoro e macchine multi-task, l’obiettivo è quello di fornire un processo sicuro ed economico, combinato con un’eccellente evacuazione dei trucioli e vibrazioni ridotte. Sandvik Coromant ha introdotto CoroMill QD per soddisfare le necessità di queste complesse lavorazioni per molti diversi componenti e materiali. I nuovi utensili possono venire usati sia per la sgrossatura che per la finitura, e tanto per le lavorazioni a secco quanto per quelle ad umido. CoroMill QD sfrutta la tecnologia applicata agli utensili CoroCut per le applicazioni di tornitura, ed è certamente il primo utensile del suo tipo con refrigerante interno, caratteristica che lo rende la scelta ideale per la lavorazione dei materiali ISO S, normalmente molto ostici a causa della generazione di calore. Nei materiali ISO M, un problema piuttosto comune è rappresentato dall’accumulo sugli inserti, che riduce la qualità della finitura superficiale e la vita dell’utensile. Anche in questo caso, il refrigerante interno risolve efficacemente il problema. Altro problema comune è costituito dai trucioli che restano incastrati nelle scanalture durante l’esecuzione di scanalature strette e profonde. Solitamente la questione viene gestita usando un’opzione di fresatura in discordanza piuttosto che in concordanza. Quando si usa un utensile per fresare in discordanza, la sua durata può ridursi del 50%. Grazie al refrigerante interno, con CoroMill QD si può applicare l’opzione di fresatura in concordanza, in modo da ottenere la migliore durata utensile possibile e scanalature pulite, oltre ad importanti risparmi di tempo grazie alla possibilità di evitare l’intervento dell’operatore per la rimozione dei trucioli. Si tratta di un enorme vantaggio e garantisce un’eccellente economia di produzione. Molte altre caratteristiche chiave associate a CoroMill QD apportano vantaggi al processo di scanalatura e troncatura. I portautensili antivibranti Silent Tools consentono la lavorazione delle lunghe sporgenze con minori vibrazioni. Le lunghe sporgenze possono generare vibrazioni, che a loro volta portano alla rottura dell’inserto e a possibili danni al portautensile e al componente, con conseguente effetto sulla qualità dell’operazione di scanalatura. L’assortimento standard di portautensili copre centri di lavoro di dimensioni mediopiccole con MAS-BT30, tutti i coni ISO 40 e HSK63 come accoppiamenti lato macchina. I grossi centri di lavoro sono coperti dai dispositivi di bloccaggio Coromant Capto adattati alla macchina e le macchine multi-task montano gli adattatori Coromant Capto direttamente integrati nel mandrino. E’ disponibile una gamma ottimizzata di geometrie per ISO P, K e M. Inserti rettificati consentono un’azione di taglio leggera e minimi errori di run-out e contribuiscono a garantire un’eccellente qualità di scanalatura e una lunga durata dell’utensile. La stabilità dell’inserto è garantita dalla sede a binario, brevettata, combinata con un meccanismo di bloccaggio di semplice utilizzo, con chiave a sgancio rapido. Tutto ciò si aggiunge ad una soluzione di attrezzamento che offre operazioni di scanalatura ad alta qualità, oltre ad una buona economia di produzione e ad una maggiore durata degli utensili. n riepilogo CoroMill QD rappresenta la soluzione più recente per le applicazioni di scanalatura. Sviluppata per soddisfare molti dei requisiti imposti dalle operazioni di scanalatura profonda, combina refrigerante interno, portautensili antivibranti e geometrie inserto ottimizzate per offrire un processo sicuro, economico e con vibrazioni ridotte, che aumentano la durata dell’utensile. metalworking world 29 testo:Tomas Lundin foto: Adam Lach Tuffarsi verso nuove profondità Berlino, Germania. Grazie alla fresatura a tuffo e ad una nuova strategia legata ai mandrini, Siemens ha ridotto di 63 ore i tempi di lavorazione per le sue enormi strutture per turbine – ciascuna del peso di 90 tonnellate – con un risparmio di 11 settimane in tre anni di produzione. nnn Prendete la potenza pura di 1.200 Porsche 911 e avrete la capacità di una sola turbina a gas SGT5-8000H di Siemens, che ha un peso equivalente a quello di un Airbus A380 a pieno carico di carburante. Oggi, la SGT5-8000H è una delle turbine a gas più grandi e più potenti del mondo, costruita per assecondare la tendenza del mercato globale del gas, che secondo alcune previsioni sta crescendo di oltre il 6% all’anno. Questi enormi componenti vengono prodotti a Berlino, in Germania, nello stabilimento Siemens dedicato alle turbine a gas e costruito nel 1909 in stile neoclassico, con pareti in vetro e acciaio lunghe 120 metri e alte 25. Nel 1956, la fabbrica, che fa parte della Siemens Power Generation Division, è stata dichiarata edificio storico. I macchinari e le tecnologie presenti al suo interno sono di altissimo livello, con centri di lavoro all’avanguardia. Nel 2012, quando la Siemens ha introdotto una nuova, grande struttura per contenere la sua enorme turbina a gas, lo stabilimento ha dovuto necessariamente adattare la propria tecnologia. Il processo di produzione fino ad allora in essere, basato su operazioni di sgrossatura e barenatura di finitura eseguite usando teste angolari e frese elicoidali, non era abbastanza stabile per riuscire a realizzare i 16 fori da 600 mm di diametro necessari per i bruciatori. “Avevamo problemi enormi,” ricorda Markus Zapke, capo tecnologia, processi di attrezzamento e fornitura macchine dello 30 metalworking world La Siemens SGT5-8000H è una delle più grandi turbine a gas del mondo. metalworking world 31 [1] “La fresatura a tuffo ha ridotto i tempi di lavorazione da 100 ore per componente a 42.” [2] 32 metalworking world [1] Herbert Imrich, team leader Siemens ai piedi della turbina a gas. [2] Dettaglio del CoroBore 820 XL. [3] Da sinistra: Markus Zapke, Herbert Imrich, Michael Neumann (Siemens), Olaf Zahn (Sandvik Coromant), Thomas Reich (Siemens) e Christian Lendowski (Sandvik Coromant). [4] Thomas Reich, esperto utensili Siemens. [3] stabilimento. “La testa angolare era il punto debole dell’intero processo. C’erano troppe vibrazioni e gli utensili si rompevano. Avevamo raggiunto il limite massimo consentito dalla tecnologia installata.” Tra gli altri fornitori è stata contattata anche Sandvik Coromant e, nell’agosto 2013, l’azienda ha proprio scelto la proposta della società svedese, basata sulla fresatura a tuffo e su una nuova strategia correlata ai mandrini. “Sandvik Coromant era nostro partner tecnologico già da parecchi anni,” sottolinea , Zapke. “Sono riusciti ad identificare una potenziale soluzione ai nostri problemi pressoché immediatamente.” Olaf Zahn, head of regional sales and technical consulting di Sandvik Coromant, è l’uomo dietro a questo nuovo concetto tecnico. “Sapevamo che la testa angolare era instabile,” ricorda. “Abbiamo quindi optato per la fresatura a tuffo, dove gli utensili entrano direttamente nei fori preformati all’interno della struttura per turbina.” La fresatura a tuffo non è una novità in sé. “Nel settore automobilistico la si utilizza da 20 anni,” dice Herbert Imrich, team leader per la produzione nello stabilimento Siemens. “E’ incredibile che nessuno ci abbia pensato prima, o per lo meno quando sono insorti i problemi.” Per l’appunto, ci ha pensato Sandvik Coromant: la fresatura a tuffo è il primo passo del nuovo processo produttivo. Dato che questa tecnica porta automaticamente ad ottenere superfici ondulate, la seconda fase deve necessariamente prevedere un’operazione di barenatura di finitura per soddisfare gli alti requisiti previsti per la superficie e mantenere le tolleranze richieste. In questa fase finale, il diametro dei fori viene aumentato, passando da 598 a 600 mm. Il nuovo concetto è stato testato e poi sviluppato in stretta collaborazione tra Siemens e Sandvik Coromant. [4] Il collaudo è avvenuto in condizioni reali. Thomas Reich, esperto di tecnologia e utensili di taglio di Siemens, spiega: “Dato che la nostra metalworking world 33 [1] Lavoro interno – e’ stato possibile usare gli utensili standard in ogni fase della lavorazione. [2] La fresatura a tuffo può essere adattata ad altri processi. [3] Sistemi di utensili CoroMill R210 e CoroBore 820 XL. I tempi per la barenatura di finitura sono stati ridotti da 480 a 160 minuti. [1] vecchia tecnologia non riusciva a far fronte alle nuove necessità, volevamo partire con il nuovo sistema senza ulteriori indugi. Per questo abbiamo effettuato tutti gli adeguamenti necessari e la nuova programmazione direttamente in fase di produzione.” I risultati, fino a questo momento, sono estremamente positivi. La fresatura a tuffo ha ridotto i tempi di lavorazione da 100 ore per componente a 42. I tempi per la barenatura di finitura sono passati da 480 a 160 minuti. Nel complesso c’è stata una riduzione di oltre 63 ore di lavoro per ciascuna struttura per turbina – o 11 settimane di lavorazione risparmiate in tre anni di produzione, secondo i calcoli di Siemens. Altri effetti positivi sono ovvi ma difficili da tradurre in numeri. “Siamo molto soddisfatti del fatto che si riescono ad usare sempre utensili standard,” continua Zapke. “Ciò vuol dire prezzi più bassi, alta affidabilità e utensili sempre disponibili a magazzino.” Ciò che però è ancora più importante, è che la soluzione di Sandvik Coromant si presta ad ulteriori adattamenti. “La fresatura a tuffo può facilmente essere trasferita ad altri processi,” dice Christian Lendowski, senior key account manager di Sandvik Coromant per Siemens. “E’ stata già applicata per la lavorazione di un’altra struttura Siemens. E altri progetti sono in fase di studio. In quel senso si può davvero dire che si tratta di una tecnologia modello.” n 34 metalworking world [3] [2] analisi tecnica Andre Skora, operatore macchina. LA FRESATURA A TUFFO è la tecnologia chiave del nuovo processo Sandvik Coromant attivato presso lo stabilimento Siemens di Berlino, che produce turbine a gas. Le strutture per le più grandi turbine a gas del mondo hanno 15 fori destinati ai bruciatori, preformati con una tolleranza di 12-15 mm. Una volta finiti, i fori hanno un diametro di 600 mm e una lunghezza di 450 mm. Rispetto al vecchio processo, il nuovo sistema consente di risparmiare 320 minuti per singola struttura per turbina. PER LA FRESATURA A TUFFO Sandvik Coromant usa il sistema CoroMill 210. L’utensile, lungo circa 430 mm, si “tuffa” per 300 mm direttamente nel foro preformato, evitando lo sviluppo di forze radiali che generano vibrazioni che compromettono l’affidabilità del processo. L’utensile sale e scende con un movimento circolare, 126 volte per ciascun foro. Per questa operazione di sgrossatura, il tempo macchina per ciascun componente è stato ridotto a 42 ore, contro le 100 prima necessarie usando teste angolari e frese elicoidali. Nella fase successiva, il diametro dei fori è stato portato da 598 a 600 mm con un’operazione di finitura superficiale, eseguita con il sistema CoroBore 820 XL di Sandvik Coromant. Questo consente di aumentare drasticamente la produttività rispetto ai sistemi tradizionali, come per esempio la barenatura, oltre che di mantenere la tolleranza richiesta e soddisfare le esigenze in materia di qualità superficiale. NELLA FASE DI IMPLEMENTAZIONE è stato introdotto un nuovo concetto di bloccaggio utensili. Un altro effetto estremamente positivo è stata la riduzione dei setup da tre a uno. Rispetto al vecchio processo, la nuova tecnologia consente di risparmiare 320 minuti per singola struttura per turbina. Inoltre, usando gli utensili standard a disposizione si mantengono bassi i costi per l’attrezzamento e si garantisce una fornitura stabile di utensili affidabili. Nel suo insieme, il nuovo concetto sviluppato in stretta collaborazione da Siemens e Sandvik Coromant presso lo stabilimento di Berlino, produce un processo stabile con risparmi di tempo significativi. Siemens calcola che il tempo macchina complessivo sia stato ridotto di oltre 63 ore per componente. metalworking world 35 tecnologia testo: elaine mcclarence imMAGINE: Kjell Thorsson Mantenersi sui binari giusti Soddisfare i requisiti tecnici imposti dai nuovi treni ad alta velocità, offrendo al contempo soluzioni economicamente vantaggiose per mantenere in buono stato il materiale rotabile ferroviario, richiede una produzione ampia e strategie per la rimessa a nuovo. Ruote ferroviarie e assili sono il cavallo di battaglia di qualunque treno. Ci si aspetta che possano funzionare per milioni di km prima di dover essere sottoposti a manutenzione e rimessa a nuovo. Si tratta dei componenti di consumo più costosi dei veicoli ferroviari e a loro è destinata una percentuale significativa del budget a disposizione di un operatore per la manutenzione, poiché sono elementi chiave ai fini della funzionalità o meno di un veicolo. Il settore ferroviario si trova sotto costante pressione per le richieste di riduzione dei costi e di migliori servizi per i passeggeri, e tutto ciò va valutato rispetto alle prestazioni operative e, soprattutto, alla sicurezza. L’aumento dei treni ad alta velocità ha aggiunto l’esigenza di eseguire operazioni di lavorazione con alti livelli di sicurezza e tolleranze strette, il tutto complicato dalla necessità di usare materiali duri e difficili da tornire. Tutti i produttori di ruote inseguono strenuamente la possibilità di ridurre i costi per componente e di aumentare la vita degli utensili, in un momento in cui i materiali usati per realizzare le ruote dei moderni treni ad alta velocità stanno diventando, per l'appunto, più duri e più difficili da tornire. Ruote e assili vengono solitamente prodotti in acciaio legato e non, con resistenza alla trazione che varia da 780 a 1.050N/mm. Quando le ruote sono parzialmente temprate, aumentano i requisiti richiesti all’inserto, che deve essere in grado di lavorare su diverse durezze nella stessa operazione di taglio. Un’altra sfida consiste nello scegliere gli utensili giusti per sostenere la produttività e mantenere intatta la qualità del prodotto. Sandvik Coromant ha sviluppato un’ampia gamma di soluzioni di attrezzamento per soddisfare i diversi requisiti di produzione per tutte le ruote ferroviarie, in modo da offrire un processo economicamente vantaggioso, con una produzione sicura e performance affidabili.n 36 metalworking world Sistema di tornitura ruote nuove – sistema portautensili Il sistema di bloccaggio a leva T-Max P di Sandvik Coromant costituisce la scelta prioritaria per la tornitura di ruote ferroviarie nuove. La leva spinge l’inserto nella sede, posizionandolo saldamente contro due lati per un bloccaggio stabile. Sono otto i sistemi di portautensili standard per T-Max P ottimizzati per la lavorazione delle ruote ferroviarie nuove. Questa soluzione offre un’eccellente rottura dei trucioli combinata con affidabilità e sicurezza del processo e maggiore durata dell’utensile. Qualità per la tornitura di ruote ferroviarie Sandvik Coromant dispone di varie soluzioni per le applicazioni di tornitura delle ruote ferroviarie nuove. In questo tipo di lavorazioni viene usata sempre più frequentemente la qualità GC4325 come qualità d’inserto di nuova generazione. Per la ritornitura delle ruote ferroviarie usurate, Sandvik Coromant offre una gamma di inserti utilizzabili a seconda delle condizioni delle ruote stesse. La GC4325 è la qualità di prima scelta nelle operazioni di ritornitura quando il danno è più grave. Ritornitura La ritornitura delle ruote ferroviarie può essere eseguita sia con torni in fossa che con macchine in superficie ed in condizioni di lavorazione a secco. Nelle operazioni di ritornitura è auspicabile scegliere la massima profondità di taglio possibile in modo da ridurre i tempi di lavorazione. Questo dipende dalle condizioni predominanti della ruota usurata. Il profilo può essere tornito in una sola passata, oppure può essere necessario suddividere la lavorazione in più fasi. L’impiego del sistema T-Max P per un’ampia gamma di utensili, inserti e qualità garantisce affidabilità di processo e una maggiore durata dell’utensile. Assili Sandvik Coromant dispone di un assortimento di soluzioni di attrezzamento conformi allo standard ISO per soddisfare i requisiti necessari per la tornitura degli assili. A seconda del setup macchina del cliente, è possibile impiegare un attacco a stelo o Coromant Capto con inserti di varie dimensioni, in grado di gestire tutte le fasi di tornitura, dalla sgrossatura del materiale forgiato alla finitura. Tornitura ruote ferroviarie nuove – inserti Gli inserti più adatti per la tornitura di ruote ferroviarie nuove sono quelli tondi positivi, come l’RCMT per il sistema T-Max P. Per determinate parti della ruota vengono impiegati anche gli inserti quadrati, negativi con T-Max P. Gli inserti tondi sono resistenti e in grado di gestire le varie profondità di taglio necessarie quando si esegue la tornitura dei profili della ruota nuova. Gli inserti positivi consentono minori forze di taglio e aiutano a prevenire le vibrazioni. Tornitura ruote ferroviarie nuove La maggior parte degli utensili usati per le ruote ferroviarie rappresenta soluzioni uniche ed esclusive, basate su condizioni di lavorazione quali il design della ruota e il tipo di macchina usata. Tutte le operazioni di tornitura per i profili chiave di ciascuna ruota, come il cerchione, il mozzo e il disco, possono venire eseguite con la serie di attacchi C10 di Sandvik Coromant con inserti tondi, quadrati e tangenziali. Questi utensili soddisfano le esigenze di diversi tipi di macchine per la lavorazione ad umido. L’adduzione dal basso del refrigerante per inserti tondi di 32 e 16 mm, offre un flusso costante di refrigerante sulla zona critica di taglio e garantisce una durata considerevolmente maggiore dell’inserto. Il refrigerante ad alta precisione può realmente portare ad aumenti della vita dell’utensile fino all’80%. riepilogo Assili e ruote ferroviarie per locomotive e carrozze devono soddisfare rigorosi standard operativi. Gli utensili per produzione e ritornitura devono essere stabili ed avere una durata accettabile, a seconda del tipo di ruota. Sia che si tratti di produrre una nuova ruota o di ritornire un assile o una ruota usurata, Sandvik Coromant dispone degli utensili giusti, di conoscenze applicative eccellenti e di un’approfondita consapevolezza delle esigenze dei propri clienti. metalworking world 37 nota finale testo: Henrik Emilson foto: Studio Roosegaarde Attenti alla strada! 38 metalworking world Invece di concentrarsi sulle possibili innovazioni tecniche apportate alle automobili per migliorare l’esperienza di guida, il designer olandese Daan Roosegaarde sta pensando di cambiare per sempre l’aspetto delle strade, rendendole più sostenibili, sicure e intuitive. Insieme all’azienda Heijmans Infrastructure, il designer ha sviluppato strade fosforescenti, trattate con una speciale polvere fotoluminescente che rende superflue altre forme di illuminazione. Le strade fosforescenti assorbono la luce solare di giorno e la rilasciano quando fa buio per un massimo di 10 ore. Sulla stessa lunghezza d’onda si colloca l’idea di rendere interattiva l’illuminazione stradale. Invece di restare costantemente accesi, i lampioni potrebbero accendersi solo quando si avvicina un veicolo, in modo da risparmiare energia. Un’altra caratteristica della strada “intelligente” che verrà provata, collaudata e sviluppata su un tratto di asfalto ad Eindhoven, in Olanda, è la segnaletica dinamica. La vernice usata per la segnaletica diverrà visibile a seconda delle variazioni di temperatura, comunicando di fatto con gli automobilisti e fornendo loro indicazioni sullo stato della superficie stradale – in caso di gelate e fondo stradale scivoloso, ad esempio, sulla strada appariranno grandi fiocchi di neve fosforescenti. Dopo alcuni tentativi iniziali e relative modifiche alla fase progettuale, le strade fosforescenti dovrebbero, secondo le intenzioni dei loro ideatori, venire realizzate su larga scala entro i prossimi cinque anni. n metalworking world 39 Print n:o C-5000:583 ITA/01 © AB Sandvik Coromant 2015:1 Tornitura di acciaio non-stop naria Elevato volume truciolo asportato in totale sicurezza! La qualità GC4315 per la tornitura dell’acciaio eccelle nelle applicazioni che generano temperature elevate. Quando gli altri inserti raggiungono i limiti in termini di volume di truciolo asportato, a causa dell’alta velocità e del lungo tempo di taglio, è il momento di passare alla GC4315. Non accontentatevi di quello che diciamo noi... rivoluzio Tecnologia