Consegna. INSERENDOLO OPPORTUNATAMENTE NEL TEMPO

Transcript

Consegna. INSERENDOLO OPPORTUNATAMENTE NEL TEMPO
Consegna. INSERENDOLO OPPORTUNATAMENTE NEL TEMPO STORICO E
NELLA CORRENTE CULTURALE DI SUA PERTINENZA, ILLUSTRA LA
POETICA DI UN AUTORE DELL'ERMETISMO A TUA SCELTA, ANCHE CON
OPPORTUNE CITAZIONI DELLE SUE POESIE. (A cura di Gabriele, 3C).
Con il termine Ermetismo non si parla di una vera e propria corrente letteraria
del Novecento, ma di un atteggiamento, assunto da un gruppo di poeti, che si
ebbe in Italia tra le due guerre mondiali. Questa corrente letteraria porta
innovazioni sia sul piano linguistico sia sul piano stilistico.
La caratteristica più nota dell’Ermetismo è la forte riduzione all’essenziale, che
abolisce la punteggiatura e propone componimenti poetici notevolmente sintetici
e brevi, talvolta anche di soli due o tre versi. I temi più frequenti affrontati dagli
ermetici sono la solitudine e l’estraneità dell’uomo di fronte agli avvenimenti
storici come la guerra.
Proprio da questa caratteristica deriva il termine “ermetismo”: infatti il dio Ermes
era il dio delle scienze occulte e misteriose e proprio per questo il critico
Francesco Flora, in uno scritto del 1936 (“La poesia ermetica”) usò tale termine
per la prima in modo dispregiativo, ritenendo simili componimenti “ermetici”,
ossia chiusi, oscuri, misteriosi e di difficile interpretazione. L’ autore che si
potrebbe definire l’inventore della poesia ermetica è Giuseppe Ungaretti. Egli
nasce da una famiglia di emigranti italiani nel 1888 ad Alessandria d’Egitto e
proprio in questo luogo si forma la sua cultura.
Nel 1912 si trasferisce a Parigi dove viene a contatto con i personaggi e le
tendenze dell’epoca. Si arruola come volontario nella prima guerra mondiale,
avendo della guerra un’idea nobile e ideale, ma si può vedere dai testi che
compone in questo periodo come il suo pensiero cambi a contatto con la realtà
della guerra, la sua brutalità ed inumanità, come ci comunicano le brevi poesie
scritte al fronte, ad esempio “Soldati”, che viene scritta verso la fine della guerra
e recita: ”Si sta / come d’autunno / sugli alberi / le foglie”. In tale
componimento, Ungaretti paragona i soldati alle foglie che cadono: gli uni al
fronte e le altre per terra, durante l’autunno, senza che tale processo possa
essere fermato. Un’altra poesia ricca di significato è “Veglia” in cui parla di un
compagno che muore, dopo essere stato ferito, descrivendo la sua agonia (con
parole molto crude) che nemmeno lui, costretto in trincea accanto all’amico, può
evitare, perché c’è la luna piena e nella guerra di posizione ogni movimento
potrebbe essere l’ultimo; di fronte a tale desolante spettacolo, tuttavia, l’Autore
afferma di sentirsi ancora di più attaccato alla vita. Le poesie in questa fase
saranno raccolte in una collezione dal titolo significativo di “L’allegria” (1931).
Negli anni Trenta e a contatto con una nuova cultura italiana, il poeta evolve la
sua poetica e ne sviluppa una nuova, sia nella forma, con un ritorno alla
punteggiatura e alla metrica, sia nei contenuti, affrontando temi più generali e
mostrando un maggiore distacco dalla realtà: tali composizioni sono raccolte in
“Sentimento del tempo” (1933).
Dal 1936 al 1942 Ungaretti si trasferisce a San Paolo, dove insegna all’Università
come professore di letteratura italiana; qui gli muore il figlioletto di nove anni.
Poi ritorna in Italia e vive gli anni più cupi della seconda guerra mondiale. Queste
due diverse esperienze, che cerca di rielaborare nel tempo, lo conducono ad una
terza fase poetica in cui lo stile è ormai lontano dall’Ermetismo e nei contenuti è
presente soprattutto il tema della sofferenza (non a caso la raccolta che unisce i
testi di questo periodo si chiama “Il dolore”, 1947), che lega l’Autore ad una
dimensione universale, con un ritorno ad una forma di religiosità che aveva
abbandonato da giovane, ma che stava progressivamente riacquistando (come
possiamo constatare dalla poesia “La madre”, pure scritta precedentemente).
Ungaretti muore a Milano nel 1970, lasciandoci in eredità testi universali di
grande valore.