Programma della Commissione europea: le

Transcript

Programma della Commissione europea: le
Programma
della
Commissione
europea:
le
europeo
ha
richieste del Parlamento europeo
Il
16
settembre,
il
Parlamento
approvato una risoluzione non legislativa sul
programma di lavoro della Commissione europea
per
In questo numero
(24 Settembre 2015) :
Programma della Commissione europea:
le richieste del Parlamento europeo
il
2016. Gli
eurodeputati
richiedono
alla
Commissione di dimostrare una leadership forte e
di avere una visione politica chiara per affrontare
le sfide dell’approvvigionamento in energia, del
cambiamento climatico, della transizione verso una
società digitale, della creazione di occupazione,
Una sfida per l’Europa: reimpiego dei
disoccupati di lungo periodo
delle migrazioni, di un Unione di cambiamento
democratico (trasparenza, coinvolgimento del Pe,
iniziativa cittadina). La Commissione discuterà del
L’Europa mette a punto un piano per
aiutare 12 milioni di disoccupati di lungo
periodo a trovare un nuovo impiego
suo programma di lavoro con il Parlamento
europeo il prossimo 29 ottobre durante la sessione
plenaria a Strasburgo.
La maggior parte dei disoccupati in
Europa non riceve un sussidio di
disoccupazione
Lotta all'evasione fiscale: le priorità del
semestre di presidenza del Lussemburgo
ribadite al Parlamento UE
Quadro di valutazione dei consumatori
UE: potenziale per l’e-commerce
Europa-Giappone: continuano i negoziati
verso un accordo di libero scambio
Per ulteriori informazioni: Marisa Ameli
Mercato interno: il Parlamento a
sostengo di un maggior coinvolgimento
degli stakeholder
Uno Stato membro può escludere da
talune prestazioni sociali, di carattere
non contributivo, cittadini dell’Unione
che vi si recano per trovar lavoro
Emissioni di gas a effetto serra:
approvata la creazione di una riserva
stabilizzatrice del mercato
Olio di oliva: Proposta legislativa della
Commissione che autorizza importazioni
della Tunisia
Una sfida per l’Europa: reimpiego dei disoccupati di lungo periodo
Dal 2013 si è registrata una diminuzione del tasso di disoccupazione, nonostante ciò i
disoccupati di lungo periodo non solo non sono diminuiti, ma la loro possibilità di
trovare un nuovo impiego, trascorso un anno, rimane molto bassa, quasi la metà
rispetto a un disoccupato di medio periodo. Non è comunque aumentata la percentuale
di inattivi. Questo fa sperare che, intervenendo con politiche mirate a rafforzare il
mercato del lavoro, si riesca a diminuire il tasso di disoccupati di lungo periodo, la cui
composizione è variata negli ultimi anni.
Le politiche sociali messe in atto negli ultimi anni (maggiore supporto alle famiglie,
riduzione della possibilità di pensionamento anticipato), hanno invogliato a rimanere
attivi nel mercato del lavoro.
Ciò che ha influito negativamente sulla potenzialità di trovare un nuovo impiego è stato,
non solo la scarsità dei posti di lavoro, ma anche la mancanza di una formazione
adeguata, la possibilità di acquisire nuove competenze e una riduzione del salario
medio. Questo nel lungo periodo può portare a un’alienazione dal mercato del lavoro,
con conseguente povertà ed esclusione sociale e spreco di capitale umano.
Per questo motivo, il reintegro nel mercato del lavoro di 12 milioni di disoccupati di
lungo periodo, è una delle sfide maggiori per l’Unione Europea. La Commissione ha
messo a punto una nuova iniziativa proprio per combattere questo fenomeno.
Per ulteriori informazioni: Stella Sassi
L’Europa mette a punto un piano per aiutare 12 milioni di disoccupati di lungo periodo
a trovare un nuovo impiego
La Commissione Europea ho offerto un aiuto concreto agli Stati membri per combattere
la disoccupazione di lungo periodo.
La proposta prevede che tutti coloro che sono in cerca di un impiego da più di 12 mesi,
ricevano una valutazione individuale e un accordo di reintegro nel mercato del lavoro,
grazie alla messa a punto di un piano concreto e personalizzato, prima che
raggiungano i 18 di disoccupazione, realizzato grazie alle buone pratiche raccolte dai
vari Stati Membri. La proposta della Commissione verrà ora sottoposta al giudizio del
Consiglio. L’implementazione avverrà sotto forma di Raccomandazione e comincerà non
appena gli Stati Membri raggiungeranno un accordo.
L’accordo di reintegro nel mercato del lavoro consisterà in un piano su misura che
prenda in considerazione le competenze, i punti di forza e le possibilità di
miglioramento della singola persona, così da facilitarne un reinserimento nel mercato. I
provvedimenti potranno includere, a seconda dei servizi già offerti dai singoli Stati
Membri, tutoraggio, formazione e training, supporto nella ricerca di un impiego,
assistenza sociale (abitazione, trasporto, supporto alla famiglia, assistenza all’infanzia,
asili nido, etc.).
Questa iniziativa concreta, affianco al rilancio di Garanzia Giovani, amplia l’agenda
economica e sociale della Commissione Junker, che mira a rafforzare la creazione di
posti di lavoro, la ripresa economica e giustizia sociale in Europa.
Per ulteriori informazioni: Stella Sassi
La maggior parte dei disoccupati in Europa non riceve un sussidio di disoccupazione
In tutti i Paesi europei il sistema di sicurezza sociale esiste per fornire una protezione a
coloro che hanno perso il lavoro. Ciò che non si considera però è che, secondo i dati
forniti da Eurostat, in Europa, meno del 40% dei disoccupati di breve periodo riceve un
sussidio di disoccupazione, e la percentuale è diminuita ulteriormente nel periodo di
crisi. Le percentuali variano molto a seconda del Paese: si passa dal 10-15% di Romania,
Polonia e Italia, all’80% della Germania. Ciò accede perché spesso i lavoratori coinvolti
non sono coperti dagli schemi di protezione sociale (lavoratori autonomi, giovani, etc.).
Un sistema di protezione sociale che esclude fette rilevanti della popolazione è
preoccupante sia a livello individuale che a livello macroeconomico. Un primo impatto lo
si ha sulla riduzione dei consumi e l’erosione del risparmio, inoltre diminuisce i mezzi
personali a disposizione per partecipare ad attività di formazione, creando discrepanza
tra le competenze in possesso con quelle richieste, provocando un allontanamento dal
mercato del lavoro, soprattutto quando la domanda è già bassa.
Per ulteriori informazioni: Stella Sassi
Lotta all'evasione fiscale: le priorità del semestre di presidenza del Lussemburgo
ribadite al Parlamento UE
Martedì 22 settembre, la Commissione speciale del Parlamento europeo per le decisioni
fiscali si è riunita per incontrare i ministri delle finanze di Lussemburgo, Italia, Francia,
Spagna e Germania. Tra le conclusioni principali espresse nella riunione il fatto che la
concorrenza fiscale in quanto tale, non può essere evitata, ma il sistema attuale ha
raggiunto i suoi limiti e ha portato a effetti collaterali indesiderati. Le piccole imprese
non sono tenute a sopportare il carico fiscale delle multinazionali che pagano molto
poco. E come sia necessario intervenire per armonizzare le pratiche fiscali aziendali in
tutta Europa, in modo da rendere la concorrenza fiscale più chiara ed equa.
Il ministro delle Finanze del Lussemburgo, e attualmente anche presidente dell’Ecofin,
Pierre Gramegna, ha sottolineato che la lotta contro la frode e l'evasione fiscale è la
massima priorità della Presidenza lussemburghese: "I ministri delle finanze sono in
accordo sul fatto che non possono fare a meno delle entrate fiscali delle aziende e che
le società multinazionali debbano pagare una quota equa". Il Lussemburgo è impegnato
a trovare un accordo tra i paesi dell'Unione Europea sulla direttiva sullo scambio
automatico di decisioni fiscali, per l'introduzione di una base imponibile comune,
completando il lavoro sulla "direttiva interessi e canoni" entro la fine di questo mese,
per lavorare ad una efficace tassazione minima delle società in tutta l'UE.
I deputati europei hanno espresso preoccupazioni circa la regola dell'unanimità in seno
al Consiglio sulle questioni fiscali e dubbi sul fatto che tutti i 28 Stati membri siano
davvero disposti a progredire nella lotta contro le pratiche "aggressive" di pianificazione
fiscale. Hanno inoltre chiesto al Consiglio di affrontare le richieste del Parlamento per il
reporting paese per paese dei profitti aziendali e delle tasse nei paesi in cui business
viene svolto, come indicato nella posizione del Parlamento sulla direttiva per i diritti
degli azionisti. Infine, i deputati hanno anche espresso disappunto per la mancanza da
parte del Consiglio di una apertura sulle discussioni fiscali del suo gruppo di lavoro sul
Codice Etico, ed hanno pressato al fine di trovare una definizione comune di
pianificazione fiscale "aggressiva".
È anche possibile guardare la registrazione video del dibattito (disponibile qui).
Per ulteriori informazioni: Francesco Bafundi
Quadro di valutazione dei consumatori UE: potenziale per l’e-commerce
Il quadro di valutazione dei consumatori UE realizzato nel 2015 mostra come il
commercio online transfrontaliero sia ancora sottosviluppato. Il 61% dei consumatori
afferma infatti di sentirsi più a proprio agio facendo acquisti online soltanto nel proprio
Paese. L’assenza di fiducia da parte dei consumatori, le restrizioni territoriali, oltre che
le differenze di prezzi tra i vari Stati rappresentano fattori che contribuiscono alla
perdita di potenziale del commercio online. A questo proposito, entro la fine dell’anno,
la Commissione europea pubblicherà una proposta volta a promuovere il commercio
online nell’ambito del mercato unico digitale.
Lo studio ha inoltre rilevato problemi in relazione alla consegna e alle difformità dei
prodotti nelle transazioni transfrontaliere, alla mancanza di conoscenza dei diritti dei
consumatori e alla risoluzione delle controversie.
Sempre nell’ambito della strategia sul mercato unico digitale, il 23 settembre, la
Commissione europea ha pubblicato una consultazione sugli standard che si pongono
ancora come barriere allo sviluppo di alcune tecnologie (ad esempio, 5G, eHealth,
Intelligent Transport Systems, etc.). Per eventuali contributi, tale consultazione resterà
aperta fino al 16 dicembre 2015.
Per ulteriori informazioni: Cecilia Rovelli
Europa-Giappone: continuano i negoziati verso un accordo di libero scambio
Il 18 settembre si è concluso il 12° ciclo di negoziati tra UE e Giappone per la
conclusione di un accordo di libero scambio. Anche se il settore agricolo e
automobilistico e l’accesso al mercato costituiscono priorità fondamentali per l’Europa,
lo scopo dell’accordo è di non limitarsi alla regolamentazione del commercio dei beni,
concordando pertanto una disciplina comune relativa alle barriere non tariffarie che
riducono gli scambi tra i Paesi, agli ostacoli in materia di appalti pubblici, in particolare
nel settore del trasporto pubblico ferroviario, oltre che ai servizi, agli investimenti, alla
proprietà intellettuale e alle indicazioni geografiche. Il summit Europa-Giappone
tenutosi a maggio di quest’anno ha contribuito al progresso delle negoziazioni e
all’idea di giungere alla conclusione di un accordo ambizioso entro la fine del 2015. Il
prossimo ciclo di negoziati si terrà il prossimo ottobre a Bruxelles.
Per ulteriori informazioni: Cecilia Rovelli
Mercato interno: il Parlamento a sostengo di un maggior coinvolgimento degli
stakeholder
Il 23 settembre, la Commissione mercato interno e protezione dei consumatori del
Parlamento europeo ha votato, con 22 voti a favore, 4 contrari e 12 astenuti, un
rapporto sulle modalità per rafforzare il mercato interno. La relatrice Anneleen Van
Bossuyt (ECR, BE) ha messo in evidenza l’importanza della digitalizzazione del mercato
interno e dei meccanismi per assicurare una corretta applicazione del diritto dell’Unione
negli Stati membri. I deputati chiedono inoltre di far sì che le analisi d’impatti
siano "documenti vivi" che tengano conto dei vari cambiamenti intercorsi durante la
procedura di approvazione dell’atto, oltre che dei contributi da parte della società civile.
Mettono poi in evidenza l’importanza della creazione di un gruppo di esperti al fine di
redigere analisi d’impatto congiunte tra le tre istituzioni UE (Commissione europea,
Consiglio dell’Unione europea e Parlamento europeo) sulla legislazione in corso di
approvazione.
Sottolineano
infine
la
necessità
di
garantire
che
i
principi
di
proporzionalità, di semplicità e trasparenza si riflettano nella redazione della
legislazione UE.
Per ulteriori informazioni: Cecilia Rovelli
Uno Stato membro può escludere da talune prestazioni sociali, di carattere non
contributivo, cittadini dell’Unione che vi si recano per trovar lavoro
La Corte di giustizia ha constatato di recente che un’esclusione dalle prestazioni
dell’assicurazione di base è legittima per i cittadini di uno Stato membro che giungono
nel territorio di un altro Stato membro senza volontà di trovarvi un impiego. È inoltre
legittimo rifiutare ai cittadini dell’Unione, il cui diritto di soggiorno nel territorio di uno
Stato membro ospitante è giustificato unicamente dalla ricerca di un lavoro, il beneficio
di talune «prestazioni speciali in denaro di carattere non contributivo», le quali sono
altresì costitutive di una «prestazione di assistenza sociale», in quanto non è contrario
al principio della parità di trattamento. La Corte ricorda che, per poter accedere a
prestazioni di assistenza sociale, un cittadino dell’Unione può richiedere la parità di
trattamento rispetto ai cittadini dello Stato membro ospitante solo se il suo soggiorno
sul territorio dello Stato Membro ospitante rispetta i requisiti di cui alla direttiva sulla
cittadinanza dell’Unione.
Per ulteriori informazioni: Stella Sassi
Emissioni di gas a effetto serra: approvata la creazione di una riserva stabilizzatrice del
mercato
Il Consiglio ha adottato la decisione sulla creazione di una riserva stabilizzatrice del
mercato relativa al sistema per lo scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra
dell'UE (EU ETS). Tale nuova riserva mira a correggere gli squilibri strutturali tra
domanda e offerta nell'EU ETS. Nel caso in cui in un dato anno il numero totale di quote
di emissione superi una determinata soglia, una percentuale di quote è ritirata
automaticamente dal mercato ed è integrata nella riserva. Nel caso contrario, le quote
contenute nella riserva sono reimmesse sul mercato.
Nel 2013 l'EU ETS ha fatto registrare una considerevole eccedenza di quote, di cui si
prevedeva un ulteriore aumento negli anni successivi. L'eccedenza è stata il risultato
degli squilibri tra offerta e domanda di quote di emissione in quanto la domanda è
flessibile ed è soggetta, ad esempio, all'andamento dei cicli economici.
La presenza di un'eccedenza ingente riduce i prezzi delle quote e nel contempo gli
incentivi a investire nelle tecnologie a basse emissioni di CO2. Se non si fosse cercato di
correggere gli attuali squilibri del mercato questi avrebbero inciso sulla futura capacità
dell'EU ETS di conseguire i propri obiettivi in modo efficace in termini di costi.
Per ulteriori informazioni: Francesco Bafundi
Olio di oliva: Proposta legislativa della Commissione che autorizza importazioni della
Tunisia
La Commissione europea ha adottato, il 17 settembre scorso, una proposta legislativa
che autorizza un accesso temporaneo supplementare dell'olio d'oliva tunisino nel
mercato dell'UE al fine di sostenere la ripresa della Tunisia dall'attuale periodo di
difficoltà. La Commissione europea propone di mettere a disposizione, fino alla fine del
2017, un contingente tariffario senza dazio unilaterale di 35 000 tonnellate all'anno per
le esportazioni tunisine di olio d'oliva nell'UE, in aggiunta alle attuali 56 700 tonnellate
previste dall'accordo di associazione UE-Tunisia. Il contingente proposto dalla
Commissione sarà disponibile per due anni, dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2017, e
sarà aperto una volta esaurito il contingente tariffario senza dazio di 56 700 tonnellate
iscritto nell'accordo. L'olio d'oliva è il principale prodotto agricolo esportato dalla
Tunisia verso l'Unione, e il settore occupa un posto importante nell'economia del paese
in quanto dà lavoro, direttamente e indirettamente, a più di un milione di persone, ossia
un
quinto
della
forza
lavoro
agricola
totale.
Le
relazioni
commerciali
tra
l'Unione europea e la Tunisia sono disciplinate dall'accordo euro mediterraneo di
associazione, firmato nel 1995, che prevede un contingente annuo senza dazio di
56 700 tonnellate. L'accordo ha posto le basi di una zona di libero scambio, con
progressiva liberalizzazione dell'agricoltura. Nell'ottobre 2015 la Tunisia e l'UE
avvieranno i negoziati per istituire un accordo di libero scambio globale e approfondito
che provvederà in particolare a liberalizzare ulteriormente gli scambi del settore
agricolo.
Per ulteriori informazioni: Gabriella Diani
Confcommercio – Imprese per l'Italia
Delegazione presso l'Unione europea
Avenue Marnix, 30 - 6° piano
B-1000 Bruxelles
Newsletter a cura di Stella Sassi
Con il contributo di Marisa Ameli
Francesco Bafundi, Gabriella Diani e
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