Parrocchia: una Chiesa Missionaria
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Parrocchia: una Chiesa Missionaria
v ita n ostra Periodico Novembre 2013 Giornale Parrocchiale della comunità S. Stefano - Bedizzole Parrocchia: una Chiesa Missionaria orario S. Messe FESTIVI in Parrocchia: Messa festiva della Vigilia Sabato ore 18,30 DOMENICA ore 8 - 10 - 11,15 ore 18,15 Vespro e S. Messa nelle contrade: ore 7,30 Suore Canossiane ore 8,30 Frazioni ore 9,00 Casa di Riposo ore 9,30 Pontenove ore 16,30 Santuario di Masciaga sommario La Parola del Parroco 3 FERIALI in Parrocchia: ore 8.30 - 18 Rosario e S. Messa nelle contrade: ore 7,00 Suore Canossiane ore 9,00 Santuario di Masciaga ore16,00 Casa di Riposo CONFESSIONI Prima e dopo ogni celebrazione Sabato ore 17 - 19 Le celebrazioni dei Battesimi sono fissate solo la prima domenica di ogni mese. Vita della Chiesa Lab ... Oratorio La sepoltura dei defunti 4-5 Ogni Martedi ore 8.30: S. Messa e riflessione in parrocchia Biblia Pauperum 6-7 Ogni Domenica ore 18: Vespro - Breve catechesi - S. Messa Il Papa ai Catechisti 8-9 Ogni Lunedi 20.30: Lectio Divina in oratorio Beatificato Rolando Rivi 6-7 catechesi per adulti IN AVVENTO E QUARESIMA: Centri di Ascolto nelle Contrade Incontro per genitori dei bambini I.C.R.F. indirizzi utili PARROCCHIA Don Franco Dagani 030 674112 - cell. 339 6924826 ORATORIO Don Vincenzo Arici 030 674842 - cell. 328 2866104 SANTUARIO di MASCIAGA Don Roberto Soncina 030 6870706 - cell. 338 2722653 ISTITUTO MISSIONARI DELLA CONSOLATA 030674041 ISTITUTO SUORE CANOSSIANE 030 674000 COMUNITÀ BACHITA INFERMERIA 030 6871419 SCUOLA DELL’ INFANZIA S. FAMIGLIA 030 674025 SCUOLA STATALE 030 674568 SCUOLA DELL’ INFANZIA A. VOLPI 030 674375 PARROCCHIA S. VITO 030 674524 CASA DI SOGGIORNO PER ANZIANI 030 674213 PALAZZO MUNICIPALE 030 6872711 CARABINIERI 030 674222 POLIZIA LOCALE 030 6872925 Vita dell’Oratorio Vita della Parrocchia I Consigli Pastorali 9 Parrocchia in ritiro 9 Occasioni per crescere la fede 11 Famiglia luogo di missione 15 - 16 12 - 13 Incontri Catechisti 13 Programma Anno Catechistico 14 Vita della Comunità Pellegrini in Grecia 22 Viaggio Slovenia Croazia Bosnia 22 Festa Momangione 23 Dalla Casa di Soggiorno per Anziani 23 - 24 Vita Culturale a Bedizzole 25 - 26 Gemellaggio Italia - Francia 26 Monumento al Carabiniere 27 Il mio Paese: tutti contro tutti? 27 conosci e segui la Vita della tua Parrocchia La missione educativa ... Radio: 94,00 Mhz collegata con E.C.Z. Sito: www.parrocchiadibedizzole.it e-mail: [email protected] Re Artù - Scuola Canossiane 18 - 19 C.S.I. - Un calcio speciale 28 Accoglienza - Scuola S. Famiglia 20 - 21 Un paese di sportivi 29 Festa d’Autunno - Scuola A. Volpi 21 Un aiuto alle parrocchie 30 Grazie per la Generosità 30 Anagrafe Parrocchiale 31 redazione Editore e Redattore: Don Franco Dagani Direttore Responsabile: Don Adriano Bianchi In redazione: Don Franco Dagani Don Roberto Soncina - Don Vincenzo Arici Raffaella Berardi - Giovanni De Marco Carlo Bresciani - Vittorio Boniotti Realizzazione:TIPOLITOGRAFIA BERARDI Bedizzole 17 Costo € 3,00 a copia. Disponibile con offerta libera. In copertina: Quattro momenti vissuti dalla Comunità La Parola del Parroco UNA PARROCCHIA MISSIONARIA Carissimi, Anno della Missione in questo Anno Pastorale il Vescovo Luciano invita le parrocchie a diventare “Chiese missionarie”. È chiarissimo questo suo invito nella sua IVa lettera alla diocesi. Pur non trascurando la sua attenzione ai paesi lontani ogni parrocchia deve mettersi in “stato di missione”. Lo impongono i radicali cambiamenti avvenuti in questi ultimi anni. I cristiani stanno diventando una minoranza, la realtà culturaleeconomica-sociale-familiare è profondamente mutata. Non si può più vivere di illusioni, le tradizioni religiose non reggono più, molti riti molte celebrazioni non dicono più nulla alle nuove generazioni. Tanti genitori non si pongono più il problema di far battezzare i figli. Rimpiangere il passato non serve, occorre il coraggio di aprire gli occhi sui mutamenti che stanno avvenendo, non bisogna perdere la fiducia e avere la certezza che a guidare la chiesa è lo Spirito Santo. Proprio perché ogni parrocchia deve mettersi in “stato di missione”, il Vescovo suggerisce di riprendere l’iniziativa delle Missioni al Popolo. ”Chiedo che almeno ogni dieci anni ciascuna Unità Pastorale programmi una Missione Popolare. L’essenziale è che nel corso della Missione l’annuncio del Vangelo giunga a tutti coloro che abitano nel territorio: sarà un annuncio positivo centrato sull’amore e la misericordia di Dio”. Avendo vissuto l’esperienza delle Missioni a San Zeno Naviglio e avendone constatato i risultati, esse restano un mio forte desiderio anche per la nostra parrocchia di Santo Stefano. Nella sua IVa lettera il Vescovo suggerisce pure di intraprendere i Cammini Catecumenali che aiutino a rifondare la fede e a riscoprire il valore dei sacramenti. Chiede Mons Monari di dar vita a “scuole di preghiera”, a corsi di Esercizi Spirituali, a momenti forti di spiritualità che aiutino i cristiani a prendere coscienza delle loro responsabilità. Una pastorale stanca, devozionale, attenta solo ai vicini non regge più, fatta solo per salvare il salvabile non è più concepibile. È necessario andare, uscire, prendere iniziative, farci sentire. Oggi è richiesta una testimonianza convinta, sincera, decisa, gioiosa. Un cristiano triste non affascina, un cristiano con il muso lungo è scostante, un cristiano poco credibile scandalizza. Monari termina la sua lettera pastorale dicendoci che “se vogliamo che la Chiesa diventi missionaria, devono diventare missionari tutti i credenti”. Essere missionari vuol dire far vedere la propria fede, far capire quanto essa arricchisce, dialogare e confrontarsi con tutti, non arrendersi, essere sale che dà sapore, essere luce che illumina, essere fermento che fa lievitare……… “Essere missionari” vuol dire vivere in pienezza la propria scelta battesimale. Cominciamo a fare piccoli passi perché la chiesa di Bedizzole viva il suo mandato missionario. Don Franco v ita n ostra 3 Vita della Chiesa LA CHIESA HA SEMPRE PRIVILEGIATO LA SEPOLTURA DEL CORPO DEI DEFUNTI La Chiesa cattolica ha sempre preferito la sepoltura del corpo dei defunti come forma più idonea a esprimere la pietà dei fedeli verso coloro che sono passati da questo mondo al Padre, e a favorire il ricordo e la preghiera di suffragio da parte di familiari e amici. Attraverso la pratica della sepoltura nei cimiteri, la comunità cristiana – facendo memoria della morte, sepoltura e risurrezione del Signore – onora il corpo del cristiano, diventato nel Battesimo tempio dello Spirito Santo e destinato alla risurrezione. Simboli, riti e luoghi della sepoltura esprimono dunque la cura e il rispetto dei cristiani per i defunti e soprattutto la fede nella risurrezione dei corpi. Tuttavia, in assenza di motivazioni contrarie alla fede, la Chiesa non si oppone alla cremazione e accompagna tale scelta con apposite indicazioni liturgiche e pastorali. La prassi di spargere le ceneri in natura, oppure di conservarle in luoghi diversi dal cimitero, come, ad esempio, nelle abitazioni private, solleva non poche domande e perplessità. La Chiesa ha molti motivi per essere contraria a simili scelte, che possono sottintendere concezioni panteistiche o naturalistiche. Soprattutto nel caso di spargimento delle ceneri o di 4 v ita n ostra sepolture anonime si impedisce la possibilità di esprimere con riferimento a un luogo preciso il dolore personale e comunitario. Inoltre si rende più difficile il ricordo dei morti, estinguendolo anzitempo. Per le generazioni successive la vita di coloro che le hanno precedute scompare senza lasciare tracce. Con la morte, separazione dell’anima dal corpo, questo cade nella corruzione, mentre l’anima va incontro a Dio, pur restando in attesa di essere riunita al suo corpo glorificato. Dio nella sua onnipotenza restituirà definitivamente la vita incorruttibile ai corpi riunendoli alle anime, in forza della risurrezione di Gesù. Divenuto “tempio dello Spirito Santo” attraverso il Battesimo anche il corpo inanimato conserva una sua dignità. I gesti di rispetto e di pietà riservati alla salma di Gesù dopo la sua morte e al momento della sepoltura hanno ispirato lungo i secoli il comportamento dei cristiani nei confronti dei defunti. Il lutto ha sempre comportato segni e precise forme espressive. I riti funebri, mentre esprimono il congedo rituale della persona amata, aiutano parenti e conoscenti ad affrontare ed elaborare i loro sentimenti. Essi, inoltre, indicano sempre il fine della vita al quale la persona defunta si è avvicinata. Fin dai primi secoli le tombe degli apostoli e dei martiri sono state contrassegnate con i nomi e i simboli della memoria o della risurrezione. I cimiteri divennero luoghi di culto e di pellegrinaggio, espressione positiva della memoria e del riconoscimento della dignità personale dei defunti, luoghi di annuncio della speranza cristiana nella risurrezione. Mantenere viva la memoria dei defunti e ricordarsi di loro è per le persone in lutto una consolazione e un aiuto. La potenza della risurrezione oltrepassa ogni limite umano e non è ostacolata dalle modalità di sepoltura. Tuttavia, non solo la celebrazione delle esequie, ma anche le forme di sepoltura e gli stessi cimiteri devono testimoniare la fede in Dio e la speranza nella risurrezione. INDICAZIONI PASTORALI 1. La Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti. La Chiesa permette la cremazione se tale scelta non mette in dubbio la fede nella risurrezione. Vita della Chiesa 2. Il fedele che abbia scelto la cremazione del proprio corpo, nello spirito di cui sopra, ha diritto alle esequie ecclesiastiche, nei limiti previsti dalla legislazione ecclesiastica e dai riti liturgici approvati. 3. La celebrazione liturgica delle esequie preceda la cremazione. I riti, nella Messa o nella Liturgia della Parola, sono i medesimi previsti per il caso della sepoltura. Si ponga però attenzione a scegliere i testi liturgici più adatti a questa particolare situazione. di benedizione del sepolcro al momento della deposizione dell’urna con le ceneri. In caso contrario siano i familiari o gli amici ad accompagnare questo ultimo atto con la preghiera cristiana. 7. Qualora, eccezionamente, accada che la cremazione preceda le esequie e queste vengano richieste con la presenza dell’urna cineraria, ci si attenga alle indicazioni del Vescovo diocesano. 4. Eccezionalmente “ i riti previsti nella cappella del cimitero o presso la tomba si possono svolgere nella stessa sala crematoria”. In questo caso il sacerdote o il diacono utilizzino il rito previsto evitando ogni pericolo di scandalo, di indifferentismo religioso o l’introdursi di consuetudini estranee ai valori della tradizione cristiana. 5. Anche nel caso della cremazione, dopo le esequie il sacerdote, il diacono o il laico incaricato accompagnino il feretro al luogo indicato, se ciò è possibile ed è consuetudine. Qualora la cremazione debba essere differita, si può omettere l’accompagnamento. 6. La cremazione si ritiene conclusa solo al momento della deposizione dell’urna nel cimitero. Pertanto, se i familiari lo desiderano e ciò è possibile, il sacerdote, il diacono o il laico incaricato si rendano disponibili per la preghiera v ita n ostra 5 Vita della Chiesa BIBLIA PAUPERUM catechesi con l’arte “Signore” disse don Camillo cadendo in ginocchio “eccomi davanti a voi per pagare i miei peccati”. Si udì la voce del Cristo, una voce che si spandeva in tutto l’universo: “Siano rimessi tutti i peccati a chi ha saputo conservare puro il suo cuore. Alzati e vieni, don Camillo”. Don Camillo si levò e fece per avviarsi ma, subito, si fermò: “Signore, e lui?” domandò indicando Peppone che rimaneva immobile a capo chino. “Egli è stato strumento del demonio e la sua meta non è questa” spiegò la voce del Cristo. “Signore, non l’ha fatto per cattiveria” replicò don Camillo. “E’ un povero cretino vittima della propaganda”. “Lo so, don Camillo: per questo non gli è stato assegnato l’Inferno ma il Purgatorio”. “Signore” implorò don Camillo “io non posso lasciarlo solo. Concedetemi di fargli compagnia in Purgatorio. L’aiuterò ad espiare”. Peppone si buttò in ginocchio: “Signore” gemette “non aggravate la mia pena! Con lui alle costole, il Purgatorio diventerà un Inferno, per me!”. “Anche questo è vero” rispose la voce del Cristo. Assieme a lui il Paradiso diventerà per te un Purgatorio. Levati e vieni anche tu: la misericordia di Dio è grande…” Il caro Giovannino Guareschi mi presta il fianco, con questo suo racconto, per riprendere il percorso di catechesi con l’arte riproponendo i famigerati articoli della “Biblia Pauperum”. Il ricorso all’umorismo guareschiano mi è sembrato particolarmente utile nell’affrontare questo mio 6 v ita n ostra di DonArVi nuovo attentato alla grammatica italiana. Il mese di novembre, tradizionalmente riservato alla preghiera per i defunti, e la tela che fa da pala all’altare del Suffragio (quello collocato tra le due porte che immettono nel coretto) ci presentano il delicato tema della realtà del PURGATORIO. E qui mi sono subito reso conto della difficoltà di stendere uno scritto che avesse il pregio, se non della precisione, almeno della chiarezza circa la verità di fede che si vuole esporre. Infatti l’opera d’arte in questione rappresenta la visione popolare del Purgatorio che non è perfettamente corrispondente alla visione teologica dello stesso. Cercherò, per quanto mi sarà possibile, di fare sintesi tra quello che i nostri boni homines di Bedizzole hanno voluto esprimere commissionando tale opera, e quello che invece ci dice la nostra fede. Il Catechismo è molto parco sull’argomento, e al numero 1030 afferma: “Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo”. E aggiunge “La Chiesa chiama Purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt’altra cosa dal castigo dei dannati” (CCC, 1031). Ed eccoci davanti alla criticità annunciata: Francesco Maggioni l’autore della bella tela, a fronte di questa definizione ci offre invece la drammatica visione delle anime purganti immerse nelle fiamme, non diversamente da come, nel coretto, erano stati rappresentati i dannati nell’inferno. Insomma: per i cristiani del XVIII secolo (solo per loro?) sia nell’inferno che nel purgatorio le anime patiscono la terribile pena del fuoco! Ma è davvero possibile che il purgatorio non sia altro che una copia dell’inferno con l’unica consolazione che il primo ha un termine cosa che invece non avviene per il secondo? Ovviamente no! E per capirlo basterebbe osservare con attenzione uno dei saggi di bravura della tela, ovvero quello strepitoso panneggio rosso tenuto dall’angelo che sta portando in cielo una delle anime. Quel manto rappresenta visivamente quale sia il “carburante” che alimenta le fiamme del purgatorio: l’amore di Cristo per l’uomo. “Hoc Fecit Amor” si legge appena al di sotto della pala su tre cartelle lignee, cioè “Questo è opera dell’Amore”. Sono illuminanti, allora, le parole di Benedetto XVI: “Il fuoco che brucia e insieme salva è Cristo stesso, il Giudice e il Salvatore. Davanti al suo sguardo si fonde ogni falsità. Il suo sguardo, il tocco del suo cuore ci risana mediante una trasformazione certamente dolorosa “come attraverso il fuoco”. Tuttavia è un dolore beato, in cui il potere del suo amore ci penetra come una fiamma, Vita della Chiesa consentendoci alla fine di essere totalmente noi stessi e con ciò totalmente con Dio. (Spe salvi, 47). Il purgatorio, quindi, come il processo nel quale l’uomo perfeziona l’opera di configurazione a Cristo iniziata su questa terra e interrotto con la morte. Ecco perché il pittore rappresenta l’anima sostenuta dall’angelo che, a braccia spalancate, guarda in atteggiamento di ringraziamento verso quel delizioso Gesù bambino benedicente, posto al vertice della scena, tra l’elegante figura di Maria e quella di Antonio di Padova che si china a baciare la divina manina. C’è tuttavia una presenza curiosa nell’opera; una presenza umana… in carne ed ossa, rappresentata come se non ci fosse distinzione tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Si tratta di quei tre personaggi raffigurati nell’angolo inferiore sinistro della tela. Sono ovviamente i committenti dell’opera stessa, cioè gli appartenenti alla Confraternita del Suffragio che si riunivano a pregare nel retrostante coretto (dopo aver spalancato le ante di quell’apertura che si vede tutt’ora dietro ai candelabri dell’altare). Gli abiti che indossano non lasciano dubbi circa la loro identità; ma quel bordone (il bastone tipico dei pellegrini) abbandonato in terra e quelle mani giunte ci suggeriscono anche un’altra interpretazione: essi rappresentano la Chiesa ancora pellegrina sulla terra che intercede con la sua preghiera a favore delle anime che si stanno purificando. Dice infatti il Catechismo: “Fin dai primi secoli la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, affinchè, purificati possano giungere alla visione beatifica di Dio”. (CCC, 1032). Ecco perché la tela è sostenuta dalla mensa dell’altare: c’è un vincolo tra noi battezzati ancora in vita sulla terra e i battezzati che vivono oltre la soglia della morte. È quella che viene chiamata “Comunione dei Santi” che si concretizza nella celebrazione della Messa e che viene rappresentata efficacemente nella pala da quella inesistente separazione tra le varie figure, come se tutte appartenessero allo stesso mondo. All’inizio del mese dedicato alla preghiera per i defunti rinnoviamo la nostra fede nella salvezza. Il discorso sul Purgatorio quindi, lungi dallo spaventare, diventa un inno alla speranza e nel medesimo tempo è anche un appello; un appello a crescere nell’amore di Dio già in questa vita. v ita n ostra 7 Vita della Chiesa Il Papa ai catechisti: “Siate testimoni del Vangelo, creativi, non codardi o statue da museo” Ripartire da Cristo, avere familiarità con Lui, imitarlo nell’uscire da sé, non avere paura di andare con Lui nelle periferie. E’ quanto Papa Francesco raccomanda ai circa duemila catechisti ricevuti nell’Aula Paolo VI e partecipanti al Congresso Internazionale sulla Catechesi organizzato in Vaticano. L’evento è promosso dal Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione in occasione dell’Anno della Fede. Aiutare i bambini, i ragazzi, i giovani, gli adulti a conoscere e amare sempre più il Signore - spiega Papa Francesco, autodefinendosi un “catechista”- è una delle avventure educative più belle, si costruisce la Chiesa: ma occorre “essere”, non “fare” i catechisti o “lavorare da catechisti”. Il Santo Padre cita Benedetto XVI: “la Chiesa non cresce per proselitismo, ciò che attrae è la testimonianza”, quindi ricorda le parole di Francesco d’Assisi: “predicate il Vangelo e se fosse necessario con le parole, ma prima con la testimonianza”. “La gente - aggiunge - legge il 8 v ita n ostra Vangelo nella vostra vita”. Per ripartire da Cristo bisogna avere familiarità con Lui, lasciarsi guardare da Lui, un cammino che dura tutta la vita: “Ma tu ti lasci guardare dal Signore? Lasciarci guardare dal Signore! Lui ci guarda e questa è una maniera di pregare. Ti lasci guardare dal Signore? ‘Ma come si fa?’. Guardi il Tabernacolo e lasciati guardare. E’ semplice! ‘E’ un po’ noioso, mi addormento.’. Addormentati! Addormentati! Lui ti guarderà lo stesso. Lui ti guarderà lo stesso. Ma sei sicuro che Lui ti guarda! E questo è molto più importante che il titolo di catechista: è parte dell’essere catechista”. Il Papa poi si rivolge a quei catechisti, padri o madri, i cui impegni di famiglia poco si conciliano con una vita contemplativa: “Capisco che per voi non è così semplice: specialmente per chi è sposato e ha figli, è difficile trovare un tempo lungo di calma. Ma, grazie a Dio, non è necessario fare tutti nello stesso modo; nella Chiesa c’è varietà di vocazioni e varietà di forme spirituali; l’importante è trovare il modo adatto per ‘stare con il Signore’; e questo si può, è possibile in ogni stato di vita”. Chi mette Cristo al centro della propria vita - spiega Papa Francesco - si decentra e si apre agli altri in un dinamismo d’amore, il cui movimento è simile al battito cardiaco: “Il cuore del catechista vive sempre questo movimento di ‘sistole-diastole’: unione con Gesù - incontro con l’altro. ‘Sistole-diastole’. Se manca uno di questi due movimenti non batte più, non vive”. Il Kerigma, ovvero l’annuncio della morte e resurrezione di Cristo, è un dono che genera missione, che spinge oltre se stessi: “Il catechista è cosciente che ha ricevuto un dono, il dono della fede e lo dà in dono agli altri. E questo è bello. E non se ne prende per sé la percentuale, eh? Tutto quello che riceve, lo dà! Questo non è un affare! Non è un affare! E’ puro dono: dono ricevuto e dono trasmesso”. Il Papa esorta a non aver paura di andare con Gesù alle periferie: cita l’esempio di Giona raccontato nell’Antico Testamento, spaventato dall’invito di Dio di andare a predicare nella città di Ninive, così al di fuori delle sue sicurezze, dei suoi schemi, alle periferie del suo mondo. Per essere fedeli esorta il Papa - occorre “saper cambiare”: “Se un catechista si lascia prendere dalla paura, è un codardo; se un catechista se Vita della Chiesa ne sta tranquillo finisce per essere una statua da museo; se un catechista è rigido diventa incartapecorito e sterile. Vi domando: qualcuno di voi vuole essere codardo, statua da museo o sterile?”... (risposta dei catechisti: “No!”) Tanta creatività e nessuna paura di uscire fuori dai propri schemi: questo caratterizza un catechista. Quando restiamo chiusi nei nostri schemi, nei nostri gruppi, nelle nostre parrocchie, nei nostri movimenti - spiega il Papa - ci succede quello che accade ad una persona chiusa nella propria stanza, ci ammaliamo: “Preferisco mille volte un catechista che abbia il coraggio di correre il rischio di uscire piuttosto che un catechista che studi, sappia tutto, ma sia chiuso sempre e ammalato. E alle volte è malato nella testa..”. La certezza che deve accompagnare ogni catechista - aggiunge Papa Francesco - è che Gesù cammina con noi, ci precede. “Quando pensiamo di andare lontano, in un’estrema periferia, Gesù è là: “Ma voi sapete una delle periferie I CONSIGLI PASTORALI don Franco. A sua volta don Vincenzo ha ripercorso velocemente il documento del Sinodo sulle Unità Pastorali. Vari gli interventi nei quali si è espressa la bellezza del camminare insieme,la necessità di mettere insieme le iniziative, la voglia di condividere i problemi. Sono state formulate alcune piccole proposte (incontri per catechisti, bollettino, liturgie, iniziative per giovani ed adolescenti). DELL’UNITÀ PASTORALE SI INCONTRANO A BEDIZZOLE Un incontro, quello dei Consigli Parrocchiali il 9 settembre, senza un nutrito ordine del giorno. Voluto semplicemente per conoscersi, guardarsi in faccia, provare a parlarsi, fissare un minimo di programma. Un accenno alla lettera pastorale del Vescovo l’ha fatto che mi fa male tanto, che sento dolore? E’ quella dei bambini che non sanno farsi il Segno della Croce. A Buenos Aires ci sono tanti bambini che non sanno farsi il Segno della Croce. Questa è una periferia, eh! Bisogna andare là! E Gesù è là, ti aspetta per aiutare quel bambino a farsi il Segno della Croce”. Pellegrinaggio alla tomba del Piamarta PARROCCHIA IN RITIRO Davvero intenso il pomeriggio che il C.P.P., i gruppi, gli animatori dei Centri di Ascolto hanno vissuto a S. Felice del Benaco il 29 settembre. I partecipanti non sono stati tantissimi, oltre una trentina, ma non è più il tempo dei grandi numeri. Preghiera, silenzio, adorazione, riflessione condivisione hanno caratterizzato le ore passate insieme. All’inizio dell’Anno Pastorale si è offerta a chi voleva la possibilità di una esperienza intensa di fede. A far da guida la lettera pastorale di Mons Monari “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Ci si è resi conto che non si può essere “cristiani senza essere missionari”. Il linguaggio nella condivisione è stato molto franco, non sono mancate critiche, varie le proposte. Tutti hanno sottolineato la necessità di pregare di più, di dare maggior spazio alla liturgia, di qualificare la carità. Una piccola cenetta ha favorito la condivisione e la reciproca conoscenza. Tutti hanno chiesto di ripetere più volte l’esperienza. Il Segretario v ita n ostra 9 Vita della Chiesa BEATIFICATO A MODENA IL 15 OTTOBRE 2013 IL SEMINARISTA DI QUATTORDICI ANNI ASSASSINATO NEL 1945 DAI PARTIGIANI COMUNISTI PERCHÈ PORTAVA L’ABITO TALARE Aveva l’età dei ragazzi che si preparano all’esame di terza media quando fu sequestrato, torturato e poi barbaramente ucciso dai partigiani comunisti del battaglione FRITTELLI, brigata MODENA MONTAGNA. Era il 13 aprile del 1945, a un passo dalla fine della guerra. Un prete di meno, dissero i suoi assassini. In realtà Rolando Rivi era un semplice seminarista che non dimostrava i suoi 14 anni. Ma non voleva rinunciare alla tonaca nera che allora usavano i “pretini”. Non voglio toglierla, significa che io sono di Gesù., diceva con ostinazione. Oggi una delle rare foto d’epoca ci restituisce l’immagine di quel cappello rotondo troppo grande, le orecchie pronunciate, gli occhi scuri e 10 v ita n ostra intensi di un adolescente con in testa pensieri grandi e un fisico che non vuole crescere, ancora bambino. Il 5 ottobre Rolando viene proclamato beato a Modena. Il martirio di Rolando non è a favore di una fazione contro l’altra: muore per tutti e nell’evento è contenuto un alto valore civile, spiega Monsignor Antonio Lanfranchi, vescovo di Modena. La piazza del Duomo non era sufficiente a contenere l’enorme afflusso di fedeli, per questo la cerimonia, che coinvolge le diocesi di Reggio Emilia – Guastalla e di Modena – Nonantola, viene celebrata al PalaCasa, il palazzetto dello sport. Ma già in questi mesi di preparazione, da quando il 28 marzo scorso papa Francesco ha riconosciuto il martirio di questo santo bambino, in odium fidei, è cresciuto il numero delle persone che si recano a pregare sulla sua tomba nella pieve del paese natale, San Valentino, comune di Castellarano in provincia di Reggio Emilia, dove sta sorgendo il museo a lui dedicato. Le persone rimangono colpite da quello che a suo tempo colpì anche me, spiega Emilio Bonicello, biografo di Rolando e segretario del comitato Amici di Rolando Rivi, e cioè l’amore grande di un ragazzino che, benché spaventato a morte, non ha voluto rinnegare Cristo, perché se l’avesse fatto avrebbe di sicuro avuta salva la vita. San Valentino figura sulle guide turistiche per la sua pieve romanica. Rolando Rivi si è formato proprio qui. Era un leader riconosciuto, uno di quei bambini che sanno trascinare i coetanei,nel bene e nel male.Lui la sua scelta l’aveva fatta. Una scelta semplice e tenace come la fede dei suoi genitori, cristiani e contadini, papà Roberto e mamma Albertina. Rolando era nato nella frazione del Poggiolo, a pochi metri in linea d’aria dalla chiesa, il 7 gennaio del 1931, secondo di tre fratelli. Una famiglia di fede solida, serena e laboriosa. Diventerà un santo o un mascalzone, dice di lui la nonna. Frequenta le elementari in paese. E’ pieno di amici ma decide che il suo migliore amico è Gesù. Fin da subito è un testimone. Serve Messa, guarda l’esempio del suo parroco, don Olinto Mazzocchini, e decide che da grande sarà come lui. La Comunione e la Cresima rafforzano la sua scelta. I suoi non lo spingono ma nemmeno lo ostacolano. Rolando ha 11 anni, finisce le elementari con un giudizio più che brillante ed entra nel seminario di Marola. Ha le idee chiare. Diventerà prete e poi missionario. Siamo nel 1942. Dopo due anni i tedeschi occupano la struttura e i seminaristi devono tornare a casa, anche Rolando quell’estate rientra a San Valentino. Il clima è cambiato. Il paese è vessato dalle incursioni dei tedeschi e dei partigiani. I sacerdoti sono malvisti e rischiano la pelle. Siamo nel triangolo della morte, scenario di numerosi crimini commessi da sedicenti rossi. Rolando non si vuole togliere l’abito, nonostante il suo vecchio parroco sia appena stato trasferito in un luogo più sicuro dopo essere stato aggredito e picchiato da alcuni partigiani comunisti. Il nuovo parroco è don Alberto Camellini, ha solo 25 anni ed è al suo primo incarico. Sarà uno dei testimoni contro i suoi assassini. Vita della Parrocchia OCCASIONI PER CRESCERE LA NOSTRA FEDE OGNI LUNEDI: ore 20.30 LECTIO DIVINA IN ORATORIO (Guida Don Vincenzo) OGNI MARTEDI: ore 8.30 MESSA E CATECHESI PER ADULTI E ANZIANI SCUOLA DI PREGHIERA: 28 NOVEMBRE ore 20.30 30 GENNAIO ore 20.30 20 FEBBRAIO ore 20.30 20 MARZO ore 20.30 Aiutati da don Luca Paitoni (incaricato per la nuova evangelizzazione e predicazione itinerante), riscopriamo la preghiera di lode – di ringraziamento – di supplica – di richiesta di perdono ….. Presso le Madri Canossiane. Si arriva così al 10 aprile del 1945. Dopo la Messa del mattino Rolando va a studiare in un bosco vicino a casa. I genitori trovano i suoi libri ed un biglietto lasciato dai partigiani, in cui si dice di non cercarlo.Ma Rolando non torna. Il papà e il giovane parroco si mettono in viaggio e scoprono la terribile verità. Rolando è stato sequestrato, portato in un casale a Piane di Monchio, nell’Appennino modenese, torturato per tre giorni e infine ucciso il 13 aprile, alle tre del pomeriggio. Due scariche di rivoltella, al cuore e alla testa. La tonaca l’hanno usata per farne un pallone e poi appesa come un trofeo. Prima di morire, ha chiesto ai suoi assassini di pregare per mamma e papà. Dio ha chiesto a Rolando il dono di tutta la sua vita, dice monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia. Lui non si è distratto, e ha risposto alla chiamata. IN AVVENTO: CENTRI DI ASCOLTO 9 - 16 DICEMBRE ore 20.30 NELLE SEDI FISSATE 23 DICEMBRE ore 20.30 LITURGIA PENITENZIALE IN PARROCCHIA ESERCIZI SPIRITUALI: 4 – 5 – 6 DICEMBRE ore 20.30 Conclusione 7 DICEMBRE ore18.30 Giornate di intensa spiritualità – di riflessione – di grazia – Detterà la meditazione don Mario Benedini – direttore Ufficio Pastorale della Diocesi CENTRI D’ASCOLTO AVVENTO 2013 CANTRINA Presso fam. Averoldi MASCIAGA presso fam. Bianchi Franco PONTENOVE presso fam. Bettinsoli Sandro MONTEROSEO presso fam. Riva Lorella FESTA PATRONALE SANTO STEFANO: 21 DICEMBRE ore 20.30 CONCERTO CORALE SANTO STEFANO 26 DICEMBRE ore 18.30 Pesentazione Comunicandi e Cresimandi - Solenne Pontificale presieduto dall’Arcivescovo Mons. Vincenzo Zani segretario per l’Educazione Cattolica DAL 20 DICEMBRE AL 6 GENNAIO 2014 MOSTRA IN CORETTO SUL CURATO BEDIZZOLESE SAN GIOVANNI PIAMARTA SEDESINA presso Famiglia Ambrogio Franca MONTESCANTINO presso Fam. Stretti Franco SAN ROCCO presso Fam. Locatelli Borno ZONA MONUMENTO presso fam. Ponza Luigi BOLOGNINA - Martedi presso fam. Barba Dario COGOZZO presso fam. Bottarelli GianPaolo VIA BENACO presso Fam. Anataloni Giovanni MACESINA presso fam. Boletti Mirko VIA LARGA - Mercoledì presso Fam. Marchiori Paolo S. TOMMASO - BAGATTE presso Famiglia Tagliani CENTRO SOCIALE Mercoledi ore 15 via Libertà v ita n ostra 11 VITA IN ORATORIO 12 v ita n ostra Vita in Oratorio “Un grande grazie alle organizzatrici (Flavia e Cristina), alle persone e ai commercianti che hanno donato i premi e a tutti coloro che hanno partecipato. Il ricavato servirà a rendere più accogliente il bar del nostro oratorio”. Incontri di Programmazione per Catechisti II ANNO 3 ottobre - 23 ottobre 12 novembre - 3 dicembre 8 gennaio - 4 febbraio 4 marzo - 1 aprile - 6 maggio IV ANNO 3 ottobre - 8 ottobre 22 ottobre - 19 novembre 17 dicembre - 14 gennaio 11 febbraio - 11 marzo 29 aprile - 13 maggio V ANNO 3 ottobre - 9 ottobre 7 novembre - 5 dicembre 24 gennaio - 21 febbraio 20 marzo - 23 aprile 14 maggio MEDIE (II e III) 3 ottobre - 11 ottobre 14 novembre - 13 dicembre 30 gennaio - 25 febbraio 27 marzo - 3 aprile 21 maggio Incontri di Formazione per Catechisti: “Annunciare il Vangelo” giovedì 28 novembre magistero catechisti UP a Carzago giovedì 9 gennaio magistero catechisti UP a Mocasina giovedì 27 febbraio magistero catechisti UP a San Vito Incontri di Spiritualità per Catechisti 14 Dicembre - Ritiro di Avvento 5 Aprile - Ritiro di Quaresima 7 giugno - Verifica e Cena Conclusiva v ita n ostra 13 Anno Catechistico Vita in Oratorio I anno (15,00) II anno (15,00) III anno (11,00) IV anno (11,00) V anno (9,50) 27 ottobre 13 ott. GENITORI 13 ottobre 13 ottobre 13 ottobre 27 ottobre 19 ott. GENITORI 20 ottobre 20 ottobre 3 novembre 27 ottobre 10 novembre 26 ott. GENITORI 16 novembre 19 dicembre (cel.) 17 novembre 3 novembre 9 nov. GENITORI 10 novembre 23 nov. GENITORI 17 novembre 24 novembre 24 novembre 1 dicembre 30 nov. GENITORI 1 dicembre 8 dicembre 15 dicembre 8 dicembre 15 dicembre 19 dicembre (cel.) 19 dicembre (cel.) 19 dicembre (cel.) 22 dicembre 19 gennaio 12 gennaio 12 gennaio 12 gennaio 11 gen. GENITORI 18 gen. GENITORI 26 gennaio 19 gennaio 12 gennaio 19 gennaio 8 febb. GENITORI 25 gen. GENITORI 26 gennaio 2 febbraio 2 febbraio 9 febbraio 9 febbraio 16 febbraio 16 febbraio 23 febbraio 23 febbraio 2 marzo 8 mar. GENITORI 9 marzo 8 mar. GENITORI 15 febbraio 16 marzo 15 mar. GENITORI 2 marzo 23 marzo 9 marzo 16 marzo 16 marzo 22 mar. GENITORI 23 marzo 6 aprile 6 aprile 6 aprile 10 aprile (cel.) 10 aprile (cel.) 10 aprile (cel.) 10 aprile (cel.) 10 aprile (cel.) 13 aprile 13 aprile 17 maggio 4 maggio 11 maggio 4 maggio 11 maggio 18 maggio 25 maggio 18 maggio 25 maggio 1 giugno 1 giugno 1 giugno 1 giugno 1 giugno VI anno (14,30) 5 ottobre VI anno (9,50) 6 ottobre 13 ottobre 18 ott. GENITORI 18 ott. GENITORI 19 ottobre 20 ottobre 13 ottobre 18 ott. 26GENITORI ottobre 27 ottobre 209 novembre ottobre 10 novembre 30ottobre novembre 27 1 dicembre dicembre 10 14 novembre 15 dicembre 19 dicembre (cel.) 19 dicembre (cel.) 11 gennaio 12 gennaio 18 gennaio 19 gennaio 1 dicembre 15 dicembre 19 dicembre (cel.) 1 febbraio 2 febbraio 1215gennaio febbraio 16 febbraio 1 marzo 19 gennaio 2 marzo 15 marzo 2 febbraio 16 marzo 5 aprile 6 aprile 10 aprile (cel.) 10 aprile (cel.) 3 maggio 4 maggio 1617marzo maggio 18 maggio 61aprile giugno 1 giugno 16 febbraio 2 marzo 10 aprile (cel.) 14 v ita n ostra 13 aprile VI anno (9,50) 12 ottobre 6 ottobre 4 maggio 19 dicembre (cel.) 22 dicembre (pom.) INCONTRI PER I FIGLI INCONTRI PER GENITORI Si tengono nel teatro INCONTRIdell’oratorio PER GENITORI nelle date indicate 1° e 2° anno INCONTRI PER I FIGLI in neretto alle ore 15,00. oratorio alle ore15,00 Si tengono nel teatro Per date i figli indicate che partecipano dell’oratorio nelle 3° anno 1° e 2° anno è proposta una loro attività. in neretto alle ore 15,00. oratorio ore 11,00 oratorio alle ore15,00 4° anno Per i figli che partecipano 3° anno oratorio alle ore è11,00 proposta una loro attività. CELEBRAZIONI oratorio ore 11,00 PER FAMIGLIE 5° anno 4° anno oratorio alle ore 9,50 In Avvento e in Quaresima oratorio alle ore 11,00 verranno proposte due sole CELEBRAZIONI 6° anno celebrazioni madri alle ore 14,30 PER FAMIGLIE così che tutta la 5° anno famiglia possa pregare unita, in preparazione al Natale oratorio alle ore 9,50 6° anno “Calcio” e alla Pasqua. Avvento e in Quaresima oratorio alle oreIn 9,50 Si tengono in chiesa verranno proposte due sole 6° anno alle ore 20,30 celebrazioni così che tutta la madri alle ore 14,30 6° anno “Calcio” oratorio alle ore 9,50 famiglia possa pregare unita, in preparazione al Natale e alla Pasqua. Si tengono in chiesa alle ore 20,30 Vita della Parrocchia FAMIGLIA LUOGO DI MISSIONE NELLA CHIESA Il legame tra Chiesa e famiglia è molto vario: per molte famiglie coincide col rapporto con la propria parrocchia, luogo concreto per poter poi relazionarsi col Signore, per altre famiglie la chiesa eroga servizi, anche importanti come i sacramenti, perdendo però di vista quel Gesù vivo e presente, per altre la Comunità è qualcosa da guardare, da lontano o sulla soglia; c’è chi poi con la Chiesa ha un rapporto “difficile”, quasi conflittuale in conseguenza a scelte che, nel corso del proprio cammino hanno portato a staccarvisi dalla sua appartenenza. In questi giorni colpiscono gli interventi del papa, che ripete insistentemente un concetto: la vita può portare lontano, anche su strade sbagliate, per tutti però c’è sempre una casa, una porta aperta, quella del Padre alla quale possiamo ritornare per sperimentare misericordia, accoglienza, comprensione, perdono. D’altro canto la famiglia non si può salvare da sola: ha bisogno di Gesù Cristo; ha bisogno della Sua Parola per scoprire e capire la sua identità; ha bisogno della Chiesa per legare i suoi membri a Gesù attraverso i Sacramenti; ha bisogno della Chiesa per consacrare l’amore degli sposi e porli nel dinamismo d’amore col quale Gesù stesso, donandosi totalmente ci ha mostrato di essere per la Chiesa sposo fedele. La famiglia quindi non può essere Chiesa “da sola”, staccata, disarticolata dalla comunità. La famiglia cristiana è se stessa in quanto appartiene al corpo di Gesù che è la Chiesa. Senza fede non può capire la sua vera identità, quel Gesù che ha legato la sua presenza stabile in essa per continuare, con essa, la sua presenza nella Chiesa e nel mondo. Premesso questo, quando si parla della missione della famiglia cristiana nella Chiesa, ci si ferma al confronto con altre famiglie non cristiane, al dover testimoniare l’amore di Gesù, al vivere la fecondità o all’educare alla fede i figli. E qui la fede fa la differenza. La coppia vive il suo essere immagine e somiglianza della Trinità, con un costante collegamento alla sorgente dell’amore, facendosi coinvolgere da Gesù nel Suo grande amore per la Chiesa, puntando ad amarsi e ad amare come Cristo ama, di quello stesso amore: a questa sorgente la famiglia attinge per diventare “segno” efficace di missione. La fecondità non è solo fertilità ma, più completamente, capacità di generare figli di Dio. Fecondità è educare, accompagnare, contribuire alla crescita, nella fede e nell’intelletto e nei comportamenti di ogni persona. I figli sono dono di Dio, voluti da Lui e a Lui destinati a tornare. La fede fa la differenza in qualità, grazia, speranza e dedizione. In Familiaris Consortio al n. 49 è citato il compito ecclesiale della famiglia cioè il suo dovere di edificare il Regno di Dio con la partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa. Così diventa soggetto della missione di salvezza della Chiesa grazie al Sacramento del Matrimonio e oltre ad essere “salvata” dall’amore ricevuto da Cristo è anche “salvante” perché trasmette agli altri quello stesso amore. Al n. 50 Familiaris Consortio prosegue affermando che la famiglia partecipa a questa missione salvante in modo proprio e originale, in quanto intima comunità di vita e di amore; la famiglia come una Chiesa in miniatura, a suo modo viva immagine e storica ripresentazione del mistero stesso della Chiesa. L’amore tra uomo e donna, in questo modo, opera una metamorfosi uscendo dall’aspetto naturale e umano per andare verso altezze e bellezze divine (come la pianta che orienta la sua chioma verso la luce per raggiungere il v ita n ostra 15 Vita della Parrocchia suo massimo splendore). Con il sacramento del Matrimonio la famiglia acquisisce un ruolo ben definito all’interno della Chiesa, divenendone suo membro vitale, vivendo dentro essa per farla diventare “sposa di Gesù”. Oggi si pensa che gli sposi possano vivere la missione all’interno della Chiesa collaborarando in parrocchia, prestandosi nei vari servizi richiesti. Se questo è vero ed importante, c’è però un nucleo più profondo, sorgivo, che dà senso anche all’impegno concreto che essa ha nella vita della Chiesa, e cioè che la famiglia è prima di tutto missionaria quando è se stessa. Ci sono infatti elementi essenziali dell’essere famiglia che anche la coppia può testimoniare e vivere; essa, d’altra parte, ha elementi del suo vivere quotidiano talmente permeati dallo Spirito Santo da diventare principi attivi di vita, capaci di parlare anche ad altre famiglie che, come dicevo all’inizio, “stanno a guardare”. Dio, infatti, non ha “inventato” il sacramento del Matrimonio solo per unire gli sposi ma perché potesse essere utile strumento alla vita della Chiesa. Che cosa possono dare di specifico gli sposi cristiani alla Chiesa? In primo luogo la famiglia è “Abitazione di Dio”. Nella famiglia lo sposo vive la presenza della sposa sempre, anche quando manca e su questo si fonda la loro vita a due. Nella famiglia cristiana, la famiglia in quanto sposa, deve coltivare il senso della presenza dello sposo che diventa fondamento del suo essere Chiesa domestica. La coppia è chiamata a vivere con la presenza di Gesù sposo e proprio questo aspetto la famiglia può dare alla Chiesa. Gesù è presente stabilmente con gli sposi in virtù del Sacramento che li lega. Per usare le parole di Giovanni Paolo II° nella Lettera alle 16 v ita n ostra Famiglie: “lo Sposo è con loro”. È Gesù vivo e presente che benedice gli sposi; che dona lo Spirito Santo, è Lui il cuore della famiglia e della sua missione, è Lui che la rende Chiesa domestica all’interno della Chiesa. Un secondo aspetto che la famiglia può dare alla Chiesa è “il suo volto di Sposa”. Gli sposi vivono la sponsalità sia reciprocamente l’uno verso l’altra, sia insieme verso il loro Sposo Gesù. Vivere la sponsalità vuol dire cercare di piacere sempre al coniuge, voler renderlo felice, fargli sentire la gioia dello stare insieme. Quindi, quale volto di Sposa deve assumere la Chiesa per il suo Sposo? La Chiesa Sposa vive solo per lo Sposo, riconosce i doni che Lui continuamente le offre, è attenta alle Sue Parole, desidera godere della Sua Presenza nell’Eucaristia, sempre loda e benedice lo Sposo, non riesce a fare a meno di dire a tutti la Sua bellezza e bontà. Un altro aspetto che la famiglia può dare alla Chiesa è “l’unità”. Nelle nozze si evidenzia come la distinzione sia fatta per l’unità e non per la divisione. È l’unità trinitaria, di cui gli Sposi sono resi partecipi nel Sacramento, che dona significato alla distinzione. Nell’esperienza umana non c’è unione più alta di quella espressa da due coniugi. L’unità degli sposi è annuncio e segno dell’unità piena che solo in Dio è presente. L’unione coniugale è consacrata dallo Spirito Santo per attualizzare l’amore di Gesù per la Chiesa Sposa; è un’unità che ha come scopo quella di costruire unità nella Chiesa. L’unità è segno ma anche dono specifico che gli sposi sono chiamati a dare nella Chiesa e nella società. L’unità e l’indissolubilità degli sposi non è, pertanto, un fardello da portare in nome della conservazione e sopravvivenza (o ancor peggio della tradizione), bensì stile e fonte per la Sposa di Cristo. Infine un’altra caratteristica: la famiglia è: “casa aperta”. Spesso abbiamo la percezione che la società in cui viviamo è insicura, di fatto in molti casi lo è. Allo stesso tempo Le nostre case sono sempre più “blindate” dietro a inferriate, cancelli, ci danno l’impressione della sicurezza. Dietro alle porte di tante famiglie si nascondono gioia, serenità, ma anche tanti drammi e sofferenze. Chi le può vedere? Come poterle condividere? La famiglia è missionaria solo nella misura in cui spezza questo cerchio d’insicurezza e di paure, aprendosi con fiducia agli altri. Solo nella condivisione, nell’accoglienza, nella comu-nione dei beni preziosi di cui è portatrice, la famiglia diventa segno visibile del Vangelo. La famiglia è testimone quando nutre nel suo rapporto col mondo e con gli altri uno sguardo sereno e positivo, nonostante tutto, sapendo scorgere segni di speranza anche in una fiammella che sembra smorzarsi. Affidiamo al Signore e alla preghiera della comunità cristiana tutte le nostre famiglie, in modo particolare quelle che sentono il peso della sofferenza e della divisione, e chiediamo la grazia di poterci accostare a tutti con delicatezza, misericordia, amore. Don Roberto Vita della Parrocchia La MISSIONE EDUCATIVA della FAMIGLIA I genitori sono i primi educatori: sono educatori perché genitori. «Nell’orizzonte della comunità cristiana, la famiglia resta la prima e indispensabile comunità educante. Per i genitori, l’educazione è un dovere essenziale, perché connesso alla trasmissione della vita; originale e primario rispetto al compito educativo di altri soggetti; insostituibile e inalienabile nel senso che non può essere delegato né surrogato». È dunque importante incentivare la responsabilità genitoriale e sostenere l’esercizio della funzione educativa in famiglia, creando forme di sostegno alla genitorialità e spazi di ascolto e dialogo tra genitori e figli, resi difficili dai ritmi frenetici della vita quotidiana. «Educare in famiglia è oggi un’arte davvero difficile. Molti genitori soffrono, infatti, un senso di solitudine, di inadeguatezza e, addirittura, d’impotenza. Si tratta di un isolamento anzitutto sociale, perché la società privilegia gli individui e non considera la famiglia come sua cellula fondamentale». È dalla famiglia, dove si imparano a sviluppare relazioni gratuite e non strumentali, che la società deve attingere il capitale sociale primario che innerva le principali relazioni sociali. Per questo l’educazione è sì una relazione personale, ma non un fatto privato, e la famiglia un soggetto sociale a tutto tondo, punto di incontro tra pubblico e privato, portatrice di una responsabilità Parrocchia S. Stefano Bedizzole educativa. Commissione Coppie • Famiglie Da ciò deriva per i genitori il diritto/ dovere di educare i propri figli, un diritto/ dovere riconosciuto dalla Costituzione (cfr art. 30) e dal quale scaturisce la piena libertà della Siete invitati al primo incontro, scelta educativa: un’occasione per ascoltare, riflettere spetta ai genitori e confrontarci su tematiche attuali: la responsabilità di “Maschio e femmina li creò” scegliere i luoghi (Gen. 1,27) che svolgono e completano la formazione dei figli. Per questo si tratta di con don Sergio Passeri definire e proporre alcune linee di azioDOMENICA 3 novembre ne per realizzare ore 17,00 Ritrovo in Oratorio - Inizio incontro una politica delore 19,30 Cena in fraternità (condividiamo con gli altri ciò che portiamo da casa, l’educazione attenta un primo verrà preparato al momento) al bene comune. Coppie e Famiglie in Cammino Il miracolo dell’Amore nella differenza Durante l’incontro sarà garantita l’animazione con attività per bambini e ragazzi Vi aspettiamo! Coppie e Famiglie in Cammino Bedizzole x info don Roberto 338 2722653 Raffaella 338 4000785 Le alleanze educative, in particolare con la scuola Perché vi sia una vera libertà educativa, è necessario il riconoscimento pieno dell’autonomia e della parità scolastica e del ruolo che la famiglia può svolgere all’interno delle scuole stesse nella definizione del progetto educativo. Una scuola che non valorizza la presenza dei genitori e delle loro associazioni tradisce la sua missione educativa. In un clima dominato dall’individualismo, dal permissivismo e dalla poca sensibilità al bene comune nel quale i genitori, i docenti, gli educatori incontrano difficoltà a educare, è fondamentale la partecipazione attiva dei genitori alla vita della scuola. Da parte sua, la scuola paritaria cattolica deve porre attenzione a un progetto educativo ispirato ai valori cristiani e a sviluppare una capacità critica nell’interpretare la realtà. Si auspica il rilancio del protagonismo della famiglia nel gestire strutture educative attraverso politiche familiari che sostengano sussidiariamente le famiglie. La Conferenza Episcopale Italiana ha ricordato il principio dell’uguaglianza tra le famiglie di fronte alla scuola, che impone «il pieno riconoscimento, anche sotto il profilo economico, dell’opportunità di scelta tra la scuola statale e quella paritaria. La scuola cattolica potrà essere così sempre più accessibile a tutti, in particolare a quanti versano in situazioni difficili e disagiate». v ita n ostra 17 Vita della Parrocchia SCUOLA PRIMARIA ”MADDALENA DI CANOSSA” PROGETTO EDUCATIVO A.S. 2013/14 Re Artù: Il Cuore e la Spada Premessa La leggenda di Re Artù ha da sempre affascinato tutti. Ma cosa ci attrae di quel mondo perduto, raccontato in molte storie e leggende? Senza dubbio la magia che circonda le vicende e il coraggio che anima gli eroi ci esorta nel combattere le battaglie quotidiane. Alla Tavola Rotonda cavalieri e 18 v ita n ostra re sedevano per discutere di questioni di cruciale importanza per il reame, sottolineando in questo modo l’uguaglianza poiché nessuno godeva di particolari privilegi. Obiettivi specifici di apprendimento - Conoscere se stessi: caratteristiche, pregi, difetti, limiti, potenzialità… - Conoscere gli altri come diversi da se stessi - Riconoscere il valore dell’uguaglianza: “uguali dentro ma diversi fuori” - Riconoscere la diversità come specificità e come risorsa - Promuovere la consapevolezza del valore delle regole all’interno di un gruppo - Allenare l’umiltà e la fiducia nell’altro - Capire e condividere il concetto di diritto e di dovere - Sperimentare il valore della solidarietà - Saper organizzare in modo costruttivo e significativo il proprio tempo, rispettando i propri impegni - Conoscere l’azione dello Spirito Santo nella storia e l’apprezzamento dei valori morali, le scelte di vita e i comandamenti - cristiani, in quanto capaci di contribuire alla realizzazione del bene delle persone e della società Promuovere la consapevolezza che la religione cristiano-cattolica ha come centro la persona, l’opera e il messaggio di Gesù Cristo Destinatari Alunni delle classi I, II, III, IV e V Tempi A tappe durante l’anno scolastico Obiettivi formativi - Riflettere circa il valore della diversità, che ci rende unici e il valore dell’uguaglianza che ci accomuna - Interiorizzare comportamenti corretti e il valore delle regole sociali Metodologie Il percorso verrà affrontato in maniera trasversale alle diverse discipline, attraverso le quali gli insegnanti. Proporranno esperienze di uscita sul territorio, attività di lettura e di comprensione di testi, di riflessione, di rielaborazione, di gioco, di manualità, di drammatizzazione teatrale per sviluppare i valori necessari per diventare cittadini consapevoli. Vita della Parrocchia LABORATORIO GENITORI PROPOSTE FORMATIVE PER I GENITORI Come scuola cattolica vogliamo sostenere la famiglia, soggetto e luogo generativo senza uguali, nel faticoso compito genitoriale. Anche quest’anno la scuola offrirà ai genitori momenti di riflessione e formazione attraverso gli incontri con i relatori, i laboratori e i momenti di spiritualità natalizia e pasquale. L’ incontro con la relatrice: Dott.ssa Padovani Mara, psicologa e psicoterapeuta martedì 29 Ottobre 2013 tema: I minori ed internet: come educarli? Radici, affetti ed esperienze: fare i conti con sé per poter accogliere il sé dell’altro Dott.ssa Zanelli Sandra, formatrice, consulente educativa e relazionale Tema: Genitori che si ascoltano per sapere ascoltare Sulla scia di quanto sperimentato lo scorso anno, quest’anno si proporrà un percorso formativo che si prefigge di approfondire la competenza dell’ascolto nel ruolo genitoriale. La proposta chiede la disponibilità di ciascuno a “fare i conti “ con la propria storia, le proprie origini e i propri legami per potersi prendere cura di sé al fine di potersi prendere cura anche dei propri figli. Si tratta quindi di un percorso che mette in evidenza l’importanza delle emozioni che appartengono alle proprie storie e alle proprie esperienze, quali bagagli importanti e ineliminabili del nostro modo di relazionarci agli altri. Sarà importante lavorare come gruppo che sa ascoltare e accogliere l’altro con la sua storia e i suoi vissuti. Per questo viene chiesta la disponibilità ad una messa in gioco personale che non consente una partecipazione come uditore, ma chiede una partecipazione attiva nel gruppo. Ogni partecipante ha la possibilità di portare nel gruppo il proprio sapere esperienziale come doni e ricchezze unici e fondamentali per tutti gli altri. Il percorso formativo si articolerà in 6 incontri laboratorio: - giovedì 21 novembre e giovedì 5 dicembre - giovedì 9 e giovedì 23 gennaio - giovedì 20 febbraio e giovedì 6 marzo Nel percorso ci saranno anche 2 incontri di gruppo autogestito. DISPONIBILITÀ Lezioni - Ripetizioni di matematica del Prof. Palestri Rino GRATUITE per indigenti Caritas presso PUNTO ASCOLTO CARITAS 1° - 3° Sabato del Mese dalle ore 15 alle 16 Rivolto a studenti: Scuola Media Inferiore Scuola Media Superiore Università v ita n ostra 19 Vita della Parrocchia Scuola Materna Sacra Famiglia FESTA DELL’ACCOGLIENZA A.S. 2013/2014 Sabato 28 settembre 2013 ore 14.30 La festa inizia alle ore 14.45 con il saluto da parte di Don Franco, presidente della scuola dell’Infanzia. Don Franco ringrazia le insegnanti per il lavoro che svolgono e i genitori per la collaborazione, ricordandoci che la scuola e la famiglia devono collaborare e che la scuola “Sacra Famiglia” è una comunità di fede e di amore. Segue un momento di preghiera. La parola passa alla professoressa Monetti, assessore alla cultura, per un breve discorso e i consueti saluti. Infine Maria Teresa, dà il benvenuto a tutti e illustra il programma del pomeriggio: due canzoni da parte dei bambini, una poesia e la consegna del regalo di benvenuto ai piccoli. La parola viene data ai bambini che intonano la prima canzone “ciao ao………..” e poi tutti insieme ripetono la poesia che hanno imparato durante le prime settimane di scuola, segue un’altra canzone ”cuore......… bruco ….”. Successivamente i piccoli raggiungono i genitori, mentre mezzani e grandi si raggruppano per sezione e ricevono dalle loro maestre la medaglia, in seguito i piccoli vengono chiamati uno alla volta dai loro amici per ricevere la medaglia e un applauso. Dopo questo momento emozionante, intorno alle 15.20 inizia il momento ricreativo, dove i bambini giocano con i loro amici e fanno merenda. 20 v ita n ostra Salve a tutti!! Sono la mamma di un bambino che quest’anno ha cominciato a frequentare il primo anno alla scuola materna ” Sacra Famiglia”. Che emozione! Prima di tutto devo dire che non ho avuto alcun dubbio di dove iscrivere mio figlio, avendo già frequentato lo scorso anno la sezione nido presso la stessa struttura. Sono stata ben contenta di aver ritrovato un clima e un ambiente molto accogliente, tranquillo e sereno, sembra quasi di stare in una grande famiglia! Dopo i due mesi di vacanze estive, non nego che per mio figlio è stata un po’ dura riprendere i soliti ritmi, ma l’inserimento e’ andato piu’ che bene, anche perche’ non e’ stato affatto frettoloso, ma si e’ svolto con tranquillita’ ma soprattutto secondo i tempi e le esigenze del bambino. Secondo il programma scolastico durante l’anno verranno fatte molte attivita’ che sono sicura saranno molto utili e istruttive per la crescita di mio figlio , e certo non mancheranno i momenti per ritrovarci tutti insieme. Buon anno scolastico a tutti! Mamma di Mattia Sono la mamma di una bambina di 3 anni che ha appena iniziato il percorso della scuola materna Sacra Famiglia. A dire la verita’ non sono nuova a questa emozione ( ho 3 figli) ma e’ sempre come se fosse la 1° volta, stesse paure, stesse ansie e insicurezze ; ma grazie alle insegnanti e a tutto lo staff, sia la mia bambina che io stiamo vivendo con serenita’ ed entusiasmo questa esperienza anche se con qualche lacrimuccia al mattino. Mamma di Martina Vita della Parrocchia INIZIATIVE A.S. 2013/2014 SCUOLA MATERNA SACRA FAMIGLIA Settembre Incontro per genitori “ presentazione programma” a.s. 2013-14 Settembre/ottobre festa accoglienza Ottobre/novembre Momento di preghiera per genitori e bambini Novembre/dicembre incontro per i genitori “preparazione al Natale” 20 dicembre festa di Natale ( in Parrocchia) 6 Gennaio Arrivo dei re Magi ( in Parrocchia) 9 Maggio Merenda con le mamme (dalle 15,30 alle 16) Gennaio / febbraio incontro per genitori ”presentazione percorso svolto” Maggio / giugno Festa del verde (organizzata dal comune) Da Gennaio colloqui 24 o 31 Maggio Festa fine anno scolastico 19 Marzo merenda con papà (dalle 15,30 alle 16) Marzo / Aprile Momento di preghiera per genitori e bambini in “preparazione alla Pasqua” Giugno - Gita ( genitori – bambini) - incontro per i genitori “presentazione percorso svolto” - Cena fine anno scolastico - Momento di preghiera come conclusione anno scolastico - Festa nonni Scuola dell’Infanzia A. Volpi FESTA D’AUTUNNO Sabato 19 ottobre si è svolta alla Scuola dell’Infanzia “A.Volpi” la “Festa d’autunno”. Come lo scorso anno, la festa ha coinvolto i nuovi iscritti e le loro famiglie. E’stata l’occasione per conoscersi meglio e passare del tempo insieme. La mattinata è trascorsa in un clima allegro e rilassato ed i genitori si sono sfidati nel creare la catena di castagne più lunga. Un ringraziamento speciale al Gruppo Alpini di Bedizzole che ha reso la festa golosa preparando ottime caldarroste e un delizioso vin brulè. v ita n ostra 21 Vita della Comunità Pellegrini in Grecia, sulle orme di San Paolo Nello scorso mese di luglio, partendo da Salonicco per arrivare ad Atene e poi a Corinto, toccando le tappe dei viaggi dell’apostolo Paolo, il percorso è stato ricco di esperienze spirituali intense, grazie alla presenza del nostro Vescovo Luciano Monari. Ogni giorno, Luciano ha radunato come un Pastore i due gruppi di partecipanti, nella celebrazione della S. Messa e nell’ascolto delle sue catechesi e ci ha guidati nella preghiera. Ha parlato direttamente alla vita ed alla storia di ciascuno di noi, prendendo spunto dalle parole dell’Apostolo ci ha aiutato ad intraprendere un cammino spirituale. In viaggio, durante i trasferimenti in bus, a piedi, calcando gli stessi sassi delle antiche vie, abbiamo riletto le Lettere di Paolo ed alcuni capitoli degli Atti degli Apostoli. E’ stata un’esperienza importante, IN VIAGGIO CON LA PARROCCHIA: SLOVENIA • CROAZIA • BOSNIA 22 v ita n ostra vissuta nei luoghi stessi, dove altri, prima di noi, hanno incontrato per la prima volta la Fede. Il luogo del Battesimo di Lidia, della fondazione della prima comunità cristiana d’Europa a Filippi, del discorso di Paolo presso l’areopago di Atene, della predicazione dell’Apostolo Confesso che sono partita con una certa diffidenza, pensavo di sorbirmi decine di rosari, messe quotidiane, e soprattutto un clima devozionalistico pesante. Non è stato così! La preghiera non è mancata, in modo particolare a Medjugorie. Nella cittadina della Bosnia si respira qualcosa di straordinario…. Ci sono migliaia di persone eppure il silenzio è palpabile, le persone non si disturbano, le celebrazioni sono lunghe ma non pesanti, tutto è sobrio, c’è un’aria di paradiso. Spalato, Trogir, Zara, Fiume sono le cittadine visitate. In questi luoghi sono tanti i reperti archeologici, le presso l’antica città di Corinto. Poi, una volta tornati a casa, tutto questo lo si porta nel cuore, perché questo è il motivo vero per cui “si va”: visitare i luoghi dove è stato predicato Gesù Cristo morto e risorto per la nostra salvezza, fare esperienza di fede, che sia traducibile nella realtà di oggi e valida nella storia concreta di ognuno di noi. Il viaggio, solo allora, da mero approfondimento culturale, si trasforma in cammino di fede, in pellegrinaggio. Una coppia di sposi pellegrini bedizzolesi antichità romane, i ricordi di quella che una volta era terra italiana. Ad attirare la nostra attenzione è stata Spalato con il Palazzo di Diocleziano. Molti sono rimasti impressionati dalla visita a Mostar, abbiamo voluto salire e risalire il Ponte teatro di tante tragedie nella guerra del 1993. Un viaggio pieno di fede, di storia, di cultura, di divertimento e di amicizia. Non mi aspettavo tutto questo, già mi sono prenotata per il viaggio in Umbria per il prossimo settembre 2014. Sogno di vedere con la stessa compagnia la terra di Francesco d’Assisi. Teresa Vita della Comunità Una festa con Gesù per salutare l’estate La “Festa del Momangione” nasce in forma spontanea il 25 settembre 2011 con lo scopo di riunire in un giorno di festa, di gioco e di musica le famiglie residenti nell’area urbana del Momangione di Bedizzole. Ricorre ogni anno calendariale, la quarta domenica di Settembre, giorno in cui gli abitanti del quartiere con spirito sodale si raccolgono attorno alla “Bacheca del Momangione”, eretta il 15.01.2012, addobbando le recinzioni delle proprie dimore con catenelle formate con i cinque colori caratteristici di ciascuna delle squadre in competizione in giochi e tornei. Quest’anno il quartiere è stato lieto di ospitare il Coro Gospel «AMODONOSTRO», animato e diretto da Francesca Bosetti, nato da ormai quasi un lustro in seno alla parrocchia cittadina. Gli oltre trenta adolescenti dell’oratorio bedizzolese che lo compongono si sono esibiti sabato sera nella splendida atmosfera serale di luci del Momangione, offrendo a tutti i presenti uno spettacolo di musica corale fortificato dallo spirito di Gesù e ricolmo di gioia di vivere. Alla “Festa del Momangione” karaoke,baby-dance,spettacoli di micromagia e magia comica per i più piccoli hanno fatto da splendida cornice di intrattenimento ai profumi della cucina tradizionale bresciana, ove lo spiedo con polenta regge interamente il menù del pranzo domenicale, occasione gradita per premiare i vincitori dei partecipanti alla “gara delle torte” e dei tornei di calciobalilla e pallacanestro. Alla sera della domenica, quando si spengono le luci e tutto il quartiere con il buio di nuovo tace,sui volti degli abitanti del Momangione si scorge un po’ di malinconia, come se si rendessero improvvisamente conto che l’estate è ormai finita. Ma più grande si scorge in loro la gioia, che segreta portano nel cuore; consapevoli ognuno di essere stato protagonista in una comunità viva, sana, unita, rigenerata dalla capacità di incontrare Gesù nell’intimità del proprio quartiere, ove il Cristo è riscoperto quale fonte autentica e inesauribile di vita nuova. A don Franco viene spontaneo rivolgere un sincero ringraziamento per essere stato una volta di più pastore in mezzo agli uomini, in mezzo alla comunità viva del nostro quartiere, che, nella Santa Messa del Sabato sera al Momangione, ha saputo raccogliere con semplicità attorno a se e alla parola di Cristo. Dalla Casa di Soggiorno per Anziani - Onlus Giuseppe con la moglie e Teresina con la figlia sistemano gli gnocchi pronti per la cottura Cucinare può aprire la mente Creare in cucina, ma soprattutto rivivere le tradizioni attraverso sapori e profumi che ricordano storie lontane, che rimandano a momenti della nostra vita… per chi è anziano e affetto da demenza, queste cose sembrano relegate in un passato v ita n ostra 23 Vita della Comunità che non tornerà, abilità perse per sempre in modo irreversibile. Ma non è così. Non è così soprattutto per gli ospiti del Nucleo Alzheimer della Fondazione Casa di Soggiorno per Anziani di Bedizzole. Da alcuni mesi infatti,grazie al sostegno della Presidente della Fondazione Avv. Soncina, la Direzione sanitaria ha promosso il progetto Open Kitchen – Open Mind (Cucina aperta – Mente aperte) attivando un laboratorio di cucina nel quale gli ospiti del Nucleo realizzano ricette, coadiuvati dall’Animatrice Paola e dalla Psicologa dr.ssa Anna Palmerini. Grazie ad un’atmosfera che favorisce la socialità e la relazione attraverso il “fare insieme”, alcuni ospiti si sono scoperti (e riscoperti) abili pasticceri, attenti al dosaggio degli ingredienti, impegnati a mescolarli o a manipolare la pasta, trovando una linea di comunicazione che, cucinando, apre la mente. Sentirsi ancora capaci di realizzare qualcosa genera buonumore e può contribuire ad attenuare alcune manifestazioni sintomatologiche, ad aumentare l’autostima e a “rimanere in contatto“ con l’altro perseguendo una via di benessere. Lo scorso 21 settembre, in occasione della 20a giornata Mondiale della Malattia di Alzheimer, La Fondazione ha aperto le porte del Laboratorio di Cucina del Nucleo Alzheimer permettendo ai parenti degli ospiti di realizzare piccole ricette in compagnia dei loro cari. Le INIZIATIVE ED EVENTI della FONDAZIONE NOVEMBRE – DICEMBRE 2013 Rosa concentrata nella creazione culinaria fotografie mostrano alcuni frammenti della giornata. Qualcuno ha detto che Cucinare non è mangiare,che cucinare è un modo di dare e può addirittura essere poesia. In questo senso, il Progetto Open Kitchen – Open Mind è una possibilità importante di aprirsi creativamente per coloro che vivono nel buio e nella confusione quotidiana di una malattia che debilita e disorienta. Per informazioni: Dr.ssa Giancarla Tagliani (Direttore Sanitario) Sig.ra Santina (Caposala) Battaglia Fondazione Casa di Soggiorno per Anziani Onlus Bedizzole Via Sonvigo, 22 25081 Bedizzole (BS) Tel. 030674213 www.csabedizzole.it Domenica 3 Novembre ore 15.30 Concerto di Chitarra a cura del Gruppo “Angolo Biblico” Venerdi 29 Novembre ore 15.30 Spettacolo di burattini per adulti sul tema del S.Natale a cura del Gruppo “Teatro delle meraviglie” Venerdi 13 Dicembre ore 15.00 Grande Tombolata di S.Lucia E’ prevista inoltre la tradizionale Festa di Natale della Fondazione (in data da definirsi) con la celebrazione della S.Messa, lo scambio degli auguri in musica, il ricco buffet con brindisi e l’estrazione dei biglietti vincenti della Lotteria. Nel periodo Natalizio riapre la Pesca di beneficienza a cura delle volontarie e torna la Lotteria per finanziare iniziative a favore degli ospiti della Casa di Soggiorno Tutti gli eventi e le iniziative si terranno presso la Casa di Soggiorno per Anziani di Bedizzole 24 v ita n ostra Mariuccia e Teresina intente a tirar la pasta per le tagliatelle Vita della Comunità VITA CULTURALE a BEDIZZOLE Diverse sono le iniziative e le proposte riconducibili all’attività dell’Assessorato alla cultura. Volendo tracciarne un quadro sintetico, ci limiteremo qui a ricordare quelle di più recente realizzazione e quelle su cui attualmente ci stiamo impegnando in vista di una prossima attuazione. Accenno innanzitutto all’ufficializzazione del progetto di gemellaggio tra il Comune di Bedizzole insieme all’Unione Comuni della Valtenesi ed i quattordici Comuni che compongono il Plateau Est de Rouen (Normandia - Francia). Nella settimana tra il 15 ed il 20 settembre scorsi, una delegazione francese ha restituito la visita alle nostre realtà produttive, sociali e culturali. Visita che si è conclusa, giovedì 19 settembre, con la firma della Lettera di intenti, a cui seguirà, il prossimo 4 dicembre in Francia, la firma definitiva della Carta del gemellaggio, primo passo verso la costruzione di rapporti di reciproca conoscenza e di scambio tra le due realtà geografiche e culturali. Guardando alla realtà associativa locale, ricordo la recente convenzione con il circolo scacchistico “Il Pedone avvelenato”, da poco costituitosi a Bedizzole, al quale è stato assegnato un locale nell’immobile comunale di via Monte Grappa per lo svolgimento della sua attività pubblica di divulgazione e didattica del gioco degli scacchi. Sempre in questo ambito, va evidenziato il recente accordo tra il Comune, l’Associazione artistica culturale “Andrea Celesti” e la Società cooperativa agricola “Farine tipiche del Garda” per la gestione della sala espositivo-museale, “Al vecchio mulino”, da giugno di quest’anno a disposizione di tutti i cittadini per l’allestimento di mostre o la realizzazione di eventi. Grazie alla fattiva collaborazione con la Bedizzole Marching Band, infine, è stato possibile, attraverso la costituzione dell’Accademia musicale, riunire in un’unica proposta i corsi di strumenti musicali che tradizionalmente appartengono all’organico della banda (fiati e percussioni) e quelli di chitarra e pianoforte, già organizzati da questo Assessorato attraverso la biblioteca comunale. Riguardo all’attività di formazione permanente, oltre a corsi di musica ai quali si è accennato, ci si propone di avviare, a breve, corsi di lingue straniere (inglese, francese, spagnolo e tedesco) e di informatica. La scorsa estate, con l’intento di favorire la partecipazione della cittadinanza alla stagione lirica dell’Arena di Verona, è stato organizzato un viaggio per assistere rappresentazione de “La Traviata” di G. Verdi. Analoga iniziativa ci si propone di realizzare rispetto alle stagioni liriche del Teatro Grande di Brescia e del Teatro Alla Scala di Milano. Altro progetto di rilievo, al quale l’Assessorato alla cultura da tempo si sta dedicando e che vedrà la sua realizzazione nei prossimi mesi riguarda il tema, purtroppo di triste attualità, della violenza di genere e del femminicidio. Si sta pensando ad un’iniziativa di grande respiro, che prevede la realizzazione di dibattiti pubblici, momenti di testimonianza, proiezioni cinematografiche ed interventi educativi all’interno della scuola. Anche quest’anno il Comune di Bedizzole, insieme ad altri Comuni della Provincia di Brescia e Mantova (capofila il Comune di Desenzano), aderisce al progetto “Il Viaggio della memoria”. L’iniziativa, che si avvale del sostegno del Centro ricerche storiche A.N.E.I. (Associazione Nazionale Ex Internati) di Brescia, si prefigge di mantenere viva nelle giovani generazioni la memoria della Shoah. In seguito a questo intervento, nella prima decade del prossimo mese di novembre un gruppo di studenti delle scuole superiori di Desenzano e Lonato si recherà, per un’approfondita riflessione sulla tragedia dell’Olocausto, in visita ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. Visto il positivo riscontro dell’anno precedente, proseguirà anche per il corrente anno scolastico 2013-14 il progetto “Casa dello studente”, gestito dall’omonima associazione. Si tratta un’attività di sostegno allo studio ed allo svolgimento dei compiti scolastici condotta da educatori, neolaureati e laureandi che si svolge dal lunedì al venerdì, in orario pomeridiano, nella sala riunioni della Biblioteca comunale. Si coglie questa occasione per invitare laureandi o neolaureati di Bedizzole, eventualmente interessati a partecipare a questa esperienza, a proporre la propria candidatura. v ita n ostra 25 Vita della Comunità E’ormai prossima la pubblicazione del libro di memorie storiche basato su uno scritto autobiografico dell’avvocato bedizzolese Francesco Luigi Lorenzoni (1827-1903), uno dei primi deputati del Parlamento italiano. L’esame del manoscritto, il cui contenuto fornisce una significativa testimonianza sulla vita della comunità bedizzolese nella seconda metà del XIX secolo e sui fatti storici che, più o meno direttamente, l’hanno interessata, ha convinto Comune di Bedizzole e la Banca di Credito Cooperativo di Bedizzole a sostenerne finanziariamente la pubblicazione sotto la cura del prof. Tino Gipponi. La presentazione alla cittadinanza, affiancata da un momento musicale, si terrà nella Sala Don Gorini sabato 9 novembre. I proventi della vendita del libro saranno devoluti al Centro Alzheimer della Fondazione casa di soggiorno per anziani di Bedizzole. Sempre in tema di pubblicazioni, ricordo che è in corso di stampa lo studio araldico svolto dal prof. Giacomo Danesi sullo stemma del Comune di Bedizzole. Il lavoro, in forma di opuscolo, sarà distribuito a tutte le famiglie di Bedizzole entro la fine di quest’anno. Concludo ricordando che anche quest’anno, sia pure ridimensionato a causa delle evidenti difficoltà economiche che stiamo attraversando, non è venuto meno l’impegno finanziario dell’amministrazione comunale per il funzionamento della sua Biblioteca pubblica che, con una dotazione di circa 24.000 volumi e 35 abbonamenti correnti ed attivamente inserita nella struttura operativa della Rete Bibliotecaria Bresciana e Cremonese, vede confermato (come del resto attestano gli oltre 10.000 prestiti effettuati dall’inizio dell’anno) il suo ruolo centrale tra le agenzie culturali che operano sul territorio. Prof.ssa Monetti Teresa ITALIA - FRANCIA 15 - 20 SETTEMBRE: GEMELLARSI CON LA CARTA D’INTENTI di C.L. Dal 15 al 20 Settembre scorso la Comunita' Bedizzolese ha ricevuto la visita della delegazione francese di cui facevano parte membri del Comitato INTER ECHANGES e il Presidente dei Sindaci dei Comuni del Plateau Est di Rouen. I componenti della delegazione sono stati ospiti dei membri del Comitato di gemellaggio BEDIZZOLE/UNIONE COMUNI DELLA VALTENESI capitanato dalla Presidente Professoressa Teresa Monetti, Assessore alla cultura del Comune di Bedizzole, che grazie alla sua conoscenza perfetta della lingua francese (indimenticabile insegnante di francese presso la nostra Scuola media), è stata fedele traduttrice di dialoghi e conversazioni coadiuvata dai suoi ex alunni Michela Ambrogio 26 v ita n ostra e Alessandro Amadei I cinque giorni di visita sono stati intensi e profiqui, la delegazione ha potuto effettuare un itinerario artistico e culturale di tutto rispetto comprendente la visita alla nostra città e luoghi limitrofi, ma anche visitare la nostra Chiesa Parrocchiale, la Pieve Romanica di Pontenove, i nostri meravigliosi scorci sul fiume Chiese e i paesaggi del nostro Lago di Garda. La delegazione ha apprezzato anche le visite a attivita' econo miche locali di pregio, quali la Cooperativa Garda Latte, l'Azienda Agricola Marchesini Piergiuseppe, l'Azienda Agricola Averoldi Francesco, l'Azienda Agricola Pasini Giuseppe, eccellenze nella produzione di: grana padano salumi e vino. Anche la discarica FAECO è stata oggetto di visita, tecnici incaricati hanno spiegato il ciclo dell'intera attività di stoccaggio del materiale. Nella serata di giovedì 19 settembre alle ore 20.00 presso la Sala del Consiglio Comunale e dopo che la mitica Marching Band diretta dal Maestro Aldo Bettini aveva suonato gli inni nazionali francese ed italiano e le majorettes avevano eseguito le loro magiche evoluzioni, è avvenuta la sottoscrizione della carta d'intenti con la quale si afferma l'adesione a principi comuni quali la promozione dei valori universali di libertà, democrazia, uguaglianza, pace, tramite la cooperazione e lo scambio culturale. In data 20 settembre “i francesi” sono tornati a casa.... ma si è trattato solo di un arrivederci. Vita della Comunità Inaugurazione del Monumento al Carabiniere Domenica 29 Settembre in occasione del 35° di fondazione dell’Associazione carabinieri in Congedo di Bedizzole è stato inaugurato il monumento al Carabiniere alla presenza delle autorità Civili e Militari. La manifestazione è iniziata con un concerto della Fanfara e Banda di Bedizzole presso la casa di Sog- giorno per Anziani proseguendo in corteo fino alla Chiesa Parrocchiale Santo Stefano dove il Cappellano Militare Don Fabio Locatelli ha officiato la Santa Messa, succesivamente gli onori a tutti i caduti ed il corteo è proseguito fino al Monumento del Carabiniere dove dopo l’alzabandiera Don Franco ha benedetto il monumento. I discorsi delle Autorità Civili e Militari e del presidente di Sezione Sig. Stefano Moretti, che ha ringraziato unitamente al consiglio tutti i soci, simpatizzanti e coloro che hanno contribuito alla realizzazione del monumento. S. E. IL MIO PAESE: TUTTI CONTRO TUTTI? Capita spesso, passando per la piazza principale del paese di ascoltare le conversazioni, di sentire giudizi o di leggere volantini di vario genere. Si ha l’impressione che a Bedizzole tutti siano contro tutti, non va bene nulla, non si fa nulla, si colgono solo gli aspetti negativi di ogni istituzione…… il pessimismo è la nota dominante di tutto. A Bedizzole uno potrebbe fare mille cose buone…. Di lui si evidenzia solo quella meno riuscita. Eppure tante cose belle ci sono in paese! Molti ci invidiano la vivacità sportiva, altri mettono in evidenza le rinnovate strutture parrocchiali, parecchi elencano i tanti gruppi di volontariato, alcuni sognano di avere nella loro comunità le tante occasioni di stare insieme che ci sono da noi. Nonostante tutto prevale in tanti lo spirito critico e distruttivo. ”A Bedizzole va tutto male, occorre cambiare tutto, in paese non si fa nulla, bisogna cambiare, ripartire da zero, ora arriviamo noi!!!” “Tutti contro tutti” o meglio “tutti al servizio di tutti” ? E’ innegabile che tutto è migliorabile, che si può fare di più.. ma distruggere quanto uno fa buttare sempre fango sull’operato degli altri, vedere solo il negativo in ogni realtà non porta da nessuna parte, non fa crescere il paese. Invece di muri bisogna cominciare a costruire ponti, invece di buttare fango… occorre l’umiltà del dialogo e del confronto. Mi auguro che i tempi futuri siano sereni, mesi nei quali tutti fanno proposte, presentano progetti e diventano credibili non per le loro urla ma per le azioni concrete, mesi nei quali si mettono in gioco il bene del paese e non gli interessi personali. Un cittadino che ama il suo paese v ita n ostra 27 Vita della Comunità C.S.I. UN CALCIO SPECIALE Un calcio speciale quello del C.S.I. perché è fatto, lo si spera, da ragazzi che credono in certi valori e si sforzano di viverli. I valori sono l’amicizia, il rispetto, il dialogo, l’educazione. È un calcio di oratorio che vuol solo far giocare e divertire, che non chiede nulla a nessuno e non dà compensi. È un calcio di oratorio che rientra in un progetto educativo che non ha vergogna a chiamarsi “Cristiano”. Grazie all’oratorio molti giocatori hanno raggiunto traguardi di grande livello e hanno portato con loro il bagaglio umano-educativo-professionale-religioso che l’oratorio ha offerto loro. Nel campionato 2013 /2014 giocano nel campo di via Montegrappa 3 squadre. Sono oltre 50 giovani che sono fieri di essere al “don Bosco” perché il loro è un “calcio speciale”. Football Club 2003 Gaudia 2009 Gli amici di Ale Battesimi Settembre Vendemmia a Cantrina 28 v ita n ostra Vita della Comunità Un paese di sportivi Il concetto di sport ha origini lontane, origini che affondano le proprie radici nel mondo classico, in cui il momento sportivo non era vissuto solo dal punto di vista ludico, ma si associava alla formazione del carattere dei giovani, futuri cittadini cui spettava in seguito il dovere di condurre le sorti delle loro città. Già da allora quindi il concetto di sport è legato a doppio filo con quello di comunità. Non a caso il Trattato di Lisbona, che modifica il trattato istitutivo dell’Unione Europea, dedica l’articolo 165 a questo importante argomento ed in particolare sancisce che “L’Unione contribuisce alla promozione dei profili europei dello sport, tenendo conto delle sue specificità, delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale ed educativa” e ancora che “L’azione dell’Unione è intesa a sviluppare la dimensione europea dello sport, promuovendo l’equità e l’apertura nelle competizioni sportive e la cooperazione tra gli organismi responsabili dello sport e proteggendo l’integrità fisica e morale degli sportivi, in particolare dei più giovani tra di essi”. Quanto stabilito nelle più autorevoli sedi delle nostre Istituzioni talvolta può apparire lontano e poco applicabile a realtà locali relativamente piccole come la nostra, ma da delegato allo Sport del comune di Bedizzole ho potuto constatare quanto questi principi siano radicati nel nostro territorio e nella nostra tradizione. L’associazionismo sportivo Bedizzolese ha avuto origine negli anni ’20 del secolo scorso e attualmente conta tra le proprie fila ben 21 società che impegnano e formano 1403 atleti, 752 dai 6 fino ai 16 anni e 651 dai 16 in poi, numeri considerevoli e impensabili senza l’opera, spesso volontaria, di dirigenti e allenatori. Durante questi anni non sono mancati atleti di primo livello, campioni nazionali e internazionali, risultati eccellenti frutto di qualità, passione e sacrifici, ma sullo stesso piano metto il grande numero di ragazze e ragazzi che comunque sono cresciuti e passati attraverso le nostre società sportive, sperimentando sulla propria pelle la “funzione sociale ed educativa” che talvolta può avere solo lo sport, vera palestra di vita. Come riconoscimento quindi alla centralità dell’associazionismo sportivo nel 1992 una felice intuizione dell’Amministrazione Comunale ha dato il via a quella che poi è divenuta una vera e propria tradizione, l’istituzione della “settimana dello sportivo” che quest’anno si è tenuta dal 15 al 21 settembre. La manifestazione non si sarebbe potuta realizzare senza la collaborazione delle nostre associazioni che si sono dedicate con impegno per la buona riuscita e che quest’anno, oltre ai tradizionali eventi relativi alle varie discipline sportive proposte durante la settimana, ha visto alcune novità; da un lato si è deciso di programmarla per settembre, non a chiusura della stagione sportiva ma come ideale augurio all’apertura di quella 2013/2014, dall’altro si è introdotto un concetto nuovo di festa conclusiva, fatta dagli sportivi e per gli sportivi, cercando di differenziarla dalla tradizionale sagra di paese. Il 21 settembre atleti e cittadinanza si sono ritrovati presso il campo sportivo comunale “Siboni”, le varie associazioni hanno sfilato accompagnate dalla descrizione della propria storia, attività e obiettivi per poi schierarsi nel campo di fronte al pubblico sugli spalti, successivamente si è intonato l’Inno Nazionale seguito da un momento di riflessione. Uno spettacolo particolare e non programmato l’hanno offerto i nostri giovani atleti che al “rompete le righe” si sono lanciati in una corsa collettiva nel campo per raggiungere la zona allestita con i gazebo, dove ogni società ha avuto modo di farsi conoscere dal folto pubblico presente promuovendo la propria attività. Sono stato piacevolmente stupito dal successo che la festa ha riscosso e sono convito che sia il segnale di come il movimento sportivo costituisca una parte importante del tessuto nella nostra comunità: esso rappresenta, oltre all’innegabile funzione educativa, un veicolo di formazione sociale di straordinaria efficacia proprio perché permette di vivere, sperimentando sulla propria pelle, esperienze che più o meno direttamente ci arricchiscono di quella serie di valori positivi che una volta entrati a far parte di noi ci rendono, oltre che sportivi, cittadini migliori. Stretti Andrea Consigliere comunale delegato allo Sport v ita n ostra 29 Vita della Comunità Servizio Promozione Sostegno Economico alla Chiesa Cattolica Ogni giorno, in Italia, i sacerdoti sono impegnati nelle parrocchie e tra la gente per annunciare il Vangelo e offrire carità, conforto,speranza. Oggi tutti si sentono più insicuri e trovano nei sacerdoti un punto di riferimento cui ricorrere con fiducia. In particolare i poveri, i disabili,le persone sole o emarginate, i senza lavoro, giovani ed anziani,sanno di poter ricorrere ai sacerdoti per trovare conforto spirituale e, spesso, un aiuto concreto. I sacerdoti hanno tutti la stessa missione e tutti devono poter contare sulle risorse necessarie al loro fabbisogno. Per alcuni, sono sufficienti le offerte della propria comunità o eventuali stipendi da insegnanti. Per altri, in particolare per quelli che svolgono la loro missione nelle parrocchie più piccole e povere, sono Il Gruppo Missionario organizza IL MERCATINO in via Libertà 32 (ex pizzeria) dal 10 novembre al 24 dicembre Sabato e Domenica ore 9 -12 e 15 -19 Il ricavato sarà a favore delle Missioni di Suor Marica Bussi 30 v ita n ostra Fai un’offerta che aiuti i sacerdoti e le strutture parrocchiali necessarie le offerte di tutti i fedeli che poi vengono distribuite equamente tra tutti i sacerdoti dall’istituto centrale sostentamento del clero. La tua offerta quindi è una part4ecipazione attiva alla missione di tutti i sacerdoti diocesani operanti in italia. Oggi le offerte non sono Grazie per ogni gesto di generosità Offerte Pro Oratorio (Offerte dal 7 settembre al 21 ottobre ) Offerte settimanali € 3.642,68 984,67 Candele € Funerali € 1.100,00 Stampa Cattolica € sufficienti per tutti i sacerdoti. La chiesa dunque, per provvedere, deve, utilizzare parte dei fondi dell’8 x mille. Ecco perché il tuo contributo vale due volte: più cresce la raccolta delle offerte, più risorse dell’8 x mille possono essere utilizzate per altre attività pastorali o di carità! 49,00 Matrimoni € 1.050,00 Battesimi € 550,00 1° domenica di ottobre N.N. Un gruppo di amici Visita Famiglie Famiglie Momangione Associazione Carabinieri Gruppi Parrocchiali In memoria di Giancarlo Ceselin € 1.183,94 € 200,00 € 800,00 € 120,00 € 100,00 € 200,00 € 220,00 € 600,00 Giornata Missionaria Mondiale (consegnato all’ufficio Missionario) € 2.118,19 Anagrafe Parrocchiale Sono nuovi Figli di Dio Si sono uniti in Matrimonio Beretta Benedetto Giovanni di Gianlorenzo e Turillazzi Manuela Mantovani Davide e Todarello Santina Cottini Nicolò di Manuel e Bontempi Nicoletta Venturoli Emma di Lodovico e Dossi Gloria Aban Adjetej Elias di David e Aban Adjetej Vivian Gerlegni Francesco e Zana Elisa Berthoud Alessandro di Luca e Rocca Enrica Aragoni Mattia di Carlo e Festi Manuela D’Amico Angelo e Zanetti Virna Mazzola Nicolas di Luca e Altamira Romina Savoldi Manuel e Cagni Sara Piccini Filippo di Marco e Taddeolini Simona Rovetta Matteo di Denni e Siddi Ivana Bedognè Simone di Mosè e Alberti Monica Sono tornati alla Casa del Padre Franzoni Basilica ...... Nuove IDEE REGALO!!! Come il simpaticissimo calendario a calamita!!!! Ceselin Giancarlo di anni 72 Magri Pierina di anni 88 •CALENDARI - BIGLIETTI AUGURALI Personalizzati con foto Scalfi Rosa di anni 98 •POSTER - QUADRI - CARTOLINE •PARTECIPAZIONI E LIBRETTI PER CERIMONIE •BIGLIETTI LUTTO MACELLERIA •BIGLIETTI EVENTI Labadessa Dora di anni 91 Viale Libertà, 62 - Bedizzole (Bs) Tel. 030.674634 Fax 030.6874605 [email protected] wwww.tipolitografiaberardi.com Bettini Pierino di anni 88 Molinarolo Alfredo di anni 64 PASETTI GIANFRANCO Piazza V. Emanuele II, 13 BEDIZZOLE (BS) Tel. 030 674456 Antica Trattoria Loc. Bettoletto “Al Mulino” specialità di pesce TAG L I A N I RINALDO Venite a scoprire la nostra produzione nel nuovo show room di Bedizzole Via Garibaldi, 17 BEDIZZOLE tel.030.6870773 fax 030.6870199 www.valenInimobili.it‐ www.woodencharme.it C S G IMPIANTI Impianti di allarme e telecamere per interno ed esterno impianti antincendio FALEGNAMERIA PODAVINI EGIDIO & C. 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