Col Dna tumorale si può anticipare il cancro al colon
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Col Dna tumorale si può anticipare il cancro al colon
28 IL CAFFÈ 7 settembre 2014 tra parentesi BenEssere Un esame delle feci ancora più efficace della ricerca del sangue occulto. Ma la colonscopia non va in pensione Col Dna tumorale si può anticipare il cancro al colon 3.700 1/3 50-70 Ogni anno si registrano in Svizzera circa 3700 nuovi casi di cancro del colon o del retto Un terzo di questi carcinomi si sviluppano nel retto, cioè negli ultimi 15 cm del colon La patologia insorge nella fascia di età fra i 50 e i 70 anni. In pari misura tra uomini e donne ROBERTA VILLA C ercare il Dna tumorale, invece del sangue, nei campioni di feci, può servire a individuare un maggior numero di tumori del colon. Per una prima scrematura, tra le persone che, stando bene, non vogliono saperne di sottoporsi alla colonscopia solo per essere più tranquille, questo esame delle feci potrebbe essere anche meglio della tradizionale ricerca del sangue occulto. La sua superiorità andrà provata sul campo, ma già la Food and Drug Administration americana ha certificato sicurezza ed efficacia del test, chiamato Cologuard, e le assicurazioni d’oltreoceano stanno valutando l’opportunità di approvarne al più presto il rimborso. Perché diagnosticare il prima possibile il tumore dell’intestino, o meglio ancora, i polipi che col passare del tempo lo possono provocare, conviene. Dal punto di vista delle assicurazioni un’asportazione precoce riduce infatti gli enormi costi delle cure successive, ma i vantaggi di questa forma di prevenzione sono ancora più evidenti se si considerano i costi umani: ogni anno, solo in Svizzera, sono circa 1.600 le vite che si perdono a causa della malattia, molte delle quali potrebbero essere salvate se tutti gli ultracinquantenni si sottoponessero regolarmente ai controlli periodici consigliati dalla Lega contro il cancro. Sebbene a livello federale non esista ancora un programma organizzato per passare al setaccio tutta la popolazione, a quello che gli esperti chiamano “screening”, dopo i 50 uomini e donne ci dovrebbero pensare. E lo dovrebbero fare anche prima se hanno fattori di rischio in più, come altri casi in famiglia o malattie intestinali ereditarie o infiammatorie croniche che possono favorire la comparsa della malattia. Dal primo luglio 2013 le assicurazioni malatti a Il test, chiamato Cologuard, è utile per una prima scrematura delle persone a rischio tumore al retto rimborsano il costo di una colonscopia ogni dieci anni e del test per la ricerca del sangue occulto nelle feci ogni due anni. Né la cosiddetta colonscopia virtuale (in pratica una Tc dell’intestino), né altri accertamenti eseguiti sul campione di feci (come appunto la ricerca del Dna tumorale) godono per ora di queste facilitazioni. Devono infatti ancora dimostrare di poter ottenere gli stessi risultati degli esami rimborsati con un rapporto costo-beneficio altrettanto vantaggioso. Il test del Dna costa molto più della ricerca del san- Questo amore gue occulto e occorre stabilire la frequenza con cui andrebbe ripetuto. Quello messo a segno in questi giorni dal Cologuard con l’approvazione da parte della Fda è però un punto importante. La delibera si basa soprattutto sui risultati della ricerca condotta su quasi 10mila persone, coordinata da Thomas Imperiale dell’Università dell’Indiana e pubblicata a marzo sul New England Journal of Medicine. Il nuovo test che va a caccia del Dna tumorale nelle feci si è dimostrato in grado di riconoscere circa il 20 per cento di tumori in più rispetto a quello tradizionale, che è efficace solo quando c’è un sanguinamento, anche invisibile. L’altra faccia della medaglia è che l’esame più moderno produce un maggior numero di falsi allarmi, e quindi un numero superiore di accertamenti successivi tramite colonscopia. Alla fine da lì non si scappa: gli esami delle feci possono evitare la colonscopia se suggeriscono che questa non occorre, ma quando il sospetto c’è, bisogna andare letteralmente a vedere che cosa provoca la perdita di sangue o rilascia Dna anomalo. E solo la colonscopia, a tutt’oggi, consente di accertare la presenza di un tumore, prelevare campioni da esaminare in laboratorio o asportare definitivamente polipi minacciosi, unendo in un’unica procedura, per quanto fastidiosa, diagnosi e cura. La risposta di Linda Rossi Non sottovalutare i preliminari e il basculamento del bacino nostro A particolari domande, specifiche risposte. Riguardo la sua prima questione le dirò innanzitutto che se lei si attribuisce l’unica responsabilità nel portare una donna a raggiungere il livello massimo della sua eccitazione, non considera il fatto che anche la donna deve fare la sua parte. Non mi stanco mai di ripetere che non è l’uomo che dà l’orgasmo alla donna ma, grazie a una buona erezione e alla sua capacità di farla durare almeno cinque minuti durante la penetrazione, l’uomo permette alla donna di prendersi l’orgasmo, senza dimenticare la fase preliminare che la porta a incrementare il livello di tensione sessuale. Va inoltre considerato il movimento del bacino, indipendente dalla schiena, che provoca sensazioni eccitanti internamente alla vagina. Questo perché sulla mucosa vaginale non ci sono terminazioni nervose e quindi lo sfregamento non procura sensazioni alla donna. Sappiamo però che in una certa zona interna vaginale ci sono dei recettori che rispondono alla La lettera Ho 50 anni e ancora mi chiedo l’importanza del ritmo coitale C inquant’anni e due quesiti da sottoporle. Il primo riguarda il ritmo coitale che durante il rapporto sessuale permette alla donna di raggiungere facilmente il plateau, a prescindere se avvenga o no il suo orgasmo (quest’ultimo essendo influenzato da altre variabili). Però non mi risponda che ognuna ha i suoi ritmi personali. Concretamente qual è il dato statistico che ottiene le miglio- Scrivi a LINDA ROSSI ri preferenze riguardo il ritmo psicoterapeuta e sessuologa coitale che un uomo deve Posta: Linda Rossi – Il Caffè adottare? Via Luini 19 - 6600 Locarno Seconda domanda. Sono felicemente coinvolto in una paE-mail: rafilia (feticismo) sin dalla [email protected] nera età. Sono attratto dalle braccia, ma più in particolare dal dorso delle mani femminili attraversate, ramificate, ricoperte da vene. E più le venature sono spiccatamente evidenti, più aumenta la mia eccitazione. Talvolta tale peculiarità, e la bellezza di certe mani venose, hanno una tale intensità che la paragono al piacere di vedere l’organo sessuale primario. Sono da ricoverare o posso circolare a piede libero? Attendo fiducioso la sue risposte e la ringrazio. ±ç´¤»ëÓÓ®ëéëç껢ª×ß±Øç´¤ pressione, pressione effettivamente dovuta all’oscillamento del bacino. Certo, e qui torno al ruolo della donna, anche quest’ultima deve muoversi con lo stesso movimento, proprio per favorire tali pressioni interne. A mia conoscenza non sono mai state fatte statistiche in merito alla velocità del movimento, ma si sa che ciascuno si muove con rapidità crescente per favorire l’aumento di tale tensione, anche perché, oltre alla velocità del movimento, interviene il livello dell’intensità muscolare che accompagna l’ascesa dell’eccitazione. Riguardo a quella che lei definisce essere una parafilia le vorrei chiedere se è la sua unica fonte eccitatoria oppure se ci sono altri stimoli che la portano a far salire e a mantenere l’eccitazione. Nel primo caso si parla effettivamente di feticismo. Comunque la natura di questa sua predilezione per le mani femminili particolarmente venate non ha niente di patologico. È anche vero, come scrive, che queste specifiche propensioni si fissano fin dall’infanzia e sono legate a un momento fortemente emotivo. Sono importanti e preziose, la rendono unico e non un pazzo. ÙÙF dn ê¥ n dnn ÙË@dñ¥ ´¥´¥@Ë ±ç´¤»ë×çë»«ÜÆ¡¬¡´æÓТÖèÜæÛæê Ó¬ºÛ¼Ó ¡ÐÓ´ÞëÐÜ¢ç ¢¢×Þ´ªæºÛê¶· Û¬¢±Øç´¤ ɔɔ ǵ ɔǓ ʏƤʥʥƤȢŞʀƤ ʹ̭ɔǓ