Schifanoia
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Schifanoia Il salone dei mesi Schifanoia Delizia estense 1385 Costruito il primo nucleo dell’edificio da Alberto D’Este 1391 Primo ampliamento 1436 inventario dei beni mobili di Nicolò III con descrizione del palazzo 1469 17 ottobre Borso d’Este risiede a Schifanoia per qualche tempo 1450-1471 signoria di Borso 1469-1470 creazione degli affreschi affreschi della sala dei mesi 1470 25 marzo lettera di Francesco del Cossa a Borso d’Este relativa alla sua attività nel salone dei mesi (marzo aprile maggio) Schifanoia Delizia estense 1697-1722 Girolamo Baruffaldi ricorda l’esistenza del salone dei mesi 1736 sede della Manifattura Tabacchi 1773 affreschi intonacati 1836 inizio riscoperta degli affreschi 1898 inaugurazione museo civico 1963-1980 restauri 1976-1984 nuova ristrutturazione e restauri Schifanoia Attualmente visibili solo sei mesi più un frammento del mese di dicembre con il trionfo di Vesta. Tre fasce diverse che alludono a diverse concezioni del tempo Tempo delle divinità Tempo astrale Tempo reale della vita di corte Ideatore del programma fu Pellegrino Prisciani che usò una fonte con assoluta precisione: Schifanoia Astronomicon di Marco Manilio La teoria di Manilio seguita dagli affreschi è quella degli dèi tutelari Un codice di Manilio fu scoperto da Poggio Bracciolini nel monastero di S. Gallo nel 1417 e questa fu la copia utilizzata per l’editio princeps del 1474. Un altro erudito, il Panormita, scoprì un esemplare più completo a Montecassino nel 1450 e passò per Ferrara l’anno successivo. A Ferrara si trascrivevano manoscritti di Manilio negli anni ’60 del ‘400. Schifanoia La teoria di Manilio seguita dagli affreschi è quella degli dèi tutelari Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre ….. Dicembre Minerva Venere Apollo Mercurio Giove Cibele Cerere Vulcano Vesta Schifanoia Varie tradizioni figurative Calendari astrologici (segni zodiaco) greci (Mesi) romani (lavori dei campi) Figli dei pianeti di Baccio Baldini (1464-1465) Trionfi del Petrarca Calendari • Il primo ciclo zodiacale dipinto fa parte del complesso di affreschi che decora l’oratorio di San Pellegrino a Bominaco presso l’Aquila (1263) • Calendario, con raffigurazioni dei mesi, le feste sono segnate in rosso • Nicola e Giovanni Pisano, Perugia, Fontana Maggiore (1278 c.) • Mesi con segni zodiacali maggio Trionfi del Petrarca L’opera si apre con il carro trionfante di Amore -l’unico carro a essere -esplicitamente descritto - seguito dal corteo guidato da Laura, sotto le forme della Pudicizia, e da un combattimento nel corso del quale il primo corteo lascia il passo al subentrante. Lo stesso schema si ripete nei trionfi successivi: la Pudicizia deve cedere alla Morte, la Morte alla Fama, la Fama al Tempo, che cancella ogni ricordo, Il Tempo all’Eternità che, con la visione celeste della divinità, conclude il poema. I Trionfi del Petrarca • Al secondo quarto del XV secolo risale il periodo di formazione dell'iconografia del trionfo petrarchesco con la figura allegorica sul carro trainata da una coppia di animali, sebbene Petrarca, pur assistendo al passaggio dei diversi cortei, non suggerisca affatto, tranne che per il primo trionfo, la soluzione dei carri in movimento. • L'origine di questa tradizione figurativa non può essere ricondotta peraltro né all‘Amorosa Visione di Boccaccio, il quale "vede" immobili i carri dipinti sulle pareti della stanza del Castello di Amore, né a qualche sconosciuto commento della fine del XIV secolo assai generoso di integrazioni e suggerimenti figurativi, considerando che i primi commenti noti sono posteriori alla stabilizzazione dell'iconografia. Trionfi • Più significativa sembra dunque l'ipotesi della forte influenza esercitata dalle immagini degli spettacoli delle feste allestite nelle vie cittadine in occasione di particolari ricorrenze, cerimonie nuziali, carnevali, ingressi di ospiti illustri, le quali presentavano agli occhi degli spettatori sfilate di carri accompagnati da cortei, con soggetti non solo allegorici e morali o desunti dagli stessi Trionfi, ma anche mitologici e storici; • così, se fu un vero e proprio trionfo d'Amore petrarchesco quello sceneggiato nel 1459 per Pio II, più complessi ed elaborati, con la partecipazione anche delle divinità mitologiche, furono quelli che festeggiavano nel 1475 a Pesaro le nozze di Costanzo Sforza con Camilla d'Aragona. • Miniature dall' Ordine delle nozze di Costanzo Sforza e Camilla d'Aragona, Cod. Urb. Lat. 899, Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano • Altichiero, Trionfo della gloria, 1380-90 circa, dal "De Viris Illustribus", Parigi, Biblioteca Nazionale, ms. Lat. 6069 I L’interesse è presto trapiantato, probabilmente con l'acquisizione di codici padovani, a Firenze, dove giunse a maturazione con le serie incisorie di Maso Finiguerra e Baccio Baldini; Maso Finiguerra, Il Trionfo di Amore, Trionfi del Petrarca, incisioni (II serie), Albertina, Vienna Francesco Pesellino, Trionfo d'Amore, 1445, fronte di cassone, Isabella Stewart Gardner Museum, Boston Francesco Pesellino, Trionfo della Castità, 1445, fronte di cassone, Isabella Stewart Gardner Museum, Boston Francesco Pesellino, Trionfo della Fama, 1445, fronte di cassone, Isabella Stewart Gardner Museum, Boston Jacopo del Sellaio, Trionfo d'Amore, XV sec., particolare di cassone, Museo Bandini, Fiesole Francesco d'Antonio del Chierico, XV sec., miniature, Trionfi del Petrarca Trionfo di Amore, cod. Trivulziano n.905, c.151 Trionfo del Tempo, cod. Trivulziano n.905, c.191 “I figli dei pianeti” • Rappresentazione che mostra l’influenza degli astri sugli uomini e sul loro destino, • Influenza che non riguarda , come nei microcosmi, l’aspetto fisico o, come nella teoria dei 4 temperamenti, il punto di vista medico, • Ma che riguarda la sfera morale e il destino degli uomini, le loro attitudini e i loro mestieri I figli dei pianeti Losbuch in Reimpaaren Fine XIV sec. I figli dei pianeti Christine de Pisan, Epître d’Othéa inizi XV sec. I figli dei pianeti Tropiarium 1000 circa I figli dei pianeti “calendario” di Baccio Baldini, attribuite a Maso Finiguerra 1470 circa I figli dei pianeti Il De Sphaera è un codice miniato nella seconda metà del XV sec. da Cristoforo de Predis. L'argomento trattato è di carattere astrologico: nelle carte iniziali e in quelle finali è compreso un sintetico trattato del sapere astronomico tolemaico. Il nucleo centrale del codice, composto dalle miniature, esemplifica, nel solco della iconografia tradizionale, le influenze dei sette pianeti sugli uomini. I figli dei pianeti Il De Sphaera fu eseguito per la dote di Anna, figlia di Ludovico Sforza, Duca di Milano. Nel 1491 Anna sposò Alfonso d’Este I figli dei pianeti In ciascuna delle carte di sinistra è rappresentato il pianeta nella figurazione antropomorfica, accompagnato dalle "case" zodiacali che presiede e da alcuni versi in volgare che ne descrivono i poteri e gli influssi, illustrati poi sontuosamente nella carta di destra. Si tratta di una summa artisticamente pregevole della fede rinascimentale negli astri, e di un documento del costume delle corti e dei contadi padani: il codice fu infatti eseguito per gli Sforza, signori di Milano, e attraverso i solidi rapporti diplomatici e matrimoniali con gli Estensi giunse a Ferrara e, quindi, a Modena. Zeus Giove De sphaera Mundi, Biblioteca estense di Modena Sec. XV I figli dei pianeti Influssi di Giove De sphaera Mundi, Biblioteca estense di Modena Sec. XV Luna La Luna al navigar molto conforta Et in pescare et uccellare et caccia A tutti i suoi figlioli apre la porta Et anche al sollazzare che ad altri piaccia De sphaera Mundi, Biblioteca estense di Modena Sec. XV I figli dei pianeti I figli della Luna De sphaera Mundi, Biblioteca estense di Modena Sec. XV Marte De sphaera Mundi, Biblioteca estense di Modena Sec. XV miniature di Cristoforo de Predis I figli dei pianeti I figli di marte, De sphaera Mundi, Biblioteca estense di Modena Sec. XV Mercurio Ermes De sphaera Mundi, Biblioteca estense di Modena Sec. XV I figli dei pianeti I figli di Mercurio De sphaera Mundi, Biblioteca estense di Modena Sec. Sec XV Cronos Saturno De sphaera Mundi, Biblioteca estense di Modena Sec. XV miniature di Cristoforo de Predis I figli dei pianeti Filgi di saturno De sphaera Mundi, Biblioteca estense di Modena Sec. XV miniature di Cristoforo de Predis Sole De sphaera Mundi, Biblioteca estense di Modena Sec. XV miniature di Cristoforo de Predis I figli dei pianeti Sole Venere De sphaera Mundi, Biblioteca estense di Modena Sec. XV I figli dei pianeti I figli di Venere De sphaera Mundi, Biblioteca estense di Modena Sec. XV Schifanoia Lato est, mese di marzo Schifanoia Lato est, mese di aprile Schifanoia Lato est, mese di Maggio Schifanoia Lato nord, mese maggio giugno Schifanoia Lato nord, mese di giugno Schifanoia Lato nord, mese di Luglio Schifanoia Lato nord, mese di Agosto Schifanoia Lato nord, mese di Settembre Schifanoia Lato est, mese di Marzo Lato est, mese di Marzo •Carro di Atena/Minerva con i “figli del pianeta” •a sinistra uomini di cultura e magistrati, medici (Minerva medica) •a destra attività della tessitura, della filatura e del ricamo (arti di Minerva) Minerva nume tutelare del mese di marzo • Tiene lancia nella destra e • libro nella sinistra, sul petto l’egida con Medusa, ha in testa una civetta. • Poggia i piedi su uno scudo • Carro trainato da due unicorni (emblema di Borso legato alla sua promessa di Castità per la successione del fratello Ercole) • ai quattro angoli quattro putti con collana di corallo (valore terapeutico del corallo, in rapporto a Minerva Medica) • Anfora (doni degli dei in relazione alle arti). Schifanoia Marzo GIUSTIZIA DEL PRINCIPE Il Duca Borso amministra la giustizia. A destra di fronte ad alcuni sudditi tra cui una vedova con un bambino. Schifanoia Marzo GIUSTIZIA DEL PRINCIPE A sinistra Borso in una battura di caccia, In alto potatura della vite Schifanoia Decani del mese di Marzo Decani del mese di Marzo “Vir niger” uomo vigoroso, carico d’ira, Ha vesti stracciate e ha la vita conta da una corda di cui tiene in mano un capo. Decano della sfera barbarica (indiana) Nella tradizione di Teucro ha una scure, è terrificante, irato e con le mani e le membra ferite. L’introduzione di Abumasar (scritta nel IX sec.) descrive il primo decano dell’ariete come un uomo di carnagione scura di alta statura, forte, dotato di coraggio, adirato, con una veste bianca cinta in vita da una corda I Decano di Marzo Nell’Astrolabium planum di Pietro d’Abano il primo decano dell’ariete è descritto come un uomo con turbante e spada ricurva che avanza minacciosamente. Warburg nel suo articolo “arte italiana e astrologia internazionale nel Palazzo Schifanoia di Ferrara (1912) fu il primo a svelare l’enigma di queste figure. Warburg si accorse che in alcune trascrizioni della sfera di Teucro come paranatellonta del primo decano dell’Ariete c’era la costellazione di Perseo. Warburg ipotizza di vedere in questo primo decano dell’ariete un’antichissimo “travestimento” di Perseo, ormai irriconoscibile. II Decano del mese di Marzo Donna seduta dall’aspetto regale con abito rosso molto sfarzoso e pani svolazzanti. Testo di Abumasar, descrive come secondo decano (sfera indiana) una donna con abito rosso e sopravveste dello stesso colore e ha un solo piede e forme equine. Secondo Warburg la forma di questo decano risale all’immagine della costellazione di Cassiopea, contaminata per la vicinanza della costellazione di Pegaso nella figura di una centauressa. III Decano del mese di Marzo Giovane biondo, elegante e ben vestito, tiene una freccia nella destra e un cerchio nella sinistra. Ha dei lacci appesi ai polsi. Abumasar descrive come terzo decano dell’ariete (sfera indiana) un giovane di carnagione rosea, vestito di rosso, con una verga in mano e un’armilla di legno (bracciale) nell’altra. I lacci al polso potrebbero connettersi con la costellazione di Enioco, l’auriga, che si leva al 15 grado dell’ariete. Il cerchio del personaggio è messo in rapporto con la via lattea (considerata l’unico cerchio visibile del cielo) che attraversa alla cintura la costellazione dell’auriga Enioco mese di Aprile Venere al centro dell’affresco, nume tutelare del mese di Aprile appare su un carro trainato da cigni e approda in un giardino popolato di amanti e ricco di lepri e conigli Venere ha il capo coronato di rose e tiene un pomo nella destra e dei fiori nella sinistra. Nella cintura due amanti sono colpiti dalla freccia di Cupido. Attorno al suo capo volano colombe e sulla sinistra si vedono le tre grazie. Avanza nell’acqua in rapporto con il suo nome Venere tiene incatenato davanti a sé marte in ginocchio adorante, secondo la nota tradizione del Mito che li vede amanti. Procede sulle rive ricche di piante di mirto, pianta sacraa Venere Schifanoia Giardino ricco di melograni, Il personaggio a destra ha in mano un tradizionale simbolo di garofano rosso simbolo didesiderio amore di conigli e lepri Schifanoia Schifanoia Schifanoia L. nord, Aprile Liberalità del principe Borso sta ricompensando con una moneta il buffone di corte Scoccola tra dignitari di corte vestiti sontuosamente. A sinistra il principe torna dalla caccia, mentre in alto in città la liberalità di Borso ha permesso il palio di Ferrara Schifa noia Lato nord, mese di Aprile Il palio di Ferrara Schifanoia Lato nord, mese di aprile Donna dai lunghi capelli biondi e arricciati Vestito rosso semibruciato. Di fronte sta il figlio con una veste dello stesso colore La raffigurazione corrisponde perfettamente al decano (sfera indiana) di Abumasar. Rapporto con la costellazione delle Pleiadi (7 figlie di Atlante e di Pleione) (connesse con il toro). Secondo Manilio chi nasce sotto il segno delle pleiadi curerà molto i propri capelli. I decano Toro Schifanoia Uomo nudo con turbante; indossa stivale e un lungo strascico, e tiene una chiave nella destra. Abumasar sfera indiana decano del toro uomo con una chiave su una nave. L’immagine si ritrova anche nell’Astrolabium planum, secondo decano del toro Uomo nero con zanne di cinghiale. Tiene in mano un serpente alato e una freccia nella sinistra. Ha un cavallo bianco dietro e un cane davanti. Il decano sembra una fusione tra la sfera persiana e indiana di Abumasar persiana: uomo con serpente indiana: uomo con cane e cavallo. L’uomo sembra riproporre la stella di Aldebaran l’occhio della costellazione del toro, descritta da Picatrix in modo simile. Il cavallo è la costellazione di Pegaso, mentre il cane appartiene alla costellazione di Orione, il grande cacciatore. Schifanoia Lato est, mese di Maggio Schifanoia Lato est, mese di Maggio Apollo arriva su un carro trainato da quattro cavalli e condotto da una figura femminile (Aurora o, secondo altri, la luna). Tiene arco e freccia in una mano e il disco solare nell’altra (Apollo/Sole). A sinistra 4 falchi un tripode rivestito dalla pelle di un serpente (Pitone) e un gruppo di uomini Schifanoia A destra serie di putti con corallo si pongono in rapporto alla funzione di Apollo come medico Schifanoia Lato est, mese di Maggio le 9 Muse, la fonte Castalia e Pegaso Si intravede un gruppo di cavalieri e doveva raffigurare Borso che riceveva in omaggio da suoi Contadini.Infatti lo scrittore Girolamo Baruffaldi descrive l’affresco: “il duca assiso privatamente su d’una sedia con in mano il bastone ducale, il quale con il volto ridente e festevole riceve un canestro pieno di cerase”. A sinistra lavori dei campi. Un contadino raccoglie frutti da un ciliegio , due tagliano il fieno e dietro l’arco altri coltivano il lino Schifanoia Lato est, mese di Maggio Decano di Maggio Figura nobilmente vestita con un bastone nella destra con la sinistra fa un gesto di benevolenza nei confronti di una figura inginocchiata davanti a lui. Risultato di una complessa interpretazione del testo di Abumasar. Un uomo che con una verga guida due carri tenuti da due aurighi e rappresenterebbe la costellazione dell’auriga. Il testo è stato frainteso dai traduttori dall’arabo e qui si è trasformato in un uomo con verga che “guida” un secondo uomo. Elsabeth Jaffé ha dimostrato che la figura è dovuta ad una serie continua di cattive interpretazioni Schifanoia Due uomini nudi uno è inginocchiato e l’altro suona il flauto. In Abumasar abbiamo il decano (sfera persiana) rappresentato come un uomo detto Ercules inginocchiato. L’Engonasin a noi ben noto. Schifanoia I paranatellonta del terzo decano dei Gemelli, da Georgius Zothorus Zaparus Fendulus, Liber astronomiae (ovvero Abu ma’sar, Introductio in astrologiam, (1325-1350). L’Engonasin non è riconosciuto ed è associato con Apollo, infatti le due stelle Castore e Polluce che sono associate ai gemelli sono anche dette da Tolomeo Ercole e Apollo. Schifanoia Figura elegante con arco e frecce e una faretra. Abumasar parla di un uomo con arco e faretra che tiene in mano una freccia e ha intenzione di dedicarsi a composizioni musicali, canti, giochi. Borso riceve dunque i benefici influssi di Apollo Schifanoia Lato nord, mese di giugno Lato nord, mese di giugno Trionfo di Mercurio su carro tirato da aquile, con caduceo e liuto. Lato nord, mese di giugno A sinistra tre personaggi suonano il flauto, mentre in basso lupi (simboli solari) e scimmie (simboli lunari) si fronteggiano a significare l’armonia. A destra attività della mercatura Lato nord, mese di giugno Accanto si vede Argo dai cento occhi (storia della liberazione di Io) accanto alla mandria dei buoi che Mercurio rubò bambino. Schifanoia Lato nord, mese di giugno A sinistra alcuni personaggi con abiti sontuosi, rappresentano poeti e retori protetti dal dio Schifanoia Lato nord, mese di giugno A destra alcuni sono illustrate attività commerciali Lato nord, mese di giugno A sinistra sotto l’architettura un uomo inginocchiato si rivolge supplice a Borso, Lato nord, mese di giugno A destra Borso va a caccia con i suoi dignitari Lato nord, mese di giugno In alto lavori di mietitura Schifanoia Decani del cancro, mese di giugno I decano di giugno Giovane seminudo, con un ramo frondoso che copre il corpo, in origine teneva un oggetto, non più visibile. Abumasar (sfera indiana) cita come decano del cancro un bel giovane o un satiro coperto di frutta e fronde con mani e corpo contorti. Questa figura è connessa con la costellazione di Orione, che nel mito, si comporta come un satiro quando, ebbro, violenta Merope II Decano di giugno Schifanoia Due donne, una in piedi con le mani incrociate sul grembo, la seconda seduta su un cuscino di un bianco splendente, tiene con la destra un bastone e porta in capo un diadema. Risultano dalla combinazione della sfera indiana ( donna con corona regale di mirto rosso e bastone) e persiana (la seconda delle tre grazie) di Abumasar. La figura è una trasformazione dell’astro Sirio (secondo Picatrix). III decano di giugno Ha tratti mostruosi: piedi palmati e unghiati. Sull’uomo si avventa un drago. Il piede poggia su una nave piena d’oro e d’argento. Corrisponde alla sfera indiana di Abumasar uomo che ha i piedi come una tartaruga, sopra il quale si avventa un drago che si accinge a salire su una barca. Adattamento della costellazione della nave Argo. Schifanoia Schifanoia Lato nord, mese di Luglio Lato nord, mese di luglio Sul carro tirato da due leoni giungono Giove e Cibele. Giove ha abiti regali con corona e tiene in mano un fiore nella sinistra e uno scettro a tre punte nella destra. Sopra il carro vola un’aquila. Cibele ha una corona turrita e tiene uno scettro e un oggetto, identificato come un mazzo di chiavi. Lato nord, mese di luglio A destra alcuni personaggi in veste sacerdotale con strumenti musicali (giove protettore dei cristiani). Dietro alcuni soldati Lato nord, mese di luglio In secondo piano Attis che nel mito è l’innamorato di Cibele che punito per il suo tradimento con l’evirazione . A sinistra un matrimonio che Warburg ha identificato con il matrimonio di Galeotto da Mirandola con Bianca Maria d’Este celebrato nel luglio 1468. Lato nord, mese di luglio In secondo piano Attis che nel mito è l’innamorato di Cibele che punito per il suo tradimento con l’evirazione Lato nord, mese di luglio . A sinistra un matrimonio che Warburg ha identificato con il matrimonio di Galeotto da Mirandola con Bianca Maria d’Este celebrato nel luglio 1468. Lato nord, mese di luglio A sinistra Borso si reca a caccia, al centro riceve i suoi sudditi e si prepara alla caccia. In basso alcune contadine immergono nell’acqua i fasci del lino Schifanoia Lato nord, segno leone mese di luglio I decano di luglio Uomo in abiti talari seduto su un albero frondoso sui rami si trovano un cane ed un uccello. Abumasar I decano del leone. Un cane e un avvoltoio su un albero insieme ad un uomo che indossa abiti sporchi. Si tratta di un riadattamento della costellazione dell’idra che ha sul dorso le costellazioni del corvo e della coppa II Decano del leone Uomo dal naso camuso, con ghirlanda in capo freccia nella destra e arco nella sinistra. Indossa abito di colore leonino e appoggia un ginocchio a terra. Corrisponde al decano del leone di Abumasar ed è un riadattamento di Sirio Schifanoia III decano del leone Orribile vir niger che tiene nella sinistra un coscio di carne e ne addenta un pezzo che tiene con la destra. Ha una spada appesa alla cintura. In Abumasar (sfera indiana) è descritto un uomo di carnagione scura, orribile con in bocca frutta e carne e che tiene in mano un orcio. Probabile identificazione con la costellazione Boote il guardiano del carro dell’Orsa. Schifanoia Lato nord, mese di Agosto Lato nord, mese di agosto Cerere avanza su un carro tirato da grifoni tiene in mano un mazzo di spighe. Sulla destra è raffigurato il ratto di Proserpina. Scene di aratura e semina e di raccolta e conservazione del raccolto messo sotto una tettoia a destra sotto gli occhi di un gruppo di mercanti. Lato nord, mese di Agosto A destra Borso riceve dei dignitari, mentre al centro e a sinistra si prepara alla caccia al falcone Schifanoia I decano della vergine Tipo della virgo infera (Proserpina) dai capelli biondi e lunghi. Tiene in mano un mazzo di spighe (attributo di Demetra sua madre) e una melagrana. Abumasar descrive la figur ama senza la melagrana. Considerata in rapporto alla stella Spica (alfa virginis) Uomo seduto dall’aspetto orientale con baffi barba a doppia punta e turbante in capo. Regge una tavola per conteggiare e tiene uno stilo. Perfettamente coincidente ocn il decano della sfera indiana di Abumasar Interpretazione di Arturo la stella più luminosa di Boote. Donna inginocchiata in preghiera con abito monacale. Coincide con il decano della sfera indiana di Abumasar. Interpretata come riadattamento della Vergine Schifanoia Lato nord, mese di Settembre Lato nord, mese di Settembre Vulcano (ipotesi interpretativa riaccettata) su carro trainato da scimmie. Vulcano indica in basso con la mano verso le scimmie (associate a Vulcano per un fraintendimento di un passo di Servio). A sinistra la fucina di Vulcano con i Ciclopi e a sinistra. A destra i dodici figli di Eolo che aiutano il fuoco e in basso due amanti (forse Marte e Venere) Lato nord, mese di Settembre Borso riceve gli ambasciatori dei veneziani. Alcuni vendemmiatori staccano uva da un pergolato. Accanto ai cani cereali maturi Giovane con corpetto molto chiaro che soffia in un lungo flauto e tiene nella sinistra un uccello legato ad un bastone e capovolto. Abumasar parla di un uomo con una bilancia in mano, ma Picatrix e il lapidario di Alfonso presentano già questa figura. Si tratta di una costellazione fantasma della sfera di Teucro, che indica che siamo entrati nella stagione invernale. Uomo vestito di panni svolazzanti che compie uno strano gesto con le mani alzate e le palme rivolte verso l’alto. E’ inginocchiato e sembra volgia spiccare il volo Coincide con il decano della sfera indiana di Abumasar. Interpretazione di Engonasin Arciere che sembra voler trafiggere una sua vittima, rappresentata da un uomo con le mani intrecciate in un gesto di disperazione. Risulatto della fusione tra due decani della sfera indiana e persiana di Abumasar Rileborazione della costellazione del centauro e della costellazione della Bestia
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