Comune di Anzola dell`Emilia

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Comune di Anzola dell`Emilia
COMUNE DI ANZOLA
Venerdì, 23 settembre 2016
COMUNE DI ANZOLA
Venerdì, 23 settembre 2016
Cronaca
23/09/2016 Il Resto del Carlino Pagina 29
SIMONE ARMINIO
Omaggio ai capolavori della tavola Il Fico Bike Tour arriva in Emilia
23/09/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 28
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Forze dell' ordine e cittadini uniti nel progetto Controllo di vicinato
23/09/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 28
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Oggi entra nel vivo la tradizionale Fiera d' autunno
Politica locale
22/09/2016 Bologna2000
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Semplificazione amministrativa, al via un un progetto pilota di gestione...
Sport
23/09/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 10
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Ferrari & Marchetti Sorpresa Molinella Persiceto e Giardini volano...
Pubblica Amministrazione
23/09/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 5
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Incognita da 1 miliardo su province e città
23/09/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 5
GIANNI TROVATI
Renzi: rispettiamo le regole ma su sisma e migranti fuori dal patto c'...
23/09/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 5
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Stretta finale sull' aggiornamento del Def Spending, da acquisti Pa...
23/09/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 6
MASSIMO FRONTERA
Casa Italia, parte la cabina di regia
23/09/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 46
GIANNI TROVATI
In Sicilia senza bilancio due
23/09/2016 Italia Oggi Pagina 29
VALERIO STROPPA
Zone franche dell' Emilia, benefit ampi
23/09/2016 Italia Oggi Pagina 37
23/09/2016 Italia Oggi Pagina 37
LUCA PACE
Fondo vincolato in cerca di soldi
ANGELO COSTA
Espropri, valutazioni comparate
23/09/2016 Italia Oggi Pagina 38
LUIGI OLIVERI
Diritti di rogito, cortocircuito
23/09/2016 Italia Oggi Pagina 38
SERGIO TROVATO
Non profit, l' esenzione parziale Imu non costituisce un aiuto di stato
23/09/2016 Italia Oggi Pagina 39
MATTEO BARBERO
Comuni, mobilità pigliatutto
23/09/2016 Italia Oggi Pagina 39
LUCIANO VANDELLI
Un tagliando per la legge Delrio
23/09/2016 Italia Oggi Pagina 41
23/09/2016 Italia Oggi Pagina 41
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Emilia­Romagna, stanziati 5,4 mln per le foreste
Sviluppo rurale, bandi attivi in Friuli e in Sicilia
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Minoranza, diritti tutelati
23/09/2016 Italia Oggi Pagina 43
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Procedura di gara, sì ad annullamento tardivo
Enti a caccia del bonus cultura
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Contratti socio­sanitari, tracciabili anche i privati
23/09/2016 Italia Oggi Pagina 43
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Spesa di personale, meglio la contabilità economica
23/09/2016 Italia Oggi Pagina 40
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Entra in vigore oggi il T.u. sulle partecipate
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Bressa: in arrivo la legge su unioni e fusioni
23/09/2016 Italia Oggi Pagina 37
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PAGINA A CURA DI MASSIMILIANO FINALI
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Il Resto del Carlino
Cronaca
Omaggio ai capolavori della tavola Il Fico Bike Tour
arriva in Emilia
Toccherà le aziende che produrranno nel parco agroalimentare
Simone Arminio BOLOGNA CON negli occhi e
nei polpacci ancora le statali tortuose della
Riviera ligure Simone Greco ieri mattina ha
puntato verso Sanremo e ha preso un treno
per Bologna. La bici è sempre al suo fianco:
una Bianchi C Sport 3, che stamattina
inforcherà di nuovo per raggiungere la
Bedeschi Salumi, del Consorzio Mortadella Igp
di Bologna.
Lui è uno studente di Tecnologie alimentari, 23
anni, bolognese di Casalecchio. Il suo viaggio
è un percorso di mille chilometri iniziato il 13
settembre dalla Lavazza di Torino per
concludersi il 26 ottobre a Cinisi (Palermo), il
paese di Peppino Impastato e dei dolci
Palazzolo. L' obiettivo è 'toccare con mano' i
38 produttori di Fico Eataly World, il parco
agroalimentare in costruzione al Caab di
Bologna. Di queste 38 tappe, Simone ne ha
fatte già sette. Le prossime 18 saranno in
Emilia­Romagna Perché proprio lui? «Si è
presentato nei nostri uffici ­ spiega Tiziana
Primori, ad di Fico Eataly World ­ e ci ha detto:
'sono uno studente di agraria, amo il cibo, la
biodiversità e la bicicletta'».
È STATA la parola bici, a quanto pare, a fare accendere una lampadina nella testa di Primori e Andrea
Segrè, docente di agraria, presidente del Caab e ideatore di Fico. Nel parco, infatti, i visitatori potranno
girare in bici lungo le aree che riproducono le filiere, dal campo o l' allevamento, fino al prodotto finito.
Simone Greco è partito. Accolto in ogni azienda, per grande o piccola che sia, dall' ad o dal fondatore,
in sella alla sua bici ha ascoltato, guardato, capito, odorato e assaggiato. Oggi, dopo la mortadella
andrà alla Roboqbo, sempre a Bentivoglio, a conoscere le macchine per la trasformazione alimentare.
Contesto diversissimo domani: sarà ospite a Bologna a casa di una sfoglina della startup SfogliAmo.
Lezione di pasta, poi pranzo leggero, ci si prova, e visita pomeridiana alla Pizzoli di Budrio con le sue
patate dop. Il giorno dopo da Carpigiani, la multinazionale delle macchine per il gelato, ad Anzola
Emilia.
MARTEDÌ Simone si prepari, ci sarà da pedalare in salita, verso l' Appennino, a conoscere la carne di
Zivieri (Monzuno), il pane del Forno Calzolari (Monghidoro) e il miele di Conapi (Monterenzio).
E così via, con la Eurovo (Castel San Pietro) e i vini Cevico (Castel Bolognese), il riso Grandi di
Pontelangorino (Ferrara), poi un lungo giro nel parmense e ancora nel bolognese, prima di puntare
dritto alla Toscana. Primori ne è entusiasta: «Siamo andati a visitarle di persona, queste aziende, per
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Il Resto del Carlino
Cronaca
spiegare a chi verrà a trovarci che a Fico avranno spazio solo storie di passione e amore per il cibo
mediterraneo, il nostro tesoro inestimabile».
SIMONE ARMINIO
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Cronaca
PERSICETO UNA 'RETE' DI RESIDENTI DI TRE FRAZIONI SEGNALERÀ OGNI PROBLEMA
RELATIVO ALLA SICUREZZA
Forze dell' ordine e cittadini uniti nel progetto
Controllo di vicinato
­ S A N GIOVANNI I N PERSICETO ­ H A
PRESO il via a Persiceto, nella frazione de Le
Budrie e nelle località Borgata Città e La Villa,
il progetto Controllo di vicinato promosso dalla
polizia municipale dell' Unione Terre d' Acqua
e condiviso e sostenuto dal Comune. Il
progetto ha l' obbiettivo di aumentare la
sicurezza urbana e prevede il coinvolgimento
attivo dei cittadini in collaborazione con vigili,
carabinieri e polizia. La partenza dell' iniziativa
segue due incontri, che si sono tenuti nei mesi
estivi e a cui hanno partecipato numerosi
cittadini oltre agli agenti di polizia municipale e
agli amministratori comunali. «Questo progetto
­ spiegano il sindaco Lorenzo Pellegatti e l'
assessore a Lavori pubblici e sicurezza
Alessandra Aiello ­ è stato molto apprezzato.
Aumentare la sicurezza del territorio è uno dei
nostri obbiettivi principali e riteniamo che il
controllo di vicinato possa essere un valido
strumento di prevenzione dei reati, utile anche
per facilitare i rapporti di conoscenza tra
vicini». Il progetto prevede la sorveglianza di
un' area specifica del territorio attraverso un
gruppo di residenti. Che, in diretto contatto tra loro e con la polizia municipale, segnala anomalie o
possibili situazioni di pericolo.
Pier Luigi Trombetta.
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Cronaca
PERSICETO
Oggi entra nel vivo la tradizionale Fiera d' autunno
­ SAN GIOVANNI I N PERSICETO ­ ENTRA
nel vivo, a San Giovanni in Persiceto, la
tradizionale Fiera d' autunno. Ieri il taglio del
nastro, l' apertura degli stand e una sfilata di
moda «Il programma della trentaseiesima
edizione della Fiera d' Autunno ­ spiega il
sindaco Lorenzo Pellegatti ­ sarà ricco di
iniziative: da quelle più tradizionali e
consolidate nel tempo agli appuntamenti
inediti. Nel centro storico si alterneranno
concerti, balli, mercati e tanto altro. Un'
attenzione particolare sarà poi dedicata al
mondo dell' associazionismo locale con la
manifestazione SportivaMente: sport, scuola,
paese con tante attività tutte da scoprire e
sperimentare». Oggi, domani e domenica nel
centro storico si terrà il mercatino dell'
artigianato artistico. In piazza del Popolo alla
sera si alterneranno diversi spettacoli musicali.
Stasera alle 21 appuntamento con
'QueenMania', spettacolo tributo ai Queen.
Domani alle 21.30 la 'Disco Fiera 2016',
preceduto alle 18, nel teatro comunale, dal
concorso di foto e video 'Trofeo Città di San
Giovanni in Persiceto'.
p.l.t.
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22 settembre 2016
Bologna2000
Politica locale
Semplificazione amministrativa, al via un un progetto
pilota di gestione del personale tra Città
metropolitana e Unioni di Comuni
Semplificazione amministrativa, al via un un
progetto pilota di gestione del personale tra
Città metropolitana e Unioni di Comuni 22 Set
2016 ­ Condividi con WhatsApp Creare un
ufficio metropolitano unico per la gestione
amministrativa del personale. Per arrivare a
questo obiettivo la Città metropolitana ha
approvato, con atto del sindaco, un primo
"tassello": una convenzione di collaborazione
con l' Unione Terred' acqua (che associa
cinque Comuni della pianura a nord di
Bologna: Anzola, Calderara, Crevalcore, Sala,
S. Giovanni in Persiceto e S. Agata). L'
obiettivo è quello di avviare un percorso di
carattere sperimentale insieme all' Unione per
la gestione giuridica uniforme del rapporto di
lavoro del personale dipendente, ottimizzando
l' efficienza dei rispettivi uffici e servizi,
secondo criteri di trasparenza, semplificazione
e valorizzazione delle professionalità di
dirigenti e dipendenti. La collaborazione
avverrà su atti, procedimenti e provvedimenti
specifici, preservando le singole responsabilità
ed autonomie gestionali, in un' ottica di
razionalizzazione delle risorse e condivisione
degli strumenti gestionali. Dipendenti del
Settore Programmazione e gestione risorse
della Città metropolitana dialogheranno dai
propri uffici, tramite una piattaforma informatica, con i colleghi dell' Unione per essere aggiornati sull'
attività di gestione del personale e in particolare sull' attività giuridica. "Questo accordo ­ sottolinea il
consigliere con delega al Personale Marco Monesi ­ rappresenta il primo tassello per giungere a quel
traguardo a cui noi guardiamo che è la costituzione dell' Ufficio metropolitano per la gestione del
personale, che a sua volta si inquadra nel progetto più ampio di servizi metropolitani che vogliamo
costruire insieme alle Unioni e ai Comuni per migliorare l' efficienza degli enti locali e dare un senso
organizzativo a quella che definiamo una città federata".
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23 settembre 2016
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Sport
Ferrari & Marchetti Sorpresa Molinella Persiceto e
Giardini volano ai quarti
Bologna CALA il sipario sul secondo turno di Coppa
Ferrari e Marchetti, a sette giorni dall' inizio dei
campionati e con alcuni risultati, almeno sulla carta,
sorprendenti. In Coppa Ferrari, il torneo riservato ai club
di C Gold e Silver, fa rumore la vittoria di Molinella ai
danni della Pontevecchio (70­64): la squadra di coach
Matteo Baiocchi, neopromossa in Silver, fa il bis contro
un club di Gold dopo aver sbaragliato la scorsa
settimana il parquet del Bologna Basket 2016. Sarà
derby ai quarti di finale tra New Flying Balls e Salus: gli
ozzanesi di coach Federico Grandi hanno costretto alla
resa la Bsl San Lazzaro 50­67, mentre gli uomini di
c o a c h Gabriele 'Julius' Giuliani hanno staccano il
biglietto grazie alla doppia doppia del neoacquisto
Francesco Amoni (25 punti, 14 rimbalzi), mattatore nel
72­86 sul campo di Granarolo.
In Coppa Marchetti, torneo riservato alla serie D,
passano ai quarti di finale Vis Persiceto, 79­73 contro
Altedo (i persicetani mettono a referto gli stessi punti
della sfida vinta contro la Pallavicini), Francesco
Francia, 63­67 contro il Voltone (stessi punti realizzati contro la Pgs Welcome), e Giardini Margherita,
66­58 nel derby contro l' Atletico Borgo. Ieri sera alle 21,30 il posticipo Party & Sport Ozzano­Grifo
Imola.
g. g.
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23 settembre 2016
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Enti di area vasta. I tagli aggiuntivi già in calendario per il 2017 potrebbero servire per i bilanci in
sofferenza
Incognita da 1 miliardo su province e città
Nel vorticoso giro dei numeri che circonda il
cantiere della manovra è finora rimasta in
ombra una cifra che rischia di creare più di un
problema: si tratta dei 900 milioni di tagli
aggiuntivi già messi in calendario per i conti
2017 delle Città metropolitane e delle
Province, che però già oggi hanno bilanci sul
filo del rasoio.
La questione, prodotta dalla progressione dei
tagli da 900 milioni all'anno (più altri 100 nei
territori a Statuto speciale) stabilita dalla
manovra 2015, è rispuntata ieri in
commissione bicamerale sul federalismo
fiscale, dove il sottosegretario agli Affari
regionali Gianclaudio Bressa ha detto che «nel
2017 sarà indispensabile mettere a regime» la
situazione degli enti di area vasta «lavorando
sugli strumenti finanziari necessari per
garantire i servizi a cui sono deputate».
L'obiettivo è chiaro, ma la sua traduzione in
numeri non è semplice, tanto più in un quadro
d i finanza pubblica stretto fra la crescita più
lenta del previsto e l' obiettivo di riduzione del
deficit. Le cifre di partenza sono quelle fornite
dal governo nella conferenza Stato­Città di
giugno: già quest' anno alle Province mancano
123 milioni di euro per finanziare tutte le spese «incomprimibili» (in pratica stipendi e mutui) mentre le
Città metropolitane sono state puntellate azzerando i tagli aggiuntivi.
Per il 2016 il problema è stato tamponato, come ricostruito dallo stesso Bressa in commissione, «grazie
all'erogazione di fondi aggiuntivi per la gestione dei 130mila chilometri di strade provinciali e degli oltre
5mila istituti di scuola superiore». In tutto, per azzerare i tagli aggiuntivi 2016 alle Città metropolitane e
attenuare quelli delle Province sono stati messi sul piatto oltre 500 milioni, ma quest' anno si replica da
una base ancora più bassa: e, numeri ufficiali alla mano, senza (costosi) interventi aggiuntivi chiudere i
bilanci rischia di diventare impossibile.
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23 settembre 2016
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
FOCUS. IN ARRIVO ECOBONUS IN CHIAVE ANTISISMICA
Renzi: rispettiamo le regole ma su sisma e migranti
fuori dal patto c' è consenso
ROMA Nel pacchetto fiscale della prossima legge di
Bilancio potrebbe rientrare anche l' Iri, l' imposta sul
reddito individuale delle piccole imprese prevista dalla
delega fiscale ma finora mai introdotta davvero.
A citarla ieri è stato il premier Matteo Renzi, parlando
della manovra economica a Otto e Mezzo su La7. Il
taglio Irpef torna in calendario «per il 2018», in linea con
le indicazioni offerte nelle settimane scorse dal ministro
dell' Economia Pier Carlo Padoan, ma il premier
conferma l' obiettivo dichiarato del Governo sui tagli
fiscali. L' anno prossimo, elenca Renzi, «vanno giù l'
Ires, l' Iri sulle piccole imprese (l' aliquota sarà la stessa
dell' Ires, ndr), confermiamo gli 80 euro e l' impegno che
non si paga più la tassa sulla casa». Tra le opzioni allo
studio, poi, restano in prima fila i nuovi ecobonus, di cui
si studia una proroga più lunga rispetto alla solita replica
annuale e una spinta ulteriore in chiave antisismica, e la
conferma "rafforzata" del superammortamento, al centro
anche del piano Industria 4.0 (si vedano i servizi a
pagina 8 e 9).
«Vediamo se riusciamo a dare un aiuto a chi investe,
magari nel suo albergo o azienda con uno sconto fiscale
a chi crea occupazione, non si mette in tasca i soldi ma li mette in azienda».
Gli spazi d' azione dipendono dall' incrocio fra la disciplina europea di bilancio e la crescita italiana. Sul
primo punto, Renzi si dice fiducioso sul «consenso nell' Unione europea» sul fatto che «tutto ciò che
servirà per immigrazione e scuole è prioritario, quindi sarà fuori dal patto di stabilità». Sul piano più
generale, il presidente del Consiglio chiarisce che «noi rispetteremo le regole ma le regole ci dicono
che in presenza di eventi eccezionali si può utilizzare un margine diverso».
L' altro versante è rappresentato dalla crescita italiana, che sarà fotografata con colori meno vivaci del
previsto nella nota di aggiornamento al Def in arrivo all' inizio della prossima settimana: «Il Pil dell' anno
prossimo ­ sostiene Renzi ­ andrà meglio del 2016, che è andato meglio del 2015, che era andato
meglio del 2014»: una formula, quella utilizzata da Renzi, per ribadire la "progressione" del Pil, che
sembra confermare l' ipotesi di una crescita allo 0,9% nella nota di aggiornamento (un decimale in più
rispetto al 2015), mentre la previsione del 2017 potrebbe attestarsi all' 1,1­1,2 per cento.
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GIANNI TROVATI
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23 settembre 2016
Pagina 5
Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Cantiere manovra. Ultime limature alla Nota di revisione del quadro macro­economico, lunedì o
martedì il varo
Stretta finale sull' aggiornamento del Def Spending,
da acquisti Pa 1,6­1,8 miliardi
MARCO ROGARI ­ Roma Circa 1­1,2 miliardi
nel 2017.
Che diventano di fatto 1,6­1,8 miliardi grazie
all' extra­dote di 600 milioni del 2016. Sarà
questo il contributo del capitolo "acquisti Pa"
alla "fase tre" della spending review che
confluirà nella prossima legge di bilancio. A
meno di sorprese dell' ultima ora, il cosiddetto
modello Consip garantirà per il prossimo anno
risparmi diretti per oltre un miliardo (il grosso
arriverà dalla razionalizzazione degli acquisti
"sanitari") che andranno ad aggiungersi agli
ulteriori 600 milioni recuperati nel corso di
quest' anno dalla società del Mef rispetto all'
obiettivo di un miliardo di euro collegato alle
misure inserite nell' ultima legge di Stabilità.
Un' extra­dote che era stata considerata molto
probabile già nei mesi scorsi dall' ad di
Consip, Luigi Marroni. Quasi 2 miliardi,
dunque, che dovrebbero rappresentare circa
la metà delle nuova spending review da 3,5­5
miliardi che rappresenta uno dei punti fermi
della prossima manovra. La legge di bilancio
nascerà sulla base della revisione del quadro
macroeconomico attesa con la Nota di
aggiornamento del Def (NaDef) che sarà
varata tra lunedì e (più probabilmente) martedì della prossima settimana (26­27 settembre).
Il documento è sostanzialmente pronto: circa 80 cartelle con il nuovo quadro programmatico e
tendenziale propedeutico alla legge di bilancio da varare entro il 20 ottobre. Ancora da affinare è
soprattutto la stima dell' indebitamento della Pa per il 2017 dalla quale dipende l' ulteriore deficit da
utilizzare per la manovra, anche alla luce della revisione al ribasso della crescita che dall' 1,2% previsto
dal Def della scorsa primavera è destinata a scendere a quota 0,8­0,9 per cento.
Anche il Pil 2017 dovrebbe essere rivisto al ribasso dall' 1,4% a una stima compresa tra l' 1% e l' 1,2
per cento. Quanto al deficit, il 2016 dovrebbe chiudere a quota 2,4% mentre la previsione per il 2017
dovrebbe oscillare tra il 2,3­2,4 per cento. Con una forbice non troppo larga tra "programmatico" e
"tendenziale" che dovrebbe comunque assicurare un nuovo spazio di almeno 6­8 miliardi, anche perché
saranno scorporate le spese per l' emergenza migranti e post­terremoto nelle aree colpite dal sisma di
agosto che il Governo considera svincolabili dal Patto di stabilità europeo. La Nadef potrebbe contenere
entrambi gli scenari (con e senza "scoroporo" dal deficit delle voci su migranti e terremoto).
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23 settembre 2016
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica Amministrazione
In tutto gli spazi complessivi di flessibilità che l' esecutivo conterebbe di utilizzare, tra quelli già
concordati in primavera e i nuovi margini su cui è in atto il confronto con la Ue, dovrebbero essere
compresi tra 12 e 15 miliardi, metà dei quali verrebbe utilizzato per disinnescare delle clausole di
salvaguardia fiscali da oltre 15 miliardi (le altre risorse necessarie arriverebbero da spending e
recupero evasione).
Ed è proprio su questo punto che si sta cercando un compromesso. Ieri il presidente della
Commissione europea, Jean Claude Juncker, ha ricordato che il Governo italiano ha già ottenuto 19
miliardi di flessibilità.
Allo spazio di deficit utilizzabile si sommeranno le risorse che il Governo recupererà autonomamente (8­
9 miliardi), almeno metà dell quali arriverebbero dalla "spending". Ma anche il fronte dei tagli resta
caldo. Il ministro Roberta Pinotti, ha fatto sapere che non c' è più spazio per ulteriori tagli alla Difesa. E
anche il ministro Beatrice Lorenzin ha difeso l' aumento di 2 miliardi del Fondo sanitario nazionale
previsto dal Def della scorsa primavera.
Dalla definizione della Nadef dipende anche l' entità della dote per il pacchetto pensioni imperniato
sull'Ape. Il Governo incontrerà i sindacati per il round decisivo il 27 settembre. Nelle ultime ore è
spuntata l' ipotesi di chiudere il tavolo con un verbale d' incontro che consenta di registrare le singole
posizioni sui diversi capitoli senza ricorrere a un vero e proprio protocollo d' intesa.
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23 settembre 2016
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Casa Italia, parte la cabina di regia
Il premier spinge per portare fuori­deficit non solo la ricostruzione ma anche la
prevenzione
ROMA Decolla la cabina di regia di Casa Italia
e arriva anche la delimitazione del cratere dei
comuni colpiti dal sisma del 24 agosto.
I tecnici della Protezione civile hanno lavorato
fino alla tarda serata di ieri per chiudere la
delibera del dipartimento della Protezione
Civile che vedrà un passaggio nel Consiglio
dei ministri che, salvo slittamenti dell' ultim'
ora, sarà convocato oggi pomeriggio e che
sarà il punto fermo per individuare danni, costi
e indennizzi.
Casa Italia. La prima pietra della struttura
destinata a diventare il dipartimento della
Prevenzione è il Dpcm che è ormai pronto e
che, salvo imprevisti, potrebbe essere
perfezionato oggi. A capo della struttura si
conferma Giovanni Azzone, il rettore del
Politecnico di Milano che il premier ha scelto
per guidare il vasto tema della prevenzione a
360 gradi: dall' ottimizzazione dei fondi alla
selezione delle priorità, dalla formazione alle
linee guida applicative.
La cabina di regia di Casa Italia ha un nocciolo
che si articola intorno a tre pilastri. Il primo
consiste nella struttura di prevenzione contro il
dissesto idrogeologico che già opera a
Palazzo Chigi. Poi c' è una nuova struttura dedicata alla prevenzione del rischio sismico che ingloberà
le funzioni dell' esistente cabina di Palazzo Chigi sull' edilizia scolastica. Il terzo pilastro è quello dell'
efficienza energetica e dei meccanismi di incentivazione applicati al patrimonio pubblico e privato.
Azzone lavorerà anche con la consulenza "pregiata" dell' architetto e senatore a vita Renzo Piano. Una
delle idee alle quali si sta lavorando consiste nella definizione di interventi­tipo di prevenzione
antisismica su edifici esistenti: un modo per guidare il lavoro di tecnici della Pa, committenti e
professionisti.
Decreto terremoto. Serve invece ancora tempo per definire le misure urgenti legate alla ricostruzione
delle zone colpite dal sisma del 24 agosto. Nel consiglio dei ministri di oggi, non sarà presentato il
decreto legge sulla ricostruzione, che richiede ancora del tempo e che potrebbe andare nel Cdm di
venerdì prossimo.
Stamattina, invece, il premier Matteo Renzi, farà il bilancio della situazione nelle aree colpite e illustrerà
le misure di sostegno sia per la fase transitoria, sia per la successiva ricostruzione. Con Renzi ci
saranno il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, il commissario alla ricostruzione, Vasco Errani,
e tutti i governatori delle quattro regioni.
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23 settembre 2016
Pagina 6
Il Sole 24 Ore
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Tra le altre cose, Renzi ha ribadito ieri che i fondi da destinare alla ricostruzione post­terremoto non
saranno conteggiati da Bruxelles nel deficit. Ci sarebbe già l' accordo con la commissione Ue. Ora il
premier proverà a far rientrare in queste spese fuori­deficit anche quelle per la prevenzione del
programma Casa Italia.
Il perimetro dei danni, intanto si va consolidando (si veda grafico).
Il 19 settembre è arrivato il via libera agli appalti per la fase temporanea, cioè i moduli abitativi destinati
alle famiglie senza casa, in cui abitare in attesa della vera e propria ricostruzione, affidata al
commissario Errani. Saranno le Regioni a fare le gare per le urbanizzazioni, cioè per la preparazione
del sito. E saranno sempre le regioni a commissionare i moduli abitativi necessari, utilizzando l'
apposita convenzione Consip già attivata. Il ruolo di soggetto attuatore è stato attribuito alle quattro
Regioni proprio il 19 settembre scorso dalla Protezione civile. Anche le aree sono già state individuate.
Investimenti Fs e Anas. Prosegue il lavoro anche sulle misure che mirano a sbloccare investimenti di Fs
e Anas "reindirizzando" alcune risorse. C' è però un primo punto fermo: è la destinazione di 800 milioni
di euro destinati alla Salerno­Reggio Calabria dati all' Anas per chiudere una serie di contenziosi. Più in
generale, l' obiettivo è quello di recuperare risorse immediatamente spendibili per finanziare interventi
che erano stati messi a punto nei mesi scorsi nell' ambito di quello che avrebbe dovuto essere il
provvedimento "finanza per la crescita" poi rimasto a livello di progetto.
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MASSIMO FRONTERA
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23 settembre 2016
Pagina 46
Il Sole 24 Ore
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Quando la regola è sulla carta
In Sicilia senza bilancio due Comuni su tre
L' autunno è appena iniziato, e fra poco sarà
tempo di tirare le somme anche sul 2016: ma
p e r 2 5 0 Comuni siciliani, cioè il 64% dei
municipi dell' Isola, è ancora difficile
«prevedere» la propria situazione di bilancio.
Il termine per approvare i preventivi, fissato
dopo il solito tira e molla sulle proroghe, quest'
anno è scaduto il 30 di aprile. Nell' Italia a
statuto ordinario l' assenza di un rinvio
ulteriore ha preoccupato parecchio le
amministrazioni locali, che sono corse ai ripari
approvando più o meno in fretta i loro bilanci.
In Sicilia, invece, l' assenza di quello che a tutti
gli effetti è il documento più importante dell'
anno nella vita di un Comune non sembra aver
scaldato troppo gli animi, visto che a
settembre inoltrato il bilancio è chiuso in una
minoranza di enti.
Insieme all' ansia, del resto, fino a ieri in Sicilia
è mancato anche il rischio concreto di arrivare
al commissariamento: lo dimostra, per
esempio, il caso di Messina che quest' anno
ha approvato sì un preventivo, ma del 2015 (il
consuntivo dell' anno scorso invece non c' è
ancora). Il quadro cambia con la legge
regionale 17 del 2016, che come spiega una
circolare diffusa qualche giorno fa dall' assessorato delle Autonomie locali, fa decadere sindaco, giunta
e consiglio nei Comuni senza bilancio. La nuova regola scatena la rivolta dei sindaci dell' Isola, che
promettono «ogni iniziativa legale» possibile per salvare il posto ai sindaci senza bilancio.
Resta da capire se questa "linea del rigore" colpirà la Regione anche in fatto di sblocco dei fondi locali,
dai quali dipende larga parte della vita comunale nell'«autonomia» siciliana.
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GIANNI TROVATI
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
Zone franche dell' Emilia, benefit ampi
Agevolazioni per le microimprese localizzate
nelle zone franche urbane dell' Emilia­
Romagna a maglie larghe. Nessun obbligo di
contabilità separata, ma necessità di poter
ricostruire il reddito agevolabile in caso di
eventuali controlli fiscali. La verifica della
soglia reddituale del 2014 per poter accedere
ai benefici, pari a 80 mila euro, deve essere
svolta solo con riferimento al reddito di
impresa e non considerando anche ulteriori
tipologie di proventi (da fabbricati, diversi
ecc.): il valore di riferimento è perciò l'
ammontare indicato nel quadro RF e nel
quadro RG di Unico 2015 dalle imprese
i n d i v i d u a l i e d a l l e società d i p e r s o n e
(rispettivamente in contabilità ordinaria e
semplificata), mentre per le società di capitali
conta il quadro RF. Questi alcuni dei
chiarimenti forniti ieri dall' Agenzia delle
entrate con la risoluzione n. 78/E del 2016, che
affronta con una serie di domande e risposte
alcuni dubbi operativi in merito agli aiuti fiscali
concessi alle imprese localizzate nelle Zfu
emiliane.
La legge n. 125/2015, infatti, ha istituito la zona
franca nell' intero territorio colpito dall'
alluvione del gennaio 2014 e nei comuni con
zone rosse nei centri storici colpiti dal sisma
del maggio 2012. Gli aiuti, istituiti dalla Finanziaria 2007, consistono nell' esenzione Irpef/Ires per i
redditi fino a 100 mila euro, come pure in esoneri ai fini Irap e Imu. Per i soggetti «solari» le agevolazioni
operano per gli anni 2015 e 2016 e le domande dovevano essere presentate entro lo scorso 31 marzo.
Tra le incertezze applicative risolte dall' amministrazione c' è anche il tema del coordinamento tra gli
incentivi Zfu e gli altri regimi agevolati eventualmente adottati dalle imprese. Sia i soggetti che
beneficiavano del «forfettino» del 5% previsto dal dl n. 98/2011 sia quelli che si avvalevano del regime
per le nuove iniziative produttive (legge n. 388/2000) possono comunque accedere agli sgravi, a patto
di rinunciare al vecchio sistema sostitutivo.
VALERIO STROPPA
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
Bressa: in arrivo la legge su unioni e fusioni
«Abbiamo pronta da un po' di mesi un' ipotesi
di legge per favorire le unioni e le fusioni dei
comuni», nel contempo bisogna mettere a
regime il sistema economico delle vecchie
province, «lavorando su strumenti finanziari
per garantire servizi». Lo ha sottolineato il
sottosegretario agli affari regionali e
autonomie, Gianclaudio Bressa, in
Commissione parlamentare per l' attuazione
del federalismo fiscale nel corso di un'
audizione sulla finanza delle province.
«È iniziato in questi giorni», ha spiegato
Bressa, «il confronto istituzionale con i comuni
e le aree vaste, e il dialogo continuerà anche
nelle prossime settimane in vista della legge di
Stabilità, ma è del tutto evidente che dopo le
annate decisamente straordinarie del 2015 e
del 2016, per il 2017 sarà indispensabile
mettere il sistema delle vecchie province a
regime, lavorando sugli strumenti finanziari
necessari per garantire i servizi a cui sono
deputate». In ogni caso Bressa ha sottolineato
come per il 2016 la situazione del comparto
province sia «di sostanziale equilibrio da un
punto di vista delle entrate e delle uscite».
Tutto questo grazie al decreto legge enti locali
(dl 113/2016) che ha consentito di sostenere il
taglio di 900 mila euro previsto per l' anno in
corso, grazie all' erogazione di fondi aggiuntivi per la gestione dei 130 mila km di strade provinciali e
degli oltre 5 mila istituti superiori. Inoltre, per far fronte ai fabbisogni è stata determinata una spesa
«efficientata» di 2,4 miliardi necessari per garantire l' adempimento delle funzioni fondamentali. «Ora
però è necessario creare automatismi che stabilizzino la vita di questi enti», ha auspicato il
sottosegretario, «soprattutto rispetto all' esito, che auspico positivo, del referendum confermativo. In
caso di vittoria del sì infatti il tema delle attuali fonti di finanziamento delle province (Rc auto, Ipt, Tefa)
rimane un problema aperto e da risolvere». Bressa ha infine ammesso che la legge Delrio ha bisogno di
un intervento di manutenzione legislativa «da incentrare soprattutto sulla governance delle province,
sulla necessità di depoliticizzare le elezioni degli organi di governo, mettendo la governance nelle mani
dei sindaci, e di responsabilizzarli non solo rispetto alle materie gestite, ma anche rispetto alla
possibilità di variare le dimensioni dell' area vasta». «Per questo il criterio dell' unione di comuni, a cui si
lavora con una legge che sarà pronta dopo il referendum, costituirà strumento di grande utilità nella
futura governance degli assetti territoriali», ha concluso il sottosegretario.
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
Entra in vigore oggi il T.u. sulle partecipate
FRANCESCO CERISANO ­ Entra in vigore
oggi, 23 settembre, il Testo unico in materia di
partecipate ( d l g s 1 7 5 / 2 0 1 6 ) . E i n i z i a a
decorrere la tabella di marcia delle scadenze
c h e g l i enti locali e l e società dovranno
rispettare per adeguarsi al decreto. Entro il 23
marzo 2017 (sei mesi dall' entrata in vigore)
dovrà essere approvata la delibera consiliare
di revisione straordinaria delle partecipazioni
d e t e n u t e d a g l i enti locali. Adempimento,
questo, obbligatorio anche in assenza di
partecipazioni. A ricordarlo è l' Anci c h e
proprio in vista dell' entrata in vigore del T.u.
ha predisposto un manuale operativo,
integralmente scaricabile sul sito internet
www.anci.it, al fine di offrire ai comuni u n
primo quadro di analisi e orientamento.
Nel testo del manuale, oltre alle note di lettura
delle singole disposizioni del provvedimento,
tutti i soggetti interessati possono trovare un
pratico scadenzario dei vari adempimenti a
carico dei comuni e degli amministratori delle
società partecipate nonché un fac­simile di
deliberazione d e l consiglio comunale p e r i l
piano di razionalizzazione previsto dall'articolo
24 del dlgs.
L'alienazione delle partecipazioni non in regola
con il T.u. dovrà essere completata entro il 23
marzo 2018 (un anno dall'approvazione della delibera di revisione straordinaria), mentre a decorrere
dal 2018 scatterà la razionalizzazione periodica che gli enti dovranno compiere con cadenza annuale.
Molti gli adempimenti anche a carico delle società.
Entro il 23 marzo 2017 le società dovranno adeguarsi alle disposizioni del Testo unico e in particolare a
quelle concernenti: il divieto dei dipendenti d e l l ' ente controllante di essere amministratori e la
onnicomprensività della retribuzione dei dipendenti d e l l e società controllanti che siano anche
amministratori delle controllate. Sempre entro il 23 marzo 2017 dovrà essere completata la ricognizione
del personale in servizio per individuare eventuali eccedenze. L' elenco del personale in eccesso dovrà
essere trasmesso alle regioni a cui spetterà gestire le procedure di mobilità.
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23 settembre 2016
Pagina 37
Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
Nelle prime bozze di legge di bilancio non c' è traccia dei 2 miliardi promessi dal governo
Fondo vincolato in cerca di soldi
Dubbi sulle risorse per garantire gli investimenti locali
Fondo pluriennale vincolato ancora in cerca di
coperture. Al momento, nelle bozze di legge di
bilancio 2017 mancano le attese risorse che
servono a garantire la copertura degli
investimenti degli enti territoriali già finanziati
ma che saranno realizzati nei prossimi anni.
Quasi pronto, invece, il dpcm per disciplinare
le intese regionali e nazionali che dovranno
redistribuire i margini per il ricorso al debito e
per l' utilizzo degli avanzi di amministrazione e
che scatteranno solo per chi intende sforare il
proprio obiettivo.
Fondo pluriennale vincolato Per quanto
concerne la prima questione, ricordiamo che la
legge 164/2016 ha inserito un nuovo comma 1­
bis nell' art.
9 della legge 243/2012, che recita: «Per gli
anni 2017­2019, con la legge di bilancio,
compatibilmente con gli obiettivi di finanza
pubblica e su base triennale, è prevista l'
introduzione del fondo pluriennale vincolato, di
entrata e di spesa». La questione è solo
apparentemente tecnica, ma in realtà riguarda
la possibilità di portare a compimento opere
già finanziate e avviate, ma che si
concluderanno nei prossimi anni. Quest'
estate, il governo aveva garantito che, con la
manovra autunnale, sarebbero stati stanziati
gli stessi fondi che l' ultima legge di stabilità ha messo a disposizione per il 2016, ossia circa 660 milioni
annui, creando un tesoretto che vale quasi 2 miliardi fino al 2019. Tuttavia, nelle prime bozze circolate
fra gli sherpa (e che ItaliaOggi ha potuto esaminare) questi soldi non ci sono. Potrebbe essere solo una
questione temporanea, in attesa di una verifica complessiva delle esigenze di spesa e di messa a punto
delle relative coperture. Però, per sindaci e governatori, è un campanello di allarme da non
sottovalutare.
Intese regionali I tavoli tecnici stanno anche esaminando la bozza di dpcm attuativo dell' art. 10 della
legge n.
243, che disciplina le intese regionali e nazionali per l' ottimizzazione dei margini di utilizzo delle leve di
finanziamento delle spese in conto capitale, ossia avanzo e debito. Qui, invece, il chiarimento atteso e
anticipato dal governo c' è: all' art. 1, comma 3, della bozza si legge, infatti, che «restano ferme le
operazioni di investimento dei singoli enti territoriali effettuate attraverso il ricorso all' indebitamento e l'
utilizzo dei risultati di amministrazione degli esercizi precedenti, nel rispetto del proprio saldo di cui al
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
comma 1, dell' articolo 9, della legge 24 dicembre 2012, n. 243; le predette operazioni non costituiscono
oggetto del presente decreto».
Ciò significa che le intese serviranno solo per chi ha bisogno di sforare e chiede l' aiuto di altri enti,
secondo la logica del vecchio Patto orizzontale.
Viene anche precisato che nel saldo non entrerà neppure il fondo crediti di dubbia esigibilità e gli altri
fondi, purché non finanziati da avanzo.
LUCA PACE
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
cds
Espropri, valutazioni comparate
L' adozione del provvedimento acquisitivo
presuppone una valutazione comparata degli
interessi in conflitto, qualitativamente diversa
da quella tipicamente effettuata nel normale
procedimento espropriativo.
È quanto sottolineato dai giudici della IV
sezione del Consiglio di stato con la sentenza
n. 3905 dello scorso 19 settembre. Secondo i
supremi giudici amministrativi la mancanza di
ragionevoli alternative all' adozione del
provvedimento acquisitivo va intesa in senso
pregnante, in stretta correlazione con le
eccezionali ragioni di interesse pubblico
richiamate dalla disposizione in esame, da
considerare in comparazione con gli interessi
del privato proprietario.
L' adozione dell' atto acquisitivo è consentita
esclusivamente allorché costituisca l' extrema
ratio per la soddisfazione di «attuali ed
eccezionali ragioni di interesse pubblico»,
come recita lo stesso art. 42­bis del T.u. delle
espropriazioni. Inoltre, l' art. 42­bis T.u.
espropri, hanno osservato i giudici di palazzo
Spada, prevede che sia l' amministrazione,
prima che si formi il giudicato restitutorio, ad
adottare il provvedimento di «acquisizione
sanante», il quale deve essere
«specificamente motivato in riferimento alle
attuali ed eccezionali ragioni di interesse pubblico che ne giustificano l' emanazione, valutate
comparativamente con i contrapposti interessi privati ed evidenziando l' assenza di ragionevoli
alternative alla sua adozione».
Pertanto solo nel caso in cui siano state escluse, all' esito di una effettiva comparazione con i
contrapposti interessi privati, altre opzioni e non sia ragionevolmente possibile la restituzione del bene
al privato, sia essa totale o parziale, previa riduzione in pristino.
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ANGELO COSTA
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
La Corte conti interviene a gamba tesa nei confronti della sentenza del tribunale di Milano
Diritti di rogito, cortocircuito
Spettano o no ai segretari di fascia A e B? Giudici divisi
Cortocircuito tra Corte dei conti e giudice del
lavoro sulla questione relativa alla
compartecipazione dei segretari comunali a i
diritti di rogito.
La magistratura contabile, attraverso il parere
della sezione regionale di controllo per l'
Emilia Romagna 15 settembre 2016, n. 75,
interviene a gamba tesa nei confronti della
sentenza del tribunale di Milano in veste di
giudice del lavoro 18/05/2016 n. 1539/2016.
La decisione del giudice del lavoro, come
noto, critica apertamente le indicazioni fornite
dalla sezione autonomie con la deliberazione
24 giugno 2015, n.21/Sezaut/2015/Qmig,
secondo la quale non spettano i diritti di rogito
ai segretari di fascia A e B, pur se incaricati in
sedi di segreteria di comuni privi di dirigenti.
Secondo il tribunale di Milano una simile
interpretazione, che comporta ovviamente la
conseguenza di considerare non legittimo il
riconoscimento dei diritti di rogito ai segretari
di fascia A e B, qualunque sia la sede presso
la quale svolgano la loro attività, «finisce per
restringere il campo di applicazione della
norma compiendo un' operazione di chirurgia
giuridica non consentito nemmeno in nome
della res pubblica». Il tribunale di Milano
conclude che «la letterale applicazione della
norma che, nella sua chiarezza non necessita di alcuna interpretazione», tanto da portarlo a decidere
per la spettanza dei diritti di rogito al segretario di fascia A o B che operi in sedi privi di dirigenti.
La sezione Emilia Romagna replica, ripercorrendo i «lavori preparatori» dell' articolo 10 del dl 90/2014,
114/2014, dai quali la magistratura contabile evince, invece, la distinzione tra la posizione dei segretari
di fascia A e B, assimilati alla dirigenza, che anche grazie al galleggiamento dispongono di un
trattamento economico non previsto per i segretari di fascia C, per i quali solo sarebbe prevista la
percezione dei diritti di rogito, comunque nell' ottica del contenimento della spesa pubblica. La delibera
della sezione conclude, pertanto, seccamente: «Per le ragioni esposte nella parte di merito, l'
interpretazione della norma data dal tribunale di Milano nella sentenza di primo grado non appare
convincente e la sezione ritiene di confermare l' orientamento esplicitato secondo i principi stabiliti in
sede nomofilattica dalla sezione delle autonomie».
Che l' interpretazione delle norme sia opera difficoltosa e delicata è fatto noto. Ed è anche
espressamente previsto che orientamenti giurisprudenziali possano modificarsi, così come anche
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decisioni e sentenze sono esposte a radicali revisioni tra primo grado e appello.
Nel caso di specie, tuttavia, il contrasto assume elementi particolarmente stucchevoli e delicati. Infatti,
non si tratta di un contrasto interpretativo normale.
Il tribunale di Milano si è espresso mediante la vera e propria «iuris dictio», con una sentenza vertente
in tema di diritto soggettivo connesso al rapporto di lavoro. La magistratura contabile, invece, affronta il
tema sicuramente esercitando i poteri giurisdizionali ad essa attribuiti dalla Costituzione, ma attraverso
atti che hanno veste, ruolo e funzione di pareri, non sentenze.
Sembra piuttosto strano che una medesima questione possa suscitare un botta e risposta tra
giurisdizioni differenti e poteri giurisdizionali molti diversi, dei quali quello connesso all' espressione di
pareri appare ovviamente recessivo.
Soprattutto, l' ordinamento deve al più presto essere razionalizzato: una medesima questione risolta in
un certo modo con sentenza facente stato da parte del giudice del lavoro non può prestarsi ad essere
eventualmente letta dalla giurisdizione contabile (in sede giurisdizionale per responsabilità erariale) in
senso diametralmente opposto, eventualmente basandosi sulle indicazioni delle sezioni di controllo.
Né l' operato delle amministrazioni locali può ammettersi che resti paralizzato, stretto a tenaglia dalle
opposte opinioni delle due giurisdizioni, il cui unico effetto sarebbe, per altro, solo quello di scatenare
ulteriormente il contenzioso già in atto, con buona pace dei risparmi per le finanze pubbliche che la
riforma sui diritti di rogito del 2014 avrebbe inteso ottenere.
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LUIGI OLIVERI
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Italia Oggi
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È il principio affermato dal tribunale Ue nella decisione sul recupero dell' Ici
Non profit, l' esenzione parziale Imu non costituisce
un aiuto di stato
L' esenzione parziale Imu per gli enti non profit
e il pagamento proporzionale rapportato all'
utilizzo dell' immobile per le attività
commerciali non costituiscono aiuti di Stato.
Inoltre, gli enti non traggono alcun vantaggio
per la loro attività commerciale rispetto alle
imprese commerciali per il fatto che fruiscono
dell' esonero parziale dal pagamento dell'
imposta. Così si è espresso il tribunale dell'
Unione europea con le due sentenze emanate
il 15 settembre scorso, con le quali ha respinto
i ricorsi presentati contro la decisione della
Commissione Ue, escludendo il recupero dell'
Ici per le rate arretrate non pagate dagli enti
ecclesiastici (si veda ItaliaOggi del 16
settembre 2016) In primo luogo, rilevano i
giudici europei, la normativa Imu «si applica
solamente a enti che non possono essere
considerati imprese ai fini dell' applicazione
del diritto dell' Unione». Infatti, non fruiscono
dei benefici fiscali «le attività che, per loro
natura, si pongono in concorrenza con quelle
di altri operatori del mercato che perseguono
uno scopo di lucro». Del resto, per il tribunale
dell' Unione, «la legislazione italiana precisa
che, in caso di utilizzazione promiscua di un
immobile, è necessario calcolare il rapporto
proporzionale dell' uso commerciale dell'
immobile e applicare l' Imu alle sole attività economiche». Il fatto, poi, che un ente non commerciale
abbia diritto all' esenzione parziale per una frazione dell' immobile, perché svolge al contempo attività
economiche e non economiche, «non gli attribuisce alcun vantaggio quando esso esercita un' attività
economica in quanto impresa».
Mentre per l' esenzione Ici l' immobile doveva avere una destinazione esclusiva, la disciplina Imu, che si
applica anche alla Tasi, dà diritto all' esenzione anche qualora l' unità immobiliare abbia un'
utilizzazione mista.
L' agevolazione si applica solo sulla parte nella quale si svolge l' attività non commerciale, sempre che
sia identificabile.
La parte dell' immobile dotata di autonomia funzionale e reddituale permanente deve essere iscritta in
catasto e la rendita produce effetti a partire dal 1° gennaio 2013. Nel caso in cui non sia possibile
accatastarla autonomamente, l' agevolazione spetta in proporzione all' utilizzazione non commerciale
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dell' immobile che deve risultare da apposita dichiarazione.
Anche se è oltremodo difficoltoso individuare all' interno di uno stesso immobile, con un' unica rendita,
la parte destinata a attività commerciali. Quindi nei casi in cui non possa essere frazionato, perché non
è possibile individuare una parte che abbia autonomia funzionale e reddituale, è demandato al
contribuente il compito di fissarne le proporzioni e certificare quale sia quella destinata a attività non
commerciali. Per l' esenzione parziale contano la superficie e il numero dei soggetti che utilizzano le
unità immobiliari per attività miste, commerciali e non commerciali.
In particolare, è necessario fare riferimento allo spazio, al numero dei soggetti nei confronti dei quali
vengono svolte le attività con modalità commerciali o non commerciali e al tempo durante il quale l'
immobile è destinato a un determinato uso. Se viene svolta un' attività diversa da quelle elencate dalla
norma solo per un periodo dell' anno, per calcolare il tributo occorre conteggiare i giorni durante i quali l'
immobile ha questa destinazione.
Va posto in rilevo, però, che le disposizioni sull' Imu non sono applicabili anche all' Ici per l' esenzione
degli immobili posseduti dagli enti non commerciali. L' evoluzione della norma che riconosce l'
agevolazione per una parte dell' immobile non può avere effetti retroattivi. Lo ha stabilito la Corte di
cassazione (sentenza 4342/2015), che ha respinto al mittente l' istanza di esonero parziale per la
vecchia imposta comunale relativamente a un immobile destinato a attività sanitaria. Per i giudici di
legittimità l' esenzione Ici era limitata all' ipotesi in cui gli immobili fossero destinati totalmente allo
svolgimento di una delle attività elencate dalla norma in forma non commerciale. L' esenzione Imu e
Tasi, invece, spetta se sugli immobili vengono svolte attività didattiche, ricreative, sportive, assistenziali,
culturali e via dicendo con modalità non commerciali, anche qualora l' unità immobiliare abbia un'
utilizzazione mista.
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SERGIO TROVATO
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23 settembre 2016
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Italia Oggi
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La tesi della Corte conti e la lettura restrittiva di palazzo Vidoni creano ansia negli enti
Comuni, mobilità pigliatutto
Tutto il budget assunzionale per assorbire gli esuberi
I comuni avrebbero dovuto destinare l' intero
budget assunzionale 2015 e 2016 all'
assorbimento dei lavoratori in esubero delle
province ( e d e l l a C r o c e R o s s a ) e n o n
solamente un parte di esso. Il chiarimento
arriva dalla Corte dei conti Puglia, ma è del
tutto intempestivo, visto che i giochi sono
ormai quasi ovunque chiusi. E la forzatura
della Funzione pubblica, che considera ancora
congelate le risorse inserite nella piattaforma
anche nelle regioni in cui si è completata la
ricollocazione, rischia di creare inaccettabili
d i s p a r i t à d i t r a t t a m e n t o . M a l ' Anci
tranquillizza: il problema dovrebbe risolversi
nel giro di qualche settimana.
Tutto nasce dalla legge Delrio, per molti versi
rivelatasi un fiasco, specie se non dovesse
passare il referendum costituzionale. Essa ha
messo a dieta le province, sottraendo loro
funzioni e relativo personale. I lavoratori in
eccedenza non collocabili a riposo sono stati
destinati a comuni e regioni, che a tal fine si
sono visti imporre un blocco alle altre nuove
assunzioni, fatta eccezione per i soli vincitori di
concorso. Più precisamente, a essere
vincolate sono state le capacità assunzionali
2015 e 2016, derivanti dalle cessazioni 2014 e
2015.
Il dubbio era se tale capacità dovesse essere automaticamente e integralmente destinata alla
ricollocazione del personale dichiarato soprannumerario, oppure se dovesse esserlo nei limiti delle
risorse che ciascun ente, nella propria autonomia, avesse stabilito di destinare alle assunzioni, come
rilevabili dalla programmazione triennale del fabbisogno di personale: in questo secondo caso, se l'
ente non aveva programmato assunzioni, non sarebbe stato tenuto ad assorbire nel proprio organico
nessuna nuova unità.
La sezione regionale di controllo pugliese, nella recente deliberazione n. 142/2016/Par.
ha sposato la prima tesi. Peccato che, come detto, nel frattempo i buoi siano già usciti tutti dalla stalla.
La realtà è che molti comuni si sono furbescamente rifatti alla seconda lettura e oggi si trovano ad avere
ancora dei margini per assumere.
Per le altre amministrazioni, invece, al danno si è aggiunta la beffa. Secondo la Funzione pubblica,
infatti, anche nelle regioni in cui il blocco è stato o verrà rimosso a seguito del completamento per
percorso di ricollocazione, le disponibilità già inserite nel portale continuano a essere congelate.
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Ciò pare, tuttavia, in aperto contrasto con la normativa, specie dopo che il comma 234 della legge di
stabilità 2016 (legge 208/2015) ha espressamente previsto il ripristino delle ordinarie capacità
assunzionali «nel momento in cui nel corrispondente ambito regionale è stato ricollocato il personale
interessato» dalla mobilità. La lettura ministeriale pare, dunque, priva di fondamento e foriera di
disparità di trattamento, finendo per penalizzare proprio chi è stato più ligio.
Ma dall' Anci arriva un messaggio rassicurante: quello della Funzione pubblica è un atteggiamento di
prudenza, visto che è stato autorizzato lo sblocco anche in alcune regioni in cui ancora ci sono poche
unità di personale non ricollocate. Per cui l' indicazione è di dare per buono lo sblocco del turnover, che
dovrebbe essere confermato nelle prossime settimane.
MATTEO BARBERO
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Italia Oggi
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proposta di anci piemonte per correggere le storture del sistema
Spesa di personale, meglio la contabilità economica
MARGHERITA RUBINO ­ Misurare la spesa di
personale degli enti locali e verificare il rispetto
dei vincoli a cui essa è sottoposta dalla legge
attraverso i dati della nuova contabilità
economico­patrimoniale. È questa la proposta
formulata dall' Anci Piemonte per correggere
le storture dell' attuale sistema, che rischia di
penalizzare gli enti sanzionandoli con il divieto
assoluto di assumere anche quando l'
incremento della spesa deriva dalla struttura
della nuova contabilità.
È principio consolidato, infatti, che la spesa da
prendere in considerazione sia quella
impegnata a rendiconto, l' unica che presenta
carattere di certezza ed effettività. Tuttavia
questa impostazione, ribadita anche di recente
dalla Corte dei conti, non tiene conto degli
effetti negativi che si producono nel nuovo
sistema armonizzato a causa delle diverse
modalità di registrazione dell' impegno
secondo la regola della competenza
potenziata.
In base a quest' ultima, in tutti i casi in cui l'
anno dell' impegno non coincide con quello di
esigibilità, gravano su quest' ultimo le spese di
competenza di anni precedenti non liquidate in
quegli anni. Ciò determina un incremento della
spesa impegnata nell' anno di esigibilità e, in
conseguenza, un grave effetto distorsivo: quanto impegnato in tale esercizio non rappresenta affatto la
spesa effettivamente sostenuta per il personale in quel periodo.
Il fenomeno si verifica in molteplici casi: a titolo esemplificativo: riaccertamento della spesa che non si
riesce a liquidare nell' anno, rinnovi contrattuali per la parte degli arretrati in quanto anch' essi si devono
impegnare nell' anno di sottoscrizione del Contratto collettivo nazionale di lavoro, quota del fondo
risorse decentrate da erogare nell' anno successivo a quello di competenza, risorse decentrate nel caso
in cui il fondo non sia costituito nell' anno o in tale periodo non si stipuli il contratto aziendale (le somme
stanziate confluiscono in tutto o in parte nell' avanzo vincolato) ecc.
La distorsione è ancor più penalizzante in tutti i casi in cui il raffronto deve avvenire «in serie storica»,
con un esercizio precedente in cui la spesa era rilevata secondo il «vecchio» sistema contabile (in
particolare il tetto massimo che impone il confronto dell' anno in corso con gli anni 2011­2013 o per gli
enti minori, con il 2008). È necessario pertanto individuare una soluzione diversa.
L' Anci Piemonte ritiene che ai fini della verifica dei vincoli, in alternativa al dato degli impegni registrato
in contabilità finanziaria, la corretta rilevazione della spesa di personale possa avvenire utilizzando l'
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imputazione contabile dei costi nel conto economico del nuovo bilancio armonizzato. Tale soluzione,
infatti, è in grado di coniugare certezza ed effettività della spesa con l' esatta rilevazione dei costi
riferibili all' anno sottoposto a verifica e trova fondamento negli attuali documenti di bilancio, oltre che in
recenti aperture in questo senso della Corte dei conti (in particolare sezione Autonomie n. 16/2016).
Se la rilevazione avviene utilizzando la contabilità economica, infatti, il calcolo risulta più veritiero perché
privo degli effetti distorsivi illustrati e senza che ciò alteri l' attendibilità dei dati presi in considerazione,
in quanto la contabilità economica registra i costi dell' anno secondo i principi di competenza economica
e, dunque, imputandoli all'anno cui sono effettivamente riferibili, anche se diverso dall'esercizio di
esigibilità (attraverso gli strumenti delle rettifiche e integrazioni). Così, per esempio, gli importi dovuti
per i rinnovi contrattuali nel conto economico vengono correttamente imputati a tale esercizio solo per la
quota di competenza, mentre gli arretrati sono allocate tra gli «oneri straordinari».
La soluzione che si prospetta, peraltro, è in linea con la struttura dei nuovi indicatori di bilancio
applicabili dal prossimo anno. Essi, infatti, si devono verificare utilizzando «un sistema misto» di
competenza finanziaria ed economica che rileva la spesa impegnata in contabilità finanziaria, ma
rettificandola ed integrandola con i fondi pluriennali vincolati rispettivamente dell' anno precedente e
dell'anno in corso.
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Legautonomie organizza un incontro sul futuro delle province nel nuovo assetto istituzionale
Un tagliando per la legge Delrio
Il ruolo degli enti di area vasta è cruciale per la riforma
Uno dei nodi più critici dell' attuazione della legge Delrio
a ormai oltre due anni dalla sua approvazione riguarda il
ruolo delle province. S i a d a l p u n t o d i v i s t a d e l l '
ordinamento come di quello finanziario, sono molti gli
aspetti che andrebbero rivisti, pena il definitivo collasso
di un ente locale tuttora destinatario di alcune importanti
funzioni di governo locale. Il rischio è quello di veder
fallire la legge Delrio e l' impegno riformatore che l' ha
sostenuta. Si avverte inoltre forte la necessità che nel
nostro ordinamento sia mantenuto un livello intermedio
di governo di area vasta, anche se espunto dalla
Costituzione, come previsto dall' attuale proposta di
riforma e una necessaria valorizzazione del ruolo delle
città medie. Analoghe considerazioni possono essere
rivolte al tema delle gestioni associate e alla necessaria
riforma della loro disciplina, anche considerando gli
inevitabili intrecci proprio con il destino delle province e
le funzioni di area vasta. Su questi temi con lo scopo di
avviare un primo confronto di merito, il 3 ottobre ci sarà
un incontro seminariale presso la sede di Legautonomie
a Roma in Via degli Scialoja, 3 al quale interverrà il prof.
Luciano Vandelli.
LUCIANO VANDELLI
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Richiesta di Anac al governo contro le infiltrazioni malavitose
Contratti socio­sanitari, tracciabili anche i privati
Obbligo di tracciabilità finanziaria anche per i
contratti stipulati nel settore dei servizi socio­
sanitari gestiti dalle strutture sanitarie private
per evitare infiltrazioni malavitose. È quanto ha
chiesto l' Autorità nazionale anticorruzione
(Anac) con l' atto di segnalazione inviato il 14
settembre 2016 ai presidenti di camera e
senato e al ministro dell' interno e della salute.
Sul tema dei contratti affidati in questo settore,
e quindi con riferimento alle sovvenzioni o
contributi erogati a soggetti del terzo settore
per lo svolgimento di attività d' interesse
sociale ritenute utili per la collettività, l' Anac
aveva stabilito (delibera del 20 gennaio 2016,
n. 32) che la disciplina sulla tracciabilità dei
flussi finanziari si applicasse anche agli
acquisti e agli affidamenti d i servizi sociali,
nonché agli affidamenti alle cooperative sociali
di tipo B ex art. 5 della legge 381/1991.
Diverso era ed è, invece, il regime per i servizi
erogati in regime di accreditamento, che non
sono stati invece richiamati nell' ambito di
applicazione degli obblighi di tracciabilità
(determinazione Anac n. 4/2011).
L' Anac si è quindi posta il problema di
verificare se non fosse opportuno mutare
orientamento e ritenere applicabili gli obblighi
di tracciabilità anche quando l' acquisizione
dei servizi socio­sanitari venga effettuata, per la specialità del settore, con modalità diverse rispetto a
quelle disciplinate dalla normativa specifica sui contratti pubblici di matrice europea (cioè non a
evidenza pubblica). L' Autorità, nell' atto di segnalazione, parte dalla considerazione che gli strumenti
introdotti dall' art. 32 del dl 90/2012, estesi dalla legge di Stabilità 2016 al settore sanitario, sono stati
intesi come «misure di natura cautelare, preordinati, quindi a evitare che a fronte di indagini giudiziarie
su fatti illeciti connessi alla gestione del contratto pubblico, si possano verificare ritardi o pregiudizi nella
prestazione di servizi, soprattutto laddove si tratti di servizi indifferibili, come quelli socio­sanitari».
L' obbligo di tracciabilità si caratterizza infatti come rimedio «straordinario, destinato a operare a fronte
di un' accertata inefficacia dei presidi di legalità esistenti nel prevenire, nel caso concreto, l' illecito».
L' Anac ha precisato che in relazione all' esigenza di un rafforzamento delle misure di controllo della
spesa con finalità di ordine pubblico anche nel delicato settore d e i servizi socio­sanitari gestiti dai
privati, «appare certamente opportuno che gli obblighi di tracciabilità siano applicabili anche ai servizi
sanitari e sociali erogati da strutture private accreditate».
In questo modo si potrebbe anticipare, il più a monte possibile, la soglia di prevenzione, creando
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meccanismi che consentano di intercettare i fenomeni di intrusione criminale nei flussi finanziari
provenienti dagli enti pubblici. Una tale scelta risulterebbe del tutto giustificato, ha detto Anac a governo
e parlamento, «dalla constatazione che anche in questo settore, come in quello degli appalti pubblici,
frequentemente le infiltrazioni della criminalità organizzata finiscono per saldarsi con i fenomeni
corruttivi e di mala gestio della cosa pubblica». Occorre però un intervento normativo.
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Se la p.a. motiva l' interesse pubblico
Procedura di gara, sì ad annullamento tardivo
L' annullamento in autotutela di una procedura
di gara deve essere frutto del
contemperamento degli interessi in gioco; non
può essere motivato dalla semplice esigenza
di ripristino della legalità violata. Lo ha
affermato il Consiglio di stato (Cds), sezione
V, con la sentenza del 20 settembre 2016 n.
3910. L' interesse pubblico alla base del
legittimo esercizio del potere di autotutela da
parte della p.a. non può identificarsi nel mero
ripristino della legalità violata, ma richiede una
valutazione comparativa sulla qualità e
concretezza degli interessi in gioco.
Nel procedere a distanza di anni all'
annullamento di un atto ritenuto illegittimo per
un errore commesso dalla stessa
amministrazione, questa è tenuta a indicare le
ragioni di pubblico interesse che, nonostante il
notevole decorso del tempo e il
consolidamento della situazione, giustificavano
il provvedimento di autotutela. L' orientamento
giurisprudenziale, per i giudici, risulta
sostanzialmente trasfuso nel testo del comma
1 dell' articolo 21­nonies della legge 7 agosto
1990, n. 241 (nella formulazione anteriore alle
modifiche introdotte dalla legge 7 agosto 2015,
n. 124), secondo cui «il provvedimento
amministrativo illegittimo ai sensi dell' articolo
21­octies, esclusi i casi di cui al medesimo articolo 21­octies, comma 2, può essere annullato d' ufficio,
sussistendone le ragioni di interesse pubblico, entro un termine ragionevole e tenendo conto degli
interessi dei destinatari e dei controinteressati, dall' organo che lo ha emanato, ovvero da altro organo
previsto dalla legge».
Nel caso specifico, i giudici hanno affermato l' illegittimità del disposto annullamento d' ufficio
(annullamento in autotutela degli atti di gara, annullava l' aggiudicazione e disponeva l' inefficacia del
contratto) perché l' amministrazione non ha esposto alcuna ulteriore ragione, se non quelle connesse
alla parziale illegittimità della lex specialis di gara. Inoltre, il Cds ha affermato che il provvedimento di
annullamento è illegittimo in quanto l' amministrazione non ha in alcun modo dato atto della
ponderazione dei vari interessi in gioco. In particolare, avrebbe dovuto considerare lo stato di
avanzamento dell' opera e il tempo trascorso dal provvedimento di aggiudicazione e dalla
sottoscrizione del contratto.
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Una soglia troppo elevata favorisce l' ostruzionismo della maggioranza
Minoranza, diritti tutelati
Il quorum non deve pregiudicarne l' operato
Qual è il quorum necessario per la validità
delle sedute consiliari di seconda
convocazione?
L' art. 38, comma 2, del decreto legislativo n.
267/00 demanda al regolamento comunale,
«nel quadro dei principi stabiliti dallo statuto»,
la determinazione del «numero dei consiglieri
necessario per la validità delle sedute», con il
limite che tale numero non può, in ogni caso,
scendere sotto la soglia del «terzo dei
consiglieri assegnati per legge all' ente, senza
computare a tale fine il sindaco e il presidente
della provincia».
Nel caso di specie, il consiglio del comune ha
deliberato la modifica del regolamento sul
funzionamento del consiglio comunale recante
«seduta di seconda convocazione»
prevedendo, al fine della validità della seduta,
la presenza di «almeno quattro consiglieri».
Poiché il consiglio comunale in questione è
composto da soli tre consiglieri di minoranza,
è stata segnalata la difficoltà di questi ultimi di
poter esercitare il proprio mandato elettivo, a
causa del ripetersi delle assenze della
maggioranza e alla conseguente mancanza
del numero legale previsto per la validità delle
sedute del consiglio.
In merito a tale problematica, si richiamano le
osservazioni formulate dal Tar Sicilia, Catania, sez. I 18/7/2006, n.
1181, in tema di c.d. «ostruzionismo di maggioranza» Nella citata pronuncia si evidenzia che il
comportamento preordinato al conseguimento della mancanza del numero legale delle assemblee
rappresentative costituisce una inammissibile prevaricazione della maggioranza nei confronti delle
minoranze, alle quali viene impedito di esercitare il proprio ruolo di opposizione e quindi l' esercizio di
un diritto politico costituzionalmente garantito.
Secondo il Tar citato, l' art. 49 della Costituzione preclude ai partiti politici e ai loro rappresentanti
«qualunque opera non solo di aperto sabotaggio ma anche di subdola, lenta e surrettizia erosione delle
istituzioni democratiche».
Pertanto, la modifica regolamentare proposta, unitamente alla lamentata assenza sistematica dei
componenti di maggioranza potrebbero configurare un inammissibile svilimento dei diritti e delle
prerogative dei consiglieri di minoranza.
Premesso che il vigente ordinamento non prevede poteri di controllo di legittimità sugli atti degli enti
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locali in capo al ministero dell' interno, si ritiene che l' ente locale in oggetto debba valutare l' opportunità
di rivedere la normativa regolamentare in questione.
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la scadenza è il 7/10
Emilia­Romagna, stanziati 5,4 mln per le foreste
La regione Emilia­Romagna ha stanziato oltre
5,4 milioni di euro per investire sulle foreste.
Scadrà il 7 ottobre 2016 il termine per
accedere al bando del Piano di sviluppo rurale
2014­2020 sulla misura «Investimenti diretti ad
accrescere la resilienza e il pregio ambientale
degli ecosistemi forestali». Possono
presentare domanda le amministrazioni
pubbliche relativamente a proprietà pubbliche,
proprietà collettive e proprietà private, oltre
che i consorzi forestali. Sono finanziabili
interventi strutturali per migliorare l' efficienza
ecologica e la resilienza degli ecosistemi
forestali, nonché interventi finalizzati alla
conoscenza e alla fruizione pubblica del
bosco. Quest' ultimo può essere realizzato
tramite interventi volti al miglioramento della
segnalazione della rete di accesso e della
relativa attrezzatura, alla realizzazione di
sentieri natura, al riequilibrio delle componenti
biotiche del sottobosco negli habitat forestali
(climax). Sono anche finanziabili interventi per
il mantenimento del valore naturalistico dei
boschi con riferimento alle indicazioni dei Piani
di gestione e Misure di conservazione dei siti
della rete Natura 2000 e delle Aree protette. L'
aiuto è pari al 100% della spesa ammissibile
ad esclusione delle spese Iva. Gli importi delle
domande di contributo possono variare da un minimo di 50 mila euro a un massimo di 150 mila euro,
senza limite nel numero dei progetti presentati da ciascun beneficiario. Il sostegno viene determinato
sulla base di costi reali, come rimborso dei costi ammissibili effettivamente sostenuti, esclusivamente a
fronte della presentazione di fatture o di documenti probatori equivalenti.
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Per le amministrazioni locali la chance di promuovere la propria offerta di eventi
Enti a caccia del bonus cultura
I comuni possono accreditarsi sul portale 18app.it
È ufficialmente partita la caccia degli enti locali
ai 290 milioni di euro che presto i neo­
diciottenni avranno a disposizione per spese
culturali. Il bonus cultura da 500 euro per i
diciottenni, lanciato dalla presidenza del
consiglio dei ministri, non è solo un' occasione
di esplorare il mondo della cultura per i
ragazzi che compiono 18 anni nel 2016.
Rappresenta infatti anche un' opportunità
unica per gli enti locali e per gli altri esercenti
che saranno chiamati a fornire le proposte che
i diciottenni sceglieranno per spendere il
proprio bonus. Cinema, concerti, eventi
culturali, libri, musei, monumenti, parchi
naturali e aree archeologiche, teatro e danza
sono gli ambiti dell' offerta da parte di soggetti
pubblici e privati. Il primo passo per diventare
fornitori ufficiali per il bonus cultura è quello di
recarsi sul nuovissimo sito 18app.it e
registrarsi nella sezione dedicata agli
esercenti. I diciottenni potranno ottenere il
bonus a partire da ottobre e fino a gennaio
2017 e potranno spenderlo fino a tutto il 2017.
P e r g l i enti locali sarà importantissimo
accreditarsi quanto prima e avviare una
promozione mirata della propria offerta
culturale per massimizzare la raccolta dei
bonus cultura, approfittando nel contempo di
questa agevolazione per rilanciare il proprio prodotto culturale.
Il bonus attua la legge di Stabilità per il 2016 Il bonus cultura è stato introdotto dalla legge n. 208 del 28
dicembre 2015 che ha previsto l' assegnazione di un bonus di 500 euro ai cittadini residenti in Italia che
compiono diciotto anni nel 2016 e che sono in possesso, ove previsto, di permesso di soggiorno in
corso di validità. La gestione del bonus può avvenire tramite qualunque tipo device, quali smartphone,
tablet, computer, connessi ad Internet, sia da parte dei diciottenni che da parte degli esercenti (soggetti
pubblici o privati) presso i quali acquistare i prodotti previsti riconducibili alle seguenti categorie:
cinema, concerti, eventi culturali, libri, musei, monumenti, parchi naturali e aree archeologiche, teatro e
danza. Gli esercenti, poi, potranno farsi liquidare il controvalore del bonus dal ministero dei beni e delle
attività culturali e del turismo, in qualità di fornitore del servizio.
L' accreditamento per il bonus cultura L' accreditamento avviene attraverso il sito internet «18app.
it», che potrà essere utilizzato solamente dagli esercenti con credenziali di accesso ai Servizi telematici
dell' Agenzia delle entrate e che hanno incaricato dei soggetti ad operare per proprio conto. Gli enti
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locali interessati dovranno, obbligatoriamente registrarsi per poter vendere i propri prodotti culturali. La
registrazione dovrà avvenire entro il 30 giugno 2017, con indicazione dei dati generali dell' esercente
quali dati anagrafici, di residenza, codice Ateco, recapiti telefonici, mail ed eventuale sito internet,
accettazione della normativa vigente. Sempre entro il 30 giugno 2017 dovranno essere indicate le
categorie di prodotto e prodotti vendibili sia nella propria sede fisica che online.
Al termine della registrazione, il sistema assegnerà automaticamente a ciascun ente u n «codice
esercente» di 5 caratteri alfanumerici da utilizzare in fase di riscossione dei buoni.
Possibile vendere accessi a musei, monumenti, aree archeologiche e parchi Il bonus cultura
rappresenta un' occasione unica per dare una nuova spinta all' offerta culturale di tutti gli enti locali.
Questo perché i buoni cultura generati attraverso il servizio e resi disponibile ai diciottenni potranno
essere utilizzati esclusivamente per la vendita, al solo soggetto il cui nome è riportato sui buoni
medesimi, di una serie limitata di beni e servizi tra cui biglietti per rappresentazioni teatrali e
cinematografiche e spettacoli dal vivo, libri anche scolastici, titoli di accesso a musei, mostre ed eventi
culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali.
Raccogliere più o meno buoni cultura dipenderà, quindi, anche dalle proposte dell' ente in questa fase
di promozione della propria offerta.
PAGINA A CURA DI MASSIMILIANO FINALI
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dotazione minima di 3 mln
Sviluppo rurale, bandi attivi in Friuli e in Sicilia
I fondi dei Piani di sviluppo rurale 2014­2020,
gestiti dalle regioni, sono in parte destinati a
finanziare lo sviluppo locale e sono concessi in
gestione a Gruppi di azione locale. Le regioni
Sicilia e Friuli Venezia Giulia hanno al
momento operativi i rispettivi bandi. I Piani di
sviluppo rurale della Sicilia e del Friuli­Venezia
Giulia, validi per il periodo 2014­2020,
prevedono la possibilità per i Gruppi di azioni
locale (Gal), partenariati tra soggetti pubblici e
privati, di candidarsi alla attuazione di una
propria Strategia di sviluppo locale (Ssl).
La regione Friuli Venezia Giulia mette in gioco
fondi per oltre 20 milioni di euro e finanzia un
numero massimo di 5 Strategie di sviluppo
locale. La Ssl è presentata dai Gal di nuova
costituzione o già costituiti nell' ambito del
Programma di sviluppo rurale 2007­2013, di
cui possono far parte anche gli enti locali. Il
territorio di attuazione delle Ssl è costituito da
comuni i n c l u s i n e i t e r r i t o r i m o n t a n i . L a
dotazione finanziaria minima di ogni Ssl è
fissata in 3 milioni di euro.
La domanda e i relativi allegati sono presentati
esclusivamente in formato elettronico con
posta elettronica certificata (Pec) all' indirizzo
[email protected] entro il 31
ottobre 2016.
La regione Sicilia finanzia invece le strategie di sviluppo locale con uno stanziamento di oltre 62 milioni
di euro. La domanda di accesso deve essere presentata esclusivamente a mano presso il dipartimento
regionale dell' agricoltura entro le ore 13 del 2 ottobre 2016. Anche in questo caso, la dotazione
finanziaria minima di ogni Ssl è fissata in 3 milioni di euro.
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