BRASILE - Benvenuto su Quadra MC!
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BRASILE TOP 30 VENDITE AUTO IN BRASILE NEL 2010 2010 Quota % 2009 Chevrolet Corsa/Celta/Classic 336.689 12,5 313.670 12,4 7,3 Volkswagen Gol/Parati 304.772 11,3 315.499 12,5 -3,4 Fiat Palio/Siena 281.542 10,5 369.025 14,6 -23,7 Fiat Uno 236.310 8,8 172.561 6,8 36,9 Volkswagen Fox/Space Fox 169.548 6,3 164.283 6,5 3,2 Ford Fiesta 131.898 4,9 124.218 4,9 6,2 Volkswagen Voyage 85.145 3,2 87.058 3,4 -2,2 Ford Ka 80.757 3,0 90.238 3,6 -10,5 Chevrolet Agile 72.892 2,7 18.835 0,7 287,0 Peugeot 207 69.930 2,6 58.326 2,3 19,9 Renault Sandero 65.897 2,6 50.956 2,0 29,3 Chevrolet Prisma 59.992 2,2 66.036 2,6 -9,2 Toyota Corolla 54.404 2,0 55.800 2,2 -2,5 Citroën C3 41.957 1,6 32.951 1,3 27,3 Honda Fit 41.549 1,5 49.336 2,0 -15,8 Hyundai i30 40.830 1,5 16.796 0,7 143,1 Renault Logan 37.461 1,4 28.032 1,1 33,6 Honda City 36.277 1,3 17.574 0,7 106,4 Ford Focus 36.215 1,3 33.390 1,3 8,5 Fiat Punto 35.304 1,3 28.527 1,1 23,8 Honda Civic 32.996 1,2 48.601 1,9 -32,1 Chevrolet Astra 32.886 1,2 34.687 1,4 -5,2 Carro popular Renault Clio 32.069 1,2 15.184 0,6 111,2 Volkswagen Polo 29.795 1,1 31.766 1,3 -6,2 La struttura del mercato Brasiliano è stata a lungo basata sulle fasce di prodotto inferiori, mentre la capacità produttiva spesso ha mirato a segmenti più alti di domanda che non sono evoluti come sperato. Il cosiddetto “carro popular” è stato un programma di incentivo fiscale che ha sostenuto la domanda dei segmenti di base del mercato per anni, nonostante l’impoverimento delle classi medie, e che ancora esprime i suoi effetti nonostante la fine dell’incentivo ed un aumento dei prezzi che oggi ha di fatto portato a listini (e margini) alti anche per modelli obsoleti. L’idea nacque nel periodo del Governo Itamar Franco: nel 1993 fu decretata una serie di riduzioni fiscali (praticamente, l’annullamento dell’IPI) favore delle vetture utilitarie prodotte in Brasile e con motore con cilindrata inferiore a 1.000 cc. La misura fa- Citroën C4 29.763 1,1 27.554 1,1 8,0 Chevrolet Vectra 29.678 1,1 35.573 1,4 -16,6 Fiat Idea 25.410 0,9 28.945 1,1 -12,2 Chevrolet Meriva 23.384 0,9 33.805 1,3 -30,8 Volkswagen Golf 18.230 0,7 20.582 0,8 -11,4 Fiat Doblò 12.129 0,5 6.122 0,2 98,1 Marca e modello È uno dei grandi mercati del BRIC e promette crescita importante e significativa remunerazione per gli investimenti delle Case costruttrici In basso, nella pagina di sinistra, la Corsa 3 volumi, uno dei modelli più venduti in Brasile. In questa pagina, in basso la Volkswagen Nuova Gol, altro modello di punta nella graduatoria delle vendite 2010. di Paolo Guidelli Guidi* M olti classificano il Brasile come l’economia più promettente di questo decennio. Dopo la cura da cavallo dei due mandati Lula (tassi d’interesse altissimi per cancellare l’inflazione, ripresa del controllo civile su vaste aree di crimine organizzato, conquista del rating “investment” per il debito) e alcune fortunate sorprese come la scoperta di una serie di enormi giacimenti petroliferi sottomarini, il Paese si avvia verso uno sviluppo che favorisce la crescita dei consumi e delle classi medie. Le infrastrutture di base sono in forte sviluppo, sotto la frusta dei prossimi campionati di calcio (2014) e delle Olimpiadi del 2016. Il credito al consumo è in forte crescita, ma parte da basi talmente basse che i rischi di una bolla sono di gran lunga più remoti che nelle economie sviluppate. L’industria dell’auto Brasiliana, come l’economia del Paese nel suo complesso, è stata a lungo una promessa non mantenuta. La maggior parte delle Case ha investito in nuove fabbriche nel corso degli anni ’80 e ’90, al punto da portare la capacità produttiva complessiva del Paese ai 3,5 milioni di pezzi. Però il mercato ha stentato a raggiungere i 2,5 milioni fino a metà del decennio 2.000. Dietro a questo “gap” ci fu il solito effetto “me-too”, cioè la decisione di tutti di fare la stessa cosa nello stesso momento – ma anche le difficoltà dei vari Governi a portare ordine in casa, quindi iperinflazione e crisi economiche in serie. Soprattutto, si verificarono errori a ripetizio- 34 200 milioni di Brasiliani è inferiore ai 30 anni (superiore ai 40 per l’Italia), la politica della Banca Centrale è molto prudente (aumento dell’obbligo di riserva, allineamento con le politiche dell’Unione Europea, grande efficienza dei sistemi informativi) per moderare la forte espansione del credito. Le fasce medie della popolazione crescono esprimendo finalmente consumi per decenni erano rimasti soffocati in un contesto economico dominato dall’incertezza. A Belo Horizonte si festeggia un’importante tappa produttiva della Fiat ne di scelta di prodotto: molte Case scommetterono sui segmenti alti trascurando incredibilmente una struttura della domanda centrata sul “carro popular”. Ora il mercato Brasiliano è il 4° nel Mondo, nel 2010 ha assorbito 3.690.000 fra vetture e veicoli commerciali leggeri. Il Brasile è la piattaforma produttiva fondamentale del subcontinente, con un settore della componentistica ben sviluppato ed una capacità di produzione che è cresciuta a 4.300.000 unità (+14,3% vs 2009). Da Fiat (in Pernambuco) e Toyota (Stato di San Paolo) sono venuti i più recenti annunci di nuovi investimenti produttivi. Nel complesso, si valuta che l’industria automobilistica investirà nel biennio 2011-12 circa 11,2 miliardi di dollari in Brasile. La World Bank colloca il prodotto nazionale lordo Brasiliano (PPP) al 7° posto nel mondo (l’Italia è stata superata nel 2009), l’età media dei InterAutoNews Data Book - Intero 2011 Quota % Diff. % Fonte: Anfavea/AID vorì inizialmente soprattutto la Fiat che si dice fu la principale sponsor della misura. Alla vecchia Fiat Uno Mille seguirono la Volkswagen Gol e la GM Chevette Junior e poi gli altri. Il mercato crebbe dai 764.000 pezzi del 1992 a 1.131.000 unità nell’anno successivo, e fino a 1.943.000 unità nel 1997. Fu allora che si scatenò la corsa all’espansione della capacità, in alcuni casi fatta senza tante analisi di base e quindi con erori di mix produttivo. Ma InterAutoNews Data Book - Intero 2011 nel complesso si posero le basi per un successo di lungo termine, basato su un’infrastruttura della componentistica e una forza lavoro che oggi conta oltre 107.000 unità e cresce (2011) di oltre l’8%. Redditività Di fatto, oggi i confini del segmento “carro popular” svaniscono, con listini che raramente scendono sotto i R$ 23.000 (circa 10.000 euro) al pubblico anche per modelli ob- soleti come la vecchissima Uno Mille ancora in produzione e ben tenuta. Ma si può dire che il carro popular conta ancora per oltre il 50% del mercato e rappresenta un’efficacissimo “entry level” alle diverse franchises oltre che uno strumento per promuovere la motorizzazione di massa in un Paese che continua a crescere di 2,5 milioni di anime all’anno. Il tema della redditività del mercato è fondamentale: oggi il Brasile registra prezzi al pubblico fra i più alti del pianeta, grazie ad un singolare fenomeno di allineamento dei listini ai prezzi modelli importati che gonfia tutta la struttura dei prezzi e dei margini al dettaglio. La produzione locale è normalmente ristretta a modelli vecchiotti, prodotti su linee super ammortizzate e con processi semplificati per adattare l’economia industriale al basso costo del lavoro. I modelli importati, che sono il principale oggetto di “sogni di consumo”, sono gravati da un’imposta del 35% che per effetto di un sistema d’imposizione compositivo risulta in un aggravio dell’ordine del 130% sul prezzo al pubblico. Case e Concessionari trovano larghi margini di opportunità in un simile contesto, ed il settore si sviluppa in un bagno di redditività favorito dal recente accesso al credito di fasce enormi di popolazione. La stessa Fiat deve la sua sopravvivenza in larga parte alla prestazione di reddito e cassa della controllata Brasiliana. Ma Coreani e Cinesi stanno entrando, sulla base di listini, modelli e condizioni di garanzia che scuotono il mercato: la globalizzazione esiste e funziona anche per il Brasile, perciò aspettiamoci evoluzioni interessanti anche nel Paese tropicale – novità che per noi Europei suoneranno familiari, ma che richiederanno sforzi e dolori anche là. * Presidente Quadra Management Consulting 35