Anno 2010 - Manlio Rossi Doria

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Anno 2010 - Manlio Rossi Doria
,/725&,21( Notizie dell’IPSSAR “Manlio Rossi-Doria” a.s. 2009/2010
Questo giornale è dedicato alla professoressa Rachele Stiso, scomparsa
lo scorso 25 marzo. Il Torcione e tutto il “Rossi-Doria” la ricordano
con immenso rimpianto. Intellettuale raffinata, rigorosa e al contempo
umile, Rachele ha lasciato una indelebile traccia umana e professionale
nella storia del nostro istituto.
Le rendiamo omaggio con il nostro
impegno quotidiano, testimoniato
dalle cronache di queste pagine, e la
salutiamo con il sorriso dolce e
luminoso dei nostri ragazzi, che
guardano al futuro con fiducia ed
ottimismo: come voleva lei.
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PROSSIMA AL TRAGUARDO!
Un
altro
anno si sta
concludendo:
l’ultimo fra
i banchi!!!!!
L’esame di
stato è ormai
alle porte e tra noi dell’ultimo anno già da un po’
di tempo circolano voci sui progetti per il futuro.
Ormai siamo tutti maggiorenni e il mondo del
lavoro ci attende a braccia aperte. Qualcuno ha già
le idee chiare e obiettivi da raggiungere; c’è anche
chi pensa a frequentare l’università; altri non
sanno ancora cosa fare dopo il diploma. Il tempo
sembra stia volando. I mesi sono trascorsi così in
fretta che, tra studi e divertimenti, eccoci giunti
alla metà di aprile! I professori ci spingono a
studiare di più e meglio per sostenere un esame
brillante. Quest’anno
lo abbiamo vissuto
intensamente, momento per momento, forse
perché ci dicevamo: “l’anno prossimo, in questo
stesso giorno, io a scuola non ci sarò”. Molto
spesso pensiamo con felicità all’agognata fine
della scuola, senza renderci conto che tra qualche
anno rimpiangeremo questi giorni: capita a tutti!
Da adulti si ragiona diversamente e si guarda il
mondo da un altro punto di vista. Non appena
incominceremo a vivere le preoccupazioni e i
problemi degli adulti, penseremo con malinconia
ai giorni vissuti a scuola, quando si combinavano
sciocchezze senza preoccuparci delle conseguenze.
Ricorderemo risate allegre nostre e dei compagni,
gli scherzi infantili propinati ai professori, i
pomeriggi trascorsi a studiare e le ansie (inutili)
vissute per le interrogazioni. Chi dimenticherà
mai i minuti interminabili e angoscianti, vissuti
all’inizio dell’ora, mentre l’insegnante, con la sua
micidiale penna, scorreva l’elenco degli alunni:
nel momento in cui lo sfortunato compagno si
avviava all’interrogazione, si percepiva il sollievo
del resto della classe per il pericolo scampato!
Molti studenti considerano la scuola come un
tormento. In realtà, si tratta di un’esperienza che
ci aiuta a crescere e a maturare. Ora dobbiamo
affrontare e superare al meglio tutte le prove
d’esame. Dobbiamo mantenere saldi i rapporti
umani con i compagni di scuola ma anche con i
professori. Mi auguro che, dopo l’esame e le
meritate vacanze estive, ci si possa ritrovare tutti
insieme per scambiarci le prime impressioni sulla
nuova realtà di studenti neodiplomati e di
lavoratori in cerca della prima occupazione.
Insomma, spero che la nostra amicizia ed il
rapporto con i professori non si esauriscano con
l’avvenuta maturità: mi piacerebbe sinceramente
che possano continuare nel tempo e con la stessa,
straordinaria intensità di questi ultimi giorni.
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IL SUCCESSO DI PALESTRINA
Il 6 ed il 7 maggio una delegazione del nostro
istituto è stata a Palestrina (Roma) per partecipare
al settimo “Concorso Nazionale di Arte, Cultura e
Gastronomia” indetto dall’associazione “Tabula
Praenestina”, nell’ambito del PON 2007-2013.
Per il progetto "Customer satisfaction", settore
ricevimento (tutor prof. Massimo Salsano), la
nostra compagna Valentina La Porta (della V D),
accompagnata dalla prof. Monica Aprea, ha
illustrato l’itinerario turistico “Prenestina tour”,
realizzato su CD. Per il progetto "Ristorazione e
tradizione", svoltosi presso la sede di Montoro
Inferiore (tutor prof. Pietro Roberto Montone), si
sono cimentati gli alunni Alessandro Montefusco
(IV A) e Enzo Faggiano (III D). I due sono stati
accompagnati dai
proff. Giuseppe Zanga e
Giuseppe Arianna. Alessandro ha realizzato un
dolce al piatto, a base di nocciole di Giffoni Valle
Piana e castagne di Montella, con riduzione di
Taurasi. Enzo ha presentato il vino da abbinare,
procedendo al servizio con la degustazione al
momento della presentazione del piatto. Il
risultato della trasferta è stato più che
soddisfacente, visto che Valentina ha conseguito
un esaltante secondo posto. Altrettanto bravi sono
stati i due alunni di Montoro, che hanno ricevuto
i complimenti di giuria e pubblico.
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AMIRA: SUCCESSO ED EMOZIONI
Lo scorso 14 aprile, a Casalnuovo (Na), si è svolto il sesto concorso regionale A.M.I.R.A.
(Associazione Maitre Italiani Ristoranti e Alberghi), cui hanno partecipato ben 14 istituti
alberghieri della Campania. Dal nostro istituto hanno partecipato quattro alunni, selezionati dai
docenti di sala-bar: Michela Mancaniello (V G) è stata proposta per la sezione “prodotto
gastronomico tipico della Campania Felix”, con il salame di Mugnano del Cardinale; Irene Franco
(IV G), per la sezione “bevanda tipica della Campania Felix”, ha presentato un Dubl Greco –
metodo classico, dei Feudi di San Gregorio; Sabatino Mascolo (III L), si è cimentato nella sezione
“piatti flambé”, proponendo dei “Gamberi alla fiamma con loro fondo su Savarin di farina di mais
e carciofi di Schito”. Iscritta nella sezione “abbinamenti enogastronomici”, la sottoscritta (della II
M) ha proposto un “Greco di Tufo” del 2009, anch’esso dei Feudi di San Gregorio. Grazie al
talento, la passione e la forte capacità didattica dei nostri docenti, abbiamo raccolto due primi
premi (Michela e la sottoscritta) ed un secondo premio (Sabatino). Anche Irene, pur non avendo
ottenuto nessun premio, è stata apprezzata per la grande preparazione e la bravura. La sfida, tra
concorrenti ben preparati e motivati, ha avuto inizio alle dieci, presso l’hotel San Mauro.
Personalmente, ho vissuto un’esperienza intensa, ricca di emozioni, soddisfazioni e molto utile
sotto il profilo personale. Per le premiazioni, sono stata catapultata dinanzi alla giuria e al
pubblico. Allora ho pensato che la vita è ricca di queste grandi emozioni e piccole paure: bisogna
iniziare il più presto a superarle, pensando che, in una situazione come quella, puoi scegliere tra il
farti prendere dall' imbarazzo e bloccarti oppure proseguire il tuo compito a testa alta.
Probabilmente sarà la stessa sicurezza a farti capire di essere preparata e a offrirti un gran punto a
tuo vantaggio. Beh, quando vedi l'ammirazione negli occhi dei giudici e di chi ti guarda, allora ti
senti ancor più forte. E pensi: “se continui così avrai la tua
soddisfazione!”. Al termine del concorso, una ragazza mi si
avvicinò per intervistarmi. Mi chiese anche quali erano stati gli
aspetti negativi dell’evento. In verità non ne ho trovati. Credo invece
di aver vissuto un’esperienza che mi aiuterà a crescere e a farmi strada
se ne avrò la volontà. Sono onorata di essere stata selezionata ed
orgogliosa di aver vinto quella piccola coppa che conserverò a lungo.
Voglio ringraziare il professore Marcello Motta per avermi scelta e,
soprattutto, per avermi avviata fin da ora alla professione in modo serio
ed impeccabile. Ringrazio anche i professori Costantino Esposito e Gianluca Parisi: con la loro profonda
professionalità, mi hanno adeguatamente preparata per questa sfida. Un ulteriore ma non meno importante
ringraziamento lo rivolgo a tutti quei professori e compagni di scuola che, sin dal principio, hanno creduto
in me.
Grazie di cuore a tutti!
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LA REGINA DEL MEDITERRANEO
Pizza è la parola italiana
più conosciuta al mondo:
un insieme di sapori,
colori, odori, ingredienti,
creatività e autentica storia
italiana. Importanti, per la
pizza, sono la maestria del pizzaiolo, gli
ingredienti e il forno a legna. Realizzare una pizza
è un’arte da imparare giorno per giorno senza
seguire né libri né formule scritte ma seguendo
abili maestri e avendo un’enorme passione.
Questo prodotto napoletano ha una storia lunga e
incerta. Di sicuro la sua origine risale all’arrivo
del pomodoro. Dopo diversi antenati, la
“Margherita” è stata ideata dalla maestria di
Raffaele Esposito e di sua moglie, che vollero
onorare l’omonima regina d’Italia. Egli stese della
pasta lievitata, la coprì di pomodoro, ci mise della
mozzarella, del basilico e dell’olio d’oliva e
l’infornò. La regina ne rimase estasiata: da allora
si chiamò Margherita. A tutela di questa pizza e
della “marinara”, pochi mesi fa la Corte Europea
ha istituito la certificazione della “Specialità
territoriale garantita” (Sgt). Il marchio è una
grande conquista ottenuta dopo anni di battaglie.
Attraverso l’Sgt si certifica che gli ingredienti
della pizza sono unicamente italiani: così, il
consumatore assaporerà un autentico prodotto
napoletano. La “Margherita” è la vera perla
dell’Italia perché ha i colori della nostra bandiera
e, con i suoi ingredienti poveri, è simbolo della
cucina mediterranea. Dobbiamo essere fieri di
questa specialità tutta partenopea, accettata in
tutto il globo e adattabile ad ogni palato.
Viva la pizza e gli ottimi e buoni sapori italiani!
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UNA
GIORNATA
ALL’AGRARIO
Il 13 Novembre gli
alunni della III A e
della III L hanno
visitato lo storico
Istituto Agrario di
Avellino, fondato nel lontano 1878 dall’allora
ministro dell’istruzione Francesco De Sanctis, di
cui porta giustamente e gloriosamente il nome.
Hanno assistito con molto interesse alle
operazioni di vendemmia e di potatura. Inoltre,
con l’aiuto di una guida attenta ed esperta, hanno
potuto girare in lungo ed in largo lo splendido
vigneto, che gli alunni di quella scuola curano
pazientemente per tutto l’anno. Non sono mancate
le domande con le quali hanno cercato di carpire
i segreti del lavoro in vigna. Si è trattato di una
giornata allegra e molto istruttiva perché abbiamo
avuto modo di approfondire le nostre conoscenze
enologiche.
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OPEN DAY
Il 7 marzo, l’istituto ha organizzato un “open
day ”, cioè una giornata dedicata ai genitori e alle
famiglie dei nuovi iscritti. In questa occasione i
docenti di sala bar, cucina e ricevimento, insieme
a vari alunni, si
sono cimentati
in
numerose
preparazioni,
poi offerte agli
ospiti. Il gruppo
di sala bar ha
allestito
vari
buffet ed ha
preparato piatti alla lampada, suscitando
l’attenzione di tanti genitori. Ha inoltre curato
l’accoglienza al bar, offrendo bevande calde e
cocktail analcolici. Il gruppo di ricevimento ha
accolto ed accompagnato i visitatori negli spazi
delle esercitazioni. È stato anche possibile
degustare vari dolci e prodotti salati preparati dal
gruppo di cucina. L’evento, davvero interessante
per tutti, si è concluso con i calorosi complimenti
dei docenti e dei molti genitori che vi hanno
partecipato.
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UNA GIORNATA IN LABORATORIO
Due volte alla settimana (martedì e giovedì), la mia classe effettua l’esercitazione pratica nella sala del
ristorante pedagogico di Valle Mecca. Le esercitazioni sono rivolte ad approfondire tematiche relative al
servizio di sala, della cucina flambé e del Bar. Noi pianifichiamo le nostre esercitazioni in sala il giorno
prima, affinché ciascuno sia perfettamente a conoscenza del compito assegnatogli. Con questo metodo
ognuno di noi ha svolto almeno una volta tutte le mansioni relative e connesse al servizio di sala. La classe,
quindi, viene divisa in gruppi: alcuni provvederanno alla preparazione della sala e di tutto il materiale
necessario per il servizio, compreso anche il ripasso delle attrezzature; altri procederanno all’organizzazione
del lavoro nel bar della scuola, sempre tenendo conto dell’esercitazione che si deve svolgere. Una volta
pronta la sala e tutto l’occorrente per iniziare l’esercitazione di Lampada o di Bar, gli alunni si riuniranno per
dare il via alla lezione del giorno: Ognuno di loro, almeno una volta, dovrà eseguire praticamente quello che
è stato loro prospettato in classe. Conclusa la prima parte dell’esercitazione, ci saranno due alunni
responsabili del riordino e della pulizia delle attrezzature utilizzate; gli alunni impegnati nel servizio, invece,
procederanno con un piccolo Briefing, ovvero una Riunione di servizio atta a definire modalità e tempi di
servizio. In questo caso tutti gli alunni verranno a conoscenza della loro mansione: Maitre, Chef de Rang,
Commis De Rang, Sommelier.
Successivamente si potrà dare inizio al servizio, diviso in due turni: nel
primo turno, si accomoderà metà della classe di cucina e metà di quella di sala, così l’altra metà potrà
svolgere i compiti assegnati. Lo stesso avviene anche per il secondo turno. Gli alunni del corso di sala
avranno la possibilità di simulare una vera e propria giornata di lavoro, servendo le vivande nei diversi
metodi esistenti e sbarazzando appena gli ospiti avranno finito di consumare il pranzo. Una volta conclusa
l’esercitazione, si procederà al riassetto. Successivamente, se sarà tutto in ordine e con il consenso del
docente, gli alunni potranno cambiarsi negli appositi spogliatoi e tornare a casa al suono della campanella.
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ALUNNI A TORRE ANNUNZIATA…
Il 17 dicembre i
nostri
alunni
Michele
Del
Mastro e Marco
Orlando
sono
stati all’IPSSAR
di
Torre
Annunziata (Na),
per partecipare
al concorso “Il pomodoro del piennolo”: il primo
ha proposto una “lavagnetta di farina di castagne
con baccalà, salsa ai funghi e pomodori del
piennolo”; il secondo ha presentato un nobilissimo
“Colli di Lapio Fiano di Avellino”, DOCG 2008
prodotto dall’azienda Clelia Romano di Lapio.
Apprezzati entrambi!
…E A FOGGIA
Il 22 aprile si è svolta a Foggia la quarta edizione
del concorso “I monti del Sub Appenino Dauno”.
Per la nostra scuola hanno partecipato Francesco
Cirino della III E (cucina), Sabatino Mascolo della
III L (sala bar) e Diomira Baglivi della III D
(ricevimento). Hanno proposto delle ottime
“Costolette di agnello farcite con caciocavallo
podalico e carciofi, quenelles di sedano rapa e
salsa al Carmasciano” sposate con un “CACC'E'
MMITTE di Lucera” rosso D.O.C. 2008 (azienda
Cantine Svevo). Ha completato l’apprezzata
proposta una “Millefoglie di arancia con salsa ai
frutti di bosco”, arricchita da una guarnizione
“Spiedino di frutta e germoglio di menta”.
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NOI E LA MUSICA: EMOZIONI E RIFLESSIONI DI UNO CHE AMA L’ARMONIA
Perché, nella
società
tanto
avanzata
di
oggi non si
riesce ad amare
come si deve
una delle forme
più belle della
vita come la musica? La musica: arte suprema
capace di sospendere per qualche istante i
dolori della vita; arte che ti accompagna nel
tuo cammino, che ti permette ancora di
sognare. Perché oggi si ignora tutto ciò che è
creativo? Non possiamo lasciar morire la
musica proprio ora che il mondo diventa
irrequieto! Se impariamo ad apprezzarla e ci
affidiamo alla sua magia, per qualche istante
ritorniamo alle origini, dimentichiamo piccole
e grandi difficoltà, mettiamo da parte denaro e
abiti di lusso. Tutto diventa più semplice:
questo mondo è migliore, questo mondo è
pace, è gloria, è vento che soffia verso
l'ovest... Perché oggi si stanno perdendo i
sentimenti? Forse perché si pensa solo
all'aspetto materiale della vita: agiamoin stato
di incoscienza con il rischio di lasciarci tutto
alle spalle e di non essere più felici, affogando
in un mare di guai e problemi. La vita oggi è
molto strana: una volta ci si appassionava
all'arte ed i veri sentimenti condizionavano
beneficamente l'animo delle persone, la
musica creata da veri artisti veniva apprezzata
e venerata. E poi, esisteva il gusto del
proibito: la trasgressione era la cosa più
eccitante, oggi è solo banale normalità! Il
tempo è passato, la tecnologia è avanzata,
sono cambiate le mode e la musica si è
trasformata in puro inquinamento acustico
senza essere più apprezzata né giudicata né
confrontata. Noi con la musica siamo amici
da sempre: amiamo i suoi effetti e cerchiamo
di proporre composizioni quasi perdute,
dovremmo impegnarci a rivalutare la vera vita,
ognuno deve ricercare la propria felicità
interiore. Dobbiamo essere consapevoli che
la musica può influenzare popolazioni intere,
può cambiare stili e filosofie di vita o, meglio
ancora, mode e culture. Abbiamo un'arma
così potente ma l’abbiamo esclusa, messa da
parte. Oggi non c'è molto da fare: occorre
uccidere la memoria fino in fondo, occorre
che l'anima si pietrifichi, occorre imparare a
vivere di nuovo. Noi, come tanti, vogliamo
rivivere l'intenso e infinito piacere di una
volta. Oltre ai soldi impariamo ad amare un
po’ anche la musica: fuori dal perimetro non
ci saranno più stelle, la nostra anima sarà
completamente immacolata...
( nella foto: Parigi, cimitero del Pere Lachaise: tomba di Jim
Morrison, uno dei più frequentati “santuari” mondiali dei giovani)
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Jim Morrison visto da
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nostro vignettista di talento
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IL PUZZLE DI DIO
Il 17 aprile, presso il duomo di Avellino, si è
svolta la Consueta “Festa della fede”, che per
alunni e docenti rappresenta un momento di
incontro e di gioia condivisa. Ci siamo tutti
ritrovati intorno all’unica realtà che ci supera
e ci coinvolge nello stesso tempo: Cristo.
La celebrazione è stata dedicata ad una nostra
docente scomparsa da poco, Rachele Stiso:
per tanti anni, grazie alla sua passione per
l’insegnamento e l’amore verso i propri
studenti, ha contribuito alla crescita della
nostra scuola. “Siamo il PUZZLE DI DIO”: è
stato questo il tema della giornata, illustrato
nel video iniziale: la vera uguaglianza è nella
diversità ed è proprio in questa diversità che
siamo chiamati a confrontarci e ad amarci
nell’unico Padre di tutti. Prima di arrivare ai
riti conclusivi, la professoressa Claudia Del
Gaudio ha letto una bellissima lettera di
Madre Teresa di Calcutta, che piace
integralmente:
Signore, quando ho fame, dammi qualcuno
che ha bisogno di cibo; quando ho sete,
mandami qualcuno che ha bisogno di una
bevanda; quando ho freddo, mandami
qualcuno da scaldare; quando ho un
dispiacere,offrimi qualcuno da consolare;
quando la mia croce diventa pesante, fammi
condividere la croce di un altro; quando
sono povero, guidami da qualcuno nel
bisogno; quando non ho tempo, dammi
qualcuno che io possa aiutare per qualche
momento; quando sono umiliato, fa che io
abbia qualcuno da lodare; quando sono
scoraggiato, fammi incontrare qualcuno da
incoraggiare; quando ho bisogno della
comprensione degli altri, dammi qualcuno
che ha bisogno della mia; quando ho
bisogno che ci si occupi di me, mandami
qualcuno di cui occuparmi; quando penso
solo a me stesso, attira la mia attenzione su
un’altra persona.
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IN PASTICCERIA!
Il 16 marzo, con le prof.sse De Guglielmis e
Pagliuca, ho iniziato il corso scuola-lavoro di
pasticceria, durato 20 ore e conclusosi il 4
Maggio: ho imparato tante cose nuove!
Ad esempio, ho capito com’è suddiviso un
reparto di pasticceria: zona lavaggio, zona di
lavoro e di cottura.
La signora Gael, proprietaria della pasticceria
“Magà”, mi ha fatto vedere le varie
attrezzature del suo laboratorio e mi ha
spiegato il loro utilizzo: l’abbattitore serve per
abbassare la temperatura degli alimenti cotti;
il forno a termo convenzione permette la
cottura contemporanea di più alimenti; la
planetaria mescola e lavora i vari ingredienti
dopo essere stati dosati; la lavastoviglie e
l’armadio per la lievitazione completano
“l’armamentario”. Ho imparato a essere svelta
e attenta nell’eseguire il lavoro che mi veniva
richiesto. Inizialmente avevo vergogna ed ero
impacciata, mi sentivo a disagio lavorando
con persone sconosciute. Poi, pian piano, ho
familiarizzato e mi sono sentita a mio agio.
Ho collaborato piacevolmente con la signora
Gael, sempre gentile e disponibile con me. Mi
ha coinvolta nei vari lavori che svolgeva e mi
ha spiegato i passaggi fondamentali necessari
per realizzare degli ottimi dolci.
Ho vissuto un’esperienza molto positiva.
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PEACEDAYS 2010 “CONDITO” DALL’ALBERGHIERO DI MARZANO
CULTURA DELLA PACE, MUSICA E GASTRONOMIA POPOLARE IN UN EVENTO SUGGESTIVO
È stata davvero una bella serata quella del 26
marzo. Una serata primaverile, ricca di
profumi ed emozioni. Una di quelle serate che
lasciano intendere che l’inverno è terminato e
che la bella stagione è là, dietro l’angolo.
A Marzano di Nola ha fatto tappa il
Peacedays 2010, evento organizzato dal
coordinamento provinciale dei forum
giovanili per dibattere tematiche che nel
vissuto quotidiano acquistano sempre
maggiore interesse ed impegno: pace,
solidarietà, diritti civili, cooperazione,
volontariato. Non a caso, alla manifestazione
ha preso parte anche l’associazione Babbà al
rum da tempo impegnata nella assistenza agli
ammalati.
Noi ragazzi del Rossi Doria di Marzano, fin
da subito abbiamo manifestato l’intenzione di
partecipare attivamente all’evento e siamo
stati impegnati in compiti diversi: alcuni di
noi hanno svolto servizio di ricevimento,
accogliendo in Municipio gli intervenuti al
dibattito, altri si sono dati da fare nello stand
gastronomico ad allestire i tavoli e nel
servizio di cucina. Con la guida attenta dei
professori Giampaglia e Giordano, che ci
hanno assegnato compiti precisi, abbiamo
elaborato alcune ricette tipiche del territorio e
preparato della pasta casereccia all’ortolana e
delle torte alle nocciole e mandorle.
Terminato il dibattito, tutti si sono avvicinati
allo stand e sono state servite portate e
bevande. Molti ci hanno chiesto gli
ingredienti delle pietanze, più di uno ha
chiesto un bis, manifestandoci di aver gradito
la nostra interpretazione della cucina tipica,
povera e popolana, rielaborata ed adeguata ai
gusti contemporanei. Una pietanza, in fondo,
è come un albero che dalle stesse radici
produce, anno dopo anno, nuovi rami. Ecco,
dopo tutto, questo sta diventando il nostro
modo di interpretare lo slow food
caratteristico della cucina tipica italiana.
E man mano ci stiamo appassionando,
coinvolgendoci sempre più in questo settore
che, dalla scuola, ci proietterà nel mondo del
lavoro.
La serata ha iniziato a riscaldarsi, o, forse,
abbiamo
iniziato
a riscaldarci
noi,
entusiasmandoci in quella che, col passare
delle ore, è divenuta una festa di piazza
soprattutto quando il gruppo dei Molotov ha
iniziato ad eseguire il suo repertorio di musica
popolare. Alla fine, dopo il servizio, tutti sotto
il palco a ballare e a divertirsi un po’.
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MONTORO A “PORTE APERTE”
La sede coordinata di Montoro Inferiore ha
incontrato la cittadinanza dell’intera Valle
dell’Irno in una serie di appuntamenti che hanno
preso il via lo scorso 20 febbraio.
L’iniziativa dal titolo “SCUOLA PORTE
APERTE” ha avuto un grande riscontro,
soprattutto per i genitori dei futuri studenti della
scuola, che hanno visitato l’istituto anche nei
giorni 6 - 7 e 13 marzo. Il fine era quello di
consentire, a tutti i cittadini del comprensorio, di
visitare e conoscere da vicino l’attività della
nostra prestigiosa istituzione scolastica. Nel corso
dell’ OPEN DAY i cittadini hanno avuto
l’occasione di assistere a tutte le attività pratiche
svolte nei laboratori dell’istituto di viale Ferrovia
a Piano. Inoltre, hanno potuto chiedere di
partecipare attivamente alle lezioni pratiche di
laboratorio. Cosa particolarmente gradita per i più
giovani. Alle famiglie è stato illustrato il percorso
di studio e le opportunità professionali offerte
dall’ istituto, tramite la proiezione di un filmato,
con ulteriori chiarimenti forniti dai docenti di
settore e non.
Sono state predisposte visite
guidate nei vari laboratori: nelle cucine, gli
invitati hanno assistito
alla preparazione e/o
assemblaggio di varie
pietanze a base di
prodotti tipici irpini; al
bar
c’è
stata
la
preparazione di aperitivi,
decorazioni di vegetali e
frutta; in sala, si è
proceduto alle attività
inerenti il servizio e alla
preparazione di frutta
flambé; nel laboratorio
di
ricevimento
e
informatica
si sono
seguite
esercitazioni
linguistiche o del back
office alberghiero.
Al termine dell’incontro, le famiglie hanno potuto
degustare specialità preparate dagli studenti
dell’istituto nella sala ristorante didattico. L’intera
manifestazione è stata coordinata dalla docente
Rosanna Casillo, affiancata da tutti i colleghi di
settore e non solo. La manifestazione ha quindi
visto la partecipazione corale dell’intero personale
della sede coordinata. Uno sforzo lodevole per far
conoscere ulteriormente l’istituto e le sue attività,
svolto nelle serate del sabato e nelle domeniche,
così da consentire alla cittadinanza una tranquilla
affluenza.
Il lavoro, davvero impegnativo, è stato ripagato
dai tanti complimenti ricevuti, anche dalle autorità
locali intervenute numerose all’evento.
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IL BULLISMO : UNA RIFLESSIONE ALLA
“GIORNATA DELLA LEGALITÀ”
Il 16 marzo la nostra scuola ha organizzato un
convegno sul tema “Bullismo e legalità”,
promosso dal dirigente scolastico, professore
Mario Esposito e organizzato dalla professoressa
Gemini. Vi hanno partecipato esponenti del
mondo della giustizia, dell’informazione e
dell’associazionismo. Dopo il saluto del preside,
la professoressa Gemini ha illustrato il progetto
“Educazione alla legalità”, rivolto alle classi
prime e seconde con l’obiettivo di potenziare la
cultura dei valori civili: la libertà e la solidarietà –
ha detto- non possono considerarsi acquisiti nel
tempo, ma vanno perseguiti, voluti e quindi
protetti. Il progetto mira anche a rafforzare, negli
studenti, il rispetto per le istituzioni e a prevenire
comportamenti devianti, a scuola come nella
società. Di rispetto per le istituzioni ha parlato
anche il giornalista della RAI Gianni Porcelli.
Soffermandosi sull’importanza dell’educazione
civica nelle scuole, ha fatto riferimento al
microcosmo giovanile, nel quale ci si relaziona sia
con la famiglia, che ha un ruolo fondamentale, sia
con i coetanei, anche attraverso Internet. Il
fenomeno del bullismo è cresciuto negli ultimi
anni: interessa molti giovani e trova terreno fertile
proprio nella scuola. Coinvolge anche ragazzi di
famiglie agiate. Ne è responsabile non solo il
violento ma anche chi subisce il torto e non si
ribella. Molto interessante è stato l’intervento di
Giovanni, giovane detenuto. Parlando della sua
esperienza, ci ha messo in guardia contro le
cattive amicizie: avendo deciso di fidarsi delle
persone “sbagliate”, ha commesso gravi errori,
pagati con la perdita della libertà. Ci ha poi
suggerito di non avere fretta di crescere e di non
pretendere subito ogni cosa. La dottoressa
Nannola, direttrice dell’Istituto di Custodia
Attenuata di Lauro, ha definito il bullismo un
fenomeno non individuale ma sociale, fisico e
psicologico, maschile e femminile, diretto e
indiretto; la vittima, che ricorda la figura del capro
espiatorio, è convinta di non avere alcuna via
d’uscita, mentre il problema può essere affrontato
e risolto. L’opinione è condivisa dal professore
Orlandi, responsabile meridionale delle ACLI.
Nel suo bell’intervento ha sottolineato che il
bullismo non si traduce in un unico gesto violento
ma si manifesta in comportamenti che si ripetono
nel tempo. I giovani, ha continuato, dovrebbero
evitare la solitudine e cercare il rapporto con gli
altri; dovrebbero dedicarsi ad attività che aiutano
a crescere e a maturare; non dovrebbero avere
fretta di divenire adulti, ma avere pazienza, perché
col tempo arriverà ogni cosa; dovrebbero essere
sempre
maturi
e
responsabili,
provare
compassione, essere capaci di emozionarsi,
chiedere l’aiuto degli altri ed essere solidali;
dovrebbero rispettare le regole, che rendono liberi
gli individui e tutelano i più deboli. Il dottor
Bisceglie, sostituto procuratore a Napoli, ha
affrontato l’argomento dal punto di vista penale.
Ha spiegato che il bullo può essere punito con la
carcerazione, come chiunque altro non rispetti le
regole: è un soggetto debole, che spesso si
nasconde nel branco; è necessario farlo venire allo
scoperto con ogni mezzo: la famiglia, la scuola, le
forze di polizia ecc. I giovani vanno protetti e
difesi dal bullismo e da altre terribili forme di
violenza che si verificano anche tra i banchi di
scuola, come la violenza sessuale, che è punibile
con 5 anni di reclusione, o la pedopornografia.
Noi giovani non dobbiamo inseguire solo il “Dio
Denaro”, né cercare facili guadagni, il nostro
motto deve essere “studiare, studiare, studiare”:
solo così possiamo diventare cittadini responsabili
e “perbene”. Con questo appello si è chiuso il
convegno, seguito con attenzione e interesse,
arricchito dai significativi interventi di alcuni
ragazzi della I G. Dall’incontro abbiamo imparato
molto: soprattutto, siamo stati sollecitati a
riflettere su importanti e delicati aspetti della
nostra vita e della società in cui viviamo.
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IL NOSTRO VIAGGIO A BARCELLONA
Capoluogo della regione di Catalogna, Barcellona è la seconda città della Spagna
per numero di abitanti ed è anche il più grande porto commerciale e turistico
d’Europa. È la città dove ha vissuto e lavorato l’architetto Antoni Gaudì, le cui
opere attraggono ogni anno molti turisti da tutto il mondo. L’ opera più nota, da noi
visitata, è la “ Sagrada Famiglia” che Gaudì lasciò incompiuta e che è tuttora in
costruzione dal 1882; si prevede che verrà ultimata nel 2020. La facciata della
Natività fu già completata da Gaudì; successivamente, venne terminata la facciata
delle Passioni; rimane da completare la facciata della Gloria. Abbiamo visitato il
Parco Guëll definito “città parco”, una delle tante opere straordinarie di Gaudì, nella
quale si cimentò dando libero sfogo alla fantasia: vi si trovano fontane, grotte,
colonne-albero e arcate artificiali di roccia. Le sinuose mura sono ricoperte da
frammenti di ceramica con la funzione di decorazione. Tutto è perfettamente integrato con il paesaggio tanto
da rimanere esterrefatti a osservare questa meraviglia. Da citare è anche la Cattedrale di Sant’Eulalia, che si
trova nel “Barrio gotic” del capoluogo catalano. La cattedrale è in stile gotico ed è dedicata alla patrona di
Barcellona, la quale subì il martirio in epoca romana. Suggestiva per la storia della sua costruzione, che
mette in risalto luci e ombre di un Medioevo di ineguagliabile fascino, è l’austera Cattedrale di Santa Maria
del Mar che ha ispirato il romanzo di Ildefonso Falcones. Continuando il nostro viaggio, tra i luoghi di
maggiore attrazione ricordiamo “Le Ramblas” un viale bellissimo pieno di artisti di strada, giornalai, fiorai,
ristoranti e negozi. Passeggiando lungo le Ramblas si possono ammirare edifici vari e il variopinto Mercato
della Boqueria. Questo viale termina al Porto Antico, dove si trova la statua di Cristoforo Colombo. È stato
molto bello poter passeggiare in questo viale, sono state tante le foto scattate insieme a questi artisti e lo
scenario proposto era stupendo; non dimenticheremo mai le risate e il divertimento di quei giorni. Barcellona
ha ospitato anche molti eventi sportivi, come alcune partite del campionato del mondo. Non potevamo farci
sfuggire la grande occasione di visitare lo splendido Camp Nou: con i suoi 98.000 spettatori è lo stadio più
capiente d’ Europa. È stato definito uno “Stadio a cinque stelle”, idoneo ad ospitare le finali di Champions
League e Coppa Uefa. Per noi ragazzi è stato fantastico poter osservare un campo dove si svolgono le partite
di calcio più importanti! La gita è stata un’esperienza bellissima e indimenticabile. Un GRAZIE speciale va
ai nostri professori Mary Sepe, Luigi Vitiello e Elvia Iandolo, che hanno condiviso con noi questi momenti
allegri e memorabili.
&DWHULQD=XFDUR, insieme a tutta la 5 F
AD AMALFI IN REMI!
Il nostro istituto continua ad essere in prima fila
nella pratica del canottaggio, promosso in Irpinia
dal prof. Francesco Noio, presidente della Società
Canottieri Partenio di Mercogliano. Il 22 aprile,
gli alunni delle classi IIE, IID, IIIB, IIIC, III G, III
G, IV C, IV E, IV G, come sempre seguiti ed
allenati con grande passione dalle professoresse
Milena Pesapane e Maria Rosaria Belardi, sono
stati ad Amalfi per partecipare alla manifestazione
“Remare a scuola”, su invito dell’amministrazione
comunale che ha loro consentito di utilizzare le
imbarcazioni della locale Società Canottieri, tra
cui il galeone della Regata Storica delle
Repubbliche Marinare. Oltre ai nostri compagni
erano presenti anche gli alunni avellinesi dei licei
“P.E.Imbriani” e “P.V. Marone” nonché del liceo
salernitano “L. da Vinci” di Salerno. La giornata è
stata agonisticamente intensa ma anche bella per i
risvolti emotivi: tutti hanno vissuto delle ore
allegre con i nuovi amici, in un ambiente davvero
unico. Sport, scuola, arte e natura: grazie al
canottaggio!
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LA CUCINA BAROCCA
Nell’ambito dell’evento “Fuoco Barocco”, organizzato dall’EPT insieme ad altri prestigiosi enti culturali irpini, il
nostro istituto ha curato il singolare appuntamento gastronomico dell’undici febbraio, nel castello di Taurasi: una cena
in perfetto stile barocco, con portate finemente elaborate che riprendevano gli usi culinari del Seicento. Pubblichiamo
la ricerca storica effettuata dalla professoressa Maria Carmela Sepe in preparazione della cena, poi elaborata dal
prof. Luigi Vitiello. Alla manifestazione hanno partecipato gli alunni delle classi: 5 F (“Addetto al Banqueting e
Catering”), 4A (“Operatore di Banqueting Sala”), 4D (“Addetto al front back-office delle imprese turistico ricettive”).
Con il passaggio dal Rinascimento al Barocco si
rompono le regole e gli equilibri che hanno
disciplinato l’arte. In linea con le drammatiche
funzioni religiose di quegli anni, specchio della
situazione
politica
italiana che vede la
nostra
Penisola
avviata verso un
lento e inarrestabile
declino politico e
culturale, la cucina
barocca
diviene
espressione artistica, enfatica e scenografica. Il
cuoco secentesco si trasforma in abile creatore di
piatti monumentali, costruzioni architettoniche o
di fantasia posti a tavola per accentuare l’effetto
spettacolare. Il banchetto, diffusosi in ambito
signorile, soprattutto italiano, fatto di raffinatezze
da mangiare e da vedere, di eleganza nei modi e
nell’esibizioni, lasciò un’impronta profonda nella
cultura europea. A partire dal XVII secolo, le corti
italiane di Firenze, Roma, Parma, Ferrara e
Mantova cedettero gradualmente lo scettro al
nuovo astro nascente in campo gastronomico, la
Francia. Tuttavia l’Italia non smise di esportare
mode e gusti ancora per tutto il Seicento nelle
occasioni mondane, dettando legge sugli arredi
delle sale di ricevimento e da pranzo. Il cuoco nel
‘600 rappresenta la figura principale in cucina,
egli è chiamato a inventare con un tripudio di
sapori e di intensi profumi sempre nuove fantasie
alimentari. Alcuni alimenti, giunti anche dalle
Americhe, trovano in questo secolo il loro primo
impiego in cucina: con il mais si confezionano
torte e pasticci; il pomodoro, finora usato per
ornare le tavole, viene utilizzato a Napoli per
insaporire profumate salse. Cioccolata e caffè
fanno ormai parte nelle abitudini alimentari
quotidiane della nobiltà. L’apparecchiatura delle
tavole signorili si impreziosì raggiungendo punte
di raffinatezza con l’impiego di oggetti di grande
valore materiale ed artistico: saliere d’argento,
calici in cristallo, posateria incastonate di pietre
preziose, vasellame e tovaglie bianche cosparse di
fiori. Un apparato simile rese necessaria la
formazione di personale di sala. Le figure che si
distinsero furono lo Scalco e il Trinciante. Il
primo sovraintendeva alle fasi di ideazione,
allestimento, servizio, animazione e cerimoniale
indispensabili per il successo del banchetto.
Ricordiamo in questo ruolo Antonio Latini,
massimo cuoco e scalco di fine secolo a Napoli
presso il vicerè di Spagna che elaborava il
‘Pasticcio alla napoletana’ riempiendo questo
piatto con gli ingredienti più disparati: carne di
vitella, piccione in pezzi, animelle, fegatelli, fette
di mammella, salsicce, tartufi, pinolo, sopressata,
funghi, prosciutto, cannolicchi, fette di cedronata,
provola fresca, tuorli sodi e braciole, bagnando
tutto con un gustoso brodetto. Le tavole del Latini
si popolava di trionfi alimentari, composite ed
estrose costruzioni fatte di burro e di marzapane.
Vincenzo Cervio codificò l’arte della nuova
figura di sala: il trinciante. ‘Trinciare in aria’ ad
esempio era considerata un’arte che richiedeva
forza fisica e precisione chirurgica. Questa pratica
divenne così complessa e regolamentata che nel
libro del Cervio, viene addirittura specificato il
numero dei colpi di coltello necessario al taglio
dei grandi volatili. La vita di corte imponeva
frequentazioni e
dipendenze reciproche che
resero inevitabile la regolamentazione dei modi di
relazione tra individui. Le buone maniere
divennero la forma attraverso cui rappresentare il
proprio rango. La tavola, per prima, divenne una
delle occasioni più adatte a ostentare modi educati
che prevedevano correttezza nella postura, nella
distanza dagli altri, nell’uso delle posate e dei
bicchieri. Tra i trattati sulle buone maniere
composti già nel Rinascimento, ebbe
notevole
risonanza il ‘Galateo’ di Monsignor Giovanni
della Casa, considerato ancora oggi l’insieme
delle regole di buona educazione.
prof.ssa 0DULD&DUPHOD6HSH
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LE RICETTE DI APICIO
Il Museo Archeologico Irpino e Mediateur scarl, in collaborazione con la Sovraintendenza per i Beni Archeologici di
Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, hanno organizzato la mostra-percorso “Alla tavola di Apicio. Ingredienti,
strumenti e riti della cucina dell’antica Roma”, aperta fino al 31 maggio. Il “Rossi-Doria” partecipa all’evento
proponendo delle degustazioni di piatti dell’epoca, curate dal prof. Luigi Vitiello, con la partecipazione attiva e
qualificata delle classi: 5 F (“Addetto al Banqueting e Catering”), 4 A (“Operatore di Banqueting Sala”), 4D
(“Addetto al front back-office delle imprese turistico ricettive”). In questa pagina pubblichiamo un breve estratto dalla
interessante ed articolata ricerca della professoressa Maria Carmela Sepe, che si è rivelata propedeutica per una
realistica ed accurata preparazione delle degustazioni oltre che, naturalmente, sotto il profilo didattico. Nello specifico,
abbiamo scelto alcune ricette di Apicio, gastronomo vissuto all’epoca di Tiberio.
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)5,;2
6DOVDYHJHWDOHSHUSHVFHIULWWRPrepara, lava
e friggi il pesce che desideri. Triterai e
sminuzzerai del pepe, cumino, seme di
coriandolo, radice di VLOILR origano, ruta, verserai
dell’aceto, aggiungerai una carota, miele, vino
cotto, olio, JDUXP, mescolerai e verserai nella
pentola e lo farai finché bolla. Quando sarà
bollito, bagnerai il pesce fritto, spargerai del pepe
e lo servirai.
38//80 (/,;80 (; ,85( 682 3ROOR
FRWWR QHO VXR VXJR Triterai il pepe, il cumino,
una manciata di timo, seme di finocchio, menta,
ruta, radice di VLOILR; versa l’aceto, metti e trita
una carota con miele, aceto, JDUXP e olio.
Metterai il pollo raffreddato e asciugato, che
servirai bagnato.
PORCELLUM OENOCOCTUM (Maiale in
salsa di vino): Prepara e lascia insaporire il
maiale. Aggiungi in una pentola olio, garum,
vino, acqua, aggiungi un manciata di porri, di
coriandolo; colora a metà cottura con vino. Metti
in un mortaio pepe, ligustro, cumino, origano,
seme di sedano, radice di VLOILR. Trita e versa il
JDUXP, il grasso colato dal maiale stesso,
aggiungi il vino e il passito; amalgama con farina,
metti il porcello ben preparato in una padella,
cospargi il pepe.
MINUTAL MATIANUM (Pasticcio Maziano):
Metterai a cuocere in una terrina olio, garum,
taglierai un porro, coriandolo e piccole polpette.
Taglierai a pezzettini una spalla di maiale con la
sua cotenna. Farai in modo che cuociano
insieme.A mezza cottura aggiungerai mele
Maziane pulite all’intern , tagliate a
pezzettini.Durante la cottura
triterai pepe,
cumino, coriandolo verde o seme, menta, radice di
silfio,cospargerai di aceto,miele,garum,un po’ di
vino cotto, e il suo sugo, stempererai con un po’ di
aceto. Porterai ad ebollizione. Quando bollirà,
friggerai la sfoglia e
legherai con quella,
Cospargerai di pepe e servirai.
DULCIA PIPERATA (Dolci al pepe) : Triterai
pepe, pinoli,miele, ruta e vino passito, cuocerai
con latte e sfoglia di farina.cuoci l’intingolo con
poche uova.Servirai dopo averlo cosparso di miele
e pepe.
OVA SFONGIA EX LACTE (Omelette al latte):
Mescola 4 uova, un‘emina (271 ml) di latte
un’oncia d’olio in modo da fare un corpo unico.
Metterai
in
una
padella sottile un po’
d’olio, farai in modo
che frigga e aggiungi
la mistura che hai
preparato.
Quando
sarà cotta da una parte
la girerai in un piatto,
cospargi di pepe e
servirai.
prof. 0DULD&DUPHOD6HSH
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UN AMICO SPECIALE
Sapete chi è Emanuele? Se non lo conoscete,
ve lo presentiamo noi. È un ragazzo vivace ed
estroso, dolce e affettuoso, studioso ed intelligente,
timido e sensibile, allegro e spiritoso. È un
tipo alla moda, davvero fashion: indossa sempre
felpe colorate, jeans e scarponcini, occhiali dalla
montatura bianca e rossa, un orecchino a forma di
cerchio all’orecchio destro. I capelli sono corti,
color castano chiaro tendente al biondo, che
Emanuele a volte mette in risalto pettinandoli in
modo originale. Ha un viso paffutello, allegro e
molto grazioso, un nasino piccolo a patatina,
grandi e vivaci occhi verdi, che diventano più
piccini quando lui sorride; e il suo sorriso è
bellissimo, dolcissimo e buono, un sorriso che a
volte ha reso leggera qualche nostra lunga, grigia
e faticosa giornata a scuola. Gli piace molto
mangiare: pizzette, dolci, merendine, brioscine,
ma soprattutto monete di cioccolata; a volte cerca
di non farsi scoprire, scartocciando caramelle
sotto il banco, ma noi ce ne accorgiamo sempre!
Se gli chiediamo di darci uno di questi dolcetti,
ma anche se gli chiediamo di prestarci una matita
o un foglio, non dice mai di no e dà le sue cose
con garbo e dolcezza, perché è generoso.
Viene a scuola con piacere e durante le ore di
lezione lavora tanto, perché è volenteroso e ha
voglia di fare e di apprendere: alcuni di noi
dovrebbero prendere esempio da lui. È sorridente,
scherza spesso con
compagni e professori,
soprattutto con la professoressa Patrizia: una volta
le ha nascosto la borsa e si è divertito a guardarla
mentre la cercava. A volte si alza di scatto dal
banco e va verso la finestra, dando le spalle alla
classe e ignorando tutti per qualche minuto; forse
vuole rilassarsi un po’. Noi lo chiamiamo, lui fa il
duro e non risponde, ma di nascosto sorride e
subito dopo siede nuovamente. Ma dove siede
Emanuele? Questa è una bella domanda! Se è
libero il banco accanto a quello di Veronica,
subito lo occupa, perché lui vuole davvero molto
bene a Veronica; se invece è occupato, siede
volentieri accanto a Francesca o a Maddalena o a
Lucia. Qualcuno dice che è uno “sciupafemmine”.
Comunque va d’accordo con tutti e vuole bene a
tutti. Se noi gli dimostriamo questo bene o se
parliamo di lui con affetto, si emoziona, come è
accaduto il giorno del suo onomastico: arrossisce,
sorride e nasconde il viso tra le mani, perché è
molto sensibile e timido…. Non dovete pensare,
però, che Emanuele sia un santo; anche lui, come
tutti noi, ha i suoi difetti: è un po’ permaloso,
talvolta un po’ esuberante, anche un po’
“cocciutello”, ma è un ragazzo speciale, per la sua
sensibilità e dolcezza, per la sua simpatia e la
generosità e noi gli vogliamo molto, ma molto, ma
molto bene! Non sempre, però, Emanuele sorride:
qualche volta è triste e qualche volta ha pianto,
ripiegando il braccio sul banco e appoggiandovi
sopra la testa. Allora noi, che siamo i suoi amici,
gli chiediamo che cosa abbia; non sempre
risponde, ma noi riusciamo sempre a consolarlo.
Lui sa che gli vogliamo bene e così, a poco a poco,
il dispiacere passa ed Emanuele torna a sorridere.
Ecco, questo è Emanuele. Lo sappiamo: ora che lo
avete conosciuto vorreste averlo come compagno
di classe e siete un po’ invidiosi di noi, ma
Emanuele, per fortuna, è in I G.
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(Catullo)
Perché noi umani siamo esseri imperfetti?
Pecchiamo, sbagliamo, commettiamo azioni
errate, talvolta sciocche o prive di significato.
Ma perché accade ciò? Perché siamo
condizionati dalla paura, dalle delusioni, dalla
passione o semplicemente dall'amore?
E’ questo che mi chiedo tutti i giorni, non
riuscendo mai ad avere alcuna risposta…è
questo che mi chiedo ancora ora, caro
Pierpaolo, mentre ti scrivo questa lettera, che
tu, purtroppo, non leggerai mai.
Sono qui, a parlarti di noi, della nostra storia
ormai finita, della mia vita e della mia
confusione... Sono ormai 14 anni che ti
conosco ma “solo” da 4 sono innamorata di te.
Dopo un lungo periodo di corteggiamenti,
siamo stati insieme, ma una volta insieme,
come ben ricordi, non avevamo nemmeno il
coraggio di guardarci negli occhi, un po’ per
l'imbarazzo, un po’ per la paura di sbagliare,
anche perché i miei comportamenti erano
poco maturi: non uscivamo mai insieme, e
spesso ero proprio io ad evitarti, perché
sinceramente ero una “stupida bambina” che
non sapeva comportarsi; e cosi t'ho perso!
L’odio ormai era reciproco, tu odiavi me
perché non seppi comportarmi e io odiavo te
perché continuavi ad attaccarmi e a trattarmi
male. Un’intera estate non ho pensato a te, ma
una volta tornata a scuola è cambiato tutto, è
bastato rivederti un secondo perché si
riaccendesse qualcosa dentro di me. Facevo di
tutto per riconquistarti, ma tu giocavi e
mentre eri accanto a me andavi a flirtare con
altre ragazze… eri cambiato!
Ti dissi “Ti Amo” per la prima volta, ma tu
dicesti che non sapevo dimostrare l’amore che
provavo per te. Non voglio fartene una colpa
ma devi sapere che sono stata molto male,
passando interi giorni a piangere senza mai
smettere e anche avanti a te, non riuscivo a
nascondere le mie lacrime!
Per tutto l’anno fino all’estate non ho fatto
altro che dirti che volevo te, solo te, e non so
nemmeno quant'ho fatto per vederti, per stare
con te, di tutto! e tu mi hai sempre trattata con
indifferenza, non dandomi alcuna certezza.
Nonostante tutto ti volevo bene!
Ma ora, che di tempo ne è passato…non
voglio più soffrire, ho voglia di conoscere
qualche altro ragazzo.Te lo giuro! e anche se
sono sempre stata del parere che il primo
amore non si dimentica mai, neanche volendo,
voglio lasciar da parte sia i miei sentimenti,
che quei vecchi e dolorosi rancori, per essere
finalmente felice, anche senza di te. Sono
sicura e convinta che troverai un'altra ragazza
che ti renderà felice e che ti vuole bene come
te ne ho voluto io......addio!
la tua /XFLD
/XFLD
BBBBBBBBB
BBBBBBBBBBBBBBBB
BBBBBBBBBB
BBBBBBB
3HU5DFKHOH
Ora lo so, c’era un posto
per te tra le stelle, Rachele.
Quella luce abbagliante
ci fa stringere gli occhi,
intelligenza del cuore,
bellezza dentro e fuori
di te, umiltà, purezza
di pensiero ardito,
onestà intellettuale,
mentre cogli la tristezza,
il dolore del mondo
e li trasformi in sorriso.
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UNA MATTINATA ALTERNATIVA con
Quest’anno, noi alunni della 5 H non abbiamo
partecipato a nessuna delle visite guidate
organizzate dalla nostra scuola. Per fortuna, la
prof. Salsano, nostra docente d’inglese ed anche
coordinatrice del Progetto “Scuole Aperte”, ci ha
coinvolti in una mattinata “alternativa”, anche se
in tutto l’istituto non godiamo della buona fama di
essere dei ragazzi “tranquilli”. E così, il 15
dicembre ci siamo tuffati nell’evento “Scuole
Aperte ETHNOS”, per allargare i nostri orizzonti
culturali e conoscere un po’ di musica etnica
africana: cosa utile per noi giovani, spesso isolati
nel nostro “sound” locale o, almeno, italiano.
Appresa la notizia, mi sono subito rallegrato: sono
un appassionato di musica ed il continente nero
mi affascina molto con i suoi suoni, i suoi volti ed
i suoi colori.
L’Africa è detta anche la “culla della vita”, dove
sono nati i primi ominidi e l’uomo: è il luogo dal
quale noi tutti proveniamo, praticamente il
simbolo delle nostre origini.
In quella uggiosa mattinata di dicembre, abbiamo
raggiunto il Centro Congressi Don Alberto De
Simone di Summonte (Av), per poter assistere
allo spettacolo. Per il freddo eccezionale, ci siamo
subito “fiondati” all’interno della sala. Ma,
guardandoci intorno, abbiamo avuto la sensazione
di aver sbagliato data o addirittura posto, poiché
l’età media del pubblico corrispondeva a circa…
dieci anni! Per coloro che volevano conoscere
qualche bella fanciulla (io tra i primi), non c’era
alcuna possibilità!
Speranze di nuove conoscenze… Svanite! Ed
allora?… Giornata persa! Accidenti!
Ma, quando tutto sembrava perduto. ecco che, tra
una risata ed una chiacchiera, si apre il sipario ed
inizia lo spettacolo. La cantante è Saba, una
ragazza afro-italiana, residente a Roma. Il padre
(italiano) e la madre (somala di sangue etiope)
furono costretti a fare le valigie e a lasciare
precipitosamente Mogadiscio. Per una famiglia di
sangue misto, non gradita alle autorità somale, era
troppo pericoloso rimanere lì.
Quella fuga traumatica si è trasformata, a qualche
decennio di distanza, in un’occasione di
riflessione umana ed artistica per la dolce Saba,
che attualmente vive a Roma.
Questa donna mi ha colpito molto… Era
bellissima con i suoi capelli lunghi, neri e ricci, il
colore olivastro della pelle e soprattutto con i suoi
movimenti. La sua musica e la sua ricerca
rappresentano un tentativo di ricerca delle proprie
radici, uno strumento per parlare di un’identità
impossibile, mista e sfaccettata: mezza etiope,
mezza somala, mezza italiana, né africana né
italiana o, come lei stessa dice, “straniera in ogni
dove”, come capita a tutti i figli della guerra e
dell’immigrazione, costretti ad uno sdoppiamento
d’identità, che a volte rende più forti.
La stupenda voce di Saba era accompagnata da
percussioni e chitarra acustica. Il tutto appariva
molto rudimentale: un “beat” davvero semplice,
quasi essenziale ma ricco di sfumature e immagini,
molto ritmato, allegro, con toni nostalgici.
L’intera performance, ispirata al pacifismo e
all’antirazzismo, è stata caratterizzata anche da
profondi monologhi della protagonista, che ci ha
raccontato la sua storia drammatica. Attraverso la
mimica del volto traspariva tutto il suo profondo
dolore interiore.
Lo spettacolo ha fuso armonicamente lacrime e
sorrisi, è stato veramente molto toccante… Mi è
scappata anche qualche lacrima! Abbiamo vissuto
un’esperienza unica.
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MONTORO: PICCOLI CHEF ALL’OPERA con SCUOLE APERTE
Oltre trenta piccoli chef hanno fatto il loro
esordio in cucina, con un successo di critica e
di “famiglie”. La singolare iniziativa rientra
nel progetto “Scuole Aperte”, che coinvolge
in rete anche la Direzione Didattica di
Montoro Inferiore. Ai fornelli, della sede
montorese dell’Istituto, si stanno cimentando,
in particolare, gli alunni della Scuola Elementare, guidati dal
prof. Pietro Roberto Montone, per l’occasione coadiuvato dal
prof. Giuseppe Zanga: due grandi professionisti che sono stati
chiamati a dare un saggio, anche divertente, sulla cucina
tradizionale irpina, rivisitata in chiave moderna e, soprattutto,
adeguata alle esigenze dei piccoli chef, che si sono cimentati nelle ricette preparate dai docenti. La sfida
durerà fino alla fine del mese di maggio, quando le attività di “Scuole Aperte” si concluderanno con un
grande evento, anche culinario, previsto nella piazza principale di Montoro Inferiore. Il progetto ha aperto la
scuola al territorio e il suo successo rappresenta certamente un buon viatico per quanti lavorano fattivamente
per la promozione della sede coordinata. Va soprattutto sottolineato l’entusiasmo dei bambini, veri
protagonisti delle attività: genitori, familiari e visitatori che hanno avuto la fortuna di vederli all’opera sono
rimasti incantati. È davvero bello vederli impegnati in un vero laboratorio di cucina, rigorosamente in divisa,
mentre preparano primi piatti, dolci ed altro ancora. Il successo del progetto è senza dubbio certificato dalle
espressioni soddisfatte dei ragazzi, che si notano soprattutto quando assaggiano il risultato del loro impegno.
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SCUOLE APERTE: L’AVVIO
I
professori
Mario
Esposito, Rita Maio,
Amalia
Carbone
(rispettivamente dirigenti
dell’Istituto Alberghiero
“Manlio
Rossi-Doria”,
della scuola primaria
“Regina
Margherita”,
dell’Istituto Comprensivo “F. Tedesco”) e la
professoressa Albina Carpentieri (in rappresentanza
della professoressa Stella Naddeo, dirigente della
Direzione Didattica di Montoro Inferiore) lo scorso 11
novembre hanno presentato
le attività annuali
collegate all’iniziativa “Scuole Aperte”, promossa per
il quarto anno consecutivo dalla Regione Campania,
con lo scopo di avvicinare la scuola al territorio. Il
progetto dell’Alberghiero e delle scuole in rete,
elaborato dalla professoressa Mirella Melillo in
collaborazione con la coordinatrice professoressa
Maria Salsano, si fonda sui seguenti laboratori:
CUCINA CREATIVA, già avviato presso la sede di
Valle, dove si trovano cucine ed attrezzature
specifiche; “IL GIARDINO DEI PROFUMI E DEI
SAPORI”;
LINGUA
ITALIANA
PER
STRANIERI;
INFORMATICA;
LINGUA
INGLESE; TEATRO, con produzione finale di uno
spettacolo aperto alla città cui parteciperanno alunni
delle istituzioni scolastiche. Son anche previsti moduli
di
POTENZIAMENTO
DELLA
LINGUA
ITALIANA, DELLA MATEMATICA E DELLE
SCIENZE. Le attività si avvarranno della preziosa ed
esperta collaborazione di alcuni soggetti partner: la
Federazione Italiana Cuochi dello chef Luigi Vitiello;
l’Associazione Sommelier guidata da Antonio Del
Franco; lo sportello Babele della Caritas Diocesana,
rappresentata da Carlo Mele; l’ Università del tempo
libero, retta dal dottor Francesco Di Grezia, che è
intervenuto nel dibattito soffermandosi sul prezioso
apporto offerto dagli anziani alla attività di Scuole
Aperte; il Centro Riabilitazione Polivalente Australia,
diretto dal dott. Albino d'Ascoli e dal dott. Antonio
Gengaro. L’esperienza di “Scuole Aperte”, finanziata
con fondi europei, è voluta e gestita dall’assessorato
regionale all’istruzione, retto dall’assessore Corrado
Gabriele. A questo proposito, è intervenuto l’ispettore
Carlo Falco, che ha illustrato con orgoglio l’originalità
dell’iniziativa regionale, fondata sulla sinergia e sulla
collaborazione delle migliori risorse umane ed
intellettuali delle istituzioni e della società civile: con
“Scuole aperte” la scuola si fonde nella comunità che, a
sua volta, si “fa scuola”.
( dal quotidiano “Il corriere”)
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120 ORE INSIEME!
Un’ondata improvvisa di aggrovigliate sensazioni,
pensieri, emozioni, di ragazzi che sono alla ricerca
di una bussola! 120 ore in cui voi ragazzi vi siete
confidati, avete pianto, vi siete sollevati! Raccolgo
in un bel quadernone rosso carico di lacrime e
sorrisi, le vostre storie..da non dimenticare. Gli
adolescenti, con il loro turbinio di emozioni,
contraddizioni, crisi evolutive, ricerche identitarie,
moti di solitudine ed incomprensioni!! “I miei
non ci sono mai”, “papà è sempre stanco e torna
arrabbiato da lavoro”, “ho un cattivo rapporto con
i miei, con mamma non parlo”, “ i miei genitori
non mi capiscono”, “ faccio e faccio, ma per i
professori non valgo mai niente”. Non posso e
non voglio attribuire colpe e responsabilità, ma
noi adulti ancora una volta, possiamo fare di più e
meglio! Allora ascolto, ascolto,ascolto, che sia
attivo, partecipante e senza giudizio. I ragazzi
hanno le risposte giuste, bisogna solo dargli una
bussola, spiegargli come funziona e farli orientare.
Non poniamoci solo come coloro che hanno la
verità ,ma come coloro che hanno poche certezze
che nascono da un’esperienza. I ragazzi vogliono
scrivere il libro della loro vita, ma pensano che
non verrà mai letto…..non è così! Noi ci siamo,
per leggerlo e magari correggere qualche
sbavatura! La maggior parte delle domande e
delle osservazioni dei ragazzi mettono in luce una
difficoltà nel potersi esprimere ed essere compresi
in famiglia, e talvolta a scuola, su aspetti di vita
interiore, particolarmente delicati in età
adolescenziale. La solitudine interiore su temi così
essenziali rischia di determinare una fragilità
emotiva e caratteriale importante. Diventa
pertanto essenziale sollecitare il protagonismo dei
genitori quali guide educative, in grado di
relazionarsi con i propri figli. Negli incontri si e'
indicata l'opportunità' che siano i ragazzi stessi a
sollecitare, per quanto possibile, il ruolo di guida
da parte dei genitori, proponendo argomenti che si
abbiano a cuore e formulando delle domande su
come i genitori ricordano le loro esperienze di
crescita, entrando anche a considerare aspetti
specifici,
quali
le
esperienze
affettive,
sentimentali e sessuali, i rapporti in famiglia e con
gli amici, lo studio, il tempo libero e il lavoro, ed
altro ancora. Il valore della vita umana risiede
fondamentalmente nella possibilità di sviluppare
costantemente una comunicazione fra se stessi e il
mondo intorno. Possiamo dire che la vita sia
fondamentalmente comunicazione: respirare è già
entrare in contatto con l'ambiente; anche mangiare
e bere e' entrare in contatto con la Madre Terra, da
cui tutti gli elementi derivano. Il linguaggio è la
forma espressiva più nobile ed efficace per
comunicare con i propri simili. Imparare ad
esprimersi e a comunicare, significa valorizzare
concretamente la vita umana. La formazione
educativa, l'apprendimento, le varie occasioni di
crescita aiutano a sviluppare nei ragazzi la
capacità di comunicare. Lungo il percorso
dall'ascolto al dialogo si sviluppa il processo di
crescita e di maturazione, su tale traiettoria si
determina la condizione per preservare la salute e
tutelare la vita. Ascolto e dialogo sono aspetti
della stessa realtà, cioè l'interazione umana: ci si
esprime adeguatamente se si e' imparato ad
ascoltare; si e' in grado di ascoltare se si riesce a
sviluppare una adeguata capacità espressiva. Il
linguaggio può diventare talvolta un alibi
espressivo, si può cioè parlare senza esprimersi. E'
necessario riuscire ad attivare invece un
linguaggio altamente espressivo di sé, per poter
comunicare le proprie istanze interiori: i
sentimenti, gli affetti, i sogni, i bisogni, le
emozioni. 120 ore dunque in cui si è dato spazio
alle parole, ai sentimenti, 120 ore in cui ho
ricevuto provocazioni, richieste di auto, lettere e
poesie. 120 ore in cui abbiamo lavorato contro la
violenza fisica,in cui abbiamo parlato di come
migliorare, a casa, a scuola, nei comportamenti,
nel capirvi , nel perdonarvi e comprendervi, 120
ore in cui ancora una volta mi avete dato tanto… e
spero che altrettanto io abbia dato a voi! Un grazie
alla scuola, al preside, alle meravigliose
insegnanti che mi hanno aiutata,ed alle sempre
gentilissime assistenti che mi hanno affiancata…
porto sempre tutti nel cuore. Un abbraccio
dott.ssa &DUPHQ*XDULQR
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(Sportello D’Ascolto 2009-2010 )
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LO SVILUPPO SOSTENIBILE.
PERCHE’?
(LE DEVELLOPEMENT DURABLE.
POURQUOI?)
UNA MOSTRA NELLA NOSTRA SCUOLA PER RIFLETTERE SUL FUTURO DELL’ UMANITÀ
Dal 6 Febbraio al 16 febbraio la nostra
scuola ha ospitato una mostra itinerante sullo
sviluppo sostenibile, realizzata dal fotografo
Yann Arthur Bertrand e dall’associazione
GoodPlanet in partenariato con il Ministère de
l’ Education Nationale de l’Enseignement
Supérieur et de la Recherche, le Ministère de
l ‘Ecologie et du Dévellopement Durable
francese.
La mostra è arrivata in Italia tramite la rete
delle ALLIANCES FRANÇAISES, che ad
Avellino ha sede presso l’Associazione AcifV. Hugo, sempre impegnata nella diffusione
della cultura e della lingua francese.
L’esposizione, con una selezione di 21 foto
della Terra vista dal cielo, ha affrontato le
grandi problematiche ambientali e sociali del
mondo contemporaneo.
L’ideatore e realizzatore delle suggestive
immagini, Yann Arthur Bertrand, lancia un
grido d’allarme. Non abbiamo un pianeta di
ricambio: allora, come possiamo migliorare le
condizioni di vita di tutti i cittadini del mondo
senza impoverire definitivamente la Terra?
Come soddisfare i bisogni
dell’uomo
moderno conservando alle future generazioni
il nostro pianeta in buono stato?
La risposta è chiara e categorica: imparando
ad economizzare e a dividere in maniera equa
le risorse disponibili, utilizzando le tecnologie
che inquinano di meno, che sprecano meno
acqua e meno energia. Soprattutto, dobbiamo
cambiare le nostre abitudini di consumo ed i
nostri comportamenti.
E’ questo lo sviluppo sostenibile!
Non è un tornare indietro ma un progresso per
l’umanità. E’ urgente agire. Noi ne abbiamo
tutti i mezzi e soprattutto il dovere di farlo!
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(Per maggiori informazioni sull’argomento, si può
consultare il sito www.ledevellopementdurable.fr)
LA MOSTRA A MONTORO
L’evento “Scuola porte aperte”, organizzato
presso la nostra sede coordinata di Montoro
Inferiore, ha offerto anche l’occasione per
parlare d’ambiente, grazie alla mostra “Lo
sviluppo sostenibile. Perché?”, che dalla
sede centrale è stata poi allestita presso
l’edificio di viale Ferrovia a Piano. La mostra
è stata arricchita dai lavori realizzati dagli
studenti della sede sotto la supervisione delle
docenti di francese.
L’iniziativa è stata ben accolta dalla comunità
montorese. Le famiglie e i visitatori hanno
potuto ascoltare, direttamente dalle discenti
del corso di ricevimento, le spiegazioni sulle
foto contenute nei vari pannelli espositivi.
Anche questo è un modo per dimostrare la
preparazione professionale che gli studenti
acquisiscono frequentando questo tipo di
istituzione scolastica.
Un sentito ringraziamento va rivolto a chi ha
voluto organzizzare questa mostra e a quanti
hanno lavorato per allestirla e presentarla alla
comunità della valle dell’Irno.
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CONCORSO MISE EN PLACE
Il 4 maggio, nel nostro ristorante
pedagogico di Valle, si è svolto il
primo concorso di mise en place,
aperto alle seconde classi di
Avellino, Montoro Superiore e
Marzano, con l’obiettivo di
premiare le eccellenze e favorire
la professionalità degli alunni:
anche una sana e leale competizione può stimolarli e aiutare il loro futuro di operatori nel delicato
settore dell’ospitalità. Per ogni classe sono stati selezionati due concorrenti. La giuria tecnica,
composta dai proff. Vitiello, Bottone e Parisi, ha assegnato il primo posto a Orlando Citarella, della
II A di Montoro. Il secondo ed il terzo posto sono rispettivamente conquistati da Pasqualina
Romano (II B di Montoro) e a Francesco Crivelli ( II D di Avellino).
Alla buona riuscita della manifestazione hanno contribuito i docenti: Costantino Esposito, Marcello
Motta, Massimo Esposito, Gianluca Parisi, Raffaella D’Ascoli (ott), Raffaella D’Ascoli (genn),
Massimo Salsano, Domenico Zarra, Antonio Allocca, Monica Aprea, Gaetano Cerciello, Giancarlo
Siena. Preziosa e determinante si è rivelata la collaborazione delle classi III D ricevimento, III E
cucina, III M cucina, III L sala, I C nonché di tutto il personale tecnico ed ausiliario. La
manifestazione è stata sponsorizzata dal ristorante “Pozzillo” di Serino.
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SEMINAIRE “LES FABRICATEURS DE VERS”
Notre classe de 4ème I est allée le 4 Décembre à l’Institut Français «Le Grenoble» de Naples pour
participer au séminaire «Lesfabricateur de vers », animé par le Prof. S. Ravera du Lycée Chateaubriand de
Rome. Le sujet du séminaire a été la présentation d’une nouvelle forme de poésie qui utilise la langue de
tous les jours, les expressions populaires, les formes argotiques aussi: le slam. L’initiateur du mouvement
Marc Smith, ouvrier et poète, dans les années 80 à Chicago a commencé à animer des compétitions de slam
dans les cafés. Il a donné force à cette forme d’art qui privilégie l’expression orale et l’écriture libre et
spontanée. On peut traduire en français le terme englais slam par « claquement » à cause de ses textes
scandés qui secouent le public, pour sa forme de poésie si proche du rap. Les textes, le plus souvent en vers,
abordent des thèmes différents , les mots rythmés deviennent musique ,le timbre de la voix et la diction sont
les seuls « coustumes » de scène, pas de décor ou d’accessoires. L’écriture slam aborde de nombreuses
figures de style: allitérations, assonances, champs lexicaux et permet de comprendre ce que signifie la
musique des mots. Les grands noms du slam en France sont: Grand Corps Malade, Abd Al Malik, Dagiz.
Pour connaître les origines du slam et son histoire consultez : Fédération Française de Slam Poésie, le site
de Grand Corps Malade et le Site de la Tribut du Verbe. Le Prof. Ravera a invité toutes les écoles présentes
à rédiger une poésie slam. Après une heure et demie, tous les participants sont montés sur scène pour
présenter leur poésie. Voilà notre production («Carnaval »):
Ça va comment à l’école ?/ Ça va, Ça va, Ça va mal/ Et pourquoi ça va mal ?/Parce que
les garçons/ ne lisent que le journal !/ Quel type de journal ?/ Un journal qui parle du
Carnaval.!/Qu’est-ce que tu fais à Carnaval ?/ Je vais au Pourtugal. / Tu vas comment
au Pourtugal?/ J’y vais sur mon cheval/ Tu te déguises comment à Carnaval ?/
Je me déguise en chacal/ Et comme final je remercie ce Festival. .______________
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LE PROF DE DEMAIN SERA UN « CYBER-PROF »
Dans la trousse du professeur de langues il y aura
une clé USB un lecteur MP3 et
d’autres outils informatiques. Il est
acquis aujourd’hui que les TICE
(technologies de l’information et de
la communication pour l’éducation)
auront une place fondamentale dans la formation
des futurs professeurs dans l’enseignements des
langues étrangères. A Paris à l’IUFM dans
l’éspace langues, les salles sont pleines d’
ordinateurs. Dans cet établissement les futurs
professeurs apprennent à enseigner l’anglais, l’
allemand ou l’ italien en se servant des TICE.
Depuis 2007, tout futur enseignant doit obtenir, à
la suite de son année de stage son C2i2e, certificat
informatique et Internet de niveau 2 pour
l’enseignement, qui atteste sa capacité à utiliser
les outils informatiques dans la relation
pédagogique. A l ’IUFM les profs sont formés à
l’utilisation de la visioconférence, du tableau
interactif et des baladeurs MP3 . Le stagiaire
reçoit aussi des conseils , avant d’uliliser les
TICE il doit se demander pour quelles raisons il
les choisit et comment il va s’en server. Au début
il doit être humble dans ses projets, les limiter
dans le temps et fixer des objectifs précis
d’apprentissage. Les nouvelles technologies
permettent d’améliorer l’expression orale, point
faible de l’enseignement des langues , à travers
l’écoute et la réproduction des sons, d’ameliorer la
compréhension et la production écrite grâce aux
nombreux exercices et activités en ligne.
L’académie d’Aquitaine
a généralisé
la
“baladodiffusion” avec les élèves. Au lieu du rap
ou heavy metal les étudiants enregistrent sur leurs
baladeurs des fichiers audio qui permettent de
réécouter les textes autant de fois qu’ils le veulent
et où ils veulent. L’élève peut s’entraîner autant
qu’il le souhaite et il enregistre sa production
quand il se juge prêt. Dans le cours normal l’élève
ne va prendre la parole que quelques minutes et
pas toujours, dans cette façon le prof possède la
possibilité de mieux évaluer l’expression orale.
Malgré
tous
ses
avantages
beaucoup
d’établissements scolaires n’utilisent encore les
TICE dans leur pratique d’enseignement soit par
défaut
d’équipement,
soit
par
manque
d’enthousiasme et l’usage des nouvelles
technologies reste encore
marginal dans
l’éducation nationale.
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YOUNG WINES COMING OUT
Among the products which
have gained more and more
attention from media, wine
occupies a pole position. In
the latest thirty years, we
have been assisting to the
birth of a multitude of
guidebooks, magazines and on line magazines,
forum and blogs, novels and even movies on the
subject.
But, have they really told or written
everything ?!...
Too often, they have concentrated on the “usual
known” (= I soliti noti ), that is on great wines,
created to astonish the tasters. On the contrary,
just a little room has been reserved to “less lucky
areas”, that is to “terroirs” remained marginal
which have not received any attention from mass
media, as it was for Barolo or Barbaresco’s langa,
or for Montalcino or Amarone?s or classic Chianti
Hills.
Vines are grown in every region and good wines
are produced everywhere in Italy.
These wines are valid organoleptically, products
of a viticulture which ios careful to bearableness,
proposed at prices which are really competitive.
Simplicity, Typicalness, contained costs – these
are their features –
After the booming of 1990s during which wine
was in search of loud astonishment, crisis and
pressure on costs, have certainly reassessed the
phenomenon and its social aspects, pointing out
the most genuine values of conviviality and
environmental protection.
Even if 2009 was a really difficult year for the
selling of wine, a lot of them from Campania,
have made themselves known. And many among
them come from our Irpinia.
The latter ones embody “wise drinking”; They are
foodfriendly and derive from agriculture which
minds respect of the environment which minds
little producers.
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THE SCHOOLTRIP AS A TOOL
On Monday 15 March 2010, we left for Tuscany,
together with the pupils of 3rd classes of our
school. There were more than 120 students and
eight teachers. We used two coaches, one of
which was a double decker. Our tutor was Mr
Daniel Nigro. He was really nice, especially at
night.
During this short holiday, we stayed at Hotel
Posta in Chianciano. The first stop was at San
Gimignano , a nice little town, famous for its
several medieval towers and its medieval church.
On Twesday 16 March 2010, we visited two
important firms : Santa Vittoria enologic firm in
Foiano and a Chianina farm at Monte San Savino
in Valdichiana: After dinner at our hotel, we went
to a disco in Chianciano. We had a great time
playing games and dancing until 2.30 a.m.
On Wednesday 17
March, we left for
Montepulciano and then we went on towards
Florence.
We stopped for lunch at San Giovanni Valdarno at
a restaurant of the brother of our friend Chiara
Braccolini. In the afternoon, we got to Florence
and we started visiting the city, following our
guide, we met in Santa Croce Square. We saw a
lot of interesting monuments, then we were free
for about two hours before going back to our
coaches.
On Thursday 18 March, we left the hotel, on the
way back home. We stopped at Orvieto, a
wonderful medieval town in Umbria. We visited
the beautiful cathedral, famous for its architecture
and frescoes. We had lunch in a self-service of the
town centre, then we went back to the Cathedral
Square. Our trip was over. We still had a great
time, chatting and singing on the coaches.
It was a really exciting experience!
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CHOCOLATE: MY LOVE
Chocolate is one of the most important foods in the world for social, religious, therapeutic and economic
reasons. The word “chocolate” comes from the Nahuatl language of the Aztecs of Mexico. The chocolate
residue found in an ancient Maya pot suggests that the Mayans were drinking chocolate 2600 years ago,
which is the earliest record of cocoa use. The Aztecs associated chocolate with Xochiquentzal, the goddess
of fertility. In the New World, chocolate was consumed in a bitter and spicy drink called “xocoatl”. It was
believed to fight fatigue, a belief that is probably attributable to the theobromine content.Chocolate was an
important luxury good throughout pre-Columbian Mesoamerica and cocoa beans were often used as currency.
The spread of the cocoa tree started during the Age of Colonialism, and Christopher Columbus was the first
European to come in contact with cocoa. Nowadays roughly two –thirds of the entire world’s cocoa is
produced in Western Africa, with close to half of the total sourced from Cote d’Ivoire. EFFECTS OF
CHOCOLATE
ON OUR
HEALTH. Chocolate has been
said to cause acne and tooth
decay, and has a reputation for
being a fattening, nutritionless
food. On the other hand,
chocolate is also known as an
anti-depressant
and
aphrodisiac. A recent research
is helping us better understand
how chocolate consumption
affects our health. The good
news is that most of the bad
effects of eating chocolate are
either overstated or entirely
false. Eating chocolate neither
causes nor aggravates acne,
like two studies- one by
Pennsylvania
school
of
Medicine and another by the U.S. Naval Accademy showed. Chocolate also has not been proved to cause
cavities or tooth decay. In fact, the sugar in chocolate does contribute to cavities, but no more than the sugar
in any other food. One of the most pleasant effects of eating chocolate is the “good feeling” that many
people experience after indulging. Chocolate contains more than 300 known chemicals. Caffeine is the most
well known of these chemical ingredients, and while it’s present in chocolate, it can be found in small
quantities. Theobromine, a weak stimulant, is also present. The combination of these two chemicals ( and
possibly others) may provide the “lift” that chocolate eaters experience. We say that chocolate is the best
ingredient of our recipes and we love chocolate.
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______________________________________________
Dulcis in fundo:
un’altra vignetta di Alessandro D’Oria,
dedicata ad alcuni dei suoi docenti (da
sinistra):
Carmine Correale, Elvia Iandolo, Daniel
Nigro, Fiorenzo Iannino, Maria Salsano.
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Redazione: Fiorenzo Iannino (referente), Giuseppina Cipriano, Claudia del Gaudio, Assunta
De Vito, Anita Renzulli, Grazia Sessa, gli alunni autori degli articoli.
Hanno scritto i docenti: Pietro Roberto Montone, Rita Pelliccia, Costantino Esposito, dott.ssa
Carmen Guarino.
Sito internet dell’istituto: www.ipssarav.it
Stampa: Tecnoprint Srl
Atripalda(Av) 0825.624656