posizionamento del cvp
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LA GESTIONE DEGLI ACCESSI VENOSI PERIFERICI INFERMIERISTICA CLINICA DOTT.SSA R. FIORENTINI DOTT.SSA E. PALMA gestione degli accessi venosi periferici e dei dispositivi intravascolari (DIV) riveste nell’ambito delle cure infermieristiche la stessa importanza di quelli centrali I cateteri venosi periferici (CVP) sono soggetti a complicanze “catetere correlate”. I dispositivi intra-vascolari (DIV) IL CATETERE VENOSO PERIFERICO CARATTERISTICHE TECNICHE DI UN CVP CARATTERISTICHE TECNICHE DI UN CVP Dott.sse Fiorentini - Palma Come viene misurato un CVC Le misure di un Catetere sono espresse in: French (Fr.) per il diametro esterno, Gauge (G.) per il diametro interno del lume, Centimetri (cm.) per la lunghezza. Dott.sse Fiorentini - Palma IL CVP è un dispositivo che permette il collegamento tra la superficie cutanea ed un distretto venoso del circolo periferico. E’ un sottile tubicino di materiale plastico biocompatibile (teflon, poliuretano,silicone) assemblato in maniera differente secondo la sua specificità. I dispositivi venosi devono garantire: - stabilità dell’accesso venoso, - possibilità di un suo uso discontinuo, - protezione dalle complicanze infettive e trombotiche, - massima biocompatibilità. Dott.sse Fiorentini - Palma La Dott.sse Fiorentini - Palma CVP A MEDIO TERMINE SISTEMI MIDLINE Lunghezza compresa tra 20 – 30 cm Diametro varia tra 2 – 6 french Materiale di costruzione: silicone poliuretano Disponibili sia valvolati che non valvolati PICC SISTEMI MIDLINE Vengono inseriti nelle vene del braccio e avambraccio Basilica o Cefalica; la punta del catetere non viene a trovarsi in vena cava superiore ma soltanto in vena ascellare o succlavia. Vanno utilizzati come cateteri periferici, non sono indicati per l’infusione di soluzioni ipertoniche o farmaci antiblastici. Sono indicati per un uso discontinuo, la loro durata media è di circa 20 – 30 giorni PICC (Peripherally Inserted Central Catheters) è un catetere venoso centrale a inserzione periferica, ovvero la sua punta viene posizionata in prossimità della giunzione tra vena cava superiore ed atrio destro. Il PICC è indicato per terapie infusionali di medio-lungo termine CARATTERISTICHE TECNICHE DI UN CVP PICC Cateteri a media permanenza SISTEMI MID-LINE Vengono inseriti nelle vene del braccio e dell’avambraccio, la punta del sistema non viene a trovarsi in cava superiore ma soltanto in vena ascellare o succlavia. lunghezza - compresa tra 20 e 30 cm diametro varia tra 2 e 6 Fr materiale di costruzione: silicone o poliuretano. Caratteristiche della punta: - a punta aperta - valvolati (midline Groshong) - specifici per i neonati (midline Per-Q-Cath). Dott.sse Fiorentini - Palma Il PICC consente quindi tutti gli utilizzi tipici dei cateteri venosi centrali: Misurazione della pressione venosa centrale Infusione di soluzioni ipertoniche Somministrazione di farmaci irritanti CARATTERISTICHE TECNICHE DI UN CVP Cateteri a media permanenza – a punta aperta Dott.sse Fiorentini - Palma CARATTERISTICHE TECNICHE DI UN CVP CARATTERISTICHE TECNICHE DI UN CVP Cateteri a media permanenza – a punta aperta Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma Cateteri a media permanenza – a punta chiusa (Groshong) LA SCELTA DEL DISPOSITIVO LA SCELTA DEL DISPOSITIVO Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma Preferenze del paziente La maggioranza delle organizzazioni sanitarie crede nel modello centrato sul cliente. Gli infermieri hanno bisogno di coinvolgere i pazienti e i loro familiari nelle decisioni relative alla scelta dei DIV. Considerate di invitare il paziente e la famiglia a partecipare nella scelta. L’autocura può essere agganciata a un approccio collaborativo nella scelta del DIV, paziente e familiari devono essere coinvolti nel processo di presa delle decisioni. Usate l’algoritmo interattivo per la valutazione e la scelta del DIV per considerare le variabili nella scelta del DIV. LA SCELTA DEL DISPOSITIVO LA SCELTA DEL DISPOSITIVO Storia del paziente Quando raccogliete l’anamnesi, considerate questi elementi per il vostro piano di assistenza: Età Diagnosi Anamnesi patologica recente Precedenti esperienze di terapia infusionale Accesso venoso periferico o centrale? Che tipo di DIV? Durata della terapia infusionale? Stile di vita Linguaggio/barriere culturali Allergie (al lattice, all’antisettico o alle medicazioni) Prognosi Supporti a domicilio ⁄ risorse Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma Valutazione clinica La valutazione delle condizioni fisiche è parte vitale dell’assistenza infermieristica, lo stato generale delle condizioni di salute va considerato in quanto influenzerà le decisioni che si prenderanno e la rivalutazione allorquando le condizioni cliniche del paziente cambiano. Ad esempio, un paziente con patologia cronica potrebbe aver bisogno di un piano di assistenza che preservi il patrimonio venoso, specie se l’accesso a lungo termine è richiesto. Lo stesso approccio può essere usato in pazienti acuti, evitando di commettere l’errore di esaurire tutte le vene periferiche prima di considerare un accesso venoso centrale. LA SCELTA DEL SITO DI ACCESSO DEL CVP LA SCELTA DEL SITO DI ACCESSO DEL CVP Evitare Scegliere Dott.sse Fiorentini - Palma catetere di calibre minore possibile in relazione alla terapia prescritta (INS, 2000) la vena di diametro e portata tali da garantire adeguata emodiluizione della terapia prescritta Dott.sse Fiorentini - Palma il LA SCELTA DEL CVP CARATTERISTICHE TECNICHE DI UN CVP Cateteri le articolazioni (es .fossa antecubitale - INS, 2000) la fossa antecubitale e le vene metacarpali se si infonde perifericamente un farmaco vescicante, a causa della difficoltà di individuare infiltrazione in queste aree di flessione (Oncology Nursing Society ONS, 2004) la parte volare del polso - rischio di danno del n. radiale, ulnare e/o mediano che sono situati a 5 cm. dal radio (Masoorli, 1998; Thrush, 1995) le vene degli arti inferiori per l’aumentato rischio di embolia, tromboflebite e infezione (CDC, 2002; INS, 2000) a breve permanenza Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma Tempo di permanenza previsto 3 – 4 giorni Uso continuo INDICAZIONI AL POSIZIONAMENTO DI UN CVP Uso VANTAGGI: INDICAZIONI AL POSIZIONAMENTO DI UN CVP venoso instabile e di breve durata limitata di vene Difficoltà o impossibilità di somministrazione di alcun farmaci Disponibilità Dott.sse Fiorentini - Palma Accesso dei costi dei rischi correlati alla presenza di un catetere venoso centrale Minori rischi di infezione Migliore tollerabilità da parte del paziente Possibilità di posizionamento da parte di tutti gli infermieri Assenza INDICAZIONI AL POSIZIONAMENTO DI UN CVP Dott.sse Fiorentini - Palma SVANTAGGI Riduzione Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma di farmaci ben tollerati da vene periferiche a basso flusso ematico Utilizzo per un tempo breve Presenza di un alto rischio al posizionamento di un catetere centrale Presenza di un valido patrimonio venoso periferico Collaborazione del paziente INDICAZIONI AL POSIZIONAMENTO DI UN CVP INFUSIONE FLEBOCLISI (SACCHE, FLACONI,ELASTOMERI) I FLACONI POSSONO ESSERE IN VETRO DA 100- 250 - 500 ml Soluzione FISIOLOGICASoluzione GLUCOSATA Soluzioni ELETTROLITICHE LE SACCHE PREPARATE IN SETTORI DEDICATI (DITTA FARMACEUTICA – SERVIZIO DI FARMACIA OSPEDALIERO) 1000 – 2000 – 3000 ml (NPT) LA SCELTA DELL’ACCESSO VENOSO LA SCELTA DELL’ACCESSO VENOSO Vene superficiali, facilmente palpabili e rintracciabili e sufficientemente sviluppate. Vene che non presentano sclerosi, ematomi e risultano doloranti Evitare di usare vene di un braccio edematoso. Scegliere il braccio non dominante. scelta della vena preferire la puntura dell’estremità distale della vena, riservando punti più prossimali per un’ulteriore terapia endovenosa. Preferire il posizionamento del catetere lontano da articolazioni mobili come il polso o il gomito. Scegliere il catetere del calibro minore possibile*, per ridurre il rischio di flebite. * in funzione del trattamento terapeutico a cui il paziente deve essere sottoposto. Dott.sse Fiorentini - Palma Nella Dott.sse Fiorentini - Palma La scelta della vena e la modalità di posizionamento di un agocannula possono condizionare il risultato della terapia endovenosa e favorire la prevenzione delle complicanze catetere-correlate. IL LAVAGGIO DELLE MANI LA SCELTA DELL’ACCESSO VENOSO 1. 4. 5. 6. Eseguire il lavaggio delle mani con un antisettico appropriato. 7. Uso dei guanti in lattice monouso non sterili. 8. Appendere il flacone o la sacca e sistemare l’estremità coperta del set di somministrazione in posizione facilmente raggiungibile. 9. Scegliere una vena dopo aver esaminato entrambe le braccia del paziente, palpando e visualizzando l’esatto percorso delle vene. Dott.sse Fiorentini - Palma 3. TECNICA DI POSIZIONAMENTO DEL CVP Dott.sse Fiorentini - Palma 2. Informare il malato prima di procedere alla incannulazione del vaso. Invitare la persona ad assumere una posizione idonea e confortevole per le sue condizioni cliniche. Non radere il punto destinato alla venipuntura: la rasatura può facilitare lo sviluppo di un’infezione attraverso la moltiplicazione di batteri nelle microabrasioni che si possono verificare. Zone molto pelose possono essere rasate con le forbici o con il rasoio elettrico. Ridurre la peluria dalla sede del CVP favorisce la gestione delle medicazioni. Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma TECNICA DI POSIZIONAMENTO DEL CVP TECNICA DI POSIZIONAMENTO DEL CVP TECNICA DI POSIZIONAMENTO DEL CVP 16. Collegare il set di infusione alla cannula, controllare che non ci sia perdita di liquido. 17. Aprire il morsetto sul deflussore e osservare il gocciolatore: il liquido dovrebbe refluire rapidamente senza intoppi e non dovrebbe esserci nessun gonfiore improvviso nella zona dell’infusione, dopodiché regolare la velocità necessaria del flusso. Dott.sse Fiorentini - Palma - Estrarre dolcemente il mandrino con una mano mentre con l’altra si esercita una pressione sulla cute al di sopra della punta del catetere per occludere la vena e impedire così la fuoriuscita di sangue. Il mandrino estratto deve essere gettato immediatamente nell’ago box. TECNICA DI POSIZIONAMENTO DEL CVP Dott.sse Fiorentini - Palma 15. Reperita la vena: Rimuovere la protezione dell’ago. Girare verso l’alto la punta smussa. Inserire l’ago e il catetere insieme come un tutt’uno nella pelle del paziente. Inserire il catetere per circa una metà e comunque finché non sia refluito il sangue. Sciogliere il laccio emostatico Estrarre il mandrino e far avanzare dolcemente il catetere di plastica nel lume della vena. 13. Se le vene non sono palpabili favorire la congestione con uno di questi modi: - Invitare il paziente ad aprire e chiudere il pugno ripetutamente. - Abbassare il braccio del paziente al di sotto del bordo del materasso per uno – due minuti circa. 14. Se la zona da pungere è stata toccata disinfettare una seconda volta. Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma 10. Scegliere il catetere il cui calibro dovrebbe essere la misura più piccola, per ridurre il rischio di flebite; questo si dovrà valutare in funzione del trattamento terapeutico a cui il paziente deve essere sottoposto. 11. Disinfettare la zona da pungere rispettando i tempi di azione a seconda dell’antisettico utilizzato. TECNICA DI POSIZIONAMENTO DEL CVP 12. Applicare il laccio emostatico. TECNICA DI POSIZIONAMENTO DEL CVP 18. Fissare la cannula con il cerotto: 19. Registrare nel diario infermieristico: la data di inserimento, il tipo di catetere usato, le difficoltà incontrate. Dott.sse Fiorentini - Palma a. porre un piccolo quadratino di garza sotto il cono del catetere per evitare il decubito; b. far passare una striscia di cerotto “steri-strip” lunga 4 – 6 cm intorno al catetere da sotto a sopra e attaccare alla cute del paziente, incrociando a cravatta le due estremità; c. applicare una seconda striscia di cerotto “steri-strip” in maniera trasversale rispetto al catetere; d. coprire il punto di inserzione con una medicazione, preferendo quella in poliuretano trasparente che permette la visione del punto di inserzione. CURA DEL CVP Dott.sse Fiorentini - Palma Sostituire il CVP ed eseguire una rotazione sulle diverse sedi venose ogni 72 -96 ore per ridurre il rischio di flebiti. (se è presente un buon patrimonio venoso) Se i siti di accesso venoso sono limitati e non sono presenti segni oggettivi di flebite, il catetere può essere lasciato per un periodo più lungo (monitorare attentamente il paziente ed il sito di inserzione). Rimuovere immediatamente il CVP quando il paziente presenta segni di flebite nel sito di inserimento (calore, gonfiore, eritema, cordone venoso palpabile). Sostituire entro 24 h il CVP inserito in situazioni di emergenza, quando è probabile che non siano state rispettate le tecniche asettiche. CURA DEL CVP Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma In presenza di accessi venosi limitati, è possibile mantenere in sede un CVP temporaneamente inutilizzato se previsto il suo impiego entro pochi giorni, mentre è suggerito rimuovere immediatamente il dispositivo in presenza di un buon patrimonio venoso. Non è necessario eparinare* il CVP quando non usato. CURA DEL CVP * Evidenze scientifiche hanno dimostrato che i cateteri venosi periferici, lavati con tecnica appropriata usando solo soluzione fisiologica rimangono pervi come quelli in cui viene impiegata l’eparina. SCELTA DELL’ANTISETTICO SCELTA DELL’ANTISETTICO Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma I CDC di Atlanta nelle linee guida emanate nel 2002 descrivono come antisettici appropriati per la gestione degli accessi venosi soluzioni di Clorexina al 2%, Iodoforo al 10%, Tintura di iodio e Alcool 70° Nella pratica clinica la scelta può essere orientata verso due prodotti facilmente reperibili in Italia: Povidone – Iodio 10% Clorexidina 2% in alcol etilico (per chi manifesta allergie allo iodio). LA MEDICAZIONE DEL SITO DEL CVP Studi controllati* hanno dimostrato che la colonizzazione batterica dei CV medicati con medicazioni trasparenti è comparabile a quella delle medicazioni in garza e cerotto. Dott.sse Fiorentini - Palma In letteratura non sono descritte differenze sostanziali di infezioni del CVP legate alla scelta del tipo di medicazione. Dott.sse Fiorentini - Palma LA MEDICAZIONE DEL SITO DEL CVP *(Maki e al. – JAMA 1987, 258:2396-2403), LA MEDICAZIONE DEL SITO DEL CVP LA MEDICAZIONE DEL SITO DEL CVP Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma LA MEDICAZIONE DEL SITO DEL CVP LA MEDICAZIONE DEL SITO DEL CVP Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma LA MEDICAZIONE DEL SITO DEL CVP LA MEDICAZIONE DEL SITO DEL CVP Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma LA MEDICAZIONE DEL SITO DEL CVP LA MEDICAZIONE DEL SITO DEL CVP Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma LA MEDICAZIONE DEL SITO DEL CVP LA MEDICAZIONE DEL SITO DEL CVP Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma LA MEDICAZIONE DEL SITO DEL CVP ISPEZIONE DELLA MEDICAZIONE MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA Dott.sse Fiorentini - Palma intermittente, a ciclo breve per piccoli volumi continua per infusione di grandi volumi In bolo Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma ISPEZIONE DELLA MEDICAZIONE Per prevenire le infezioni da catetere venoso il CDC di Atlanta suggerisce l’ispezione quotidiana del sito di inserzione del catetere (raccom. Livello 1) MODALITA’ INTERMITTENTE si utilizza per l’infusione di farmaci, non somministrabili in bolo, a paziente che necessitano di volumi ridotti o per la somministrazione di farmaci(es.antibiotici) stabili in soluzioni per tempi limitati. Il flacone contenente il farmaco diluito viene connesso direttamente al dispositivo per infusione. Alcuni farmaci, in particolare gli antibiotici, sono forniti in confezioni già predisposte per l’infusione in piccoli volumi. Inoltre riduce il rischio di infusione rapida della dose perché i liquidi sono infusi in un tempo di circa 30-60 minuti BOLO ENDOVENA Prevede l’introduzione di una dose concentrata di farmaco direttamente nella circolazione sistemica. Il bolo endovena o push, è una modalità di somministrazione potenzialmente pericolosa perché nel caso di errore il tempo e le possibilità di intervento sono ridotte, inoltre il bolo può provocare un’irritazione diretta alla parete interna dei vasi sanguigni INFUSIONE CONTINUA E’ il metodo più comune per la somministrazione di fluidi e farmaci in infusione. I farmaci vengono diluiti in grandi volumi, 500, 1000 ml di soluzione salina isotonica o soluzione glucosata al 5% Il rischio principale è rappresentato dal sovraccarico di volume BOLO ENDOVENA Prevede l’introduzione di una dose concentrata di farmaco direttamente nella circolazione sistemica. Il bolo endovena o push, è una modalità di somministrazione potenzialmente pericolosa perché nel caso di errore il tempo e le possibilità di intervento sono ridotte, inoltre il bolo può provocare un’irritazione diretta alla parete interna dei vasi sanguigni Per la somministrazione in bolo oltre all’osservazione delle 7 G si applicano altre 3 G: Giusta diluizione Giusta velocità Giusto monitoraggio La velocità d’infusione sarà definita sulla base dei seguenti criteri: Tipologia e calibro dell’accesso venoso presente (centrale o periferico) Quantità e tipologia di farmaco da somministrare Dalle condizioni del paziente Per la somministrazione in bolo si utilizza un deflussore a doppia via con porta di accesso a Y; la manovra prevede la chiusura del deflussore nel punto più adiacente alla via di accesso; questa manovra ha lo scopo di permettere al farmaco di raggiungere il circolo ematico anziché refluire nel deflussore RIMUOVERE IL DISPOSITIVO DI ACCESSO VASCOLARE PERIFERICO RIMUOVERE IL DISPOSITIVO DI ACCESSO VASCOLARE PERIFERICO MATERIALE: Guanti monouso Garze sterili cerotto ACCERTAMENTO Controllare nella zona di introduzione endovenosa segni e sintomi di infezione, infiltrazione e flebite Rivedere la prescrizione medica circa l’arresto della terapia endovebosa Stabilire se il paziente ha compreso la necessità di sospendere l’accesso venoso periferico RIMUOVERE IL DISPOSITIVO DI ACCESSO VASCOLARE PERIFERICO PIANIFICAZIONE I risultati attesi dopo il completamento della procedura sono: L’infusione endovenosa sarà rimossa con un trauma minimo per l’assistito La zona di inserimento endovenoso resterà senza infezioni RIMUOVERE IL DISPOSITIVO DI ACCESSO VASCOLARE PERIFERICO INTERVENTO: Spiegare la procedura all’assistito Lavare le mani. Indossare guanti monouso Chiudere il morsetto della via infusionale Togliere la medicazione della zona di ingresso della cannula RIMUOVERE IL DISPOSITIVO DI ACCESSO VASCOLARE PERIFERICO Posizionare una garza sterile sopra la zona della puntura venosa e togliere il catetere o l’ago estraendoli dalla zona di introduzione con un movimento lento e costante. Controllare se dopo la rimozione il catetere è intatto Esercitare una pressione sulla zona per 2 o 3 minuti RIMUOVERE IL DISPOSITIVO DI ACCESSO VASCOLARE PERIFERICO RIMUOVERE IL DISPOSITIVO DI ACCESSO VASCOLARE PERIFERICO VALUTAZIONE: Osservare se la zona sanguina Controllare se la zona presenta arrossamento, dolore, secrezioni, gonfiore Registrare e firmare l’ora di arresto dell’infusione periferica. Includere le informazioni relative alla valutazione della zona Fissare la garza con un cerotto o se l’assistito è collaborante chiedere di fare una pressione nel punto in cui era stata introdotta la cannula Smaltire il materiale usato ed eseguire il lavaggio sociale delle mani N.B. se l’assistito è stato trattato con anticoagulanti o se ha una bassa conta piastrinica , applicare una pressione costante per 5’ e valutare il sanguinamento SOSTITUIRE LE SOLUZIONI ENDOVENOSE ACCERTAMENTO 1. controllare la prescrizione medica Stabilire la compatibilità di tutti i liquidi endovenosi e farmaci Valutare la pervietà della zona endovenosa che si sta utilizzando 2. 3. SOSTITUIRE LE SOLUZIONI ENDOVENOSE PIANIFICAZIONE 1.I risultati attesi dopo il completamento della procedura sono: di liquido è corretta La linea endovenosa resta pervia I liquidi e gli elettroliti dell’assistito ritornano nella norma L’infusione SOSTITUIRE LE SOLUZIONI ENDOVENOSE INTERVENTO 1. 2. 3. 4. 5. Eseguire il lavaggio delle mani Preparare la nuova soluzione, togliere la copertura di protezione del flacone Chiudere il morsetto per arrestare il flusso Togliere il vecchio flacone di soluzione dall’asta Togliere rapidamente il puntale dal vecchio flacone e, senza toccarne la punta, inserirlo nel nuovo flacone. Se il puntale si è contaminato, è necessario un nuovo set per l’infusione SOSTITUIRE LE SOLUZIONI ENDOVENOSE 2.Preparare la successiva sec. Prescrizione medica la soluzione deve essere etichettata con inizio dell’infusione e data 3. Prepararsi a cambiare la soluzione quando resta liquido solo nel collo del flacone o della sacca 4. Identificare l’assistito e spiegare la procedura SOSTITUIRE LE SOLUZIONI ENDOVENOSE 6. Appendere il nuovo flacone e controllare che non ci sia aria nel tubo 7. Verificare che la camera di gocciolamento sia piena per circa una metà. Se è troppo piena, chiudere il tubo sotto la camera, invertire il contenitore e schiacciare la camera, appendere il flacone e lasciare libero il tubo 8. Regolare il flusso alla velocità prescritta 9. Registrare e firmare la quantità e il tipo di liquido infuso. SOSTITUIRE LE SOLUZIONI ENDOVENOSE VALUTAZIONE 1. 2. controllare i segni di disidratazione o ipridratazione nell’assistito per stabilire la risposta alla terapia con liquidi endovenosi Controllare la correttezza dell’infusione endovenosa SOSTITUZIONE DELLE LINEE INFUSIONALI Se non vi sono complicanze i set di infusione vanno sostituiti ogni 72 ore Linee infusionali utilizzate per la somministrazione di sangue o emoderivati ogni 12 ore Per le soluzioni lipidiche ogni 24 ore per ridurre il rischio infettivo e ancora LAVAGGIO DEL CATETERE VENOSO Limitare il numero di rubinetti, riducendo il rischio di infezione Educare la persona assistita affinchè il sistema infusionale non venga a contatto con superfici sporche Il paziente informato è il miglior controllore di se stesso e delle azioni che altri compiono su di lui Si possono utilizzare la soluzione fisiologica 0,9% oppure la soluzione fisiologica con aggiunta di eparine (soluzione eparinata) Scopi: Garantire la pervietà e prevenire l’occlusione Ridurre la formazione di trombi Ridurre la colonizzazione e le infezioni correlate alla presenza del catetere venoso LAVAGGIO DEL CATETERE VENOSO Il lavaggio del catetere si esegue in corso di terapia intermittente fra una somministrazione e l’altra e prima e dopo la somministrazione di farmaci È indicato eseguire lavaggi con 3-5 ml di soluzione fisiologica 0,9% Fattori che influenzano la stabilità della soluzione: Concentrazione del farmaco Sequenza di miscelazione e tempo di contatto Fattori fisici come: temperatura, luce, ph della soluzione Materiale di costituzione delle linee infusionali (PVC) COMPATIBILITA’ TRA FARMACI E SOLUZIONI PER LA TERAPIA INFUSIONALE Associando due farmaci chimicamente incompatibili si rischia la loro inattivazione con la compromissione degli obiettivi terapeutici o la comparsa di reazioni avverse Molti farmaci sono diluibili solo in soluzione fisiologica o in soluzione glucosata Es. il fungizone, un antimicotico ad azione sistemica è diluibile solo in sol . Glucosata e non è compatibile con la soluzione fisiologica; Il Tienam è compatibile sia con fisiologica che con glucosata ma incompatibile con ringer lattato Strategie di prevenzione delle incompatibilità IMPOSTARE UNO SCHEMA TERAPEUTICO SU PRESCRIZIONE INFUSIONALE Quando l’infermiere programma la distribuzione della terapia infusionale nelle 24 ore considera i seguenti criteri: Prescrizione farmacologica rispetto ai tempi, velocità d’infusione e dosaggi, presenza di farmaci ad orario come gli antibiotici Azione terapeutica del farmaco aggiunto alla soluzione, posologia, osmolarità e pH delle soluzioni Soluzioni nutrizionali in parallelo o nutrizione parenterale periferica Effetti attesi e possibili effetti avversi Volume totale da infondere nelle 24 ore Distribuzione della terapia infusionale nelle 24 ore o 12 ore di fronte a terapie “nuove” verificare la possibilità di interazione (prontuario farmacologico, scheda tecnica dei farmaci) Individuare le classi di farmaci “ a maggior rischio” di interazione più utilizzate in un dato contesto operativo Standardizzare le soluzioni e diluizioni sulla base delle evidenze Verificare le compatibilità dei farmaci con i materiali dei set d’infusione Verificare la fotosensibilità dei farmaci ed utilizzare set di infusione schermati Evitare l’associazione di farmaci a pH acido ed alcalino PREVENZIONE DELLE COMPLICANZE: IL CONTROLLO DELLE INFEZIONI Le misure standard e le precauzioni aggiuntive permettono di contenere i patogeni e di prevenire la contaminazione. Misure standard - aiutano a contenere le infezioni e a mantenere un ambiente libero da contaminazioni. Tali tecniche includono: il lavaggio delle mani*, la valutazione dei fattori di rischio del paziente, lo screening l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI) per la riduzione del rischio. Informare i pazienti delle pratiche igieniche di base. * È il fattore di prevenzione più importante contro la diffusione dei microrganismi. Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma Controllo delle infezioni INFILTRAZIONE STRAVASO FLEBITE TROMBOFLEBITE OSTRUZIONI Dott.sse Fiorentini - Palma COMPLICANZE LOCALI GESTIRE LE COMPLICANZE COMPLICANZE LOCALI COMPLICANZE LOCALI INFILTRAZIONE e STRAVASO Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma Si verificano quando a livello del sito della puntura i fluidi somministrati per via endovenosa involontariamente fuoriescono dal sito vascolare e penetrano negli spazi circostanti Il danno è più o meno grave a seconda del tipo di farmaco: VESCICANTE IRRITANTE NON VESCICANTE / NON IRRITANTE ☺ COMPLICANZE LOCALI COMPLICANZE LOCALI INFILTRAZIONE e STRAVASO INFILTRAZIONE e STRAVASO L’infiltrazione si manifesta con: gonfiore causato dall’aumento dei liquidi nei tessuti pallore e cute fredda per la riduzione della circolazione adiacente al sito di inserzione del catetere una generica sensazione di fastidio riferita dal paziente causata in genere dall’edema potrebbe ridursi la velocità d’infusione della fleboclisi o interrompersi completamente È responsabilità dell’infermiere riconoscere prontamente l’infiltrazione! Dott.sse Fiorentini - Palma Lo stravaso di farmaci vescicanti può comportare necrosi e distruzione tissutale con necessità di vari interventi di plastica ricostruttiva e perdita / limitazione funzionale Dott.sse Fiorentini - Palma L’infiltrazione si distingue dallo stravaso per le caratteristiche della soluzione fuoriuscita nei tessuti (soluzioni vescicanti, contenenti agenti in grado di produrre necrosi tessutale) come farmaci antineoplastici, soluzioni contenenti potassio cloruro Lo stravaso è un rischio che necessita di essere prevenuto con la scelta idonea della via d’infusione, centrale anziché periferica COMPLICANZE LOCALI COMPLICANZE LOCALI INFILTRAZIONE – SCALA DI VALUTAZIONE COMPLICANZE LOCALI INFILTRAZIONE e STRAVASO INFILTRAZIONE e STRAVASO Strategie preventive programmare una sorveglianza ad intervalli regolari in corso in corso di terapia infusionale nei pazienti a rischio ☯ nelle situazioni di rischio preferire una medicazione trasparente anziché garzata ☯ non è indicato l’utilizzo di pompe infusionali ☯ se devono essere somministrati più farmaci in sequenza e considerando lo schema terapeutico, somministrare prima quelli ad azione vescicante, in quanto l’integrità della vena diminuisce nel tempo ☯ Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma Secondo l’European Oncology Nursing Society (2007) i pazienti a rischio di infiltrazione e stravaso sono: bambini e anziani in stato confusionale, con difficoltà comunicative o in stato di sedazione con vene di piccolo calibro o fragili sottoposti a cannulazioni multiple Un modo affidabile per avere la conferma di infiltrazione è quello di applicare un laccio emostatico al di sopra o vicino al sito di iniezione e stringerlo abbastanza per bloccare il flusso venoso. Se l’infusione continua a scendere nonostante l’ostruzione della vena, significa che si è verificata l’infiltrazione Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma COMPLICANZE LOCALI INFILTRAZIONE e STRAVASO COMPLICANZE LOCALI COMPLICANZE LOCALI INFILTRAZIONE trattamento STRAVASO trattamento interrompere immediatamente l’infusione ai primi sintomi non rimuovere subito il cvp in quanto potrebbe essere utile per tentare di aspirare il farmaco fuoriuscito o per applicare localmente le sostanze antidoto applicare localmente antidoti specifici in base al farmaco in causa, iniettandoli attraverso la cannula o somministrandoli per via sottocutanea marcare la zona interessata per valutarne l’evoluzione applicare impacchi caldi o freddi in base alle caratteristiche del farmaco sollevare l’arto e mantenendolo a riposo per almeno 48 ore GESTIRE LE COMPLICANZE COMPLICANZE LOCALI Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma Interrompere l’infusione e rimuovere la cannula Osservare l’entità dell’infiltrazione Reperire un nuovo accesso in un altro se la terapia è ancora necessaria Sollevare l’arto, per favorire il ritorno venoso e ridurre il dolore COMPLICANZE LOCALI EMATOMA Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma Si verifica un ematoma quando il sangue si spande nei tessuti circostanti al sito di inserzione dell’EV. L’ematoma si può verificare per: perforazione della parete del vaso mancata rimozione del laccio emostatico ripetute punture sulla stessa vena pressione insufficiente sul sito di venipuntura alla rimozione della cannula COMPLICANZE LOCALI COMPLICANZE LOCALI EMATOMA COMPLICANZE LOCALI FLEBITE – SCALA DI VALUTAZIONE EMATOMA Un ematoma può essere prevenuto attraverso: una tecnica corretta di inserimento della cannula togliere il laccio emostatico fare particolare attenzione nelle persone che presentano anomalie della coagulazione o assumono farmaci anticoagulanti eseguire una adeguata pressione dopo la rimozione della cannula Dott.sse Fiorentini - Palma I trattamenti: rimozione dell’ago applicazione di una pressione attraverso una garza sterile applicare subito del ghiaccio per 24 ore poi una compressa calda per aumentare l’assorbimento del sangue su prescrizione iniziare nuovamente l’infusione in un altro arto Dott.sse Fiorentini - Palma I segni di ematoma includono: ecchimosi immediato gonfiore del sito perdita di sangue dal sito e dolenzia COMPLICANZE LOCALI FLEBITE Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma Si definisce flebite l’infiammazione di una vena. Essa è caratterizzata da: dolore lungo la vena eritema: linea rossa al di sopra del punto dell’infusione edema del punto di inserzione velocità di flusso rallentata l’area risulta calda al tatto COMPLICANZE LOCALI FLEBITE intervento interrompere l’infusione e togliere la cannula dopo aver reperito altra sede di incannulazione applicare compresse calde informare il medico e su sua prescrizione, riprendere l’infusione in un’altra sede non irrigare la vena: potrebbe esserci un coagulo all’estremità della cannula che potrebbe passare nella circolazione sanguigna registrare le circostanze dell’evento COMPLICANZE LOCALI FLEBITE Le flebite possono essere: COMPLICANZE LOCALI FLEBITE MECCANICA FLEBITE SETTICA FLEBITE CHIMICA Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma COMPLICANZE LOCALI FLEBITE FLEBITE Le flebite possono essere: L’assistito sentirà dolore vicino alla cannula e lungo il corso della vena interessata che sarà calda, tumefatta e indurita FLEBITE MECCANICA - PER PREVENIRE: usare una cannula di una appropriata misura e fissarla alla cute cambiare la cannula ogni 48/72 ore eseguire le manipolazioni lontano dal sito (usare per esempio delle prolunghe) Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma FLEBITE MECCANICA La cannula si muove ed irrita la parete venosa La cannula è in sede da troppo tempo Frequenti manipolazioni vicino al sito COMPLICANZE LOCALI • • • • COMPLICANZE LOCALI FLEBITE Efficace lavaggio delle mani Uso di tecniche asettiche Limitare le manipolazioni • • • • FLEBITE FLEBITE CHIMICA composizione della soluzione infusa somministrazione di sostanze irritanti per il vaso durata dell’infusione presenza di precipitati Dott.sse Fiorentini - Palma FLEBITE SETTICA - PER PREVENIRE: Non accurato lavaggio delle mani Uso di tecniche non asettiche Eccessive manipolazioni La contaminazione durante il posizionamento della cannula può favorire l’ingresso di batteri e l’infiammazione della vena fino alla suppurazione COMPLICANZE LOCALI Dott.sse Fiorentini - Palma FLEBITE SETTICA Dott.sse Fiorentini - Palma FLEBITE GESTIRE LE COMPLICANZE COMPLICANZE LOCALI COMPLICANZE LOCALI diluire le soluzioni opportunamente usare una cannula con un calibro più piccolo per consentire una maggiore emodiluizione usare la via centrale per evitare la somministrazione di precipitati usare un filtro COMPLICANZE LOCALI COMPLICANZE LOCALI TROMBOFLEBITE dolore localizzato arrossamento calore e gonfiore intorno al sito di inserzione o lungo il percorso della vena flusso rallentato febbre e leucocitosi malessere TROMBOFLEBITE trattamento • interruzione dell’infusione • applicazione prima di una compressa fredda per diminuire il flusso di sangue poi calda • elevazione dell’arto compromesso Ripristinare una linea infusionale in un altro sito • trattare la tromboflebite secondo prescrizione medica • le tromboflebiti possono essere prevenute evitando traumi alla vena nel momento in cui si inserisce l’EV Dott.sse Fiorentini - Palma Essa è caratterizzata da: Dott.sse Fiorentini - Palma Per tromboflebite s’intende s’intende la presenza in vena di un coagulo e di un’infiammazione. Dott.sse Fiorentini - Palma FLEBITE CHIMICA - PER PREVENIRE: Dott.sse Fiorentini - Palma FLEBITE COMPLICANZE LOCALI COMPLICANZE LOCALI COAGULI E OSTRUZIONI Occlusione del catetere Nella linea EV possono formarsi dei coaguli a causa di: legati al paziente, alla funzione del DIV, alle sostanze infuse (pH, sostanze vescicanti) alla malattia. una strozzatura del deflussore una velocità di infusione molto lenta una sacca vuota mancato lavaggio della linea EV dopo la somministrazione di farmaci intermittenti o somministrazione di soluzioni Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma È una complicanza frequente - circa il 60% delle occlusioni è causato da trombosi (Haire & Herbst, 2000). Diversi sono i fattori che contribuiscono a aumentare il rischio di trombosi e l’occlusione del DIV. COAGULI E OSTRUZIONI COMPLICANZE LOCALI COMPLICANZE LOCALI COAGULI E OSTRUZIONI COAGULI E OSTRUZIONI NON PROVARE A DISOSTRUIRE POICHE’ QUESTA MANOVRA PROTEBBE CAUSARE UN EMBOLO Dott.sse Fiorentini - Palma Trattamento: - l’infusione deve essere interrotta e iniziata in un nuovo sito con un nuovo set di somministrazione e una nuova cannula. Dott.sse Fiorentini - Palma I segni sono: - Diminuzione della velocità di flusso - Reflusso di sangue nel deflussore GESTIRE LE COMPLICANZE COMPLICANZE LOCALI COMPLICANZE LOCALI COAGULI E OSTRUZIONI PER PREVENIRE COMPLICANZE LOCALI COAGULI E OSTRUZIONI Tipo di soluzione: Dipende dai protocolli interni. Le soluzioni di lavaggio sono normalmente sol. fisiologica 0,9%. Fate attenzione a che le sostanze infuse non siano incompatibili tra loro. La farmacia può essere di aiuto e dare informazioni e direttive. Le soluzioni per la chiusura possono essere fisiologica o soluzioni di eparina. Controllare le procedure prima di procedere. Concentrazione delle soluzioni: in particolare per l’uso di eparina: si suggerisce di utilizzare la minima concentrazione terapeutica (10 IU/ml). Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma Considerate i 4 elementi del lavaggio/chiusura: Tipo di soluzione Concentrazione delle soluzioni Volume delle soluzioni Frequenza della somministrazione COAGULI E OSTRUZIONI PER PREVENIRE – il lavaggio del CVP PER PREVENIRE – il lavaggio del CVP • Lavaggio e chiusura sono elementi basati su standard della pratica e dei principi delle evidenze scientifiche e della ricerca, e possono variare da organizzazione a organizzazione. - non permettendo alla sacca o flacone di soluzione EV di svuotarsi completamente - fissando il tubo per prevenire strozzature e conservare la pervietà - mantenendo un’adeguata velocità di flusso - lavando la linea dopo la somministrazione intermittente Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma COMPLICANZE LOCALI La formazione di coaguli può essere prevenuta: COMPLICANZE LOCALI COMPLICANZE LOCALI COAGULI E OSTRUZIONI PER PREVENIRE – il lavaggio del CVP PER PREVENIRE – il lavaggio del CVP COMPLICANZE LOCALI Occlusioni non trombotiche difficoltà nell’infusione o nel prelievo dal DIV (es. si sente una resistenza) farmaci che precipitano Occlusioni trombotiche coaguli visibili nella porzione esterna del catetere Alcuni pazienti che necessitano di maggiori concentrazioni di eparina per la chiusura di DIV ( es. CVC per emodialisi) possono andare incontro a complicanze. Gli infermieri dovrebbero considerare di aspirare l’eparina precedentemente somministrata per chiudere il DIV allo scopo di ridurre la quantità di eparina che il paziente riceve. Dott.sse Fiorentini - Palma Occlusioni meccaniche malposizionamento del catetere o del deflussore clamp chiuse pompe infusionale malfunzionanti (l’allarme suona frequentementre) Dott.sse Fiorentini - Palma RICORDATEVI DI EPARINIZZARE IL DIV E NON IL PAZIENTE. GESTIRE LE COMPLICANZE COMPLICANZE SISTEMICHE COAGULI E OSTRUZIONI Segni e sintomi di occlusione: spesso assenti, quando si manifestano l’occlusione è già estesa SEGNI DI ALLARME: Una parola sull’eparina Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma Volume delle soluzioni: lavaggio: utilizzare volume sufficienti per pulire il lume interno del DIV, considerate in media circa 3-5 ml per i CVP e 10-20 ml per i CVC chiusura: il volume dovrebbe essere due volte la capacità del lume più la capacità dei dispositivi aggiunti, ad esempio le prolunghe (fate riferimento alle indicazioni del produttore). Frequenza della somministrazione: è determinata dalla frequenza dell’utilizzo del DIV. In generale, effettuare la procedura: • dopo prelievo ematico; • quando si passa dalla terapia continua a quella intermittente; • prima e dopo la somministrazione di farmaci; • prima e dopo la somministrazione di sangue e derivati; • prima e dopo la terapia intermittente ; e • per il mantenimento di un DIV non in uso. COAGULI E OSTRUZIONI COMPLICANZE SISTEMICHE SETTICEMIA NEVRITE EMBOLIA GASSOSA EMBOLIA MECCANICA SOVRACCARICO DI CIRCOLO COMPLICANZE METABOLICHE SQUILIBRI IDROELETTROLITICI COMPLICANZE SISTEMICHE COMPLICANZE SISTEMICHE NEVRITE EMBOLIA GASSOSA: ☯ è associata maggiormente a incannulazione delle vene centrali. La presenza di embolia si può manifestare con: Dispnea, cianosi Ipotensione, tachicardia Perdita di coscienza Dolore toracico irradiato alla spalla e alla zona lombare Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma il danno può essere causato dalla puntura del nervo durante l’incannulamento venoso oppure dalla compressione in seguito a infiltrazione o ematoma. Sintomatologia dolorosa. INTERVENTI: sospendere l’infusione se la sintomatologia dolorosa persiste; cambiare arto per un nuovo incannulamento può essere causata dalla somministrazione di soluzioni contaminate – sepsi generalizzata. Sintomi specifici: brividi, leucocitosi, febbre superiore a 38°, sudorazione algida, glicosuria, stato confusionale shock Interventi: rimuovere la cannula e fare una coltura, anche della soluzione infusa Inserire una nuova cannula Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma COMPLICANZE SISTEMICHE SETTICEMIA COMPLICANZE SISTEMICHE COMPLICANZE SISTEMICHE EMBOLIA GASSOSA: TRATTAMENTO COMPLICANZE SISTEMICHE SOVRACCARICO CIRCOLATORIO: Un sovraccarico del sistema circolatorio, per un eccesso di liquidi infusi causa: aumento della pressione arteriosa e della pressione venosa centrale crepitii all’auscultazione dei polmoni Edema Dispnea e respirazione superficiale tachipnea Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma TRATTAMENTO DI EMERGENZA L’embolia gassosa può essere prevenuta: utilizzare adattatori Luer-Lock in tutte le linee infusionali Riempire completamente i tubi di soluzione Utilizzare pompe infusionali con allarme che segnala la presenza di aria Complicanze dell’embolia gassosa includono lo shock e la morte COMPLICANZE SISTEMICHE EMBOLIA MECCANICA: Provocata da sostanze solide che vengono trasportate nel circolo venoso. Può essere a: distacco di un trombo dall’endotelio o che ostruiva la cannula, di precipitati formati per incompatibilità di soluzioni Frammento di catetere che sistacca EMBOLIA GASSOSA: PREVENZIONE Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma Clampaggio immediato della cannula Porre l’assistito in posizione Trendelemburg sul fianco sinistro ( questa posizione mantiene l’embolo sul lato dx del cuore e l’arteria polmonare può assorbire bolle di aria) Monitorare i parametri vitali e i rumori respiratori Somministrare ossigeno Avvisare immediatamente il medico COMPLICANZE SISTEMICHE COMPLICANZE SISTEMICHE SOVRACCARICO CIRCOLATORIO: COMPLICANZE SISTEMICHE COMPLICANZE METABOLICHE SQUILIBRI ELETTROLITICI Il trattamento del sovraccarico circolatorio comprende: Diminuzione della velocità d’infusione dell’EV Frequente monitoraggio dei parametri vitali Posizionamento dell’assistito in posizione di Fowler alta Avvisare immediatamente il medico COMPLICANZE PRECOCI RELATIVE ALLA CANNULA E ALLA VENIPUNTURA INFILTRAZIONE STRAVASO FLEBITE TROMBOFLEBITE OSTRUZIONI Dott.sse Fiorentini - Palma SHOCK ANAFILATTICO È la reazione alla somministrazione di una proteina estranea all’organismo TRATTAMENTO DI EMERGENZA Dott.sse Fiorentini - Palma DOVUTE AL TIPO DI SOLUZIONE SOMMINISTRATA SOVRACCARICO CIRCOLATORIO: TRATTAMENTO Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma Questa complicanza può essere evitata utilizzando una pompa di infusione e monitorando attentamente la velocità di infusione Le complicanze del sovraccarico circolatorio includono lo scompenso cardiaco e l’edema polmonare COMPLICANZE SISTEMICHE COMPLICANZE SISTEMICHE ECCESSIVO DOLORE: SCARSO PATRIMONIO VENOSO: venipunture ripetute Flebiti, fragilità venosa Terapia anticoagulante TRATTAMENTO: Usare una cannula più piccola e tecniche per la vasodilatazione Pungere solo se si è sicuri di riuscire Chiedere l’aiuto di colleghi più esperti Dott.sse Fiorentini - Palma TRATTAMENTO: aiutare psicologicamente il malato Usare tecniche per la vasodilatazione Cambiare sito e usare una cannula più piccola Dott.sse Fiorentini - Palma ansia, paura, bassa tolleranza al dolore; Uso frequente della stessa vena; Stimolazione di un nervo COMPLICANZE SISTEMICHE BLOCCO DEL REFLUSSO EMATICO: Dott.sse Fiorentini - Palma GESTIRE LE VIE INFUSIONALI Dott.sse Fiorentini - Palma TRATTAMENTO: Eseguendo con attenzione le manovre tirare indietro l’ago e preseguire Dott.sse Fiorentini - Palma L’ago è uscito dalla vena mentre lo ritiravamo o avanzavamo La vena è collassata Siamo in prossimità di una valvola Ipotensione venosa GESTIRE LE VIE INFUSIONALI GESTIRE LE VIE INFUSIONALI "La regola delle 72 ore“ I sistemi endovenosi : set di infusione e dispositivi elettronici Eccezioni alla regola delle 72 ore sono rappresentate dai lipidi (ogni 12 ore), dal sangue e dagli emocomponenti. Verificare il sistema di infusione prima di procedere alla somministrazione e assicurarsi che tutte le componenti siano integre. L’integrità dei punti di accesso per le iniezioni deve essere confermata prima e subito dopo ogni singolo utilizzo. set di infusione vanno dallo spike (la parte che perfora il gommino delle fleboclisi) al raccordo che si connette al DIV includono tutti i set di somministrazione – sia principali che secondari – di terapia infusiva GESTIRE LE VIE INFUSIONALI gli infermieri dovrebbero disinfettare le superfici esterne dei punti di connessione quando devono creare o interrompere un raccordo per prevenire la migrazione di microrganismi evitare l’uso di cerotti per rendere sicuri i raccordi, in quanto facilitano la migrazione di microrganismi Dott.sse Fiorentini - Palma Le evidenze nella letteratura raccomandano di sostituire il set di infusione e tutti i dispositivi aggiuntivi eventualmente presenti ogni 72 ore, o almeno alla sostituzione di ciascun set di somministrazione o sostituzione di un catetere venoso periferico, o se l’integrità del set di infusione è compromesso. Dott.sse Fiorentini - Palma GESTIRE LA VIA INFUSIONALE I sistemi endovenosi : set di infusione e dispositivi elettronici non alleggeriscono la responsabilità infermieristica relativamente alla sorveglianza delle infusioni in relazione alla velocità prescritta gli infermieri devono conoscere i dispositivi elettronici di infusione, compresi gli allarmi e cosa fare in caso di attivazione di questi ultimi gli infermieri devono seguire le indicazioni relative alla cura e alla manutenzione dei dispositivi elettronici di infusione Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma dispositivi elettroni di infusione sono utilizzabili per la somministrazione di infusioni GESTIRE LA VIA INFUSIONALE GESTIRE LA VIA INFUSIONALE Dott.sse Fiorentini - Palma Dott.sse Fiorentini - Palma SOSTITUZIONE DELLA VIA INFUSIONALE Dott.sse Fiorentini - Palma