Luglio 2016 - CSI Piemonte
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Luglio 2016 - CSI Piemonte
LUGLIO 2016 Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) MP-NO/TORINO - art. 1, comma 1, Anno 2016 n. 1 RACCONTIAMO LA PA CHE INNOVA SMART WORKING, LA RIVOLUZIONE DEL LAVORO Flessibilità, controllo sul proprio tempo e focus sugli obiettivi. Come sta cambiando il mondo del lavoro?4PAGINA 2 TERRITORIO, IL SAPERE È TUTTO Cambio d’abito per “Piemonte Informa”. Le notizie regionali si rifanno il look 4PAGINA 5 “Giornali del Piemonte”, on line un'edicola del nostro tempo4PAGINA 5 Competenze e culture digitali. Il punto a Roma, in un convegno del CSI4PAGINA 6 Meno consumi e più risparmi in bolletta, grazie a Enercloud+4PAGINA 6 Smart Working e gestione del territorio sono le due chiavi di lettura di questa prima edizione cartacea di Nuovistrumenti.it targata 2016. Al tema del “lavoro intelligente” sono dedicati gli articoli di pagina 2, che ripropongono i pezzi pubblicati on line all’interno dello speciale dello scorso aprile. Articoli che evidenziano da un lato come il fenomeno sia ormai dilagante in molte realtà imprenditoriali italiane (il 48% delle aziende medio-grandi ha adottato questo modello o pensa di farlo a breve) e dall’altro come anche il CSI stia lavorando per introdurlo al proprio interno, portando a compimento un percorso avviato con la pubblicazione della Carta dei Valori aziendale, i numeri molto più che positivi del progetto telelavoro (che interessa 59 lavoratori) e il piano di formazione manageriale. Agli strumenti e alle competenze necessarie per la conoscenza e la gestione del territorio è dedicato invece l’inserto speciale del numero, che si apre con una significativa infografica sul consumo del suolo in Piemonte. Si tratta di un tema, infatti, sul quale il CSI lavora da oltre trentacinque anni insieme alla Regione Piemonte e agli altri enti piemontesi per offrire loro strumenti sempre più precisi per interpretare i vari fenomeni in gioco e aiutarli a prendere sempre la decisione migliore per il bene comune. Perché è la tecnologia, anche in questo caso, che fa la differenza. SMART WORKING flessibilità e obiettivi chiari Più controllo sulla gestione del proprio tempo, maggiore flessibilità nel lavoro e una nuova mentalità professionale, orientata agli obiettivi. Sono le caratteristiche dello “smart working”, la filosofia manageriale che sta cambiando il mondo del lavoro e che sta interessando un numero sempre maggiore di aziende, restituendo alle persone - secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano - “flessibilità e autonomia nella scelta di spazi, orari e strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati”. I numeri del fenomeno ne confermano il successo. Secondo l’Osservatorio, infatti, già il 48% delle medie-grandi imprese italiane ha adottato questo nuovo modello o ha iniziato a lavorarci. Mentre il 37% si dichiara molto interessato. Se poi andiamo a vedere i casi specifici (fonte Corriere della Sera), scopriamo che le aziende più virtuose sono realtà come Vodafone (3.500 lavoratori in smart working), Intesa Sanpaolo (3.000), Plantronics (2.500) e Unicredit (1.800). Solo per citare le prime posizioni. Con modelli organizzativi studiati caso per caso, che vanno dalla massima flessibilità a periodi di lavoro “intelligente” di uno o due giorni alla settimana. “Lo smart working non è una forma evoluta di telelavoro”, spiega Laura Di Marco, dell’Area Gestione e Sviluppo Risorse Umane del CSI. “La prestazione dell’attività lavorativa è fatta con piena libertà di scelta su sede, strumenti e connettività”. Non ci sono postazioni fisse, né orari prefissati. “Contano i risultati che si ottengono, non la presenza sul luogo di lavoro”. Il CSI, oggi, è pronto ad avviare una propria sperimentazione. Già nell’ultimo anno sono state portate avanti alcune iniziative coerenti con l’evoluzione rappresentata dallo smart working. “Se le nuove tecnologie hanno reso possibile il ricorso allo smart working - spiega Giovanni Rubino, Direttore Risorse Umane e Facility Management del CSI -, questa nuova modalità di prestazione dell’attività lavorativa è correttamente implementabile solo attraverso un cambiamento organizzativo e culturale, sia dei lavoratori sia del management, ispirato ai principi della Carta dei Valori di cui il Consorzio si è dotato. Nella stessa direzione vanno altre iniziative come il piano di formazione manageriale e il processo di valutazione delle competenze”. L’obiettivo adesso è di mettere a punto un progetto sperimentale che affronti tutti gli aspetti coinvolti dalla tematica, a cominciare dall’individuazione dei profili professionali più adatti, per proseguire nella scelta degli interventi formativi più idonei, senza tralasciare gli aspetti legati alla sicurezza e alla logistica. “Come per la gran parte delle soluzioni di sviluppo organizzativo e delle persone”, conclude Rubino, “non esiste un unico modello che stia bene a tutti. Vanno individuate le soluzioni che, almeno per una prima fase, riescano a coniugare al meglio le diverse esigenze. Ed è proprio quello che vogliamo fare nel prossimo futuro”. Telelavoro, il bosco virtuale del CSI Oltre 500mila chilometri di strada in meno percorsi. 83mila kg di anidride carbonica risparmiati. In pratica come aver piantato un bosco virtuale di oltre 4 ettari. Sono i numeri del telelavoro in CSI Piemonte, che interessa oggi 59 telelavoratori. “Gli obiettivi erano molti”, spiega Laura Di Marco, dell’Area Gestione e Sviluppo Risorse Umane del CSI. “Primo fra tutti quello di favorire la conciliazione tra vita professionale e personale, specie per chi si trova in situazioni di difficoltà logistica, familiare o di salute”. Per favorire il lavoro delle persone coinvolte il CSI ha garantito la necessaria connessione di rete, puntando su tecnologie 2 innovative come il virtual desktop e creando un forum apposito per lo scambio di esperienze e opinioni. “Nessuno ha notato cali di produttività”, spiega Di Marco. “Anzi nel 20% dei casi si sono registrati aumenti di efficienza e il monitoraggio su assenze e permessi ha mostrato una riduzione del 34% durante la sperimentazione e del 56% nel primo trimestre di avvio”. I telelavoratori, dal canto loro, hanno riscontrato un aumento della concentrazione e si sono sentiti più produttivi. Sempre dal punto di vista dei dipendenti, inoltre, il telelavoro ha aumentato autonomia e responsabilizzazione personale. Il 78% si è detto felice di aver potuto superare le difficoltà logistiche dovute alla distanza dal luogo di lavoro. Alla fase di sperimentazione, iniziata nel 2013, è seguita, il 1° luglio 2015, la sottoscrizione di un accordo sindacale con le RSU aziendali che, spiega Giovanni Rubino, Direttore Direzione Risorse Umane e Facility Management, “ha regolato modalità di presentazione e valutazione delle domande, definendo le posizioni organizzative non telelavorabili, le modalità di gestione del personale in telelavoro, le strumentazioni tecniche previste e gli aspetti di sicurezza sul lavoro”. Il risultato, oggi, è un’azienda più vicina alle esigenze dei propri dipendenti. Perché la produttività parte in primo luogo dalla serenità di ognuno di loro. “Più libera, grazie al telelavoro” “Io abito a Caprie, in Valsusa. Da casa mia all’ufficio ci sono almeno quaranta minuti di macchina all’andata e quaranta al ritorno. Da quando usufruisco del telelavoro mi sono innanzitutto riappropriata del mio tempo”. A parlare così è Raffaela Montuori, sviluppatrice software in CSI dal 2003 e telelavoratrice da un anno e mezzo. Raffaela, quando e perché hai deciso di fare richiesta per il telelavoro? “Nel 2014 mi sono proposta per la seconda fase della sperimentazione, proprio per riuscire a conciliare meglio la vita professionale con quella privata. Così ho concordato di poter lavorare da casa due giorni alla settimana, il martedì e il venerdì. Al di là del tempo perso in macchina, l’ho fatto anche per poter passare più tempo con mia figlia, che oggi ha sei anni e che finalmente riesco ad andare a prendere a scuola due volte alla settimana, cosa che prima mi era praticamente impossibile. Come si struttura una tua giornata tipo da telelavoratrice? Paradossalmente mi sento molto più pronta e produttiva stando a casa. Se prima arrivavo in ufficio verso le 9.15 di mattina, adesso alle 8-8.15 sono già operativa sul lavoro che devo fare e che ho concordato i giorni precedenti con la mia responsabile. E posso concentrarmi solo sulle cose da fare, senza riunioni o altre distrazioni. Dal punto di vista tecnico non ho alcuna limitazione. Utilizzo il mio notebook aziendale collegato in rete grazie al modem Wi-Fi portatile che da qualche giorno ha sostituito l’accoppiata “rete Adsl privata e VPN”. I tuoi incarichi sono in qualche modo cambiati? Assolutamente no. Io mi occupo di sviluppo Java per la piattaforma Contabilia e continuo a svolgere sempre gli stessi incarichi, compresa la gestione dei diversi ambienti di lavoro (test, collaudo, rilascio) e l’installazione delle nuove componenti software che arrivano dal fornitore esterno e che dobbiamo integrare nel nostro sistema. A distanza di un anno come giudichi questa esperienza? Molto positiva! Non mi ha dato solo la possibilità di gestire al meglio la mia vita, ma anche quella di sentirmi più responsabilizzata nella gestione di tutti gli aspetti del mio lavoro, compresa la libertà di poter individuare le priorità e gestire le eventuali urgenze. Insomma, ho intenzione di usufruirne a lungo! LUGLIO 2016 Nuova veste per le notizie dalla Regione Cambio di abito per Piemonte Informa, l’agenzia di notizie quotidiana on line della Regione Piemonte. La nuova versione, sempre consultabile all’indirizzo www.regione.piemonte.it/ pinforma, è stata realizzata dal settore Stampa e Nuovi media della Regione e dal CSI Piemonte. Tra le caratteristiche: una nuova impostazione grafica, un’impaginazione più semplice, l’introduzione di categorie tematiche facilmente identificabili, il suggerimento di modalità di approfondimento durante la navigazione per mezzo dei tag e un maggiore spazio alla multimedialità con gallerie di filmati e fotografie. “Abbiamo personalizzato anche il back end basato su Joomla – spiega Gabriella Ferraresi, Project manager dell’area Soluzioni web e mobile – per permettere alla Redazione di inserire contenuti, immagini e video ancora più facilmente”. “Il lavoro di riprogettazione – aggiunge Stefano Moro, Business Information Manager della Direzione Governo Servizi e Soluzioni applicative per la PA del CSI Piemonte – fa parte di un progetto più ampio e organico sulla comunicazione web regionale, che ha prodotto il primo risultato a luglio, con la pubblicazione della nuova home page del sito della Regione Piemonte”. L’agenzia Piemonte Informa ha offerto le sue prime notizie nel 2006, dieci anni di informazioni giornaliere di interesse pubblico su svariati temi, dall’ambiente all’istruzione, dall’economia alla sanità. I giornali del Piemonte: on line un’edicola del tempo Oggi, con www.giornalidelpiemonte.it, tutti possono consultare gratuitamente l’archivio digitale dei numerosi giornali locali pubblicati in Piemonte. Un patrimonio prezioso che parte nel 1846 e che oggi si compone di oltre 100 testate, con una tiratura settimanale di 600 mila copie e 2,5 milioni di lettori. Il tutto facilmente fruibile grazie alla piattaforma web realizzata dal CSI Piemonte per la Regione Piemonte e il Consiglio regionale. Curiosando tra le pagine di giornale digitalizzate – oltre un milione e 600 mila – si può scoprire ad esempio che cosa è successo 50 anni fa il giorno del proprio compleanno, oppure fare ricerche storiche per ricostruire politica, economia e società locale, o ancora trovare materiali e documenti originali utili a livello professionale, per scrivere un articolo o preparare una lezione in classe. Presentando il progetto, il Presidente del Consiglio regionale Mauro Laus ha ricordato che “il ricco complesso dell’informazione locale del Piemonte rappresenta un elemento fondamentale dell’identità della nostra regione, lo strumento attraverso cui i lettori e le loro famiglie condividono le notizie di interesse locale e conoscono anche quelle di più ampio raggio. Questo nuovo portale, disponibile per l’intero universo del web, racchiude oltre un secolo di storia della vita dei piemontesi”. Alla sua realizzazione hanno partecipato la Federazione degli editori dei giornali locali (Fipeg) e la rete delle Biblioteche piemontesi. Sono loro, infatti, a possedere le annate complete dei giornali e ad aver partecipato ai programmi regionali che ne hanno consentito la digitalizzazione. “I Giornali del Piemonte”, infatti, ha due precedenti illustri che hanno tracciato la strada: Mentelocale, la piattaforma tecnologica che dal 2006 permette di consultare in modalità digitale le fonti giornalistiche del territorio, e TecaDigitale, il servizio di ricerca e consultazione di oltre 200 periodici e 800 monografie corredati delle informazioni catalografiche, tra cui i giornali e i periodici storici pubblicati in provincia di Cuneo, “La Nuova Periferia” di Settimo Torinese e l’edizione piemontese de “L’Unità” dal 1945 al 1957. Senza dimenticare il progetto di digitalizzazione dell’Archivio Storico “La Stampa”. “Abbiamo collaborato con la Regione e il Consiglio regionale come partner tecnico nei diversi progetti di digitalizzazione dei giornali e nella realizzazione delle piattaforme web per la libera consultazione”, commenta Riccarda Cristofanini della Direzione governo servizi e soluzioni applicative per la PA del CSI. “Abbiamo inoltre ideato un video tutorial e una campagna di comunicazione social che valorizza gli svariati usi del sito”. L’archivio I Giornali del Piemonte si alimenta con le nuove pagine pubblicate ogni giorno dalle testate locali. “Questo portale è una cosa viva” ha sottolineato Domenico Tomatis, direttore della Comunicazione del Consiglio regionale. Sono in programma inoltre l’arricchimento del portale con nuove funzioni, come la mappa cliccabile, la possibilità di sfogliare le pagine, e il caricamento di più di 40 anni di numeri della rivista istituzionale “Notizie della Regione Piemonte”. Il lavoro nelle foreste è più sicuro grazie a una App I cantieri forestali sono luoghi molto particolari: una grossa componente del lavoro è ancora oggi pratica e manuale e viene svolta in un ambiente che presenta un alto potenziale di rischio per la sicurezza degli addetti. La Regione Piemonte ha pensato che la tecnologia potesse rispondere alle esigenze specifiche delle imprese forestali e ha chiesto al CSI di sviluppare uno strumento in grado di contribuire alla sicurezza dei cantieri. È nata così la App “Cantieri forestali sicuri”, disponibile gratuitamente in formato Android e iOS per smartphone e tablet, oltre che in versione web utilizzabile da PC. Ma cosa si può fare con questa App? Per cominciare, essa offre una sezione teorica sul quadro normativo della sicurezza per i cantieri forestali, consultabile in versione sintetica anche da dispositivi mobili. Sono poi presenti sei questionari di autovalutazione, che permettono di definire in modo autonomo il grado di sicurezza del proprio cantiere e di fare scelte adeguate nella fase di allestimento. I responsabili delle ditte iscritte all’Albo delle imprese forestali del Piemonte e i direttori dei lavori delle squadre forestali hanno a disposizione un’area ad accesso riservato, dove è possibile consultare l’elenco dei cantieri e la loro tipologia, crearne di nuovi, modificarne le caratteristiche. I responsabili e direttori dei cantieri possono inserire la data di apertura del cantiere, la durata stimata dei lavori, i riferimenti degli operatori e le informazioni utili per la localizzazione. Più le informazioni inserite sono complete e dettagliate, più sarà agevole, in caso di incidente, la localizzazione da parte del 118 per un intervento di emergenza. L’applicazione offre infatti una funzionalità che permette a tutti i presenti nel cantiere di attivare attraverso smartphone una richiesta di soccorso. Per ora la chiamata è collegata al 118, ma sarà presto trasferita al 112, non appena sarà pienamente operativo il numero unico europeo di soccorso. 5 LUGLIO 2016 COMPETENZE E CULTURE DIGITALI Il punto a Roma, in un convegno “Dobbiamo essere consapevoli che il digitale oggi deve diventare uno degli elementi essenziali per la comunità, per la sua crescita e per il suo benessere. La strategia sul digitale non deve essere solo per addetti ai lavori: dobbiamo lavorare a un programma complessivo, ovvero a un progetto per il Sistema Paese definendo chiaramente finalità e risorse. Il Governo si è mosso per questo obiettivo, ma ora serve una maggiore integrazione fra tutti gli attori”. Lo ha affermato il Sottogretario di Stato per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Angelo Rughetti, intervenendo al convegno “Competenze e culture digitali a confronto”, che si è tenuto lo scorso 13 aprile a Roma, presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”. Organizzato dal CSI Piemonte, l’evento ha voluto fare il punto sulla diffusione delle competenze digitali a livello nazionale. “C’è un’intensa produzione di documentazione intorno ai temi dell’Agenda Digitale”, ha spiegato il Presidente del Comitato Tecnico Scientifico del CSI Giulio Lughi (autore anche del documento di inquadramento del convegno). “Alcuni sono chiaramente individuabili, dalla banda larga alle infrastrutture, dai servizi digitali PA-cittadini all’innovazione digitale per le imprese, altri come le competenze e le culture digitali rischiano di funzionare come termini ombrello, in quanto più complessi e articolati”. Le classifiche internazionali, per altro, posizionano il nostro Paese agli ultimi posti: nelle abilità fondamentali per la partecipazione alla vita e alla crescita civile l’Italia è in coda alle classifiche, come risulta dalle ricerche dell’Ocse Programme of International Assessment of Adult Competencies. Dai lavori del convegno è emerso che discutere di questi temi non significa solo parlare di digitalizzazione tecnologica. Per superare questi ritardi è necessario distinguere chiaramente i due piani di intervento, quello delle competenze e quello delle culture. Le prime vanno viste come insiemi di saperi che permettono di procedere operativamente, a corto raggio d’azione e su breve durata. Le seconde, invece, vanno viste come capacità articolate di sviluppare le proprie competenze con una visione a largo raggio e di lunga durata, attraverso scelte strategiche funzionali alla complessità della società contemporanea. Così come serve evitare la frammentazione degli interventi. “Ogni realizzazione deve avere una regia coordinata per avere successo”, ha commentato l’Assessore all’Innovazione della Regione Piemonte Giuseppina De Santis. “Il CSI ha storicamente avuto un ruolo importante in questo senso per il territorio piemontese. E oggi stiamo lavorando per creare le condizioni affinché possa continuare a essere un grande player ICT in linea con le attuali esigenze del settore”. Le competenze digitali sono fondamentali anche per Juan Carlos De Martin, co-fondatore e co-direttore del Centro Nexa del Politecnico di Torino. La cultura digitale è importante al pari delle infrastrutture e dei servizi. “Gli Stati Uniti, paese leader nella storia dell’industria informatica, hanno saputo portare avanti una importante riflessione interdisciplinare su questi temi”, ha spiegato De Martin. “Si sono chiesti da subito che impatto avrebbero avuto queste nuove macchine sui trasporti, sull’educazione, sulla democrazia stessa. All’inizio sembravano ragionamenti futuristici, ma alla fine hanno creato quell’humus culturale che permette di vedere le cose in anticipo, anche dal punto di vista economico e imprenditoriale. Dobbiamo aiutare le imprese, la pubblica amministrazione e i cittadini a immaginare il futuro. Ma serve cultura, sia generale che specifica”. Ulteriori informazioni sul Convegno sono disponibili sul sito del CSI Piemonte. Meno consumi e più risparmi, con Enercloud+ Leggere nel modo giusto le informazioni disponibili può rivelarsi molto utile e consentire risparmi economici rilevanti. È questo il principio sul quale si basa il progetto Enercloud, nato da un’iniziativa della Provincia di Torino ed evoluto in Enercloud+, gestito dalla Regione Piemonte e sviluppato da CSI e Istituto Mario Boella. Si tratta di un applicativo di energy management che, attraverso la lettura delle bollette, permette alla Pubblica Amministrazione di monitorare i consumi energetici degli edifici e dei sistemi di illuminazione. Non disponendo solitamente di un sistema strutturato di contabilità energetica, le PA vanno spesso incontro a costi di gestione molto alti, dovuti a un dispendio energetico eccessivo. I Comuni del Piemonte hanno ora la possibilità di utilizzare gratuitamente Enercloud+, che registra i consumi desumibili dalle bollette e restituisce report sintetici e chiari. L’amministrazione può confrontare i valori rilevati nei propri edifici con i benchmark messi a disposizione dal sistema e identificare eventuali anomalie. La conoscenza dei dati permetterà azioni correttive mirate, avviando un percorso di riqualificazione energetica del patrimonio pubblico. Si stima che il solo controllo regolare delle bollette possa già determinare risparmi significativi. Per utilizzare Enercloud+ è necessario accedere a Sistemapiemonte nell’area dei servizi per la PA. Nella pagina dedicata, i Comuni trovano il manuale per l’utilizzo e le modalità per autenticarsi e per ottenere eventuale assistenza. I Comuni piemontesi attivi oggi sono già oltre 90. Enercloud+ è stato presentato a maggio durante un workshop organizzato nell’ambito del progetto europeo Data4Action, che esplora nuove modalità per migliorare l’accesso ai dati energetici. È inoltre uno dei progetti sviluppati all’interno del CSI Innovation Center presso l’Istituto Superiore Mario Boella. Biella e Vercelli pronte a diventare “Smart City” Traffico, qualità dell’aria, parcheggi disponibili, mezzi di trasporto. Oggi i big data e l’Internet of Things migliorano davvero la nostra vita quotidiana. Tutto quello che serve sono dei sensori dislocati sul territorio e un sistema che sia in grado di raccogliere e analizzare i dati. Ad aggiungere un tassello in più ci pensa “Big IoT”, progetto approvato nell’ambito del Programma Horizon 2020 (8 milioni di euro) che vuole far parlare fra loro le diverse piattaforme IoT, ottimizzando le risorse. A coordinare il tutto sarà la tedesca Siemens, che si avvarrà della collaborazione di altri 13 partner europei, fra cui anche il CSI Piemonte. A testare la bontà del progetto saranno alcuni casi pilota, uno dei quali nelle due città piemontesi di Biella e Vercelli . Per farlo verranno realizzati alcuni casi d’uso che permetteranno, per esempio, di suggerire il percorso con la migliore qualità dell’aria per i ciclisti cittadini o di indirizzare gli utenti verso le stazioni di bike sharing con più stalli liberi. Ma che verranno anche in aiuto degli automobilisti, indicando la disponibilità dei posti nei parcheggi o dando informazioni di dettaglio sul traffico. “Si tratta di interventi – spiega il Sindaco di Vercelli Maura Forte – che ci aiuteranno a delineare la nostra identità di smart city, sperimentando nuovi servizi per i cittadini in modo non invasivo per le casse pubbliche”. “Il progetto – aggiunge l’Assessore alle Politiche Europee del Comune di Biella Fulvia Zago – ci permetterà grandi passi avanti nella gestione delle informazioni sull’aria che respiriamo e sul traffico. Le ricadute in termini di pianificazione strategica e policy making saranno enormi e ci consentiranno di tutelare quello che ci sta più a cuore: la salute e la qualità di vita delle persone”. nuovistrumenti.it Periodico del CSI Piemonte per la Pubblica Amministrazione e i cittadini CSI Piemonte C.so Unione Sovietica 216 - 10134 Torino www.csipiemonte.it PRESIDENTE Riccardo Rossotto DIRETTORE GENERALE Ferruccio Ferranti DIRETTORE RESPONSABILE Maurizio Gomboli REDAZIONE Michaela Garbarino, Marzia Magnifico Elena Romagnolo, Flavia Zamboni [email protected] STAMPA L’Artistica Savigliano Registrazione presso il tribunale di Torino n. 3069 del 18/06/81 Sped. in abb. post. - Pubbl. 50% n. 1/2016 Torino LUGLIO 2016 Chiuso in redazione 12/07/2016 6 & GLI APPROFONDIMENTI CONSUMO DEL SUOLO POPOLAZIONE Quando si parla di consumo del suolo, è naturale pensare che esso sia direttamente proporzionale alla crescita demografica: più aumenta la popolazione, maggiore è la superficie di territorio occupato e consumato. Le cose però non stanno esattamente così. I dati rilevati nella Provincia di Torino a partire dal 1920 mostrano come nei decenni il consumo del suolo sia aumentato in modo costante, anche in corrispondenza di un considerevole calo demografico. Nonostante la popolazione nell’ultimo decennio sia diminuita, le città hanno continuato a crescere. 1920 1940 1960 1980 2000 Il consumo di territorio pro capite è in costante aumento, a causa della frammentazione dei nuclei famigliari. Se la popolazione nel suo complesso è diminuita, sono però aumentate le famiglie, spesso formate da un solo individuo o due. Ogni nucleo occupa un’abitazione e usufruisce di servizi e dunque “mangia” suolo. E in effetti l’andamento del consumo del suolo è uniforme con il trend di crescita delle famiglie. 118,9 117,7 115,1 119,5 118,5 113,7 100,5 102,9 100,5 105,6 104,4 99 100 100 2010 2012 2006 2000 100 1990 3 GLI APPROFONDIMENTI L’UOMO E IL TERRITORIO una storia sempre nuova Dalle carte a bastoncini polinesiane alle missioni spaziali, l’uomo ha sempre avuto bisogno di conoscere e rappresentare lo spazio circostante. Oggi, grazie agli smartphone, cercare informazioni sulla nostra posizione è diventato un gesto quotidiano, quasi automatico. Dietro a questa apparente semplicità si nasconde però un universo di conoscenza ricco e complesso, che permette, tra le altre cose, di prevenire catastrofi naturali, costruire opere pubbliche, valutare il consumo del suolo o gestire le risorse idriche. Stiamo parlando di “governo del territorio”. Ma cosa si intende esattamente con questa espressione? Prima di tutto ci si riferisce a dati e strumenti geografici adeguati. E sono proprio questi i punti di forza dell’attività che il CSI svolge da 35 anni per le amministrazioni piemontesi. Racconta Marco Cavagnoli, dell’unità organizzativa Territorio e cartografia: “Tutto è cominciato nei primi anni ‘80, con la trasformazione delle carte dell’Istituto Geografico Militare in dati numerici. Tanti punti segnati a mano per descrivere poche informazioni: confini, strade, fiumi.” Gli strumenti disponibili non permettevano di fare la cosa più importante: capire davvero il territorio, immaginare scenari evolutivi, simulare gli effetti di un intervento. Il CSI è stato un precursore a livello nazionale, perché ha integrato le competenze specialistiche con le necessità quotidiane degli utilizzatori, combinando conoscenze e strumenti molto diversi e diffondendo la capacità di usarli. La PA piemontese ha a disposizione mezzi innovativi: le informazioni vengono raccolte in modo collaborativo da diversi enti e integrate dal CSI in una banca dati unica, la BDTRE (Base Dati Territoriale di Riferimento degli Enti), con mezzi quasi interamente open source. Complementare alla BDTRE è la rete regionale di stazioni GNSS per le misurazioni topografiche, di recente estesa alla Lombardia mantenendo il centro servizi al CSI. Completano il quadro il progetto openGIS Piemonte, che poggia su strumenti open source e i geoportali di Regione, Città di Torino, Città Metropolitana, AIPO. In questo scenario, anche gli strumenti social occupano un posto importante, ad esempio per studiare e indirizzare il comportamento dei cittadini durante le fasi di un’emergenza. Un’opportunità interessante oggi è l’integrazione di dati georiferiti con informazioni non esclusivamente geografiche, in particolare provenienti dal mondo dei big data (Internet of Things, reti di monitoraggio e social network), per offrire servizi nel mondo del web 3.0. Due vedute dalla Sacra di San Michele scattate a quasi un secolo di distanza mostrano la trasformazione del territorio La nostra città dal cielo Le città si trasformano continuamente. Riuscire a osservare questo percorso dal cielo può essere emozionante, oltre che decisivo per il buon governo del territorio. A Torino questo è possibile grazie una ricca collezione di immagini aeree che mostrano le trasformazioni del territorio dal 1936 a oggi. Presso l’Urban Center Metropolitano (piazza Palazzo di Città 8f) è disponibile una postazione multimediale che permette di scoprire l’evoluzione urbanistica della città vista dal cielo, attraverso una mappa navigabile che racconta 77 anni di storia di Torino. Un patrimonio prezioso, costituito da migliaia di scatti fotografici aerei a disposizione delle comunità professionali, degli studiosi e dei cittadini, per comprendere come, nel corso degli ultimi ottant’anni, è cambiata la fisionomia del capoluogo piemontese. I fotogrammi sono disponibili ora anche in formato digitale e consultabili con supporti elettronici grazie 4 a uno strumento di visualizzazione basato su un programma open source QGIS, ideato per i tecnici comunali. L’intero archivio storico aerofotogrammetrico è conservato e curato dalla Città di Torino, in collaborazione con il CSI Piemonte che ha fornito il supporto tecnico. Dalla postazione multimediale il pubblico potrà individuare un’area o addirittura scegliere un indirizzo preciso: appariranno le immagini dei 15 voli aerei cittadini che mostreranno quali interventi sono avvenuti sulla zona. La ricerca può essere fatta anche selezionando un anno specifico, dal 1936 al 2013. Un curiosità: su alcune delle immagini più datate si notano aree annerite o tagliate. Fu l’intervento del Ministero della Difesa dell’epoca, per rendere inaccessibili le zone sensibili come le caserme o i punti strategici. Per maggiori informazioni: www.urbancenter.to.it A Vercelli i servizi cartografici sono digitali Da circa un anno la Città di Vercelli utilizza la banca dati cartografica realizzata dal CSI. L’architetto Andrea Ardito, del Sistema Informativo Territoriale, ci racconta come si è arrivati ai risultati attuali: “La cartografia digitale della Città di Vercelli si basa su un primo impianto concluso nel 2006 e realizzato, in ambiente CAD, solo per le aree urbanizzate. Nel corso del 2011 abbiamo esteso l’indagine all’intero territorio comunale, per ottenere un archivio digitale conforme agli standard definiti dall’Agenzia per l’Italia Digitale. Siamo così arrivati al database Topografico. L’attività è stata svolta dal CSI Piemonte, che, in collaborazione con i nostri tecnici comunali, ha curato tutti gli aspetti, dalla realizzazione del volo e delle riprese aerofotogrammetriche, alla fotointerpretazione e restituzione all’interno del database Topografico”. Quali servizi o iniziative avete potuto realizzare grazie alla disponibilità di queste informazioni? Abbiamo creato altri modelli di rappresentazione, come la Carta Tecnica Comunale, il Modello Digitale del Terreno (modello 3D) e l’ortofoto. Il database è stato poi integrato con le informazioni del Catasto Terreni e del Piano Regolatore Generale, creando un sistema di conoscenza molto articolato.Il database Topografico, fornito in ambiente open e consultabile attraverso diversi software GIS, supporta oggi le attività dell’ufficio tecnico comunale, principalmente nellagestione delle risorse ambientali. Quali pensa possano essere gli sviluppi per il prossimo futuro? Sicuramente la divulgazione delle informazioni geografiche del Comune di Vercelli e del database Topografico, attraverso un servizio web cartografico, anch’esso realizzato dal CSI. Il servizio, già funzionante, si basa su strumenti e formati open source ed è il primo tassello di un sistema integrato di pubblicazione, costruito nello spirito dell’Open Data. Questo permetterà alla Città di sviluppare una cultura sempre più orientata all’economia digitale, migliorando il rapporto dei cittadini con la Pubblica Amministrazione.