Parrocchia: una Chiesa Missionaria

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Parrocchia: una Chiesa Missionaria
v ita n ostra
Periodico Novembre
2013
Giornale Parrocchiale
della comunità
S. Stefano - Bedizzole
Parrocchia: una Chiesa Missionaria
orario S. Messe
FESTIVI
in Parrocchia:
Messa festiva della Vigilia Sabato ore 18,30
DOMENICA ore 8 - 10 - 11,15
ore 18,15 Vespro e S. Messa
nelle contrade:
ore 7,30 Suore Canossiane
ore 8,30 Frazioni
ore 9,00 Casa di Riposo
ore 9,30 Pontenove
ore 16,30 Santuario di Masciaga
sommario
La Parola del Parroco
3
FERIALI
in Parrocchia:
ore 8.30 - 18 Rosario e S. Messa
nelle contrade:
ore 7,00 Suore Canossiane
ore 9,00 Santuario di Masciaga
ore16,00 Casa di Riposo
CONFESSIONI Prima e dopo ogni celebrazione
Sabato ore 17 - 19
Le celebrazioni dei Battesimi sono fissate solo
la prima domenica di ogni mese.
Vita della
Chiesa
Lab ... Oratorio
La sepoltura dei defunti
4-5
Ogni Martedi ore 8.30:
S. Messa e riflessione in parrocchia
Biblia Pauperum
6-7
Ogni Domenica ore 18:
Vespro - Breve catechesi - S. Messa
Il Papa ai Catechisti
8-9
Ogni Lunedi 20.30: Lectio Divina in oratorio
Beatificato Rolando Rivi
6-7
catechesi per adulti
IN AVVENTO E QUARESIMA:
Centri di Ascolto nelle Contrade
Incontro per genitori dei bambini I.C.R.F.
indirizzi utili
PARROCCHIA Don Franco Dagani
030 674112 - cell. 339 6924826
ORATORIO Don Vincenzo Arici
030 674842 - cell. 328 2866104
SANTUARIO di MASCIAGA Don Roberto Soncina
030 6870706 - cell. 338 2722653
ISTITUTO MISSIONARI DELLA CONSOLATA
030674041
ISTITUTO SUORE CANOSSIANE
030 674000
COMUNITÀ BACHITA INFERMERIA
030 6871419
SCUOLA DELL’ INFANZIA S. FAMIGLIA
030 674025
SCUOLA STATALE
030 674568
SCUOLA DELL’ INFANZIA A. VOLPI
030 674375
PARROCCHIA S. VITO
030 674524
CASA DI SOGGIORNO PER ANZIANI
030 674213
PALAZZO MUNICIPALE
030 6872711
CARABINIERI
030 674222
POLIZIA LOCALE
030 6872925
Vita
dell’Oratorio
Vita della
Parrocchia
I Consigli Pastorali
9
Parrocchia in ritiro
9
Occasioni per crescere la fede
11
Famiglia luogo di missione
15 - 16
12 - 13
Incontri Catechisti
13
Programma Anno Catechistico
14
Vita
della Comunità
Pellegrini in Grecia
22
Viaggio Slovenia Croazia Bosnia
22
Festa Momangione
23
Dalla Casa di Soggiorno per Anziani 23 - 24
Vita Culturale a Bedizzole
25 - 26
Gemellaggio Italia - Francia
26
Monumento al Carabiniere
27
Il mio Paese: tutti contro tutti?
27
conosci e segui la Vita
della tua Parrocchia
La missione educativa ...
Radio: 94,00 Mhz collegata con E.C.Z.
Sito: www.parrocchiadibedizzole.it
e-mail: [email protected]
Re Artù - Scuola Canossiane
18 - 19
C.S.I. - Un calcio speciale
28
Accoglienza - Scuola S. Famiglia
20 - 21
Un paese di sportivi
29
Festa d’Autunno - Scuola A. Volpi
21
Un aiuto alle parrocchie
30
Grazie per la Generosità
30
Anagrafe Parrocchiale
31
redazione
Editore e Redattore: Don Franco Dagani
Direttore Responsabile: Don Adriano Bianchi
In redazione: Don Franco Dagani
Don Roberto Soncina - Don Vincenzo Arici
Raffaella Berardi - Giovanni De Marco
Carlo Bresciani - Vittorio Boniotti
Realizzazione:TIPOLITOGRAFIA BERARDI Bedizzole
17
Costo € 3,00 a copia. Disponibile con offerta libera.
In copertina: Quattro momenti vissuti dalla Comunità
La Parola del Parroco
UNA PARROCCHIA
MISSIONARIA
Carissimi,
Anno della
Missione
in questo Anno Pastorale il
Vescovo Luciano invita le
parrocchie a diventare “Chiese
missionarie”.
È chiarissimo questo suo invito
nella sua IVa lettera alla diocesi.
Pur non trascurando la sua
attenzione ai paesi lontani ogni
parrocchia deve mettersi in
“stato di missione”. Lo impongono i radicali cambiamenti avvenuti in questi ultimi anni.
I cristiani stanno diventando una
minoranza, la realtà culturaleeconomica-sociale-familiare è
profondamente mutata. Non
si può più vivere di illusioni, le
tradizioni religiose non reggono
più, molti riti molte celebrazioni
non dicono più nulla alle nuove
generazioni. Tanti genitori non si
pongono più il problema di far
battezzare i figli.
Rimpiangere il passato non
serve, occorre il coraggio di
aprire gli occhi sui mutamenti
che stanno avvenendo, non
bisogna perdere la fiducia e
avere la certezza che a guidare
la chiesa è lo Spirito Santo.
Proprio perché ogni parrocchia
deve mettersi in “stato di
missione”, il Vescovo suggerisce
di riprendere l’iniziativa delle
Missioni al Popolo. ”Chiedo che
almeno ogni dieci anni ciascuna
Unità Pastorale programmi una
Missione Popolare. L’essenziale
è che nel corso della Missione
l’annuncio del Vangelo giunga
a tutti coloro che abitano nel
territorio: sarà un annuncio
positivo centrato sull’amore e
la misericordia di Dio”. Avendo
vissuto l’esperienza delle Missioni a San Zeno Naviglio e
avendone constatato i risultati,
esse restano un mio forte
desiderio anche per la nostra
parrocchia di Santo Stefano.
Nella sua IVa lettera il Vescovo
suggerisce pure di intraprendere
i Cammini Catecumenali che
aiutino a rifondare la fede e a
riscoprire il valore dei sacramenti.
Chiede Mons Monari di dar vita
a “scuole di preghiera”, a corsi
di Esercizi Spirituali, a momenti
forti di spiritualità che aiutino i
cristiani a prendere coscienza
delle loro responsabilità. Una
pastorale stanca, devozionale,
attenta solo ai vicini non regge
più, fatta solo per salvare il
salvabile non è più concepibile.
È necessario andare, uscire,
prendere iniziative, farci sentire.
Oggi è richiesta una testimonianza convinta, sincera,
decisa, gioiosa. Un cristiano
triste non affascina, un cristiano
con il muso lungo è scostante,
un cristiano poco credibile
scandalizza. Monari termina la
sua lettera pastorale dicendoci
che “se vogliamo che la Chiesa
diventi missionaria, devono
diventare missionari tutti i credenti”.
Essere missionari vuol dire far
vedere la propria fede, far
capire quanto essa arricchisce,
dialogare e confrontarsi con
tutti, non arrendersi, essere sale
che dà sapore, essere luce che
illumina, essere fermento che fa
lievitare………
“Essere missionari” vuol dire
vivere in pienezza la propria
scelta battesimale.
Cominciamo a fare piccoli passi
perché la chiesa di Bedizzole
viva il suo mandato missionario.
Don Franco
v ita n ostra 3
Vita della Chiesa
LA CHIESA
HA SEMPRE PRIVILEGIATO
LA SEPOLTURA DEL CORPO DEI DEFUNTI
La Chiesa cattolica ha sempre
preferito la sepoltura del corpo
dei defunti come forma più
idonea a esprimere la pietà dei
fedeli verso coloro che sono
passati da questo mondo al
Padre, e a favorire il ricordo e la
preghiera di suffragio da parte
di familiari e amici. Attraverso la
pratica della sepoltura nei cimiteri,
la comunità cristiana – facendo
memoria della morte, sepoltura
e risurrezione del Signore – onora
il corpo del cristiano, diventato
nel Battesimo tempio dello Spirito
Santo e destinato alla risurrezione.
Simboli, riti e luoghi della
sepoltura esprimono dunque la
cura e il rispetto dei cristiani per
i defunti e soprattutto la fede
nella risurrezione dei corpi.
Tuttavia, in assenza di motivazioni
contrarie alla fede, la Chiesa
non si oppone alla cremazione
e accompagna tale scelta con
apposite indicazioni liturgiche e
pastorali.
La prassi di spargere le ceneri in
natura, oppure di conservarle in
luoghi diversi dal cimitero, come,
ad esempio, nelle abitazioni
private, solleva non poche
domande e perplessità.
La Chiesa ha molti motivi per
essere contraria a simili scelte,
che possono sottintendere concezioni panteistiche o naturalistiche. Soprattutto nel caso
di spargimento delle ceneri o di
4 v ita n ostra
sepolture anonime si impedisce
la possibilità di esprimere con
riferimento a un luogo preciso il
dolore personale e comunitario.
Inoltre si rende più difficile il
ricordo dei morti, estinguendolo
anzitempo. Per le generazioni
successive la vita di coloro che
le hanno precedute scompare
senza lasciare tracce.
Con la morte, separazione
dell’anima dal corpo, questo
cade nella corruzione, mentre
l’anima va incontro a Dio, pur
restando in attesa di essere
riunita al suo corpo glorificato.
Dio
nella sua onnipotenza
restituirà definitivamente la vita
incorruttibile ai corpi riunendoli
alle anime, in forza della
risurrezione di Gesù.
Divenuto “tempio dello Spirito
Santo” attraverso il Battesimo
anche il corpo inanimato conserva una sua dignità. I gesti di
rispetto e di pietà riservati alla
salma di Gesù dopo la sua morte
e al momento della sepoltura
hanno ispirato lungo i secoli il
comportamento dei cristiani nei
confronti dei defunti.
Il lutto ha sempre comportato
segni e precise forme espressive.
I riti funebri, mentre esprimono il
congedo rituale della persona
amata, aiutano parenti e
conoscenti ad affrontare ed
elaborare i loro sentimenti. Essi,
inoltre, indicano sempre il fine
della vita al quale la persona
defunta si è avvicinata.
Fin dai primi secoli le tombe degli
apostoli e dei martiri sono state
contrassegnate con i nomi e i
simboli della memoria o della
risurrezione. I cimiteri divennero
luoghi di culto e di pellegrinaggio,
espressione positiva della memoria e del riconoscimento della
dignità personale dei defunti,
luoghi di annuncio della speranza
cristiana nella risurrezione.
Mantenere viva la memoria dei
defunti e ricordarsi di loro è per le
persone in lutto una consolazione
e un aiuto.
La potenza della risurrezione
oltrepassa ogni limite umano e
non è ostacolata dalle modalità
di sepoltura. Tuttavia, non solo
la celebrazione delle esequie,
ma anche le forme di sepoltura
e gli stessi cimiteri devono
testimoniare la fede in Dio e la
speranza nella risurrezione.
INDICAZIONI PASTORALI
1. La Chiesa raccomanda
vivamente che si conservi la pia consuetudine
di seppellire i corpi dei
defunti. La Chiesa permette la cremazione se
tale scelta non mette in
dubbio la fede nella risurrezione.
Vita della Chiesa
2. Il fedele che abbia scelto la cremazione del proprio corpo, nello spirito di
cui sopra, ha diritto alle
esequie ecclesiastiche,
nei limiti previsti dalla legislazione ecclesiastica
e dai riti liturgici approvati.
3. La celebrazione liturgica
delle esequie preceda
la cremazione. I riti, nella
Messa o nella Liturgia della Parola, sono i medesimi
previsti per il caso della
sepoltura. Si ponga però
attenzione a scegliere i
testi liturgici più adatti a
questa particolare situazione.
di benedizione del sepolcro al momento della deposizione dell’urna con le
ceneri. In caso contrario
siano i familiari o gli amici
ad accompagnare questo ultimo atto con la preghiera cristiana.
7. Qualora, eccezionamente, accada che la cremazione preceda le esequie e queste vengano
richieste con la presenza
dell’urna cineraria, ci si
attenga alle indicazioni
del Vescovo diocesano.
4. Eccezionalmente “ i riti
previsti nella cappella
del cimitero o presso la
tomba si possono svolgere nella stessa sala crematoria”. In questo caso
il sacerdote o il diacono
utilizzino il rito previsto evitando ogni pericolo di
scandalo, di indifferentismo religioso o l’introdursi
di consuetudini estranee
ai valori della tradizione
cristiana.
5. Anche nel caso della
cremazione, dopo le esequie il sacerdote, il diacono o il laico incaricato
accompagnino il feretro
al luogo indicato, se ciò
è possibile ed è consuetudine. Qualora la cremazione debba essere
differita, si può omettere
l’accompagnamento.
6. La cremazione si ritiene
conclusa solo al momento
della deposizione dell’urna nel cimitero. Pertanto,
se i familiari lo desiderano
e ciò è possibile, il sacerdote, il diacono o il laico
incaricato si rendano disponibili per la preghiera
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Vita della Chiesa
BIBLIA PAUPERUM
catechesi con l’arte
“Signore” disse don Camillo
cadendo in ginocchio “eccomi
davanti a voi per pagare i miei
peccati”. Si udì la voce del Cristo,
una voce che si spandeva in tutto
l’universo: “Siano rimessi tutti i
peccati a chi ha saputo conservare
puro il suo cuore. Alzati e vieni,
don Camillo”. Don Camillo si levò
e fece per avviarsi ma, subito, si
fermò: “Signore, e lui?” domandò
indicando Peppone che rimaneva
immobile a capo chino. “Egli è
stato strumento del demonio e la
sua meta non è questa” spiegò la
voce del Cristo. “Signore, non l’ha
fatto per cattiveria” replicò don
Camillo. “E’ un povero cretino
vittima della propaganda”. “Lo
so, don Camillo: per questo non
gli è stato assegnato l’Inferno
ma il Purgatorio”. “Signore”
implorò don Camillo “io non posso
lasciarlo solo. Concedetemi di
fargli compagnia in Purgatorio.
L’aiuterò ad espiare”. Peppone
si buttò in ginocchio: “Signore”
gemette “non aggravate la mia
pena! Con lui alle costole, il
Purgatorio diventerà un Inferno,
per me!”. “Anche questo è vero”
rispose la voce del Cristo. Assieme
a lui il Paradiso diventerà per te un
Purgatorio. Levati e vieni anche tu:
la misericordia di Dio è grande…”
Il caro Giovannino Guareschi
mi presta il fianco, con questo
suo racconto, per riprendere il
percorso di catechesi con l’arte
riproponendo i famigerati articoli
della “Biblia Pauperum”. Il
ricorso all’umorismo guareschiano
mi è sembrato particolarmente
utile nell’affrontare questo mio
6 v ita n ostra
di DonArVi
nuovo attentato alla grammatica
italiana. Il mese di novembre,
tradizionalmente riservato alla
preghiera per i defunti, e la tela che
fa da pala all’altare del Suffragio
(quello collocato tra le due porte
che immettono nel coretto) ci
presentano il delicato tema della
realtà del PURGATORIO. E qui
mi sono subito reso conto della
difficoltà di stendere uno scritto
che avesse il pregio, se non della
precisione, almeno della chiarezza
circa la verità di fede che si vuole
esporre. Infatti l’opera d’arte in
questione rappresenta la visione
popolare del Purgatorio che non
è perfettamente corrispondente
alla visione teologica dello
stesso. Cercherò, per quanto mi
sarà possibile, di fare sintesi tra
quello che i nostri boni homines di
Bedizzole hanno voluto esprimere
commissionando tale opera, e
quello che invece ci dice la nostra
fede.
Il Catechismo è molto parco
sull’argomento, e al numero 1030
afferma: “Coloro che muoiono
nella grazia e nell’amicizia di
Dio, ma sono imperfettamente
purificati, sebbene siano certi
della loro salvezza eterna, vengono
sottoposti, dopo la loro morte,
ad una purificazione, al fine di
ottenere la santità necessaria per
entrare nella gioia del cielo”.
E aggiunge “La Chiesa chiama
Purgatorio questa purificazione
finale degli eletti, che è tutt’altra
cosa dal castigo dei dannati”
(CCC, 1031). Ed eccoci davanti
alla criticità annunciata: Francesco
Maggioni l’autore della bella tela, a
fronte di questa definizione ci offre
invece la drammatica visione
delle anime purganti immerse
nelle fiamme, non diversamente
da come, nel coretto, erano stati
rappresentati i dannati nell’inferno.
Insomma: per i cristiani del
XVIII secolo (solo per loro?) sia
nell’inferno che nel purgatorio le
anime patiscono la terribile pena
del fuoco! Ma è davvero possibile
che il purgatorio non sia altro che
una copia dell’inferno con l’unica
consolazione che il primo ha un
termine cosa che invece non avviene
per il secondo? Ovviamente no! E
per capirlo basterebbe osservare
con attenzione uno dei saggi di
bravura della tela, ovvero quello
strepitoso panneggio rosso tenuto
dall’angelo che sta portando in
cielo una delle anime. Quel manto
rappresenta visivamente quale sia
il “carburante” che alimenta le
fiamme del purgatorio: l’amore
di Cristo per l’uomo. “Hoc Fecit
Amor” si legge appena al di sotto
della pala su tre cartelle lignee,
cioè “Questo è opera dell’Amore”.
Sono illuminanti, allora, le parole
di Benedetto XVI: “Il fuoco che
brucia e insieme salva è Cristo
stesso, il Giudice e il Salvatore.
Davanti al suo sguardo si fonde
ogni falsità. Il suo sguardo, il tocco
del suo cuore ci risana mediante
una trasformazione certamente
dolorosa “come attraverso il
fuoco”. Tuttavia è un dolore beato,
in cui il potere del suo amore
ci penetra come una fiamma,
Vita della Chiesa
consentendoci alla fine di essere
totalmente noi stessi e con ciò
totalmente con Dio. (Spe salvi, 47). Il
purgatorio, quindi, come il processo
nel quale l’uomo perfeziona l’opera
di configurazione a Cristo iniziata su
questa terra e interrotto con la morte.
Ecco perché il pittore rappresenta
l’anima sostenuta dall’angelo che,
a braccia spalancate, guarda in
atteggiamento di ringraziamento
verso quel delizioso Gesù bambino
benedicente, posto al vertice della
scena, tra l’elegante figura di Maria
e quella di Antonio di Padova che
si china a baciare la divina manina.
C’è tuttavia una presenza curiosa
nell’opera; una presenza umana…
in carne ed ossa, rappresentata
come se non ci fosse distinzione tra
il mondo dei vivi e quello dei morti.
Si tratta di quei tre personaggi
raffigurati nell’angolo inferiore
sinistro della tela. Sono ovviamente
i committenti dell’opera stessa,
cioè gli appartenenti alla
Confraternita del Suffragio che si
riunivano a pregare nel retrostante
coretto (dopo aver spalancato le ante
di quell’apertura che si vede tutt’ora
dietro ai candelabri dell’altare). Gli
abiti che indossano non lasciano
dubbi circa la loro identità; ma
quel bordone (il bastone tipico
dei pellegrini) abbandonato in
terra e quelle mani giunte ci
suggeriscono
anche
un’altra
interpretazione: essi rappresentano
la Chiesa ancora pellegrina sulla
terra che intercede con la sua
preghiera a favore delle anime che
si stanno purificando. Dice infatti il
Catechismo: “Fin dai primi secoli
la Chiesa ha onorato la memoria
dei defunti e ha offerto per loro
suffragi, in particolare il sacrificio
eucaristico, affinchè, purificati
possano giungere alla visione
beatifica di Dio”. (CCC, 1032).
Ecco perché la tela è sostenuta dalla
mensa dell’altare: c’è un vincolo
tra noi battezzati ancora in vita
sulla terra e i battezzati che vivono
oltre la soglia della morte. È quella
che viene chiamata “Comunione
dei Santi” che si concretizza nella
celebrazione della Messa e che
viene rappresentata efficacemente
nella pala da quella inesistente
separazione tra le varie figure,
come se tutte appartenessero allo
stesso mondo.
All’inizio del mese dedicato alla
preghiera per i defunti rinnoviamo
la nostra fede nella salvezza. Il
discorso sul Purgatorio quindi,
lungi dallo spaventare, diventa un
inno alla speranza e nel medesimo
tempo è anche un appello; un
appello a crescere nell’amore di
Dio già in questa vita.
v ita n ostra 7
Vita della Chiesa
Il Papa ai catechisti:
“Siate testimoni del Vangelo,
creativi, non codardi
o statue da museo”
Ripartire da Cristo, avere
familiarità con Lui, imitarlo nell’uscire da sé, non avere paura
di andare con Lui nelle periferie.
E’ quanto Papa Francesco raccomanda ai circa duemila catechisti ricevuti nell’Aula Paolo
VI e partecipanti al Congresso
Internazionale sulla Catechesi
organizzato in Vaticano.
L’evento è promosso dal Pontificio Consiglio per la Nuova
Evangelizzazione in occasione
dell’Anno della Fede.
Aiutare i bambini, i ragazzi,
i giovani, gli adulti a conoscere e amare sempre più il
Signore - spiega Papa Francesco, autodefinendosi
un
“catechista”- è una delle
avventure educative più belle, si
costruisce la Chiesa: ma occorre
“essere”, non “fare” i catechisti
o “lavorare da catechisti”. Il
Santo Padre cita Benedetto
XVI: “la Chiesa non cresce per
proselitismo, ciò che attrae è la
testimonianza”, quindi ricorda
le parole di Francesco d’Assisi:
“predicate il Vangelo e se fosse
necessario con le parole, ma
prima con la testimonianza”.
“La gente - aggiunge - legge il
8 v ita n ostra
Vangelo nella vostra vita”. Per
ripartire da Cristo bisogna avere
familiarità con Lui, lasciarsi
guardare da Lui, un cammino
che dura tutta la vita:
“Ma tu ti lasci guardare dal
Signore? Lasciarci guardare dal
Signore! Lui ci guarda e questa
è una maniera di pregare. Ti
lasci guardare dal Signore?
‘Ma come si fa?’. Guardi il
Tabernacolo e lasciati guardare.
E’ semplice! ‘E’ un po’ noioso, mi
addormento.’. Addormentati!
Addormentati! Lui ti guarderà lo
stesso. Lui ti guarderà lo stesso.
Ma sei sicuro che Lui ti guarda!
E questo è molto più importante
che il titolo di catechista: è
parte dell’essere catechista”.
Il Papa poi si rivolge a quei
catechisti, padri o madri, i
cui impegni di famiglia poco
si conciliano con una vita
contemplativa:
“Capisco che per voi non è
così semplice: specialmente
per chi è sposato e ha figli, è
difficile trovare un tempo lungo
di calma. Ma, grazie a Dio, non è
necessario fare tutti nello stesso
modo; nella Chiesa c’è varietà
di vocazioni e varietà di forme
spirituali; l’importante è trovare
il modo adatto per ‘stare con
il Signore’; e questo si può, è
possibile in ogni stato di vita”.
Chi mette Cristo al centro della
propria vita - spiega Papa
Francesco - si decentra e si
apre agli altri in un dinamismo
d’amore, il cui movimento è
simile al battito cardiaco:
“Il cuore del catechista vive
sempre questo movimento di
‘sistole-diastole’: unione con
Gesù - incontro con l’altro.
‘Sistole-diastole’. Se manca uno
di questi due movimenti non
batte più, non vive”.
Il Kerigma, ovvero l’annuncio
della morte e resurrezione di
Cristo, è un dono che genera
missione, che spinge oltre se
stessi:
“Il catechista è cosciente che
ha ricevuto un dono, il dono
della fede e lo dà in dono agli
altri. E questo è bello. E non se ne
prende per sé la percentuale,
eh? Tutto quello che riceve, lo
dà! Questo non è un affare! Non
è un affare! E’ puro dono: dono
ricevuto e dono trasmesso”.
Il Papa esorta a non aver
paura di andare con Gesù
alle periferie: cita l’esempio di
Giona raccontato nell’Antico
Testamento, spaventato dall’invito di Dio di andare a
predicare nella città di Ninive,
così al di fuori delle sue sicurezze,
dei suoi schemi, alle periferie del
suo mondo. Per essere fedeli esorta il Papa - occorre “saper
cambiare”:
“Se un catechista si lascia
prendere dalla paura, è un
codardo; se un catechista se
Vita della Chiesa
ne sta tranquillo finisce per
essere una statua da museo; se
un catechista è rigido diventa
incartapecorito e sterile. Vi
domando: qualcuno di voi
vuole essere codardo, statua
da museo o sterile?”... (risposta
dei catechisti: “No!”)
Tanta creatività e nessuna
paura di uscire fuori dai propri
schemi: questo caratterizza un
catechista. Quando restiamo
chiusi nei nostri schemi, nei nostri
gruppi, nelle nostre parrocchie,
nei nostri movimenti - spiega
il Papa - ci succede quello
che accade ad una persona
chiusa nella propria stanza, ci
ammaliamo:
“Preferisco mille volte un
catechista che abbia il coraggio
di correre il rischio di uscire
piuttosto che un catechista che
studi, sappia tutto, ma sia chiuso
sempre e ammalato. E alle volte
è malato nella testa..”.
La
certezza
che
deve
accompagnare ogni catechista
- aggiunge Papa Francesco - è
che Gesù cammina con noi, ci
precede. “Quando pensiamo di
andare lontano, in un’estrema
periferia, Gesù è là:
“Ma voi sapete una delle periferie
I CONSIGLI PASTORALI
don Franco. A sua volta don
Vincenzo ha ripercorso velocemente il documento del Sinodo
sulle Unità Pastorali.
Vari gli interventi nei quali
si è espressa la bellezza del
camminare insieme,la necessità
di mettere insieme le iniziative, la
voglia di condividere i problemi.
Sono state formulate alcune
piccole proposte (incontri per
catechisti, bollettino, liturgie,
iniziative
per
giovani
ed
adolescenti).
DELL’UNITÀ PASTORALE SI
INCONTRANO A BEDIZZOLE
Un incontro, quello dei Consigli
Parrocchiali il 9 settembre, senza
un nutrito ordine del giorno.
Voluto
semplicemente
per
conoscersi, guardarsi in faccia,
provare a parlarsi, fissare un
minimo di programma.
Un accenno alla lettera pastorale del Vescovo l’ha fatto
che mi fa male tanto, che sento
dolore? E’ quella dei bambini
che non sanno farsi il Segno della
Croce. A Buenos Aires ci sono
tanti bambini che non sanno farsi
il Segno della Croce. Questa è
una periferia, eh! Bisogna andare
là! E Gesù è là, ti aspetta per
aiutare quel bambino a farsi il
Segno della Croce”.
Pellegrinaggio
alla tomba del Piamarta
PARROCCHIA IN RITIRO
Davvero intenso il pomeriggio
che il C.P.P., i gruppi, gli animatori
dei Centri di Ascolto hanno
vissuto a S. Felice del Benaco
il 29 settembre. I partecipanti
non sono stati tantissimi, oltre
una trentina, ma non è più
il tempo dei grandi numeri.
Preghiera, silenzio, adorazione,
riflessione condivisione hanno
caratterizzato le ore passate
insieme. All’inizio
dell’Anno
Pastorale si è offerta a chi voleva
la possibilità di una esperienza
intensa di fede.
A far da guida la lettera
pastorale di Mons Monari
“Come il Padre ha mandato
me, anch’io mando voi”.
Ci si è resi conto che non si può
essere “cristiani senza essere
missionari”. Il linguaggio nella
condivisione è stato molto
franco, non sono mancate
critiche, varie le proposte. Tutti
hanno sottolineato la necessità
di pregare di più, di dare
maggior spazio alla liturgia, di
qualificare la carità.
Una piccola cenetta ha favorito
la condivisione e la reciproca
conoscenza.
Tutti hanno chiesto di ripetere
più volte l’esperienza.
Il Segretario
v ita n ostra 9
Vita della Chiesa
BEATIFICATO A MODENA IL 15 OTTOBRE 2013
IL SEMINARISTA DI QUATTORDICI ANNI
ASSASSINATO NEL 1945 DAI PARTIGIANI COMUNISTI
PERCHÈ PORTAVA L’ABITO TALARE
Aveva l’età dei ragazzi che si
preparano all’esame di terza
media quando fu sequestrato,
torturato e poi barbaramente
ucciso dai partigiani comunisti
del
battaglione
FRITTELLI,
brigata MODENA MONTAGNA.
Era il 13 aprile del 1945, a un
passo dalla fine della guerra.
Un prete di meno, dissero i suoi
assassini. In realtà Rolando Rivi
era un semplice seminarista
che non dimostrava i suoi 14
anni. Ma non voleva rinunciare
alla tonaca nera che allora
usavano i “pretini”. Non voglio
toglierla, significa che io sono di
Gesù., diceva con ostinazione.
Oggi una delle rare foto d’epoca ci restituisce l’immagine
di quel cappello rotondo
troppo grande, le orecchie
pronunciate, gli occhi scuri e
10 v ita n ostra
intensi di un adolescente con in
testa pensieri grandi e un fisico
che non vuole crescere, ancora
bambino.
Il 5 ottobre Rolando viene
proclamato beato a Modena.
Il martirio di Rolando non è a
favore di una fazione contro
l’altra: muore per tutti e
nell’evento è contenuto un alto
valore civile, spiega Monsignor
Antonio Lanfranchi, vescovo di
Modena.
La piazza del Duomo non
era sufficiente a contenere
l’enorme afflusso di fedeli,
per questo la cerimonia, che
coinvolge le diocesi di Reggio
Emilia – Guastalla e di Modena
– Nonantola, viene celebrata
al PalaCasa, il palazzetto dello
sport. Ma già in questi mesi di
preparazione, da quando il 28
marzo scorso papa Francesco
ha riconosciuto il martirio di
questo santo bambino, in odium
fidei, è cresciuto il numero delle
persone che si recano a pregare
sulla sua tomba nella pieve del
paese natale, San Valentino,
comune di Castellarano in
provincia di Reggio Emilia, dove
sta sorgendo il museo a lui
dedicato.
Le persone rimangono colpite
da quello che a suo tempo
colpì anche me, spiega Emilio
Bonicello, biografo di Rolando
e segretario del comitato
Amici di Rolando Rivi, e cioè
l’amore grande di un ragazzino
che, benché spaventato a
morte, non ha voluto rinnegare
Cristo, perché se l’avesse fatto
avrebbe di sicuro avuta salva la
vita.
San Valentino figura sulle
guide turistiche per la sua
pieve romanica. Rolando Rivi
si è formato proprio qui. Era un
leader riconosciuto, uno di quei
bambini che sanno trascinare i
coetanei,nel bene e nel male.Lui
la sua scelta l’aveva fatta. Una
scelta semplice e tenace come
la fede dei suoi genitori, cristiani
e contadini, papà Roberto e
mamma Albertina. Rolando era
nato nella frazione del Poggiolo,
a pochi metri in linea d’aria
dalla chiesa, il 7 gennaio del
1931, secondo di tre fratelli. Una
famiglia di fede solida, serena
e laboriosa. Diventerà un santo
o un mascalzone, dice di lui la
nonna. Frequenta le elementari
in paese. E’ pieno di amici ma
decide che il suo migliore amico
è Gesù.
Fin da subito è un testimone.
Serve Messa, guarda l’esempio
del suo parroco, don Olinto
Mazzocchini, e decide che
da grande sarà come lui.
La Comunione e la Cresima
rafforzano la sua scelta. I suoi
non lo spingono ma nemmeno
lo ostacolano. Rolando ha 11
anni, finisce le elementari con
un giudizio più che brillante ed
entra nel seminario di Marola.
Ha le idee chiare. Diventerà
prete e poi missionario. Siamo
nel 1942. Dopo due anni i
tedeschi occupano la struttura
e i seminaristi devono tornare
a
casa,
anche
Rolando
quell’estate rientra a San
Valentino. Il clima è cambiato. Il
paese è vessato dalle incursioni
dei tedeschi e dei partigiani.
I sacerdoti sono malvisti e
rischiano la pelle. Siamo nel
triangolo della morte, scenario
di numerosi crimini commessi
da sedicenti rossi. Rolando
non si vuole togliere l’abito,
nonostante il suo vecchio
parroco sia appena stato
trasferito in un luogo più sicuro
dopo essere stato aggredito e
picchiato da alcuni partigiani
comunisti. Il nuovo parroco è
don Alberto Camellini, ha solo 25
anni ed è al suo primo incarico.
Sarà uno dei testimoni contro i
suoi assassini.
Vita della Parrocchia
OCCASIONI PER CRESCERE LA NOSTRA FEDE
OGNI LUNEDI: ore 20.30
LECTIO DIVINA IN ORATORIO
(Guida Don Vincenzo)
OGNI MARTEDI: ore 8.30
MESSA E CATECHESI PER ADULTI
E ANZIANI
SCUOLA DI PREGHIERA:
28 NOVEMBRE ore 20.30
30 GENNAIO ore 20.30
20 FEBBRAIO ore 20.30
20 MARZO ore 20.30
Aiutati da don Luca Paitoni
(incaricato per la nuova evangelizzazione e predicazione
itinerante), riscopriamo la preghiera di lode – di ringraziamento
– di supplica – di richiesta di
perdono …..
Presso le Madri Canossiane.
Si arriva così al 10 aprile del
1945. Dopo la Messa del mattino
Rolando va a studiare in un
bosco vicino a casa. I genitori
trovano i suoi libri ed un biglietto
lasciato dai partigiani, in cui si
dice di non cercarlo.Ma Rolando
non torna. Il papà e il giovane
parroco si mettono in viaggio
e scoprono la terribile verità.
Rolando è stato sequestrato,
portato in un casale a Piane
di Monchio, nell’Appennino
modenese, torturato per tre
giorni e infine ucciso il 13 aprile,
alle tre del pomeriggio. Due
scariche di rivoltella, al cuore
e alla testa. La tonaca l’hanno
usata per farne un pallone e
poi appesa come un trofeo.
Prima di morire, ha chiesto ai
suoi assassini di pregare per
mamma e papà. Dio ha chiesto
a Rolando il dono di tutta la sua
vita, dice monsignor Massimo
Camisasca, vescovo di Reggio
Emilia. Lui non si è distratto, e ha
risposto alla chiamata.
IN AVVENTO:
CENTRI DI ASCOLTO
9 - 16 DICEMBRE ore 20.30
NELLE SEDI FISSATE
23 DICEMBRE ore 20.30
LITURGIA PENITENZIALE
IN PARROCCHIA
ESERCIZI SPIRITUALI:
4 – 5 – 6 DICEMBRE ore 20.30
Conclusione
7 DICEMBRE ore18.30
Giornate di intensa spiritualità –
di riflessione – di grazia –
Detterà la meditazione
don Mario Benedini – direttore
Ufficio Pastorale della Diocesi
CENTRI D’ASCOLTO
AVVENTO 2013
CANTRINA
Presso fam. Averoldi
MASCIAGA
presso fam. Bianchi Franco
PONTENOVE
presso fam. Bettinsoli Sandro
MONTEROSEO
presso fam. Riva Lorella
FESTA PATRONALE
SANTO STEFANO:
21 DICEMBRE ore 20.30
CONCERTO CORALE
SANTO STEFANO
26 DICEMBRE ore 18.30
Pesentazione Comunicandi e
Cresimandi - Solenne Pontificale
presieduto dall’Arcivescovo
Mons. Vincenzo Zani segretario
per l’Educazione Cattolica
DAL 20 DICEMBRE
AL 6 GENNAIO 2014
MOSTRA IN CORETTO
SUL CURATO BEDIZZOLESE
SAN GIOVANNI PIAMARTA
SEDESINA
presso Famiglia Ambrogio
Franca
MONTESCANTINO
presso Fam. Stretti Franco
SAN ROCCO
presso Fam. Locatelli Borno
ZONA MONUMENTO
presso fam. Ponza Luigi
BOLOGNINA - Martedi
presso fam. Barba Dario
COGOZZO presso
fam. Bottarelli GianPaolo
VIA BENACO
presso Fam. Anataloni
Giovanni
MACESINA
presso fam. Boletti Mirko
VIA LARGA - Mercoledì
presso Fam. Marchiori Paolo
S. TOMMASO - BAGATTE
presso Famiglia Tagliani
CENTRO SOCIALE
Mercoledi ore 15
via Libertà
v ita n ostra 11
VITA IN ORATORIO
12 v ita n ostra
Vita in Oratorio
“Un grande grazie alle organizzatrici (Flavia e Cristina), alle persone e ai
commercianti che hanno donato i premi e a tutti coloro che hanno partecipato.
Il ricavato servirà a rendere più accogliente il bar del nostro oratorio”.
Incontri di Programmazione per Catechisti
II ANNO
3 ottobre - 23 ottobre
12 novembre - 3 dicembre
8 gennaio - 4 febbraio
4 marzo - 1 aprile - 6 maggio
IV ANNO
3 ottobre - 8 ottobre
22 ottobre - 19 novembre
17 dicembre - 14 gennaio
11 febbraio - 11 marzo
29 aprile - 13 maggio
V ANNO
3 ottobre - 9 ottobre
7 novembre - 5 dicembre
24 gennaio - 21 febbraio
20 marzo - 23 aprile
14 maggio
MEDIE (II e III)
3 ottobre - 11 ottobre
14 novembre - 13 dicembre
30 gennaio - 25 febbraio
27 marzo - 3 aprile
21 maggio
Incontri di Formazione
per Catechisti:
“Annunciare il Vangelo”
giovedì 28 novembre
magistero catechisti UP
a Carzago
giovedì 9 gennaio
magistero catechisti UP
a Mocasina
giovedì 27 febbraio
magistero catechisti UP
a San Vito
Incontri di Spiritualità per Catechisti
14 Dicembre - Ritiro di Avvento
5 Aprile - Ritiro di Quaresima
7 giugno - Verifica e Cena Conclusiva
v ita n ostra 13
Anno Catechistico
Vita in Oratorio
I anno (15,00)
II anno (15,00)
III anno (11,00)
IV anno (11,00)
V anno (9,50)
27 ottobre
13 ott. GENITORI
13 ottobre
13 ottobre
13 ottobre
27 ottobre
19 ott. GENITORI
20 ottobre
20 ottobre
3 novembre
27 ottobre
10 novembre
26 ott. GENITORI
16 novembre
19 dicembre (cel.)
17 novembre
3 novembre
9 nov. GENITORI
10 novembre
23 nov. GENITORI
17 novembre
24 novembre
24 novembre
1 dicembre
30 nov. GENITORI
1 dicembre
8 dicembre
15 dicembre
8 dicembre
15 dicembre
19 dicembre (cel.)
19 dicembre (cel.)
19 dicembre (cel.)
22 dicembre
19 gennaio
12 gennaio
12 gennaio
12 gennaio
11 gen. GENITORI
18 gen. GENITORI
26 gennaio
19 gennaio
12 gennaio
19 gennaio
8 febb. GENITORI
25 gen. GENITORI
26 gennaio
2 febbraio
2 febbraio
9 febbraio
9 febbraio
16 febbraio
16 febbraio
23 febbraio
23 febbraio
2 marzo
8 mar. GENITORI
9 marzo
8 mar. GENITORI
15 febbraio
16 marzo
15 mar. GENITORI
2 marzo
23 marzo
9 marzo
16 marzo
16 marzo
22 mar. GENITORI
23 marzo
6 aprile
6 aprile
6 aprile
10 aprile (cel.)
10 aprile (cel.)
10 aprile (cel.)
10 aprile (cel.)
10 aprile (cel.)
13 aprile
13 aprile
17 maggio
4 maggio
11 maggio
4 maggio
11 maggio
18 maggio
25 maggio
18 maggio
25 maggio
1 giugno
1 giugno
1 giugno
1 giugno
1 giugno
VI anno (14,30)
5 ottobre
VI anno
(9,50)
6 ottobre
13 ottobre
18 ott. GENITORI
18 ott. GENITORI
19 ottobre
20 ottobre
13 ottobre
18 ott.
26GENITORI
ottobre
27 ottobre
209 novembre
ottobre
10 novembre
30ottobre
novembre
27
1 dicembre
dicembre
10 14
novembre
15 dicembre
19 dicembre (cel.)
19 dicembre (cel.)
11 gennaio
12 gennaio
18 gennaio
19 gennaio
1 dicembre
15 dicembre
19 dicembre
(cel.)
1 febbraio
2 febbraio
1215gennaio
febbraio
16 febbraio
1 marzo
19 gennaio
2 marzo
15 marzo
2 febbraio
16 marzo
5 aprile
6 aprile
10 aprile (cel.)
10 aprile (cel.)
3 maggio
4 maggio
1617marzo
maggio
18 maggio
61aprile
giugno
1 giugno
16 febbraio
2 marzo
10 aprile (cel.)
14 v ita n ostra
13 aprile
VI anno (9,50)
12 ottobre
6 ottobre
4 maggio
19 dicembre (cel.)
22 dicembre (pom.)
INCONTRI PER I FIGLI
INCONTRI PER GENITORI
Si tengono nel teatro
INCONTRIdell’oratorio
PER GENITORI
nelle date indicate
1° e 2° anno
INCONTRI PER I FIGLI
in neretto alle ore 15,00.
oratorio alle ore15,00
Si tengono nel teatro
Per date
i figli indicate
che partecipano
dell’oratorio nelle
3° anno
1° e 2° anno
è
proposta
una loro attività.
in neretto alle ore 15,00.
oratorio ore 11,00
oratorio alle ore15,00
4° anno Per i figli che partecipano
3° anno oratorio alle ore è11,00
proposta una loro attività.
CELEBRAZIONI
oratorio ore 11,00
PER FAMIGLIE
5° anno
4° anno oratorio alle ore 9,50
In Avvento e in Quaresima
oratorio alle ore 11,00
verranno proposte due sole
CELEBRAZIONI
6° anno
celebrazioni
madri alle ore 14,30 PER FAMIGLIE così che tutta la
5° anno
famiglia possa pregare unita,
in preparazione al Natale
oratorio alle ore 9,50
6° anno “Calcio”
e alla Pasqua.
Avvento e in Quaresima
oratorio alle oreIn
9,50
Si
tengono
in chiesa
verranno proposte due sole
6° anno
alle
ore
20,30
celebrazioni così che tutta la
madri alle ore 14,30
6° anno “Calcio”
oratorio alle ore 9,50
famiglia possa pregare unita,
in preparazione al Natale
e alla Pasqua.
Si tengono in chiesa
alle ore 20,30
Vita della Parrocchia
FAMIGLIA LUOGO DI MISSIONE NELLA CHIESA
Il legame tra Chiesa e famiglia
è molto vario: per molte
famiglie coincide col rapporto
con la propria parrocchia,
luogo concreto per poter
poi relazionarsi col Signore,
per altre famiglie la chiesa
eroga servizi, anche importanti
come i sacramenti, perdendo
però di vista quel Gesù vivo e
presente, per altre la Comunità
è qualcosa da guardare, da
lontano o sulla soglia; c’è chi poi
con la Chiesa ha un rapporto
“difficile”, quasi conflittuale in
conseguenza a scelte che, nel
corso del proprio cammino
hanno portato a staccarvisi
dalla sua appartenenza. In
questi giorni colpiscono gli
interventi del papa, che ripete
insistentemente un concetto: la
vita può portare lontano, anche
su strade sbagliate, per tutti
però c’è sempre una casa, una
porta aperta, quella del Padre
alla quale possiamo ritornare
per sperimentare misericordia,
accoglienza,
comprensione,
perdono.
D’altro canto la famiglia non si
può salvare da sola: ha bisogno
di Gesù Cristo; ha bisogno della
Sua Parola per scoprire e capire
la sua identità; ha bisogno
della Chiesa per legare i suoi
membri a Gesù attraverso i
Sacramenti; ha bisogno della
Chiesa per consacrare l’amore
degli sposi e porli nel dinamismo
d’amore col quale Gesù stesso,
donandosi totalmente ci ha
mostrato di essere per la Chiesa
sposo fedele. La famiglia quindi
non può essere Chiesa “da sola”,
staccata, disarticolata dalla
comunità. La famiglia cristiana è
se stessa in quanto appartiene
al corpo di Gesù che è la Chiesa.
Senza fede non può capire la
sua vera identità, quel Gesù
che ha legato la sua presenza
stabile in essa per continuare,
con essa, la sua presenza nella
Chiesa e nel mondo.
Premesso
questo,
quando
si parla della missione della
famiglia cristiana nella Chiesa,
ci si ferma al confronto con
altre famiglie non cristiane, al
dover testimoniare l’amore di
Gesù, al vivere la fecondità o
all’educare alla fede i figli. E qui
la fede fa la differenza. La coppia
vive il suo essere immagine e
somiglianza della Trinità, con
un costante collegamento alla
sorgente dell’amore, facendosi
coinvolgere da Gesù nel Suo
grande amore per la Chiesa,
puntando ad amarsi e ad amare
come Cristo ama, di quello
stesso amore: a questa sorgente
la famiglia attinge per diventare
“segno” efficace di missione. La
fecondità non è solo fertilità ma,
più completamente, capacità
di generare figli di Dio. Fecondità
è educare, accompagnare,
contribuire alla crescita, nella
fede e nell’intelletto e nei
comportamenti di ogni persona.
I figli sono dono di Dio, voluti da
Lui e a Lui destinati a tornare. La
fede fa la differenza in qualità,
grazia, speranza e dedizione.
In Familiaris Consortio al n. 49
è citato il compito ecclesiale
della famiglia cioè il suo dovere
di edificare il Regno di Dio con
la partecipazione alla vita e
alla missione della Chiesa. Così
diventa soggetto della missione
di salvezza della Chiesa grazie
al Sacramento del Matrimonio
e oltre ad essere “salvata” dall’amore ricevuto da Cristo
è anche “salvante” perché
trasmette agli altri quello
stesso amore. Al n. 50 Familiaris
Consortio prosegue affermando
che la famiglia partecipa a
questa missione salvante in
modo proprio e originale, in
quanto intima comunità di vita
e di amore; la famiglia come
una Chiesa in miniatura, a suo
modo viva immagine e storica
ripresentazione del mistero stesso della Chiesa. L’amore tra
uomo e donna, in questo modo,
opera una metamorfosi uscendo
dall’aspetto naturale e umano
per andare verso altezze e
bellezze divine (come la pianta
che orienta la sua chioma
verso la luce per raggiungere il
v ita n ostra 15
Vita della Parrocchia
suo massimo splendore). Con il
sacramento del Matrimonio la
famiglia acquisisce un ruolo ben
definito all’interno della Chiesa,
divenendone suo membro vitale,
vivendo dentro essa per farla
diventare “sposa di Gesù”. Oggi
si pensa che gli sposi possano
vivere la missione all’interno
della Chiesa collaborarando
in parrocchia, prestandosi nei
vari servizi richiesti. Se questo
è vero ed importante, c’è
però un nucleo più profondo,
sorgivo, che dà senso anche
all’impegno concreto che essa
ha nella vita della Chiesa, e cioè
che la famiglia è prima di tutto
missionaria quando è se stessa.
Ci sono infatti elementi essenziali
dell’essere famiglia che anche
la coppia può testimoniare
e vivere; essa, d’altra
parte, ha elementi del suo
vivere quotidiano talmente
permeati dallo Spirito Santo
da diventare principi attivi
di vita, capaci di parlare
anche ad altre famiglie
che, come dicevo all’inizio,
“stanno a guardare”. Dio,
infatti, non ha “inventato” il
sacramento del Matrimonio
solo per unire gli sposi ma
perché potesse essere utile
strumento alla vita della
Chiesa. Che cosa possono
dare di specifico gli sposi
cristiani alla Chiesa?
In primo luogo la famiglia è
“Abitazione di Dio”.
Nella
famiglia lo sposo vive la presenza
della sposa sempre, anche
quando manca e su questo si
fonda la loro vita a due. Nella
famiglia cristiana, la famiglia in
quanto sposa, deve coltivare il
senso della presenza dello sposo
che diventa fondamento del
suo essere Chiesa domestica.
La coppia è chiamata a vivere
con la presenza di Gesù sposo
e proprio questo aspetto la
famiglia può dare alla Chiesa.
Gesù è presente stabilmente
con gli sposi in virtù del
Sacramento che li lega.
Per usare le parole di Giovanni
Paolo II° nella Lettera alle
16 v ita n ostra
Famiglie: “lo Sposo è con loro”.
È Gesù vivo e presente che
benedice gli sposi; che dona lo
Spirito Santo, è Lui il cuore della
famiglia e della sua missione,
è Lui che la rende Chiesa
domestica
all’interno
della
Chiesa. Un secondo aspetto
che la famiglia può dare alla
Chiesa è “il suo volto di Sposa”.
Gli sposi vivono la sponsalità
sia reciprocamente l’uno verso
l’altra, sia insieme verso il loro
Sposo Gesù. Vivere la sponsalità
vuol dire cercare di piacere
sempre al coniuge, voler
renderlo felice, fargli sentire la
gioia dello stare insieme. Quindi,
quale volto di Sposa deve
assumere la Chiesa per il suo
Sposo? La Chiesa Sposa vive
solo per lo Sposo, riconosce i
doni che Lui continuamente le
offre, è attenta alle Sue Parole,
desidera godere della Sua
Presenza nell’Eucaristia, sempre
loda e benedice lo Sposo, non
riesce a fare a meno di dire a
tutti la Sua bellezza e bontà.
Un altro aspetto che la famiglia
può dare alla Chiesa è “l’unità”.
Nelle nozze si evidenzia come
la distinzione sia fatta per l’unità
e non per la divisione. È l’unità
trinitaria, di cui gli Sposi sono resi
partecipi nel Sacramento, che
dona significato alla distinzione.
Nell’esperienza umana non
c’è unione più alta di quella
espressa da due coniugi. L’unità
degli sposi è annuncio e segno
dell’unità piena che solo in Dio
è presente. L’unione coniugale
è consacrata dallo Spirito
Santo per attualizzare l’amore
di Gesù per la Chiesa Sposa; è
un’unità che ha come scopo
quella di costruire unità nella
Chiesa. L’unità è segno ma
anche dono specifico che gli
sposi sono chiamati a dare nella
Chiesa e nella società. L’unità e
l’indissolubilità degli sposi non è,
pertanto, un fardello da portare
in nome della conservazione e
sopravvivenza (o ancor peggio
della tradizione), bensì stile e
fonte per la Sposa di Cristo.
Infine un’altra caratteristica:
la famiglia è: “casa aperta”.
Spesso abbiamo la percezione
che la società in cui viviamo
è insicura, di fatto in molti casi
lo è. Allo stesso tempo Le
nostre case sono sempre
più “blindate” dietro a
inferriate, cancelli, ci danno
l’impressione della sicurezza.
Dietro alle porte di tante
famiglie si nascondono gioia,
serenità, ma anche tanti
drammi e sofferenze. Chi le
può vedere? Come poterle
condividere? La famiglia è
missionaria solo nella misura
in cui spezza questo cerchio
d’insicurezza e di paure,
aprendosi con fiducia agli
altri. Solo nella condivisione,
nell’accoglienza,
nella
comu-nione dei beni preziosi
di cui è portatrice, la famiglia
diventa segno visibile del
Vangelo. La famiglia è testimone
quando nutre nel suo rapporto
col mondo e con gli altri uno
sguardo sereno e positivo,
nonostante tutto, sapendo scorgere segni di speranza anche
in una fiammella che sembra
smorzarsi.
Affidiamo al Signore e alla
preghiera della comunità cristiana tutte le nostre famiglie,
in modo particolare quelle che
sentono il peso della sofferenza
e della divisione, e chiediamo la
grazia di poterci accostare a tutti
con delicatezza, misericordia,
amore.
Don Roberto
Vita della Parrocchia
La MISSIONE EDUCATIVA
della FAMIGLIA
I genitori sono i primi educatori:
sono educatori perché genitori. «Nell’orizzonte della comunità cristiana, la famiglia resta
la prima e indispensabile comunità educante. Per i genitori,
l’educazione è un dovere essenziale, perché connesso alla
trasmissione della vita; originale
e primario rispetto al compito
educativo di altri soggetti;
insostituibile e inalienabile nel
senso che non può essere
delegato né surrogato».
È dunque importante incentivare la responsabilità genitoriale e sostenere l’esercizio della
funzione educativa in famiglia,
creando forme di sostegno alla
genitorialità e spazi di ascolto
e dialogo tra genitori e figli, resi
difficili dai ritmi frenetici della
vita quotidiana. «Educare in
famiglia è oggi un’arte davvero
difficile. Molti genitori soffrono,
infatti, un senso di solitudine, di
inadeguatezza e, addirittura,
d’impotenza. Si tratta di un
isolamento anzitutto sociale,
perché la società privilegia
gli individui e non considera
la famiglia come sua cellula
fondamentale».
È dalla famiglia, dove si imparano a sviluppare relazioni gratuite
e non strumentali, che la società
deve attingere il capitale
sociale primario che innerva le
principali relazioni sociali. Per
questo l’educazione è sì una
relazione personale, ma non un
fatto privato, e la famiglia un
soggetto sociale a tutto tondo,
punto di incontro tra pubblico
e privato, portatrice
di una responsabilità
Parrocchia S. Stefano Bedizzole
educativa.
Commissione Coppie • Famiglie
Da ciò deriva per
i genitori il diritto/
dovere di educare i
propri figli, un diritto/
dovere riconosciuto
dalla
Costituzione
(cfr art. 30) e dal
quale scaturisce la
piena libertà della
Siete invitati al primo incontro,
scelta
educativa:
un’occasione per ascoltare, riflettere
spetta
ai
genitori
e confrontarci su tematiche attuali:
la responsabilità di
“Maschio e femmina li creò”
scegliere i luoghi
(Gen. 1,27)
che
svolgono
e
completano la formazione dei figli. Per
questo si tratta di
con don Sergio Passeri
definire e proporre
alcune linee di azioDOMENICA 3 novembre
ne per realizzare
ore 17,00 Ritrovo in Oratorio - Inizio incontro
una politica delore 19,30 Cena in fraternità
(condividiamo con gli altri ciò che portiamo da casa,
l’educazione attenta
un primo verrà preparato al momento)
al bene comune.
Coppie e Famiglie
in Cammino
Il miracolo dell’Amore
nella differenza
Durante l’incontro sarà garantita l’animazione
con attività per bambini e ragazzi
Vi aspettiamo!
Coppie e Famiglie in Cammino
Bedizzole
x info
don Roberto 338 2722653
Raffaella 338 4000785
Le alleanze educative,
in particolare con la
scuola
Perché vi sia una vera
libertà
educativa,
è necessario il riconoscimento
pieno dell’autonomia e della
parità scolastica e del ruolo
che la famiglia può svolgere
all’interno delle scuole stesse
nella definizione del progetto
educativo. Una scuola che non
valorizza la presenza dei genitori
e delle loro associazioni tradisce
la sua missione educativa.
In un clima dominato dall’individualismo, dal permissivismo e dalla poca sensibilità
al bene comune nel quale i
genitori, i docenti, gli educatori
incontrano difficoltà a educare, è fondamentale la partecipazione attiva dei genitori alla
vita della scuola.
Da parte sua, la scuola paritaria
cattolica deve porre attenzione
a un progetto educativo ispirato ai valori cristiani e a
sviluppare una capacità critica
nell’interpretare la realtà.
Si auspica il rilancio del protagonismo della famiglia nel
gestire strutture educative attraverso politiche familiari che
sostengano sussidiariamente le
famiglie.
La
Conferenza
Episcopale
Italiana ha ricordato il principio
dell’uguaglianza tra le famiglie
di fronte alla scuola, che impone
«il pieno riconoscimento, anche
sotto il profilo economico, dell’opportunità di scelta tra la
scuola statale e quella paritaria.
La scuola cattolica potrà essere
così sempre più accessibile
a tutti, in particolare a quanti
versano in situazioni difficili e
disagiate».
v ita n ostra 17
Vita della Parrocchia
SCUOLA PRIMARIA ”MADDALENA DI CANOSSA”
PROGETTO EDUCATIVO A.S. 2013/14
Re Artù: Il Cuore e la Spada
Premessa
La leggenda di Re Artù ha da
sempre affascinato tutti. Ma
cosa ci attrae di quel mondo
perduto, raccontato in molte
storie e leggende? Senza
dubbio la magia che circonda le
vicende e il coraggio che anima
gli eroi ci esorta nel combattere
le battaglie quotidiane. Alla
Tavola Rotonda cavalieri e
18 v ita n ostra
re sedevano per discutere di
questioni di cruciale importanza
per il reame, sottolineando in
questo modo l’uguaglianza
poiché nessuno godeva di particolari privilegi.
Obiettivi specifici
di apprendimento
- Conoscere se stessi:
caratteristiche, pregi, difetti,
limiti, potenzialità…
- Conoscere gli altri come
diversi da se stessi
- Riconoscere il valore
dell’uguaglianza: “uguali
dentro ma diversi fuori”
- Riconoscere la diversità
come specificità e come
risorsa
- Promuovere la
consapevolezza del valore
delle regole all’interno di un
gruppo
- Allenare l’umiltà e la fiducia
nell’altro
- Capire e condividere il
concetto di diritto e di
dovere
- Sperimentare il valore della
solidarietà
- Saper organizzare in modo
costruttivo e significativo il
proprio tempo, rispettando i
propri impegni
- Conoscere l’azione dello
Spirito Santo nella storia
e l’apprezzamento dei
valori morali, le scelte di
vita e i comandamenti
-
cristiani, in quanto capaci di
contribuire alla realizzazione
del bene delle persone e
della società
Promuovere la
consapevolezza che la
religione cristiano-cattolica
ha come centro la persona,
l’opera e il messaggio di
Gesù Cristo
Destinatari
Alunni delle classi I, II, III, IV e V
Tempi
A tappe durante l’anno
scolastico
Obiettivi formativi
- Riflettere circa il valore della
diversità, che ci rende unici
e il valore dell’uguaglianza
che ci accomuna
- Interiorizzare comportamenti
corretti e il valore delle regole
sociali
Metodologie
Il percorso verrà affrontato in
maniera trasversale alle diverse
discipline, attraverso le quali
gli
insegnanti.
Proporranno
esperienze di uscita sul territorio, attività di lettura e
di comprensione di testi, di
riflessione, di rielaborazione, di
gioco, di manualità, di drammatizzazione teatrale per sviluppare i valori necessari per
diventare cittadini consapevoli.
Vita della Parrocchia
LABORATORIO GENITORI
PROPOSTE
FORMATIVE
PER I GENITORI
Come
scuola
cattolica
vogliamo sostenere la famiglia, soggetto e luogo
generativo senza uguali, nel
faticoso compito genitoriale.
Anche quest’anno la scuola
offrirà ai genitori momenti
di riflessione e formazione
attraverso gli incontri con
i relatori, i laboratori e i
momenti di spiritualità natalizia e pasquale.
L’ incontro con la relatrice:
Dott.ssa Padovani Mara,
psicologa e psicoterapeuta
martedì 29 Ottobre 2013
tema: I minori ed internet:
come educarli?
Radici, affetti ed
esperienze: fare i
conti con sé per poter
accogliere il sé dell’altro
Dott.ssa Zanelli Sandra,
formatrice, consulente
educativa e relazionale
Tema: Genitori che si ascoltano per sapere ascoltare
Sulla scia di quanto sperimentato lo scorso anno,
quest’anno si proporrà un
percorso formativo che si
prefigge di approfondire la
competenza dell’ascolto nel
ruolo genitoriale. La proposta
chiede la disponibilità di
ciascuno a “fare i conti “ con
la propria storia, le proprie
origini e i propri legami per
potersi prendere cura di sé
al fine di potersi prendere
cura anche dei propri figli. Si
tratta quindi di un percorso
che mette in evidenza
l’importanza delle emozioni
che
appartengono
alle
proprie storie e alle proprie
esperienze, quali bagagli
importanti e ineliminabili del
nostro modo di relazionarci
agli altri. Sarà importante
lavorare come gruppo che sa
ascoltare e accogliere l’altro
con la sua storia e i suoi vissuti.
Per questo viene chiesta la
disponibilità ad una messa
in gioco personale che non
consente una partecipazione
come uditore, ma chiede
una partecipazione attiva nel
gruppo. Ogni partecipante
ha la possibilità di portare
nel
gruppo
il
proprio
sapere esperienziale come
doni e ricchezze unici e
fondamentali per tutti gli altri.
Il percorso formativo si articolerà in 6 incontri laboratorio:
- giovedì 21 novembre e
giovedì 5 dicembre
- giovedì 9 e giovedì 23
gennaio
- giovedì 20 febbraio e
giovedì 6 marzo
Nel percorso ci saranno
anche 2 incontri di gruppo
autogestito.
DISPONIBILITÀ
Lezioni - Ripetizioni
di matematica del
Prof. Palestri Rino
GRATUITE
per indigenti Caritas
presso
PUNTO ASCOLTO CARITAS
1° - 3° Sabato del Mese
dalle ore 15 alle 16
Rivolto a studenti:
Scuola Media Inferiore
Scuola Media Superiore
Università
v ita n ostra 19
Vita della Parrocchia
Scuola Materna Sacra Famiglia
FESTA DELL’ACCOGLIENZA
A.S. 2013/2014
Sabato 28 settembre 2013
ore 14.30
La festa inizia alle ore 14.45
con il saluto da parte di Don
Franco, presidente della scuola
dell’Infanzia.
Don
Franco
ringrazia
le
insegnanti per il lavoro che
svolgono e i genitori per la
collaborazione,
ricordandoci
che la scuola e la famiglia
devono collaborare e che la
scuola “Sacra Famiglia” è una
comunità di fede e di amore.
Segue un momento di preghiera.
La parola passa alla professoressa Monetti, assessore
alla cultura, per un breve
discorso e i consueti saluti.
Infine Maria Teresa, dà il
benvenuto a tutti e illustra il
programma del pomeriggio: due
canzoni da parte dei bambini,
una poesia e la consegna del
regalo di benvenuto ai piccoli.
La parola viene data ai bambini
che intonano la prima canzone
“ciao ao………..” e poi tutti
insieme ripetono la poesia che
hanno imparato durante le
prime settimane di scuola, segue
un’altra canzone ”cuore......…
bruco ….”.
Successivamente i piccoli raggiungono i genitori, mentre
mezzani e grandi si raggruppano
per sezione e ricevono dalle loro
maestre la medaglia, in seguito
i piccoli vengono chiamati
uno alla volta dai loro amici
per ricevere la medaglia e un
applauso.
Dopo questo momento emozionante, intorno alle 15.20 inizia
il momento ricreativo, dove
i bambini giocano con i loro
amici e fanno merenda.
20 v ita n ostra
Salve a tutti!! Sono la mamma
di un bambino che quest’anno
ha cominciato a frequentare
il primo anno alla scuola materna ” Sacra Famiglia”.
Che
emozione!
Prima
di
tutto devo dire che non ho
avuto alcun dubbio di dove
iscrivere mio figlio, avendo
già frequentato lo scorso anno la sezione nido presso la
stessa struttura. Sono stata ben
contenta di aver ritrovato un
clima e un ambiente molto
accogliente, tranquillo e sereno,
sembra quasi di stare in una
grande famiglia!
Dopo i due mesi di vacanze
estive, non nego che per
mio figlio è stata un po’ dura
riprendere i soliti ritmi, ma l’inserimento e’ andato piu’ che
bene, anche perche’ non e’
stato affatto frettoloso, ma si
e’ svolto con tranquillita’ ma
soprattutto secondo i tempi e le
esigenze del bambino.
Secondo il programma scolastico durante l’anno verranno
fatte molte attivita’ che sono
sicura saranno molto utili e
istruttive per la crescita di mio
figlio , e certo non mancheranno
i momenti per ritrovarci tutti
insieme.
Buon anno scolastico a tutti!
Mamma di Mattia
Sono la mamma di una bambina
di 3 anni che ha appena iniziato
il percorso della scuola materna
Sacra Famiglia.
A dire la verita’ non sono nuova
a questa emozione ( ho 3 figli)
ma e’ sempre come se fosse
la 1° volta, stesse paure, stesse
ansie e insicurezze ; ma grazie
alle insegnanti e a tutto lo staff,
sia la mia bambina che io
stiamo vivendo con serenita’ ed
entusiasmo questa esperienza
anche se con qualche lacrimuccia al mattino.
Mamma di Martina
Vita della Parrocchia
INIZIATIVE A.S. 2013/2014
SCUOLA MATERNA SACRA FAMIGLIA
Settembre
Incontro per genitori “
presentazione programma” a.s.
2013-14
Settembre/ottobre
festa accoglienza
Ottobre/novembre
Momento di preghiera per
genitori e bambini
Novembre/dicembre
incontro per i genitori
“preparazione al Natale”
20 dicembre
festa di Natale ( in Parrocchia)
6 Gennaio
Arrivo dei re Magi
( in Parrocchia)
9 Maggio
Merenda con le mamme
(dalle 15,30 alle 16)
Gennaio / febbraio
incontro per genitori
”presentazione percorso svolto”
Maggio / giugno
Festa del verde
(organizzata dal comune)
Da Gennaio colloqui
24 o 31 Maggio
Festa fine anno scolastico
19 Marzo
merenda con papà
(dalle 15,30 alle 16)
Marzo / Aprile
Momento di preghiera
per genitori e bambini in
“preparazione alla Pasqua”
Giugno
- Gita ( genitori – bambini)
- incontro per i genitori
“presentazione percorso
svolto”
- Cena fine anno scolastico
- Momento di preghiera come
conclusione anno scolastico
- Festa nonni
Scuola dell’Infanzia A. Volpi
FESTA D’AUTUNNO
Sabato 19 ottobre si è svolta alla
Scuola dell’Infanzia “A.Volpi” la
“Festa d’autunno”.
Come lo scorso anno, la festa ha
coinvolto i nuovi iscritti e le loro
famiglie. E’stata l’occasione per
conoscersi meglio e passare del
tempo insieme. La mattinata è
trascorsa in un clima allegro e
rilassato ed i genitori si sono sfidati
nel creare la catena di castagne
più lunga. Un ringraziamento
speciale al Gruppo Alpini di
Bedizzole che ha reso la festa
golosa
preparando
ottime
caldarroste e un delizioso vin brulè.
v ita n ostra 21
Vita della Comunità
Pellegrini in
Grecia, sulle orme
di San Paolo
Nello scorso mese di luglio,
partendo da Salonicco per arrivare
ad Atene e poi a Corinto, toccando
le tappe dei viaggi dell’apostolo
Paolo, il percorso è stato ricco di
esperienze spirituali intense, grazie
alla presenza del nostro Vescovo
Luciano Monari.
Ogni giorno, Luciano ha radunato
come un Pastore i due gruppi di
partecipanti, nella celebrazione
della S. Messa e nell’ascolto delle
sue catechesi e ci ha guidati nella
preghiera. Ha parlato direttamente
alla vita ed alla storia di ciascuno
di noi, prendendo spunto dalle
parole dell’Apostolo ci ha aiutato
ad intraprendere un cammino
spirituale.
In viaggio, durante i trasferimenti in
bus, a piedi, calcando gli stessi sassi
delle antiche vie, abbiamo riletto le
Lettere di Paolo ed alcuni capitoli
degli Atti degli Apostoli.
E’ stata un’esperienza importante,
IN VIAGGIO
CON LA PARROCCHIA:
SLOVENIA •
CROAZIA • BOSNIA
22 v ita n ostra
vissuta nei luoghi stessi, dove altri,
prima di noi, hanno incontrato per
la prima volta la Fede. Il luogo del
Battesimo di Lidia, della fondazione
della prima comunità cristiana
d’Europa a Filippi, del discorso di
Paolo presso l’areopago di Atene,
della predicazione dell’Apostolo
Confesso che sono partita con
una certa diffidenza, pensavo di
sorbirmi decine di rosari, messe
quotidiane, e soprattutto un clima
devozionalistico
pesante. Non
è stato così! La preghiera non è
mancata, in modo particolare
a Medjugorie. Nella cittadina
della Bosnia si respira qualcosa di
straordinario…. Ci sono migliaia
di persone eppure il silenzio
è palpabile, le persone non si
disturbano, le celebrazioni sono
lunghe ma non pesanti, tutto è
sobrio, c’è un’aria di paradiso.
Spalato, Trogir, Zara, Fiume sono le
cittadine visitate. In questi luoghi
sono tanti i reperti archeologici, le
presso l’antica città di Corinto.
Poi, una volta tornati a casa,
tutto questo lo si porta nel cuore,
perché questo è il motivo vero per
cui “si va”: visitare i luoghi dove è
stato predicato Gesù Cristo morto
e risorto per la nostra salvezza,
fare esperienza di fede, che sia
traducibile nella realtà di oggi
e valida nella storia concreta di
ognuno di noi.
Il viaggio, solo allora, da mero
approfondimento
culturale,
si
trasforma in cammino di fede, in
pellegrinaggio.
Una coppia di sposi
pellegrini bedizzolesi
antichità romane, i ricordi di quella
che una volta era terra italiana.
Ad attirare la nostra attenzione
è stata Spalato con il Palazzo di
Diocleziano. Molti sono rimasti
impressionati dalla visita a Mostar,
abbiamo voluto salire e risalire
il Ponte teatro di tante tragedie
nella guerra del 1993. Un viaggio
pieno di fede, di storia, di cultura, di
divertimento e di amicizia. Non mi
aspettavo tutto questo, già mi sono
prenotata per il viaggio in Umbria
per il prossimo settembre 2014.
Sogno di vedere con la stessa
compagnia la terra di Francesco
d’Assisi.
Teresa
Vita della Comunità
Una festa con Gesù per salutare l’estate
La “Festa del Momangione”
nasce in forma spontanea il 25
settembre 2011 con lo scopo
di riunire in un giorno di festa,
di gioco e di musica le famiglie
residenti nell’area urbana del
Momangione di Bedizzole.
Ricorre ogni anno calendariale,
la quarta domenica di Settembre, giorno in cui gli
abitanti del quartiere con
spirito sodale si raccolgono
attorno alla “Bacheca del Momangione”, eretta il 15.01.2012,
addobbando le recinzioni delle
proprie dimore con catenelle
formate con i cinque colori
caratteristici di ciascuna delle
squadre in competizione in
giochi e tornei.
Quest’anno il quartiere è stato
lieto di ospitare il Coro Gospel
«AMODONOSTRO», animato e
diretto da Francesca Bosetti,
nato da ormai quasi un lustro in
seno alla parrocchia cittadina.
Gli oltre trenta adolescenti
dell’oratorio bedizzolese che
lo compongono si sono esibiti
sabato sera nella splendida
atmosfera serale di luci del
Momangione, offrendo a tutti
i presenti uno spettacolo di
musica corale fortificato dallo
spirito di Gesù e ricolmo di gioia
di vivere.
Alla “Festa del Momangione”
karaoke,baby-dance,spettacoli
di micromagia e magia comica
per i più piccoli hanno fatto
da splendida cornice di intrattenimento ai profumi della
cucina tradizionale bresciana,
ove lo spiedo con polenta
regge interamente il menù del
pranzo domenicale, occasione
gradita per premiare i vincitori
dei partecipanti alla “gara delle
torte” e dei tornei di calciobalilla
e pallacanestro.
Alla sera della domenica,
quando si spengono le luci e
tutto il quartiere con il buio di
nuovo tace,sui volti degli abitanti
del Momangione si scorge un
po’ di malinconia, come se si
rendessero
improvvisamente
conto che l’estate è ormai finita.
Ma più grande si scorge in loro
la gioia, che segreta portano
nel cuore; consapevoli ognuno
di essere stato protagonista in
una comunità viva, sana, unita,
rigenerata dalla capacità di
incontrare Gesù nell’intimità del
proprio quartiere, ove il Cristo è
riscoperto quale fonte autentica
e inesauribile di vita nuova.
A don Franco viene spontaneo rivolgere un sincero
ringraziamento per essere stato una volta di più pastore in
mezzo agli uomini, in mezzo
alla comunità viva del nostro
quartiere, che, nella Santa Messa
del Sabato sera al Momangione,
ha saputo raccogliere con
semplicità attorno a se e alla
parola di Cristo.
Dalla Casa di Soggiorno per Anziani - Onlus
Giuseppe con la moglie e Teresina con la figlia
sistemano gli gnocchi pronti per la cottura
Cucinare può
aprire la mente
Creare in cucina, ma soprattutto rivivere le tradizioni
attraverso sapori e profumi
che ricordano storie lontane,
che rimandano a momenti
della nostra vita… per chi
è anziano e affetto da
demenza, queste cose sembrano relegate in un passato
v ita n ostra 23
Vita della Comunità
che non tornerà, abilità
perse per sempre in modo
irreversibile. Ma non è così.
Non è così soprattutto per gli
ospiti del Nucleo Alzheimer
della Fondazione Casa di
Soggiorno per Anziani di
Bedizzole. Da alcuni mesi
infatti,grazie al sostegno della
Presidente della Fondazione
Avv. Soncina, la Direzione
sanitaria ha promosso il
progetto Open Kitchen –
Open Mind (Cucina aperta
– Mente aperte) attivando
un laboratorio di cucina nel
quale gli ospiti del Nucleo
realizzano ricette, coadiuvati
dall’Animatrice Paola e
dalla Psicologa dr.ssa Anna
Palmerini.
Grazie ad un’atmosfera
che favorisce la socialità
e la relazione attraverso il
“fare insieme”, alcuni ospiti si sono scoperti (e riscoperti) abili pasticceri,
attenti al dosaggio degli
ingredienti, impegnati a
mescolarli o a manipolare
la pasta, trovando una linea
di comunicazione che, cucinando, apre la mente.
Sentirsi ancora capaci di
realizzare
qualcosa
genera buonumore e può
contribuire ad attenuare
alcune manifestazioni sintomatologiche, ad aumentare
l’autostima e a “rimanere
in contatto“ con l’altro
perseguendo una via di
benessere.
Lo scorso 21 settembre,
in occasione della 20a
giornata Mondiale della
Malattia di Alzheimer, La
Fondazione ha aperto le
porte del Laboratorio di
Cucina del Nucleo Alzheimer permettendo ai
parenti degli ospiti di realizzare piccole ricette in
compagnia dei loro cari. Le
INIZIATIVE ED EVENTI della FONDAZIONE
NOVEMBRE – DICEMBRE 2013
Rosa concentrata
nella creazione culinaria
fotografie mostrano alcuni
frammenti della giornata.
Qualcuno ha detto che
Cucinare non è mangiare,che
cucinare è un modo di dare e
può addirittura essere poesia.
In questo senso, il Progetto
Open Kitchen – Open Mind
è una possibilità importante
di aprirsi creativamente per
coloro che vivono nel buio e
nella confusione quotidiana
di una malattia che debilita e
disorienta.
Per informazioni:
Dr.ssa Giancarla Tagliani
(Direttore Sanitario)
Sig.ra
Santina
(Caposala)
Battaglia
Fondazione Casa di
Soggiorno per Anziani
Onlus Bedizzole
Via Sonvigo, 22
25081 Bedizzole (BS)
Tel. 030674213
www.csabedizzole.it
Domenica 3 Novembre ore 15.30
Concerto di Chitarra a cura del Gruppo “Angolo Biblico”
Venerdi 29 Novembre ore 15.30
Spettacolo di burattini per adulti sul tema del S.Natale a cura
del Gruppo “Teatro delle meraviglie”
Venerdi 13 Dicembre ore 15.00
Grande Tombolata di S.Lucia
E’ prevista inoltre la tradizionale
Festa di Natale della Fondazione
(in data da definirsi) con la celebrazione della S.Messa,
lo scambio degli auguri in musica, il ricco buffet con brindisi
e l’estrazione dei biglietti vincenti della Lotteria.
Nel periodo Natalizio riapre la Pesca di beneficienza a cura
delle volontarie e torna la Lotteria per finanziare iniziative a
favore degli ospiti della Casa di Soggiorno
Tutti gli eventi e le iniziative si terranno presso
la Casa di Soggiorno per Anziani di Bedizzole
24 v ita n ostra
Mariuccia e Teresina intente a tirar
la pasta per le tagliatelle
Vita della Comunità
VITA CULTURALE a BEDIZZOLE
Diverse sono le iniziative e le
proposte
riconducibili
all’attività dell’Assessorato alla cultura. Volendo tracciarne un
quadro sintetico, ci limiteremo
qui a ricordare quelle di più
recente realizzazione e quelle
su cui attualmente ci stiamo
impegnando in vista di una
prossima attuazione.
Accenno innanzitutto all’ufficializzazione del progetto di
gemellaggio tra il Comune di
Bedizzole
insieme
all’Unione
Comuni della Valtenesi ed
i
quattordici
Comuni
che
compongono il Plateau Est de
Rouen (Normandia - Francia).
Nella settimana tra il 15 ed il 20
settembre scorsi, una delegazione
francese ha restituito la visita alle
nostre realtà produttive, sociali e
culturali. Visita che si è conclusa,
giovedì 19 settembre, con la
firma della Lettera di intenti, a cui
seguirà, il prossimo 4 dicembre in
Francia, la firma definitiva della
Carta del gemellaggio, primo
passo verso la costruzione di
rapporti di reciproca conoscenza
e di scambio tra le due realtà
geografiche e culturali.
Guardando alla realtà associativa locale, ricordo la recente
convenzione
con
il
circolo
scacchistico
“Il
Pedone avvelenato”, da poco
costituitosi a Bedizzole, al quale
è stato assegnato un locale
nell’immobile comunale di via
Monte Grappa per lo svolgimento
della sua attività pubblica di
divulgazione e didattica del
gioco degli scacchi. Sempre in
questo ambito, va evidenziato il
recente accordo tra il Comune,
l’Associazione artistica culturale
“Andrea Celesti” e la Società
cooperativa agricola “Farine
tipiche del Garda” per la gestione
della sala espositivo-museale, “Al
vecchio mulino”, da giugno di
quest’anno a disposizione di tutti
i cittadini per l’allestimento di
mostre o la realizzazione di eventi.
Grazie alla fattiva collaborazione
con la Bedizzole Marching Band,
infine, è stato possibile, attraverso
la costituzione dell’Accademia
musicale, riunire in un’unica
proposta i corsi di strumenti
musicali che tradizionalmente
appartengono all’organico della
banda (fiati e percussioni) e
quelli di chitarra e pianoforte, già
organizzati da questo Assessorato
attraverso la biblioteca comunale.
Riguardo all’attività di formazione
permanente, oltre a corsi di
musica ai quali si è accennato,
ci si propone di avviare, a breve,
corsi di lingue straniere (inglese,
francese, spagnolo e tedesco) e
di informatica.
La scorsa estate, con l’intento
di favorire la partecipazione
della cittadinanza alla stagione
lirica dell’Arena di Verona, è
stato organizzato un viaggio per
assistere rappresentazione de
“La Traviata” di G. Verdi. Analoga
iniziativa ci si propone di realizzare
rispetto alle stagioni liriche del
Teatro Grande di Brescia e del
Teatro Alla Scala di Milano.
Altro progetto di rilievo, al quale
l’Assessorato alla cultura da
tempo si sta dedicando e che
vedrà la sua realizzazione nei
prossimi mesi riguarda il tema,
purtroppo di triste attualità,
della violenza di genere e del
femminicidio. Si sta pensando
ad un’iniziativa di grande respiro,
che prevede la realizzazione
di dibattiti pubblici, momenti
di
testimonianza,
proiezioni
cinematografiche ed interventi
educativi all’interno della scuola.
Anche quest’anno il Comune di
Bedizzole, insieme ad altri Comuni
della Provincia di
Brescia e
Mantova (capofila il Comune di
Desenzano), aderisce al progetto
“Il Viaggio della memoria”.
L’iniziativa, che si avvale del
sostegno del Centro ricerche
storiche A.N.E.I. (Associazione
Nazionale Ex Internati) di Brescia,
si prefigge di mantenere viva nelle
giovani generazioni la memoria
della Shoah. In seguito a questo
intervento, nella prima decade
del prossimo mese di novembre
un gruppo di studenti delle scuole
superiori di Desenzano e Lonato
si recherà, per un’approfondita
riflessione sulla tragedia dell’Olocausto, in visita ai campi di
concentramento di Auschwitz e
Birkenau.
Visto il positivo riscontro dell’anno
precedente, proseguirà anche
per il corrente anno scolastico
2013-14 il progetto “Casa dello
studente”, gestito dall’omonima
associazione. Si tratta un’attività
di sostegno allo studio ed
allo svolgimento dei compiti
scolastici condotta da educatori,
neolaureati e laureandi che si
svolge dal lunedì al venerdì, in
orario pomeridiano, nella sala
riunioni della Biblioteca comunale.
Si coglie questa occasione per
invitare laureandi o neolaureati
di
Bedizzole, eventualmente
interessati a partecipare a questa
esperienza, a proporre la propria
candidatura.
v ita n ostra 25
Vita della Comunità
E’ormai prossima la pubblicazione
del libro di memorie storiche basato su uno scritto
autobiografico
dell’avvocato
bedizzolese
Francesco
Luigi
Lorenzoni (1827-1903), uno dei
primi deputati del Parlamento
italiano. L’esame del manoscritto,
il cui contenuto fornisce una
significativa testimonianza sulla
vita della comunità bedizzolese
nella seconda metà del XIX
secolo e sui fatti storici che, più
o meno direttamente, l’hanno
interessata, ha convinto Comune
di Bedizzole e la Banca di Credito
Cooperativo di Bedizzole a
sostenerne
finanziariamente
la pubblicazione sotto la cura del prof. Tino Gipponi. La
presentazione alla cittadinanza,
affiancata da un momento
musicale, si terrà nella Sala Don
Gorini sabato 9 novembre. I
proventi della vendita del libro
saranno devoluti al Centro
Alzheimer della Fondazione casa di soggiorno per anziani di
Bedizzole.
Sempre in tema di pubblicazioni,
ricordo che è in corso di stampa
lo studio araldico svolto dal prof.
Giacomo Danesi sullo stemma
del Comune di Bedizzole. Il
lavoro, in forma di opuscolo,
sarà distribuito a tutte le famiglie
di Bedizzole entro la fine di
quest’anno.
Concludo
ricordando
che
anche quest’anno, sia pure
ridimensionato a causa delle
evidenti difficoltà economiche
che stiamo attraversando, non
è venuto meno l’impegno
finanziario dell’amministrazione
comunale per il funzionamento
della sua Biblioteca pubblica
che, con una dotazione di circa
24.000 volumi e 35 abbonamenti
correnti ed attivamente inserita
nella struttura operativa della
Rete Bibliotecaria Bresciana e
Cremonese, vede confermato
(come del resto attestano gli oltre
10.000 prestiti effettuati dall’inizio
dell’anno) il suo ruolo centrale tra
le agenzie culturali che operano
sul territorio.
Prof.ssa Monetti Teresa
ITALIA - FRANCIA
15 - 20 SETTEMBRE:
GEMELLARSI CON
LA CARTA D’INTENTI
di C.L.
Dal 15 al 20 Settembre scorso
la
Comunita'
Bedizzolese
ha ricevuto la visita della
delegazione francese di cui
facevano parte membri del
Comitato INTER ECHANGES e
il Presidente dei Sindaci dei
Comuni del Plateau Est di Rouen.
I componenti della delegazione
sono stati ospiti dei membri
del Comitato di gemellaggio
BEDIZZOLE/UNIONE
COMUNI
DELLA VALTENESI capitanato
dalla Presidente Professoressa
Teresa
Monetti,
Assessore
alla cultura del Comune di
Bedizzole, che grazie alla sua
conoscenza
perfetta
della
lingua francese (indimenticabile
insegnante di francese presso la
nostra Scuola media), è stata
fedele traduttrice di dialoghi e
conversazioni coadiuvata dai
suoi ex alunni Michela Ambrogio
26 v ita n ostra
e Alessandro Amadei I cinque
giorni di visita sono stati intensi
e profiqui, la delegazione ha
potuto effettuare un itinerario
artistico e culturale di tutto
rispetto comprendente la visita
alla nostra città e luoghi limitrofi,
ma anche visitare la nostra
Chiesa Parrocchiale, la Pieve
Romanica di Pontenove, i nostri
meravigliosi scorci sul fiume
Chiese e i paesaggi del nostro
Lago di Garda. La delegazione
ha apprezzato anche le visite
a attivita' econo miche locali
di pregio, quali la Cooperativa
Garda Latte, l'Azienda Agricola
Marchesini
Piergiuseppe,
l'Azienda
Agricola
Averoldi
Francesco, l'Azienda Agricola
Pasini Giuseppe, eccellenze
nella produzione di: grana
padano salumi e vino.
Anche la discarica FAECO è
stata oggetto di visita, tecnici
incaricati hanno spiegato il ciclo
dell'intera attività di stoccaggio
del materiale.
Nella serata di giovedì 19
settembre alle ore 20.00 presso
la Sala del Consiglio Comunale
e dopo che la mitica Marching
Band diretta dal Maestro Aldo
Bettini aveva suonato gli inni
nazionali francese ed italiano e
le majorettes avevano eseguito
le loro magiche evoluzioni, è
avvenuta la sottoscrizione della
carta d'intenti con la quale si
afferma l'adesione a principi
comuni quali la promozione
dei valori universali di libertà,
democrazia,
uguaglianza,
pace, tramite la cooperazione
e lo scambio culturale.
In data 20 settembre “i francesi”
sono tornati a casa.... ma si è
trattato solo di un arrivederci.
Vita della Comunità
Inaugurazione
del Monumento
al Carabiniere
Domenica 29 Settembre in occasione del 35° di fondazione
dell’Associazione
carabinieri
in Congedo di Bedizzole è stato inaugurato il monumento al
Carabiniere alla presenza delle
autorità Civili e Militari. La manifestazione è iniziata con un concerto della Fanfara e Banda di
Bedizzole presso la casa di Sog-
giorno per Anziani proseguendo
in corteo fino alla Chiesa Parrocchiale Santo Stefano dove il
Cappellano Militare Don Fabio
Locatelli ha officiato la Santa
Messa, succesivamente gli onori a tutti i caduti ed il corteo è
proseguito fino al Monumento del Carabiniere dove dopo
l’alzabandiera Don Franco ha
benedetto il monumento. I discorsi delle Autorità Civili e Militari e del presidente di Sezione
Sig. Stefano Moretti, che ha ringraziato unitamente al consiglio
tutti i soci, simpatizzanti e coloro
che hanno contribuito alla realizzazione del monumento.
S. E.
IL MIO PAESE: TUTTI CONTRO TUTTI?
Capita spesso, passando per
la piazza principale del paese
di ascoltare le conversazioni,
di sentire giudizi o di leggere
volantini di vario genere.
Si ha l’impressione che a
Bedizzole tutti siano contro tutti,
non va bene nulla, non si fa
nulla, si colgono solo gli aspetti
negativi di ogni istituzione……
il pessimismo è la nota
dominante di tutto. A Bedizzole
uno potrebbe fare mille cose
buone…. Di lui si evidenzia solo
quella meno riuscita. Eppure
tante cose belle ci sono in
paese! Molti ci invidiano la
vivacità sportiva, altri mettono
in evidenza le rinnovate strutture
parrocchiali, parecchi elencano
i tanti gruppi di volontariato,
alcuni
sognano
di
avere
nella loro comunità le tante
occasioni di stare insieme che
ci sono da noi. Nonostante tutto
prevale in tanti lo spirito critico e
distruttivo. ”A Bedizzole va tutto
male, occorre cambiare tutto,
in paese non si fa nulla, bisogna
cambiare, ripartire da zero, ora
arriviamo noi!!!”
“Tutti contro tutti” o meglio “tutti
al servizio di tutti” ?
E’ innegabile che tutto è
migliorabile, che si può fare di
più.. ma distruggere quanto
uno fa buttare sempre fango
sull’operato degli altri, vedere
solo il negativo in ogni realtà non
porta da nessuna parte, non fa
crescere il paese. Invece di muri
bisogna cominciare a costruire
ponti, invece di buttare fango…
occorre l’umiltà del dialogo e
del confronto. Mi auguro che
i tempi futuri siano sereni, mesi
nei quali tutti fanno proposte,
presentano progetti e diventano
credibili non per le loro urla ma
per le azioni concrete, mesi nei
quali si mettono in gioco il bene
del paese e non gli interessi
personali.
Un cittadino che ama il suo paese
v ita n ostra 27
Vita della Comunità
C.S.I. UN CALCIO SPECIALE
Un calcio speciale quello del C.S.I. perché è fatto, lo si
spera, da ragazzi che credono in certi valori e si sforzano
di viverli. I valori sono l’amicizia, il rispetto, il dialogo,
l’educazione.
È un calcio di oratorio che vuol solo far giocare e
divertire, che non chiede nulla a nessuno e non dà
compensi. È un calcio di oratorio che rientra in un
progetto educativo che non ha vergogna a chiamarsi
“Cristiano”.
Grazie all’oratorio molti giocatori hanno raggiunto
traguardi di grande livello e hanno portato con loro il
bagaglio umano-educativo-professionale-religioso che
l’oratorio ha offerto loro.
Nel campionato 2013 /2014 giocano nel campo di via
Montegrappa 3 squadre. Sono oltre 50 giovani che
sono fieri di essere al “don Bosco” perché il loro è un
“calcio speciale”.
Football Club 2003
Gaudia 2009
Gli amici di Ale
Battesimi Settembre
Vendemmia a Cantrina
28 v ita n ostra
Vita della Comunità
Un paese
di sportivi
Il concetto di sport ha origini
lontane, origini che affondano
le proprie radici nel mondo
classico, in cui il momento
sportivo non era vissuto solo
dal punto di vista ludico, ma
si associava alla formazione
del carattere dei giovani, futuri
cittadini cui spettava in seguito
il dovere di condurre le sorti
delle loro città. Già da allora
quindi il concetto di sport è
legato a doppio filo con quello
di comunità. Non a caso il
Trattato di Lisbona, che modifica
il trattato istitutivo dell’Unione
Europea, dedica l’articolo 165 a
questo importante argomento
ed in particolare sancisce
che
“L’Unione
contribuisce
alla promozione dei profili
europei dello sport, tenendo
conto delle sue specificità,
delle sue strutture fondate
sul volontariato e della sua
funzione sociale ed educativa”
e
ancora
che
“L’azione
dell’Unione è intesa a sviluppare
la dimensione europea dello
sport, promuovendo l’equità e
l’apertura nelle competizioni
sportive e la cooperazione tra
gli organismi responsabili dello
sport e proteggendo l’integrità
fisica e morale degli sportivi,
in particolare dei più giovani
tra di essi”. Quanto stabilito
nelle più autorevoli sedi delle
nostre Istituzioni talvolta può
apparire lontano e poco
applicabile a realtà locali
relativamente piccole come
la nostra, ma da delegato allo
Sport del comune di Bedizzole
ho potuto constatare quanto
questi principi siano radicati nel
nostro territorio e nella nostra
tradizione. L’associazionismo
sportivo Bedizzolese ha avuto
origine negli anni ’20 del
secolo scorso e attualmente
conta tra le proprie fila ben
21 società che impegnano e
formano 1403 atleti, 752 dai
6 fino ai 16 anni e 651 dai 16
in poi, numeri considerevoli
e impensabili senza l’opera,
spesso volontaria, di dirigenti
e allenatori. Durante questi
anni non sono mancati atleti
di primo livello, campioni
nazionali e internazionali, risultati
eccellenti frutto di qualità,
passione e sacrifici, ma sullo
stesso piano metto il grande
numero di ragazze e ragazzi
che comunque sono cresciuti
e passati attraverso le nostre
società sportive, sperimentando
sulla propria pelle la “funzione
sociale ed educativa” che
talvolta può avere solo lo sport,
vera palestra di vita. Come
riconoscimento
quindi
alla
centralità dell’associazionismo
sportivo nel 1992 una felice
intuizione dell’Amministrazione
Comunale ha dato il via a
quella che poi è divenuta
una vera e propria tradizione,
l’istituzione della “settimana
dello sportivo” che quest’anno
si è tenuta dal 15 al 21
settembre. La manifestazione
non si sarebbe potuta realizzare
senza la collaborazione delle
nostre associazioni che si sono
dedicate con impegno per la
buona riuscita e che quest’anno,
oltre ai tradizionali eventi relativi
alle varie discipline sportive
proposte durante la settimana,
ha visto alcune novità; da un
lato si è deciso di programmarla
per settembre, non a chiusura
della stagione sportiva ma come
ideale augurio all’apertura
di quella 2013/2014, dall’altro
si è introdotto un concetto
nuovo di festa conclusiva, fatta
dagli sportivi e per gli sportivi,
cercando di differenziarla dalla
tradizionale sagra di paese. Il 21
settembre atleti e cittadinanza
si sono ritrovati presso il campo
sportivo comunale “Siboni”,
le varie associazioni hanno
sfilato accompagnate dalla
descrizione
della
propria
storia, attività e obiettivi per
poi schierarsi nel campo di
fronte al pubblico sugli spalti,
successivamente si è intonato
l’Inno Nazionale seguito da
un momento di riflessione. Uno
spettacolo particolare e non
programmato l’hanno offerto
i nostri giovani atleti che al
“rompete le righe” si sono
lanciati in una corsa collettiva
nel campo per raggiungere
la zona allestita con i gazebo,
dove ogni società ha avuto
modo
di
farsi
conoscere
dal folto pubblico presente
promuovendo la propria attività.
Sono
stato
piacevolmente
stupito dal successo che la
festa ha riscosso e sono convito
che sia il segnale di come il
movimento sportivo costituisca
una parte importante del tessuto
nella nostra comunità: esso
rappresenta, oltre all’innegabile
funzione educativa, un veicolo
di
formazione
sociale
di
straordinaria efficacia proprio
perché permette di vivere,
sperimentando sulla propria
pelle, esperienze che più o meno
direttamente ci arricchiscono di
quella serie di valori positivi che
una volta entrati a far parte di
noi ci rendono, oltre che sportivi,
cittadini migliori.
Stretti Andrea
Consigliere comunale delegato allo Sport
v ita n ostra 29
Vita della Comunità
Servizio
Promozione
Sostegno
Economico
alla Chiesa
Cattolica
Ogni giorno, in Italia, i
sacerdoti sono impegnati
nelle parrocchie e tra la
gente per annunciare il
Vangelo e offrire carità,
conforto,speranza. Oggi tutti
si sentono più insicuri e trovano
nei sacerdoti un punto di
riferimento cui ricorrere con
fiducia. In particolare i poveri,
i disabili,le persone sole o
emarginate, i senza lavoro,
giovani ed anziani,sanno di
poter ricorrere ai sacerdoti
per trovare conforto spirituale
e, spesso, un aiuto concreto.
I sacerdoti hanno tutti
la stessa missione e tutti
devono poter contare sulle
risorse necessarie al loro
fabbisogno. Per alcuni, sono
sufficienti le offerte della
propria comunità o eventuali
stipendi
da
insegnanti.
Per altri, in particolare per
quelli che svolgono la loro
missione nelle parrocchie
più piccole e povere, sono
Il Gruppo Missionario
organizza
IL MERCATINO
in via Libertà 32
(ex pizzeria)
dal 10 novembre
al 24 dicembre
Sabato e Domenica
ore 9 -12 e 15 -19
Il ricavato sarà a favore
delle Missioni
di Suor Marica Bussi
30 v ita n ostra
Fai un’offerta che aiuti
i sacerdoti
e le strutture parrocchiali
necessarie le offerte di tutti
i fedeli che poi vengono
distribuite equamente tra
tutti i sacerdoti dall’istituto
centrale sostentamento del
clero. La tua offerta quindi è
una part4ecipazione attiva
alla missione di tutti i sacerdoti
diocesani operanti in italia.
Oggi le offerte non sono
Grazie
per ogni gesto
di generosità
Offerte Pro Oratorio
(Offerte dal 7 settembre al 21 ottobre )
Offerte settimanali € 3.642,68
984,67
Candele
€
Funerali
€ 1.100,00
Stampa Cattolica €
sufficienti per tutti i sacerdoti.
La chiesa dunque, per
provvedere, deve, utilizzare
parte dei fondi dell’8 x mille.
Ecco perché il tuo contributo
vale due volte: più cresce
la raccolta delle offerte, più
risorse dell’8 x mille possono
essere utilizzate per altre
attività pastorali o di carità!
49,00
Matrimoni
€ 1.050,00
Battesimi
€
550,00
1° domenica di ottobre
N.N.
Un gruppo di amici
Visita Famiglie
Famiglie Momangione
Associazione Carabinieri
Gruppi Parrocchiali
In memoria di Giancarlo
Ceselin
€ 1.183,94
€ 200,00
€ 800,00
€ 120,00
€ 100,00
€ 200,00
€ 220,00
€ 600,00
Giornata Missionaria
Mondiale (consegnato
all’ufficio Missionario)
€ 2.118,19
Anagrafe Parrocchiale
Sono nuovi Figli di Dio
Si sono uniti in Matrimonio
Beretta Benedetto Giovanni di Gianlorenzo e Turillazzi Manuela
Mantovani Davide e
Todarello Santina
Cottini Nicolò di Manuel e Bontempi Nicoletta
Venturoli Emma di Lodovico e Dossi Gloria
Aban Adjetej Elias di David e Aban Adjetej Vivian
Gerlegni Francesco e Zana Elisa
Berthoud Alessandro di Luca e Rocca Enrica
Aragoni Mattia di Carlo e Festi Manuela
D’Amico Angelo e Zanetti Virna
Mazzola Nicolas di Luca e Altamira Romina
Savoldi Manuel e Cagni Sara
Piccini Filippo di Marco e Taddeolini Simona
Rovetta Matteo di Denni e Siddi Ivana
Bedognè Simone di Mosè e Alberti Monica
Sono tornati alla Casa del Padre
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