“Sono beni del boss Maranzano”. Maxi
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“Sono beni del boss Maranzano”. Maxi
Giornale di Sicilia 22 Settembre 2011 “Sono beni del boss Maranzano”. Maxi-sequestro di imprese e edifici. Ci sono appartamenti e ville tra Palermo e San Vito lo Capo, società immobiliari, polizze, un conto corrente. Beni di Antonino Maranzano, 71 anni, boss dell'Uditore, sequestrati da un provvedimento della Sezione misure di prevenzione del Tribunale dopo le indagini della Questura. Un'iniziativa che colpisce per la seconda volta Maranzano, capomafia della «vecchia guardia» di Cosa nostra tornato sotto osservazione negli ultimi anni: nel 2006 la procura antimafia sentì pronunciare spesso il suo nome nelle intercettazioni nel box di lamiera della villa di viale Michelangelo del capomandamento di Pagliarelli, Nino Rotolo. E a seguito di nuove indagini si arrivò al suo arresto il 10 giugno 2010 nell'operazione «Mafia e appalti» che portò in cella 19 esponenti economico-imprenditoriali di Cosa nostra tra i quali Vincenzo Rizzacasa, Salvatore Sbeglia, Nino Rotolo: proprio in questi giorni la Dda sta completando la requisitoria e per Maranzano - che è ai domiciliare - è stata chiesta la condanna. Il sequestro deciso dalla Sezione misure di Prevenzione presieduto da Silvana Saguto, con i giudici Lorenzo Chiaramonte e Guglielmo Nicastro che hanno nominato amministratore dei beni l'avvocato Gaetano Cappellano Seminara -, amplia un provvedimento analogo che però venne annullato: il Tribunale sostenne allora che malgrado il valore dei beni risultasse «sproporzionato al reddito dichiarato o all'attività economica svolta» si era davanti ad ipotesi di reato di «violazione in materia fiscale e previdenziale (c'erano lavoratori in nero e veniva dichiarato un minor valore nella compravendita degli immobili)». Così Maranzano tornò in possesso di tutto. La posizione dell'anziano mafioso si è però aggravata dopo l'arresto del 10 giugno 2010, tanto che la sezione presieduta dalla Saguto scrive nel provvedimento di sequestro che «sono stati evidenziati» gli elementi che hanno portato all'ordine di custodia cautelare come le «intercettazioni telefoniche effettuate sulle utenze dell'Immobiliare Raffaello» tra Maranzano «e Francesco Bonura, sottocapo della famiglia mafiosa di Uditore dal quale è dato evincere quanto meno a livello indiziario la sua datata appartenenza alla famiglia mafiosa dell'Uditore». Ecco i beni sottoposti a sequestro dalla Sezione misure di prevenzione. C'è il capitale sociale di 102mila euro «suddiviso equamente tra Maranzano e Felice Lo Presti, 68 anni», della società «Edil Color srl» di via Michele Titone 61; le quote sociali di Francesco Gottuso, 32 anni e Giovanni Frisco, 46 anni, della «3G Costruzioni e servizi» di via Francesco Speciale 71 con il patrimonio immobiliare; un conto corrente bancario di Maranzano; un immobile in via Francesco Speciale 63 venduto dalla «3G Costruzioni» a Stefania Sutera; un immobile in via Francesco Speciale 59-61 al piano terra venduto alla società «Ibiza Bar» di Caterina Maranzano; un immobile in corso Calatafimi 1031/I acquistato da Maranzano; due posti auto e due polizze a scadenza del valore di 25mila euro; il sequestro «fino alla concorrenza di 2 milioni e 400 mila euro» di un appartamento in via Vito Cesare Piazza 18 a Palermo, una villa a due piani a San Vito Lo Capo intestata a Rosalia Armeli e a Maranzano; un immobile in via Faro 103 a San Vito lo Capo; un edificio a tre piani in corso Calatafimi 411 venduto dalla «Edil color» a Rosalia Polizzi, farmacista; l'immobiliare «Cld» di Vicolo Infermeria Cappuccini 14 e le quote sociali detenute da «Palermo centro srl» di Elena Riggio e Adriana Mazzamuto; due uffici in via Francesco Speciale 53 e 57 al piano terra venduti dalla «3( Costruzioni» alla Studio «Costa-Laisa»; due appartamenti in via Dante Alighieri 31 a San Vito lo Capo venduto dalla «Edilcolor» a Giustino Renato Costa e Giovanni Laisa. Decisa pure la sospensione temporanea degli organi amministrativi della società «Palermo Centro» e «Corima srl». Umberto Lucentini EMEROTECA ASSOCIAZIONE MESSINESE ANTIUSURA ONLUS