Pellicole per riflettere
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Pellicole per riflettere
Spettacoli 34 Sabato, 15 settembre 2012 ✎ il telecomando | Cineforum La mia via è uno zoo Domenica 16. A sua immagine, Rai1, 10,30. Callas forever, Iris 16.50. Film. Un atto d’amore per la famosa cantante lirica. Rain man, C5, 14,10. Film drammatico sul mondo dell’autismo con D. Hoffman da oscar. Monachesimo, Tv2000, 20.30. Tra solitudine e comunione. Prix Italia, Rai5, 20.30. Concerto d’apertura. Lucarelli racconta, Rai3, 21.00. Giornalisti nel mirino. Cesare Mori il prefetto di ferro, Rai1, 21.20. Miniserie 1° parte. Gomorra, Rai3, 23.10. Film drammatico e di denuncia. Speciale Tg1, Rai1, 23.20. Attualità. Lunedì 17. Posse la leggenda di Jessie Lee, Rai movie , 19,25. Film western. Cesare Mori il prefetto di ferro, Rai1, 21.20. Miniserie 2° parte. Cadfael-i misteri dell’abbazia, Tv2000, 21.25. Un monaco investigatore in pieno medioevo. Tutti i giorni fino a venerdì. L’infedele, La7, 21.10. Programma d’attualità. Il viaggio di Cameron Crowe (USA 2011) I l 18-19 settembre per il prologo al Cineforum sarà proiettato all’Astra di Como il film “La mia vita è uno zoo”. Benjamin Mee,è uno scrittore di avventure e giornalista di un quotidiano di Los Angeles; è rimasto vedovo con due figli e deve affrontare le difficoltà di crescerli. Augurandosi che un nuovo inizio e una vita diversa possano ravvivare lo spirito familiare, Mee lascia il lavoro e compra una vecchia casa di campagna con sette ettari di terreno fuori città; nel pacchetto è incluso uno straordinario atout: uno zoo chiamato Rosemoor Animal Park, in cui vivono dozzine di animali, curati dalla responsabile del parco Kelly Foster (Scarlett Johansson) e da un team di custodi scrupolosi. Benjamin, che ha poca esperienza, poco tempo e pochissimi soldi, decide di riaprire lo zoo, con l’aiuto della famiglia e della comunità locale. Ora non deve più scrivere una storia d’avventura, la deve vivere in prima persona... e proprio nel giardino dietro casa. All’Astra di Como il 18 settembre alle ore 15.30 e 21.00 e il 19 settembre alle 15.30 di Tiziano Raffaini Rai3, 21.05. Pippo Baudo ci porta in Puglia. Gioventù all’ombra della svastica, Rai storia 21.00. Doc. Delitto perfetto, C5, 23.30. Remake riuscito del giallo di Hitchcock. Martedì 18. Il commissario Nardone, Rai1, 21.05. Fiction. Retun to me, La7, 21.10. Commedia con Minnie Driver. Le ali della libertà, R4, 21.10. Ottimo film drammatico con due attori splendidi. Le basiliche di Roma, Tv2000, 23.00. San Paolo fuori le mura. Mercoledì 19. Per tutta la vita, Rai1, 21.10. Varietà con F. Frizzi. Viaggio d’estate, Rai movie 19,30. Una divertente rilettura degli anni ’50 . Colpevole d’innocenza, R4,21.10. Ottimo thriller con A. Judd e T. Le Jones. Se stasera sono qui, La7, 21.10. Varietà con Teresa Mannino. La terra vista dal cielo, Rai5, 22.15. Documentario Giovedì 20. Il commissario Nardone, Rai1, 21.05. Fiction. 007 il mondo non basta, Rai3, 21.05. Film con P. Brosnan. Speciale Mia Martini, Rai storia 21,00. C’era una volta, Rai3, 24.00. Doc. sul turismo sessuale nel sud est asiatico. Intervista su Dio, Tv2000, 21,25. Intervista con card. Ruini. Cadfael - i misteri dell’abbazia, Tv2000, 22.25. Fiction. Venerdì 21. 20 sigarette, Rai3, 21.05. L’attentato a Nassiriya visto con gli occhi dell’unico civile sopravvissuto. Un film da vedere. Voyager, Rai2, 2,05. La storia di un soldato inglese che entra ad Auschwitz. Grandi santuari d’Europa, Tv2000, 23.00. Braga. Sabato 22. Sulla via di Damasco, Rai2, 10,15. Rubrica religiosa. Tv talk, Rai3, 14,55. Attualtà sulla tv. Eragon, It1, 19,10. Film fantasy ben fatto. Dragon trainer, It1, 21,10. Film d’animazione per famiglie. 007 la morte può attendere, Rai3, 21.05. Film di spionaggio. Il principe delle maree, La7d, 21.10. Film drammatico ben recitato. Mostra del Cinema di Venezia. A colloquio con mons. Darlo Edoardo Viganò “ P ietà” di Kim Ki-duk ha vinto il Leone d’oro alla 69ª Mostra del cinema di Venezia. La Giuria internazionale ha deciso poi di assegnare il Leone d’argento per la migliore regia a “The Master” di Paul Thomas Anderson, il Premio speciale della giuria a “Paradies: Glaube” di Ulrich Seidl, la Coppa Volpi per il miglior attore a Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix nel film “The Master” di Anderson, la Coppa Volpi per la migliore attrice a Hadas Yaron nel film “Lemale Et Ha’Chalal” di Rama Bursthein. Fabrizio Falco, nel film “Bella Addormentata” di Marco Bellocchio e nel film “È stato il figlio” di Daniele Ciprì, ha ottenuto il “Premio Marcello Mastroianni”, assegnato ogni anno all’attore o all’attrice emergente. Delusione, dunque, per il cinema italiano che è rimasto fuori dai premi principali. Abbiamo chiesto un commento a mons. Dario Edoardo Viganò, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo (Eds). Qual è il suo commento per questa edizione della Mostra del cinema? “Mai un’edizione, come quella di quest’anno guidata dal ritorno di Alberto Barbera, si è presentata come sismografo della società italiana: sobrietà nella gestione e grande ricerca nella qualità delle proposte. Da segnalare l’innovazione tecnologica legata alla Rete che, creando una sala virtuale, ha permesso a molte persone la visione dei film della ‘Sezione Orizzonti’. Inoltre l’avvio di altri due progetti qualificanti: anzitutto la ‘Biennale College – Cinema’, C ’è un filo rosso che collega le pellicole viste alla 69° edizione del Festival del Cinema di Venezia. Questo filo comune riguarda il tema della religione, della fede, del rapporto con la spiritualità. Un segnale interessante che pellicole che provengono da tutto il mondo siano attraversate da questa tematica e si sforzino di sviscerarla, ognuno a proprio modo e con il proprio stile. Anche se, spesso, queste pellicole da Festival affrontano una materia così delicata e importante con prese di posizione ideologiche ben precise e il più delle volte critiche. In concorso si sono visti “The Master” di Paul T. Anderson e “Paradise: Faith” di Ulrich Seidl che, con linguaggi differenti, hanno però affrontato lo stesso soggetto: quando la fede diventa fanatismo. Il primo film è americano, girato nel formato Pellicole per riflettere laboratorio di alta formazione aperto ai giovani filmmakers. Secondo aspetto di novità: il nuovo ‘Light Market’, ovvero il ritorno del mercato al Lido che permette a Venezia di essere competitiva con realtà come Cannes o Toronto”. Cosa ne pensa dei film in concorso? E del vincitore, in particolare? “Certamente il concorso ha saputo selezionare una serie di opere di qualità, con una significativa presenza di maestri del cinema. Penso, ad esempio, a Malick, Redford, De Palma, Ki-duk, Bellocchio, senza dimenticare i territori della ricerca e del documentario e, quello più difficile, della scoperta di nuovi autori. Per quanto riguarda il film vincitore, l’opera di Kim Ki-duk, “Pietà”, è stata la più applaudita tra quelle in concorso. Il messaggio, seppure molto forte e positivo, che si snoda in un racconto di pentimento e di riconciliazione, non eguaglia però le vette poetiche cui ci aveva abituati in precedenza, come ad esempio in ‘Ferro 3’”. Qual è il suo giudizio sugli altri premi? “Oltre al già citato e meritato Leone d’oro a ‘Pietà’ di Kim Ki-duk, dispiace non vedere alcun film nostrano tra i premi maggiori, così come l’esclusione di talentuosi autori come ✎ commento | Mendoza. Comunque sia, il verdetto della Giuria ha meritatamente riconosciuto anche la qualità di ‘The Master’ di Paul Thomas Anderson e del film di Daniele Ciprì ‘È stato il figlio’”. L’Italia è rimasta a mani vuote. Un brutto segnale per il nostro cinema? “Andrei oltre l’equazione ‘premio uguale qualità’. Certamente una Giuria individua opere facendo leva su criteri formali e, soprattutto, sulla forza comunicativa di valori e idee sovranazionali. I nostri film, di ottima qualità, patiscono probabilmente di un ancoraggio marcato alla piccola penisola italiana”. Con quale spirito era presente a Venezia la Fondazione Eds? “Tra i molti appuntamenti, due sono stati particolarmente intensi. Anzitutto il ricordo del card. Carlo Maria Martini. Alla presenza del presidente e del direttore della Mostra, l’evento ha coinvolto le comunità protestanti e numerosi attori, attrici e registi. L’altro appuntamento è stato la consegna del Premio Robert Bresson al maestro del cinema britannico Ken Loach. Per il regista, e per noi, il cinema può ancora cambiare il mondo: può entrare in fabbrica e nelle periferie, nella marginalità e nella disperazione, per uscirne più forte e consapevole. Un Premio, come ha sottolineato il patriarca mons. Francesco Moraglia, che mostra come ‘in una società e in una cultura che fatica sempre di più ad allargare gli spazi della ragione il potente mezzo del cinema può aiutarci a riflettere’”. di Paola Dalla Torre C’è un filo rosso nella Laguna Religione, fede e spiritualità al Festival di Venezia panoramico 70 millimetri, con grandi movimenti di macchina e grandi attori, e racconta il legame che nasce tra un reduce nell’America anni 50 e un brillante predicatore che fonda una sua personale setta, devota a un suo personale culto. Storia che si dice sia ispirata a Rob Hubburd, l’inventore di Dyanetics, la “Bibbia” della moderna Scientology. Il secondo film è austriaco, girato con la macchina da presa che spesso è fissa nelle sue inquadrature e con attori sconosciuti, e racconta la devozione che sfocia nel fanatismo di una donna che vuole convertire tutti alla parola di Cristo. Un film che ha suscitato polemiche per alcune inutili scene, volutamente provocatorie. Le due pellicole, dunque, se pur distanti come stile cinematografico, sono accomunate da uno stesso sentimento: quello del voler denunciare il rischio del fanatismo religioso e della manipolazione cui può portare seguire determinati credo. Non interessa il perché della ricerca da parte delle persone di una fede che possa dare senso alle proprie vite, bensì si denuncia il “marcio” che possono portare con sé. Una presa di posizione ideologica ben precisa e fortemente critica, dunque. Presa di posizione che non è mancata, come c’era da aspettarsi, nel film di Marco Bellocchio “La bella addormentata”, che è stato presentato nel Concorso ufficiale e racconta il recente caso legato a Eluana Englaro e a tutto il dibattito sull’eutanasia. Un altro autore che parla nel suo film di fede o più che altro di spiritualità è Terrence Malick, che dopo “The Tree of Life” continua la sua dissertazione VINCENZO CORRADO filosofica in immagini sul senso della vita, sull’esistenza dopo la morte, sul miracolo della natura e dell’amore. “To the wonder” continua sulla strada della precedente pellicola del regista americano e adotta sempre uno stile visivo e poetico e nient’affatto narrativo; come il precedente film ha il potere di spaccare il pubblico: c’è chi lo ha apprezzato e lo considera già un capolavoro, chi invece lo ha rifiutato e pensa sia un insieme eterogeneo e sconnesso di temi non ben esposti. Un film comunque che fa riflettere e, a differenza degli altri di cui si è parlato, non considera la spiritualità come un qualcosa di negativo, subito pronta a trasformarsi in fanatismo, bensì la considera il senso della nostra esistenza. Certo, anche in Malick questa spiritualità si veste un po’ di animismo New Age, ma è comunque il segno di una ricerca sincera e soprattutto non ideologicamente condizionata.
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