LA BOTANICA IN APICOLTURA
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LA BOTANICA IN APICOLTURA
Convegno Regionale ARAL,di 27rispetto Novembre 2016 della , Cocciano, Frascati Ripristino siepi,Annuale filari e fasce a tutela biodiversita - LA BOTANICA IN APICOLTURA Pietro Massimiliano Bianco, Valter Bellucci (ISPRA, Dipartimento Difesa della Natura) Convegno Regionale Annuale dell'ARAL - 27 Novembre 2016 ore 09:00 Sala Conferenze Chiesa S. Giuseppe Lavoratore Via Giuseppe Romita, 1 Frascati–Fraz. Cocciano - (Rm) API “Conoscerle Per Difenderle & Migliorarci” Misure per la salvaguardia degli apoidei Per la salvaguardia della biodiversità degli apoidei e, più in generale, degli insetti pronubi sono necessarie politiche agricole adeguate che prevedano: •Uso sostenibile dei fitofarmaci (evitare trattamenti durante la fioritura o nei periodi di massima attività giornaliera, ridurre per quanto possibile la tossicità dei prodotti utilizzati); • Eliminare dal commercio i prodotti dannosi per gli impollinatori; •Incentivazione dell’agricoltura biologica ed ecosostenibile; •Mantenimento e miglioramento della biodiversità naturale (ad esempio attraverso la costituzione di reti ecologiche e il mantenimento o l’incremento di siepi, boschetti e filari); •Riduzione dell’inquinamento elettromagnetico). ambientale (fisico-chimico, Riqualificazione ambientale e salute degli apoidei In situazioni di degrado e frammentazione quali quelle che caratterizzano il territorio italiano nella fascia collinare (a causa principalmente dell’attività agricola) e nelle aree di pianura (a causa principalmente dell’urbanizzazione e della fitta rete infrastrutturale) la ricostituzione e il mantenimento di siepi e cespuglieti rappresentano il principale metodo per la costituzione di efficienti reti ecologiche. Un’attenta analisi botanica è essenziale per operare scelte consapevoli nella progettazione degli interventi adeguati anche per la tutela di apoidei. Requisiti che una specie botanica deve avere nei confronti delle api • secrezione nettarifera e abbondanti produzioni (o nel caso del polline, abbondante produzione ed elevato contenuto proteico); • buona accessibilità ai nettari; • ampia disponibilità e abbondanza di fioritura; • vicinanza all’alveare. Le famiglie botaniche con il maggior numero di specie di interesse apistico sono, in senso decrescente: Asteraceae, Fabaceae, Lamiaceae, Rosaceae, Liliaceae e Brassicaceae. Le specie coltivate rappresentano il 28% delle specie apistiche; il 10% di queste sono specie agrarie e il 18% sono coltivate ornamentali. Il potenziale mellifero delle specie La determinazione del potenziale mellifero delle diverse specie permette di valutare la qualità del nettare dato dalle piante. Si calcola valutando la quantità di nettare secreto da un fiore in 24 ore, la sua concentrazione zuccherina, la durata di vita del fiore e il numero medio di fiori per unità di superficia, o per pianta nel caso di alberi. Classi Potenziale Mellifero Esempi I 0 - 25 Kg/ha Pero, mandorlo II 26 - 50 Kg/ha Girasole, ciliegio, melo, castagno III 51 - 100 Kg/ha Lampone, Malva, trifolio bianco, ... IV 101 - 200 Kg/ha Tarasacco, lavanda, robinia, rosmarino, ... V 201 - 500 Kg/ha Castagno, colza, erba medica, sulla VI > 500 Kg/ha Borragine, tiglio, timo, salvia, robinia Querceto caducifoglio Negli ambienti collinari e submontani italiani domina generalmente il querceto misto. Le querce le più diffuse sono la roverella, il rovere, la farnia e il cerro. L'interesse apistico delle querce riguarda la produzione di polline e periodicamente di melate. Le specie arboree presenti nei querceti caducifogli, quali carpino (Carpinus spp.), carpinella (Ostrya carpinifolia Scop.), olmo (Ulmus spp.) e il nocciolo (Corylus avellana L.) forniscono quantità modeste di polline, mentre gli aceri (Acer spp.) sono una buone fonte di sostegno in primavera. L’orniello (Fraxinus ornus L.) dà una buona produzione di polline. Molto visitato dalle api è l'albero di Giuda (Cercis siliquastrum L.), cresce spontaneo nelle regioni centromeridionali ma viene anche coltivato come pianta ornamentale La flora delle rive fluviali Visitate per il loro nettare, polline e a volte melata sono i salici (Salix L.); meno importanti per la raccolta di nettare sono le piante dell’ontano (Alnus glutinosa L.) e del pioppo (Populus spp.), quest’ultima però ha un importante ruolo in quanto la resina che ricopre le gemme, viene bottinata dalle api per la propoli. La vegetazione forestale montana Oltre la zona dove sono presenti le querce e i castagni inizia la zona del faggio (Fagus selvatica L.) del tasso (Taxus baccata L.), tiglio (Tilia spp.), acero (Acer spp.), carpinella (Ostrya carpinifolia Scop.), ciliegio selvatico (Prunus avium L.), agrifoglio (Ilex aquifolium L.). La maggior parte delle specie arboree tipiche hanno interesse soprattutto per la melata. Nelle zone montane alpine troviamo l'abete bianco (Abies alba Miller, raro sull’Appennino)) e l'abete rosso (Picea excelsa Lam.), quest’ultimo presente soprattutto sulle Alpi (unica stazione naturale appenninica all’Abetone). Il larice (Larix decidua Mill.) presente esclusivamente sulle Alpi produce una melata particolare, chiamata “manna di Larice” che cristallizza nei favi, causando all’apicoltore molti problemi di estrazione. Dove il Faggio e l’Abete non sono presenti per questioni climatiche, cresce il Pino (Pinus spp.), pianta capace di crescere in posti proibitivi per molte altre specie, ma poca importante per gli apoidei. I pascoli collinari e montani Si tratta di habitat particolarmente ricchi di specie florali e quindi rappresentano un habitat elettivo per gli apoidei sia selvatici che allevati. Inoltre le fioritura scalari garantiscono risorse abbondanti dalla primavera all’autunno. specie Asphodelus macrocarpus Carum carvi Centaurea scabiosa Cirsium eriophorum Epilobium angustifolium Rubus idaeus Satureja montana Valeriana montana famiglia Liliaceae inter. apistico buono fioritura 5-6 nettare ++ polline + Umbellifera e Asteraceae buono 6-8 + ++ buono 6-9 ++ + Asteraceae buono 6-9 ++ + Onagraceae ottimo 6-8 ++ +++ Rosaceae Lamiaceae ottimo ottimo 5-6 7-9 +++ +++ ++ + Valerianace ae buono 6-8 ++ ++ Asphodelus macrocarpus Centaurea scabiosa Onobrychis vicifolia Cirsium eriophorum Epilobium angustifolium Rubus idaeus Valeriana montana Satureja montana Macchia mediterranea Erica arborea Corbezzolo Ottimo propoli Alta diversità negli ambienti di gariga Miele che si addice all’abbinamento con i formaggi stagionati, in particolare con i pecorini. Fasce tampone L’introduzione di fasce tampone per la tutela dei corpi idrici dalle sostanze inquinanti è prevista dalla Direttiva 2000/60 (Acque). Tali fasce tampone, costituite sostanzialmente da filari alberati e siepi arbustive, Possono partecipare alla costituzione delle reti ecologiche ed essere finalizzate alla protezione dei popolamenti degli impollinatori attraverso la scelta di specie adeguate. Tra le loro funzioni, oltre alla tutela delle aree umide, ricordiamo: • tutela e incremento della biodiversità; • conservazione e miglioramento del paesaggio; • fornire prodotti secondari a scopo alimentare (funghi e tartufi, frutti, miele, ecc.): • funzione trofica, offrendo una fonte alimentare varia alla macro e microfauna. Specie autoctone La necessità di utilizzare specie autoctone per gli interventi di recupero ambientale e di ingegneria naturalistica è un criterio fondamentale da adottare per riproporre fitocenosi coerenti con la vegetazione locale e per scongiurare il pericolo di introduzione di specie esotiche, con le possibili conseguenze (inquinamento floristico, inquinamento genetico dovuto a varietà o cultivar di regioni o nazioni diverse, ecc.) . Uno dei problemi fondamentali è quello della reperibilità sul mercato delle piante autoctone. Un sistema per disporre dei necessari quantitativi di piante è quello di richiedere al mercato vivaistico le specie autoctone in una fase precedente all’impiego dando il tempo per la riproduzione delle specie richieste. Per quanto riguarda le specie arboree, la maggioranza è disponibile sul mercato, mentre per gli arbusti, l’offerta vivaistica è più ridotta, con carenze vistose per specie dei generi Salix, Calicotome, Cytisus e Lonicera. Specie arbustive I cespuglieti e le siepi assumono un ruolo molto importante nelle reti ecologiche. Possono attirare animali insettivori che controllano le specie dannose all’agricoltura, favorire la qualità delle colonie di apoidei e rappresentare zone di rifugio e nidificazione. Le specie arbustive oltre ad un uso diffuso negli interventi di recupero effettuati su morfologie stabili, sono particolarmente adatte per gli interventi di stabilizzazione del suolo sulle scarpate. Apparato radicale di Juniperus communis subsp. communis (Kutschera–Sobotik, 1997 in Sauli et al., 2006 ). Inserimento di arbusti autoctoni in palificata latina. Cà i Fabbri (PU) 2007 (Foto P. Cornelini). Sviluppo degli arbusti della foto accanto dopo 3 anni (Foto P. Cornelini). Specie arboree di interesse apistico Nella ricostituzione di cespuglieti e sistemi di siepi particolare rilevanza hanno, per la qualità dei popolamenti degli Apoidei, le seguenti specie: Specie arboree Interesse per gli apoidei dipendenti dall’impollinazione degli apoidei (*** molto alto, ** medio, * scarso) Specie Nettare Polline Melata Acer campestre ** ** + Acer cappadocicum subsp. cappadocicum ** ** + Acer lobelii ** ** + Acer monspessulanum ** ** + Acer obtusatum. subsp. neapolitanum ** ** + Acer negundo ** ** + Acer obtusatum subsp. obtusatum ** ** + Acer opulifolium ** ** + Acer platanoides ** ** + Acer pseudoplatanus ** ** + Specie arboree di interesse apistico Interesse per gli apoidei (*** molto alto, ** medio, * scarso) Specie Nettare Polline Melata Ailanthus altissima *** ** Castanea sativa *** *** + Eucalyptus sp. pl. *** *** + *** + Fraxinus ornus Malus sylvestris ** ** Prunus avium ** ** Prunus cocomilia ** ** Pyrus communis subsp. pyraster ** ** Laurus nobilis ** ** Robinia pseudoacacia *** * Specie arbustive di interesse per gli apoidei Interesse per gli apoidei (*** molto alto, ** medio, * scarso) Famiglia Specie Nettare Polline Rosaceae Crataegus monogyna ** ** Rosaceae Prunus brigantina ** ** Rosaceae Prunus spinosa ** ** Rosaceae Prunus mahaleb subsp. malaheb ** ** Rosaceae Prunus mahaleb subsp. cupaniana ** ** Rosaceae Prunus padus ** ** Rosaceae Pyrus spinosa ** ** Rosaceae Malus florentina ** ** Rosaceae Pyracantha coccinea ** ** Rosaceae Rosa sp.pl. * ** Melata Specie arbustive di interesse per gli apoidei Interesse per gli apoidei (*** molto alto, ** medio, * scarso) Famiglia Specie Nettare Polline Rosaceae Rubus sp.pl. ** ** Caprifoliaceae Viburnum tinus ** * Caprifoliaceae Viburnum lantana ** * Ericaceae Erica sp. pl. *** *** Cornaceae Cornus sanguinea ** ** Leguminoseae Genista sp. pl. ** ** Myrtaceae Myrtus communis ** ** Rhamnaceae Rhamnus sp. pl. ** ** Tamaricaceae Tamarix sp. pl. ** Melata + Intereventi di mitigazione e riqualificazione Gli impianti adeguatamente progettati assumeranno nel tempo, grazie all’ingresso di specie spontanee locali, una fisionomia semi-naturale divenendo affini alle cenosi potenziali. Non è sufficiente la sola coerenza floristica per avere impianti artificiali capaci di assumere, in tempi relativamente brevi, significato funzionale. Va sempre favorito l’utilizzo delle specie autoctone proprie delle cenosi che meglio valorizzano la vocazione specifica del sito di intervento. Convegno Regionale dell'ARAL 27, Novembre Ripristino siepi,Annuale filari e fasce di rispetto a tutela2016 della, Cocciano biodiversita - Strategie per le opere di mitigazione e ripristino Principi di base Abbandono della logica dell’intervento ai fini “estetici” Conoscenza ecologica delle specie e degli habitat Coerenza con il contesto floristico e vegetazionale e attenzione agli aspetti strutturali, funzionali e dinamici Rispetto delle potenzialità del territorio Uso di specie autoctone Uso di materiale vivaistico di provenienza certa (contro i rischi di inquinamento genetico) Risultati Mitigazione dell’impatto antropico Avvio di dinamiche evolutive naturali che portano a sistemi via via più complessi, stabili e duraturi che possono rappresentare aree di rifugio per le specie animali e vegetali capaci di auto-sostenersi, che necessitano di scarsa manutenzione che possono assumere un ruolo funzionale nelle reti ecologiche Il progetto botanico: definizioni e filosofia Obiettivo: creazione reti ecologiche, aumento della biodiversità in ambito agricolo, inserimento e mitigazione di infrastrutture in modo compatibile ed integrato al sistema naturale, ripristino delle porzioni territoriali modificate e degradate. Metodi: individuazione, a seguito delle analisi topografiche, geomorfologiche, geotecniche, idrauliche, floristiche e vegetazionali, con riferimento ai parametri ecologici stazionali dell’area di intervento, della lista con le specie e le tipologie vegetazionali di progetto, e le serie di vegetazione, strumento essenziale per riconoscere la vegetazione reale e potenziale. Specie con funzionalità tecnica e con funzionalità naturalistica, idonee per l’impiego in interventi di ingegneria naturalistica (da Cornelini et al., 2009). In rosso le specie gradite agli apoidei SPECIE con buona funzionalità tecnica, consigliate per interventi di ingegneria naturalistica SPECIE con buona funzionalità naturalistica, consigliate per interventi di recupero ambientale Anagyris foetida Artemisia arborescens Artemisia variabilis Daphne gnidium Asparagus acutifolius Erica multiflora Atriplex haliminus Olea europaea L. var. sylvestris Calicotome spinosa Osyris alba Capparis spinosa Phlomis fruticosa Cistus monspeliensis Pistacia lentiscus Cistus salvifolius Prunus spinosa Colutea arborescens Pyrus amygdaliformis Crataegus monogyna Quercus calliprinos Ephedra fragilis Rhus coriaria Euphorbia characias Rosa canina Euphorbia dendroides Rosmarinus officinalis Euphorbia rigida Sarcopoterium spinosum Rosa sempervirens Teucrium fruticans Salsola verticillata Ulmus minor Spartium junceum Thymus capitatus Specie rare ed endemiche Gli interventi di recupero e installazione di nuovi siepi oltre a contribuire alla creazione di reti ecologiche sono in grado di mitigare notevolmente l’impatto delle infrastrutture possono anche rappresentare occasioni per la diffusione, negli ambiti opportuni ed in seguito ad attenti studi preliminari, di essenze vegetali rare, minacciate e protette aumentando il valore ecologico degli interventi anche da un punto di vista protezionistico. Questo tipo di interventi deve prevedere naturalmente un adeguata attività di riproduzione delle specie di interesse protezionistico presso vivai locali. Rhamnus lojaconoi: solo sulle Madonie nella lecceta del Vicaretto Retama raetam subsp. gussonei Rara in Sicilia nella fascia costiera tra Licata e Gela; in Calabria, un'unica stazione sulla costa jonica (Punta Alice). Specie rare Specie Celtis aetnensis Strobl Genista morisii Colla Lonicera stabiana Pasquale Retama raetam (Forssk.) Webb subsp. gussonei (Webb) Greuter Genista demarcoi Brullo, Scelsi & Siracusa IUCN LR LR LR CR CR Forma Distribuzione Biologica Habitat Natura 2000 di riferimento Sicilia (Etna, Cesarò (Me), Valle dell'Ippari 9340 Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia Sardegna (Capo Teulada, Isola di Sant'Antioco, Uras, OR) 5430 Phrygana endemiche dell'Euphorbio-Verbascion 5410 Phrygane della cima delle scogliere del Mediterrraneo occidentale P caesp Campania 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica P caesp Calabria (Dune di Marinella, presso Punta Alice), Sicilia (Biviere di Gela, Punta Secca, Scoglitti, Manfria, Punta Braccetto) 5330 Arbusteti termomediterranei e predesertici 2210 Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae P caesp P caesp NP Sicilia (Madonie) 5330 Arbusteti termomediterranei e pre-deser tici; 5420 Phrygane di Sarcopoterium spinosum Genista morisii Lonicera stabiana Retama raetam subsp. gussonei Genista demarcoi Apoidei solitari Osmia ribifloris Andrena thoracica CONCRETAMENTE COSA SI PUÒ FARE INSIEME Proteggere gli ambienti naturali. Incrementare i sistemi di siepi e le alberature e le infrastrutture verdi; favorire le reti ecologiche. Incrementare la diversità floristica. Evitare la contaminazione ambientale. 27 Mantenere attivo un programma di controllo continuo dei residui, accompagnato da un’attività di informazione e formazione degli apicoltori sulla corretta gestione degli alveari. Evitare trattamenti in fioritura. Evitare di indirizzare il getto nella direzione dei loro habitat. Non trattare con insetticidi, acaricidi, diserbanti e disseccanti nel periodo della fioritura. LISTE ROSSE E NORMATIVE A SCALA REGIONALE E PROVINCIALE GRAZIE DELL’ATTENZIONE 30