Untitled - Comune di Medesano

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Untitled - Comune di Medesano
Variante PSC - POC 2011
PREMESSA ..................................................................................................................... 2
Inquadramento della Variante alla SP357R negli strumenti di programmazione e
pianificazione vigenti .................................................................................................. 3
Indicazioni del contesto ambientale di riferimento ....................................................... 6
Inquadramento dell’opera nel PTCP della Provincia di Parma ................................... 18
Inquadramento dell’opera nel PSC del comune di Medesano ..................................... 34
Coerenza/compatibilità del progetto con la pianificazione ......................................... 39
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PREMESSA
Il Comune di Medesano ha necessità di adeguare i propri strumenti urbanistici (PSC –
POC) alla pianificazione sovraordinata recependo la previsione di PTCP della Variante alla
SP357R,
che interessa i Comuni di Noceto e di Medesano. Tale previsione è stata
recepita dal progetto preliminare” Viabilità di adduzione al casello autostradale di Parma
Ovest - Variante alla SP357R in prossimità dell’abitato di Noceto” il cui soggetto
proponente è la Società “A15 Autocamionale della Cisa S.p.A.”.
La necessità di adeguare i propri strumenti urbanistici nasce dall’esigenza di attribuire
adeguata classificazione alle aree interessate direttamente dalla realizzazione delle opere
di interesse sovracomunale al fine di istituirvi i necessari vincoli di destinazione.
L’adeguamento degli strumenti urbanistici comunali alla pianificazione sovraordinata ed ai
relativi progetti in corso di redazione, per il loro riporto diretto sulla cartografia del Comune
di Medesano conferisce pertanto piena conformità con le destinazioni al suolo che ne sono
diretta conseguenza, così da ritenere che sia appropriato il procedimento di approvazione
con tempi ridotti, previsto dall’art. 32bis della LR 20/2000 così come modificata ed integrata
dalla LR 6/2009.
Il Progetto a scala sovraordinata, per il quale si rende necessario il presente
aggiornamento, consiste nella realizzazione di un sistema di viabilità in aggiramento del
nodo urbanizzato di Noceto (PR), restituendo alla sua funzione urbana il tratto della attuale
SP 357R, oltre al miglioramento dell’accessibilità dell’Autostrada A15, tramite il casello di
Parma Ovest.
Il livello di interesse è a scala provinciale con motivi imperativi di rilevante interesse
pubblico, inclusi motivi di natura sociale o economica.
L’esigenza dell’intervento è dettata dalla necessità di spostare il traffico leggero e pesante
di attraversamento dall’abitato di Noceto, al fine di salvaguardare la sicurezza e la salute
dei residenti, oltre ad ottenere un livello di servizio complessivo soddisfacente sia in termini
trasportistici che di sicurezza per l’utenza.
Occorre sottolineare che il progetto in esame si raccorda con la futura tangenziale di
Medesano e, attraverso questa, al ponte Montanini dell’Asse Pedemontano, realizzando il
collegamento con l’Asse Viario Cispadano (prolungamento della Tangenziale Nord di
Parma) e con il Casello dell’Autostrada A15 di Pontetaro.
L’opera interessa il territorio del Comune di Medesano per circa 400 m.
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Inquadramento della Variante alla SP357R negli strumenti di
programmazione e pianificazione vigenti
Piano stralcio di Assetto Idrogeologico– Autorità di Bacino del fiume Po: Per quanto
concerne il grado di sicurezza idraulica relativo a fenomeni di esondazione del Taro in
corrispondenza dell’intervento di progetto, il tracciato viario in esame ricade in fascia C di
inondazione per piena catastrofica del Fiume Taro. Nell’ “Atlante dei rischi idraulici e
idrogeologici” viene riportato l’elenco dei Comuni afferenti al bacino del Po suddiviso per
classe di rischio (1:Moderato, 2:Medio, 3:Elevato, 4:Molto elevato): Noceto ricade nella
categoria 2 – rischio Medio, in quanto sul suo territorio sono identificabili, come tipologie di
dissesto componenti il rischio, le esondazioni e le frane. Medesano ricade nella categoria 2 –
rischio Medio, in quanto sul suo territorio sono identificabili, come tipologie di dissesto
componenti il rischio, quelle fluvio – torrentizie, le esondazioni e le frane. L’ intervento di
progetto non ricade in aree soggette a fenomeni di dissesto.
Piano Territoriale Regionale (PTR) Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) della
Regione Emilia – Romagna: dall’entrata in vigore della legge regionale 20/2000 (art.24), i
Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (nel caso specifico il PTCP di Parma) danno
piena attuazione alle prescrizioni del PTPR e costituiscono, in materia di pianificazione
paesaggistica, l’unico riferimento per gli strumenti comunali di pianificazione e per l’attività
amministrativa attuativa.
Piano Regionale Integrato dei Trasporti: la variante alla SP357R non rientra negli
interventi programmati dal PRIT ma è prevista con carattere di elevata priorità negli strumenti
di programmazione e pianificazione della Provincia di Parma.
Piano di Tutela delle Acque: il territorio oggetto di studio ricade in parte nella Zona di
protezione Settore A e in parte nella Zona di protezione Settore B della tavola 1 del PTA
“Zone di protezione delle acque sotterranee: aree di ricarica”.
Piano Infraregionale delle Attività Estrattive della Provincia di Parma: di seguito si
riporta la sintesi progettuale complessiva del settore delle ghiaie pregiate per i Comuni di
Medesano e Noceto:
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Sintesi delle previsioni di piano m3
Comune
Int. di rinaturazione Nuovi ambiti Incremento ambiti residui
Ac57 (100.000)
Ac56 (350.000)
Ac58 (100.000)
Ac57 (350.000)
Tiro a volo
-
Noceto
(250.000)
Ac58 (100.000)
Medesano -
-
G2 (3.000.000)
G2 (150.000)
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP):
C1 -Tutela Ambientale, Paesistica e Storico – Culturale: il tracciato stradale di progetto
interferisce con un’area di inondazione per piena catastrofica (fascia C) e con Corsi D’acqua
meritevoli di tutela (Rio Gandiolo). Il Tracciato di progetto preliminare interessa, inoltre, Zone
di deflusso della piena – Ambito A1 – Alveo e Limiti di progetto.
C2 Carta del dissesto: la porzione di territorio strettamente interessata dall’opera in oggetto
non presenta fenomeni di dissesto classificati; l’area vasta di intervento include, tuttavia,
zone a pericolosità geomorfologica moderata per la presenza di depositi alluvionali.
C3 Carta forestale: l’asse stradale in esame si inserisce in un’area vasta che presenta
porzioni di aree boscate addensate lungo il corso del Fiume Taro, senza tuttavia
attraversarle.
C4 Rischio ambientale e ai principali sistemi di difesa: il sito interessato dal tracciato in
esame è incluso in parte nella perimetrazione delle aree di inondazione per piena
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catastrofica del Po e per inadeguatezza della rete scolante di pianura e all’interno di aree di
ricarica della falda.
C.5 Progetti ed interventi di tutela e valorizzazione: l’area vasta di intervento include, senza
che siano determinate interferenze data la presenza dell’asse autostradale della A15 che
funge da elemento separatore, il perimetro del Parco Fluviale Regionale del Taro.
C.10 “Infrastrutture per la mobilità” C.11 “Gerarchia funzionale della rete autostradale”: viene
individuato un corridoio infrastrutturale di progetto, classificato come Viabilità di interesse
provinciale e interprovinciale dalla tavola C.10, entro cui inserire il tracciato della variante alla
SP357R. Il tracciato di progetto preliminare prescelto si sovrappone quasi interamente a tale
corridoio.
PRG vigente e del PSC adottato del comune di Noceto: la cartografia di piano individua
un corridoio infrastrutturale di progetto per la variante alla SP 357R, coincidente con il
tracciato di progetto preliminare proposto.
PSC del comune di Medesano: il tracciato interessa zone agricole normali.
Vincoli ai sensi del D.L.vo 42/2004: gli unici elementi di vincolo soggetti alle prescrizioni di
tutela del D. L. vo 42/2004 e direttamente interferiti dall’asse stradale di progetto sono
rappresentati dalla fascia di rispetto del Torrente Recchio e dalla fascia di rispetto del Rio
Gandiolo.
Vincolo idrogeologico
L’area strettamente interessata dall’intervento, nello specifico l’innesto tramite intersezione a
rotatoria del tracciato di progetto preliminare sulla SP357R, interferisce con un’area
classificata come sottoposta a vincolo idrogeologico e forestale dal PSC adottato per il
comune di Noceto, coincidente con la fascia del Torrente Recchio.
Vincoli idraulici
a.
Fiume Taro;
b.
Torrente Recchio;
c.
Corsi d’acqua minori:
- Canale di Castelguelfo (Forcello);
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- Canale Camboara;
- Rio Gandiolo di Noceto;
- Canale Forcello;
- Canal Grande;
- Rio Gandiolo di Medesano.
Indicazioni del contesto ambientale di riferimento
• Indicazione del sito Natura 2000 (SIC e/o ZPS) interessato (denominazione,
codice), con indicazione se l'opera prevista è interna o esterna al sito:
Le opere in esame non interferiscono in modo diretto con il sistema delle aree
protette afferenti alla Rete Natura 2000, ma distano dall’area protetta SIC-ZPS IT4020021
“Medio Taro” oltre 550 m dal tracciato stradale in previsione.
• Indicazione dell’eventuale presenza d'Aree protette:
Nell’area vasta in esame è presente il Parco Regionale Fluviale del Taro, interamente
incluso nel perimetro del SIC-ZPS IT4020021 “Medio Taro”, il quale non viene interferito dal
tracciato viario in esame.
• Indicazione dell’eventuale presenza d'elementi naturali (boschi, arbusteti, zone
umide, prati, grotte, corsi d’acqua, pareti rocciose, ecc.) nell'area d'intervento:
Ampi greti ghiaiosi, terrazzi xerofili, depressioni umide e boschi ripariali, superfici
agricole, insediamenti industriali, bacini di ex cave e poli estrattivi che hanno intaccato l'alveo
e le zone limitrofe.
• Inquadramento generale dell’area d'intervento e del sito
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Il sito è costituito dal tratto del Fiume Taro corrispondente all’ampio sbocco dello
stesso in pianura tra Noceto e Fornovo, per una lunghezza di circa 23 km estendendosi per
una superficie di circa 3810 ha su gran parte del vasto conoide che segna il passaggio tra
collina e pianura e su parte dei terrazzi alluvionali quaternari. Il centro del sito è individuato
dalle coordinate geografiche: 10 ° 10 ' 30 " di longitudine Est e 44 ° 44 ' 31 " di latitudine
Nord. La mappa del sito interessa i fogli n.° 181 SE, n.° 199 NE, n.° 199 NO, n.° 199 SO
della Carta Tecnica Regionale secondo il sistema di proiezione Universale Trasversa di
Mercatore alla scala 1:25˙000.
L’area d’intervento è situata circa 550 m ad ovest dal tracciato stradale in previsione.
• Indicazione dell’eventuale presenza di habitat o di specie animali e vegetali
d'interesse comunitario nell’area d'intervento, con particolare riferimento a quelli prioritari
Habitat naturali:
Codic
Nome
e
Natura Corine
2000
Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione
Codice
Biotopes
3140
22.441
3150
22.41
3170
22.34
3230
24.223
3240
24.224
3250
24.225
bentica di Chara
Laghi eutrofici naturali con vegetazione del tipo
Magnopotamion o Hydrocharition
* Stagni temporanei mediterranei
Fiumi alpini e loro vegetazione riparia legnosa di
Myricaria germanica
Fiumi alpini e loro vegetazione riparia legnosa di
Salix elaeagnos
Fiumi mediterranei a flusso permanente con
Glaucium flavum
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Nome
Chenopodietum rubri dei fiumi submontani
Formazioni di Juniperus communis su lande o prati
calcarei
* Terreni erbosi calcarei e carsici (Alysso-Sedion
albi)
Codic
3270
Codice
24.52
5130
31.80
6110
34.11
6210
34.31
Formazioni erbose secche seminaturali e facies
coperte da cespugli su substrato calcareo (FestucoBrometalia) (* stupenda fioritura di orchidee)
* Percorsi substeppici di graminacee ed altre piante
annue dei Thero-Brachypodietea
6220
Praterie in cui è presente Molinia su terreni calcarei e
6410
argillosi (Eu-Molinion)
Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte
del Molinio-Holoschoenion
Praterie di megaforbie eutrofiche
* Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del
Caricion davallianae
Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili
delle Alpi
* Foreste alluvionali residue di Alnion glutinosoincanae
Boschi misti di quercia, olmo e frassino di grandi
fiumi
Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba
34.5
6420
37.31
37.41
6430
37.7
7210
53.33
8130
61.3
91E0
44.3
91F0
44.33
92A0
44.61
Specie di interesse comunitario:
Uccelli nidificanti:
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•
tarabusino (Ixobrychus minutus)
•
nitticora (Nycticorax nycticorax)
•
garzetta (Egretta garzetta)
•
cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus)
•
occhione (Burhinus oedicnemus)
•
sterna comune (Sterna hirundo)
•
fraticello (Sterna albifrons)
•
succiacapre (Caprimulgus europaeus)
•
martin pescatore (Alcedo atthis)
•
tottavilla (Lullula arborea)
•
calandro (Anthus campestris)
•
averla piccola (Lanius collurio)
Svernanti e migratori:
•
tarabuso (Botaurus stellaris)
•
sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides)
•
airone bianco maggiore (Egretta alba)
•
airone rosso (Ardea purpurea)
•
cicogna nera (Ciconia nigra)
•
cicogna bianca (Ciconia ciconia)
•
moretta tabaccata (Aythya nyroca)
•
falco pecchiaiolo (Pernis apivorus)
•
nibbio bruno (Milvus migrans)
•
falco di palude (Circus aeruginosus)
•
albanella reale (Circus cyaneus)
•
albanella minore (Circus pygargus)
•
falco pescatore (Pandion haliaetus)
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•
falco cuculo (Falco vespertinus)
•
falco cuculo (Falco vespertinus)
•
falco pellegrino (Falco peregrinus)
•
voltolino (Porzana porzana)
•
schiribilla (Porzana parva)
•
gru (Grus grus)
•
piviere dorato (Pluvialis apricaria)
•
combattente (Philomachus pugnax)
•
piro piro boschereccio (Tringa glareola)
•
mignattino piombato (Chlidonias hybridus)
•
mignattino (Chlidonias niger)
•
gufo di palude (Asio flammeus)
•
calandrella (Calandrella brachydactyla)
•
pettazzurro (Luscinia svecica)
•
averla cenerina (Lanius minor)
•
ortolano (Emberiza hortulana)
Mammiferi:
•
vespertilio di Blyth (Myotis blythii
Anfibi e rettili:
•
tritone crestato italiano (Triturus carnifex)
•
testuggine palustre (Emys orbicularis)
Fauna ittica:
•
lasca (Chondrostoma genei)
•
vairone (Leuciscus souffia)
•
barbo (Barbus plebejus)
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•
barbo canino (Barbus meridionalis)
•
cobite (Cobitis taenia)
Invertrebati:
•
falena dell'edera (Callimorpha quadripunctaria)
•
Osmoderma eremita
•
Ophiogomphus cecilia
•
licena delle paludi (Lycaena dispar)
•
cervo volante (Lucanus cervus)
•
Cerambyx cerdo
Piante
•
Himantoglossum adriaticum
• Indicazione dell’eventuale presenza di connessioni ecologiche (art. 7 L.R. 6/05)
Il PTC della Provincia di Parma individua il corso del fiume Taro come corridoio
appartenente alla rete ecologica provinciale.
Per quanto riguarda i nodi della rete, all’interno del territorio di Noceto risulta presente
un nodo di notevole rilevanza regionale e provinciale rappresentato dal Parco Regionale
Fluviale del Taro direttamente collegato alla rete ecologica regionale per la presenza del
fiume, che garantisce la connessione sia con il bacino naturalistico della montagna che con il
bacino della pianura, prioritariamente rappresentato dal fiume Po.
Inoltre, nel territorio comunale di Noceto sono stati distinti i seguenti diversi tipi di
corridoi ecologici, ciascuno con caratteristiche specifiche.
Rete ecologica di rilevanza regionale: questo corridoio ecologico include la zona
interessata dal Parco Regionale Fluviale del Taro. È costituito dall’alveo e dalle aree
adiacenti a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione. Il sito, designato anche come
SIC e ZPS, costituisce una delle più note aree di sosta per uccelli migratori (acquatici e non)
dell’Emilia occidentale e rappresenta quindi un corridoio, ma anche un nodo biotico di
fondamentale importanza.
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Rete ecologica di rilevanza provinciale: il corridoio ecologico nel territorio comunale è
stato identificato lungo il corso del torrente Recchio. Tale corridoio comprende, oltre al corso
d’acqua, i sistemi ripari a vegetazione arborea e arbustiva e costituisce quindi un importante
luogo di rifugio e sostentamento per la fauna stanziale e di sosta, in particolare per
l’avifauna.
Rete ecologica del reticolo minore: consiste nelle fasce arboree ed arbustive
associate al reticolo idrografico minore. Oltre a costituire un percorso in senso stretto per
animali che rifuggono gli spazi aperti, corridoi di questo tipo svolgono anche la funzione di
rifugio per animali che si spostano attraverso la matrice circostante, o attraverso le linee di
margine. Rappresentati dai corsi d’acqua minori (rii, canali, cavi, fossi) che attraversano per
tratti di diversa lunghezza le campagne coltivate della pianura, questi sistemi concorrono
anche a rendere un paesaggio piuttosto piatto maggiormente variegato sotto il profilo
paesaggistico. In particolare nell’area di interesse del Comune di Noceto vengono evidenziati
il canale Grande ed il rio Gandiolo, che è stato individuato anche come importante elemento
di connessione del territorio con il nodo ecologico rappresentato dal Parco del Taro, vista la
sua stretta correlazione nei confronti dell’ecosistema del fiume Taro.
Elementi boscati della rete ecologica locale: sono rappresentati da boschetti e dalle
aree boscate nel territorio comunale, per lo più lungo elementi minori del reticolo idrografico
e in zone residuali dell’attività agricola. La loro valenza ecologica risulta significativa solo a
livello locale, quali elementi di rifugio dal territorio agricolo o, al più, quali piccole steppingstones.
Elementi lineari della rete ecologica locale: sono rappresentati dai sistemi a verde
lineare costituiti da filari alberati con strutturazione verticale incompleta (piano dominante ed
erba) e completa (strato arboreo-arbustivo-erbaceo). Sono generalmente rappresentati dai
filari relitti degli antichi confini interpoderali degli ambiti agricoli e da quelli impiantati lungo le
scoline e le canalette d’irrigazione; la loro valenza ecologica è rilevante solo a livello locale.
DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE TRA OPERE PREVISTE ED IL SISTEMA
AMBIENTALE (HABITAT E SPECIE ANIMALI E VEGETALI PRESENTI NEL SITO)
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• Uso di risorse naturali (presenti nel sito):
prelievo di materiali (acqua, terreno, materiali litoidi, piante, animali, ecc.)
taglio della vegetazione (arborea, arbustiva, erbacea)
altro
• Fattori d'alterazione morfologica del territorio e del paesaggio:
consumo, occupazione, alterazione, impermeabilizzazione
del suolo, costipamento del terreno
escavazione
alterazione di pareti rocciose, grotte, ecc.
interferenza con il deflusso idrico (superficiale e/o sotterraneo)
intercettazione e modifica delle correnti marine
trasformazione di zone umide
modifica delle pratiche colturali
inserimento/immissione di specie animali o vegetali alloctone
uso del suolo post intervento
altro
• Fattori d'inquinamento e di disturbo ambientale:
inquinamento del suolo
inquinamento dell’acqua (superficiale e/o sotterraneo)
inquinamento dell’aria (emissioni di gas, polveri e odori)
inquinamento acustico (produzione di rumore/disturbo/vibrazioni)
inquinamento elettromagnetico/radiazioni (ionizzanti o non ionizzanti)
inquinamento termico
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inquinamento luminoso
inquinamento genetico (immissione di specie vegetali o animali autoctone con
provenienze geneticamente non idonee)
produzione di rifiuti e scorie
altro
• Rischio d'incidenti:
sostanze e tecnologie impiegate (esplosioni, incendi, rilascio di sostanze tossiche,
incidenti stradali, ecc.)
CONGRUITÀ DELLE OPERE PREVISTE CON LE NORME GESTIONALI
PREVISTE NELLE MISURE DI CONSERVAZIONE O NELL’EVENTUALE PIANO DI
GESTIONE DEL SITO
• Rapporto tra opere/attività previste ed habitat d'interesse comunitario presenti
nell’area e nel sito, con particolare riferimento a quelli prioritari (riduzione, trasformazione o
frammentazione habitat, ecc.)
La viabilità di progetto si svilupperà per tutta la sua lunghezza all’esterno del
perimetro del sito non comportando sottrazione diretta di aree interne al SIC – ZPS e, tanto
meno, di habitat di interesse comunitario in esso contenuti.
• Rapporto tra opere/attività previste e specie animali di interesse comunitario
presenti nell’area e nel sito con particolare riferimento a quelle prioritarie (riduzione delle
popolazioni, alterazione habitat di riproduzione, di alimentazione, di svernamento, ecc.)
La realizzazione dell’asse stradale comporterà la sottrazione diretta prevalentemente
di terreni coltivati a seminativi esterni al sito. Tale matrice agricola è caratterizzata da
popolamenti faunistici eurieci e legati all’agroecosistema ampiamente diffusi e poco selettivi.
Occasionalmente le aree aperte coltivate possono essere frequentate da alcune delle specie
chiave segnalate all’interno del sito Natura 2000, quali gli ardeidi nitticora (Nycticorax
nycticorax) e garzetta (Egretta garzetta) e la cicogna bianca (Ciconia ciconia) alla ricerca di
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cibo. In considerazione della tipologia ecosistemica interferita, ampiamente diffusa nei
territori adiacenti al sito, ed il carattere temporaneo delle attività previste l’impatto su alcune
delle specie chiave del sito è ritenuto non significativo e reversibile a breve termine una volta
terminate le operazioni di cantiere. Sono da escludere impatti legati alla frammentazione ed
all’eventuale isolamento delle metapopolazioni faunistiche causate dall’inserimento della
nuova viabilità in considerazione della presenza dell’autostrada A15, che correndo
parallelamente ed in adiacenza al SIC – ZPS per buona parte della sua lunghezza lo separa
fisicamente dalla nuova viabilità di progetto.
• Rapporto tra opere/attività previste e specie vegetali di interesse comunitario
presenti nell’area e nel sito con particolare riferimento a quelle prioritarie (riduzione delle
popolazioni, alterazione habitat di riproduzione, substrato, ecc.)
L’unica specie vegetazionale di interesse comunitario presente nel sito è
Himantoglossum adriaticum, un’orchidea dall’aspetto imponente (raggiunge quasi 1 m
d'altezza) caratterizzata soprattutto dai lunghi labelli che pendono dai fiori presenti da
maggio a giugno.
Non si rilevano incidenze negative significative sulla specie in esame legate alle
attività di progetto.
• Valutazione dell’incidenza su habitat e specie in funzione del loro livello di rarità a
livello locale, regionale, nazionale o comunitario
Nessuna influenza.
CONCLUSIONI
Esplicitazione dell'esito della valutazione d'incidenza e della relativa motivazione: non
si rilevano incidenze negative significative sul sito Natura 2000, in relazione al progetto in
esame.
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Descriizione sin
ntetica in
ntroduttivva del pro
ogetto sp
pecificand
do la nattura,
la tipo
ologia delle opere
e, le motiivazioni, gli obiettivi da coonseguire
eei
risulta
ati attesi
L
L’intervento
o oggetto di variante a
al PSC-POC del Com
mune di Meddesano riguarda la
realizza
azione di un
n nuovo asse stradale
e extraurban
no locale tip
po F1, avennte sezione stradale
di larghe
ezza compllessiva pari a m 9.00 ( due corsie di m 3,50 con
c banchinne pavimenttate di m
1,00), ccon funzione
e di variante
e alla SP357
ato di Nocetto (PR).
7R all’altezza dell’abita
F
Figura 0-1 – Inquadram
mento territo
oriale
16 y
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La realizzazione di una variante alla SP357R all’altezza dell’abitato di Noceto rientra
esplicitamente nelle previsioni programmatiche del PTCP di Parma e degli strumenti
urbanistici del comune di Noceto. Nonostante non sia inserito nel quadro delle opere
programmate dal PRIT vigente, l’intervento di progetto è del tutto coerente con gli obiettivi
cardine del Piano di settore regionale (attualmente oggetto di aggiornamento, per il quale
sono stati approvati il Quadro Conoscitivo e il Documento Preliminare), quali la
massimizzazione dell’efficienza interna del trasporto locale e la creazione di un sistema di
infrastrutture stradali altamente gerarchizzato, organizzato a maglie larghe, che permetta di
trattenere il più possibile entro una viabilità di standard autostradale i flussi di mezzi pesanti
per il trasporto delle merci, siano essi in attraversamento o al servizio della struttura
produttiva e del sistema di distribuzione regionale delle merci; ciò oltre che per evidenti
motivi di funzionalità, anche per proteggere il territorio e le sue componenti sociali ed
ambientali dall’impatto provocato dal trasporto pesante su gomma.
La realizzazione della variante alla SP357R consentirà, inoltre, di rispondere
all’obiettivo, proposto dal piano, di organizzare il disegno della rete stradale in modo da
aumentare la sua efficienza intrinseca, migliorando i suoi indici prestazionali, consentendo
un minor consumo di energia e di carburante, una minore quantità di emissioni inquinanti in
atmosfera, una maggiore velocità media, nei limiti di minore emissione di inquinanti
atmosferici da parte dei veicoli, e quindi un certo risparmio di tempo da parte degli utenti, una
riduzione dei percorsi medi e una minore emissione di rumore.
Il centro abitato di Noceto è interessato dall’attraversamento diretto della SP 357R “di
Fornovo”, i cui flussi di traffico, già piuttosto intensi, hanno subito un ulteriore incremento in
conseguenza del completamento del nuovo collegamento Medesano - Noceto - Collecchio
(Asse Pedemontano) mediante la realizzazione di un Ponte sul fiume Taro.
Lo sviluppo antropico lungo la strada SP 357R ha generato e genera situazioni non
più accettabili, causa di disagi e pericoli, in ragione della confluenza sulla stessa di una
grande quantità di strade comunali interne all’abitato ed esterne a questo, una miriade di
accessi privati nonché negozi, strutture pubbliche, bar e ristoranti.
Noceto è altresì interessata dal traffico in entrata/uscita dal Casello autostradale di
Parma ovest dell’Autostrada della Cisa A15 Parma – La Spezia, situato a poche centinaia di
metri dal centro abitato.
La Provincia di Parma e i Comuni di Noceto e di Fontevivo hanno rappresentato più
volte la necessità di interventi urgenti per risolvere il problema dell’intenso traffico che
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attraversa gli abitati di Noceto e di Pontetaro e per garantire un innalzamento del livello di
servizio attualmente non compatibile con le reali funzioni della viabilità esistente e sufficienti
standard di sicurezza della circolazione sanciti dal Codice della Strada.
Si sottolinea inoltre che con l’apertura al traffico dell’Asse Viario Cispadano
(prolungamento della Tangenziale Nord) di Parma da parte di ANAS spa, avvenuta nel 2005,
è diventato prioritario l’accesso diretto al casello Parma Ovest dei mezzi provenienti da est,
onde evitare l’attraversamento dell’abitato di Castelguelfo; il collegamento diretto della
SP357R con il casello Parma Ovest permetterebbe di evitare al traffico pesante proveniente
dalla zona sud/ovest del territorio l’attraversamento del centro abitato di Pontetaro.
Il Tracciato di progetto preliminare prende inizio in comune di Medesano, in
corrispondenza della rotatoria posizionata tra via Ghiaie ed il nuovo asse pedemontano
all’imbocco con il nuovo ponte Montanini sul fiume Taro. Il tracciato, che presenta sempre
giacitura nord-sud e una lunghezza complessiva di circa 6400 m, si mantiene parallelo al
tracciato autostradale della A15 e all’esistente SC delle Ghiaie, allontanandosi nella parte
terminale, dove termina a nord dell’abitato di Noceto, con una rotatoria sulla SP 357R. La
connessione con la viabilità locale esistente è garantita dalla realizzazione di quattro
intersezioni a rotatoria con via Prati Grandi, via Campagnole, via Gandiolo e via Camboara.
E’ infine previsto un ramo di collegamento di circa 900 m, dalla rotatoria su via
Camboara fino alla nuova rotatoria di raccordo allo svincolo a più livelli di Parma Ovest,
localizzata a circa 350 m dall’intersezione con l’asse della S.S. n° 9 Emilia, di categoria C1 di
larghezza complessiva pari a 10.50 m (due corsie di 3.75 m con banchina laterale di 1.50 m).
Inquadramento dell’opera nel PTCP della Provincia di Parma
La Provincia di Parma con delibera del Consiglio Provinciale n. 71 del 7 luglio 2003,
ha approvato il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, primo piano provinciale della
regione Emilia-Romagna adeguato alla nuova legislazione urbanistica regionale (LR
20/2000).
18 y
Variante PSC - POC 2011
Nella deliberazione con cui la Giunta regionale (Del. n. 1320 del 07.07.2003) ha
espresso l’Intesa sul P.T.C.P., ai sensi dell’art. 27 comma 9 della L.R. 20/2000,
l’approvazione del piano è stata condizionata ai seguenti successivi adempimenti:
1. in materia di viabilità è stata formulata la richiesta di procedere attraverso varianti al
PRIT quale soluzione per conferire valenza regionale al prolungamento, proposto dal
P.T.C.P., degli assi regionali Cispadano e Pedemontano, previa predisposizione di
appositi studi di traffico;
2. l’individuazione di nuove aree produttive di rilievo sovracomunale è stata rinviata
all’elaborazione di una successiva variante al fine di dettarne una compiuta disciplina;
3. la Provincia è stata sollecitata ad adeguare il P.T.C.P. al Piano per l’Assetto
Idrogeologico (P.A.I.), anche per consentire al P.T.C.P. di assumere il valore e gli
effetti del P.A.I. mediante il conseguimento dell’Intesa con l’Autorità di Bacino del
Fiume Po, ai sensi dell’art. 27 della L.R. 20/2000.
Nella definizione del programma di lavoro per l’elaborazione degli adempimenti richiesti
dalla Regione, la Giunta provinciale (Del. 905 del 9.10.2003) ha ritenuto opportuno
aggiungere ulteriori approfondimenti che costituiscono, in alcuni casi, variante al Piano:
•
aree a rischio di incidente rilevante (aggiornamento ed integrazione del Quadro
Conoscitivo);
•
recepimento dei risultati della ricerca condotta dall’Università di Parma sugli edifici di
valore storico-testimoniale in ambito rurale (indirizzi ai Comuni per il loro recupero);
•
aggiornamento ed integrazione delle norme di attuazione.
In data 21/12/2007 con Del. C.P. n°134 è stata approvata la Variante del Piano
Territoriale di Coordinamento Provinciale.
Del PTCP integrato dalla Variante 2007 sono state consultate oltre che le Norme Tecniche di
Attuazione (NTA) anche le seguenti tavole:
1. Tav. “C1 Tutela Ambientale, Paesistica e Storico-Culturale”, in scala 1:25.000,
(elaborato allegato STNSL1AMBPP010102 Inquadramento territoriale
dell’intervento in relazione agli strumenti di pianificazione territoriale);
2. Tav. “C.2 Carta del dissesto”, in scala 1:10.000;
3. Tav. “C.3 Carta forestale”, in scala 1:10.000;
19 y
Variante PSC - POC 2011
4. Tav. “C.4 Carta del rischio ambientale e dei principali sistemi di difesa”, in scala
1:50.000;
5. Tav. “C.5 Progetti ed interventi di tutela e valorizzazione”, in scala 1:50.000;
6. Tav. “C.10 Infrastrutture per la mobilità”, in scala 1:50.000 (elaborato allegato
STNSL1AMBPP010102 Inquadramento territoriale dell’intervento in relazione
agli strumenti di pianificazione territoriale);
7. Tav. “C.11 Gerarchia funzionale della rete stradale”, in scala 1:50.000.
Nella tavola C1 Tutela Ambientale, Paesistica e Storico - Culturale”, riportata
nell’elaborato STNSL1AMBPP010102 Inquadramento territoriale dell’intervento in
relazione agli strumenti di pianificazione territoriale, vengono riportate sia le zone di
tutela di laghi, bacini e corsi d’acqua e dei corpi idrici sotterranei, sia le zone di interesse
paesaggistico ambientale nonché gli elementi di interesse storico, archeologico e
testimoniale.
Dalla consultazione della tavola si evince che entrambe le varianti considerate per il tracciato
stradale di progetto interferiscono con Area di inondazione per piena catastrofica (fascia C) e
con Corsi D’acqua meritevoli di tutela (Rio Gandiolo).
L’Articolo 13 ter Area di inondazione per piena catastrofica delle NTA del PTCP
prescrive che:
“1. Nell’Area di inondazione per piena catastrofica, indicata come tale nella tavola
C.1, in scala 1:25.000 e nella tavola C.4, in scala 1:50.000 del presente Piano, valgono gli
indirizzi e le direttive di cui ai commi successivi.
2. I Programmi di previsione e prevenzione e i Piani di emergenza provinciali e
comunali, ai sensi della L. 24 febbraio 1992, n. 225, sono predisposti tenuto conto della
indicazione di pericolosità idraulica dell’area di cui al presente articolo, nonché delle zone di
tutela idraulica di cui ai precedenti articoli 12 e 13.
3. I Comuni, in sede di formazione del PSC possono, in considerazione delle
specifiche criticità idrauliche presenti nel proprio territorio, regolamentare le attività
consentite, i limiti e i divieti per i territori ricadenti nell’area di cui al presente articolo”.
20 y
Variante PSC - POC 2011
Negli elenchi dell’allegato 5 Corsi d’acqua meritevoli di tutela alle NTA del PTCP è
incluso il Rio Gandiolo, per il quale valgono le prescrizioni dell’articolo 12 Zone di tutela dei
caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua delle NTA
“…2. Per i territori di cui al comma 1, così individuati:
b) tratti non arginati dei corsi d’acqua meritevoli di tutela elencati nell’Allegato 5 alle
presenti norme, relativamente alle fasce laterali di ampiezza pari a 50 metri a partire dal
limite esterno dell’area demaniale;
c) tratti arginati dei corsi d’acqua meritevoli di tutela, elencati nell’Allegato 5 alle
presenti norme, relativamente alle fasce laterali di ampiezza pari a 30 metri a partire dal
piede esterno dell’argine;
…
valgono le disposizioni di cui ai precedenti comma 7 lettere a), b), c), d), e), f); commi
9,10,17, comma 23 lettere c), d), e), f), g); commi 24, 25, 26 dell’art. 12”.
Il Tracciato di progetto preliminare interessa, inoltre, Zone di deflusso della piena –
Ambito A1 – Alveo e Limiti di progetto.
L’articolo 13 Zona di deflusso di piena delle NTA riporta che:
“1. Le disposizioni di cui al presente articolo valgono per la zona di deflusso di piena
individuata e perimetrata come tale nella tavola C.1, in scala 1:25.000; qualora tale ambito
interessi altre zone individuate, delimitate e disciplinate dal presente Piano, valgono
comunque le prescrizioni maggiormente limitative delle trasformazioni e delle utilizzazioni.
Nella zona di cui al presente articolo il Piano persegue l’obiettivo di garantire, in condizioni di
sicurezza, il deflusso della piena di riferimento e l’equilibrio dinamico dell’alveo, nonché di
favorire, ovunque possibile, l’evoluzione naturale del fiume in rapporto alle esigenze di
stabilità delle difese, delle fondazioni delle opere d’arte, del mantenimento in quota dei livelli
idrici di magra, unitamente alla conservazione ed al miglioramento delle caratteristiche
naturali, ambientali e storico-culturali direttamente connesse all’ambito fluviale. Con
riferimento agli obiettivi perseguiti, le zone di cui al presente articolo costituiscono la
definizione cartografica e l’articolazione integrata delle zone di cui agli articoli 17 e 18 del
PTPR e della fascia A di deflusso della piena, così come definita dall’articolo 28 del PAI.
Nella zona di deflusso di piena, l’ambito A1 è costituito dall’alveo, così come individuato
21 y
Variante PSC - POC 2011
all’art. 18 del PTPR; l’ambito A2 interessa la restante area sede del deflusso della corrente,
sino al limite esterno della zona stessa.
2. Nella zona di deflusso di piena sono vietate le attività di trasformazione dello stato
dei luoghi, che modifichino l’assetto morfologico, idraulico, infrastrutturale, edilizio, fatte salve
le prescrizioni dei successivi articoli.
3. Nelle aree di cui al presente articolo, gli interventi consentiti di cui ai successivi
commi, debbono assicurare il mantenimento o il miglioramento delle condizioni di drenaggio
superficiale dell’area, l’assenza di interferenze negative con il regime delle falde freatiche
presenti e con la sicurezza delle opere di difesa esistenti.
4. Nell’ambito A1 sono ammesse esclusivamente, nel rispetto di ogni altra
disposizione di legge o regolamentare in materia, e comunque previo parere favorevole
dell’autorità idraulica competente:
a) la realizzazione delle opere connesse alle infrastrutture ed attrezzature di cui ai
commi 9, 10 e 17, con l’esclusione della realizzazione di spazi di sosta per mezzi di trasporto
motorizzati di cui alla lettera b), nonché alle lettere d), f) g) del comma 23 dell’articolo 12,
fermo restando che per le infrastrutture lineari e gli impianti, non completamente interrati,
può prevedersi esclusivamente l’attraversamento in trasversale;
b) il mantenimento, la ristrutturazione e la rilocalizzazione di capanni ed altre
attrezzature per la pesca ovvero per il ricovero delle piccole imbarcazioni, purché amovibili e
realizzate con materiali tradizionali, solamente qualora previste e disciplinate da strumenti di
pianificazione provinciali o comunali od intercomunali, relativi in ogni caso all’intera asta
fluviale interessata dalla loro presenza, in maniera da evitare ogni alterazione o
compromissione del corso ordinario delle acque, ogni interruzione della normale risalita
verso monte del novellame, ogni intralcio al transito dei natanti ed ogni limitazione al libero
passaggio di persone e mezzi di trasporto sui coronamenti, sulle banchine e sulle sponde;
c) la realizzazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché di
restauro e di risanamento conservativo, dei manufatti edilizi isolati aventi interesse storicoartistico o storico-testimoniale, che siano definiti ammissibili dagli strumenti urbanistici
comunali vigenti;
d) l’effettuazione di opere idrauliche, sulla base di piani, programmi e progetti disposti
dalle autorità preposte e se compatibili con l’assetto di progetto dell’alveo derivante dalla
22 y
Variante PSC - POC 2011
delimitazione della zona di deflusso di piena contenuta nella tavola C.1 e dalle “Linee di
assetto idraulico e idrogeologico”, allegato 10, delle presenti norme;
e) gli interventi volti alla ricostituzione degli equilibri naturali alterati e alla
eliminazione, per quanto possibile, dei fattori incompatibili di interferenza antropica;
f) i prelievi manuali di ciottoli, senza taglio di vegetazione, per quantitativi non
superiori a 150 m³ annui;
g) la realizzazione di accessi per natanti alle cave di estrazione ubicate in golena, per
il trasporto all'impianto di trasformazione, purché inserite in programmi individuati nell'ambito
dei Piani di settore;
h) l’esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti come specificato
all’articolo 12, comma 15 e l’adeguamento degli impianti esistenti alle normative vigenti,
anche a mezzo di eventuali ampliamenti funzionali. E’ vietata la realizzazione di nuovi
impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti e gli ampliamenti strutturali, l’aumento della
potenzialità annua di trattamento e/o smaltimento degli stessi impianti esistenti;
i) l’adeguamento degli impianti esistenti di trattamento delle acque reflue alle
normative vigenti, anche a mezzo di eventuali ampliamenti funzionali. E’ vietata la
realizzazione di nuovi impianti di trattamento delle acque reflue, nonché l’ampliamento degli
stessi impianti esistenti.
5. Le estrazioni di materiali litoidi nell’ambito A1 della zona di deflusso di piena sono
disciplinate dall’art. 2 della legge regionale 18 luglio 1991, n. 17. Sono fatti salvi gli interventi
necessari al mantenimento delle condizioni di sicurezza idraulica ed a garantire la
funzionalità delle opere pubbliche di bonifica e di irrigazione. L’autorità preposta può disporre
che inerti eventualmente rimossi, vengano resi disponibili per i diversi usi produttivi,
unicamente in attuazione di piani, programmi e progetti finalizzati al mantenimento delle
condizioni di sicurezza idraulica conformi al criterio della massima rinaturalizzazione del
sistema delle acque superficiali, anche attraverso la regolarizzazione plano-altimetrica degli
alvei, la esecuzione di invasi golenali, la rimozione di accumuli di inerti in zone
sovralluvionate, ove non ne sia previsto l'utilizzo per opere idrauliche e sia esclusa ogni utilità
di movimentazione in alveo lungo l'intera asta fluviale. Ai sensi del comma 5, dell’art. 2 della
Legge regionale 18 luglio 1991, n. 17 i quantitativi derivati dagli interventi di cui sopra
concorrono al soddisfacimento dei bisogni individuati dal P.I.A.E..
23 y
Variante PSC - POC 2011
6. Sono vietate le coltivazioni erbacee non permanenti e arboree, fatta eccezione per
gli interventi di bioingegneria forestale e gli impianti di rinaturazione con specie autoctone,
per una ampiezza di almeno 10 m dal limite dell’ambito A1, al fine di assicurare il
mantenimento o il rispristino di una fascia continua di vegetazione spontanea lungo le
sponde dell’alveo inciso, avente funzione di stabilizzazione delle sponde, riduzione della
velocità della corrente e di costituzione di corridoi ecologici. Nella stessa fascia è vietata la
nuova edificazione dei manufatti edilizi di cui alle lettere e), g), del comma 23 dell’art. 12.
Sono fatte salve le disposizioni di cui al Capo VII del R.D. 25 luglio 1904, n. 523;
7. Qualora all’interno del perimetro del territorio urbanizzato, come definito dalla
normativa regionale vigente, ricadano aree comprese nell’ambito A2, valgono le disposizioni
di cui al comma 7 dell’articolo 12.
8. Nell’ambito A2, all’esterno del perimetro del territorio urbanizzato di cui al
precedente comma, sono consentiti, oltre agli interventi consentiti nell’ambito A1:
a) i cambi colturali, che potranno interessare esclusivamente aree attualmente
coltivate;
b) le occupazioni temporanee se non riducono la capacità di portata dell'alveo,
realizzate in modo da non arrecare danno o da risultare di pregiudizio per la pubblica
incolumità in caso di piena;
c) i depositi temporanei conseguenti e connessi ad attività estrattiva autorizzata ed
agli impianti di trattamento del materiale estratto e presente nel luogo di produzione da
realizzare secondo le modalità prescritte dal dispositivo di autorizzazione;
d) il miglioramento fondiario limitato alle infrastrutture rurali compatibili con l'assetto
della fascia;
e) il deposito temporaneo a cielo aperto di materiali che per le loro caratteristiche non
si identificano come rifiuti, finalizzato ad interventi di recupero ambientale comportanti il
ritombamento di cave;
f) il deposito temporaneo di rifiuti come definito all’art. 183, comma 1, lett. m), del
D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152;
g) opere relative a interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione
ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti dalla legge
24 y
Variante PSC - POC 2011
regionale 25 novembre 2002, n. 31, senza aumento di superficie o volume, senza
cambiamenti di destinazione d’uso che comportino aumento del carico insediativo e con
interventi volti a mitigare la vulnerabilità dell’edificio;
h) ampliamenti degli impianti di trattamento delle acque reflue, ove sia dimostrata
l’impossibilità della loro localizzazione al di fuori della zona di tutela. I progetti di ampliamento
devono essere corredati da adeguati interventi di messa in sicurezza idraulica nonché da
relativo studio di compatibilità idraulica.
9. Nell’ambito A2 si applicano, oltre alle disposizioni di cui al comma 9, le norme di
cui ai commi 7, 10, 23 lettere b), c), d), e), f), g), 24, 25 e 26 dell’articolo 12.
10. Per esigenze di carattere idraulico connesse a situazioni di rischio, l’Autorità
idraulica preposta può in ogni momento effettuare o autorizzare tagli di controllo della
vegetazione spontanea eventualmente presente nelle zone di cui al presente articolo”.
L’articolo 12 Zone di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua
integrate con zone di tutela idraulica riporta, relativamente ai Limiti di progetto, le seguenti
prescrizioni:
“La tavola C.1 in scala 1:25.000 del presente Piano indica, con apposito segno
grafico, denominato “limite di progetto” le opere e/o gli interventi programmati per la difesa
del territorio. Tali limiti sono stati individuati nel rispetto delle finalità di tutela paesaggistica
ed ambientale introdotte dal presente Piano ai sensi dell’art. 24 della legge 20/2000. I
progetti per la difesa idraulica riferiti alla attuazione degli interventi individuati con il segno
grafico “limite di progetto” dovranno garantire il mantenimento del medesimo livello di tutela
paesaggistica ed ambientale, nonché seguire, ove previste, le procedure autorizzative
prescritte dalle normative vigenti. Quando saranno realizzati gli interventi e le opere
programmati il tracciato del rilevato arginale eseguito e collaudato, dovrà essere inteso come
attuativo del segno grafico “limite di progetto”. La trasmissione, da parte dell’Autorità
competente, della presa d’atto del collaudo dell’opera costituirà il presupposto per la
successiva Deliberazione del Consiglio Provinciale di aggiornamento della cartografia del
Piano. Tale aggiornamento non costituisce variante al PTCP. Tale aggiornamento dovrà
comunque verificare il mantenimento del livello di tutela dei caratteri ambientali dei luoghi
interessati, definito dal presente piano . Negli ambiti a rischio di inondazione a tergo del
“limite di progetto” indicati negli studi relativi alle fasce fluviali contenuti nel Quadro
Conoscitivo - Fasce fluviali, ovvero, se non individuati in tali elaborati, nell’ambito delimitato
25 y
Variante PSC - POC 2011
tra il “lim
mite di progetto” e il lim
mite della fasscia C della
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La tavola “C
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Figura 0-1 – Stralcio
o della Tav
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del dissesto” , sezione 181150
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26 y
Vari ante PSC - POC
C 2011
La tavola “C3 Cartta forestale
e” del PTCP
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1 “Sistema
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tuttavia attraversarrle.
F
Figura 0-2 – Stralcio
o della Tav
vola “C3.11 carta forrestale” (lee aree cop
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vegetazzione sono
o in verde)
27 y
Variante PSC - POC 2011
E’ stata, inoltre, consultata la cartografia relativa al rischio ambientale e ai
principali sistemi di difesa (elaborato C4 del PTCP) che evidenzia come il sito sia incluso
in parte nella perimetrazione delle aree di inondazione per piena catastrofica del Po e per
inadeguatezza della rete scolante di pianura e all’interno di aree di ricarica della falda.
L’articolo 37 delle Norme Tecniche di Attuazione riporta che “negli Ambiti a
prevalente destinazione urbana soggetti a rischio idraulico per inadeguatezza della rete
scolante e/o fognaria, in Area di inondazione per piena catastrofica del Po e per
inadeguatezza della rete scolante di pianura e in Ambito di criticità idraulico-ambientale, la
realizzazione di nuovi interventi di urbanizzazione e di infrastrutturazione dovrà comportare
la messa in opera di tutte le misure necessarie per limitare lo sviluppo delle aree
impermeabili e, in particolare, l’individuazione di opportune aree destinate ad invasare
temporaneamente le acque meteoriche. Gli strumenti urbanistici dei Comuni interessati dagli
Ambiti e Aree di cui al presente punto, a seguito della emanazione di apposita direttiva da
parte dell’Autorità di Bacino relativa alle modalità e ai limiti cui assoggettare gli scarichi delle
reti di drenaggio delle acque pluviali dalle aree urbanizzate e urbanizzande, dovranno
contenere il calcolo delle portate da smaltire a mezzo delle reti di raccolta e di
allontanamento delle acque meteoriche, l’individuazione dei punti di scarico nei corpi idrici
ricettori e la verifica di compatibilità dello scarico nello stesso corpo idrico ricettore, nel
rispetto dei limiti della suddetta direttiva. I Consorzi di Bonifica, ove presenti, verificano la
compatibilità degli scarichi delle nuove aree urbanizzate con i propri recettori, proponendo gli
interventi e le azioni necessari a garantire la sicurezza non solo dei territori interessati dagli
interventi ma anche delle aree più a valle. Inoltre, gli stessi strumenti devono individuare,
qualora esistenti, le zone a difficile scolo ed elaborare apposta normativa atta a impedire, in
tali zone, la possibilità di realizzare locali interrati.”
Noceto e Medesano rientrano nell’elenco dei comuni proposti come caratterizzati da
elevato rischio di crisi ambientale, per il quale è in corso di approvazione da parte della
Regione il Piano di Risanamento. Il riferimento indicato dal suddetto articolo 37 è l’Allegato 4
delle NTA “Approfondimento in materia di tutela delle acque”.
28 y
Vari ante PSC - POC
C 2011
RIS
SCHIO INQUINAM
MENTO ACQUIFERI PRINCIPALI
AREE DI RICARICA
R
DELLE FALD
DE ACQUIFERE
RIS
SCHIO AMBIENTA
ALE DA ATTIVITA' ANTROPICHE
A
Dichiarati
Proposti
COMUNI AD ELEVATO
E
GRADO
DI CRISI AMBIENTALE (v.elenco)
SITI DA BO
ONIFICARE PER INQU
UINAMENTO DA ATTIV
VITA' PRODUTTIVE
E DA ATTIV
VITA' DI DISCARICA NON
N
CONTROLLATA
RIS
SCHIO SISMICO
COMUNI DICHIARATI SISMICI (All.A
(
all'All.1 dell' Ord.3
3274/2003) - Zona 2
COMUNI DICHIARATI SISMICI (All.A
(
all'All.1 dell' Ord.3
3274/2003) - Zona 3
INT
TERVENTI
Adeguamenti opere
o
di attraversamento corsi d'acqua
Rialzi arginali
Realizzazione banche lato campagna
Casse di espansione di progetto
(Progetto Strattegico - L. 183/89 - art. 2, D.P.R
R. 331/2001)
Microcasse di espansione di progetto
Impianto di pro
oduzione di energia da fonti alte
ernative
F
Figura 0-3
3 – Stralciio della T avola “C4
4 Carta de
el rischio ambientale
e e dei
principali interven
nti di difesa
a”
Nella ta
avola C.5 “P
Progetti ed interventi di tutela e valorizzazione”, in sccala 1:50.00
00, il
PTCP in
ndividua:
1. il parco nazzionale dell’Appennino Tosco-Emiiliano istituitto con Decrreto del Presidente
d
della Repub
bblica del 21 maggio 2
2001;
2. le perimetra
azioni dei pa
archi region
nali così com
me definite dai Piani Teerritoriali de
ei Parchi
a
approvati o istituiti per effetto della
a L. R. 17 fe
ebbraio 200
05, n. 6;
3. le perimetra
azioni delle riserve nat urali istituite
e ai sensi della L.R. 177 febbraio 2005, n.
6
6;
4. le perimetra
azioni delle aree di rieq
quilibrio eco
ologico, individuate ai ssensi della L.R.
L
17
ffebbraio 20
005, n. 6;
5. g
gli ambiti dii possibile ampliamento
a
o dei parchi regionali e delle riservve naturali
e
esistenti, no
onché le pro
oposte di isstituzione di nuove aree
e protette reelative alle aree
a
di
ccui alle lette
ere c) e d).
29 y
Variante PSC - POC 2011
L’area interessata dal 1 progetto si affianca, senza determinare interferenze data la
presenza dell’asse autostradale della A15 che funge da elemento separatore, al
perimetro del Parco Fluviale Regionale del Taro.
LEG ENDA
AREE PRO TETTE
Parco n aziona le Tosco Emiliano
Parchi reg ionali
e sist enti
p re -p arco
Rise rve na turali
e sist enti
d i progetto
Aree di riequ ilibrio e cologico
e sist enti
d i progetto
Ambiti di possib ile am pliame nto di Pa rch i regiona li, Pre-P arco e Riserve Naturali esis
AREE DI TUTELA, RECUPERO E VALORIZZAZIONE
Parco Fluviale Regionale
del Taro
P roge tti di t utela, recup ero e va lorizzazione
p red isp osti
p rop osti
Corrido i e cologici
Paleo alve o de l To rren te B aganza
Conf ine provinciale
Figura 0-4 –Stralcio della Tavola di PTCP “C5 Aree protette e interventi di tutela
e valorizzazione ambientale” e relativa legenda
La
tavola
C.10
“Infrastrutture
per
la
mobilità”,
riportata
nell’elaborato
STNSL1AMBPP010102 Inquadramento territoriale dell’intervento in relazione agli
strumenti di pianificazione territoriale, e la tavola C.11 “Gerarchia funzionale della rete
autostradale”, in scala 1:50.000, riportano i nodi e gli elementi di percorrenza costituenti la
rete infrastrutturale della mobilità provinciale, sia esistente che di progetto, classificati
secondo le loro caratteristiche e le loro funzioni. In particolare la tavola C.11 approfondisce
nel dettaglio la gerarchia funzionale della rete stradale, individuando i tronchi stradali
esistenti, da potenziare e di progetto, i nodi stradali e le opere d’arte rilevanti da adeguare e
di progetto; viene individuato, nello specifico, un corridoio infrastrutturale di progetto,
classificato come Viabilità di interesse provinciale e interprovinciale dalla tavola C.10 (Figura
0-5), entro cui inserire il tracciato della variante alla SP357R. Il tracciato di progetto
preliminare si sovrappone quasi interamente a tale corridoio.
30 y
Variante PSC - POC 2011
RETE STRADALE
A utostrada
Tra tti au to stra da li in dismissione
V ia bilità d i in te re sse re gionale
V ia bilità d i in te re sse provin ciale e in te rp ro vinciale
V ia b ilità intervalliva
VIABILITA' TURISTICA ED ESCURSIONISTICA
Itine ra ri d i in te re sse tu ristico
P e rco rsi cicla b ili d i valenza territoriale
RETE FERROVIARIA
L in ea a lta ve locità
L in ea Tirre no -B rennero
Nuo va tra tta Tirren o-Brennero
L in ea ferro viaria d i progetto
S ervizio fe rrovia rio re gion ale (S .F.R.)
S ervizio fe rrovia rio di b acin o (S .F.B.)
Figura 0-5 –Tavola “C10 Infrastrutture per la mobilità” e relativa legenda
31 y
Variante PSC - POC 2011
F
Figura 0-6 –Tavola “C
C11 Gerarc
chia funzionale della rete autosttradale” e relativa
legenda
a
L
L’Articolo 34
4 Infrastruttture per la m
mobilità dellle NTA del PTCP riporrta che:
…
““2. Le previisioni relativ
ve al sistem
ma della mob
bilità definite
e dal PTCP
P dovranno essere
recepite
e dai Comun
ni in sede di
d formazion
ne dei proprri strumenti di pianificazzione urban
nistica,
nonché all’interno dei
d docume
enti di caratttere program
mmatorio e di definizioone delle po
olitiche
di invesstimento di livello
l
comu
unale e provvinciale.
3
3. La pianifi
ficazione comunale, in sede di ade
eguamento al presentee Piano, pottrà
approfo
ondire e spe
ecificare le indicazioni ccartografich
he del PTCP
P, purché lee stesse non
n
modifich
hino in mod
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ale il disegn
no della rete
e infrastruttu
urale autosttradale e qu
uella di
interessse regionale
e.
L
La Provinciia in sede di formazion e degli strumenti urban
nistici comuunali assicurerà,
con riferrimento alle
e disposizioni di cui al ssuccessivo comma 7, la
l coerenzaa delle previisioni
comuna
ali con l’assetto strateg
gico ed il ruo
olo funziona
ale delle infrrastrutture.
32 y
Variante PSC - POC 2011
…
7. L’assetto strategico della rete viaria, individuato nella tav. C.11 del PTCP, ha
valore vincolante per quanto riguarda il rango funzionale di ciascuna infrastruttura in
conformità al comma 4, mentre ha valore indicativo per quanto riguarda il preciso
posizionamento ed andamento planimetrico dei tracciati; parimenti ha valore indicativo la
distinzione, rappresentata nella tav. C.11, fra tronchi esistenti e tronchi da potenziare. Il
posizionamento dei tracciati stradali potrà quindi essere precisato e modificato in sede
recepimento negli strumenti urbanistici comunali e in sede di progettazione, fermo restando il
relativo rango funzionale. La definizione dei tracciati per gli assi autostradali e quelli di
interesse regionale deve comunque rispettare i corridoi infrastrutturali individuati nella tav.
C.11; mentre per gli assi di interesse provinciale ed interprovinciale sono comunque
ammissibili:
-
interventi atti al miglioramento dell’accessibilità urbana, in particolare quelli relativi
alla realizzazione delle tangenziali ai centri urbani e/o ai tratti urbanizzati;
-
interventi atti alla riqualificazione delle sede viaria esistente anche con la
realizzazione di varianti plano altimetriche locali;
-
interventi atti alla razionalizzazione delle intersezioni.
Le modifiche dei tracciati stradali sono ammissibili compatibilmente con gli altri
contenuti del PTCP, ed in particolare con quelli relativi alle tutele dell’ambiente e del
territorio.
8. Il Piano del Traffico per la Viabilità Extraurbana potrà approfondire e
motivatamente ridefinire la gerarchia della rete stradale provinciale, sulla base degli indirizzi
contenuti nel successivo art. 46 (Indirizzi per la pianificazione provinciale di settore con
valenza territoriale) e nel rispetto degli obiettivi generali del presente piano”.
Come riporta l’articolo suddetto, i tracciati viari di progetto individuati nel PTCP di
Parma sono vincolanti, in sede di recepimento negli strumenti urbanistici comunali, in termini
di rango funzionale mentre sono consentite varianti rispetto al tracciato plano – altimetrico.
Per la viabilità primaria di interesse provinciale, nella quale è ricompresa la variante alla
SP357R in esame, il comma 4 dell’articolo Art. 34 Infrastrutture per la mobilità specifica che:
“Il PTCP specifica cartograficamente i seguenti componenti delle infrastrutture per la
mobilità:
…
33 y
Variante PSC - POC 2011
c) viabilità primaria di interesse provinciale ed interprovinciale, che costituisce la
maglia stradale portante del territorio provinciale, funzionale alla connessione fra i diversi
sistemi insediativi e le polarità urbane principali sia provinciali che interprovinciali,
assicurando medio - alti livelli di servizio e di norma una piattaforma a standard IV CNR;…”.
Lo standard IV CNR corrisponde alla categoria stradale C1 di sezione 10,50 m.
A rigore la sezione prevista per la sede stradale della Variante alla SP 357R proposta
in questa sede (F2) non risulta coerente con le previsioni provinciali. Si sottolinea tuttavia
che lo studio di traffico, di cui si riporta una sintesi nel paragrafo Errore. L'origine
riferimento non è stata trovata., ha evidenziato come la sezione F2 prescelta risulti in
grado di sopportare i flussi di traffico negli scenari di riferimento esaminati senza determinare
situazioni di particolare criticità; la sede stradale stessa, inoltre, potrà essere soggetta a
risezionamento futuro.
Inquadramento dell’opera nel PSC del comune di Medesano
Il Piano Strutturale Comunale di Medesano risale al 2003 e l’ultima variante apportata
è stata approvata con Del. C.C. n° 92 del 30/09/2010, mentre il Piano Operativo Comunale di
Medesano risale al 2005, e l’ultima variante apportata è stata approvata con Del. C.C. n° 55
del 09/04/2009.
Considerando che l’intervento di cui al presente studio interessa una porzione limitata
del territorio comunale di Medesano, al confine con Noceto, le uniche interferenze dirette
individuate dalla cartografia di piano sono:
-
Zone agricole normali, sub ambito Aa4.1 Vulnerabilità: vulnerabilità a
sensibilità elevata con alimentazione diretta degli acquiferi A – B – C della
conoide del Taro;
-
Zone agricole normali, sub ambito Aa4.1 Vulnerabilità: limite della zona di
alimentazione diretta degli acquiferi A – B – C.
L’Articolo 14.1 Zone di tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei (Articolo 23 del
PTCP) delle NTA del PSC riporta che:
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Variante PSC - POC 2011
“Nelle tavole di Piano sono riportate le zone di tutela dei corpi idrici superficiali; a
seguito delle verifiche e approfondimenti sono stati individuate tre classi di vulnerabilità:
-
Vulnerabilità a sensibilità attenuata;
-
Vulnerabilità a sensibilità elevata con alimentazione dei Gruppi acquiferi A – B e C;
-
Vulnerabilità a sensibilità elevata con alimentazione diretta dei Gruppi acquiferi A – B
e C.
Per le aree coincidenti con le tre classi a-b-c valgono le prescrizioni e la disciplina
dell’Allegato 4 del PTCP. Le prescrizioni del PTCP inerenti le “Aree di ricarica diretta dei
gruppi acquiferi A, B e C” devono essere applicate nelle classi “b” e “c” di cui al precedente
comma.
Per le classi coincidenti con la classe “c”, e per le aree interessate dal “limite della
zona di alimentazione diretta degli acquiferi A-B-C”, sono esclusi la costruzione di manufatti,
ad eccezione di reti infrastrutturali per la mobilità, lo Spandimento sul suolo dei reflui
zootecnici e dei fanghi di depurazione, lo Stoccaggio dei liquami e dei letami provenienti
dagli allevamenti zootecnici.
Per le infrastrutture viarie che attraversano le aree di cui ai punti “b” e “c” dovranno
essere previsti impianti di raccolta e trattamento delle acque di prima pioggia e degli
sversamenti accidentali in caso di incidente.
I piazzali delle aree industriali ed artigianali ubicate nelle zona “a”, “b” e “c” dovranno
essere impermeabilizzati. Le acque di prima pioggia di tali piazzali dovranno essere
opportunamente trattate prima del loro scarico in acque superficiali. Dovranno inoltre essere
previste vasche di laminazione delle acque superficiali in grado di permettere il corretto
smaltimento delle acque meteoriche.
Le zone di tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei in territorio rurale, sono da
considerare come parti dell’Ambito agricolo normale di cui al successivo art.21, fatte salve le
prescrizioni dell’Allegato 4 del PTCP.
L’Articolo 21 Zone agricole Normali (Aa4) delle NTA del PSC prescrive che: “In
conformità all’art.23 comma 2 del PTCP, le tavole di piano individuano le zone interessate da
sorgenti naturali”. Il PSC individua le zone agricole normali inteso come Sub-Ambiti degli
“Ambiti agricoli di rilievo paesaggistico” in conformità all’art.43 del PTCP e alla TAV C6.
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Variante PSC - POC 2011
Riguardano le aree con ordinari vincoli di tutela ambientale idonee, per tradizione,
vocazione e specializzazione, ad una attività di produzione di beni agroalimentari a media o
bassa intensità e concentrazione.
Nella redazione del presente Piano si considerano tali le porzioni di territorio agricolo
non ricomprese negli ambiti di cui ai precedenti articoli.
In questi ambiti la pianificazione persegue gli obiettivi di:
-
assicurare il proseguimento dell’attività agricola, anche in aziende non vitali o con
nuclei familiari pluriattivi, quale principale garanzia per il mantenimento dei caratteri
paesaggistici, ambientali e socio-economici tipici del territorio.
-
favorire uno sviluppo armonico del territorio, anche in presenza di attività non legate
all’agricoltura, in modo da salvaguardarne i caratteri tipici di ruralità, mediante criteri
localizzativi che limitino fortemente le presenze insediative non funzionali all’attività
agricola e ne contengano l’impatto ambientale e paesaggistico.
In tali zone sono ammessi gli interventi funzionali allo svolgimento dell’attività agricola
come stabilito nei successivi punti.
In tali ambiti dovrà essere promosso e favorito lo sviluppo del tessuto
produttivo agricolo, a cominciare dalle aziende più vitali e produttive, e tenendo in particolare
conto le esigenze dei comparti agroalimentari tipici della realtà provinciale. Si dovrà pertanto
puntare al soddisfacimento dei fabbisogni edificatori, sia per usi produttivi che abitativi,
giustificati dalle esigenze di sviluppo aziendale e di permanenza sul fondo del nucleo
familiare allargato, in conformità ai seguenti principi:
-
sono ammessi gli interventi di recupero, riqualificazione, completamento e
ampliamento degli edifici aziendali esistenti;
-
gli interventi di trasformazione del suolo e di nuova costruzione di edifici aziendali
funzionali alla produzione sono ammessi solo in ragione di specifici programmi di
riconversione o ammodernamento dell’attività agricola, previsti dagli strumenti di
pianificazione, o dai programmi di settore ovvero predisposti in attuazione della
normativa comunitaria;
-
la realizzazione di nuovi edifici ad uso residenziale è ammessa in ragione dei piani e
programmi di cui alla lettera b) e qualora le nuove esigenze abitative, connesse
36 y
Variante PSC - POC 2011
all’attività aziendale, non siano soddisfacibili attraverso gli interventi sul patrimonio
edilizio esistente.
Le nuove edificazioni saranno comunque inserite in un progetto unitario esteso
all’intero centro aziendale ove si dimostri la impossibilità di soddisfare i fabbisogni attraverso
il recupero dei fabbricati esistenti.
E’ compito del RUE definire le modalità d’intervento per il recupero abitativo degli
edifici non più funzionali all’esercizio dell’attività agricola.
Al fine di favorire la permanenza e l’ampliamento degli habitat naturali anche
attraverso la creazione ed il ripristino di reti e corridoi ecologici, siepi e filari, il Comune può
stabilire specifiche forme di compensazione, attraverso la stipula di accordi con i privati
interessati, ai sensi dell’art. 18 della L.R. 20/2000, e/o attraverso gli strumenti di
perequazione di cui al comma 3 dell’art.15 della L.R. 20/2000.
L’ambito agricolo normale, è suddiviso in due Sub-Ambiti in rapporto alla presenza o
meno di condizioni di limite, in particolare:
-
Sub-Ambito Aa4.1: zone agricole prive di condizione di limite
-
Sub-Ambito Aa4.2: zone agricole con alcune condizioni di limite, in particolare
relative alla vulnerabilità degli acquiferi.
Le tavole di PSC, nella “Zona Agricola Normale”, individuano un’area destinata ad
“Aziende agricole con allevamento di equini per attività di maneggio e per attività sportive”.
Il RUE ne definisce i parametri, gli usi e gli indici urbanistici”.
L’Articolo 22.1 Zone agricole Normali, sub – ambito Aa4.1 delle NTA del PSC riporta
che:
“ Sono costituite da aree agricole prive di particolari condizioni di limite; per tali aree
valgono le disposizioni di cui al precedente art. 21”.
“Nelle tavole di Piano sono riportati i tematismi di cui alla tavola 6 e alla tavola 15
della Variante al PTCP “Approfondimento in materia di Tutela delle Acque” approvata
dal Consiglio Provinciale con Delibera n° 118 del 22/12/2008.
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Variante PSC - POC 2011
In particolare, gli approfondimenti in materia di Tutela delle Acque in conformità a
quanto definito dalla Variante al PTCP (tav. 6-15) approvata dal Consiglio Provinciale con
Delibera n° 118 del 22/12/2008, sono cartografati nelle tavole:
-
Tav. P5.1 – Aree di Salvaguardia per la Tutela delle Acque potabili ed Emergenze
Naturali in scala 1:25.000 (in conformità alla Tav. 15 Allegato 4 della Variante al
PTCP);
-
Tav. P5.2 – Carta degli indirizzi ed individuazione degli impianti di trattamento delle
acque reflue urbane, degli scarichi produttivi che recapitano in CIS, delle località che
presentano scaricatori di piena e reti fognarie non trattate dalla pubblica depurazione
in scala 1:25.000 (in conformità alla Tav. 6 Allegato 4 della Variante al PTCP).
Per le normative di tali aree si rinvia alle Norme di PTCP:
-
Elaborato D – Norme di Attuazione – Allegato 4 “Approfondimento in materia di
Tutela delle Acque”;
-
Elaborato D – Norme di Attuazione – Estratto articoli variati a seguito
dell’approfondimento in materia di tutela delle acque (art. 23 comma 3).
Le zone di tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei in territorio rurale, sono da
considerare come parti dell’”Ambito agricolo normale” di cui al successivo art.21, fatte
salve le prescrizioni dell’Allegato 4 del PTCP e dell’art. 23 del PTCP.
In conformità all’art.23 comma2 del PTCP, le tavole di piano individuano le zone
interessate da sorgenti naturali”.
Piano comunale delle attività estrattive PAE di Medesano
Il Comune di Medesano è dotato di Piano delle Attività Estrattive (PAE) ai sensi della
L.R. 17/1991 e s.m.i., approvato con delibera C.C. n. 111 del 28.11.2008 (Variante generale
del Piano comunale delle attività estrattive - PAE 2007). Tale documento rappresenta in
sostanza una Variante Normativa al P.A.E 2005 avente per oggetto il recepimento della
modifica della destinazione d’uso finale prevista dal Piano di Coltivazione e Sistemazione
finale dell’Ambito UC2 del P.P.4. Di seguito si riportano i quantitativi di ghiaie e sabbie
estraibili previsti dal P.A.E 2005.
38 y
Variante PSC - POC 2011
AMBITO
LOCALITA’
VOLUME ESTRAIBILE M3
P.P.4
Medesano
293.000
P.P.5
Medesano
985.000
P.P.6
Medesano
450.000
P.P.7
Medesano
15.000
P.P.8
Medesano
30.000
P.P.9
Medesano
100.000
P.P.10
Medesano
327.000
Coerenza/compatibilità del progetto con la pianificazione
Per evidenziare la necessità della variante in argomento è stata predisposta una tabella
riassuntiva in cui si evidenziano le coerenze con la pianificazione nel caso l’opera sia
considerata esplicitamente ovvero la compatibilità nel caso il Piano considerato sia un Piano
di indirizzo e non programmatico per l’infrastruttura in questione.
PIANO DI RIFERIMENTO
Piano di Assetto Idrogeologico
(PAI)
Piano Territoriale Regionale
(PTR)
Piano Territoriale Paesisitico
Regionale (PTPR)
Piano Regionale Integrato dei
Trasporti
Piano di Tutela delle Acque
(PTA)
GIUDIZIO
Compatibile
Compatibile
Compatibile
Coerente
Compatibile
39 y
Variante PSC - POC 2011
Coerente. Il PTCP individua un corridoio infrastrutturale di progetto
classificato come viabilità di interesse provinciale e interprovinciale di
Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale di
Parma (PTCP)
categoria stradale C1. Il tracciato di progetto preliminare si sovrappone a
tale corridoio pur prevedendo una sezione F2. Si ritiene tuttavia motivata
la coerenza dell’intervento nella configurazione proposta in quanto lo
studio di traffico evidenzia come la sezione F2 risulti in grado di
sopportare i flussi di traffico negli scenari di riferimento esaminati senza
determinare situazioni di particolare criticità.
Piano Infraregionale delle
Attività Estrattive della
Compatibile
Provincia di Parma
Piano Regolatore Generale
vigente di Noceto (PRG)
Piano Strutturale Comunale
adottato di Noceto (PSC)
Coerente
Coerente
Non coerente. Si sottolinea tuttavia che lo strumento urbanistico
Piano Strutturale Comunale
comunale, non avendo individuato un corridoio infrastrutturale per la
vigente di Medesano (PSC)
viabilità di progetto, non recepisce le indicazioni del Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale sovraordinato.
Non coerente. Si sottolinea tuttavia che lo strumento urbanistico
Piano Operativo Comunale
comunale, non avendo individuato un corridoio infrastrutturale per la
vigente di Medesano (PSC)
viabilità di progetto, non recepisce le indicazioni del Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale sovraordinato.
Piano delle Attività Estrattive
del Comune di Noceto (PAE)
Piano delle Attività Estrattive
del Comune di Medesano (PAE)
Compatibile
Compatibile
.
40 y