Luglio 2016 - CSI Piemonte

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Luglio 2016 - CSI Piemonte
LUGLIO 2016
Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) MP-NO/TORINO - art. 1, comma 1, Anno 2016 n. 1
RACCONTIAMO LA PA CHE INNOVA
SMART WORKING,
LA RIVOLUZIONE DEL LAVORO
Flessibilità, controllo sul proprio
tempo e focus sugli obiettivi.
Come sta cambiando
il mondo del lavoro?4PAGINA 2
TERRITORIO, IL SAPERE È TUTTO
Cambio d’abito per “Piemonte
Informa”. Le notizie regionali
si rifanno il look 4PAGINA 5
“Giornali del Piemonte”,
on line un'edicola del nostro
tempo4PAGINA 5
Competenze e culture digitali.
Il punto a Roma, in un convegno
del CSI4PAGINA 6
Meno consumi e più
risparmi in bolletta, grazie
a Enercloud+4PAGINA 6
Smart Working e gestione del
territorio sono le due chiavi di lettura
di questa prima edizione cartacea di
Nuovistrumenti.it targata 2016.
Al tema del “lavoro intelligente” sono
dedicati gli articoli di pagina 2, che
ripropongono i pezzi pubblicati on line
all’interno dello speciale dello scorso
aprile. Articoli che evidenziano da un lato
come il fenomeno sia ormai dilagante
in molte realtà imprenditoriali italiane
(il 48% delle aziende medio-grandi ha
adottato questo modello o pensa di farlo
a breve) e dall’altro come anche il CSI
stia lavorando per introdurlo al proprio
interno, portando a compimento un
percorso avviato con la pubblicazione
della Carta dei Valori aziendale, i numeri
molto più che positivi del progetto
telelavoro (che interessa 59 lavoratori)
e il piano di formazione manageriale.
Agli strumenti e alle competenze
necessarie per la conoscenza e la
gestione del territorio è dedicato invece
l’inserto speciale del numero, che si
apre con una significativa infografica sul
consumo del suolo in Piemonte.
Si tratta di un tema, infatti, sul quale il
CSI lavora da oltre trentacinque anni
insieme alla Regione Piemonte e agli altri
enti piemontesi per offrire loro strumenti
sempre più precisi per interpretare i vari
fenomeni in gioco e aiutarli a prendere
sempre la decisione migliore per il bene
comune. Perché è la tecnologia, anche in
questo caso, che fa la differenza.
SMART WORKING
flessibilità e obiettivi chiari
Più controllo sulla gestione del proprio tempo, maggiore
flessibilità nel lavoro e una nuova mentalità professionale,
orientata agli obiettivi. Sono le caratteristiche dello “smart
working”, la filosofia manageriale che sta cambiando il mondo
del lavoro e che sta interessando un numero sempre maggiore
di aziende, restituendo alle persone - secondo l’Osservatorio
Smart Working del Politecnico di Milano - “flessibilità e
autonomia nella scelta di spazi, orari e strumenti da utilizzare a
fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati”.
I numeri del fenomeno ne confermano il successo. Secondo
l’Osservatorio, infatti, già il 48% delle medie-grandi imprese
italiane ha adottato questo nuovo modello o ha iniziato a
lavorarci. Mentre il 37% si dichiara molto interessato. Se poi
andiamo a vedere i casi specifici (fonte Corriere della Sera),
scopriamo che le aziende più virtuose sono realtà come
Vodafone (3.500 lavoratori in smart working), Intesa Sanpaolo
(3.000), Plantronics (2.500) e Unicredit (1.800). Solo per citare
le prime posizioni. Con modelli organizzativi studiati caso per
caso, che vanno dalla massima flessibilità a periodi di lavoro
“intelligente” di uno o due giorni alla settimana.
“Lo smart working non è una forma evoluta di telelavoro”, spiega
Laura Di Marco, dell’Area Gestione e Sviluppo Risorse Umane
del CSI. “La prestazione dell’attività lavorativa è fatta con piena
libertà di scelta su sede, strumenti e connettività”. Non ci sono
postazioni fisse, né orari prefissati. “Contano i risultati che si
ottengono, non la presenza sul luogo di lavoro”.
Il CSI, oggi, è pronto ad avviare una propria sperimentazione.
Già nell’ultimo anno sono state portate avanti alcune iniziative
coerenti con l’evoluzione rappresentata dallo smart working.
“Se le nuove tecnologie hanno reso possibile il ricorso allo
smart working - spiega Giovanni Rubino, Direttore Risorse
Umane e Facility Management del CSI -, questa nuova
modalità di prestazione dell’attività lavorativa è correttamente
implementabile solo attraverso un cambiamento organizzativo
e culturale, sia dei lavoratori sia del management, ispirato ai
principi della Carta dei Valori di cui il Consorzio si è dotato.
Nella stessa direzione vanno altre iniziative come il piano di
formazione manageriale e il processo di valutazione delle
competenze”.
L’obiettivo adesso è di mettere a punto un progetto sperimentale
che affronti tutti gli aspetti coinvolti dalla tematica, a cominciare
dall’individuazione dei profili professionali più adatti, per
proseguire nella scelta degli interventi formativi più idonei,
senza tralasciare gli aspetti legati alla sicurezza e alla logistica.
“Come per la gran parte delle soluzioni di sviluppo organizzativo
e delle persone”, conclude Rubino, “non esiste un unico modello
che stia bene a tutti. Vanno individuate le soluzioni che, almeno
per una prima fase, riescano a coniugare al meglio le diverse
esigenze. Ed è proprio quello che vogliamo fare nel prossimo
futuro”.
Telelavoro, il bosco virtuale del CSI
Oltre 500mila chilometri di strada in meno percorsi. 83mila kg
di anidride carbonica risparmiati. In pratica come aver piantato
un bosco virtuale di oltre 4 ettari. Sono i numeri del telelavoro in
CSI Piemonte, che interessa oggi 59 telelavoratori. “Gli obiettivi
erano molti”, spiega Laura Di Marco, dell’Area Gestione e Sviluppo
Risorse Umane del CSI. “Primo fra tutti quello di favorire la
conciliazione tra vita professionale e personale, specie per chi
si trova in situazioni di difficoltà logistica, familiare o di salute”.
Per favorire il lavoro delle persone coinvolte il CSI ha garantito la
necessaria connessione di rete, puntando su tecnologie
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innovative come il virtual desktop e creando un forum apposito
per lo scambio di esperienze e opinioni.
“Nessuno ha notato cali di produttività”, spiega Di Marco. “Anzi
nel 20% dei casi si sono registrati aumenti di efficienza e il
monitoraggio su assenze e permessi ha mostrato una riduzione
del 34% durante la sperimentazione e del 56% nel primo trimestre
di avvio”. I telelavoratori, dal canto loro, hanno riscontrato un
aumento della concentrazione e si sono sentiti più produttivi.
Sempre dal punto di vista dei dipendenti, inoltre, il telelavoro
ha aumentato autonomia e responsabilizzazione personale.
Il 78% si è detto felice di aver potuto superare le difficoltà
logistiche dovute alla distanza dal luogo di lavoro.
Alla fase di sperimentazione, iniziata nel 2013, è seguita, il 1°
luglio 2015, la sottoscrizione di un accordo sindacale con le
RSU aziendali che, spiega Giovanni Rubino, Direttore Direzione
Risorse Umane e Facility Management, “ha regolato modalità
di presentazione e valutazione delle domande, definendo le
posizioni organizzative non telelavorabili, le modalità di gestione
del personale in telelavoro, le strumentazioni tecniche previste
e gli aspetti di sicurezza sul lavoro”. Il risultato, oggi,
è un’azienda più vicina alle esigenze dei propri dipendenti.
Perché la produttività parte in primo luogo dalla serenità
di ognuno di loro.
“Più libera, grazie
al telelavoro”
“Io abito a Caprie, in Valsusa. Da casa mia
all’ufficio ci sono almeno quaranta minuti di
macchina all’andata e quaranta al ritorno.
Da quando usufruisco del telelavoro mi sono
innanzitutto riappropriata del mio tempo”.
A parlare così è Raffaela Montuori, sviluppatrice
software in CSI dal 2003 e telelavoratrice
da un anno e mezzo.
Raffaela, quando e perché hai deciso di fare
richiesta per il telelavoro?
“Nel 2014 mi sono proposta per la seconda
fase della sperimentazione, proprio per riuscire
a conciliare meglio la vita professionale con
quella privata. Così ho concordato di poter
lavorare da casa due giorni alla settimana,
il martedì e il venerdì. Al di là del tempo perso
in macchina, l’ho fatto anche per poter passare
più tempo con mia figlia, che oggi ha sei anni
e che finalmente riesco ad andare a prendere
a scuola due volte alla settimana, cosa che
prima mi era praticamente impossibile.
Come si struttura una tua giornata tipo
da telelavoratrice?
Paradossalmente mi sento molto più pronta
e produttiva stando a casa. Se prima arrivavo
in ufficio verso le 9.15 di mattina, adesso alle
8-8.15 sono già operativa sul lavoro che devo
fare e che ho concordato i giorni precedenti
con la mia responsabile. E posso concentrarmi
solo sulle cose da fare, senza riunioni o altre
distrazioni. Dal punto di vista tecnico non ho
alcuna limitazione. Utilizzo il mio notebook
aziendale collegato in rete grazie al modem
Wi-Fi portatile che da qualche giorno
ha sostituito l’accoppiata “rete Adsl privata
e VPN”.
I tuoi incarichi sono in qualche modo
cambiati?
Assolutamente no. Io mi occupo di sviluppo
Java per la piattaforma Contabilia e continuo
a svolgere sempre gli stessi incarichi, compresa
la gestione dei diversi ambienti di lavoro
(test, collaudo, rilascio) e l’installazione delle
nuove componenti software che arrivano dal
fornitore esterno e che dobbiamo integrare nel
nostro sistema.
A distanza di un anno come giudichi questa
esperienza?
Molto positiva! Non mi ha dato solo
la possibilità di gestire al meglio la mia vita,
ma anche quella di sentirmi più
responsabilizzata nella gestione di tutti gli
aspetti del mio lavoro, compresa la libertà
di poter individuare le priorità e gestire
le eventuali urgenze. Insomma, ho intenzione
di usufruirne a lungo!
LUGLIO 2016
Nuova veste per le notizie dalla Regione
Cambio di abito per Piemonte Informa, l’agenzia di notizie
quotidiana on line della Regione Piemonte. La nuova versione,
sempre consultabile all’indirizzo www.regione.piemonte.it/
pinforma, è stata realizzata dal settore Stampa e Nuovi media
della Regione e dal CSI Piemonte. Tra le caratteristiche: una
nuova impostazione grafica, un’impaginazione più semplice,
l’introduzione di categorie tematiche facilmente identificabili,
il suggerimento di modalità di approfondimento durante la
navigazione per mezzo dei tag e un maggiore spazio alla
multimedialità con gallerie di filmati e fotografie.
“Abbiamo personalizzato anche il back end basato su Joomla –
spiega Gabriella Ferraresi, Project manager dell’area Soluzioni
web e mobile – per permettere alla Redazione di inserire
contenuti, immagini e video ancora più facilmente”. “Il lavoro di
riprogettazione – aggiunge Stefano Moro, Business Information
Manager della Direzione Governo Servizi e Soluzioni applicative
per la PA del CSI Piemonte – fa parte di un progetto più ampio e
organico sulla comunicazione web regionale, che ha prodotto il
primo risultato a luglio, con la pubblicazione della nuova home
page del sito della Regione Piemonte”.
L’agenzia Piemonte Informa ha offerto le sue prime notizie nel
2006, dieci anni di informazioni giornaliere di interesse pubblico
su svariati temi, dall’ambiente all’istruzione, dall’economia alla
sanità.
I giornali del Piemonte: on line un’edicola del tempo
Oggi, con www.giornalidelpiemonte.it, tutti possono consultare
gratuitamente l’archivio digitale dei numerosi giornali locali
pubblicati in Piemonte. Un patrimonio prezioso che parte
nel 1846 e che oggi si compone di oltre 100 testate, con una
tiratura settimanale di 600 mila copie e 2,5 milioni di lettori.
Il tutto facilmente fruibile grazie alla piattaforma web
realizzata dal CSI Piemonte per la Regione Piemonte
e il Consiglio regionale.
Curiosando tra le pagine di giornale digitalizzate – oltre un
milione e 600 mila – si può scoprire ad esempio che cosa è
successo 50 anni fa il giorno del proprio compleanno, oppure
fare ricerche storiche per ricostruire politica, economia e
società locale, o ancora trovare materiali e documenti originali
utili a livello professionale, per scrivere un articolo o preparare
una lezione in classe. Presentando il progetto, il Presidente
del Consiglio regionale Mauro Laus ha ricordato che “il ricco
complesso dell’informazione locale del Piemonte rappresenta
un elemento fondamentale dell’identità della nostra regione, lo
strumento attraverso cui i lettori e le loro famiglie condividono
le notizie di interesse locale e conoscono anche quelle di più
ampio raggio. Questo nuovo portale, disponibile per l’intero
universo del web, racchiude oltre un secolo di storia della vita
dei piemontesi”. Alla sua realizzazione hanno partecipato la
Federazione degli editori dei giornali locali (Fipeg) e la rete delle
Biblioteche piemontesi. Sono loro, infatti, a possedere le annate
complete dei giornali e ad aver partecipato ai programmi
regionali che ne hanno consentito la digitalizzazione.
“I Giornali del Piemonte”, infatti, ha due precedenti illustri
che hanno tracciato la strada: Mentelocale, la piattaforma
tecnologica che dal 2006 permette di consultare in modalità
digitale le fonti giornalistiche del territorio, e TecaDigitale, il
servizio di ricerca e consultazione di oltre 200 periodici e 800
monografie corredati delle informazioni catalografiche, tra cui
i giornali e i periodici storici pubblicati in provincia di Cuneo,
“La Nuova Periferia” di Settimo Torinese e l’edizione piemontese
de “L’Unità” dal 1945 al 1957. Senza dimenticare il progetto di
digitalizzazione dell’Archivio Storico “La Stampa”.
“Abbiamo collaborato con la Regione e il Consiglio regionale
come partner tecnico nei diversi progetti di digitalizzazione dei
giornali e nella realizzazione delle piattaforme web per la libera
consultazione”, commenta Riccarda Cristofanini della Direzione
governo servizi e soluzioni applicative per la PA del CSI.
“Abbiamo inoltre ideato un video tutorial e una campagna
di comunicazione social che valorizza gli svariati usi del sito”.
L’archivio I Giornali del Piemonte si alimenta con le nuove
pagine pubblicate ogni giorno dalle testate locali.
“Questo portale è una cosa viva” ha sottolineato Domenico
Tomatis, direttore della Comunicazione del Consiglio regionale.
Sono in programma inoltre l’arricchimento del portale con
nuove funzioni, come la mappa cliccabile, la possibilità di
sfogliare le pagine, e il caricamento di più di 40 anni di numeri
della rivista istituzionale “Notizie della Regione Piemonte”.
Il lavoro nelle foreste
è più sicuro grazie
a una App
I cantieri forestali sono luoghi molto
particolari: una grossa componente del
lavoro è ancora oggi pratica e manuale e
viene svolta in un ambiente che presenta
un alto potenziale di rischio per la
sicurezza degli addetti.
La Regione Piemonte ha pensato che
la tecnologia potesse rispondere alle
esigenze specifiche delle imprese forestali
e ha chiesto al CSI di sviluppare uno
strumento in grado di contribuire alla
sicurezza dei cantieri. È nata così la App
“Cantieri forestali sicuri”, disponibile
gratuitamente in formato Android e iOS
per smartphone e tablet, oltre che in
versione web utilizzabile da PC.
Ma cosa si può fare con questa App? Per
cominciare, essa offre una sezione teorica
sul quadro normativo della sicurezza
per i cantieri forestali, consultabile in
versione sintetica anche da dispositivi
mobili. Sono poi presenti sei questionari
di autovalutazione, che permettono di
definire in modo autonomo il grado di
sicurezza del proprio cantiere e di fare
scelte adeguate nella fase di allestimento.
I responsabili delle ditte iscritte all’Albo
delle imprese forestali del Piemonte
e i direttori dei lavori delle squadre
forestali hanno a disposizione un’area
ad accesso riservato, dove è possibile
consultare l’elenco dei cantieri e la loro
tipologia, crearne di nuovi, modificarne le
caratteristiche. I responsabili e direttori
dei cantieri possono inserire la data di
apertura del cantiere, la durata stimata
dei lavori, i riferimenti degli operatori e le
informazioni utili per la localizzazione.
Più le informazioni inserite sono complete
e dettagliate, più sarà agevole, in caso
di incidente, la localizzazione da parte
del 118 per un intervento di emergenza.
L’applicazione offre infatti una funzionalità
che permette a tutti i presenti nel cantiere
di attivare attraverso smartphone
una richiesta di soccorso. Per ora la
chiamata è collegata al 118, ma sarà
presto trasferita al 112, non appena sarà
pienamente operativo il numero unico
europeo di soccorso.
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LUGLIO 2016
COMPETENZE E CULTURE DIGITALI
Il punto a Roma, in un convegno
“Dobbiamo essere consapevoli che il digitale oggi deve diventare
uno degli elementi essenziali per la comunità, per la sua crescita
e per il suo benessere. La strategia sul digitale non deve essere
solo per addetti ai lavori: dobbiamo lavorare a un programma
complessivo, ovvero a un progetto per il Sistema Paese
definendo chiaramente finalità e risorse. Il Governo si è mosso
per questo obiettivo, ma ora serve una maggiore integrazione
fra tutti gli attori”. Lo ha affermato il Sottogretario di Stato per la
Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Angelo Rughetti,
intervenendo al convegno “Competenze e culture digitali a
confronto”, che si è tenuto lo scorso 13 aprile a Roma, presso la
Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”.
Organizzato dal CSI Piemonte, l’evento ha voluto fare il punto
sulla diffusione delle competenze digitali a livello nazionale.
“C’è un’intensa produzione di documentazione intorno ai temi
dell’Agenda Digitale”, ha spiegato il Presidente del Comitato
Tecnico Scientifico del CSI Giulio Lughi (autore anche del
documento di inquadramento del convegno).
“Alcuni sono chiaramente individuabili, dalla banda larga alle
infrastrutture, dai servizi digitali PA-cittadini all’innovazione
digitale per le imprese, altri come le competenze e le culture
digitali rischiano di funzionare come termini ombrello, in quanto
più complessi e articolati”.
Le classifiche internazionali, per altro, posizionano il nostro Paese
agli ultimi posti: nelle abilità fondamentali per la partecipazione
alla vita e alla crescita civile l’Italia è in coda alle classifiche,
come risulta dalle ricerche dell’Ocse Programme of International
Assessment of Adult Competencies. Dai lavori del convegno è
emerso che discutere di questi temi non significa solo parlare
di digitalizzazione tecnologica. Per superare questi ritardi è
necessario distinguere chiaramente i due piani di intervento, quello
delle competenze e quello delle culture. Le prime vanno viste come
insiemi di saperi che permettono di procedere operativamente, a
corto raggio d’azione e su breve durata. Le seconde, invece, vanno
viste come capacità articolate di sviluppare le proprie competenze
con una visione a largo raggio e di lunga durata, attraverso
scelte strategiche funzionali alla complessità della società
contemporanea. Così come serve evitare la frammentazione degli
interventi. “Ogni realizzazione deve avere una regia coordinata per
avere successo”, ha commentato l’Assessore all’Innovazione della
Regione Piemonte Giuseppina De Santis. “Il CSI ha storicamente
avuto un ruolo importante in questo senso per il territorio
piemontese. E oggi stiamo lavorando per creare le condizioni
affinché possa continuare a essere un grande player ICT in linea
con le attuali esigenze del settore”.
Le competenze digitali sono fondamentali anche per Juan
Carlos De Martin, co-fondatore e co-direttore del Centro Nexa
del Politecnico di Torino. La cultura digitale è importante al pari
delle infrastrutture e dei servizi. “Gli Stati Uniti, paese leader nella
storia dell’industria informatica, hanno saputo portare avanti una
importante riflessione interdisciplinare su questi temi”, ha spiegato
De Martin. “Si sono chiesti da subito che impatto
avrebbero avuto queste nuove macchine sui
trasporti, sull’educazione, sulla democrazia stessa.
All’inizio sembravano ragionamenti futuristici,
ma alla fine hanno creato quell’humus culturale
che permette di vedere le cose in anticipo, anche
dal punto di vista economico e imprenditoriale.
Dobbiamo aiutare le imprese, la pubblica
amministrazione e i cittadini a immaginare il futuro.
Ma serve cultura, sia generale che specifica”.
Ulteriori informazioni sul Convegno sono
disponibili sul sito del CSI Piemonte.
Meno consumi e più risparmi, con Enercloud+
Leggere nel modo giusto le informazioni disponibili può rivelarsi
molto utile e consentire risparmi economici rilevanti. È questo
il principio sul quale si basa il progetto Enercloud, nato da
un’iniziativa della Provincia di Torino ed evoluto in Enercloud+,
gestito dalla Regione Piemonte e sviluppato da CSI e Istituto
Mario Boella. Si tratta di un applicativo di energy management
che, attraverso la lettura delle bollette, permette alla Pubblica
Amministrazione di monitorare i consumi energetici degli edifici
e dei sistemi di illuminazione. Non disponendo solitamente di un
sistema strutturato di contabilità energetica, le PA vanno spesso
incontro a costi di gestione molto alti, dovuti a un dispendio
energetico eccessivo. I Comuni del Piemonte hanno ora la
possibilità di utilizzare gratuitamente Enercloud+, che registra
i consumi desumibili dalle bollette e restituisce report sintetici
e chiari. L’amministrazione può confrontare i valori rilevati nei
propri edifici con i benchmark messi a disposizione dal sistema e
identificare eventuali anomalie. La conoscenza dei dati permetterà
azioni correttive mirate, avviando un percorso di riqualificazione
energetica del patrimonio pubblico. Si stima che il solo controllo
regolare delle bollette possa già determinare risparmi significativi.
Per utilizzare Enercloud+ è necessario accedere a
Sistemapiemonte nell’area dei servizi per la PA. Nella pagina
dedicata, i Comuni trovano il manuale per l’utilizzo e le modalità
per autenticarsi e per ottenere eventuale assistenza. I Comuni
piemontesi attivi oggi sono già oltre 90.
Enercloud+ è stato presentato a maggio durante un workshop
organizzato nell’ambito del progetto europeo Data4Action, che
esplora nuove modalità per migliorare l’accesso ai dati energetici.
È inoltre uno dei progetti sviluppati all’interno del CSI Innovation
Center presso l’Istituto Superiore Mario Boella.
Biella e Vercelli pronte a
diventare “Smart City”
Traffico, qualità dell’aria, parcheggi
disponibili, mezzi di trasporto. Oggi i big
data e l’Internet of Things migliorano
davvero la nostra vita quotidiana. Tutto
quello che serve sono dei sensori dislocati
sul territorio e un sistema che sia in grado
di raccogliere e analizzare i dati.
Ad aggiungere un tassello in più ci pensa
“Big IoT”, progetto approvato nell’ambito
del Programma Horizon 2020 (8 milioni
di euro) che vuole far parlare fra loro le
diverse piattaforme IoT, ottimizzando
le risorse. A coordinare il tutto sarà la
tedesca Siemens, che si avvarrà della
collaborazione di altri 13 partner europei,
fra cui anche il CSI Piemonte.
A testare la bontà del progetto saranno
alcuni casi pilota, uno dei quali nelle
due città piemontesi di Biella e Vercelli .
Per farlo verranno realizzati alcuni casi
d’uso che permetteranno, per esempio, di
suggerire il percorso con la migliore qualità
dell’aria per i ciclisti cittadini o di indirizzare
gli utenti verso le stazioni di bike sharing
con più stalli liberi. Ma che verranno anche
in aiuto degli automobilisti, indicando
la disponibilità dei posti nei parcheggi o
dando informazioni di dettaglio sul traffico.
“Si tratta di interventi – spiega il Sindaco
di Vercelli Maura Forte – che ci aiuteranno
a delineare la nostra identità di smart
city, sperimentando nuovi servizi per i
cittadini in modo non invasivo per le casse
pubbliche”.
“Il progetto – aggiunge l’Assessore alle
Politiche Europee del Comune di Biella
Fulvia Zago – ci permetterà grandi passi
avanti nella gestione delle informazioni
sull’aria che respiriamo e sul traffico.
Le ricadute in termini di pianificazione
strategica e policy making saranno enormi
e ci consentiranno di tutelare quello che ci
sta più a cuore: la salute e la qualità di vita
delle persone”.
nuovistrumenti.it
Periodico del CSI Piemonte
per la Pubblica Amministrazione e i cittadini
CSI Piemonte
C.so Unione Sovietica 216 - 10134 Torino
www.csipiemonte.it
PRESIDENTE
Riccardo Rossotto
DIRETTORE GENERALE
Ferruccio Ferranti
DIRETTORE RESPONSABILE
Maurizio Gomboli
REDAZIONE
Michaela Garbarino, Marzia Magnifico
Elena Romagnolo, Flavia Zamboni
[email protected]
STAMPA
L’Artistica Savigliano
Registrazione presso il tribunale
di Torino n. 3069 del 18/06/81
Sped. in abb. post. - Pubbl. 50%
n. 1/2016 Torino
LUGLIO 2016
Chiuso in redazione 12/07/2016
6
&
GLI APPROFONDIMENTI
CONSUMO DEL SUOLO
POPOLAZIONE
Quando si parla di consumo del suolo,
è naturale pensare che esso sia direttamente
proporzionale alla crescita demografica:
più aumenta la popolazione, maggiore è la
superficie di territorio occupato
e consumato.
Le cose però non stanno esattamente così.
I dati rilevati nella Provincia di Torino a
partire dal 1920 mostrano come nei decenni
il consumo del suolo sia aumentato
in modo costante, anche in corrispondenza
di un considerevole calo demografico.
Nonostante la popolazione nell’ultimo
decennio sia diminuita, le città hanno
continuato a crescere.
1920
1940
1960
1980
2000
Il consumo di territorio pro capite è in costante aumento, a causa della
frammentazione dei nuclei famigliari.
Se la popolazione nel suo complesso è diminuita, sono però aumentate
le famiglie, spesso formate da un solo individuo o due.
Ogni nucleo occupa un’abitazione e usufruisce di servizi e dunque “mangia”
suolo. E in effetti l’andamento del consumo del suolo è uniforme
con il trend di crescita delle famiglie.
118,9
117,7
115,1
119,5
118,5
113,7
100,5
102,9
100,5
105,6
104,4
99
100
100
2010
2012
2006
2000
100
1990
3
GLI APPROFONDIMENTI
L’UOMO E IL TERRITORIO una storia sempre nuova
Dalle carte a bastoncini polinesiane alle missioni
spaziali, l’uomo ha sempre avuto bisogno di conoscere
e rappresentare lo spazio circostante. Oggi, grazie
agli smartphone, cercare informazioni sulla nostra
posizione è diventato un gesto quotidiano, quasi
automatico. Dietro a questa apparente semplicità
si nasconde però un universo di conoscenza ricco e
complesso, che permette, tra le altre cose, di prevenire
catastrofi naturali, costruire opere pubbliche, valutare il
consumo del suolo o gestire le risorse idriche. Stiamo
parlando di “governo del territorio”. Ma cosa si intende
esattamente con questa espressione? Prima di tutto ci
si riferisce a dati e strumenti geografici adeguati.
E sono proprio questi i punti di forza dell’attività
che il CSI svolge da 35 anni per le amministrazioni
piemontesi.
Racconta Marco Cavagnoli, dell’unità organizzativa
Territorio e cartografia: “Tutto è cominciato nei primi
anni ‘80, con la trasformazione delle carte dell’Istituto
Geografico Militare in dati numerici.
Tanti punti segnati a mano per descrivere poche
informazioni: confini, strade, fiumi.”
Gli strumenti disponibili non permettevano di fare
la cosa più importante: capire davvero il territorio,
immaginare scenari evolutivi, simulare gli effetti di
un intervento. Il CSI è stato un precursore a livello
nazionale, perché ha integrato le competenze
specialistiche con le necessità quotidiane degli
utilizzatori, combinando conoscenze e strumenti
molto diversi e diffondendo la capacità di usarli.
La PA piemontese ha a disposizione mezzi innovativi:
le informazioni vengono raccolte in modo collaborativo
da diversi enti e integrate dal CSI in una banca dati
unica, la BDTRE (Base Dati Territoriale di Riferimento
degli Enti), con mezzi quasi interamente open source.
Complementare alla BDTRE è la rete regionale
di stazioni GNSS per le misurazioni topografiche,
di recente estesa alla Lombardia mantenendo il
centro servizi al CSI. Completano il quadro il progetto
openGIS Piemonte, che poggia su strumenti open
source e i geoportali di Regione, Città di Torino,
Città Metropolitana, AIPO.
In questo scenario, anche gli strumenti social
occupano un posto importante, ad esempio per
studiare e indirizzare il comportamento dei cittadini
durante le fasi di un’emergenza. Un’opportunità
interessante oggi è l’integrazione di dati georiferiti
con informazioni non esclusivamente geografiche,
in particolare provenienti dal mondo dei big data
(Internet of Things, reti di monitoraggio e social
network), per offrire servizi nel mondo del web 3.0.
Due vedute dalla Sacra di San Michele scattate a quasi
un secolo di distanza mostrano la trasformazione del territorio
La nostra città dal cielo
Le città si trasformano continuamente.
Riuscire a osservare questo percorso dal cielo
può essere emozionante, oltre che decisivo per
il buon governo del territorio.
A Torino questo è possibile grazie una ricca collezione
di immagini aeree che mostrano le trasformazioni
del territorio dal 1936 a oggi. Presso l’Urban Center
Metropolitano (piazza Palazzo di Città 8f) è
disponibile una postazione multimediale che permette
di scoprire l’evoluzione urbanistica della città vista dal
cielo, attraverso una mappa navigabile che racconta 77
anni di storia di Torino. Un patrimonio prezioso, costituito
da migliaia di scatti fotografici aerei a disposizione delle
comunità professionali, degli studiosi e dei cittadini, per
comprendere come, nel corso degli ultimi ottant’anni,
è cambiata la fisionomia del capoluogo piemontese.
I fotogrammi sono disponibili ora anche in formato
digitale e consultabili con supporti elettronici grazie
4
a uno strumento di visualizzazione basato su un
programma open source QGIS, ideato per i tecnici
comunali. L’intero archivio storico aerofotogrammetrico
è conservato e curato dalla Città di Torino,
in collaborazione con il CSI Piemonte che ha fornito
il supporto tecnico. Dalla postazione multimediale
il pubblico potrà individuare un’area o addirittura
scegliere un indirizzo preciso: appariranno le immagini
dei 15 voli aerei cittadini che mostreranno quali interventi
sono avvenuti sulla zona.
La ricerca può essere fatta anche selezionando un anno
specifico, dal 1936 al 2013. Un curiosità: su alcune delle
immagini più datate si notano aree annerite o tagliate.
Fu l’intervento del Ministero della Difesa dell’epoca, per
rendere inaccessibili le zone sensibili come le caserme
o i punti strategici.
Per maggiori informazioni: www.urbancenter.to.it
A Vercelli i servizi cartografici
sono digitali
Da circa un anno la Città di Vercelli utilizza la banca dati
cartografica realizzata dal CSI.
L’architetto Andrea Ardito, del Sistema Informativo
Territoriale, ci racconta come si è arrivati ai risultati
attuali: “La cartografia digitale della Città di Vercelli si
basa su un primo impianto concluso nel 2006 e realizzato,
in ambiente CAD, solo per le aree urbanizzate. Nel corso
del 2011 abbiamo esteso l’indagine all’intero territorio
comunale, per ottenere un archivio digitale conforme agli
standard definiti dall’Agenzia per l’Italia Digitale. Siamo così
arrivati al database Topografico. L’attività è stata svolta
dal CSI Piemonte, che, in collaborazione con i nostri tecnici
comunali, ha curato tutti gli aspetti, dalla realizzazione
del volo e delle riprese aerofotogrammetriche, alla
fotointerpretazione e restituzione all’interno del database
Topografico”.
Quali servizi o iniziative avete potuto realizzare grazie
alla disponibilità di queste informazioni?
Abbiamo creato altri modelli di rappresentazione, come
la Carta Tecnica Comunale, il Modello Digitale del Terreno
(modello 3D) e l’ortofoto. Il database è stato poi integrato
con le informazioni del Catasto Terreni e del Piano
Regolatore Generale, creando un sistema di conoscenza
molto articolato.Il database Topografico, fornito in
ambiente open e consultabile attraverso diversi software
GIS, supporta oggi le attività dell’ufficio tecnico comunale,
principalmente nellagestione delle risorse ambientali.
Quali pensa possano essere gli sviluppi per il prossimo
futuro?
Sicuramente la divulgazione delle informazioni geografiche
del Comune di Vercelli e del database Topografico,
attraverso un servizio web cartografico, anch’esso
realizzato dal CSI. Il servizio, già funzionante, si basa su
strumenti e formati open source ed è il primo tassello
di un sistema integrato di pubblicazione, costruito nello
spirito dell’Open Data. Questo permetterà alla Città di
sviluppare una cultura sempre più orientata all’economia
digitale, migliorando il rapporto dei cittadini con la Pubblica
Amministrazione.