Scarica Tusitala n. 7 - Fondazione Per Leggere

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Scarica Tusitala n. 7 - Fondazione Per Leggere
Tusitala compie un anno: era l'Aprile 2010
quando uscimmo con il numero 1 e non
potevamo pretendere niente di più bello
che poter festeggiare questo compleanno
con la vittoria della menzione speciale come
rivista istituzionale che Tusitala ha ricevuto al
Premio Comunicami 2010 della Provincia di Milano. A tutti coloro che hanno
contribuito a quest'anno di pubblicazioni, un sentito ringraziamento.
Biblioteca di Buscate
N. 7
Maggio 2011
I cinque sensi
Gabriele Cardini
Eleonora Giacomin
Erica Puricelli
Federica Ottolini
Giulia Prada
Manuel Fossati
Stefania Povia
CULTURA SENSORIALE
“La narrativa
opera tramite i
sensi […] Se non gli
SOMMARIO viene dato modo di
Tematicando
vivere la storia, di toccarla con mano, il letArcipelaghi
librari
2-3-4
tore non crederà a
niente di quel che il
Notizie dai f.lli
narratore si limita a
Lumière
5
riferirgli. La caratteriChiaroscuro
6
stica principale, e più
evidente, della narratiIl Brucaliffo
7
va è quella di affrontare la realtà tramite ciò
che si può vedere, senPercorsi
tire, odorare, gustare e
Biblioteca di
toccare”.
Aby Warburg
8
Flannery O’Connor, Nel
Serendipity
9
Territorio del diavolo
Hic Sunt Leones
10
Speciale: Il mondo
al contrario
11-12
Doni dalle muse
13
Extralibro
La Bussola
internautica
13
Bazar
14
45°32’31”N 8°48’44”E
15
Girovagando
16
Sentire , toccare, odorare, gustare, vedere:
cinque sensi, cinque
strumenti attraverso i
quali nutriamo il nostro essere della realtà che ci circonda e
grazie a loro, giorno
dopo giorno, arricchiamo la nostra memoria di innumerevoli sensazioni che si
immagazzinano nel
nostro intelletto.
Preziosi
strumenti
del sapere o diaboliche armi di tentazioni
i sensi sono da sempre alla base del nostro modo di vivere il
mondo; eppure per
abitudine o per senso
pratico noi tutti usiamo prevalentemente
alcuni sensi a dispetto di altri: la vista e
l'udito sono quelli che
vengono
utilizzati
maggiormente, su cui
facciamo maggior affidamento; basti pensare ai mezzi di co-
municazione
che
sfruttano proprio immagini e suoni per
catturare la nostra
attenzione.
Questa attitudine si
riflette inevitabilmente nel modo di descrivere il nostro essere,
ecco perché in questo
numero abbiamo deciso di proporvi un
percorso articolato
attraverso tutti i cinque sensi riproposti
nelle disparate forme
artistiche: attraverso
la letteratura con libri
che trattano un senso
in particolare esaltandone tutte le sue caratteristiche, nel cinema attraverso 5 film,
uno per ogni senso
legati al tema attraverso motivazioni curiose, nell’arte concepita come ispirazione
sensoriale. Oltre allo
spazio dedicato ai
bambini,
abbiamo
trattato prima del caso di una particolare
assenza: quella della
vista e poi del sesto
senso inteso come
capacità profetica o
divinatoria.
Nello
speciale si tratterà il
tema del ribaltamento di ogni fatto la cui
fondatezza è data banalmente per scontata nel mondo reale.
Una magica poesia e
tanti eventi per il
tempo libero concludono questo nostro
viaggio
inebriante
nella riscoperta dello
straordinario potere
dei nostri sensi.
Stefania Povia
1
UN FELICE RADDOPPIAMENTO DEI SENSI
Capita che vedere, ascoltare, udire, gustare o toccare una volta sola non sia sufficiente: meglio
tornarci una seconda volta per poter meglio esperire il senso in questione. Così si è fatto per questa selezione di libri: per ogni senso, due libri, così da poterli verificare tutti con miglior giudizio.
GUSTO
Marcel Proust
Alla ricerca del tempo perduto
Opera maggiore di Proust in sette volumi, Alla ricerca del tempo perduto è un capolavoro non solo letterario, ma anche filosofico, di riflessione sull’esistenza dell’uomo
e sul tema del ricordo. E’ proprio un ricordo che motiva il romanzo e spiega la scelta
di quest’opera: l’episodio delle madeleine, dolce francese simile al plum cake, riesce
a risvegliare nel protagonista il ricordo degli anni della sua infanzia e dà l’inizio ai
racconti di cui Marcel è sia narratore sia protagonista. Lo stratagemma servirà
all’autore per raccontarci della decadenza dell’aristocrazia attraverso la forma del
romanzo, ma ancor più la narrazione diventa il mezzo per ritrovare il tempo perduto, appunto, ma soprattutto a dare senso a un’intera esistenza, salvandola dall’oblio.
UDITO
“
Il sapore della madeleine nel-
Paolo Maurensig
l'attimo presente e al tempo stesso
Canone inverso
Il canone inverso è una forma musicale particolarmente
in un istante lontano, al punto di
complessa, caratterizzata dal fatto che più voci si sofar sconfinare il passato sul prevrappongono, ma con un moto l’una opposta all’altra.
sente, di esitare non sapendo in
Altrettanto complesse è questa nostra storia narrata a
uno scrittore appassionato di musica da un violinista
quale dei due mi trovasi.
ambulante, incontrato in un’osteria di Vienna. Sullo
sfondo della storia di Jeno Varga e del suo violino magico troviamo le vicende personali della sua amicizia complessa con un giovane aristocratico, ma anche le vicende storiche della guerra e dei campi di concentramento,
sempre narrate sul filo delle note del suo violino. Come in un canone inverso, le tre
voci di Gustav Blau, Jeno Varga e dello scrittore si intrecciano, creando una trama
fitta che verrà svelata solo nelle ultime pagine.
”
TATTO
Alessandro Baricco
Seta
I fedeli di Tusitala avranno ormai indovinato il mio amore per Baricco. I più attenti
ricorderanno che di questo titolo ho già parlato nella rubrica di cinema di qualche
numero fa, anche se indirettamente, attraverso il film che ne è stato tratto. Arrivando al dunque, cosa c’è di più profondamente tattile di un tessuto? E quale tessuto sa
essere più seducente e affascinante della seta (di cui noi buscatesi abbiamo grande
tradizione), nella sua essenza sostanzialmente impalpabile? Baricco ci introduce alla
vita di Hervé Joncour, un commerciante francese di bachi da seta che si spinge fino
in Giappone, dove rimarrà stregato da una cultura totalmente diversa da quella a cui
è abituato e da una misteriosa donna che gli rimarrà sempre irraggiungibile. Ma forse la felicità è più vicina di quanto sembra.
2
Erica Puricelli
VISTA
Jorge Luis Borges
L’Aleph
L'Aleph è un racconto di Borges contenuto nell'omonima raccolta di racconti; l'aleph è uno
dei punti dello spazio che contengono tutti i punti e si trova sotto la stanza da pranzo di Carlos Argentino Daneri, autore di un poema misterioso, cugino di Beatriz Viterbo, di cui il narratore era innamorato. E' dall'incontro con Carlos e da quelli successivi, nati nel narratore
nella malinconica volontà di mantenere vivo il ricordo dell'amata, che emerge la conoscenza
dell'esistenza dell'aleph. Appena saputolo, il narratore vuole vedere questo misterioso punto in cui si trovano "senza confondersi, tutti i luoghi della terra, visti da tutti i punti". E qui
inizia lo sconforto del narratore, dice Borges, per cercare di descrivere in sequenza quanto
vide sincronicamente: un autentico tour de force, più di una pagina e mezza di "vidi… vidi...vidi" nei quale il narratore prova a descrivere cosa ha visto attraverso o tramite o grazie
l'aleph: ma si può tornare alla realtà dopo averla vista tutta, per intero, in un solo luogo?
OLFATTO
Patrick Suskind
Il profumo
L’unico scopo della vita di Grenouille, protagonista di questo inquietante noir, uomo
dotato di un eccezionale senso dell’olfatto, è quello di catturare odori ed intrappolarli
nella sua memoria, per poi divertirsi a mescolarli creando fragranze irreali e meravigliose. Convinto di poter conquistare il genere umano solo quando avrà trovato quella
fragranza che costringerà le masse a genuflettersi al suo cospetto, inizia così la ricerca
dell'aroma, dell'effluvio perfetto. Il suo metodo è raccapricciante quanto terrificante:
l'omicidio di giovani donne dotate di estrema bellezza....ha inizio così la caccia. Come
una bestia annusa le sue vittime e ne usa il corpo per creare le sue "essenze".
GUSTO
Erica Bauermeister
La scuola degli ingredienti segreti
Un libro delizioso dove il gusto fa da padrone ma non solo; una metafora continua
tra cucina e vita, una magica alchimia di sapori e sentimenti che raccontano una storia di speranza e di amore, di gioia e di sorprese. Nessuno meglio di Lillian conosce
la magia degli ingredienti ed è per questo che il suo ristorante, con piatti sempre diversi, è un luogo speciale, dove si ritrovano ricordi perduti, si stringono promesse
d’amore o nasce un’amicizia. Quello che non sa, o che a volte perde di vista, è la ricetta giusta per lei. Potrà ritrovarla solo se accetterà di mettersi alla prova.
Italo Calvino
Sotto il sole giaguaro
Raccolta di racconti rimasta incompleta avente per tema i cinque sensi. Nei racconti il
senso protagonista è al centro di una delicata indagine conoscitiva del mondo esterno
per sottolineare il fatto che affinare i propri sensi significa riscoprire quello che già
conosciamo o, semplicemente, quello che pensavamo di conoscere fino ad adesso.
Tratteremo qui di seguito due dei tre racconti: Un re in ascolto e Un nome, un naso.
UDITO
Un re in ascolto
Il re protagonista di questo racconto rappresenta l’udito umano. Egli, immobile sul suo trono per la sola
paura che qualcuno possa impadronirsene, trascorre ciascuno dei suoi giorni intercettando e decifrando ogni minimo suono proveniente dal suo palazzo come unico indizio di fedeltà o congiura. Un giorno
tuttavia ode una voce di donna, una voce viva e corporea, unica e irripetibile che gli permette di scoprire l’unicità di ogni essere umano. Ci sono voci e voci, quelle che si uniscono al frastuono indistinto e
quelle che invece, vogliono prevalere sulle altre, che ti parlano, che hanno la capacità di raggiungere il
tuo orecchio, per arrivare al cuore, alla mente, per essere ascoltate e per comunicare con noi.
3
Stefania Povia
OLFATTO
Un nome, un naso
Un filo di Arianna, dato dal profumo dell’oggetto del proprio desiderio, che però porta alla delusione nello scoprire che, quel tanto agognato profumo e il corpo che lo portava si è fuso con
l’odore della morte, un “fiore imputridito” che non dona altro che la tristezza e la mancanza al
giovane e baldo protagonista. Il secondo racconto di Calvino sui 5 sensi si articola in 3 storie, ambientate nella sfarzosa Parigi, nella lontana preistoria e in una stanza londinese dopo un festino
notturno, con un intreccio comune. Lo scheletro della storia, totalmente basato sul senso
dell’olfatto, è costituito dalle avventure di tre protagonisti (un dongiovanni di ritorno da una serata di ballo in maschera, un uomo preistorico e un batterista) e la loro ricerca di “quella donna”
che, per il suo profumo, si distingue da tutte le altre. Ritrovarla, però, sarà il momento in cui
l’illusione cadrà come una ghigliottina sul loro amore platonico: la donna è morta, e di lei non rimane che un profumo intorbidato dall’odore acre del trapasso.
TATTO
David Herbert Lawrence
L'amante di Lady Chatterley
Può una giovane donna, progressista e intellettuale, rimanere rinchiusa nello status
di “lady” borghese e rigoroso, in una casa di un distretto industriale della Londra vittoriana, con accanto un debole e freddo marito? Non Constance Chatterley. In questo
libro seguiremo la sua storia di Connie e delle sue relazioni amorose, valvole di sfogo
e nuovi motivi di gioia di una vita che le sta più stretta che mai.
Attraverso le sue sensazioni e del suo amante Oliver
Mellors, guardiacaccia della tenuta del marito,
Cercai in tutti i modi di tenere
Wragby Hall, dove la coppia s’è trasferita dopo la
occupata la mia mente e osservai i
guerra che l’ha reso paraplegico, riscopriremo il senso
del tatto come primario mezzo per riscoprire la sencolori degli studenti presenti
sualità, la passione dell’amore e la tenerezza delle canell'aula: viola, lavanda, turchese,
rezze sulla pelle. Un’intimità reale e spirituale,
giallo, rosa, fucsia, arancione traun’effusione di piacere che scorre lenta sotto le dita
dei nostri protagonisti, tra le righe di un romanzo che
monto. Mi soffermai a riflettere e
sfata i pregiudizi sul piacere femminile e sulla virilità,
con gli occhi del mio io fantasma
che ha scosso intere generazioni di benpensanti del
vidi soltanto due colori: il turchese
ventesimo secolo, tanto da esser bandito in tutto il
territorio europeo; simbolo di un risveglio culturale e
e l'arancione.
sociale che pervade l'Europa negli anni Venti.
“
VISTA
”
Jennifer Lynn Barner
Lo scontro dell’aura nera
La vista di Lissy ha qualcosa di molto più particolare di qualsiasi altra. I suoi occhi
vedono, intorno alle persone, la loro aura, il colore delle loro anime. E non solo.
Ella può persino giocare con esse, smuoverle, uscendo come un fantasma dal proprio
corpo, aiutarle a legarsi in amore ed amicizia con stretti nodi.
In un mondo tutto diverso per la nuova studentessa della Emry High School, dove
oltre a doversi destreggiare, come tutti gli altri alunni, con il rigido sistema di “caste”
che divide i Super dagli Sfigati, metterà in gioco la sua stessa vita con l’oscura presenza che si aggira tra le aule.
E scoprire che, forse, non è l’unica a nascondere inquietanti segreti.
La storia di Lissy e dei suoi amici ci avvolge e ci coinvolge in un continuo turbinio di
colori e luci, in cui la Vista diventa una lente focale e magica per guardare
nell’essenza di ogni persona; una storia in cui gli occhi del cuore sanno districare i
difficili intrighi della malvagità.
4
Giulia Prada
LE SENSAZIONI NASCOSTE
Scegliere un titolo per ognuno dei cinque sensi non è difficile. Scommetto che chiunque abbia un
minimo amore per il cinema riuscirebbe subito a rievocare una qualche scena di un film famoso.
Penso a Chocolat per il gusto, alla “tattile” scena di Ghost tra Patrick Swayze e Demi Moore, al tango in Scent of a Woman, per l’olfatto. Sulla vista i film si moltiplicano: Anna dei miracoli, Dancer in
the dark, e tanti ancora. Ho selezionato invece cinque film forse meno conosciuti e legati al tema
da motivazioni più sottili e curiose, che vi presento insieme a una breve sintesi della trama.
OLFATTO
I due protagonisti di Harold e Maude, un film di Hal Ashby del 1971, sono una strana coppia. Harold è un adolescente annoiato che pensa solo alla morte. Maude è una
quasi ottantenne profondamente innamorata della vita. Tra i due nasce un’amicizia e
qualcosa di più. Perché questo film? Maude colleziona di odori, in barattoli. Quando
li descrive attraverso lo schermo, è facile ritrovarsi ad annusare l’aria alla ricerca
della fragranza narrata.
VISTA
Almost Blue è un film del 2000 di Infascelli che è molto piaciuto alla critica internazionale. Tratto da un best seller di Lucarelli, questo thriller parla di un caso di omicidi seriali che colpiscono gli studenti universitari di Bologna,. Il mistero sarà risolto
da un’ispettrice di polizia grazie all’aiuto di Simone, un ragazzo cieco dotato di un
dono particolare nell’associare voci ed emozioni ai colori.
UDITO
Figli di un dio minore di Haines del 1986 è una pellicola basata su un’opera teatrale
di Mark Medoff e narra della storia d’amore tra la sordomuta Sarah, donna delle pulizie in un istituto per audiolesi, e James, giovane professore dai metodi poco convenzionali. Marlee Matlin vinse nel 1986 l’oscar come migliore attrice per la sua interpretazione appassionata di Sarah.
TATTO
I film dal retrogusto orientale hanno spesso il pregio di saper ricreare atmosfere
sensorialmente intense. Memorie di una geisha non è da meno: la pellicola del
2005, diretta da Rob Marshall, ci racconta il Giappone degli anni Trenta attraverso
la storia della piccola Chiyo, venduta dai genitori ad una casa di geishe. Il film fu bandito dalla Repubblica Popolare Cinese, ancora sensibile ai temi della guerra cinogiapponese degli anni che questo film rappresenta.
GUSTO
Avrei scelto Julie e Julia, ma il film – pur a catalogo – non è ancora disponibile per il
prestito. Nell’attesa ripiegate sul decisamente più insolito Delicatessen di Jeunet del
1991. In un mondo in cui l’alimentazione si basa sulla carne umana, la figlia di un
macellaio cerca di salvare un coinquilino dalle grinfie (e dai coltelli) del padre grazie
ad una comunità clandestina di uomini–rana vegetariani. Riuscirà l’amore a sopravvivere (in tutti i sensi?).
5
Erica Puricelli
ARTE: IL LUOGO PRIVILEGIATO DEI SENSI
E’ impensabile slegare l’arte dai
sensi, poiché sono precisamente
loro che possono farcela scoprire e creare, nonché sono parte
fondamentale del suo significato. L’arte, infatti, nel suo significato più ampio, comprende ogni
attività umana che porta a forme creative di espressione estetica (dice il nostro saggio Wikipedia). Ma cosa significa parlare di estetica? Pochi sanno che
in realtà, l’estetica ha vari significati: il primo, il più riconosciuto, è quello che la riconduce alla
teoria del Bello e del Brutto, alla
ricerca del “sublime” e delle
qualità estetiche; un secondo è
come scienza che studia le teorie dell’arte, ovvero è la scienza
che cerca una risposta alle domande “Cos’è un’opera d’arte?”
e “Cosa porta un opera ad essere ritenuta tale?”, domanda che
può spesso capitare sulle bocca
di chiunque, probabilmente
davanti a un opera di Kandinsky
o di Fontana, o di molti altri artisti controversi degli ultimi secoli. In realtà, l’Estetica ha un altro
significato. Originariamente l'estetica, infatti, non è una parte a
sé stante della filosofia come lo
è oggi, ma semplicemente l'aspetto della conoscenza che riguarda l'uso dei sensi, la teoria
del
conoscere
corporeo.
“Aisthesis”, da cui poi deriva
estetica, vuole, infatti, dire
“sensazione” o “percezione”.
Dunque, l’Arte deriva dall’uso
dei sensi, e solo con essi è veramente possibile apprezzarne
ogni forma. Basti pensare alle
sculture del Canova. E’ la vista
che ispira il fruitore a toccare la
statua e quasi a stupirsi che la
medesima sia dura al tatto
quando invece,
quelle
forme
morbide e arrotondate ti avevano portato a
pensare il contrario.
Viene
quasi un brivido lungo tutta la
schiena nel guardare e materializzare il leggero tocco che
l’angelo Amore dona alla sua
amata Psiche o il delicato abbraccio delle Tre Grazie, le giovani figlie di Zeus che accompagnavano Afrodite e simboleggiavano splendore, gioia e prosperità, unite da un velo e dai loro
giochi di luce sul marmo levigato. E che ne dite dell’Uomo in
movimento di Boccioni? Per chi
non se lo ricorda, guardi dietro
la moneta da 20 centesimi.
Un’opera in cui l’abitudinario
concetto del camminare è riproposto in una forma del tutta innovativa, plasmato dall’aria e
dallo spazio, fatta apposta per
esser osservata a 360 gradi, come a suggerire il concetto stesso
di movimento.
L’Impressionismo, ad esempio,
è completamente basato sulla
teoria del colore e
sulla vista. O come
dico io, su una svista... Vi è mai capitato, miopi di ogni
età, di guardare
un’alba senza occhiali? Ecco, se non sapete cos’è
Impression, soleil levant, l’avete
appena osservata!
E gli altri sensi? Beh, mi sembra
semplice. L’arte della musica,
per l’udito, è ovviamente la più
calzante. Le ultime novità in
campo di Food Design o la storica natura morta, per il gusto. Ma
se vogliamo essere meno banali,
proviamo a pensare ad un museo. Al suo silenzio, al suo profumo pregno di arte rimasto lì in
attesa dei nostri occhi per chissà
quanti secoli. Un mescolio di
sensazioni che danno l’estasi, se
veramente ci diamo un attimo
per pensare. E, figuratevi, ancora siamo solo nell’atrio e non
abbiamo visto le opere vere!
Una piccola sinestesia artistica,
lasciatemela
come
diritto
d’autore. Vi suggerisco il libro
Bello da mangiare, dove l'arte
è osservata da un punto di vista
inedito: quello del gusto e
dell'olfatto, cioè delle reazioni
fisiche che l'immagine, le forme e i
colori
suscitano
mentre guardiamo
un'opera d'arte. Un
percorso nella storia dell'arte tra artisti e opere che hanno riprodotto immagini di cibo o scenari
conviviali, con il suggerimento
(con l'aiuto di ricette ad hoc
suggerite da uno chef) di come
gustare l'opera d'arte nella sua
completezza. E non per ultimo,
vi suggerisco sempre di apprezzare con ogni sensazione l’arte e
i suoi prodigi. In qualche modo,
gradualmente, riuscirete a cogliere ogni sfumatura artistica
anche nella “semplice” vita che
vi circonda, prima ancora che
qualcuno la indichi su di un libro di storia dell’arte. Perché, si
sa. La vita è la vera opera d’arte.
6
Giulia Prada
LIBRI PER TUTTI I SENSI
CON GLI OCCHI…
Arte per Bambini (da 8 anni)
Dalle pitture rupestri alla pop art di Andy Wharol, attraverso le opere più significative, il volume offre una panoramica dei movimenti e dei pittori più importanti
della storia, in un percorso completo che aiuta i ragazzi a relazionarsi con il mondo attuale dove l'immagine televisione, pubblicità, design, videogiochi è così importante nella formazione della conoscenza. L'obiettivo del libro è avvicinare i
bambini all'arte mediante l'osservazione, il gioco, l'ingegno e la sorpresa, affinché
si sentano realmente attratti da quanto succede nei dipinti, imparino a osservarli
con attenzione e a conoscerne il significato.
USANDO LE MANI...
La savana da toccare (da 4 anni)
la criniera del leone, accarezza il mantello della giraffa, senti le scaglie del coccodrillo... Un libro di scoperta per i piccoli, tutto da toccare, per esplorare la savana... con la punta delle dita!
50 lavoretti per il tempo libero (da 6-7 anni)
Divertitevi ad usare la vostra fantasia insieme a pennarelli, formine, materiali di
recupero, tempere e tutto il materiale che più vi piace per realizzare questi simpatici lavoretti. Potete anche usarli come linea guida e inventare quello che vi
passa per la testa!
ASCOLTANDO…
La giungla parlante (da 2 anni)
Ascolta i versi degli animali della giungla con questo libro sonoro: il serpente, la
scimmia, il coccodrillo, la tigre…
Calcio d’inizio (da 6 anni)
Quando Gaston Champignon, ex calciatore della nazionale francese, vede Tommi
palleggiare nel cortile di casa, capisce subito che il ragazzo ha la stoffa del campione e che... finalmente può realizzare il suo sogno: fondare una squadra in cui possono giocare tutti. Divertendosi, naturalmente! Con questo audiolibro comincia la
storia delle Cipolline, la più grande squadra di ragazzi di tutti i tempi!
CON IL GUSTO...
Bambini in cucina (da 6 anni)
Piccolo manuale per piccoli cuochi .
Le prime ricette per cucinare divertendosi (da 6 anni)
Prepara tanti piatti sfiziosi e dolci straordinari insieme a mamma e papà, nonno e
nonna o con gli amici. Le ricette sono di facile esecuzione grazie alle immagini che
aiutano nella realizzazione.
7
Eleonora Giacomin
Il libro, per Aby Warburg, è la memoria in tutte le sue forme, materiale e allegorica. Nella sua sterminata biblioteca i libri sono disposti secondo la regola del “buon vicinato”: non sequenze cronologiche
o alfabetiche ma, “come tessere di un mosaico di cui aveva ben chiaro in mente il disegno”, in base
agli ambiti culturali e ai significati intrinseci, modificandone l’ordine con la crescita della collezione e
lo sviluppo delle ricerche. Il libro di cui lo studioso ha bisogno non è quello conosciuto ma quello che
si incontra sullo scaffale nei suoi pressi, in linea di continuità disciplinare, culturale e sentimentale.
QUANDO GUARDARE NON È VEDERE
Organo privilegiato da sempre,
l’occhio ha finito per diventare
anche l’attributo principe
(anche graficamente) di un
divino che scruta incessantemente. Per l’uomo, quanto è
grande l’importanza del possesso di questa facoltà così lo è
la sua assenza; agli sprovvisti,
talvolta si vuole attribuire altre potenzialità, persino più
misteriose e insondabili. Si
pensi alla figura di Tiresia, cui
Zeus offre (ma sempre ambigui sono i doni divini) la capacità divinatoria, di conoscere
cioè il futuro. La forza della
vista è quella del dominio dello spazio, dunque; la sua assenza sembrerebbe il dominio
sul tempo. Ma per un personaggio del torbido e ossessivo
romanzo di Sabato, Sopra eroi
e tombe, i ciechi
sono una setta
segreta che domina il mondo. Il
Rapporto sui ciechi è un autentico
romanzo nel romanzo, visionario e compulsivo, esempio estremo e affilatissimo di pura letteratura;
trascinati nel labirinto della
mente di Fernando Vidal Olmos, si precipita nelle paure e
nelle angosce di chi, nella vacua fissità delle orbite dei ciechi, coglie una terribile volontà
di dominio.
Sono invece inermi e senza
speranze i dodici protagonisti
del dramma simbolista di Maeterlinck, I ciechi; sei uomini e
sei donne non vedenti, in una foresta, soli; credono
che il loro accompagnatore,
un
prete, si sia soltanto allontanato
ma la realtà è ben più atroce.
L’attesa del suo ritorno si carica di angoscia e timore e trama l’intero dramma. Il prete,
però, non si era mai allontanato: è lì, tra loro, morto. Nonostante la scoperta di questo
evento tragico i ciechi, però,
quasi irrazionalmente, non
sanno impedirsi di sperare comunque una qualsiasi salvezza. Dramma dall’evidente carica simbolica, dove i personaggi appaiono marionette guidate da un destino crudele che li
gioca, sembra già anticipare,
con le ripetute domande senza
risposta e il senso di una attesa che si vanifica nel compiersi, i drammi di Beckett.
Al buio, con gli occhi bendati;
dovendo parlare sottovoce;
impossibilitato a ogni movimento:
così
si
ritrova
D’Annunzio dopo l’incidente
aereo che gli procura il distacco della retina dell’occhio de-
stro e che rischia di fargli perdere anche la vista dal sinistro.
Sono queste le condizioni tremende in cui concepisce e scrive Notturno su circa 2500 cartigli,
striscioline
singole di carta per
evitare che sovrapponga le righe scrivendo. Il Notturno
è il libro della sua
lotta
contro
“l’ombra nera” che sale, il
“commentario delle tenebre”,
dove affida alle parole la capacità di vedere e descrivere ciò
che gli si presenta nel suo
mondo ormai fatto di buio e
oscurità.
Sono tutti senza nome, come
spesso nei suoi romanzi: hanno solo una funzione: medico,
moglie del medico, sergenti. A
uniformarli ancora di più, una strana e misteriosa
epidemia che costringe molti a una cecità che li immerge in un biancore latteo e poi a essere rinchiusi in una sorta di manicomio. Cecità di Saramago è romanzo potente e simbolico,
dove la cecità di cui divengono
afflitti i personaggi, più che
l’assenza di uno dei sensi, è
specchio di quella morale della
nostra società.
8
Gabriele Cardini
Fu Horace Walpole, nel 1754, a coniare il termine serendipity, assegnandogli il significato di
“scoperte impreviste, fatte grazie al caso e all’intelligenza”. Il termine deriva dalla fiaba orientale
“Peregrinaggio di tre giovani figliuoli del Re di Serendippo”dove i tre fratelli ricostruiscono le fattezze di un cammello da piccoli indizi collegati e scoperti casualmente; il metodo abduttivo è tipico
dell’uomo-cacciatore come anche del detective; qui, per noi, saranno collegamenti quasi casuali tra
argomenti apparentemente slegati, uniti dall’intelligenza di chi ne sorprende affascinanti e insospettate affinità. Tra i libri, infatti, Tout se tient.
PREMONIZIONI, PROFEZIE E ALTRE DIFFICILI FACOLTÀ
“Ti danno la caccia” sussurra al
telefono Leni a Josef K. E questi
dapprima si congeda dalla donna
come
rifiutando
quell’indicazione, poi mormora
tra sé: “Si, mi danno la caccia.”
Secondo Roberto Calasso, nel
suo K., questo è il momento di
maggior terrore de Il processo
di Franz Kafka: quello in cui si
dispiega, con quelle
parole che paiono
banali, ma che riecheggiano in noi fin
dall’età primitiva, il
momento della consapevolezza
che
qualcosa di oscuro, ma in realtà
presentito, sta per convergere
su noi, come i raggi solari che
una lente ustoria ci indirizzasse
contro. Quella diffusa sensazione di colpa che trama tutto il
romanzo di Kafka si configura
come una sorta di manifestazione di una sensazione che tutto
sia già accaduto un tempo e la
nostra vita sia qualcosa di postumo ad esso, nel tentativo inesausto di accedere nuovamente
a ciò da cui ci sentiamo espulsi.
E’ anche quanto tenta di fare
Jack Torrance ne Shining,
l’ennesimo capolavoro di Kubrick tratto dal romanzo di Stephen King. Per Jack, chiuso
nell’Overlook Hotel, la festa che
si tiene nella hall e da cui si sente escluso, il suo dialogo poi con
il barista, si ammantano
della
medesima sensazione del contadino della parabola
kafkiana Davanti
alla legge presente ne Il processo, quella di non
saper entrare nel luogo a noi
sempre assegnato. Sensazione
che si conclama con l’immagine
finale del film, quello stringere
su di una foto del 1921 nella
quale appare già presente Jack
Torrance, in una sorta di circolarità del tempo che, in qualche
modo, giustifica anche la capacità dello Shining (la luccicanza)
del figlio di Jack, Danny, che gli
consente di prevedere eventi
futuri come anche di rivivere
quelli passati; un senso in più
che sa spezzare la linearità del
tempo.
E’ anche la capacità di Katabolonga, il servo di Re Tsongor, nel
potente libro di Gaudé, La morte di Re Tsongor. La possibilità
di uccidere quello che era diventato il suo re, dopo che la sua
tribù era stata sconfitta, gli era
stata concessa da Re Tsongor;
ma fino a quel momento, Katabolonga gli avrebbe fatto
da fidato scudiere.
E quel giorno, entrando nella sala
dello sgabello d’oro,
aveva percepito distintamente,
con quella precisione ineffabile
che ci colgono le premonizioni,
che quel giorno avrebbe adempiuto a quell’antico giuramento.
Ne discende un romanzo dalla
forza ancestrale e possente, una
sorta di Iliade carica della paradossale violenza di ciò che sorprende pur essendo ineluttabile, avvinto a una ritualità che
costringe a una guerra continua
e terribile.
La profezia è il campo in cui più
irrompe la forza di un sesto senso che colpisce con forza tragica: così accade alla giovane Cassandra, figlia di Priamo, costretta a
vaticinare
senza
mai essere creduta.
Ne Agamennone di
Eschilo, primo pannello della trilogia
dell’Orestea, Cassandra è portate come futura concubina del re
Agamenonne ad Argo. Ma le
mura, alla capacità sciamanica
di Cassandra, stillano già sangue, quello che sarà del re stesso e suo, uccisi dalla feroce vendetta di Clitemnestra. Nella sua
visione estatica, Cassandra racconta sia del passato atroce degli Atridi sia quanto sta per avvenire: ma il dominio del tempo
che ha chi possiede queste facoltà sembra solo sancire una
più dolorosa dipartita da esso.
9
Gabriele Cardini
La leggenda racconta (e che possa essere solo una diceria rende la sua persistenza ancora più affascinante) che nelle antiche carte geografiche Hic Sunt Leones indicava le terre inesplorate e ignote. Un luogo sul quale poteva correre la fantasia e l’immaginazione, la paura e il coraggio. Qui
tratteremo di opere che determinano il medesimo scatto fantastico di quella frase per cui a leggerle, rileggerle, vederle, ascoltarle o anche solamente ripensarle, sono in grado di risvegliare
fantasticherie, di aprire nuovi, inattesi orizzonti, di scoprire nuovamente altre terre.
KITCHEN OVVERO IL GUSTO AMBIVALENTE DELLA VITA
Quando mi è stato chiesto di scrivere il nuovo articolo per questa
rubrica la prima cosa che mi sono detta è stata: “Non voglio cercare qualcosa di scontato, qualcosa che va di moda in questo
periodo; vorrei trovare un libro
sul quale può essere caduto lo
sguardo e che non si sceglie con
facilità”. Ovviamente doveva essere legato in qualche modo ai
sensi e alla fine la mia ricerca è
caduta, nel vero senso della parola visto che il libretto mi è caduto in terra rovistando fra altri
in una libreria, su Kitchen della
famosissima Banana Yoshimoto.
Kitchen è un libro di poche pagine, diviso in due sezioni, Kitchen
e Plenilunio (Kitchen 2) ed è
l’opera prima della scrittrice
giapponese. Questo originale e
poetico manoscritto venne inizialmente pubblicato a brani su
varie riviste letterarie e, solo successivamente, “ristrutturato” ed
impaginato (nel 1988) sotto forma di romanzo.
Devo essere sincera, non avevo
mai letto niente di questa autrice, così avevo un motivo in più
per darmi alla lettura che tra
l’altro, è durata un andata e un
ritorno sul treno MagentaMilano. La storia gira intorno alla
vita della giovane protagonista
Mikage Sakurai rimasta sola al
mondo dopo la morte della nonna, unica parente che ancora aveva in vita e dopo la tragica
scomparsa dei suoi genitori avvenuta anni prima. La ragazza
comincia una bizzarra convivenza a casa di un suo amico: Yuiky
Tanabe (il ragazzo che frequenta
la stessa università di Mikage e
che lavorava presso il fioraio dove si serviva la nonna, che tra un
fiore e un vaso, raccontava della
nipote al giovane). Mikage, sola e
in una nuova casa, trova rifugio
fra le mura della cucina, la quale
diviene una vera e propria protagonista all’interno della storia:
luogo stabile e concreto, realmente
esistente fatto di
oggetti,
rumori,
odori e sapori.
Come in molti romanzi della Yoshimoto, lo stile della storia è molto
semplice e lineare e la trama è
ridotta all’osso o meglio, non è il
fulcro della narrazione come accade per molta della letteratura
occidentale. Le descrizioni tra un
dialogo e l’altro sono brevi, anche se molto incisive, e mai monotone o ripetitive. I dialoghi attingono direttamente dalla cultura popolare e dallo “slang” giovanile nipponico. La “suspance” sta
nello scoprire lentamente quale
corda dell’anima sta per essere
pizzicata o sfiorata, la sorpresa
nello scoprire lentamente un tassello in più della realtà dei personaggi. (Un consiglio: non leggete
la quarta di copertina perché ri-
vela un frammento importante
di questo telaio).
Ma c’è un altro protagonista oltre
a Mikage: la cucina appunto alla
quale Banana regala anche il titolo. I momenti salienti avvengono
quasi tutti alla presenza di una
tazza di tè, di una tempura, di
una ciotola di brodo caldo.
.Ancora di salvataggio, punto di
riferimento, rampino inossidabile cui i personaggi, soprattutto la
giovane Mikage (“Non c’è posto
al mondo che io ami più della
cucina… Siamo rimaste solo io e
la cucina. Mi sembra un po’ meglio che pensare che sono rimasta proprio sola”), sembrano
aggrapparsi, per non naufragare in un mondo irreale, fatto di
sentimenti violenti, e sogni ad
occhi aperti. I sensi divengono
veicolo delle emozioni di dolore
e solitudine e sfociano spesso
nel ricordo, che può essere considerato come un sesto senso:
attraverso il ricordo possiamo
vedere, sentire, odorare e gustare nuovamente ciò che è accaduto nel passato. Ci si accorge
solo dopo una lettura più approfondita di quanto “Kitchen”
scavi in profondità nell’animo
umano, nei vizi e nelle contraddizioni della società contemporanea e nelle complesse relazioni che, soprattutto in situazioni
estreme, si costruiscono tra gli
esseri umani.
10
Eleonora Giacomin
Calarsi in un mondo al contrario
è come soffermarsi a lungo su
un’opera di Escher: l’estrema
precisione, il rigore geometrico,
l’armonia e la linearità catturano
il nostro sguardo impedendoci di
cogliere gli elementi di discordanza e di incongruenza con la
nostra visione del mondo, con la
realtà che accettiamo e con la
quale ci confrontiamo ogni giorno. La nostra mente, immersa in
un contesto simile, si lascia sedurre, dimentica di qualsiasi ormeggio, e si adegua ad una nuova
realtà. Come quando in sogno
non dubitiamo della consistenza
di fatti e azioni che al risveglio
sembrano evanescenti e irreali,
così per un attimo soltanto possiamo accettare un mondo diverso al nostro prima che sia il senso
comune ad avere il sopravvento:
non è l’assenza di razionalità a
rendere un mondo al contrario
tale, ma i presupposti stessi su
cui esso si basa.
COME GUARDANDO A TESTA IN GIÚ
Scale che nascono da altre e sembrano non terminare mai, cascate surreali in cui l’acqua vince la
forza di gravità, mani che irrompono con prepotenza da una pagina bianca, volti, uccelli nel cielo
e figure umanoidi che si confondono e si intrecciano fino a compenetrarsi: i disegni di Escher sono
la formula perfetta
per esprimere il
concetto di un
mondo che, pur
essendo al contrario, rimane vicino, talvolta vicinissimo alla realtà. Lo stesso intento può essere
colto nelle opere di Piranesi, in
cui il gusto per la decadenza delle
rovine antiche si sposa con il desiderio di conciliare oggetti anacronistici
e
sproporzionati:
la via Appia, il
Colosseo, i templi romani si
alimentano di
nuova linfa accogliendo obelischi
egiziani, piramidi, busti, iscrizioni
funerarie, cippi e urne improbabili. Dal recupero delle antichità
Piranesi crea una nuova realtà,
parallela e alternativa alla convenzionale concezione del passa-
to, una realtà in cui l’aspirazione
alla perfezione del Classicismo si
fonde con la tensione verso
l’elemento decadente, propria
del Preromanticismo.
L’espressione di una realtà capovolta può declinarsi in numerose
forme: da quella fantascientifica
in cui viene meno la linea di confine tra uomo e alieno, a una dimensione in cui il tempo scorre
al contrario o ci costringe a rivivere le nostre azioni all’infinito,
fino al confronto fra la tremenda
realtà e le proprie erronee percezioni e considerazioni.
A SPASSO NELLO SPAZIO (REALE E VIRTUALE)
“Era bagnato fradicio e coperto di
fango e aveva fame e freddo ed
era lontano cinquantamila anniluce da casa[…]E allora vide uno
di loro strisciare verso di lui. Prese
la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non
si mosse più. Il verso e la vista del
cadavere lo fecero rabbrividire.
Erano creature troppo schifose,
con solo due braccia e due gambe,
quella pelle d’un bianco nauseante, e senza squame. ” La sentinella di F. Brown è una creatura aliena, lontana dal suo pianeta e
coinvolta in una guerra interga-
lattica sulla Terra,
un luogo ostile popolato da creature
immonde. Lo straniamento del punto
di vista è il fulcro
dell’intero impianto narrativo,
costruito sul capovolgimento dei
ruoli: la verità agghiacciante, sotto ai nostri occhi in ogni momento, si manifesta solo a conclusione del racconto, con un riuscito e
sconvolgente colpo di scena. Vincitore di 4 Oscar e forerunner di
film come Minority Report e Inception, Matrix prospetta, nel
contesto dei cyber-movie, uno
scenario futuro altamente tecnologico in cui un enorme computer è in grado di governare l’agire
degli uomini e le loro stesse esistenze: il mondo “percepito come
reale” è solo illusione, una copia
sbiadita di progetti
informatici già stabiliti. Il film, distribuito in Italia alla
fine degli anni ’90,
riflette le inquietudini di una società
che, senza alcuna possibilità di
scelta, si confronta con l’imporsi
sempre più pressante delle tecnologie e con la conseguente
11
insicurezza nel riconoscere la
realtà come tale. In Blade Runner, Rick Deckard è un poliziotto
incaricato di identificare ed eliminare copie androidi perfette
dell’uomo. L’ambientazione onirica e surreale si fonde in modo invivibile,
perfetto con la contrapposizione tra ciò
che è umano e ciò
che non lo è e mai lo
potrà essere: sulla
Terra, dimenticata e
ultimo baluardo della
specie umana emigrata su altri
pianeti, si svolgono gli scontri tra
specie umana e androidi. Ma possono definirsi umani coloro che
eliminano copie identiche di sé
nel timore angosciante di essere
per sempre sostituiti?
IL TEMPO INGANNEVOLE
«La vita sarebbe infinitamente più
felice se nascessimo a 80 anni e
gradualmente ci avvicinassimo ai
18» Mark Twain
Benjamin Button è un curioso
caso della natura: nasce inspiegabilmente con le fattezze di una
persona anziana e
gradualmente ringiovanisce sotto gli
occhi increduli di
parenti e amici, meravigliati e allo stesso tempo disgustati dalla sua
condizione. Il romanzo di F.S. Fitzgerald invita a riflettere sul mistero della vita e con un sapiente
gioco di opposti dimostra come
l’infanzia sia un momento di
grande saggezza e, al contrario, la
vecchiaia sia dominata dal regresso e dalla decadenza. La sto-
ria di un uomo diverso dagli altri,
destinato a diventare figlio di suo
figlio e a non poter condividere
esperienze con i suoi coetanei,
ma non per questo infelice, è un
esempio di grande maturità e di
saggezza, di come sia possibile
godersi la vita nonostante le numerose difficoltà che essa ci presenta. La donna che visse due
volte è la riuscita trasposizione
di un romanzo di Boileau e Narcejac dalla Parigi anni ’40 alla San
Francisco degli anni
’50.
In
un’atmosfera malinconica e nostalgica, la vera protagonista è la psiche
del protagonista Scottie Ferguson, ex poliziotto incaricato da un
amico di sorvegliarne la moglie
Madeleine, affetta da disturbi depressivi e suicidi. Il titolo originale Vertigo si riferisce chiaramente alla paura delle altezze di Scottie, che in preda ad un attacco di
vertigini non riesce ad impedire
alla donna di gettarsi da un campanile. Dopo una lunga cura psichiatrica, Scottie incontra una
donna identica a Madeleine e
cerca ad ogni costo di trasformarla nella donna che lo ossessiona, convincendosi di non aver
commesso quel fatale errore.
Nella mente del protagonista, la
donna continua a vivere un eterno déjà vu, un incessante e annebbiante ripetizione che non
consente a Scottie di affrontare la
realtà fino al tentativo disperato
di saperne di più e che svelerà
una drammatica verità.
E SE NON FOSSE COSÍ?
Dopo lo schianto
della loro navicella
su un pianeta sconosciuto, apparentemente disabitato,
tre scienziati sono
costretti ad accettare una terribile realtà: le scimmie, dotate di un elevato quoziente di intelligenza, hanno preso il sopravvento su una specie
simile a quella umana, ma regredita allo stato primitivo, incapace
di esprimersi e di scrivere.
L’efferata violenza delle scimmie
non lascia spazio ad alcun tentativo di ribellione: trattati alla
stregua degli altri esseri primitivi, gli scienziati non hanno modo
di dimostrare la loro intelligenza
e vengono perciò fatti prigionieri
e brutalizzati. Sopravvissuto ai
suoi compagni, il comandante
Taylor riesce a fuggire e a raggiungere la costa: parzialmente
coperto dalla sabbia, in riva al
mare troneggia il busto della Statua della Libertà; solo allora Taylor realizza di trovarsi sulla Terra, dove una radiazione nucleare
ha annullato l’intelligenza umana
a favore delle scimmie.
Nella tetra brughiera inglese del
dopoguerra, Nicole Kidman interpreta magistralmente il ruolo
di Grace, una donna rimasta sola
con i suoi figli Nicholas e Anne,
dopo la perdita del marito. Per
proteggere i suoi
figli, affetti da una
grave malattia della pelle, Grace si
autoimpone una
vita
nell’ombra,
isolata dal mondo
e dalla vita, in un’atmosfera lugubre e spettrale. La personalità
della donna così autoritaria e rigida sembra nascondere, però,
risvolti imprevedibili, mentre
nella casa si aggirano strane presenze inspiegabili. In un crescendo di suspence e tensione, si assiste ad un inaspettato capovolgimento: i vivi sono solo spettri
evanescenti, gli spettri i nuovi
coinquilini della casa.
12
Federica Ottolini
Figlie di Mnemosine, la Memoria, le Muse sanno elargire i loro doni a chi sa riconoscerle e venerarle, come seppe fare Esiodo quando le vide sul Monte Elicona. Sarà, questa, una rubrica discontinua e capricciosa, in quanto non sempre le Muse ci regalano l’ispirazione per scrivere qualcosa
come invece è accaduto in questa occasione.
Vorrei volar e sulle ali del vento,
Così ch’io possa giunger sino a te, amor mio
Libero nell’ebrezza dell’innamoramento
Per rifuggir dal mio mortal desio
Oserei sfidar e il tempestoso mare
Sol il mio cuor a guidar e il mio agire
Prender a pugni la natura,
col mio amor naufragare,
Della mia sirena udire il canto, e poi morire
Ah, qual capriccio, quale inganno
Portasti amor e al mio buon cuore
Non sol la beffa, aggiunse il danno
Ella morì, io ancor m’affanno...
Manuel Fossati
www.illinguaggiosegretodeifiori.com
Sito legato alla pubblicazione di un libro appena edito e conteso dalle più grandi case editrici, il
dizionario dei fiori è una lunga sequenza di accostamenti a fiori noti e
meno noti dei loro significati più reconditi. Un ottimo strumento, quindi,
per chi volesse adoperare un fiore per comunicare qualcosa: perché i fiori, oltre alla bellezza visiva dei colori e quella olfattiva dei profumi, possono trasmettere molto di più.
sapere.virgilio.it/extra/012
Speciale realizzato in collaborazione con il Museo della scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, questo sito è in grado di fornirci molte curiosità e particolarità in merito a ciascuno dei nostri sensi, autentiche “tecnologie”
atte a consentirci la miglior interazione possibile tra noi e il mondo
esterno.
13
CURIOSITA’ DAL MONDO
Kafka, Oxford si aggiudica decine di lettere inedite dello scrittore
Saranno esposte nella prossima estate a Oxford decine di lettere inedite dello
scrittore ceco di lingua tedesca Franz Kafka. La gran parte sono indirizzate alla
sorella Ottla. Il carteggio finora sconosciuto è stato acquistato insieme dal Deutsches Literaturarchiv e dalla Bodleian Library dell'Università di Oxford. L'acquisizione ha impedito che le lettere venissero messe all'asta evitando il pericolo che
gli autografi finissero in mano a speculatori. Le lettere furono scritte dal settembre 1909 al gennaio 1924 e contengono numerose annotazioni anche intime.
Fonte: www.adnkronos.com
Bambini autonomi nella scelta dei libri
Sempre più autonomi nella scelta dei libri da comprare, bambini e adolescenti dai
5 ai 13 anni, influenzano anche i loro genitori, come dimostra una ricerca dell'Aie
su dati Doxa, presentata alla Fiera del Libro per ragazzi di Bologna in un incontro
organizzato da Piemme. Il 47% dei lettori 5-13 anni va in libreria per comprare
libri per sé o accompagnare i genitori. Il 19% acquista personalmente libri tra il
28% dei lettori assidui, cioé quelli che leggono più di tre libri all'anno. E anche i
libri comprati da adulti, in regalo, sono acquistati su indicazione dei ragazzi. I volumi che leggono gli italiani dai 14 ai 75 anni, secondo elaborazioni Aie su dati Osservatorio permanente contenuti digitali, vengono per il 33% dalla libreria di casa, per il 26% da regali e per il 20% da scambi e prestiti con amici. E soprattutto
fra i 14-19 anni lo scambio di libri è un elemento costante (24%).
Fonte: www.ansa.it
Un giorno all'anno per celebrare Dante, Firenze sceglie il 7 aprile
Da ''Un minuto per Dante'' a un'intera giornata da dedicare ogni anno al fiorentino
più famoso, al Sommo Poeta per definizione. Inevitabile la data: il 7 aprile, giorno in
cui, per tradizione, Dante si ritrova sprofondato nella ''selva oscura'' della vita, primi, metaforici versi della ''Divina Commedia''. E' questo il progetto dal titolo ''Il giorno di Dante'': ''Si tratterà di una grande manifestazione didattico-culturale
periodica'', ha spiegato l'assessore all'Educazione Rosa Maria Di Giorgi, ''con epicentro Firenze. Coinvolgeremo ragazzi, famiglie, insegnanti e cittadini, che in questi anni ha mostrato di apprezzare le iniziative di qualità. Si partirà dal 2012”.
Fonte: www.adnkronos.com
UN BAZAR...SPECIALE
Originariamente, fu Dustin Hoffman a dover interpretare il ruolo di Deckard, prima che fosse
scelto Harrison Ford.
Fonte: web.tiscalinet.it/silviodr
Sembra che la sequenza in cui Kim Novak si tuffa nel fiume, ne La donna che visse due volte,
Fonte: www.movieplayer.it
venne ripetuta più volte da Alfred Hitchcock solo per divertimento.
Uno studente tedesco è stato il primo a riprodurre in un modellino reale il mulino di Escher, in
cui l’acqua torna, zigzagando, verso l'origine risalendo un canale in salita. Fonte: www.lacuriosita.it
14
EVENTI IN BUSCATE
GIUGNO
2
Concerto del 2 Giugno
Concerto del corpo bandistico Santa Cecilia di Buscate dedicato
all’Unità d’Italia | Sala Angelo Lodi | Ore 16:30
4
Fiabe interculturali
Letture fiabe interculturali a cura dell’associazione Tangram, rivolto ai
ragazzi della scuola primaria
Sala Angelo Lodi | Ore 15:30 — 17:00
16
Apertura serale della biblioteca
Dalle ore 20.30 alle 22.30
19
Campagna Amica
Mercatino delle nostre cascine
Piazza San Mauro | dalle ore 9:00 alle ore 13:00
LUGLIO
7
Il Liberalibri: Mercatino serale di libri usati
Porticato presso la biblioteca comunale | Piazza della Filanda | dalle
ore 20:00 alle ore 23:00
7
Apertura serale della biblioteca
Dalle ore 20.30 alle 22.30
17
Campagna Amica
Mercatino delle nostre cascine
Piazza San Mauro | dalle ore 9:00 alle ore 13:00
21
Apertura serale della biblioteca
Dalle ore 20.30 alle 22.30
SETTEMBRE
1
Il Liberalibri: Mercatino
serale di libri usati
Porticato presso la biblioteca
comunale | Piazza della Filanda |
dalle ore 20:00 alle ore 23:00
18
Campagna Amica
Mercatino delle nostre cascine
Piazza San Mauro | dalle ore
9:00 alle ore 13:00
PROFEZIE PRESENTI EXPO 2015
Concorso d’arte rivolto ai giovani autori
di arti visive, avente come tema i cambiamenti che il territorio subirà in previsione di Milano EXPO 2015; il premio
si divide in quattro categorie: Pittura,
Scultura, Installazione, Video Arte.
Adesioni entro il 25 Settembre 2011
Informazioni e bando:
www.propileisnc.com
15
UN’ESTATE A TUTTA CULTURA
LEGNANO
Palio di Legnano
Giornata dedicata alla rievocazione storica della
battaglia di Legnano
29 Maggio:
Sfilata storica | ore 15:30 | Vie della città
Palio delle contrade | ore 17:00 | campo
sportivo “G.Mari”
www.paliodilegnano.it
Bibliobook 2011– seconda edizione
Incontri d’autore a Busto Arsizio e in Valle Olona
Dal 21 Maggio al 11 Giugno
www.respiralacultura.it/bibliobook
Festival Lago Maggiore
LetterAltura 2011
Dal 22 Giugno al 17 Luglio
www.letteraltura.it
MILANO
Andrei Tarkovskij: l'immagine dell'assoluto
la più completa mostra sul regista russo e una
rassegna cinematografica di copie nuove in
versione originale
Mostra:
Dal 13 Maggio al 12 Giugno | Spazio Oberdan
Rassegna cinematografica:
Dal 16 Maggio al 9 Giugno | Spazio Oberdan
www.provincia.milano.it
NOVARA
Novara Jazz Festival: Jam Sessions Gruppi
Giovani
Dal 27 Maggio al 5 Giugno | ore 22:00 | Birreria San Marco
Alberto Savinio. La commedia dell'arte
Una grande retrospettiva dedicata alla figura di
Alberto Savinio, fratello di Giorgio De Chirico.
Fino al 12 Giugno | Palazzo Reale
www.mostrasavinio.it
www.novarajazz.org
Curiosità a Novara
Mercatino oggetti antiquariato ed etnico
17 e 18 Giugno | dalle 08:00 alle 20:00 | Piazza Gramsci
www.comune.novara.it
Gli occhi di Caravaggio: Gli anni della formazione tra Venezia e Milano
Percorso artistico su ciò che Caravaggio vide e
assorbì come gusto e concezione della figura.
Fino al 3 Luglio | Museo Diocesano
www.occhidicaravaggio.it
CORBETTA
Concerto per il Premio del territorio
Corpo Filarmonico G. Donizetti
25 Giugno | ore 21:00 | Parco di Castellazzo
Venezia Jazz Festival
Dal 23 al 31 Luglio
www.venetojazz.com
www.bibliocorbetta.it
ULTIMA THULE
E’ il posto più lontano da ricercare, una sorta di miraggio o orizzonte irraggiungibile: ma lì bisogna giungere prima di
poter intraprendere il viaggio di ritorno. E’ dove speriamo vi abbiamo condotti con questi scritti: per accompagnarvi
indietro, vi lasciamo una storia.
"...tutti annuimmo attraverso la tavola lustra, che come una placida distesa d’acqua scura rifletteva i nostri visi scavati, grinzosi; i nostri visi segnati dallo sforzo, dalla delusione, dall’amore; i nostri occhi indeboliti che cercavan tuttora, cercavan sempre, cercavano qualcosa nella vita che mentre si aspetta già è
passato — trascorso invisibile in un sospiro, in un baleno — insieme alla gioventù, insieme alla forza, insieme al romanzo delle illusioni."
J. Conrad, Gioventù
16