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HOT TOPICS cover story GRANDI EVENTI Prepararsi ai grandi eventi Roma e Milano guardano già al futuro: il mercato internazionale dei large events apprezza l’immagine delle location italiane, ma per essere davvero competitivi occorre fare un deciso salto di qualità MATTEO ROCCA A un soffio dal tanto atteso calcio di inizio della partita di Expo, è il momento di tornare a parlare di grandi eventi: l’associazione potrebbe apparire scontata, ma se ci mettiamo in prospettiva il discorso può farsi più interessante. Quello che ci interessa approfondire in questa sede è che cosa accadrà dopo il fischio finale dell’Esposizione: dopo essere stata per sei mesi al centro di un evento mondiale e unico nel suo genere, l’Italia saprà catalizzare questa opportunità per continuare ad attrarre grandi manifestazioni – istituzionali e corporate – a loro volta capaci di coinvolgere un pubblico di massa? Senza voler fare un torto a nessun’altra destinazione italiana, è evidente che per storia, infrastrutture, numeri e immagine sono soprattutto due le “teste di serie” che sono chiamate a competere a livello internazionale sul mercato dei large events: Roma e Milano. Le due capitali d’Italia, quella storico-politica e quella economico-finanziaria, protagoniste di un dualismo culturale che talvolta assume i tratti di una rivalità, come accade spesso a certe coppie di attaccanti convocati in nazionale: ed è anche bello giocare e ironizzare sulle differenze, per evitare che si sedimentino in luoghi comuni, basta non dimenticare il fatto che poter schierare due fuoriclasse invece che uno solo è una ricchezza, e non certo un limite. Per ragioni diverse e in modo diverso, Milano e Roma sono da sempre degli straordinari poli di attrazione per i grandi eventi, e se Expo 2015 è certamente una sfida e un vero esame di maturità per la prima, è altrettanto vero che i prossimi mesi saranno decisivi anche per la seconda. L’Esposizione lascerà in dote al capoluogo meneghino una nuova immagine internazionale e un capitale di location e infrastrutture tarate 92 | 02 2015 | MC 092-096 Cover Story_Grandi eventi 2.indd 92 08/04/15 14.05 GRANDI EVENTI apposta per accogliere milioni di turisti e viaggiatori d’affari: una dotazione tecnica che andrà tenuta in moto, riconvertita e alimentata nel tempo per evitare il fatidico effetto “cattedrale nel deserto”. Spesso la colpa non è tanto della cattedrale quanto di una cattiva irrigazione. Dal canto suo, Roma ha ribadito negli scorsi mesi il suo ruolo di sede per gli eventi istituzionali ospitando ben due summit mondiali uno dietro l’altro, quello della FAO (novembre 2014) e quello dei Nobel per la Pace (dicembre 2014), e questi sono sicuramente ritmi da grande hub globale; intanto la città si avvia a dotarsi di un nuovo centro congressi (la famosa “Nuvola”), mentre sta prendendo corpo la sospirata terza linea della metropolitana e si ricomincia a parlare di una candidatura per le Olimpiadi del 2024. Certo, ci sarebbe molto da dire su entrambi i fronti per i ritardi, le polemiche, i costi lievitati e gli intoppi che hanno caratterizzato i vari cantieri: ma al di là delle inefficienze, su cui è giusto essere obiettivi, ci sono anche dei motivi di ottimismo. VOGLIA DI ITALIA La Dmc internazionale Pacific World ha recentemente pubblicato il suo Annual Destination Index Special Report sulle destinazioni più popolari per eventi e congressi, e… sorpresa: l’Italia è la meta Mice più amata in ambito Emea, davanti agli Emirati Arabi e alla Francia. Tra i plus, il report evidenzia un processo di “aggressive investment in new hotels in Rome (7%) and Milan (5%) in the last HOT TOPICS cover story VISTE DA FUORI Recentemente sia Milano sia Roma sono state protagoniste della serie di video curata dal NY Times, “36 Hours”: un breve compendio su cosa fare e dove andare per avere un’esperienza genuina dello spirito di una città, avendo a disposizione solo una giornata e mezza per esplorarla – come accade a un congressista o a un viaggiatore d’affari. Segno di una persistente attenzione del pubblico americano (e non solo) verso l’Italia come meta turistica nell’anno di Expo, questi video (facilmente rintracciabili online) sono un’utile cartina al tornasole per capire quali sono gli aspetti che attirano maggiormente l’attenzione del target internazionale, e risultano molto istruttivi anche per chi conosce a menadito entrambe le destinazioni. two years”, insieme al matrimonio tra Alitalia e Etihad che sembra aver reso più appetibile il Belpaese ai turisti provenienti dal ricco vicino Oriente. C’è un’evidente domanda in crescita che punta a essere soddisfatta prima che possa reindirizzarsi altrove, e una buona capacità attrattiva nei confronti di mercati in espansione (che hanno una gran voglia di investire). Notizia recentissima, ad esempio, è che il fondo sovrano del Qatar ha deciso di diventare proprietario unico del quartiere di Porta Nuova, quello con la torre UniCredit e il Bosco Verticale, che ha ridisegnato lo skyline milanese. Segno che l’Italia è reputata un buon investimento, e da qui a pensare a Milano o Roma come sedi ideali per un evento istituzionale o un grande congresso, il passo è breve. Non ci resta quindi che andare a vedere cosa è stato fatto e cosa resta ancora da fare per competere sul mercato. LA GRANDE SFIDA DELL’OSPITALITÀ Secondo Marco Jannarelli, presidente del Gruppo Next, l’aspetto su cui occorrerebbe anzitutto investire e progettare in modo nuovo e avveduto è quello legato alle infrastrutture, sia come spazi sia come ricettività alberghiera: «Direi che il ritardo del nostro Paese è anzitutto legato alle infrastrutture, sia come spazi sia come ricettività alberghiera. A Parigi, per fare un esempio, il Palais des congrès ha sopra di sé un grande hotel da mille camere, l’Hyatt Regency Paris cover story hot topics MARCO JANNARELLI presidente del Gruppo Next «In Italia abbiamo un problema infrastrutturale: a Roma e a Milano gli hotel da mille camere non esistono; sono destinazioni che possono attrarre moltissimo, ma a livello internazionale restano per il momento un gradino al di sotto degli standard» MC | 02 2015 | 93 092-096 Cover Story_Grandi eventi 2.indd 93 08/04/15 14.05 HOT TOPICS cover story GRANDI EVENTI LA NUVOLA DEI DESIDERI La prima pietra è stata posata nel 2007, l’ultima era attesa entro l’anno ma più probabilmente se ne riparlerà nel 2016: il Nuovo Centro Congressi di Roma una volta completato si estenderà su una superficie di 58.000 mq e potrà accogliere fino a 7900 ospiti in seduta plenaria, con ulteriori spazi suddivisi tra l’auditorium all’interno della “Nuvola”, le grandi sale congressuali e le meeting room minori. Finora, purtroppo, l’opera firmata da Massimiliano Fuksas ha fatto parlare di sé prevalentemente per le polemiche legate alla sostenibilità dei costi di realizzazione e ai conseguenti ritardi nel progetto, ma per gli addetti ai lavori rappresenterà ugualmente, una volta completata, un gioiello strutturale in grado di elevare la competitività della capitale per i grandi eventi (e hot topics secondo recenti notizie sarà completato a breve grazie a un consistente intervento finanziario dell’Inail, l’Istituto nazionale contro gli infortuni sul lavoro). Anche l’hotel annesso, la “Lama”, offre numeri importanti – 439 camere, centro benessere, spa, area fitness, ristorante, bar, 4 sale meeting per 400 posti, parcheggio interrato e superficie complessiva di circa 29.000 metri quadrati – ma è ancora in cerca di un acquirente. Etoile, e di fronte un secondo hotel con altre mille camere, Le Méridien: in questo modo in un’unica piazza, a Porte Maillot, è possibile ospitare con assoluta facilità un evento di proporzioni considerevoli. Diversamente da Parigi, a Roma e a Milano hotel da mille camere non esistono. La prima ha un fascino storico e artistico intramontabile, la seconda è la città della moda, del design, degli affari: sono destinazioni molto desiderabili, che attraggono moltissimo ma potrebbero fare ben di più, se i loro standard fossero almeno pari a quelli delle capitali europee». Un esempio di cosa voglia dire affrontare la sfida di un grande evento è offerto dalla grande convention Vodafone del 2013, di cui Next Group aveva curato l’organizzazione: «In quell’occasione Vodafone ha riunito per la prima volta in un unico evento le divisioni Consumer, Business e Residential: 3.500 partecipanti per tre giorni. Per ospitare i lavori abbiamo scelto l’Auditorium Parco della Musica, una location egregia, benché progettata per grandi concerti e non per convention e congressi, con la Sala Santa Cecilia in grado di accogliere da sola quasi 2800 persone. Molto diverso invece il discorso dei pernottamenti, che abbiamo dovuto distribuire su ben 36 alberghi diversi». La differenza con Parigi e i suoi giga-alberghi da mille camere salta subito all’occhio. Certo, non bisogna dimenticare che la capitale francese ha una popolazione e una struttura urbana ben diversa da quella italiana, perché se i due comuni hanno all’incirca lo stesso numero di abitanti (e anzi, Parigi ha ufficialmente mezzo milione di residenti in meno rispetto a Roma, 2,7 contro 2,2 milioni) è pur vero che l’area metropolitana parigina nel suo complesso ne conta oltre undici milioni. Tuttavia 36 hotel sono davvero troppi, il circuito alberghiero romano in occasione di un grande evento si sovraccarica come se venisse sottoposto a una tensione eccessiva, e forse sarebbe davvero opportuno migliorarne la capacità. «Per la cena-evento finale abbiamo riservato in esclusiva lo Stadio Olimpico e poi lo Stadio dei Marmi per un grande evento musicale», prosegue Jannarelli, «dove si sono aggiunti anche i 5.000 clienti Vodafone che, attraverso un concorso, avevano vinto i biglietti per il concerto: è andato tutto benissimo, anche perché a fine settembre il tempo a Roma è eccellente, ma in caso di pioggia non avremmo avuto molte alternative logistiche». Il discorso sarà forse diverso quando verrà finalmente inaugurata la famosa “Nuvola” dell’Eur, ma per il momento sembra che toccherà aspettare almeno un altro anno. EXPO AL FOTOFINISH A proposito di cantieri, passiamo a Milano: una manciata di giorni ci separa dal kick off di Expo, che cade ad appena due settimane di distanza dal Salone del Mobile e dal Fuorisalone 2015. La città sarà di fatto il palcoscenico di un flusso continuo di eventi che la accompagneranno fino ad autunno inoltrato, anche se ora come ora a dominare è un sentimento di perplessità e incertezza rispetto allo stato di avanzamento dei cantieri. Questo non deve però far dimenticare un altro elemento critico, su cui il presidente di Next Group si sofferma: «Finora Expo è stata soprattutto un’occasione persa. Mi stupisce per esempio il fatto che già negli ultimi anni non si sia organizzato nessun 94 | 02 2015 | MC 092-096 Cover Story_Grandi eventi 2.indd 94 08/04/15 14.05 HOT TOPICS cover story GRANDI EVENTI cover story GAIA BURBA Ceo e fondatrice dell’agenzia romana Live Communication «Quando uno spettacolo come quello del Cirque du Soleil viene in Italia, va sempre in scena in edizione ridotta, non integrale: questo perché mancano le strutture adeguate per portare sul palco alcuni essenziali macchinari di scena. Rispetto all’estero, talvolta siamo ancora al di sotto di certi standard» evento preliminare sui grandi temi dell’Esposizione, le risorse alimentari ed energetiche in primis. Non parlo di eventi di marketing, ma di eventi di contenuto che potessero coinvolgere il grande pubblico, e non solo quello di nicchia degli specialisti. La maggior parte delle iniziative di comunicazione legate a Expo sta nascendo adesso, alcuni paesi hanno chiuso la gara per la comunicazione e gli eventi del proprio padiglione solo poche settimane fa e questo ovviamente rappresenta un freno anche per molte aziende. Come Next Group stiamo lavorando a progetti di comunicazione per alcune importanti imprese che esporranno all’interno dei rispettivi padiglioni nazionali, ma a parte alcune eccezioni, gran parte delle iniziative sta partendo solo ora, il ritardo è generale e credo che assisteremo a un’implementazione in corso d’opera, man mano che l’Esposizione prenderà vita», conclude Jannarelli. Su Expo torneremo più avanti in questo numero di Meeting e Congressi per un ripasso generale e un aggiornamento sulle iniziative e le opportunità per il Mice, sia all’interno del sito dell’Esposizione sia all’esterno, in tutta l’area urbana di Milano dove si svolgerà il cosiddetto “Expo in Città”, che rappresenta un importante collaudo e un test di maturità per le infrastrutture del capoluogo lombardo dedicate agli eventi. VACANZE ROMANE Torniamo a Roma. La notizia della candidatura della capitale alle Olimpiadi 2024 è stata ripresa con sarcasmo e scetticismo dalla stampa britannica (segnatamente dal Guardian e dal Telegraph) e naturalmente sono scattate anche a livello nazionale le doverose valutazioni costi/ benefici. Senza volere né poter prendere un partito in questa sede – le candidature olimpiche sono un affair economicamente e politicamente complesso –, quello che qui ci interessa è la “fattibilità” di questa candidatura. I principali competitor a oggi si chiamano Parigi, Berlino, Doha, Boston: candidare Roma significa volerla mantenere agganciata al treno delle moderne capitali mondiali, con tutto ciò che questo comporta. Parlando più specificamente di grandi eventi, Gaia Burba, Ceo e fondatrice dell’agenzia romana Live Communication ribadisce che la città dovrebbe anzitutto colmare il suo gap di ricettività per quanto riguarda le camere di hotel: «Uno studio recente evidenzia come Roma non sia sufficientemente coperta dal punto di vista della ricettività alberghiera: nonostante la straordinaria vocazione turistica e il grande numero di visitatori, la domanda di camere e di spazi rimane superiore all’offerta effettiva, e questo rende piuttosto difficile gestire e alloggiare i grandi numeri. Quindi molto si potrebbe e si dovrebbe fare da questo punto di vista. Roma è una grandiosa location a cielo aperto, e per chi proviene dall’estero è con ogni probabilità “la” destinazione in cui organizzare un evento in Italia: a questo proposito sarebbe utile un maggiore raccordo e una sinergia tra le diverse location cittadine, piuttosto che un atteggiamento di competizione reciproca che rischia di non giovare a nessuno. Penso ad esempio a un evento che possa essere co-gestito da spazi pubblici e privati, che insieme potrebbero rappresentare una grande risorsa per gli eventi in città». Un altro fronte su cui lavorare secondo Burba è quello delle location per i grandi allestimenti scenografici: «Quando uno spettacolo come quello del Cirque du Soleil viene in Italia, va sempre in scena in edizione ridotta, non integrale: questo perché mancano gli spazi adeguati per ospitare un allestimento di tale portata.Rispetto all’estero, talvolta siamo ancora al di sotto di certi standard. Durante Expo lo spettacolo del Cirque sarà in cartellone per oltre due mesi all’Open Air Theatre, che però è stato appositamente realizzato ex novo». Il nodo delle infrastrutture si conferma quindi cruciale. «A Milano c’è molta perplessità per il ritardo dei cantieri dell’Expo, a Roma forse questa è senz’altro una condizione più frequente, siamo più abituati a convivere con dei ritardi e dei recuperi all’ultimo minuto», spiega la fondatrice di Live Communication. «Per quanto riguarda la “Nuvola”, una volta realizzata sarà senz’altro una grande opportunità, e tutti gli addetti ai lavori aspettano con trepidazione che venga terminata in quanto potenzialmente rappresenterebbe finalmente una location moderna all’interno del perimetro cittadino che è deficitario di un centro congressi capace di ospitare grandi numeri». Forse, prima di pensare alle Olimpiadi come soluzione per sbloccare nuovi investimenti, bisognerebbe pensare a completare ciò che è già in corso d’opera. 96 | 02 2015 | MC 092-096 Cover Story_Grandi eventi 2.indd 96 08/04/15 14.05