VINI DEL COLLE srl - Quotidiani Espresso
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Lunedì 31 Maggio 2004 IL TIRRENO Da gregario a principe dell’Ardenza un’ascesa segnata da centinaia di gol IGOR PROTTI P Igor Protti. 1,71 per 71 kg. Ruolo: attaccante (maglia n. 10). È nato il 24 settembre 1967 a Rimini. I primi calci sono nell’Asar allenata da Gaudenzi. Passa al Rimini, debutta in C1 (83-84) con 2 presenze, 5 l’anno dopo. Galassi lo porta a Livorno. 3 anni con 25 pr. e 2 reti (85-86), 21 e 2 (86-87) e 29 e 9 nell’ultima. Va alla Virescit (31 pr. e 10 reti), poi a Messina per 3 stagioni (35 pr. all’anno con 12, 9 e 10 gol), al Bari (9 gol con 33 pr., 6 in 18 pr. con la promozione in A, 7 in 28 pr. nei primi tre anni) per vincere nel 95-96 il titolo di capocannoniere ex aequo con Signori, 24 centri in 33 pr. Passa alla Lazio (27 pr. e 7 gol), al Napoli (27 pr. e 4 reti), e alla Reggiana (24 pr. e 8 centri). Torna in amaranto in C1 con 11 gol in 26 gare. L’anno dopo ne realizza 17 in 32 pr. con la beffa di Como. Si rifà subito ottenendo promozione e titolo di bomber con 27 reti in 31 pr. L’anno successivo in B (unico giocatore ad essere bomber in A, B e C1) è il re dei goleador con 23 centri in 37 pr. Questo torneo ha 44 gettoni, 3 ingressi e 15 uscite, per 3809’. 3 gialli e 24 reti. 7.16 la sua media voto. Contratto in scadenza. 5 arlare della storia di Igor Protti significa fare un salto a ritroso di diciannove anni, cioè riandare a quando diciottenne sbarcò a Livorno da Rimini nell’85-86, con la società in mano a Gigi Bergamini e Beppe Galassi (scomparso alcuni anni fa). Igor a quei tempi giocava mezz’ala ma ben presto la sua azione venne avanzata. Il Livorno giocava in C1, ma a fatica, tant’è che quella stagione retrocesse sul campo ma venne ripescata al posto della Cavese coinvolta in un illecito sportivo. In quegli anni il cannoniere era Pippo Brandolini, bravi erano anche D’Este, Gadda e Gaudenzi. Protti emerse piano piano, sia con Romano Fogli che con Romano Mattè. Tre stagioni prima di prendere il volo per Bergamo (Virescit) e poi Messina, affermarsi a Bari e continuare con Lazio, Napoli e Reggiana. Al terzo anno, dopo che Giampaglia aveva sostituito Mattè, con il Livorno sull’orlo della C2, il giovane Igor realizzò forse il primo gol destinato a restare nella storia amaranto: quello del successo contro la Vis Pesaro alla penultima giornata che assicurò la salvezza degli amaranto. A fine stagione Protti fu ceduto e, guarda caso, arrivò subito la retrocessione perché l’allora Pro Livorno aveva creduto di sostituire Igor con Del Francia, Cicconi, Mazzuccato... Igor Protti, che pure aveva preso altre strade sino a diventare anche capocannoniere in serie A con il Bari (24 reti come Signori, allora alla Lazio), era rimasto innamorato della maglia amaranto e conservato molti amici. Eppoi ormai era radicato nella nostra città perché si era sposato con Patrizia, livornese purosangue. Solo il presidente Aldo Spinelli ha potuto permettersi di far rientrare il bomber, nell’estate del ’99. E da allora ha inanellato cinque campionati consecutivi. Fatica la prima stagione, poi promozione in B alla seconda (2001-2) sotto la guida di Osvaldo Jaconi, quindi la conferma della categoria cadetta con Roberto Donadoni e quest’anno un’altra svolta, con Walter Mazzarri. Igor Protti aveva sempre avuto un obiettivo: riportare il Livorno in serie B. E quando riuscì a compiere la missione perse qualche certezza. Non è un caso che la stagione scorsa abbia annunciato il ritiro, rilasciato interviste e fatto giri di campo, commuovendosi e facendo commuovere un’intera città che non voleva saperne di distaccarsi dal suo Signore delle reti. Poi dietro il lavoro martellante di Aldo Spinelli si convinse, verso la fine di luglio, che era presto per appendere le scarpe al chiodo. E anche sua moglie Patrizia ha avuto un ruolo di primo piano nel suo rientro perché lei aveva capito, prima che lo facesse Igor, che aveva ancora molto da dare. La svolta della stagione del Livorno è dunque avvenuta in Sardegna: lì, in spiaggia e sotto un ombrellone si è decisa la promozione in A, anche se neppure Protti avrebbe potuto sognare un campionato così. Reti a go-gò ancora una volta: 24, per un totale di 220 nell’arco della carriera, più 117 in maglia amaranto (senza quelle in Coppa Italia). Eppoi le presenze. Con questa di Piacenza sono 249 che gli consegnano il secondo posto nella classifica di tutti i tempi dietro a Mauro Lessi (368). Numeri impressionanti: Igor può ben dire di avere scritto pagine di storia: appunto quella del Principe Igor. Testa alta, controllo pulito: Igor Protti in azione «Non ci stancheremo mai di applaudire uno come Igor Protti. È il tutto, ripeto, il tutto del Livorno: miscela vincente, doti tecniche e carattere inossidabile. È un vero leader, che ha il grande merito di non fare pesare mai la sua posizione. Le sue capacità di realizzazione con sono mai state messe in discussione. Il ruolo di ispiratore, oltre che di eccelso rifinitore, gli ha consentito di allungare la carriera. Certi suoi gol sono da video di propaganda per il calcio. L’aria di Livorno lo ha rigenerato, così come avere a fianco un attaccante di peso come è Cristiano Lucarelli: un grande bomber accanto gli ha permesso di dividere le responsabilità. Un’altra stagione in A? Perché no. Uno così non si deve fermare». LA STORIA Sempre in campo, anche a denti stretti C’è un aspetto da mettere in risalto di Igor Protti del quale, ovviamente, si tende a parlare soprattutto dei gol. Le presenze dove le mettiamo? Prendiamo questa stagione (ma anche le altre): praticamente è andato sempre in campo. Ha stretto i denti, ha giocato dolorante, nelle ultime partite ha superato “in corsa” anche l’infiammazione ad un muscolo al costato. Un attaccante che a trentasette anni offre simili prestazioni è quasi impossibile da trovare. Eppoi c’è da considerare quanto corre, quanto scatta. Protti è arrivato fresco anche in un torneo a 46 giornate: c’è del sensazionale in tutto questo. Quanto ai gol, sono 24: il suo tetto massimo che può superare col Palermo. Protagonista all’Olimpico, leader al Picchi Nella prima foto a sinistra Igor Protti è ritratto con la maglia della Lazio. È uno scatto che risale alla stagione 1996-97, l’attaccante è all’inseguimento di Aldair. Il secondo scatto è il simbolo della rabbia per la mancata promozione in serie B. Nel volto piangente del giocatore amaranto si legge tutta la disperazione dopo la sconfitta di Como, a niente sembra valere il conforto di un tifoso. Nella terza è immortalata la gioia per il ritorno tra i cadetti. Protti è festeggiato dai supporter amaranto che lo hanno eletto come loro «capo degli ultrà». Infine il primo gol, e primo successo del Livorno, di questa stagione del numero 10 contro il Genoa a Marassi, con un tifoso che gli lustra le scarpette. 604VCL02.P65 VINI DEL COLLE s.r.l. a Collesalvetti (LI) VENDITA DIRETTA DI: VINI LOCALI E TOSCANI sfusi e confezionati LIQUORI - OLIO EXTRAVERGINE acque minerali - bibite Orario di apertura 8-12,30 / 14.30-19 S. P. n. 4 delle Sorgenti, 1/bis Tel. 0586/962470 - Fax 0586/962727
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