Parola Ottobre 15.indd - Alleanza di Misericordia
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Parola del mese Ottobre 15 «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia». (Mt 5,7) È iniziato il conto alla rovescia, ci avviciniamo al giorno 8 dicembre, quando Papa Francesco proclamerà l’inizio dell’ “Anno Santo” Straordinario della Misericordia. Ringraziamo Dio per questo nostro pastore, Papa Francesco, che continua nel suo pontificato invitando l’umanità ad aprirsi alla misericordia del Padre del cielo. Basta guardare brevemente sui giornali o su internet per rendersi conto di quanto in questo momento abbiamo bisogno di chiedere intensamente a Dio che abbia pietà dei suoi figli che si sono allontanati dal Suo amore per cercare i propri interessi. Percepiamo che quando non ci accostiamo all’altro con un atteggiamento di misericordia prevale sempre la disputa, il combattimento, finiamo col pensare che l’altro vuole ucciderci in qualche modo: fisicamente, psicologicamente o anche spiritualmente. Pertanto, dobbiamo abbandonarci nelle braccia del Padre per sperimentare ciò che il Papa scrive nella sua Bolla, Misericordiae Vultus: “Nella misericordia abbiamo la prova di come Dio ama. Egli dà tutto se stesso, per sempre, gratuitamente, e senza nulla chiedere in cambio.” Chiaramente è una grazia, un dono gratuito del Padre. È importante sottolineare che Dio dona in abbondanza se anche noi facciamo la nostra parte. La Chiesa, da secoli, ci ha dato alcune linee molto semplici e concrete per imparare ad esercitare la misericordia con noi e con gli altri. Ha fatto questo osservando l’agire di Gesù, decodificandolo e dandogli il nome di “Opere di Misericordia Spirituale e Corporale”. Sono forme semplici, ma concrete, che ci aiutano a camminare giorno dopo giorno, desiderando di raggiungere la santità e avvicinandoci all’amore del “Padre della Misericordia” (cfr 2 Cor 1,3). Il Catechismo della nostra Chiesa elenca così le Opere di Misericordia Corporale: 1 2 3 4 5 6 7 - Dar da mangiare agli affamati. (Lc 9,10-17) Dar da bere agli assetati. (Mt 10,42) Vestire gli ignudi. (Luca 3,11-13) Alloggiare i pellegrini. (Lc 2, 10-17) Visitare gli infermi. (Gv 4, 45-47) Visitare i carcerati. (Mt 25,36) Seppellire i morti. (Tb 1- 17) «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia». (Mt 5,7) Non dobbiamo mai dimenticare che la vita cristiana non è un’ideologia, ma è vita, è diventare come Gesù, essere Gesù. Perciò abbiamo bisogno di realizzare opere concrete per agire e pensare come Gesù. La persona umana è ciò che lei pensa di essere. Dopo aver fatto una scelta che nasce dalla volontà e dall’intelligenza, fa poi la scelta di essere ciò che ha pensato, agisce così di conseguenza. Ad esempio, se scelgo di essere onnipotente, rivelo che sto pensando sempre al potere. Se scelgo di essere ricco, cerco di guadagnare. Se scelgo la lussuria e la bellezza umana, cerco il piacere. Ma se provo a pensare come Gesù, vivo Gesù! Sono il risultato delle mie scelte. Le “Opere di Misericordia” sono una piccola via che ha il potere di farmi diventare quello che ho scelto al di sopra di tutto: Gesù. La differenza tra filantropia e carità sta nel servire come Gesù ha amato. Posso dare da mangiare agli affamati, visitare i carcerati, seppellire i morti, per interesse personale, col fine di sentirmi bene psicologicamente, ma senza essere disposto a dare la vita per loro. Quanti cristiani danno elemosine senza guardare il volto del povero, o partecipano ad un funerale solo per tornaconto. La carità va oltre tutto questo, vuole solamente amare senza aspettarsi nulla in cambio. Esercitare le Opere di Misericordia permette quindi di capire qual è il livello del mio amore. Abbiamo molte testimonianze di vita, come quella di Madre Teresa di Calcutta. Quando si parla di lei si vede e si pensa alla misericordia che fa opere concrete, come all’incarnazione di Gesù, se così si può dire. Infatti, quando la si osserva non vedi più lei, ma Gesù che vive in lei, come disse S.Paolo (Gal 2, 20). Nella storia del nostro missionario Nivaldo vediamo netta questa scelta. Egli, dopo una vita passata nel crimine e nella droga, trovò Gesù e da allora la sua vita divenne un atto di misericordia. Passava sempre il suo tempo coi più abbandonati, i più sofferenti e i malavitosi, col proposito di condurli a Gesù. Ogni volta ci ripeteva che avrebbe voluto morire per salvare le anime più abbandonate, e, come sapete, così avvenne: dopo aver predicato in un carcere minorile (oggi divenuta Fondazione CASA), la notte andò alla ricerca di un giovane accolto che era scappato dalla Casa di Accoglienza e al rientro, senza averlo trovato, morì per un incidente d’auto. Nivaldo diede la sua vita alla ricerca di un’altra vita e divenne segno della Misericordia. Come non ricordare anche la nostra amata Maria Paola quando, alla fine della sua vita, affetta da cancro, chiamò Padre Enrico, ricordandogli di una famiglia che soffriva la fame e alla quale lei spesso inviava cibo. Lei, fino alla fine della vita, ha voluto essere Misericordia. Oltre a questi esempi, ci sono anche quelli dei più piccoli che nel nascondimento e nel silenzio sono misericordia. Vogliamo citare la signora che, dall’inizio di Alleanza di Misericordia, dona quattro Reais (moneta brasiliana) ogni mese alle nostre Case di Accoglienza. Lei non può dare di più, perché non ha, ma è come la donna che ha trovato Gesù nel tempio e che ha dato tutto quello che aveva. (Lc 21, 1-4). «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia». (Mt 5,7) La Chiesa ha la missione di annunciare la Misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo. Attraverso di essa la Misericordia dovrebbe raggiungere i cuori e le menti di tutte le persone del nostro tempo. Non dimentichiamo che la Chiesa è chiamata ad un tempo di Nuova Evangelizzazione. “E noi, in questo Anno della Misericordia, possiamo vivere con un nuovo entusiasmo e una rinnovata azione pastorale”. E aggiungiamo: nelle parrocchie o nei movimenti chiunque dovrebbe trovare un’Oasi di Misericordia. Sì, ogni persona che trova il nostro Movimento dovrebbe trovare un’Oasi di Misericordia! Dovremmo accogliere gli affamati, dare semplicemente un bicchiere d’acqua agli assetati, visitare i malati, trasmettendo gioia e serenità. Pregando per loro in modo che possano vivere la malattia con lo spirito di pace. Visitare i carcerati perché non si sentano esclusi, ma amati, con la certezza che possono cambiare vita. Visitare e condividere la vita con i senzatetto, dando loro la fiducia che Gesù li ama e che vive con loro. Tutta la nostra vita deve essere totalmente donata, senza preoccuparci della risposta da dare a chi si avvicina. Vale solo l’amore! Questo, nella Comunità di Vita, Comunità di Alleanza (Gruppi Arcobaleno), nelle nostre case di accoglienza e negli amici che coronano l’Alleanza di Misericordia. Può sorgere una domanda: qual è il cammino, non solo iniziale, ma sempre costante, che devo seguire per arrivare a vivere o, ancora meglio, essere Opera di Misericordia corporale per l’altro? Ci ha ispirato Papa Francesco, che dice “Per essere capaci di misericordia, quindi, dobbiamo in primo luogo porci in ascolto della Parola di Dio. Ciò significa recuperare il valore del silenzio per meditare la Parola che ci viene rivolta. In questo modo è possibile contemplare la misericordia di Dio e assumerlo come proprio stile di vita.” E così, per essere Opera di Misericordia abbiamo bisogno di essere Misericordia, Parola viva, abbiamo bisogno di essere Gesù! Vi benediciamo Padre Enrico e Padre Antonello