Hangar Bicocca
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Hangar Bicocca
Il progetto Hangar Bicocca Il progetto Hangar Bicocca nasce con l’apertura all’arte contemporanea di un vasto stabilimento industriale appartenuto al Gruppo Ansaldo e dedicato alla produzione di bobine per i motori elettrici dei treni. Grazie alle sue particolari dimensioni (15.000 mq) e alle caratteristiche architettoniche di spazio industriale, Hangar Bicocca ha da subito suggerito la sua unicità e suggestività: completamente dipinto di blu scuro all’interno e all’esterno sigillato da una corazza di metallo color argento, con una visione sia longitudinale che verticale a perdita d’occhio, rappresenta un luogo eccellente per gli artisti che vengono catturati dallo spazio e stimolati a produrre lavori concepiti appositamente. Il primo passo verso la nuova destinazione dell’edificio è stato quello dunque di coinvolgere direttamente artisti di fama internazionale interessati a raccogliere la sfida di un progetto site-specific in dialogo con uno spazio così suggestivo e visivamente potente. Primo fra tutti Anselm Kiefer che a settembre 2004 ha realizzato la monumentale opera I Sette Palazzi Celesti nella navata principale dell’Hangar, oggi in esposizione permanente e divenuta oggetto di pellegrinaggio da parte degli amanti dell’arte contemporanea. Dal 2004 al 2008, l’attività dell’Hangar Bicocca si è articolata in una serie di mostre ed eventi di cui diamo conto nella scheda allegata, destinati a sperimentare le possibilità dello spazio e verificare la fattibilità del progetto, maturando nel frattempo la consapevolezza che l’unicità inizialmente suggerita andava con decisione confermandosi, sia per le scelte espositive sia per il potenziale sviluppo del luogo. Il quartiere Bicocca Nella storia recente, il quartiere Bicocca è stato il cuore di quell’area industriale che si è rapidamente costituita ai primi del Novecento e che per molti decenni ha rappresentato il simbolo dell’industrializzazione lombarda. Falck, Pirelli, ma anche Ansaldo e Campari avevano tutte in quest’area la sede dei loro estesi stabilimenti industriali. A partire dalla fine degli anni Settanta, in seguito soprattutto alla riorganizzazione dei grandi gruppi a livello internazionale, si assiste ad un progressivo disimpegno dell’industria dalle aree urbane del nostro Paese dove si erano fino ad allora concentrate. Il Progetto Bicocca è così nato a metà degli anni ‘80 con l’obiettivo di riqualificare l’area industriale del quartiere, restituendola al tessuto urbano milanese e trasformandola in un nuovo polo della città. L’operazione, che interessa una superficie di 960.000 mq, è il più grande intervento di trasformazione urbanistica in Italia e in Europa è secondo solo a quello di Berlino. Il progetto di riqualificazione ha da subito privilegiato un aspetto multifunzionale portando a un’integrazione tra realtà culturali, economiche e sociali diverse: dalla fondamentale presenza dell’Università degli Studi Milano – Bicocca con oltre 45.000 studenti, al Teatro degli Arcimboldi, dal Cinema Multisala e dai diversi centri di ricerca (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Laboratori Tecnologici Avanzati di Ricerca dell’Università) alle sedi di grandi società multinazionali (Hachette-Rusconi, Deutsche Bank, Pirelli, Siemens).
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