Il premio poesia “Calliope” Barcellona e Costa Brava La gita sociale
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Il premio poesia “Calliope” Barcellona e Costa Brava La gita sociale
Organo di informazione del C.R.A.L. Santa Maria delle Grazie - Anno XVII - N. 3 - Settembre 2012 www.cralsantamariadellegrazie.it Esce quando può Distribuzione in omaggio ai Soci All’interno: Il premio poesia “Calliope” Barcellona e Costa Brava La gita sociale in Grecia … La parola al medico sportivo L’affondamento dell’Andrea Doria Gli arrotondamenti nel sistema pensionistico I.N.P.D.A.P. Organo di informazione pubblicato dal CRAL S. Maria delle Grazie. Viene distribuito in omaggio ai Soci. Registrato il 20.01.96 presso il Tribunale di Napoli con il n. 4716. Esce quando può Presidente del CRAL Santa Maria delle Grazie Nello Nardi Direttore Responsabile Alfredo Falcone Comitato di Redazione Teofilo Arco, Vincenzo Buono, Giuseppe Calabrese, Giuseppe Cirillo, Bruno Cola, Vincenzo Mellone, Nello Nardi, Adriano Scoppetta, Luigi Stefanelli Hanno collaborato a questo numero: Michele Ansalone, Antonio Balzano, Gennaro Crispo, Dario Gucciardi Segretario di Redazione: Adriano Scoppetta Composizione Nello Nardi Redazione: CRAL Santa Maria delle Grazie La Schiana 80078 Pozzuoli (NA) tel. 081.8552215 Le opinioni espresse in articoli firmati o siglati impegnano esclusivamente i rispettivi Autori mentre la Direzione non ne risponde. La collaborazione a “IL CRALLINO” s’intende gratuita. Impaginazione, grafica e stampa: Graphic & Print s.n.c. Torre del Greco In copertina: La gita sociale in Grecia: Il canale di Corinto (foto di Elisabetta Ugon). Cari amici lettori, in più di un’occasione abbiamo ospitato, su queste pagine, lettere scritte da persone che hanno dovuto ricorrere alle cure dei sanitari del nostro Ospedale oppure che sono state accanto a pazienti ivi ricoverati: testimonianze spontanee e mai sollecitate, tutte concordi nell’encomiare l’operato del personale medico-infermieristico: altro che malasanità! Dopo un periodo di accurata preparazione condotto dal dott. Antonio Scotto di Luzio ho recentemente trascorso una decina di giorni di degenza nel Reparto Ortopedia per una delicata operazione ad un ginocchio. Dopo tanti anni di servizio, in qualità di amministrativo, presso l’ASL Napoli 2 non avevo dubbio alcuno sulla perizia e sulla scrupolosità dei medici ai quali andavo affidandomi, tuttavia al momento decisivo un po’ di fifa ce l’avevo: poi dopo le parole rassicuratrici dell’ortopedico, l’impercettibile puntura alla schiena e … più nulla. Al risveglio tutto era stato fatto: il mio ginocchio era stato completamente ricostruito dal dott. Antonio D’Amato ed ora ospitava una protesi di plastica che mi assicurava l’articolazione dell’arto! Una complessa operazione compiuta senza che manco me ne accorgessi; poi la confortante ripresa della deambulazione dopo un breve periodo di fisioterapia. In quei giorni di degenza e di … osservazione ho potuto, di persona, constatare quale ordine, pulizia e rispetto dei tempi degli interventi degli operatori vigessero nel Reparto, ma tutto ciò era per me scontato. Quello che invece mi ha maggiormente colpito è stato il tipo di rapporto che si instaurava tra personale medico - infermieristico e paziente: medici cordiali e garbati prodighi di spiegazioni ai sofferenti e poi infermieri sempre pronti ad accorrere ad ogni appello mai con la “faccia storta” ma sempre col sorriso sulle labbra anche se chiamati di notte per rimuovere un pannolone od una pala. Evidentemente questi socio-sanitari, formatisi anni addietro nei Corsi per Infermieri Professionali presso quest’Ospedale hanno metabolizzato gli insegnamenti ed i principi morali ai quali tanto teneva l’indimenticata Suo Anna Napolitano la quali soleva ripetere ai suoi allievi che “un malato si cura non solo con le medicine ma anche, e soprattutto con un sorriso.” Il dott. Antonio D’Amato, primario del Reparto d’Ortopedia del Santa Maria delle Grazie può dunque essere ben fiero della sua équipe! Concludo, infine, queste note con un vivo ringraziamento a quanti, medici e paramedici, mi hanno rimesso...in piedi. Dunque, cari amici lettori, ancora uno dei tanti esempi di buona sanità che inducono ad una considerazione: la malasanità esiste ma, salvo qualche caso di errore umano, essa è da ascriversi non agli operatori quanto alle condizioni in cui versa la nostra Sanità come ospedali fatiscenti, tagli ai finanziamenti che non consentono l’ammodernamento delle attrezzature tecniche dei presìdi e, perché no, l’insufficienza del personale causato dai tanti pensionamenti cui, da anni, non fanno riscontro nuove assunzioni. Ma questo è solo uno degli aspetti dei “mala tempora” che la nostra società sta vivendo! A tutti buona lettura! settembre 2012 IL NOSTRO SITO WEB Cari soci, nonostante sia stato pubblicato più volte che da gennaio è cambiata l’organizzazione della nostra Segreteria, abbiamo constatato che diversi di voi ancora non ne sono al corrente, pertanto consideriamo fare cosa utile ribadire che l’ufficio resterà aperto il martedì ed il giovedì dalle ore 9 alle ore 12, mentre tutte le notizie riguardanti le attività CRAL si potranno trovare sul sito www.cralsantamariadellegrazie.it Riteniamo che nell’era dell’informatica sia molto più semplice per chiunque collegarsi ad internet e conoscere tutto quello che riguarda il nostro sodalizio, dalla Costituzione alle ultime novità, in modo che una volta informati i Soci possano venire in Sede con le idee più chiare. Per rendere più semplice la visita al sito, di seguito, vi elenchiamo le sette sezioni in cui lo abbiamo suddiviso: STRENNA NATALIZIA Quest’anno, visto anche l’aumento del costo del cacao, il Consiglio di Amministrazione si è mosso con largo anticipo nello scegliere la strenna natalizia. Dopo attente discussioni è stata di nuovo preferita l’offerta della rinomata azienda “Perugina”, pertanto il pacco dono che sarà in distribuzione dalla seconda decade di dicembre, in una elegante confezione regalo, è così composto: Panettone e Pandoro “Perugina” gr. 750 ca. – Tavoletta cioccolato fondente “Luisa” gr. 100 – Tubo baci Perugina gr.100 – Torrone nocciolato gianduia gr. 200 – Spumante brut Gancia – Sacchetto caffè Kimbo gr. 250 – Salame emiliano “Casa Modena” gr. 175 – Parmigiano Reggiano gr. 200. Si ricorda a tutti che il termine ultimo per il ritiro è fissato per il 31 gennaio 2013, trascorso il quale la giacenza sarà devoluta in beneficenza. a cura di Adriano Scoppetta BACHECA Qui troverete le ultime novità quali, tutte le gite organizzate dal CRAL, vendita biglietti cinema, circhi e week end per le isole, bandi di concorso per borse di studio, tornei sportivi e feste sociali, inoltre è possibile collegarsi direttamente con i tour operator convenzionati per qualsiasi tipo di vacanza o viaggio a prezzi scontati. ORGANI SOCIALI In questo spazio sono pubblicati i nomi e le foto dei Componenti il Consiglio di Amministrazione, i Sindaci Revisori, i Probi Viri, con le rispettive cariche. CONVENZIONI E’ possibile consultare l’elenco aggior- 2 nato di tutte le nostre convenzioni prima di fare i vostri acquisti. STATUTO Per conoscere tutti gli articoli del nostro statuto approvato nel 1986 e le sue modifiche. FONDO DI SOLIDARIETA’ A cosa serve, come partecipare, quando richiederlo. ADOZIONI A DISTANZA Le adozioni dei bambini adottati dal CRAL: in che modo e come partecipare. IL NOSTRO GIORNALE Cliccando sulla copertina dell’ultimo numero de “Il Crallino” è possibile consultare tutti i giornali pubblicati dal 2002 ai giorni nostri. settembre 2012 PROCOLO SAUZULLO SI AGGIUDICA IL PREMIO POESIA IN LINGUA E VINCENZA DI FRANCIA QUELLO IN VERNACOLO IL CRAL RADDOPPIA AL “CALLIOPE” C on la premiazione dei vincitori si è conclusa l’ottava edizione del premio letterario “Calliope”. Il 27 Giugno 2012, a Pompei, nell’elegante complesso dell’Hotel Pompei Resort, l’emozione era palpabile: tantissimi i concorrenti che hanno partecipato al Concorso come anche tantissimi coloro che hanno assistito alla manifestazione organizzata dal Coordinamento CRAL Campania. I CRAL che formano il Coordinamento e che hanno sponsorizzato e preso parte alla manifestazione sono stati quelli del Comune di Pozzuoli, Arcal Rai di Napoli, Novartis di Torre Annunziata, Napoletanagas, C.O.P.S. (Circolo Operatori Polizia di Stato) ed il nostro, il S. Maria delle Grazie di Pozzuoli. Tutte le poesie ed i brani presentati dai partecipanti sono stati raccolti in una pubblicazione e come si legge nella premessa del libro, questa antologia di brani, tutti scritti da lavoratori, è il segno più evidente del percorso culturale intrapreso dal Coordinamento costituitosi in Regione Campania. La raccolta rappresenta la prova tangibile dell’impegno profuso dai Rappresentanti dei CRAL di promuovere ed incentivare la divulgazione della poesia e della prosa, ma in generale, dell’arte, in una regione ricca di grandi tradizioni culturali. di Nello Nardi La premiazione del premio letterario “Calliope”: Il Presidente del CRAL Nello Nardi (al centro) con Vincenza Di Francia e Procolo Sauzullo (foto A. De Novellis). Gli autori, soci dei CRAL, e le loro famiglie, sono esempi emblematici di uomini e donne del nostro tempo dediti a quell’arte che, nonostante sia stata posta ai margini della moderna industria culturale, è ben radicata nell’animo della gente e nella tradizione popolare. La cultura deve essere vissuta come motivo d’incontro fra tutti coloro che, poeti e lettori di poesia senza aggettivi, vivono queste occasioni come scambio di diverse esperienze che colorano il multiforme paesaggio della creazione letteraria nel mondo del lavoro. Dopo la splendida vittoria nella edizione scorsa, Procolo Sauzullo si è confermato anche quest’anno riconquistando il primo premio per la sezione Poesie in italiano con “Orme” che la commissione giudicante così motivava: L’orma è un segno lasciato da qualcuno o qualcosa, un segno che, di solito, si segue o si rintraccia. In questo caso le orme non esistono, trattandosi di onde, ma proprio per la loro costante mobilità sono segno del tempo da cercare e rintracciare. E Vincenza (Cinzia) Di Francia completava il nostro trionfo con il primo premio per la sezione poesie in vernacolo con “‘E Viecchie”: In una scrittura total3 mente orale, che non tiene in alcun conto l’ortografia, si narra - come si parlasse a un amico - della condizione senile e dell’Alzheimer che spesso colpisce le persone anziane. Nella loro storia e nella descrizione di incombenze quotidiane, c’è tuttavia come una finzione: dimenticare i nomi e i volti sembra un pretesto per avere accanto chi ci ha dimenticato: una mano infantile, il proprio figlio, qualcuno che protegga dall’abbandono, che si ricordi di loro. Complimenti ai nostri due soci che, nella lettura delle poesie, ci hanno fatto davvero emozionare ed un ringraziamento agli altri che hanno partecipato convinti che in prossimo futuro potranno anche loro ottenere dei successi. Siamo contenti di sostenere da anni questa manifestazione perché è nostra convinzione che coloro che hanno queste doti debbano trovare il nostro sostegno per condividere con noi tutti le loro emozioni. Ogni anno i nostri Soci che partecipano sono sempre più numerosi e questo ci fa piacere. Quindi invitiamo tutti i a cimentarsi in questa bellissima avventura che è la poesia e chissà che l’anno prossimo non figurino anche loro tra i... vincitori. A ANCORA UNA VOLTA IN SPAGNA CON IL CRAL settembre 2012 BARCELLONA E COSTA BRAVA nche quest’anno non è mancato il viaggio in Spagna, sempre organizzato dalla G.T.C. Viaggi e Turismo (una delle agenzie convenzionate con il CRAL S. Maria delle Grazie) che ci ha proposto per 440 euro a persona (prezzo anticrisi!) una settimana in pensione completa, bevande incluse, nell’Hotel Augusta Club quattro stelle di Lloret de Mar, con piscina coperta e scoperta, palestra e tutto ciò che si può desiderare per stare veramente bene; in particolare, la gentilezza, la cortesia e la professionalità dell’equipe bar-discoteca, associata a quella di tutto il resto del personale, ci hanno consentito, ancora una volta, di passare dei giorni meravigliosi in Spagna. Eravamo in sette e siamo stati dal 22 al 29 maggio 2012. Il volo ALITALIA è partito da Napoli, via Milano Linate, ed è arrivato a Barcellona quando ormai era quasi sera, dove ci aspettava l’accompagnatore del Tour Operator SUNWEB (che abbiamo fortunatamente anche ritrovato per il viaggio di ritorno), perché non è facile muoversi tra i vari terminal dell’aeroporto di Barcellona; infatti, dopo un lunghissimo tragitto di quasi un’ora con il bagaglio al seguito, sia a piedi che con i terminal bus, arriviamo nella postazione assegnata al nostro pullman di Dario Gucciardi Il castello di Lloret de Mar che domina la spiaggia principale (foto D. Gucciardi). che ci avrebbe portato a Lloret de Mar, circa 70 km da Barcellona, sulla Costa Brava. Durante questo percorso, svariati arcobaleni sul mare, immersi in un tramonto man mano sempre più buio, si susseguivano…. Come spesso succede in questi casi, si faceva il calcolo di quanto tempo ci avrebbe messo il pullman per arrivare a destinazione (leggere: “ce la facciamo in tempo a cenare?”): noi pensavamo circa un’ora, ma ben presto capimmo Brindisi dei partecipanti al viaggio in Spagna: (da sin.) Jolanta Buksa, Elisabetta Ugon, Adriano Scoppetta, Dario Gucciardi, Bruno Cola, Halina Buksa e Gennaro Casillo. 4 che saremmo stati fortunati se ci avessero conservato almeno la “cena fredda” prevista in caso di arrivo in albergo oltre l’orario di chiusura del ristorante. Praticamente, il pullman, che era pieno di gente come noi, rilasciava gruppi di persone quando queste arrivavano a destinazione e noi eravamo gli ultimi! Lloret de Mar sicuramente non è luogo da turismo culturale; la sua offerta di svago è esagerata: rigurgita di attrazioni notturne, di bar, di alberghi e pensioni, casinò, discoteche e ristoranti. E’ il posto preferito dai ragazzi di tutta Europa; è un posto per chi non dorme, per chi ama la notte e la confusione. Ha 7 km di spiagge con un’acqua pulita a cui è stata conferita la Bandiera Blu della Comunità Europea. Il mare, limpido, trasparente, freddissimo, è subito profondo e le sue spiagge sono solo con pietrine chiare, veramente molto piccole, giusto per camminarci 10 metri e poi basta! Sono da vedere i giardini di Santa Clotilde, disegnati come i giardini italiani del Rinascimento che sono a strapiombo sul mare in un paesaggio di grande bellezza; dalle terrazze si gode una bellissima vista su un largo tratto della Costa Brava. Il Castello di Lloret de Mar, che domina la spiaggia principale e che è ritratto settembre 2012 in tutte le cartoline del posto, in realtà non è di epoca medievale, ma è molto recente, è privato e non è visitabile; ma, da qui parte il “Cami de Ronda”, una passeggiata a piedi lungo la costa, con diverse scalinate e panorami mozzafiato e con la possibilità di rinfrescarsi nelle acque gelide di spiagge lontane da quella principale, sempre molto affollata. Dall’altra parte della spiaggia principale di Lloret de Mar c’è la scultura in bronzo della “Dona Marinera” nell’atto di salutare coloro che partono o tornano dal lavoro del mare. A circa 200 metri dal nostro Hotel c’è la stazione degli autobus che abbiamo utilizzato per visitare la splendida cittadina di Tossa de Mar, l’antica e fascinosa Girona e Barcellona, una delle più belle città del Mediterraneo. Il biglietto per Tossa de Mar, pochi km a nord di Lloret de Mar costa 3,20 euro “anada vuleta”, cioè andata e ritorno in catalano; è un centro turistico di fama che può contare, oltre che su spiagge e calette, sul fascino del suo borgo medievale in cima al promontorio. Dichiarato monumento nazionale, il borgo antico è quasi tutto circondato da mura turrite del XII secolo, con cammino di ronda percorribile, fortemente consigliato per ammirare e fotografare un maestoso panorama; in alto dominano le rovine di una poderosa parrocchiale gotica. A Tossa de Mar ci si può andare anche via mare da Lloret, con apposite imbarcazioni private dotate di fondo traspa- Tossa de Mar vista dal borgo medioevale (foto D. Gucciardi). rente per la vista dei fondali marini, grotte, piccole insenature, ad un costo maggiore, ma sempre trattabile quando si è in gruppo. Girona, a circa un’ora di bus da Lloret de Mar, costo 11 euro a/r, si trova sempre a nord, ma più verso l’interno; è un’antica e bella città che sorge alla confluenza di due fiumi, sul fianco di un’altura. Vi si apprezzano bellezze storico artistiche a partire dalla Cattedrale, in stile gotico, che sorgendo sul colle più alto, s’impone alla vista; per arrivarci c’è una scalinata di novanta gradini e il suo grandioso interno è caratterizzato da un’unica ampia navata. Nell’annesso museo spicca l’Arazzo della Creazione, un tappeto ricamato Girona con le sue stradine ombrose che si snodano sul lato destro del fiume Onyar (foto D. Gucciardi). 5 del XI secolo con il Cristo Pantocratore al centro e vari episodi biblici tutt’intorno: pare che ci siano voluti dieci anni per completarlo da parte di una sola ricamatrice! Girona è una mirabile città dalle antiche atmosfere che accompagnano il passeggio tra chiese, musei e palazzi nel suo centro antico, romanticamente illuminato dalle lanterne. A Barcellona, siamo andati due volte: la prima volta, un’intera giornata col pullman privato e guida multilingue (che parlava benissimo in italiano) per l’escursione gratuita, prevista nel pacchetto, offerta dalla agenzia del nostro CRAL e la seconda con bus per 6 km fino a Blanes, verso sud, dove poi si continua con il treno per Barcellona; costo: 13,90 euro a persona a/r ma, acquistando un biglietto cumulativo valido per cinque persone, abbiamo pagato molto meno. Durante quest’ultima escursione per Barcellona si nota che, andando verso sud, la Costa Brava è caratterizzata dal succedersi di golfi e promontori, calette e speroni rocciosi che la rendono molto frastagliata ma, dopo Blanes, la costa che conduce a Barcellona è molto più piatta e riposante, con lunghe spiagge sabbiose e all’altezza di Barcellona un insieme di piccoli, ma abbastanza elevati, gruppi montuosi interrompe bruscamente la pianura. Barcellona, capitale della Catalogna, è la seconda città della Spagna ed ha avuto un grande rinnovamento urbanistico già dalla fine degli anni sessanta, che ha coinvolto i più prestigiosi architetti catalani; poi, le Olimpiadi del 1992 sono state la grande occasione che ha consentito alla città di completare la sua profonda trasformazione che è proseguita a ritmi incessanti, con il recupero di interi quartieri e la realizzazione di importanti opere pubbliche. Zone fatiscenti hanno cambiato volto, sono state risistemate le spiagge cittadine e il villaggio olimpico, dove sorge lo Stadio Olimpico, principale palcoscenico dei Giochi Olimpici del 1992, è diventato un’area residenziale moderna e immersa nel verde. Barcellona affianca ad un ingente patrimonio artistico una ricca offerta culturale e numerose possibilità di svago, rivolte a tutte le fasce d’età: ai bambini, in riva al mare e nei parchi di divertimento; ai giovani, nei tanti locali alla moda e nelle vie sempre animate; agli amanti della buona tavola, che trovano una cucina di grandi tradizioni; e per lo shopping, non c’è che l’imbarazzo della scelta tra i numerosissimi negozi e mercatini e poi, proprio nel cuore della città, passeggiando sul lungomare, ci sono spiagge pulitissime e attrezzate, ristorantini, porti turistici, come se non fosse una metropoli da 1,7 milioni di abitanti, ma solo un’importante stazione balneare. Barcellona vive da sempre una rivalità storica con Madrid, capitale della Spagna e simbolo della prevaricazione del potere centrale. La rivalità è in tutti i campi: dagli aspetti culturali a quelli artistici, dai caratteri antropologici all’inimicizia sportiva. settembre 2012 Le due sole villette (sulle sessantotto in progetto) realizzate da Gaudì nel Parc Guell di Barcellona (foto D. Gucciardi). Grandi artisti catalani di nascita o di adozione come Gaudì e Mirò o Picasso e Dalì hanno realizzato grandi opere alla ricerca di forme espressive innovative e fortemente simboliche. Nell’architettura modernista emerge l’opera di Gaudì che, per singolarità d’ideazione e quantità di progetti realizzati, ha contribuito a definire il volto di Barcellona. Palazzi e monumenti surreali colpiscono e affascinano come, per citarne qualcuno che abbiamo visto, la meravigliosa “Casa Batllò” con la facciata decorata da ceramiche spezzate o la celebre “Casa Milà” nota come La Pedrera, concepita come una gigantesca scultura che segna il trionfo della curva o la “Sagrada Familia”, imponente chiesa, il La Font Magica: fontana capace di giochi di acqua e di luci in più di cinquanta combinazioni (foto A. Scoppetta). 6 monumento più conosciuto e visitato della città, opera incompiuta di Gaudì che ci lavorò fino alla morte e che ancora oggi è un cantiere aperto e lo sarà ancora per molto, non avendo lasciato un progetto definitivo, ma solo delle bozze o delle ipotesi di lavoro da interpretare e che ha concepito come un enorme complesso con tre facciate (Natività, Passione e Morte, Gloria di Cristo), dodici torri (gli Apostoli), un torrione centrale con altre quattro torri (Cristo e gli Evangelisti), la torre absidale (la Vergine), nonché tre porte principali (le virtù teologali: Fede, Speranza e Carità). Tutto questo simbolismo esasperato è espressione del suo profondo sentimento religioso, in piena sintonia con quello inquieto ed esuberante dell’anima catalana. Inoltre, Gaudì fu incaricato di progettare una cittadella residenziale modernista: l’opera, mai completata, ha dato origine al Parc Guell, che è quanto resta dell’ambizioso progetto di una città giardino a lotti triangolari e su diversi livelli collegati da percorsi a serpentina. Il parco è veramente molto suggestivo, pieno com’è di fantasiose creazioni quali sculture in ceramica del mondo animale o la lunghissima panchina decorata che circonda tutto il piazzale panoramico, in terra battuta sempre asciutta anche quando piove, che è sorretto da un complesso di colonne la cui soffittatura presenta alcune decorazioni molto originali. settembre 2012 Notevoli sono anche alcune grotte con rocce scolpite a forma di radici che danno l’impressione di trovarsi all’interno di un bosco incantato e che dire delle due sole ville realizzate (sulle sessanta del progetto) che sembrano fatte tutte di dolci e biscotti, come nella fiaba Hansel e Gretel? Ritornando alla questione della rivalità, a Barcellona si considerano profondamente diversi dai madrileni; si sentono più attivi e laboriosi, ma anche più aperti e gioiosi, come si conviene agli abitanti di una città mediterranea. Un capitolo a parte è la rivalità sportiva, che ha trovato la sua massima espressione nell’alternanza ai vertici del calcio spagnolo (ed europeo) delle due squadre simbolo: il Real Madrid e il Barcellona (qui per tutti, semplicemente, il Barca). Alla squadra del Barcellona fu delegato il compito di rappresentare la rivincita contro il potere nazionale; per questo, più che una squadra è una bandiera alla quale è stata assegnata la rappresentanza dell’orgoglio del popolo catalano. Il bellissimo stadio del Futbol Club Barcelona si chiama Camp Nou ed ha una capienza di centomila spettatori, garantendo a tutti una perfetta visuale del campo di calcio; annesso allo stadio si trova il museo del Barca che fa rivivere la storia secolare di questo club nel quale hanno militato alcuni dei più grandi giocatori del passato come Cruyff, Kubala e Maradona mentre attualmente vestono la sua casacca blu-granata (i suoi giocatori sono infatti detti “blaugrana”) i Campioni del Mondo Xavi, Iniesta e il Pallone d’Oro Messi. La Catalogna, regione autonoma della Spagna, ha una propria lingua ufficiale riconosciuta che è il catalano, di origine neolatina, parlato abitualmente dagli abitanti e facilmente comprensibile dagli italiani e, per un turista sempre alle prese con tante lingue diverse, può essere un vantaggio non da poco. La lingua catalana rappresenta da sempre il più forte elemento di identità per la gente di questa terra e non è un caso che la grande preoccupazione del potere centrale di Madrid sia stato quello di abolire tassativamente l’uso della lingua catalana; non a Barcellona, grande metropoli, ma in alcuni piccoli centri Esultanza sul Camp Nou di Barcellona: (da sin.) Adriano Scoppetta, Dario Gucciardi e Bruno Cola (foto E. Ugon). parlare catalano è un obbligo e, se si insiste a parlare “la lingua di Madrid”, può essere difficile farsi comprendere (naturalmente, più per una precisa volontà che per ignoranza). Da ricordare, infine, che la Catalogna è ben poco sensibile al fascino della corrida, una delle più classiche manifestazioni folcloristiche spagnole; infatti, è stata abolita. Nelle grandi città della Catalogna c’è la Plaza de Toros, ma è spesso più un monumento che una vera e propria arena da combattimento: nella stessa Barcellona è stata trasformata in un grandioso centro commerciale che si trova in Placa de Espanya, dove due torri in stile veneziano segnano l’inizio dell’Avinguda Maria Cristina, un viale molto largo che termina con la Font magica, fontana capace di giochi d’acqua e di luci in più di cinquanta combinazioni che ci hanno emozionato sempre di più man mano che il buio della notte incombeva, avendo come sfondo il MNAC, il Museu Nacional d’Art de Catalunya, tra i musei più importanti di tutta la Spagna, che possiede la più vasta collezione al mondo di affreschi medievali. Per concludere, un piccolo accenno al Barri Gotic, il Quartiere Gotico, fitto intrico di strade e di piazze su cui si affacciano i palazzi e le chiese che incarnano gran parte della storia medievale della città; qui sorge la Cattedrale, una delle più alte espressioni del gotico catalano. 7 Confinante con il Barri Gotic è la Rambla, lunga arteria commerciale costituita da cinque consecutivi grandiosi viali a platani, per una lunghezza totale di circa 1200 metri, che scorre dalla Placa Catalunya, grande piazza molto vissuta dalla cittadinanza per la presenza di “El Corte Ingles”, i più noti grandi magazzini di Barcellona, fino al mare, dove nei pressi del porto si staglia il monumento a Cristoforo Colombo che indica le Americhe, una colonna in ferro alta 60 metri, dove è possibile salire con l’ascensore per avere un colpo d’occhio su tutto il porto e sul Transbordador Aereo, la funivia di Barcellona. Nel tratto della Rambla detto de Sant Josep, si trova il più caratteristico mercato di generi alimentari, la famosa Boqueria; ospitato nell’ex cortile di un convento di Carmelitane, ha da sempre fama di offrire i migliori prodotti alimentari della città. Autentico spaccato di vita popolare barcellonese, è senz’altro da visitare, oltre che per capire le abitudini alimentari locali, anche per acquistare prelibatezze culinarie. Ma, quello che attrae di più di Barcellona è il suo dinamismo, la realtà in evoluzione continua. E’ un luogo dove le culture si incontrano e si fondono, con un turismo che cresce sempre di più e che trova alimento nelle politiche di recupero degli spazi pubblici e nei grossi investimenti in servizi e strutture socio-culturali. settembre 2012 GITA SOCIAL 8 settembre 2012 LE IN GRECIA 9 settembre 2012 IL MOVIMENTO L’ATTIVITÀ FISICA LO SPORT: LA PAROLA AL MEDICO SPORTIVO D escrivere, studiare, consigliare il movimento, attività naturale dell’uomo, puòò sembrare banale o superfluo, ma valutando brevemente il suo impatto sul nostro corpo, potremo comprendere come sia sempre il caso, prima di intraprendere un’attività sportiva, di consultare dapprima il medico specialista che valuterà la nostra idoneità fisica e poi un esperto che sappia indicarci il giusto programma di allenamento. Ma cosa accade quando compiamo un gesto atletico? E’ esperienza di tutti noi che se corriamo veloci, ad esempio per prendere un treno oppure salendo velocemente le scale di casa, sentiamo il sangue scorrere più veloce, le tempie pulsare, il cuore martellare nel torace, il respiro veloce e quasi spezzato. Sono adattamenti subitanei del nostro organismo all’improvvisa richiesta di maggiori prestazioni, potremmo definirli acuti perché cessano dopo alcuni minuti riportando il nostro organismo alle condizioni di base. Diversamente accade quando intraprendiamo un programma di allenamento prolungato nel tempo, con frequenza regolare, ci accorgiamo che qualcosa sta cambiando, la nostra frequenza cardiaca non è più così elevata durante lo sforzo, affanniamo meno, riusciamo a percorrere maggiori distanze a piedi o in bicicletta senza le difficoltà iniziali, il nostro corpo acquisisce quindi degli adattamenti che potremmo definire cronici. Ci sono dei principi che caratterizzano l’allenamento che vanno rispettati affinché questo diventi salutare. a) Il principio di soggettività. Questo primo requisito dell’attività fisica sancisce l’unicità di ogni sportivo nella sua capacità a riportare cambiamenti nel suo stato di salute, soprattutto nei tempi in cui il suo fisico si adatta al programma di allenamento, per cui in un gruppo di atleti osserveremo di Gennaro Crispo* Il Dott. Gennaro Crispo specialista in Medicina dello Sport. grandi e veloci miglioramenti in alcuni soggetti e in altri scarsi progressi nei medesimi tempi. I primi soggetti vengono definiti sensibili ad un programma sportivo, i secondi non sensibili. La causa di tanta diversità è nel ritmo di crescita cellulare di ogni individuo nel suo metabolismo, nella sua regolazione ormonale e nervosa. La conoscenza di questo principio di soggettività deve quindi farci prendere coscienza della necessità di personalizzare la nostra attività in base all’età, al sesso, alle nostre caratteristiche, non tentare di emulare a tutti i costi i nostri amici e non disperarci se spesso non raggiungiamo celermente i nostri traguardi. b) Il principio di specificità. Il secondo principio enuncia che per ogni tipo di adattamento che vogliamo ottenere è richiesto uno specifico percorso. Quindi se desideriamo migliorare la nostra capacità aerobica, cioè la resistenza in attività prolungate nel tempo, non possiamo farlo con esercizi di pesistica e viceversa non potremmo aspettarci grande sviluppo di potenza 10 muscolare da un allenamento aerobico di resistenza. c) Il principio di reversibilità. La reversibilità degli effetti salutari dell’attività fisica è tristemente nota a chi segue per un lungo periodo un programma sportivo e ne vede velocemente svanire i benefici dopo una interruzione fino alla loro perdita totale dopo un certo lasso di tempo. L’adozione di un programma di mantenimento è necessaria quindi per conservare la salute che l’esercizio ci regala. d) Il principio del sovraccarico progressivo. Il miglioramento delle prestazioni sia di quelle aerobiche che di quelle anaerobiche richiede sempre nel tempo un aumento dei carichi di lavoro, l’adattamento cronico della forza muscolare si avvererà nel tempo aumentando gradualmente il peso sollevato, così come vedròò la mia resistenza nella corsa crescere nel tempo all’aumentare graduale dell’intensità e della durata del carico di allenamento. Un cardine importante della performance atletica è l’alimentazione, la cui scelta è obbligatoriamente legata settembre 2012 alla conoscenza dei tre carburanti muscolari. Lo sportivo potrebbe essere paragonato ad una macchina in cui i tre organi principali sono cuore, polmoni e muscoli, questi ultimi si alimentano peròò con tre combustibili, dai quali prende il nome il tipo di esercizio che andiamo a svolgere, i suoi effetti sulla nostra salute ma anche il tipo di alimentazione da privilegiare in rapporto ai nostri obiettivi. Gli alimenti, composti soprattutto da carboidrati, proteine e lipidi,sono i nostri combustibili, la loro energia viene immagazzinata in una molecola denominata ATP o adenosintrifosfato, l’energia muscolare e non solo, viene prodotta nelle cellule dalla scissione di questo composto, che liberando un atomo di fosforo, fa sì che dal nostro cibo si ricava la risorsa energetica. Le tre fonti energetiche muscolari sono: Creatin-fosfato Glucosio (zuccheri) Lipidi o grassi. Creatin-fosfato è il primo nutriente in ordine di tempo che utilizziamo nei primi dieci secondi dell’attività fisica, potremmo paragonarla ad una benzina per le auto di formula uno, poiché è utilizzata negli sforzi intensi e di breve durata, pensiamo ad esempio ad un centometrista o ad un attaccante nel calcio che esegua una repentina corsa verso la porta avversaria. Questo tipo di metabolismo è detto anche anaerobico perché non utilizza ossigeno e alattacido perché non produce acido lattico. costituisce circa il 99% di tutti gli zuccheri presenti nel sangue, le fonti da cui esso proviene sono il glicogeno epatico e i carboidrati (pane, pasta, patate, etc.) di cui ci nutriamo. Il glucosio viene utilizzato dai nostri muscoli principalmente durante i primi due minuti di sforzo detto massimale, cioè ad alta intensità, ma ancora di breve durata. Potremmo paragonare il muscolo quan- do utilizza questo nutriente come un’auto a benzina. Il metabolismo a base di zuccheri è detto anaerobio perché non utilizza l’ossigeno, ma è lattacido perché abbiamo la formazione di acido lattico al termine della performance muscolare. E’ esperienza comune che,soprattutto in mancanza di allenamento, l’accumulo di acido lattico provoca dolori e rigidità muscolari con sensazione intensa di fatica. Tipici sport ad impegno anaerobico lattacido possono essere i 400 metri piani, una manche di slalom etc. I grassi sono per tutti noi un ingombro antiestetico frutto delle nostre golosità, ma in realtà è un combustibile che i nostri muscoli utilizzano quasi totalmente dal secondo minuto di attività in poi, esso è di gran lunga il più conveniente ciclo biochimico di ATP, infatti accoppiando l’utilizzo dell’ossigeno che respiriamo potremmo percorrere a piedi fino a 500 km. circa con la riserva di grasso di un uomo medio. 11 Questo metabolismo viene detto aerobio proprio perché accoppia l’ossigeno e alattacido perché non troviamo acido lattico come scoria finale dello sforzo. Possono essere considerati quindi attività aerobiche tutte quelle attività che vanno dai 2 minuti fino ad alcune ore come il ciclismo, la maratona, il nuoto, ma il risvolto pratico è dato dalla capacità dimagrante proprio dell’esercizio aerobico alattacido, avendo valutato quale sia le basi scientifiche che reggono questa affermazione, per cui se vogliamo essere in forma non necessariamente dovremo sottoporci a sforzi sovrumani, ma basterà dedicarci ad attività di una certa durata, solitamente dai 20 minuti in poi, anche passeggiate di buon passo a piedi o in bicicletta. Ovviamente i metabolismi sopra illustrati rappresentano dei modelli di massima, poichè i tre carburanti muscolari descritti non sono rigidamente erogati da rubinetti metabolici, ma entrano gradualmente in gioco all’esaurirsi del precedente, quindi prendendo ad esempio il calciatore vedremo che per effettuare un breve scatto utilizzerà il primo combustibile: il creatin-fosfato, mentre in una corsa di media intensità avremo l’utilizzo di glucosio, ma se il nostro calciatore in allenamento effettuerà alcuni giri di campo, avrà bisogno della sua riserva di grasso per portare a termine la sua performance. Da questo articolo deduciamo quindi che l’attività fisica, che puòò essere gioia, divertimento, fonte di benessere è anche un farmaco che nelle giuste dosi e modalità deve essere prescritto dal medico sportivo, affinché dia solo i benefici che noi desideriamo, evitando di affidarci, nelle attività impegnative, al fai da te, ricordando che esiste una medicina dello sport, perché lo sport è medicina. * Il Dott. Gennaro Crispo è specialista in Medicina dello Sport, U.O.S.D Medicina dello Sport A.S.L. Napoli 2 Nord, Quarto. L’AFFONDAMENTO DELL’ANDREA DORIA settembre 2012 a cura di Alfredo Falcone Q uella del 26 luglio scorso non era una data qualsiasi: quel giorno ricorreva il 56mo anniversario del tragico affondamento del transatlantico “Andrea Doria”, nave ammiraglia orgoglio della Marina Mercantile Italiana considerata tra le più belle e sicure navi che solcavano l’oceano Atlantico. Costruita nei cantieri navali dell’Ansaldo di Genova Sestri Ponente, l’Andrea Doria (dal nome dell’Ammiraglio della Repubblica Marinara di Genova del XVI secolo), fu varata il 16 giugno 1951 ed effettuò il suo viaggio inaugurale il 14 gennaio 1953. La nave poteva trasportare, oltre l’equipaggio, 1.241 passeggeri suddivisi in 218 di prima classe, 320 di classe cabina e 703 di classe turistica. Il doppio scafo, caratterizzato da undici differenti compartimenti stagno ne faceva una nave sicurissima potendo essa navigare senza problemi anche in caso allagamento di due interi compartimenti mentre decori e pezzi d’arte nelle cabine, nelle sale pubbliche e nelle cabine, compresa una statua a grandezza naturale dell’Ammiraglio Andrea Doria, le conferivano un aspetto lussuoso e particolarmente affascinante: tra l’altro, essa fu la prima nave a poter vantare a bordo tre piscine aperte, una per ogni classe. Il 25 luglio di 56 anni addietro, l’Andrea Doria, comandata dal Capitano Superiore Piero Calamai, aveva lasciato il porto di Genova diretta a New York: mentre navigava al largo della costa di Nantucket, alle ore 23,10 entrò in collisione con una nave di nazionalità svedese, la MN Stockolm della Swedish America Line, comandata dal Capitano Gunnar Norderson, proveniente da New York e diretta verso Goteborg. Non ci fu alcun contatto radio tra le due navi, guidate a vista e da informazioni radar che non furono sufficienti perché la sciagura fosse evitata. Su quel tratto di mare una coltre di foschia impediva la visuale e le due navi, si avvicinarono e quando furono a contatto visivo era ormai troppo tardi. La collisione, violentissima, avvenuta con un angolo di quasi 90 gradi fu fatale per il transatlantico italiano. La tagliente prua corazzata dello Stockolm, si trattava di una nave rompighiaccio, sfondò la fiancata dell’Andrea Doria, nella zona sottostante il ponte di comando, per un’altezza di 12 metri, uccidendo numerosi passeggeri che riposavano nelle loro cabine; squarciò, inoltre, 12 molte paratie stagne e cinque depositi di combustibile. Le vittime della collisione furono 51: quarantasei passeggeri e cinque marinai dello Stockolm. Appena speronata, l’Andrea Doria iniziò ad imbarcare acqua inclinandosi a dritta per oltre15 gradi in pochi minuti. I drammatici S.O.S. vennero captati da altre navi che accorsero in soccorso nella zona del disastro: tra queste il transatlantico francese “Ile de France” il quale, navigando verso l’Europa, poche ore prima aveva incrociato la stessa Andrea Doria. Il Comandante francese, Capitano Raoul De Beaudin, diede immediatamente l’ordine di invertire la rotta giungendo in tempo utile per salvare la maggior parte dei passeggeri e dei membri dell’equipaggio con l’utilizzo di tutte le sue scialuppe. Intanto molti passeggeri, non essendo possibile mettere in acqua parte delle scialuppe di salvataggio a causa dell’eccessiva inclinazione assunta dall’Andrea Doria, erano stati raccolti dallo stesso “Stockolm” e dalle altre navi sopraggiunte. Alcuni passeggeri dell’Ile de France rinunciarono alle proprie cabine per darle ai sopravvissuti stanchi o bagnati e sotto shock. L’unica vittima del naufragio oltre alle persone rima- settembre 2012 ste uccise nell’attimo dell’impatto, fu una bambina di 4 anni, Norma Di Sandro, che fu lanciata dalla mamma, nella speranza di salvarla, da bordo su una lancia di salvataggio sottostante. La bimba urtò violentemente la testa contro la falchetta della lancia riportando un gravissimo trauma cranico e morì in ospedale a Boston qualche giorno dopo. All’alba, quando tutti erano stati evacuati il comandante dell’Andrea Doria, il Capitano Piero Calamai si adoperò per far trainare la nave su un fondale basso ma questa si inclinò maggiormente fino ad affondare. Erano le ore 10,09 del 26 luglio 1956. La nave con una fiancata completamente squarciata, invece di affondare in pochi minuti rimase a galla per 11 ore grazie alle sue eccezionali caratteristiche progettuali ed ai rigorosi sistemi di sicurezza di cui era dotata. Dopo il salvataggio di tutti i passeggeri il Comandante Calamai restò a bordo dell’Andrea Doria rifiutando di mettersi in salvo, fu costretto a farlo in seguito, convinto dai suoi ufficiali che erano tornati indietro appositamente. All’incidente seguirono mesi di indagini, avvocati esperti di diritto marittimo rappresentarono le due Compagnie di navigazione coinvolte e dozzine di avvocati si presentarono in nome dei parenti delle vittime. Nel corso delle indagini, gli ufficiali di entrambe le navi furono chiamati a deporre davanti al giudice. Secondo la versione svedese, nonostante le testimonianze in senso opposto di equipaggio e passeggeri, della nave italiana, sul posto non ci sarebbe stata nebbia inoltre gli ufficiali dell’Andrea Doria non avrebbero calcolato posi- zione e velocità della nave che stavano incrociando e, ancora, il transatlantico, il quale secondo le regole del codice marittimo avrebbe dovuto virare a destra, virò, invece, a sinistra. Gli ufficiali dell’Andrea Doria affermarono di avere, come prescritto, ridotto la velocità in considerazione fitta nebbia e di essere stati costretti a virare a sinistra per evitare di essere speronati dal rompighiaccio e precisando che, se avessero virato a destra, gli sarebbero andati incontro. La conciliazione tra le due Compagnie di navigazione fermò il processo evitando agli ingegneri di testimoniare. Le due compagnie armatrici contribuirono al risarcimento delle vittime ed entrambe si accollarono i rispettivi danni. La Compagnia Swdish subì danni per circa due milioni di dollari, la Compagnia Italia pagò 30 milioni. Essendovi stato un accordo exstragiudiziale non si giunse dunque a nessuna di attribuzione di responsabilità e unica responsabile del disastro fu considerata la nebbia lasciando questioni irrisolte che hanno perseguitato i superstiti per più di 50 anni. Il Comandante Pietro Calamai non riprese mai più il mare. *** Studi recenti sono giunti alla conclusione che l’inesperto terzo ufficiale dello “Stockolm”, Carstens Johannsen, unico ufficiale sul ponte di comando al momento della collisione, a mal interpretare i tracciati radar e a sottostimare la distanza tra le due navi a causa di un’errata regolazione del radar. Tale fatto viene attribuito anche ad una progettazione sbagliata dell’ambiente dove si trova- L’Andrea Doria adagiata sul fondo dell’oceano. 13 Il comandante dell’Andrea Doria Capitano Superiore Pietro Calamai. va il radar della nave svedese poco illuminato e con strumenti di difficile lettura: secondo alcuni studiosi, una semplice lampadina sul radar avrebbe evitato l’intera tragedia. Affondata a soli 75 metri profondità, l’Andrea Doria è stata frequente obiettivo di subacquei in cerca di tesori. Già il giorno dopo l’affondamento due subacquei, Peter Gimbel e Joseph Fox localizzarono il relitto e pubblicarono le foto sul “Time”. Lo stesso Gimbel fu protagonista di un’operazione destinata al recupero della cassaforte di prima classe la quale, però, conteneva solo alcuni certificati americani e banconote italiane dell’epoca: evidentemente i passeggeri, in vista dell’arrivo in porto, avevano già ritirato i loro beni. La campana della nave e la statua dell’Ammiraglio Andrea Doria furono recuperate insieme preziosi esemplari di porcellana venduti poi all’asta. ll recupero di oggetti dell’Andrea Doria provocò anche la morte di diversi sub i quali si erano avventurati in quelle acque infide per le forti correnti marine e per i depositi di fango che riducono la visibilità a zero. P.S. Notizie, dati e foto sono stati tratti dalla pubblicazione “l’andrea doria” edita il 17 maggio 2008 dall’Assessorato alla Cultura di Torre del Greco perché non si dimentichi mai la regina dei mari, l’Andrea Doria. settembre 2012 GLI ARROTONDAMENTI NEL SISTEMA PENSIONISTICO I.N.P.D.A.P. P er la determinazione dell’anzianità contributiva, sia ai fini del diritto che della misura della prestazione, l’Inpdap effettua degli arrotondamenti sul servizio utile (servizio effettivo + quello riscattato), questo attento esame serve a comprendere l’evoluzione dei sistemi di arrotondamento adottati nel tempo dall’Inpdap. Cronologia dei sistemi di arrotondamento: A) dal 10.9.1991 La legge 8 agosto 1991, n. 274, ha apportato modifiche alle normative pensionistiche di tutte la Casse pensioni degli Istituti di previdenza presso il Ministero del tesoro. Le modifiche introdotte dalla legge n. 274/1991 hanno, tra l’altro, riguardato l’acceleramento delle procedure di liquidazione delle pensioni e delle ricongiunzioni, modifiche ed integrazioni degli ordinamenti delle casse pensioni degli istituti di previdenza. Art. 3 (Arrotondamento) della Legge 8.8.1991,n. 274 1. Per le cessazioni dal servizio a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai fini della determinazione della quota del trattamento di quiescenza di cui al primo comma, lettera a), dell’articolo 3 della legge 26 luglio 1965, n. 965, il complessivo servizio utile viene arrotondato a mese intero, trascurando la frazione del mese non superiore a quindici giorni e computando per un mese quella superiore. B) dal 1.1.1998 In virtù di quanto disposto dall’art. 59, comma 1, lettera b), della Legge 29.12.1997, n. 449 – rubricato “Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica, con effetto dall’1-1-98, per la determinazione dell’anzianità contributiva sia ai fini del diritto che della misura della prestazione, è stato stabilito che con effetto sulle anzianità contributive maturate a decorrere dal 1° gennaio 1998 a tutti i lavoratori iscritti alle forme pensionistiche obbligatorie sostitutive, esclusive ed esonerative, qualora non già previsto, si applica la tabella di cui all’articolo 12 del decreto legislativo di Antonio Balzano* 30 dicembre 1992, n. 503; a decorrere dalla medesima data è abrogato il comma 3 dell’articolo 12 del citato decreto legislativo n. 503 del 1992. Per gli iscritti alla forma pensionistica di cui al decreto legislativo 24 aprile 1997, n. 181, continua a trovare applicazione quanto previsto dall’articolo 3 del medesimo decreto legislativo n. 181 del 1997. Con effetto dalla medesima data: a) gli aumenti di periodi di servizio computabili a fini pensionistici comunque previsti dalle vigenti disposizioni in relazione allo svolgimento di particolari attività professionali non possono eccedere complessivamente i cinque anni; gli aumenti dei periodi di servizio anche se eccedenti i cinque anni, maturati alla data di entrata in vigore della presente legge, sono riconosciuti validi a fini pensionistici e se eccedenti i cinque anni non sono ulteriormente aumentabili; b) per la determinazione dell’anzianità contributiva ai fini sia del diritto che della misura della prestazione, le frazioni di anno non danno luogo ad arrotondamenti per eccesso o per difetto. Così la circolare I.N.P.D.A.P. n. 14 oggetto: Art. 59 della Legge 27-12-97, n. 449. 6. Arrotondamenti (art. 59 comma 1 lettera b) In virtù di quanto disposto dall’art. 59, comma 1, lettera b), con effetto dall’l-198, per la determinazione dell’anzianità contributiva sia ai fini del diritto che della misura della prestazione, le frazioni di anno non danno luogo ad arrotondamenti per eccesso o per difetto. Dal tenore letterale della norma in esame si evince che per “frazioni di anno” debbano intendersi esclusivamente i mesi. Pertanto, per i trattamenti pensionistici decorrenti dal 2 gennaio 1998, siano essi di vecchiaia, anzianità, o inabilita, si applicano le disposizioni in materia di arrotondamenti così come previsti dall’art. 3 della legge 274/91. In sostanza, il requisito di 35 anni richiesto per il diritto alla pensione di anzianità si conseguirà al raggiungimento di 34 anni, 11 14 mesi e 16 giorni; per le pensione derivanti da cessazioni a seguito di riconoscimento di inabilità assoluta e permanente a qualsiasi proficuo lavoro, nonché per le pensioni di vecchiaia, il requisito minimo richiesto sarà pari a 14 anni 11 mesi e 16 giorni (qualora il lavoratore sia stato assunto anteriormente al 3112-92) mentre il diritto alla pensione di inabilità relativa si perfezionerà al raggiungimento dei 19 anni 11 mesi e 16 giorni. Pertanto, con effetto dall’l-l-98 le singole amministrazioni, ai fini della misura del trattamento pensionistico, dovranno arrotondare il servizio complessivo utile a mese intero, trascurando la frazione del mese non superiore a quindici giorni e computando per un mese quella superiore; di conseguenza, l’aliquota di rendimento da utilizzare sarà determinata dalla somma tra l’aliquota annua relativa agli anni interi da computare ed un incremento pari al prodotto tra un dodicesimo della differenza tra l’aliquota di rendimento immediatamente superiore e quella inferiore per il numero dei mesi corrispondenti alla frazione di anno. Si precisa che tale calcolo dovrà essere effettuato per l’individuazione delle aliquote di rendimento per la determinazione delle singole quote di pensione da liquidare con il sistema retributivo. Occorre, infine, sottolineare che per il diritto al trattamento pensionistico a favore dei superstiti l’anzianità contributiva richiesta di 15 anni ovvero di 5 anni di cui almeno 3 nel quinquennio precedente la data del decesso deve essere pienamente raggiunta senza operare alcuna forma di arrotondamento, in quanto è stata estesa agli iscritti a questo Istituto, in virtù dell’art. 1 comma 41 della Legge n. 335/95, la disciplina già vigente nell’A.G.O., dove non opera alcun arrotondamento. Le stesse considerazioni valgono anche per la maturazione del requisito contributivo di 5 anni, di cui almeno 3 nel quinquennio precedente la decorrenza del trattamento pensionistico, nel caso di riconoscimento di una inabilità ai sensi dell’art. 2 comma 12 settembre 2012 IL TIRO CON L’ARCO: ROBERTA LA PICCOLA ROBIN HOOD DI POZZUOLI C sportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsportsport ari lettori, chi di voi non ha seguito le Olimpiadi che si sono svolte a Londra? I nostri atleti sono stati eccezionali ed hanno regalato all’Italia molte medaglie. Una inaspettata medaglia d’oro è stata conquistata dalla squadra della nazionale italiana di tiro con l’arco, rappresentata dal bravissimo trio: Michele Frangilli, Marco Galeazzo e Mauro Nespoli che hanno dovuto sfidare nella finale gli arcieri della squadra statunitense. Molti di voi non sanno che questo sport, che infonde calma e tranquillità, è praticato anche dalle donne con ottimi risultati a livello nazionale e che anche Pozzuoli ha la sua piccola Robin Hood. Si tratta di Roberta Carandente, figlia della nostra collega e socia, l’ostetrica Riccio Emilia che lavora nel Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Pozzuoli. Roberta ha 19 anni, è iscritta alla facoltà di ingegneria ed ha cominciato questo sport dall’età di Legge n. 335/95. Da ciò si evidenzia che solo le frazioni di anno, (i mesi), sia ai fini sia del diritto che della misura della prestazione, non danno luogo ad arrotondamenti per eccesso o per difetto, restando invariato l’arrotondamento sui giorni. Pertanto, per i trattamenti pensionistici decorrenti dal 2 gennaio 1998, siano essi di vecchiaia, anzianità, o inabilita, si applicano solo le disposizioni in materia di arrotondamenti sui giorni, così come previsti dall’art. 3 della legge n. 274/91, sopra riportato. C) dal 1.1.2008 Stralcio alla Circolare 13/05/2008, n. 7 I.N.P.D.A.P. sulla Legge 24 dicembre 2007, n. 247 Requisiti per il diritto al trattamento pensionistico 2.1 Pensioni di anzianità (articolo 1, comma 6, lettera a) della Legge n. 243/2004 così come modificato dall’art. 1 della Legge n. 247/2007) Il diritto alla pensione di anzianità si consegue, fermo restando il requisito di anzianità contributiva non inferiore a Roberta Carandente la promettente arciera puteolana. undici anni. Ha iniziato a collezionare medaglie fin da subito. Dal 2004 ad oggi ha vinto varie volte il titolo di campionessa regionale. Ha partecipato per diversi anni e con successo alla Coppa Italiana delle Regioni conquistando tutte e tre le medaglie. Ha ottenuto ottimi risultati anche ai campionati italiani sia indoor che all’aperto. Per arrivare a questi risultati, la piccola arciera si e’sottoposta a continui sacrifi- trentacinque anni, al raggiungimento dei requisiti anagrafici così come individuati nelle tabelle A e B annesse alla legge in esame. Dal 1° gennaio 2008 al 30 giugno 2009 tale diritto si acquisisce con 35 anni di anzianità contributiva e 58 anni di età, mentre per il periodo successivo il legislatore ha introdotto un meccanismo che prevede una diversa combinazione di requisiti anagrafici con quelli di anzianità contributiva (almeno trentacinque anni), la cui sommatoria deve determinare il raggiungimento di una quota minima prevista per l’anno considerato (c.d. “sistema delle quote”). Anno 2010 59 + 36 60 + 35 (quota 95); Anno 2011 60 + 36 61 + 35 (quota 96); «Si rende opportuno precisare che sia i requisiti anagrafici che quelli contributivi minimi per il raggiungimento della quota prevista, in relazione all’anno considerato, devono essere pienamente raggiunti senza operare alcuna forma di arrotondamento; ciò in virtù del tenore letterale della norma che prevede un’età minima per la maturazione del 15 ci ed allenamenti, seguita e incoraggiata in questo cammino dal padre Salvatore, suo istruttore e tecnico. Purtroppo una nota di demerito va alla nostra città, infatti per poter praticare gli allenamenti in una struttura adeguata, Roberta è stata costretta ad iscriversi presso una società di Avellino, per poter usufruire di una palestra ed un campo per gli allenamenti al chiuso e all’aperto, in quanto Pozzuoli non possiede una struttura del genere, ed il padre è costretto cinque giorni a settimana ad accompagnarla ad Avellino. Nonostante ciò Roberta si allena con assiduità e tenacia ed è stata chiamata anche quest’anno a partecipare al Campionato Italiano Targa all’aperto che si sta svolgendo, proprio mentre andiamo in stampa, il 21 e 22 settembre a Cuneo. Un in bocca al lupo a Roberta da tutti noi.... Teofilo Arco diritto con una contribuzione non inferiore a 35 anni. Verificata la sussistenza di detti requisiti minimi, concorrono alla determinazione della quota prevista per l’anno considerato sia i mesi che le frazioni di essi; la sommatoria di questi dati deve raggiungere la quota prevista per l’anno considerato senza operare alcun arrotondamento”». Concorrono alla determinazione della quota prevista anche i mesi e le frazioni di essi; la sommatoria di questi dati deve raggiungere la quota prevista senza operare alcun arrotondamento (esempio: 59 anni 10 mesi e 15 giorni di età e 35 anni 1 mese e 15 giorni di anzianità contributiva). Tali disposizioni sono ancora valide in quanto la Legge n. 214 del 22.12.2011, all’art. 24, comma 3, ha salvato le posizioni dei lavoratori che al 31.12.2011 hanno maturato i requisiti di età e di anzianità ai fini all’accesso e alla decorrenza del trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità. *Il dott. Antonio Balzano è Consulente Previdenziale A.R.P.A.C. settembre 2012 LETTERA DI ENCOMIO PER IL DOTTOR PERROTTA I IL FIORE ALL’OCCHIELLO DEL CORSO DI FORMAZIONE IN MEDICINA GENERALE l dott. Giuseppe Claudio Perrotta, nato ad Asmara (Etiopia) il 6/8/1953, laureatosi presso l’università di Napoli “Federico II” con 110/110, vincitore del concorso di formazione in Medicina Generale 2008/2011, ha ricevuto in qualità di discente una lettera di Referenza ed Encomio dal dott. Michele Ansalone, Direttore dell’U.O.C. di Chirurgia dell’ Ospedale di Pozzuoli, alla quale hanno espresso unanime consenso i Sanitari del “S. Maria delle Grazie”. La lettera di cui pubblichiamo di seguito il testo è stata inviata oltre che all’interessato anche ai vertici dell’Azienda Sanitaria Napoli2 Nord. Nel corso delle attività di tirocinio, svolto presso l’ospedale S. Maria delle Grazie, si è particolarmente distinto per l’elevato profilo professionale in tutte le discipline previste e particolarmente nelle attività chirurgiche. Ha manifestato un impegno intenso e costante mostrando nella partecipazione alle attività programmate un pronunciato interesse ad arricchire il proprio bagaglio formativo, con particolare attenzione agli aspetti teorici – pratici. In tale contesto è apparso sempre rispettoso degli orari di servizio previsti e disponibile ad affrontare necessità di carattere emergenzia- Il Dott. Giuseppe Claudio Perrotta. le richiedenti una presenza anche oltre gli orari fissati. Impegno, preparazione, serietà e ottima relazione con i pazienti hanno favorito un clima di comunicazione ed amabilità sia con i malati e sia con tutto il personale medico ed infermieristico. Il dott. Claudio Perrotta rappresenta un raro esempio di medico preparato, motivato, dedito e con grande entusiasmo nell’apprendere. Alla luce delle motivazioni suesposte e dal valore assunto dalle stesse, si ritiene necessario rappresen- tarle alle SSLL con l’auspicio che tale professionalità possa essere considerata come risorsa stabile dell’Azienda, coerentemente con i principi dell’ ASL Napoli 2 Nord, che sono tesi a valorizzare sempre più la meritocrazia e la qualità dei servizi sanitari legati alle competenze professionali e capacità umane che appunto contraddistinguono la figura del dott. Giuseppe Claudio Perrotta delineando un profilo di un ottimo medico ospedaliero. Michele Ansalone Nei mesi scorsi ci hanno prematuramente lasciato, il dott. Nicola D’ignazio, Anestesista Rianimatore presso il P. O. “S. Maria delle Grazie”, il dott. Vincenzo Zinno Direttore del Servizio Veterinario Flegreo ed il Socio in pensione Gennaro De Lillo, ex impiegato dell’Economato dell’Ospedale di Pozzuoli. Ai familiari degli scomparsi le più sentite condoglianze dal Consiglio di Amministrazione del CRAL e dalla Redazione de “Il Crallino”. 16