Alina Marazzi

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Alina Marazzi
Iprase - Scuola d’autore 2010-2011 – Modulo 3: Documentario cinematografico
Alina Marazzi
Percorso
Alina Marazzi è un caso, finora unico, di documentarista italiano entrato nel cuore del pubblico
cinematografico. Un’ora sola ti vorrei, dedicato alla vita, alla malattia e alla morte della madre, ha
generato un passaparola appassionato e fittissimo; e Vogliamo anche le rose, con il quale Marazzi
ha voluto «ripercorrere la storia delle donne dalla metà degli anni Sessanta fino alla fine dei
Settanta e metterla in risonanza con il nostro presente conflittuale e contraddittorio», è stato
accolto come forse l’unica riflessione veramente seria – al di là del susseguirsi di instant-book –
sulle trasformazioni della vita materiale e della rappresentazione delle donne in quel decennio
cruciale.
L’interesse didattico dell’opera di Alina Marazzi sta, oltre che nei contenuti, nella sua scelta di
utilizzare in abbondanza materiale video (e non solo video) preesistente. Nel corso del
seminario, conversando con Gloria Zerbinati, Marazzi approfondirà questo tema, riflettendo
sulla significatività dei materiali memoriali sia domestici e familiari (come quelli dei quali è quasi
completamente costituito Un’ora sola ti vorrei), sia pubblici e pop (come quelli impiegati in
Vogliamo anche le rose). L’analisi delle due opere può suggerire la produzione, da parte dei ragazzi,
di opere analoghe, sia per mezzo di materiali privati, sia sfruttando quell’enorme archivio di
tutto ciò che è futile e passeggero rappresentato da YouTube e dagli analoghi social network.
Biografia e opere
Alina Marazzi è regista di documentari televisivi a carattere sociale; lavora come aiuto regista per il cinema, principalmente
con Giuseppe Piccioni. Ha collaborato con lo Studio Azzurro sia su progetti cinematografici che installazioni. Tra le altre
attività ha tenuto laboratori audiovisivi all'interno del carcere di San Vittore a Milano e per due anni ha lavorato all'interno
del progetto Fabrica sotto la direzione artistica di Godfrey Reggio. Si è segnalata all'attenzione della critica e del pubblico
internazionale con il suo primo film documentario Un'ora sola ti vorrei, un ritratto della madre morta suicida quando lei aveva
sette anni, di cui cerca di ricostruire l'esistenza attraverso un montaggio di sequenze filmate dal nonno paterno. Presentato a
Locarno in Concorso video, il film riceve la menzione speciale della Giuria, e in seguito il premio per il miglior documentario al
festival di Torino. Dopo il successo di questo film intimo e personale, ha realizzato Vogliamo anche le rose con il quale intende
«ripercorrere la storia delle donne dalla metà degli anni Sessanta fino alla fine dei Settanta e metterla in risonanza con il
nostro presente conflittuale e contraddittorio, nell'intento di suscitare una riflessione su tematiche ancora aperte se non
addirittura rimesse grossolanamente in discussione».
Successivamente ha realizzato un documentario spirituale sulla vita monastica: Per sempre (2005).
(da http://cinema-tv.corriere.it/personaggi/alina-marazzi/04_65_42.shtml )
Un’ora sola ti vorrei (film documentario 2002; volume e dvd pubblicati da Rizzoli, 2006)
"In tutto questo tempo nessuno ti ha mai parlato di me. Di chi ero, di come ho vissuto, di come me ne sono andata." Con
queste parole Alina Marazzi immagina che la madre Liseli, scomparsa tragicamente quando lei aveva solo sette anni, cominci
a raccontarle la sua vita. Una storia di struggente intensità, che la regista ha cercato e ritrovato là dove era rimasta nascosta:
nelle pellicole stipate nella soffitta del nonno, l'editore Ulrico Hoepli, che per decenni aveva fissato i ricordi familiari con una
cinepresa amatoriale. Poco alla volta à nata l'idea di montare quei frammenti di memoria, insieme a documenti, lettere,
pagine di diario, per ridare voce a quella donna appena conosciuta ma indimenticabile e al tempo stesso ripercorrere la storia
di una famiglia e di un secolo, il risultato è questo film. Nel libro la regista ne racconta l'origine, le travagliate vicende
produttive e tutto ciò che è venuto dopo: il successo di pubblico e critica, la comunità creatasi attorno al sito internet, le
reazioni degli spettatori (dalla quarta di copertina).
Vogliamo anche le rose (2007; volume e dvd pubblicati da Feltrinelli, 2008)
Un viaggio lungo le tappe più significative del profondo e contraddittorio mutamento, mai completamente risolto, operato
dalla rivoluzione sessuale. La regista Alina Marazzi decide di muoversi su un piano di narrazione intimo e diretto, catturando
e rappresentando i diari personali di Anita, Teresa e Valentina, tre persone che, pur provenendo da diverse regioni d'Italia e
appartenendo a classi sociali differenti, sono accomunate dall'essere donne e da un'uguale rivendicazione: non riconoscersi
più in una società patriarcale, maschilista e maritale che le vuole madri efficienti, mogli obbedienti e figlie integerrime. Il
documentario si concentra su fatti della storia recente mettendo in scena un concerto di voci in prima persona miscelate con
materiali e filmati d'epoca provenienti dalle fonti più diverse: istituzionali, pubbliche, militanti, private. Uno strumento per
mostrare un'Italia che, spesso ricordata come fiaba grottesca, è invece stata drammaticamente reale. (dalla quarta di
copertina). www.vogliamoanchelerose.it