Orari apertura: da lunedì 11 aprile a domenica 17 aprile

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Orari apertura: da lunedì 11 aprile a domenica 17 aprile
Con il patrocinio di
Milano Capitale del Design® 2011 (11-17 aprile 2011)
Università degli Studi di Milano Via Festa del Perdono 7, Milano (11-23 aprile 2011)
INSTALLAZIONI
Cortile del 700
Zaha Hadid Architects
con Lea Ceramiche - luci Artemide
Cortile della Farmacia
Ingo Maurer per Enel
Cortile dei Bagni
Gwenael Nicolas con Deborah Milano
Loggiato Est
Michele De Lucchi
con Corpo Nazionale Vigili del Fuoco
e Riva 1920
Cortile D’Onore
Mario Botta
con Gvm, Mapei e Riva 1920
Richard Meier
con Italcementi e Styl-Comp Group
Snøhetta con CarraraMarmotec Franchi Umberto Marmi, Gemeg,
Il Fiorino, Italmarble di Pocai, Sam,
Savema, MT&S, Up Group
Anders Warming con MINI
Installazione luminosa
Jacopo Foggini con Nice
Hall Aula Magna
Giulio Iacchetti con Moleskine
DESIGN ISLAND
Cortile D’Onore
Carlo Colombo con Arflex,
Compagnia del Verde e Stratex
Ron Gilad con De Castelli e Flos
Diego Grandi con Rosenthal e Sambonet
Setsu e Shinobu Ito con Art_Container
Massimo Pierattelli con Arval
Sybarite con Marzorati Ronchetti
Scaloni d’Onore
Francesco Lucchese-Caldia Cube
con Marmi e Graniti d’Italia Sicilmarmi
Loggiato Ovest
Pedro Campos Costa
con Amorim Isolamentos
Thomas Heatherwick
con Marzorati Ronchetti
Matteo Ragni
con Camparisoda
Lorenzo Palmeri
con Lavazza A Modo Mio
E. Cimini e W. Monici con Lumina
Vincenzo De Cotiis con Rossana
D. Di Lauro e M. Della Foglia
con DO.IT Design Outlet Italiano
Portico del Richini
Dror Benshetrit con Terra Moretti
Press Room
Simone Micheli con Visionnaire
Thanks to
Sharp Aquos con INTERNI da 10 anni
Arpa Industriale, Baraclit, Bose,
Cipriano Costruzioni, Color Kinetics
Japan, Energy Resources, iGuzzini,
Lema, Martinelli Luce, Serralunga
LA RINASCENTE
MUTANT VITRINES
Piazza Duomo, Milano
Via D. Trentacoste 7
20134 Milano
tel 02 21 56 3-319/237/320
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www.internimagazine.it
Orari apertura:
da lunedì 11 aprile a domenica 17 aprile dalle ore 9.00 alle ore 24.00
da lunedì 18 a venerdì 22 aprile dalle ore 9.00 alle ore 21.00
sabato 23 aprile dalle ore 09.00 alle ore 16.00
In occasione del FuoriSalone® 2011, INTERNI si fa promotore, durante la
Settimana milanese del Design (11-17 aprile 2011), della grande Mostra Evento
MUTANT ARCHITECTURE&DESIGN.
La proposta progettuale che emerge da questa riflessione e che coinvolge l’intero
mondo che ci circonda come la casa, la città, il paesaggio e il territorio, è quella di
un’architettura fortemente materica, trasformabile e mobile che asseconda le necessarie
strategie d’impiego nel tempo e in luoghi diversi: strutture intelligenti caratterizzate
da grande flessibilità e dalla capacità di poter essere smontate e trasferite, pensate per
essere riutilizzate dopo un primo uso.
Mutante è allora la condizione del progetto in senso lato, non più legata a verità
precostitute o ad assiomi ideologici, parte della cultura della tardomodernità,
ma in grado di rapportarsi in modo responsabile alla realtà. L’attenzione viene posta
sull’uso dei materiali, sulla loro durevolezza, sul rapporto tra i materiali e il tempo.
Ritorna oggi importante fare una distinzione fra materiali che dal momento della messa in
opera decadono e materiali che migliorano (materiali colti come il legno, i metalli, il marmo,
le pietre...). Il concetto di costo del progetto, va legato al concetto di uso e riuso nel tempo.
Mutante è allora evoluzione e sperimentazione continua, in cui il tema del
risparmio di risorse e di beni assume anche valori guida per pensare a oggetti e spazi
progettati in modo innovativo.
Il tema dell’architettura ‘mutante’, passibile quindi di cambiamenti, trasformazioni
e aggiunte nel suo farsi e riproporsi, intende rapportarsi a tali valori attraverso
installazioni sperimentali che miscelano diverse scale di riferimento,
microarchitetture o macroggetti proposti da una serie di architetti internazionali che
progettano, anche a livello metaforico e simbolico.
La ricerca prosegue lungo il percorso di attraversamento dell’Università e nel loggiato
Ovest del primo piano, con interpretazioni di luoghi di sosta e di incontro, le DESIGN
ISLAND: progettate da designer, sono veri e propri salotti urbani collocati
nell’ambito del percorso espositivo e realizzati appositamente per l’evento.
Il contributo di aziende leader, italiane e internazionali, attive nel campo della ricerca, ha
consentito la realizzazione di proposte e progetti inediti, e la messa in mostra di prototipi e
prodotti appartenenti alle ultime collezioni.
Conferenza Stampa - lunedì 11 aprile, ore 14.30 - Aula Magna
Concerto live - MUTANT ARCHITECTURE&DESIGN - martedì 12 aprile, ore 20.00
by Lorenzo Palmeri e Davide Ferrario
Lectio Magistralis Richard Meier - sabato 9 aprile, ore 11.30
Sala di Rappresentaznza
Lectio Magistralis Mario Botta - mercoledì 13 aprile, ore 16.00
Aula Magna
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Zaha Hadid Architects
con Lea Ceramiche - luci Artemide
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Michele De Lucchi
con Corpo Nazionale Vigili del Fuoco
e Riva 1920
Cortile D’Onore
Mario Botta
con Gvm, Mapei e Riva 1920
Richard Meier
con Italcementi e Styl-Comp Group
Snøhetta con CarraraMarmotec Franchi Umberto Marmi, Gemeg,
Il Fiorino, Italmarble di Pocai, Sam,
Savema, MT&S, Up Group
Anders Warming con MINI
Installazione luminosa
Jacopo Foggini con Nice
Hall Aula Magna
Giulio Iacchetti con Moleskine
DESIGN ISLAND
Cortile D’Onore
Carlo Colombo con Arflex,
Compagnia del Verde e Stratex
Ron Gilad con De Castelli e Flos
Diego Grandi con Rosenthal e Sambonet
Setsu e Shinobu Ito con Art_Container
Massimo Pierattelli con Arval
Sybarite con Marzorati Ronchetti
Scaloni d’Onore
Francesco Lucchese-Caldia Cube
con Marmi e Graniti d’Italia Sicilmarmi
Loggiato Ovest
Pedro Campos Costa
con Amorim Isolamentos
Thomas Heatherwick
con Marzorati Ronchetti
Matteo Ragni
con Camparisoda
Lorenzo Palmeri
con Lavazza A Modo Mio
E. Cimini e W. Monici con Lumina
Vincenzo De Cotiis con Rossana
D. Di Lauro e M. Della Foglia
con DO.IT Design Outlet Italiano
Portico del Richini
Dror Benshetrit con Terra Moretti
Press Room
Simone Micheli con Visionnaire
Thanks to
Sharp Aquos con INTERNI da 10 anni
Arpa Industriale, Baraclit, Bose,
Cipriano Costruzioni, Color Kinetics
Japan, Energy Resources, iGuzzini,
Lema, Martinelli Luce, Serralunga
Milano e il FuoriSalone
È l’equazione Design=Milano la formula cui occorre riferirsi per comprendere il
fenomeno del FuoriSalone milanese, un evento nato per iniziativa di Interni
nel 1990 quando l’appuntamento settembrino con il Salone del Mobile venne
spostato ad aprile e che ha superato, dal punto di vista dell’interesse culturale e di
sperimentazione, i confini della mostra-mercato istituzionale, portando in modo
capillare e festoso il progetto di design nella città.
Quando si parla di design in Italia, in un modo o nell’altro, si arriva a Milano.
Anche per questo è a Milano che il FuoriSalone nasce e trova un terreno di fecondo
sviluppo, quasi inarrestabile, occupando via via intere zone della città che per una
settimana diventano ‘distretti’ espositivi di grande richiamo per quello che è definito
‘il popolo del design’. Con il passare degli anni il FuoriSalone ha inoltre influito
sulla morfologia di Milano, reinventando e riqualificando alcuni quartieri in
modo permanente. La Settimana del design di aprile rappresenta, oramai a livello
internazionale, un appuntamento unico che ognuno, a prescindere dall’interesse
specifico alle tematiche del progetto, percepisce come happening trasversale,
spettacolare e imperdibile.
In questa azione estesa a tutta la città, il FuoriSalone occupa ogni spazio possibile,
da consuete location a luoghi tradizionali come musei e gallerie d’arte svestite per
l’occasione dalle collezioni per accogliere allestimenti, oggetti e arredi sperimentali;
da ambienti ‘trovati’ (officine, depositi, fabbriche in disuso) a luoghi monumentali
ben conosciuti che però, ‘occupati’ da installazioni temporanee, diventano ‘atipici’,
offrendo al pubblico l’inconsueta presenza di espressioni del progetto contemporaneo.
La più profonda e importante componente del ‘FuoriSalone’, a prescindere dallo
specifico contenuto delle diverse proposte, è il fatto di proporre un consumo
culturale-spettacolare e di mercato - tradotto in performance, installazioni,
mostre ed espressioni sperimentali - a chiunque, in modo del tutto spontaneo, negli
spazi della città trasformati in luoghi ‘atipici’ e seducenti, in palcoscenici di una pièce
collettiva e dalle molte facce che diventa anche parte di un processo di ‘formazione’
indiretta a livello didattico-progettuale.
Un bilancio degli ultimi FuoriSalone ci permette di inquadrare storicamente uno
sforzo corale di cui Interni è uno dei protagonisti, frutto di idee sostenute da
una realtà produttiva, imprenditoriale e creativa multilineare che si pone in modo
complementare e non antagonista alla storica manifestazione del Salone del
mobile di Milano e che assume la città come luogo ideale per l’interazione di una
cultura diffusa che faccia del design un fattore di riflessione, di sviluppo e d’incontro.
LA RINASCENTE
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L’Università degli Studi di Milano
Fondata nel 1924, l’Università degli Studi di Milano è composta da 9 Facoltà con oltre
130 corsi di studio tra primo e secondo livello, 20 scuole di dottorato e 74 scuole di
specializzazione. Caratterizzato dalla grande varietà di ambiti disciplinari presenti al suo
interno, è l’unico ateneo italiano a far parte della LERU (League of European Research
Universities). Tra le realizzazioni più significative, il Centro APICE (Archivi della parola,
dell’immagine e della comunicazione editoriale), dove sono conservati fondi librari di grande
valore per gli studi sulla storia della stampa e dell’editoria.
L’Ospedale Maggiore, oggi Università Statale di Milano
Monumentale complesso ospedaliero chiamato popolarmente dai milanesi Ca’ Granda,
fondato nel 1456 da Francesco Sforza, duca di Milano e dalla moglie Bianca Maria per riunire
in un solo grande edificio i numerosi piccoli ospedali sorti qua e là per la città. Il progetto,
affidato al toscano Antonio Averlino, detto il Filarete (1400-1469), che lo descrive nel suo
famoso “Trattato di Architettura”, contemplava la costruzione di due quadrilateri separati
da un grande cortile centrale, recinto da quadriportico su due piani. Portici su due piani
coronavano parimenti i quattro cortili minori in cui, a mezzo di crociera, era suddiviso
ciascun quadrilatero. Il progetto dell’edificio (43.000 mq di superficie) fu eseguito in
diverse fasi contando su lasciti e donazioni, ma soprattutto sull’apporto popolare di uno
speciale giubileo chiamato la Festa del Perdono celebrato il 25 marzo di ogni anno dispari
con generosa dispensa di indulgenze. La prima fase dei lavori, seguita dal Filarete (piano
terreno) fino alla sua morte nel 1469, proseguì con il milanese Guiniforte Solari (secondo
piano) e poi con Giovanni Antonio Amadeo. La seconda fase dei lavori cominciò nel
1624 (sec. XVII). Venne portata a termine la costruzione della corte centrale di eredità
filaretiana su disegno di Giovanni Battista Pessina, subito affiancato da Francesco Maria
Richini, Fabio Mangone e Giovanni Battista Crespi. Furono eretti il fronte barocco e la
chiesa dell’Annunciata. Il Richini riprese sul fronte lungo via Festa del Perdono le bifore
archiacute e ripropose nell’interno gli ornati di pietra eseguiti da Giovanni Antonio
Amadeo appartenenti all’ala del portico demolita per erigere il nuovo grande cortile. La
terza fase, comprende il periodo che va dal 1797 al 1804, durante il quale furono costruiti
i tre cortili interni del secondo quadrilatero e completata verso sinistra la vasta facciata.
Nel 1939 le funzioni nosocomiali vennero delegate ai padiglioni del Policlinico e all’Ospedale
Niguarda e la Ca’ Granda divenne sede del Rettorato dell’Università Statale. L’ala sinistra
(fine del 1700) è di disegno neoclassico. Il fronte (283 metri) è scandito in tre corpi che
precedono i due quadrilateri laterali e l’interposto cortile d’onore. L’ala destra (del XV
secolo) è rivestita di rosseggiante laterizio e si compone del portico filaretiano poggiante
su alto zoccolo, e del soprastante piano solariano, traforato da eleganti bifore archiacute,
sottolineate da una fascia continua con ricche decorazioni in cotto. Il corpo centrale,
portale barocco del Richini, fiancheggiato da nicchie contenenti le statue di San Carlo e di
Sant’Ambrogio. Il cortile centrale è coronato da un quadriportico sovrastato dall’aereo
loggiato. Nel lato di cortile di fronte all’ingresso vi è la piccola chiesa della SS. Annunziata,
opera seicentesca degli architetti Richini, Pessina e Mangone.
Nell’ala destra sono da tempo restaurati i quattro cortiletti della costruzione del Filarete. Il
primo, compiuto dal Solari nel 1467 e detto anticamente “della spezieria”,
è un quadriportico sormontato da un loggiato retto da eleganti colonne di marmo.
Segue un secondo cortile detto “dei Bagni delle donne” (1473), e un terzo cortiletto,
detto “della Giazzeria” (Ghiacciaia) (1468). L’ultimo dei quattro cortiletti, è detto
“della Legnaia”. L’attuale condizione è frutto della significativa opera di restauro iniziata
nel 1953 su progetto degli architetti Piero Portaluppi e Liliana Grassi.
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Aula
Magna
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CORTILE DEL 700
Twirl
di ZAHA HADID ARCHITECTS con LEA CERAMICHE - luci ARTEMIDE
CORTILE DELLA FARMACIA
Ablaze - Sentimento (s)travolgente
di INGO MAURER per ENEL
CORTILE DEI BAGNI
Suspended Colors
di GWENAEL NICOLAS con DEBORAH MILANO
LOGGIATO EST
Pensando L’Aquila
di MICHELE DE LUCCHI
con CORPO NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO e RIVA 1920
CORTILE D’ONORE
Stanza
di MARIO BOTTA con GVM, MAPEI e RIVA 1920
Mutated Panels
di RICHARD MEIER con ITALCEMENTI e STYL-COMP GROUP
Zero
di SNøHETTA
in collaborazione con Paolo Armenise e Silvia Nerbi
con CARRARAMARMOTEC - Franchi Umberto Marmi, Gemeg, Il Fiorino,
Italmarble di Pocai, Sam, Savema, MT&S, Up Group
MINI Sintesi
di ANDERS WARMING con MINI
INSTALLAZIONE LUMINOSA
Plasteroid
di JACOPO FOGGINI con NICE
HALL AULA MAGNA
Scriba
di GIULIO IACCHETTI con MOLESKINE
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Co-Producer
LA RINASCENTE MUTANT VITRINES
PIAZZA DUOMO, MILANO
progetti di
ZAHA HADID
RICHARD MEIER
GWENAEL NICOLAS
DIEGO GRANDI
SETSU e SHINOBU ITO
SNØHETTA
MARIO BOTTA
INGO MAURER
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Università degli Studi di Milano Via Festa del Perdono 7, Milano (11-23 aprile 2011)
ZAHA HADID, fondatrice di Zaha Hadid
Architects, ha ricevuto nel 2004 il Pritzker
Architecture Prize (considerato il Premio Nobel
dell’architettura) ed è nota a livello internazionale
per la sua attività teorica e accademica. Ognuno dei
suoi progetti dinamici e innovativi si fonda su trenta
anni di esplorazioni e ricerche rivoluzionarie nei
settori di urbanistica, architettura a design.
In collaborazione con il socio Patrik Schumacher,
Hadid rivolge i propri interessi alla rigorosa
interfaccia tra architettura, paesaggio e geologia
e il suo lavoro integra topografia naturale e
strutture umane per giungere alla sperimentazione
di tecnologie all’avanguardia. Questo processo
porta spesso a forme architettoniche inaspettate
e dinamiche. La Guangzhou Opera House,
Ph. Steve Double
primo progetto realizzato in Cina; il MAXXI:
Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo a
Roma, in Italia; la sede BMW a Lipsia, in Germania e il Phaeno Science Center a
Wolfsburg, in Germania costituiscono esempi eccellenti della ricerca di Hadid di
spazi fluidi e complessi. Precedenti edifici fondamentali come il Rosenthal Center for
Contemporary Art di Cincinnati negli Stati Uniti sono stati apprezzati come esempi
di architettura che trasforma la nostra visione del futuro con nuovi concetti spaziali
e forme coraggiose e visionarie. Al momento Hadid sta lavorando su numerosi
progetti in tutto il mondo, tra cui: il London Aquatics Centre per i Giochi Olimpici
del 2012; le stazioni ferroviarie dell’alta velocità a Napoli e Durango; la torre e
nuova sede CMA CGM a Marsiglia; il master plan e la torre per Citylife a Milano
e importanti master plan a Beijing, Bilbao, Istanbul e Singapore. I lavori di Zaha
Hadid negli ultimi 30 anni sono stati oggetto di retrospettive estremamente apprezzate
dalla critica esposte al Solomon R. Guggenheim Museum di New York nel 2006,
al Design Museum di Londra nel 2007 e al Palazzo della Ragione a Padova nel 2009.
Tra i progetti completati di recente vi sono il Museo del MAXXI a Roma; le innovative
stazioni ferroviarie Nordpark a Innsbruck in Austria; lo Chanel Mobile Art a
Hong Kong, Tokyo, New York e Parigi; il nuovo ponte di Saragozza in Spagna e il
Burnham Pavilion a Chicago.
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Twirl
di Zaha Hadid ARCHITECTS
con LEA CERAMICHE
illuminazione Artemide
Concept
Questo progetto è un’interpretazione contemporanea dell’architettura del cortile
Settecentesco dell’Università degli Studi di Milano tradotto e trasformato dalle
geometrie cartesiane rigide nella fluidità lineare dello spazio dinamico. Assecondando
i contorni naturali del cortile e le forze che fluiscono verso il centro, il progetto è ancor
più improntato all’inclinazione degli archi, creando un potente vortice di distorsione
spaziale che favorisce il dialogo con il colonnato circostante. Lo sviluppo delle complesse
geometrie tridimensionali curvilinee dell’installazione, generato dalla verticalità delle
lastre ceramiche, aggiunge un ulteriore livello di complessità all’insieme di riferimento.
I visitatori sono invitati ad esplorare la sensibilità scultorea e la dinamica formale di vari
elementi in cui il calibrato rapporto tra pieni e vuoti è chiamato ad esprimere la soluzione
di progetto. Ogni singolo pezzo può essere interpretato non solo come un tutto, ma come
un frammento catturato da un campo magnetico. Un certo margine di straniamento
introduce uno stimolo che si evolve tra forza latente e materia fisica.
Progetto
Il progetto consiste in lastre in grès laminato (Slimtech di Lea Ceramiche), larghe
1 metro, tagliate a varie altezze fino a 2 metri. Le coste seguono il flusso elegante della
geometria che corrisponde a una superficie complessiva di 800 m². Ogni pannello è
costituito da due lastre sovrapposte ciascuna dello spessore ultrasottile di 3 mm. Per
l’installazione sono stati utilizzati 7 diversi codici colore che creano sfumature dal
bianco al nero. Visti di lato i vari colori danno luogo a costanti cambiamenti di aspetto
sfruttando l’inflessione della luce diurna e la natura della curvatura. L’installazione
trasforma il cortile in uno spazio che muta costantemente forma e colore a seconda
delle molteplici prospettive. La piattaforma riallinea la griglia deformata del colonnato
al pavimento pixellato ed esalta le ombre proiettate dalle piastrelle verticali.
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Lea Ceramiche
Eccellenza, innovazione, entusiasmo, estetica, competenza e affidabilità: questi i valori
fondamentali di Lea Ceramiche, l’azienda di Fiorano Modenese che progetta e realizza
materiali ceramici per il rivestimento e la pavimentazione di ogni tipo di ambiente. La
capacità innovativa dell’azienda si basa su una continua sperimentazione che, grazie a sistemi
produttivi e tecnologie all’avanguardia, consente di proporre ai propri clienti una vasta
gamma di prodotti di altissima qualità che si pongono al vertice di mercato per le eccellenti
prestazioni tecniche e contenuto di design. Ne è un esempio Slimtech, il rivoluzionario grès
laminato dallo spessore di 3mm e dalle dimensioni extra di 1x3m, adatto ad impieghi ad oggi
inaccessibili alla ceramica tradizionale e protagonista dell’installazione di Zaha Hadid
per Interni Mutant Architecture&Design 2011. Lea Ceramiche è parte di Panariagroup
Industrie Ceramiche, primario gruppo ceramico internazionale quotato al segmento Star
di Borsa Italiana che detiene anche i marchi Panaria, Cotto d’Este, Fiordo, Blustyle, Margres,
Love Tiles e Florida Tile.
Artemide
Una serie di tubi fluorescenti (lampade Algoritmo prodotte appositamente da Artemide,
design Carlotta De Bevilacqua) irradiano la luce fluorescente dal centro verso le estremità
del sito fino alle colonne – illuminando l’architettura esistente e costituendo un legame tra
il rigido ambiente cartesiano circostante e la fluidità lineare del progetto.
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Cortile del 700
installazione Twirl (30 x 30 x h 2 m)
progetto di Zaha Hadid ARCHITECTS
con LEA CERAMICHE - illuminazione ARTEMIDE
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INGO MAURER, designer e imprenditore nel
settore dell’illuminazione, dirige dal 1966 la propria
azienda, con sede a Monaco di Baviera, che produce
e commercializza i prodotti da lui concepiti. Il primo
è stato Bulb, inserito nella collezione di design del
MoMA già nel 1969. A Euroluce nel 1984, Maurer
ha presentato il sistema di luci a basso voltaggio
YaYaHo, all’epoca all’avanguardia, composto da
cavi a bassa tensione con diversi elementi alogeni
mobili. Tra i progetti più noti di Maurer vi sono la
lampadina alata Lucellino (1992), Porca Miseria
(1994) e Zettel’z (1997). Dalla metà degli anni Novanta,
Maurer ha utilizzato gli effetti estetici dei Led e dei
circuiti stampati, con cui ha creato diversi oggetti
di varie dimensioni. Nel 1989, la Fondation Cartier
pour l’Art Contemporain ha ospitato la mostra Ingo
Maurer: Lumière Hasard Réflexion. Da allora i
suoi progetti – che si tratti di incarichi estemporanei
o di lampade della sua collezione – sono stati esposti in tutto il mondo in numerose
manifestazioni, per esempio Ingo Maurer - Light - Reaching for the Moon del Vitra Design
Museum e Provoking Magic: Lighting of Ingo Maurer, al Cooper-Hewitt National Design
Museum di New York. Nel 2010, il Bauhaus Archiv Berlin ha messo in mostra una
selezione rappresentativa della sua opera. Dal 1990, Maurer ha iniziato a progettare anche
installazioni e illuminazioni per committenti pubblici e privati, oltre a realizzare lampade
per la sua azienda, la Ingo Maurer GmbH. Alcuni esempi di questi incarichi speciali sono
i giganteschi paralumi per la stazione di Westfriedhof della metropolitana di Monaco di
Baviera; l’illuminazione dell’interno del Kruisherenhotel a Maastricht, nei Paesi Bassi,
e l’Atomium di Bruxelles; un grande oggetto luminoso per la Rockhal a Lussemburgo e
l’illuminazione e il design cromatico di un’altra stazione della metropolitana di Monaco
di Baviera. Ha anche ricevuto incarichi per progettare mostre e sfilate di moda, come
una installazione per Issey Miyake (1999) e la mostra “Rêves des Diamants” per Chanel.
Maurer vive e lavora a Monaco di Baviera. Nel 2008 ha inaugurato uno showroom da 700
mq al 47 di Kaiserstrasse a Monaco, in un ex capannone usato come luogo di produzione e
magazzino, che si trova nello stesso edificio del suo ufficio e del suo studio.
Nel 2010 Ingo Maurer ha ricevuto il Design Award della Repubblica Federale di Germania.
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Ablaze - Sentimento (s)travolgente
di Ingo Maurer
con Axel Schmid
per Enel
Concept
Il fuoco è una modalità di cambiamento radicale suscita stupore ed emozione per la sua
luce mobile. Questo progetto nasce dalla volontà di mostrare al rallentatore la graduale
trasformazione di un edificio che brucia: il “sogno” iniziale si è poi trasformato nella
percezione del cambiamento, della mutazione. L’installazione “Ablaze - sentimento (s)
travolgente” riprende così la trasformazione degli edifici e il potere emotivo del
fuoco e della luce in maniera più astratta: una capanna, l’archetipo dell’edificio,
non perfettamente “a piombo”, ma già distorta. È necessario un cavo per stabilizzarne
la struttura. Tra interno ed esterno il contrasto è eclatante: esternamente grezza e
nera, all’interno illuminata di un intenso color rosso, con il contrasto di un’apertura
color verde vivace nel pavimento. Dal soffitto pende un oggetto sferico che, muovendosi
lentamente, galleggia nello spazio e riflette l’intorno. L’essere umano che nel progetto
“abita” la casa, è molto esigente; vive con l’emozione e la passione per le nuove tecnologie.
Progetto
L’installazione all’interno del cortile Farmacia si configura come una piccola casa
dalle forme elementari: la capanna in fiamme, costruita con tavole di legno annerite,
è sospesa su una pedana lignea al centro della corte. Leggermente inclinata e fissata
ad un cavo d’acciaio laterale, la costruzione sembra sul punto di cadere. Il fuoco
è raffigurato in chiave simbolica dalla laccatura rosso acceso dell’interno, mentre
un pendolo riflettente crea dinamismo e riverbero alle fiamme-luce. Al centro del
pavimento un foro geometrico ribassato e dipinto di verde arricchisce le sfumature
cromatiche e i riflessi tra le superfici. Una macchina da fumo nascosta completa
l’effetto scenografico e la resa della luce a livello complessivo. Durante l’esposizione
dell’installazione nel Cortile della Farmacia, verrà suonata musica Cajun e Zydeco.
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Enel
Enel è un gruppo internazionale che produce e distribuisce elettricità e gas in
40 Paesi di quattro continenti. Fra le utility quotate in Europa, Enel è la seconda
per capacità installata e una delle più grandi in termini di numero di azionisti
con i suoi 1,2 milioni di investitori.
Enel produce 289 TWh annui di elettricità da un mix equilibrato di combustibili. Gli
impianti raggiungono una potenza di 94.869 MW con l’incidenza di oltre un terzo delle
fonti rinnovabili, in continua crescita soprattutto in Nord, Centro e Sud America.
Il Gruppo distribuisce energia attraverso 1,7 milioni di km di linee elettriche, vende
elettricità a 57,2 milioni di clienti e gas a 4 milioni tra famiglie e imprese. Il capitale di
Enel è posseduto dal Ministero italiano dell’Economia e delle Finanze che ne detiene
direttamente il 13,88% e, indirettamente, un ulteriore 17,36% attraverso la Cassa Depositi e
Prestiti, dai maggiori fondi di investimento internazionali, da compagnie di assicurazione,
da fondi pensione e fondi etici, oltre che da 1,2 milioni di piccoli risparmiatori.
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Ph. Tom Vack
Cortile della Farmacia
installazione Ablaze - Sentimento (s)travolgente (3 x 4,6 x h 4,2 m)
progetto di Ingo Maurer con Axel Schmid
per Enel
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GWENAEL NICOLAS è nato nel 1966 in Bretagna.
Si è diplomato al Royal College Of Art di Londra
con un Master in Industrial Design.
Nel 1991 si è trasferito a Tokyo, dove ha collaborato
con Water Studio (Cassina ixc.) and Issey Miyake su
progetti di Interior Design (Pleats Please Shops) e di
Packaging Design (Le feu d’Issey).
Nel 1998, ha fondato lo Studio Curiosity con
il supporto di Reiko Miyamoto. Ha lavorato
su molti progetti di complessità e dimensioni
differenti: architettura, interior e product design,
Ha collaborato con numerose aziende di fama
internazionale, quali Nissan, Lexus, Docomo, Louis
Vuitton, Kanebo, Nintendo, Agape.
Il suo lavoro, in particolare alcune istallazioni
concettuali, ha attratto l’attenzione internazionale.
Solo per citarne alcuni: “D-Day” al Centro
Pompidou di Parigi, “Light-Light” in Tokyo Wonder
(Milano 2008), Tokyo Fiber (Milano 2009) e il museo Lexus a Tokyo (2009).
Tra gli ultimi progetti: “Sparks” per lo Swarovski Crystal Palace durante il
FuoriSalone 2010 di Milano, e il nuovo packaging del profumo Aura di Swarovski.
Descrive se stesso come un “coreografo di spazi” e le sue opere si concentrano
sull’arte di incontrarsi. Conoscere non significa necessariamente comprendere.
L’informazione può essere condivisa, ma l’esperienza va vissuta, per essere
pienamente compresa. Dopo l’impressionismo, il minimalismo, il modernismo e altri
“…ismi” siamo ora nell’era dello “sperimentalismo”. Lo stile di Nicolas si distingue
per la sua luminosa trasparenza, per le forme glamour e i colori emozionali. Dopo
aver ricevuto numerosi premi per i suoi progetti architettonici e di prodotto, Gwenael
è stato recentemente insignito del Ku/Kan Prize 2009, il più prestigioso premio
giapponese di Interior Design, per la prima volta assegnato ad un designer straniero.
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Suspended Colors
di GwenaEl Nicolas
con Deborah Milano
illuminazione Color Kinetics Japan
Concept
Architetture mutanti: spazi in cui gli elementi sono costantemente in evoluzione o in
movimento, la cui configurazione finale è ancora indefinita. Come il bozzolo da cui
nasce la farfalla, le architetture mutanti sono spazi in transizione, composizioni ibride
di elementi. Suspended Colors vuole permettere a ogni osservatore di interpretare
l’ambiente in maniera diversa. L’installazione sembra sospesa, come una medusa
leggiadra nell’acqua; lo spazio definito dalle fibre è in costante movimento e prende vita
quando viene sfiorato da un alito di vento o da un visitatore. Lo spostamento e la velocità
sono i catalizzatori delle architetture mutanti: le prospettive si trasformano in traiettorie.
L’installazione è concepita per essere attraversata camminando, studiata per
dare l’impressione di essere viva, perché in moto perpetuo, interagendo con gli
elementi naturali e con il pubblico. Lo spazio a spirale è circondato da una distesa di
fibre, entità in movimento pronte a trasformarsi in nuove architetture mutanti.
Il rossetto icona di Deborah Milano, Light Creator, è usato invece per creare un
magico giardino colorato.
Progetto
Suspended Colors è un corridoio a spirale costituito da una serie di 80 fibre lunghe
14 metri e illuminate con luci Led RGB. La spirale ha un diametro di 25 metri ed è alta 7
metri. Ogni sezione delle fibre è progettata per generare una curva naturale e limitare le
sollecitazioni sulla struttura in tensione. Le fibre si sviluppano dalla base centrale, dove
sono unite le une alle altre. La tensione di ciascuna fibra è compensata da quella di tutte le
altre e il risultato è un oggetto leggiadro che sembra sfidare la forza di gravità. La tensione
permette al perimetro esterno di rimbalzare lentamente da un lato all’altro. Ai quattro
angoli del cortile, 4 gruppi di 1000 packaging di Light Creator, il rossetto di Deborah
Milano (design Mario Trimarchi), creano altrettante zone di colore cangiante sul prato.
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Deborah Group
Azienda che si occupa di cosmesi da quattro generazioni e che per più di 100 anni ha
lavorato incessantemente per realizzare un’idea molto precisa di estetica democratica,
oggi è una realtà internazionale in grado di rispondere alle esigenze di ogni donna grazie
alla varietà e alla versatilità dei prodotti offerti e alla copertura pressoché totale di tutti i
segmenti del mercato cosmetico: make-up, skin-care, healthcare e fragranze.
Il gruppo è attualmente presente in 50 Paesi e vanta una capillare distribuzione in
Europa, presidiata da proprie strutture in Italia (Deborah Italia) e Spagna (Deborah
Iberica). Nato negli anni ’60, Deborah Milano è il marchio italiano leader nel makeup di Deborah Group. Negli anni, il marchio ha saputo crescere e farsi riconoscere
immediatamente dal mercato per la qualità dei suoi prodotti. Da allora Deborah Milano
ha fatto propri i caratteri distintivi dell’italianità che, nel mondo, rappresentano stile,
moda e design. Dal 2000 l’azienda ha perseguito una precisa strategia di design che ha
portato il marchio all’odierna personalità e i packaging a quella riconoscibilità che ne
ha fatto i prodotti icona di oggi. L’impegno nell’ambito del design si è evoluto a livello di
comunicazione dal 2008 con la presenza di Deborah Milano alla Design Week milanese
con progetti propri, firmati da designer di fama internazionale. Suspended Colors, il
progetto firmato da Gwenael Nicolas, nasce da quest’idea di evoluzione e trasformazione
applicata a Light Creator, il rossetto icona di Deborah Milano, che dal 2003 rappresenta
per il brand il connubio tra design e make up, proposto ogni anno in edizioni limitate.
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Cortile dei Bagni
installazione Suspended Colors (Ø 25 x h 7 m)
progetto di GwEnaEl Nicolas
con Deborah Milano - illuminazione Color Kinetics Japan
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MICHELE DE LUCCHI è nato nel 1951 a Ferrara
e si è laureato in architettura a Firenze. Negli anni
dell’architettura radicale e sperimentale è stato
tra i protagonisti di movimenti come Cavart,
Alchymia e Memphis. Ha disegnato lampade ed
elementi d’arredo per le più conosciute aziende
italiane ed europee. È stato responsabile del
Design Olivetti dal 1992 al 2002, ha sviluppato
progetti sperimentali per Compaq Computers,
Philips, Siemens, Vitra e ha elaborato varie
teorie personali sull’evoluzione dell’ufficio. Ha
progettato e ristrutturato edifici in Giappone
per NTT, in Germania per Deutsche Bank, in
Svizzera per Novartis e in Italia per Enel, Olivetti,
Piaggio, Poste Italiane e Telecom Italia. Dal 1999
è stato incaricato della riqualificazione di alcune
Ph. Giovanni Gastel
Centrali elettriche di Enel. Per Deutsche Bank,
Deutsche Bundesbahn, Enel, Poste Italiane,
Telecom Italia, Hera, Intesa Sanpaolo ha collaborato all’evoluzione dell’immagine
introducendo innovazione tecnica ed estetica negli ambienti di lavoro. Ha curato molti
allestimenti di mostre d’arte e design e progettato edifici e allestimenti espositivi per
Musei come la Triennale di Milano, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Neues
Museum di Berlino. Negli ultimi anni ha sviluppato progetti di architettura per
committenze private e pubbliche in Georgia, come il Ministero degli Affari Interni
e il Ponte della Pace a Tbilisi, inaugurati di recente. Il lavoro professionale è stato
sempre accompagnato dalla ricerca personale sui temi del progetto, del disegno, della
tecnologia e dell’artigianato. Nel 1990 ha creato Produzione Privata, una piccola
impresa nel cui ambito Michele De Lucchi disegna prodotti che vengono realizzati
impiegando tecniche e mestieri artigianali. Dal 2004 scolpisce casette in legno con
la motosega per cercare l’essenzialità della forma architettonica. Lo studio aMDL
S.r.l. ha sede a Milano e Roma. Nel 2003 il Centre Georges Pompidou di Parigi ha
acquisito un rilevante numero dei suoi lavori. Una selezione dei suoi oggetti è esposta
nei più importanti musei d’Europa, degli Stati Uniti e del Giappone. Numerosi i
riconoscimenti internazionali. Nel 2000 è stato insignito dell’onorificenza di Ufficiale
della Repubblica Italiana dal Presidente Ciampi per meriti nel campo del design e
dell’architettura. Nel 2001 è stato nominato professore ordinario per chiara fama
presso la Facoltà di Design e Arti dell’Istituto Universitario di Architettura a Venezia.
Nel 2006 ha ricevuto la Laurea ad Honorem dalla Kingston University, per il suo
contributo alla “qualità della vita”. Dal 2008 è professore ordinario presso la Facoltà
del Design al Politecnico di Milano e accademico presso l’Accademia Nazionale di San
Luca a Roma. Nel 2009 ha ricevuto il Golden Fleece Order e nel 2010 il Presidential
Order of Excellency dal Presidente della Georgia, Mikheil Saakashvili.
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Loggiato Est
installazione Pensando L’Aquila (5,5 x 3 m)
progetto di MICHELE DE LUCCHI con Philippe Nigro
con CORPO NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO e RIVA 1920
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Pensando L’Aquila
di MICHELE DE LUCCHI
con Philippe Nigro
con CORPO NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO e RIVA 1920
Concept
“Non so se esiste un modo per esprimere lo sconforto che provo quando penso a
L’Aquila. Vedo davanti a me che tutto è immobile, che le persone vivono private della
loro quotidianità, in una città che è il ricordo della città di prima. Quando ho visitato
L’Aquila dopo il terremoto, mentre camminavo per le vie distrutte, in quel silenzio
attonito, ho visto una traccia di bellezza. Tra le crepe che ferivano gli edifici storici, i
pompieri avevano costruito delle strutture in legno di recupero che si inserivano
con perfetta armonia. La sorpresa di trovare tanta delicatezza in un’opera creata
in una situazione di emergenza meritava di essere raccontata a tutti. Il legno più
povero, quello del cantiere, quello non pregiato che è passato per le mani della gente,
creava bellissime composizioni, solidi sostegni e allo stesso tempo decorazioni da
contemplare. Con quello stesso legno che usano i pompieri nei momenti di emergenza
ho disegnato strutture decorative per gli archi dell’università degli Studi di Milano,
architettura perfetta che è patrimonio della città, che tutti abbiamo sotto gli occhi ogni
giorno, che guardiamo ma non vediamo. Due squadre di vigili del fuoco realizzeranno
le strutture che ho disegnato sotto gli archi del Loggiato ovest primo piano. Il loro
lavoro, considerato solo tecnico, sarà guardato per la prima volta con stupore anche a
Milano, sotto gli archi della Statale.”
Progetto
Gli archi del Loggiato saranno decorati con strutture in legno. Questi elementi
sono ispirati alle strutture di consolidamento che i vigili del fuoco sviluppano
e costruiscono a seconda del tipo di danno sul quale è necessario intervenire,
secondo il manuale delle “opere provvisionali per la messa in sicurezza post-sisma”.
Interpretando la specificità decorativa delle architetture di consolidamento, Michele
De Lucchi progetta un’installazione che traduce il senso di distruzione in bellezza.
False strutture di consolidamento sono state sviluppate con la collaborazione dell’ing.
Claudio Modena per essere costruite proprio dai vigili del fuoco per la settimana
milanese del design. Il materiale in cui sono realizzate è legno di abete da impalcature,
fornito da Riva 1920.
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Riva 1920
Costruire mobili che sfidano il tempo e rispettano la natura. Riva 1920 produce
mobili da tre generazioni. Maurizio e Davide Riva conducono attualmente l’attività
avviata dal nonno Nino Romano nel 1920 e proseguita dal padre Mario Riva. Da
circa vent’anni l’azienda è impegnata nella produzione di arredi i cui materiali e
complementi sono interamente naturali, a basso impatto ambientale. Riva 1920
inaugura nel 2001 il Museo del Legno, per tramandare e non dimenticare che il legno
è una risorsa rinnovabile, ma non infinita. Cultura, design e sensibilità sociale sono
divenuti da allora parte fondamentale dell’attività di Riva 1920. Progetti speciali sono
nati da questo connubio di falegnameria e genialità, come il progetto volto al riutilizzo
delle Briccole Veneziane, del legno millenario neozelandese Kauri e il progetto
Ground Zero, per ricordare la storia dell’11 Settembre 2001 con grandi del design.
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IL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO
700.000 operazioni di soccorso tecnico urgente ogni anno. 700.000 risposte che i
vigili del fuoco danno in tempo reale ai cittadini, ponendosi come punto di riferimento
certo per la loro sicurezza: gli ultimi sondaggi dicono che il 98% degli italiani sono
pienamente soddisfatti dell’opera che svolgono i vigili del fuoco. Addestramento,
capacità, esperienza, uso di tecnologia, sono gli elementi che caratterizzano il vigile
del fuoco di oggi, elementi che bene sono emersi durante il soccorso prestato alla
popolazione abruzzese, dopo il terremoto a L’Aquila del 6 aprile 2009.
Subito dopo la scossa delle 3.32 il sistema di soccorso del Corpo nazionale, che
rappresenta un modello di riferimento in tutto il mondo, si è attivato automaticamente.
Il Centro operativo nazionale del Viminale ha immediatamente disposto l’invio sul
territorio abruzzese di sezioni operative, in assetto terremoto, da tutte le province
italiane: dopo nemmeno 48 ore stavano operando sul posto oltre 2.700 vigili del
fuoco e più di 1.200 mezzi. Un soccorso portato in tre fasi. Conclusa la prima fase
di emergenza, quasi completamente rivolta al soccorso alle persone rimaste sotto
le macerie, con centinaia di vite salvate, e dopo la seconda fase nella quale si è data
assistenza alla popolazione, nella terza fase, insieme al recupero dei beni di prima
necessità, è stata avviata l’importante operazione di valutazione delle lesioni subite
dalle strutture e quindi di puntellamento di quelle pericolanti.
Per questo intervento il Corpo ha subito messo in campo una delle sue risorse
fondamentali, gli oltre 1.000 tra ingegneri, architetti, geometri e periti, che fanno dei
vigili del fuoco la più grande struttura tecnica che esiste in Italia, che hanno predisposto la
progettazione delle opere provvisionali da effettuare su ogni singolo edificio danneggiato.
Anche la successiva opera di esecuzione, portata a termine in totale sicurezza dal
personale SAF dei vigili del fuoco (speleo, alpino, fluviale), è stata coordinata e diretta
dai tecnici dei vigili del fuoco, in sinergia con gli esperti dei beni culturali quando si è
trattato di mettere in sicurezza opere di pregio architettonico. Ad oggi sono stati più di
250.000 gli interventi effettuati complessivamente nelle tre fasi.
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Le 700.000 operazioni di soccorso portate a termine ogni hanno hanno anche un
altro risultato positivo, rappresentano infatti un bagaglio unico ed insostituibile
di esperienze che vanno ad arricchire la notevole conoscenza che i vigili del fuoco
vantano nel campo della sicurezza. E’ anche dall’analisi degli incidenti affrontati che il
Corpo nazionale trae elementi per l’emanazione o la modifica di norme e di procedure
operative, che si traducono poi in maggiore sicurezza per il paese.
Non è un caso che l’Italia, tra i paesi della Comunità Europea, sia quello con il più
basso tasso di mortalità per cause di incendio. Grazie al modello di prevenzione
incendi attuato dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco, il numero di morti si attesta
ogni anno su 2 unità per ogni milione di abitanti. Come dimostra il report del network
EU Fire Safety Network, organo che opera sotto il controllo della Commissione
Europea, la media ponderata di 19 tra i paesi membri è invece pari a 10,7. Paesi
maggiormente industrializzati come la Germania, la Francia, l’Inghilterra hanno un
numero di morti per milione di abitanti oscillante tra 5 e 7.
Ogni anno sono 200 mila i progetti esaminati e i sopralluoghi effettuati dal Corpo
nazionale dei vigili del fuoco per certificare la rispondenza alle norme di prevenzione
incendi delle attività industriali, artigianali, commerciali, delle centrali termiche,
degli edifici di grande altezza (superiori a 24 metri) e, più in generale, delle attività con
rischio di incendio e/o con presenza considerevole di persone.
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MARIO BOTTA, dopo un periodo d’apprendistato
a Lugano, frequenta il liceo artistico di Milano
e prosegue i suoi studi all’Istituto Universitario
d’Architettura di Venezia, dove si laurea nel
1969 con i relatori Carlo Scarpa e Giuseppe
Mazzariol. Durante il periodo trascorso a Venezia,
ha occasione di incontrare e lavorare per Le
Corbusier e Louis I. Kahn.
Nel 1970 apre il proprio studio a Lugano e, da
allora, svolge un’importante attività didattica,
tenendo conferenze, seminari e corsi presso scuole
d’architettura in Europa, in Asia, negli Stati Uniti
e in America Latina. Nel 1976 è nominato
professore invitato presso il Politecnico di
Losanna e nel 1987 presso la Yale School of
Architecture a New Haven, USA. Dal 1983
Ph. Beat Pfändler
è nominato professore titolare delle Scuole
Politecniche Svizzere, dal 1982 al 1987 è stato
membro della Commissione Federale Svizzera delle Belle Arti.
Dalle case unifamiliari in Canton Ticino il suo lavoro ha abbracciato tutte le tipologie
edilizie: scuole, banche, edifici amministrativi, biblioteche, musei ed edifici del sacro.
Nel corso degli ultimi anni si è impegnato come ideatore e fondatore della nuova
Accademia di Architettura di Mendrisio, dove tuttora insegna e dove ha ricoperto
l’incarico di direttore per l’anno accademico 2002/03.
Il suo lavoro è stato premiato con importanti riconoscimenti internazionali (tra i
quali il Merit Award for Excellence in Design by the AIA per il MoMA, museo
d’arte moderna a San Francisco) e numerose sono le mostre dedicate alla sua
ricerca. A settembre 2010 il museo MART di Trento e Rovereto ha celebrato i
50 anni di attività dell’architetto con una grande retrospettiva. Tra le sue opere
meritano di essere ricordate: il teatro e casa per la cultura a Chambéry; la mediateca
a Villeurbanne; il SF MoMA museo d’arte moderna a San Francisco; la Cattedrale
della Resurrezione a Evry; il museo Jean Tinguely a Basilea; la Sinagoga
Cymbalista e centro dell’eredità ebraica a Tel Aviv; la biblioteca municipale a
Dortmund; il Centro Dürrenmatt a Neuchâtel; il MART museo d’arte moderna e
contemporanea di Trento e Rovereto; la torre Kyobo e il museo Leeum a Seoul; gli
edifici amministrativi della Tata Consultancy Services a Nuova Delhi e Hyderabad; il
museo e biblioteca Fondation Bodmer a Cologny; la Chiesa Papa Giovanni XXIII a
Seriate; la ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano; la Chiesa del Santo Volto
di Torino; il centro benessere Tschuggen Berg Oase ad Arosa; la cantina Château
Faugères a Saint-Emilion, il museo Bechtler a Charlotte, la chiesa di Santa Maria
Nuova a Terranuova Bracciolini, le stazioni della metropolitana di Napoli, il museo
dell’architettura a Mendrisio.
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Stanza
di Mario Botta
con GVM, MAPEI e RIVA 1920
Concept
Interni Mutant Architecture & Design è l’occasione per sviluppare alcune riflessioni
attorno al modo dell’abitare e del costruire. Per l’architetto confrontarsi con un prototipo
significa esplorare una carica utopica che si ricollega alle forme archetipiche del grande
passato. In tale senso va interpretata questa progettazione “minimalista” che si confronta
con un unico materiale: il marmo. Le superfici marmoree sembrano vivere attraverso la
luce e, grazie ad una presenza fisica che si ancora alla terra madre, esprimono l’idea di
gravità, di peso. Il rigore delle superfici pure dell’unico concio di pietra di 86x86x43cm - e
le sue svariate combinazioni - riportano il fatto architettonico verso valori primordiali. Si
è voluto creare un rapporto con l’architettura esistente la quale, nella sua forma più aulica,
diviene parte del progetto, costituendo il fondale di questa nuova “stanza”.
Progetto
“Stanza” è composta da 115 moduli in marmo a forma di L con dimensioni di
86x86x43cm e del peso complessivo di oltre 45 tonnellate. La composizione di questi
monoblocchi, componibili e ri-componibili in diverse soluzioni, definisce il volume finale di
516x473x473cm. Il quarto muro è costituito dal loggiato del Cortile d’Onore Secentesco che
ospita l’istallazione. L’utilizzo del marmo presenta una notevole resistenza naturale alla
compressione. Il taglio dei moduli a L viene effettuato partendo dal centro del blocco grezzo
in direzione del perimetro per evitare rotture impreviste. Le uniche eccezioni a questa
modularità sono rappresentate dal tavolo e dai 7 vasi i quali, a loro volta realizzati in marmo,
concorrono a creare differenti condizioni all’interno di “stanza”.
GVM La civiltà del marmo
GVM è un’azienda che ha avuto l’obiettivo di ricreare a Carrara, attorno
all’antichissima civiltà del marmo, una nuova filosofia altamente tecnologica.
Arte, tecnologia, creatività, diversificazione e unicità, questi i principi guida che hanno
ispirato Gualtiero Vanelli nel 1995 a fondare GVM la civiltà del marmo, proseguendo
una tradizione familiare che da oltre due secoli opera nel settore lapideo ed è
proprietaria di alcune delle maggiori cave di marmo di Carrara.
GVM in questi anni ha diversificato gli strumenti legati alla lavorazione della pietra
per realizzare qualcosa di diverso che lega a doppio filo il mondo del marmo con l’arte,
il design ed il marketing.
Mapei
Mapei, leader mondiale nel settore degli adesivi, sigillanti e prodotti chimici per
l’edilizia, collabora con Mario Botta per la realizzazione di questa installazione,
proseguendo così il rapporto che li lega da molti anni. Sono testimonianza di questa
sinergia gli interventi realizzati assieme: il Museo d’Arte Moderna a San Francisco, il
progetto ligneo del San Carlino a Lugano e il restauro del teatro “Alla Scala” di Milano.
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Riva 1920
Costruire mobili che sfidano il tempo e rispettano la natura. Riva 1920 produce mobili da
tre generazioni. Da circa vent’anni l’azienda è impegnata nella produzione di arredi i cui
materiali e complementi sono interamente naturali, a basso impatto ambientale.
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Cortile d’Onore
installazione Stanza (5,16 x 4,73 x h 4,73 m)
progetto di Mario Botta
con GVM, MAPEI e RIVA 1920
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RICHARD MEIER, socio dirigente di Richard
Meier & Partners Architects, ha studiato
architettura alla Cornell University, ha lavorato
con lo studio S.O.M. e con Marcel Breuer, ha fatto
parte del gruppo Five Architects (con Eisenman,
Hejduk, Graves, Gwathmey) e ha fondato il proprio
studio a New York nel 1963. Tra i progetti più noti
che portano la sua firma vi sono il Getty Center
a Los Angeles; la Chiesa del Giubileo a Roma;
lo High Museum of Art ad Atlanta; i Perry and
Charles Street Condominiums a New York; la sede
di Canal+ Television a Parigi; e il Museo di Arte
Contemporanea a Barcellona. Nel 1984, Meier
ha ricevuto il Pritzker Prize per l’Architettura,
considerato il riconoscimento più prestigioso nel
settore. Tra i progetti completati di recente da
Ph. © Mark Seliger and Richard Meier & Partners Architects
Richard Meier & Partners vi sono la Gagosian
Gallery a Los Angeles; l’Arp Museum in Germania;
il Museo dell’Ara Pacis a Roma; il Museo della Collezione Burda a Baden-Baden
in Germania; il Broad Art Center a UCLA; il San Jose City Hall; la Coffee Plaza ad
Amburgo; e i Tribunali Federali Statunitensi a Islip, New York, Phoenix (Arizona); e la
Weill Hall, il Life Sciences Technology Building alla Cornell University a Ithaca, New
York. Tra i progetti attualmente in corso vi sono i.Lab di Italcementi a Bergamo;
torri residenziali a Tel Aviv (Israele) e a Tokyo in Giappone; due progetti commerciali
e nel settore dell’accoglienza in Messico; una club house e hotel in Cina; e residenze
di lusso. Tra i numerosi premi a lui assegnati vi sono trenta National AIA Honor
Awards e oltre 50 AIA Design Awards regionali. Nel 1989, Richard Meier ha ricevuto
la Royal Gold Medal dal Royal Institute of British Architects mentre nel 1992, il
governo francese lo ha onorato nominandolo Commendatore dell’Ordre des Arts
et des Lettres. Nel 1995 è stato eletto Fellow della American Academy of Arts and
Sciences. Sta attualmente scrivendo la prima monografia sui suoi dipinti, sculture,
collage, disegni e sculture insieme al famoso graphic designer Massimo Vignelli.
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Mutated Panels
di Richard Meier ARCHITECTS
con ITALCEMENTI e STYL-COMP GROUP
Concept
La luce naturale è l’elemento fondamentale del lavoro di Richard Meier. La luce
viene elaborata per dare forma allo spazio, indica il passare del tempo, rende presente il
cielo – tutti elementi essenziali per arricchire l’esperienza di un’architettura. Mutated
Panels consiste in una serie di pareti le cui geometrie gradualmente falsano la
pluridimensionalità, tramutandola in una sola dimensione: il materiale con cui è
costruita, il cemento, diventa espressione di plasticità. Mutated Panels è situata sul
lato est del Cortile d’Onore e perpendicolare all’asse centrale dell’edificio. Non appena
l’osservatore si muove l’opera suscita differenti percezioni temporali, volumetriche,
planari e spaziali. L’opera, inizialmente, è colta come un inerte quadrato di cemento
bianco, poi come un volume (formato dalla piazza e da una parete traslucida in cemento),
successivamente come una sequenza distorta di bordi di pannelli, e infine come uno
spazio lineare, animato dall’interazione dei pannelli che si intrecciano con la luce del sole
da un lato e con la delicatezza della parete traslucida dall’altro.
Progetto
L’installazione è composta da pannelli di circa 2-3m x 3m in cemento fotocatalitico
TX-Active di Italcementi, un materiale autopulente e che riduce l’inquinamento,
utilizzato nella Chiesa del Giubileo di Roma di Richard Meier (2003) e da Pietre Fuse
di Styl-Comp Group, l’innovativo prodotto ottenuto da selezionate miscele con elevate
e multiple qualità estetico-funzionali. I pannelli sono disposti secondo una sequenza di
10m, piatti, storti, piatti, e sono sostenuti da un plinto rialzato. Il progetto espone anche
i pannelli di cemento traslucido i-Light di Italcementi, che sono disposti lungo una
parete alle spalle dei pannelli in TX-Active. I pannelli sono sostenuti da una struttura
in acciaio. I visitatori possono passeggiare attraverso un corridoio adiacente la sequenza
dei pannelli e guardare attraverso i pannelli i-Light alle spalle. La visione attraverso
i pannelli traslucidi è incrementata da un tetto opaco sovrastante. Di giorno la luce
naturale si riflette e produce ombre lungo il corridoio; mentre di notte l’installazione,
illuminata dall’interno, crea un effetto di brillantezza .
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Italcementi Group
Con i suoi materiali e il suo know-how, Italcementi Group è da sempre al fianco
dell’architettura nella elaborazione di progetti innovativi e ad alto contenuto
tecnologico. Quella con Richard Meier & Partners è una sinergia che nasce già alla fine
degli anni Novanta, con la realizzazione della chiesa Dives in Misericordia di Roma, e
continua fino al progetto i.lab, il nuovo centro ricerche del Gruppo Italcementi che sarà
inaugurato a fine 2011 e che racchiude in sé il meglio delle tecnologie di costruzione
“green”. Sintesi di questo costruttivo dialogo professionale è anche Mutated Panels,
un’installazione messa a punto dallo studio Meier con i nuovi prodotti eco-compatibili
sviluppati dai ricercatori Italcementi: il cemento “trasparente” i.light® e il cemento
“mangia smog” TX Active®. È il quinto produttore di cemento a livello mondiale.
Styl-Comp Group
Styl-Comp Group è un gruppo di 3 aziende altamente specializzate nella produzione,
ingegnerizzazione e montaggio di manufatti architettonici e strutturali a base
cementizia specializzata in progetti “custome”. Pietre Fuse è un’innovativo prodotto
cementizio, che, sapientemente selezionato e colato, crea infinite geometrie e piacevoli
effetti alla vista e al tatto, liberamente modulabili in intensità a seconda delle esigenze
progettuali, mai prima d’ora accostati a elementi architettonici e strutturali.
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Cortile d’Onore
installazione Mutated Panels (10 x 6 x h 3.25 m)
progetto di Richard Meier ARCHITECTS
con ITALCEMENTI e STYL-COMP GROUP
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SNØHETTA, costituito nel 1989 e condotto da Craig
Dykers e Kjetil Thorsen, è uno studio internazionale di
interior design, architettura e architettura del paesaggio
con sede a Oslo (Norvegia) e New York. Dal 2010 questo
studio, che deve il nome a una delle cime montuose più alte
della Norvegia, può contare su circa 100 professionisti
che lavorano su progetti in Europa, Asia, Stati Uniti e
Canada. Lo studio segue un approccio transdisciplinare
dove diverse competenze collaborano per la realizzazione dei
singoli progetti. La caratteristica fondamentale dello studio
è il rispetto dei vari contesti e culture, valore che si riflette
nella sua composizione: designer e progettisti provenienti da
tutto il mondo. Lo studio ha portato a termine una serie di progetti culturali con grande
successo di critica come la Bibliotheca Alexandrina in Egitto, il nuovo National Opera
and Ballet di Oslo e il Lillehammer Art Museum realizzato per i Giochi Olimpici
invernali del 1994 in Norvegia. I progetti attuali comprendono il National September
11 Memorial Museum Pavilion al World Trade Center di New York, il Wolfe Center
for the Arts alla Bowling Green State University dell’Ohio, la Hunt Library and Institute
for Emerging Issue di Raleigh nel Nord Carolina, il Mutrah Fish Market di Muscat
nell’Oman, il King Abdulaziz Center for World Culture di Dhahran in Arabia Saudita
e il nuovo Student Learning Center della Ryerson University di Toronto in Canada.
Di recente a SnØhetta è stato anche conferito l’incarico di ricostruire le aree pubbliche
all’interno e nei pressi di Times Square a New York City ed è stato selezionato come
partner del San Francisco Museum of Modern Art (SF MoMA) per il progetto di
espansione del museo. Nel 2004 lo studio è stato insignito dell’Aga Khan Award for
Architecture e nel 2009 ha avuto l’onore di ricevere il Mies van der Rohe Award.
SnØhetta è l’unico studio ad aver vinto due volte il World Architecture Award per la
realizzazione del miglior edificio culturale: nel 2002 con la Bibliotheca Alexandrina e nel
2008 con il National Opera and Ballet di Oslo.
Paolo Armenise e Silvia Nerbi fondano nel 1996 lo studio
di progettazione Zot e si occupano principalmente di
architettura, design, grafica e comunicazione.
Oltre all’attività legata all’architettura, con realizzazioni
di numerosi progetti in Italia e all’estero, nel corso
degli anni hanno collaborato con il Centro Ricerche
dell’Istituto Europeo di Design sviluppando progetti di
comunicazione territoriale integrata e si sono occupati, in
qualità di responsabili, di 3 edizioni di Master Estivi (ASP
program) che si sono svolti in Toscana e Sicilia. Attualmente
sono art director di Savema, Marmi Carrara, Magti e
dal 2008 di CarraraMarmotec. Dal 2004 sono soci della
Bestetti Associati di Milano. Hanno lavorato tra gli altri per Poliform, Paola Lenti, Disano
Illuminazione, Albed e Abitare il tempo.
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Zero di SNØHETTA
in collaborazione con Paolo Armenise e Silvia Nerbi
con CARRARAMARMOTEC - Franchi Umberto Marmi, Gemeg, Il Fiorino,
Italmarble di Pocai, Sam, Savema, MT&S, Up Group
Illuminazione Martinelli Luce
Concept
Un gesto che diventa segno profondo, una sottrazione che è il presupposto per generare
materia, questo è il marmo. Quotidianamente il gesto compiuto dall’uomo nell’estrarre
il marmo genera un vuoto, a volte questo vuoto è più evidente, guardando la
montagna si vedono degli enormi buchi, degli enormi zero. Abbiamo pensato al senso
etico del nostro mestiere, il progetto non è altro che la volontà di rappresentare quel
vuoto addolcendone gli spigoli per fare sì che l’uomo potesse sentirlo un luogo suo.
Non c’è progetto solo etico nel modellare uno zero, nel rappresentare un vuoto. Questa
è l’unica mutazione possibile, quella che l’uomo può effettuare prendendo un pezzo
grezzo dalla terra e convincerlo a diventare morbido come un cuscino.
Progetto
Il progetto è un cubo di marmo di 5 m x 5 m vuoto all’interno.
L’esterno ha spigoli vivi e puri, la superficie delle pareti è grezza senza finiture,
all’interno invece tutto si ammorbidisce, gli spigoli diventano morbidi, le pareti
diventano levigate e le linee del pavimento diventano morbide fino a diventare
sedute. Nasce così un’architettura da attraversare fermandosi un attimo per
concedersi un pensiero.
CarraraMarmotec
È diventato un appuntamento immancabile per chi crea e progetta, uno
strumento promozionale a disposizione delle aziende capace di creare un link ideale
tra il mondo del design, dell’architettura e l’universo della pietra.
Situata nel distretto industriale lapideo più antico e universalmente riconosciuto,
dove tutt’oggi è possibile trovare ancora tracce del sistema di “tagliata” dei romani,
CarraraMarmotec è la fiera di riferimento per la pietra naturale e la meccanica di
estrazione e trasformazione lapidea, capace di riunire all’interno della manifestazione
fieristica, eccellenze aziendali con caratteristiche e abilità differenti. Grazie anche a
un’attività convegnistica di alto profilo tecnico-culturale, CarraraMarmotec, più che
una fiera, è un vero e proprio evento in continua evoluzione, sempre alla ricerca di
nuovi stimoli, linguaggi, e sinergie capaci di comunicare gli stessi valori che hanno
decretato il successo del made in Italy nel mondo: tradizione, cultura, creatività,
know-how, gusto e qualità.
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Cortile d’Onore
installazione ZERO (5 x 5 x h 5 m)
progetto di SNøHETTA in collaborazione con Paolo Armenise e Silvia Nerbi
con CARRARAMARMOTEC - Franchi Umberto Marmi, Gemeg, Il Fiorino,
Italmarble di Pocai, Sam, Savema, MT&S, Up Group
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MINI Sintesi
di ANDERS WARMING
con MINI
Concept
Ideata e progettata dal general manager del design
MINI Anders Warming e dal suo team, l’installazione
MINI Sintesi è una trasposizione artistica di un
principio che descrive in pieno la famiglia MINI:
“Tutti i membri della famiglia MINI derivano
dallo stesso nucleo e condividono gli stessi geni,
ma mostrano caratteri diversi e individuali”.
Progetto
Il corpo della scultura converge in un unico
nucleo centrale da cui esplodono cinque diverse
sagome colorate che mostrano l’architettura dei
modelli MINI. Al centro della scultura, la MINI
di Sir Alec Issigonis, origine e più intimo seme di tutte le future configurazioni della
MINI. Da questo punto di partenza l’installazione si sviluppa seguendo il principio
evolutivo del marchio “dall’originale all’originale” con la sagoma della MINI
Concept Coupé, della MINI Hatchback, della MINI Clubman, fino a raggiungere
lo strato esterno dove si trova la sagoma della MINI Countryman, l’ultima arrivata
nella famiglia MINI.
Ogni modello della gamma MINI ha le proprie caratteristiche e soddisfa diverse
esigenze. Nella scultura ciò si esprime a partire dal nucleo compatto e stabile dal
quale esplode in diverse direzioni il potenziale della famiglia MINI e della sua
continua e progressiva evoluzione. L’aspetto cromato della sagoma più esterna
riflette l’architettura storica circostante e i cambiamenti del cielo, generando un
affascinante contrasto. I tubi aperti della struttura invitano a una interazione
ludica, la creatività e l’immaginazione di ogni visitatore rendono così la fruizione dell’
installazione MINI Sintesi unica e personale.
ANDERS WARMING, responsabile dello sviluppo del design MINI a partire
da gennaio 2011, ha iniziato a lavorare per DesignworksUSA in California nel
1997. Successivamente, il 38enne danese ha coperto diversi incarichi in qualità di
designer automobilistico prima di approdare a Monaco nel 2005 come Team Leader,
Advanced Design nel BMW Group. Nel 2007, è stato nominato capo del Design degli
Esterni per BMW Automobili. Sotto la sua guida, sono state create la BMW Z4, la
BMW Serie 5 e la BMW Concept Serie 6 Coupé, presentata al Salone dell’Auto di Parigi.
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Cortile d’Onore
installazione MINI Sintesi (6 x 6 x h 2,80 m)
progetto di ANDERS WARMING
con MINI
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JACOPO FOGGINI, si definisce un esploratore che
percorre l’arte e il design, superando i limiti imposti
dalla convenzionalità delle discipline.
La capacità evocativa delle sue opere combina
armoniosamente una raffinata sensibilità poetica
con il rivoluzionario uso in ambito artistico di un
comunissimo materiale, normalmente utilizzato
per produrre i catarifrangenti delle automobili:
il metacrilato. Dopo l’esordio nel 1997, con
un’installazione nello spazio di Romeo Gigli, le
tappe della carriera di Jacopo Foggini sono state
segnate anche dall’apertura della sua galleria
personale, dalla realizzazione di un libro dedicato
alla sua produzione artistica e dall’inserimento delle
sue sculture luminose nelle collezioni permanenti
di prestigiose istituzioni, quali l’Haus der Musik
Ph. Hugh Findlater
di Vienna, il Museum of Decorative Arts di
Montreal e il Gandhi Museum di Nuova Delhi.
Negli ultimi anni le sue creazioni di luce sono state esposte in più di sessanta occasioni
presso gallerie e spazi espositivi di tutto il mondo.
In occasione del FuoriSalone 2008, ha realizzato Ofigea, una scultura per l’evento di
Interni GreenEnergyDesign: un serpente luminoso lungo 55 metri.
Al FuoriSalone 2009 ha presentato (Re)fuse, un’opera fatta di scarti di laboratorio,
una sorta di grande auto-ready made composta di residui di resina metacrilica.
Nel 2010 ha realizzato per Edra il tavolo Capriccio e sempre nello stesso anno, al
FuoriSalone, in occasione della manifestazione Interni Think Tank ha creato
“Golden Fleece”, un vello d’oro di quasi 200 mq.
Nel 2011 Foggini è presente al FuoriSalone con Twentyfivethousandcoffee, un
candeliere composto da 25.000 capsule di caffè alto 6 m con diametro di 3 m, realizzato
per il 25° anniversario di Nespresso. Per Edra, nell’ambito della collezione Edra in
Wonderland, presenta invece l’innovativa poltroncina da interno ed esterno Alice,
realizzata mediante colatura di fili di policarbonato che generano una forma autoportante.
Foggini da anni collabora con alcuni tra i maggiori studi di architettura per la
realizzazione di progetti sia in ambito privato che pubblico.
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Plasteroid
di JACOPO FOGGINI
con NICE
Concept
Plasteroid è un pianeta, la terra promessa, il nuovo mondo sognato, cui approdare
attraverso una profonda riflessione e presa di coscienza interiore. Auspicio di un
benefico cambiamento, l’installazione vuole essere il prodotto di una nuova esplosione
di materia primordiale in trasformazione. Plasteroid frena la sfrontatezza degli esseri
umani e interpreta l’urgenza di salvarsi attraverso un immediato rispetto e ritorno
alla Natura. Il mondo stesso è nell’immaginario del progetto un’immensa architettura
mutante. La struttura interna di Plasteroid è il perno della sua monumentalità esteriore,
uno spazio pronto a trasformarsi in un nuovo pianeta. La luce, cuore pulsante
dell’opera, si diffonde dalle pareti brillanti in policarbonato, irradiando nuova linfa
intorno e nuova energia vitale.
Progetto
La struttura che sorregge e modella la sfera è costituita da un traliccio centrale
piramidale scomponibile in tre sezioni da cui si sviluppano 32 aste disposte a
raggiera su quattro differenti livelli. Ogni asta, incernierata al traliccio e sorretta da
un cavo di acciaio in configurazione reticolare, termina con una biforcazione a forma
di semicerchio per raddoppiare i punti di sostegno della superficie esterna della sfera.
Ogni punto di collegamento tra la struttura metallica e la pelle esterna è dotato di un
disco preforato in policarbonato trasparente per consentire una connessione tramite
cuciture e per ottenere una maggiore superficie di contatto possibile.
La superficie è realizzata da un doppio strato di n° 200 squame di policarbonato
riciclato, prodotto da M.G.M. Materie Plastiche (150cm x 150cm cad.) colore
blu/trasparente, ottenute per colaggio a caldo a mano e cuciti tra loro a formare
un’unica superficie sferica. L’impianto illuminante è composto da una lampada
alogena al tungsteno dimerabile da 20.000 watt posizionata nel nucleo centrale
dell’installazione schermata da una struttura in pyrex opalino per una migliore
diffusione della luce e per la protezione delle apparecchiature.
Nice
L’installazione è realizzata con il sostegno di Nice, azienda di riferimento internazionale
nel settore dell’Home Automation. Fondata agli inizi degli anni ’90, Nice progetta,
produce e commercializza sistemi per l’automazione di cancelli, porte da garage,
barriere stradali e sistemi di parcheggio, tende e tapparelle e sistemi d’allarme
wireless per edifici residenziali, commerciali e industriali. Inoltre, con la recente
acquisizione di FontanaArte, Nice entra nel settore complementare dei sistemi
d’illuminazione con un’ampia gamma di soluzioni integrate per la casa.
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Cortile d’Onore
installazione luminosa Plasteroid (Ø 8 x h 7,6 m)
progetto di JACOPO FOGGINI
con NICE
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GIULIO IACCHETTI, si occupa di industrial
design dal 1992 e collabora con diverse aziende
tra cui: Alessi, Danese, Foscarini, Globo, Grom,
Lavazza, Moleskine, Nodus, Panasonic, Pandora
Design, Sambonet e Skitsch. All’attività di
progettista alterna l’insegnamento presso numerose
università e scuole di design, in Italia e all’estero.
Caratteri distintivi del suo approccio sono la ricerca
e la definizione di nuove tipologie oggettuali come
il Moscardino, posata multiuso biodegradabile
per cui, nel 2001, si aggiudica, con Matteo
Ragni, il Compasso d’oro ed entra a far parte
dell’esposizione permanente del design al MoMA
di New York. Con l’ideazione e il coordinamento
del progetto collettivo Eureka Coop, realizzato
per Coop Italia, ha portato il design nella grande
Ph. Settimio Benedusi
distribuzione e caratterizzato la nuova generazione
del design italiano. Nel 2009 questo progetto
gli è valso il Premio dei Premi per l’innovazione conferitogli dal Presidente della
Repubblica Italiana. Nel maggio 2009 la Triennale di Milano ha ospitato una sua
mostra personale intitolata “Giulio Iacchetti. Oggetti disobbedienti”.
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Scriba
di GIULIO IACCHETTI
con MOLESKINE
Concept
Come in un ludico rimando alla tradizione della pop art, un gigantesco taccuino
Moleskine diventa spazio di incontro, scambio, ozio creativo. Una scenografia
mutante, tra analogico e digitale, dove passato, presente e futuro si connettono con la
necessità dell’uomo di comunicare, con qualsiasi mezzo.
Il cuore dell’installazione è una macchina robot che impugna le penne della nuova
collezione Writing di Moleskine, la prima volta dell’azienda oltre i confini dei classici
taccuini. Il robot (realizzato grazie a Kuka, ITIA – CNR Istituto di Tecnologie
Industriali e Automazione e CIA Automation and Robotics) scrive e disegna su
una grande pagina bianca dove sono annotati i contenuti postati dal pubblico via web
e sono riprodotti gli schizzi dei progetti per le nuove collezioni Moleskine: Writing,
Travelling e Reading. Le tre collezioni pensate da Giulio Iacchetti sono presentate in
anteprima nella mostra Interni Mutant Architecture & Design, accanto alle pagine
bianche dei celebri taccuini.
Progetto
L’installazione, che occupa un’area di circa 75mq, consiste in una riproduzione
in grande scala, dei taccuini Moleskine che svolgono la funzione di ampie sedute,
disposte in modo tale da favorire la conversazione e la libera circolazione del pubblico
all’interno dell’installazione stessa.
Fulcro del progetto è il robot Kuka che, impugnando una penna della nuova
collezione Moleskine, scrive e disegna su una grande pagina bianca. Un software
appositamente studiato è in grado di inviare le informazioni ricevute (testi ed
immagini) al braccio robotico che, con movimenti complessi ma estremamente precisi,
scriverà e disegnerà sul foglio.Nella Moleskine centrale è inserito un grande tavolo
circondato da sedute. Nel piano del tavolo, sotto una teca di cristallo, sono esposti i
taccuini di famosi designer provenienti dall’archivio Detour, progetto itinerante
di Moleskine curato da Raffaella Guidobono. Gli autori: Tord Boontje, Fernando e
Humberto Campana, Giulio Iacchetti, Setsu & Shinobu Ito, Joep van Lieshout, Julia
Lohmann, Nicolas Gwenael, Patricia Urquiola.
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Co-Producer
Moleskine
La marca Moleskine è sinonimo di cultura, viaggio, memoria, immaginazione
e identità personale - nel mondo reale come in quello virtuale. Nasce nel 1997
riproducendo il leggendario taccuino degli artisti e pensatori degli ultimi due
secoli celebrato dalle pagine di Chatwin. Oggi la marca Moleskine, distribuita in
62 paesi, identifica una famiglia di oggetti nomadi: taccuini, quaderni, agende,
borse, strumenti per scrivere, oggetti per leggere, dedicati alla nostra personalità
mobile. Oggetti che ci seguono, in grado di definirci a ogni latitudine del mondo,
accompagnando i mestieri creativi e l’immaginario del nostro tempo.
L’avventura di Moleskine continua anche fuori dalla carta: dal taccuino, nascono
nuovi oggetti che naturalmente lo completano e lo arricchiscono, per continuare
a narrarsi anche fuori dalle sue pagine, con un nuovo, moderno equipaggiamento
nomade. Non più solo la leggendaria campitura delle pagine bianche, ma un insieme di
oggetti per scrivere, leggere, guardare, muoversi al ritmo identitario di ciascuno.
Giulio Iacchetti disegna la nuova collezione di oggetti nomadi Moleskine.
Il suo percorso creativo s’intreccia con l’avventura di Moleskine siglandone un nuovo
emozionante capitolo.
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Hall Aula Magna
installazione Scriba (5 x 15 m)
progetto di GIULIO IACCHETTI
con MOLESKINE
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DESIGN ISLAND
CORTILE D’ONORE
Green Tower design CARLO COLOMBO
produzione ARFLEX, COMPAGNIA DEL VERDE e STRATEX
The Neighborhood design RON GILAD
produzione DE CASTELLI e FLOS
Buon Weekend design DIEGO GRANDI
produzione ROSENTHAL e SAMBONET
Lib(e)ro design SETSU e SHINOBU ITO
produzione ART_CONTAINER
La Saetta Fotovoltaica design MASSIMO PIERATTELLI
produzione ARVAL con Baraclit, Energy Resources
e CIPRIANO COSTRUZIONI
Archetto design SYBARITE
produzione MARZORATI RONCHETTI
SCALONI D’ONORE
Caldia Cube design FRANCESCO LUCCHESE-CALDIA CUBE
produzione MARMI E GRANITI D’ITALIA SICILMARMI
LOGGIATO OVEST
Lounge Chair design PEDRO CAMPOS COSTA
produzione AMORIM ISOLAMENTOS
Spun (Coriolis) design THOMAS HEATHERWICK
produzione MARZORATI RONCHETTI
MCM - Modulo Camparitivo Mobile design MATTEO RAGNI
produzione CAMPARISODA
Lavazza Piazza Italiana design LORENZO PALMERI
produzione LAVAZZA A MODO MIO
Luce Mutante design ETTORE CIMINI e WALTER MONICI
produzione LUMINA
DC10 design VINCENZO DE COTIIS
produzione ROSSANA
Pr-oggetto design DANIELA DI LAURO e MASSIMILIANO DELLA FOGLIA
produzione DO.IT DESIGN OUTLET ITALIANO
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PORTICO DEL RICHINI
QuaDror by More design DROR BENSHETRIT
produzione TERRA MORETTI
PRESS ROOM
Forma Mentis design SIMONE MICHELI
produzione Visionnaire
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Green Tower
design CARLO COLOMBO
produzione ARFLEX,
COMPAGNIA DEL VERDE e STRATEX
CARLO COLOMBO, grazie al suo respiro internazionale
è conosciuto in molti Paesi dove copre incarichi di
ambasciatore del design italiano. Nasce come designer per
l’industria di arredamento dove tuttora collabora con
major del settore quali Poliform, Varenna, Poltrona Frau,
Ph. Caio Esteves Ribas
Cappellini, Zanotta, Moroso, Antonio Lupi, EMU, Sabattini,
Arflex, De Padova.
Ha curato e cura mostre ed eventi di cultura del progetto italiano nel mondo, è stato
direttore artistico della Fiera di Francoforte-Ambiente Italia svoltasi nel giugno 2009.
Ha ricevuto molti riconoscimenti e premi in tutto il mondo tra cui quello in Giappone
come designer dell’anno nel 2004.
È stato docente universitario in Italia dal 1999 al 2001. Oggi è professore di architettura
presso l’università di Pechino. Ha tenuto lezioni e conferenze in Cina, Australia, Israele,
Sudafrica, Emirati Arabi, Russia, America, Giappone e in tutta Europa.
Oggi il suo studio si occupa di progetti a grande scala dal design all’interior e a progetti
di architettura in tutto il mondo. Nel 2010 ha sviluppato, per il noto marchio Massimo
Bonini, il concept store di un negozio moda sia uomo che donna che è alla base di un
importante progetto di franchising per Jakarta e Hong Kong. Attualmente sta lavorando
a una nuova collezione di calzature per Levi’s.
La capacità di gestione degli incarichi varia da edifici privati a pubblici come
building residenziali o uffici, ospedali, insediamenti produttivi e residenziali, piani
urbanistici e infrastrutture, scuole e stazioni della metropolitana, resort, stadi ed
aeroporti, porti turistici.
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Concept
Il progetto vuole rappresentare il concetto di un’architettura in continua evoluzione
e mutamento; un processo legato anche al cambiamento dei modi di abitare, di cui
l’architetto si fa interprete rileggendone figure e tipologie per rispondere a bisogni
concreti. La torre, composta da anelli quadrangolari sovrapposti, crea un continuo
gioco di prospettive. Un modulo semplice in mutazione, in cambiamento. Un’architettura
che cresce, come un albero, per ricevere più luce. Una torre ecocompatibile costruita
interamente di legno da Stratex, azienda che opera con successo nel segmento delle
architetture ecocompatibili. Al suo interno si nasconde un giardino segreto, un luogo
per riflettere scandito dal progetto outdoor realizzato per Arflex da Carlo Colombo,
arredi dalle linee pulite ed essenziali. Un giardino fiorito verticale realizzato grazie
ad un sistema ad opera della Compagnia del Verde. Uno spazio per pensare, riparato,
isolato dall’esterno; un moderno hortus conclusus parte della nostra tradizione
umanistica. La luce, componente essenziale di ogni spazio dell’uomo, è stata trattata in
collaborazione con i iGuzzini; come uno scrigno, durante la notte, la torre si illumina
dall’interno attraverso le aperture disassate animandosi in modo dinamico.
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Cortile d’Onore
design island Green Tower (6 x 6 x h 9 m)
design CARLO COLOMBO
produzione ARFLEX, COMPAGNIA DEL VERDE e STRATEX
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The Neighborhood
design RON GILAD
produzione DE CASTELLI e FLOS
RON GILAD, nato nel 1972 a Tel-Aviv vive e lavora a New
York City. Gli oggetti ibridi di Ron Gilad abbinano l’ingegno
materiale al gioco estetico e si posizionano sulla sottile
linea tra l’astratto e il funzionale. I suoi lavori spaziano
dai pezzi unici alle edizioni limitate alle produzioni di
serie; non hanno “data di scadenza” e si possono trovare in
Ph. Monica Castiglioni
tutto il mondo in collezioni pubbliche e private. Gilad pone
incessanti domande in formato tridimensionale e produce
risposte che pongono sempre nuovi stimoli. Metaforicamente Gilad è un linguista che
crea il suo linguaggio. Impara le origini delle “parole” e sviluppa nuovi “sinonimi”. Gilad
ha insegnato design 3D alla Shenkar Academy in Israele e presso il Pratt Institute di
NY. Tra le sue collaborazioni annovera Flos, Driade, Zani&Zani, Moooi, Dilmos Milano
e Cibone Japan.
Concept
“The neighborhood” è un’installazione ideologica. Consiste in 17 sculture astratte
di case di acciaio rivestito di smalto nero, dislocate in un cerchio ideale del diametro
di 20 metri. Le sculture sono fatte di aste di acciaio squadrate saldate e rifinite con
pittura nera. Il cerchio indica che non ci sono gerarchie, né ingressi né uscite. Le idee
di condivisione dello spazio relative alle nostre abitazioni sono integrate nel nostro
linguaggio e nei modi in cui pensiamo noi stessi. Quali parole sono più altisonanti
di “abitazione” e “casa”? Ron Gilad ha spogliato le sue case da qualsiasi associazione
verbale. Le sue linee essenziali, quasi grafiche, in uno spazio tridimensionale alludono
al concept più basico dell’abitazione, quello di casa. Le linee essenziali di Gilad
riecheggiano il linguaggio tipico dell’architettura. Qui ci sono le porte e le finestre
posizionate a un angolo di 90° rispetto alle pareti e al pavimento. Là c’è il tetto spiovente,
le grondaie, la parete, di tanto in tanto un camino. Gilad si serve delle generiche metafore
architettoniche che suggeriscono e stanno a indicare la casa, quello che chiama “far
viaggiare le linee”. I materiali sono al servizio della sua idea in modo discreto e totale.
Rivela la casa in un modo tutto suo, perversamente e puramente essenziale, linee in uno
spazio tridimensionale: ed è tutto. Niente consistenze, niente complementi di arredo,
niente persone, niente mobili. Queste case sono spazi vulnerabili; non danno protezione,
non assolvono quella che è la normale funzione di riparo di ogni struttura domestica.
Persino quelle dotate di tetto non offrono protezione; le pareti sono permeabili.
“The neighborhood” indica il punto in cui l’astrazione incontra l’architettura, incontra
la scultura,incontra il sociale, incontra il commercio del mondo dell’arte.
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Cortile d’Onore
design island The Neighborhood (1,5 x 3 x h 2 m)
design RON GILAD
produzione DE CASTELLI e FLOS
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Con il patrocinio di
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Buon Weekend
design DIEGO GRANDI
produzione ROSENTHAL e SAMBONET
DIEGO GRANDI, architetto e designer, vive e lavora a
Milano dove, nel 2002, crea DGO, studio di progettazione
che si occupa di interior, product e design consultancy.
L’attenzione all’aspetto superficiale e visuale del design,
determina una ricerca sul valore epidermico dei materiali
e sulle possibili declinazioni e contaminazioni. L’esito
Ph. Helenio Barbetta
bidimensionale di un progetto può assumere un valore
anche tridimensionale, definendo un nuovo codice
dell’abitare che parte dall’osservazione di comportamenti e abitudini quotidiane. Così
nascono progetti come i tappeti Mapper e la carta da parati Le Module per Jannelli
e Volpi: esposti per la prima volta alla Biennale Internazionale di Design di Saint
Etienne e selezionati nella collezione del Victoria and Albert Museum di Londra.
Da allora, progetti e collaborazioni con aziende quali Abet Laminati, Du-Pont Corian,
Guzzini, Lea Ceramiche e Skitsch, si alternano alla partecipazione ad eventi e mostre
presso sedi internazionali, come il Salon du meuble di Parigi e la Triennale di Milano
oltre all’attività didattica in scuole di design italiane. In diverse occasioni Il suo lavoro
ha ottenuto riconoscimenti internazionali, ad esempio, recentemente, il progetto City
per Lea Ceramiche è stato incluso nell’ADI Design Index mentre il tavolino Oppiacei,
disegnato per Skitsch, viene selezionato nel 2010 per l’interpretazione del Design
Museum della Triennale di Milano.
Concept
Il progetto considera gli oggetti e interpreta gli spazi architettonici dell’università Statale
degli studi di Milano in un’ottica legata al loro utilizzo, dove per “mutante” viene inteso
ciò che è flessibile, adattabile e mobile. Questa idea è espressa attraverso una rilettura
dell’archetipo della tenda, che diventa il fulcro dell’installazione. Una struttura leggera,
costituita da quattro grandi teli colorati, cinge un albero esistente, per suggerire luoghi
di sosta, pause di socializzazione, aree di relax all’interno dello spazio verde del giardino.
Si tratta di un momento conviviale di cui Sambonet e Rosenthal diventano l’elemento
collante e imprescindibile. Attraverso una rilettura del pic nic, e attivando un procedimento
di ready-made, posate, vassoi e piatti si spostano dalla tavola ad un ambiente più informale
e vanno infine a definire l’orografia di un paesaggio artificiale che restituisce aree più
intime dove sedersi, pranzare e trascorrere l’agognato fine settimana: buon weekend.
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Cortile d’Onore
design island Buon Weekend (1,68 x 1,24 x h 3,3 m)
design DIEGO GRANDI
produzione ROSENTHAL e SAMBONET
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Con il patrocinio di
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Lib(e)ro
design Setsu e Shinobu Ito
produzione Art_Container
Setsu e Shinobu Ito, entrambi designer e architetti.
Laureatisi in Giappone, Setsu all’università di Tsukuba e
Shinobu alla Tama Art University di Tokyo sono milanesi
d’adozione. Attualmente svolgono attività di consulenti
tra Milano e Tokyo per varie aziende tra cui Canon,
Casio, DePadova, DuPont, Edra, Fiam Italia, Fornasarig,
Fujifilm, Fujitsu, Guzzini, Hitachi, Lavazza, Mitsubishi,
Nava, Nissan, Panasonic, PoltronaFrau, Reggiani, Richard Ginori, Sharp, Toshiba,
Yamagiwa, Yamaha.
Le loro opere, pubblicate ed esposte in tutto il mondo, hanno ricevuto numerosi
riconoscimenti. Alcune fanno parte della collezione permanente di alcuni importanti
musei d’arte. Pur occupandosi di design a tutto tondo, dal disegno di prodotti fino ad
interni ed exhibit design, tutti i loro lavori nascono da un’idea comune che aspira a
trovare il giusto equilibrio tra le diversità della cultura orientale ed occidentale.
Shinobu è anche esperta in design & marketing, grazie ad una significativa esperienza
maturata negli anni presso la CBS Sony / Sony Music Entertainment.
Setsu svolge anche attività accademica come docente presso numerosi Istituti ed
università italiane ed internazionali.
Concept
Rigenerare container marittimi al termine del loro ciclo di vita e renderli capaci di
assolvere nuove funzioni, sfruttandone le potenzialità strutturali ed architettoniche, è il
compito che Art_Container, un’azienda pioniera su questo tema in Italia si è prefissa.
All’origine di tutto, la volontà di esprimere un messaggio: utilizzare ciò che di solito
viene dimenticato, sfruttare un immenso patrimonio di prodotti considerati finiti,
per trasformarli da freddi contenitori in un accogliente e vivace scenario per
storie tutte da vivere. Al centro dell’installazione c’è Lib(e)ro, un sistema modulare di
arredo urbano per esterno, capace di creare dei microambienti, dei punti d’incontro
nella città a partire da una “fetta” di container, un unico modulo, identico per
misure e produzione, ma declinabile in molte varianti. Un progetto che ricorda per
approccio e sistema componibile il famoso allestimento proposto da Ettore Sottsass
nel 1972 al MoMa newyorkese per la mostra “Italy: The new Domestic Landscape”. In
quell’occasione moduli verticali connesi tra loro formavano in una sommatoria infinita
tutte le funzioni domestiche offrendo così la possibilità di avere una ‘casa’ in ogni luogo.
Nel progetto “Lib(e)ro” i vari moduli, uniti tra loro da cerniere e disposti su ruote per
un trasporto più agevole, se assemblati ricompongono la forma originale del container
marittimo standard da cui provengono. Mentre, a seconda delle infinite configurazioni
che di volta in volta si possono configurare, l’installazione sottolinea il suo carattere
mutevole. Un sistema, un’attrezzatura urbana, in grado di creare un punto d’incontro
fatto di storie diverse: fermarsi, leggere, fare uno spuntino all’aria aperta.
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Università degli Studi di Milano Via Festa del Perdono 7, Milano (11-23 aprile 2011)
Cortile d’Onore
design island Lib(e)ro (11.9 x 2.1 x h 2,4 m)
design Setsu e Shinobu Ito
produzione Art_Container
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La saetta fotovoltaica
design MASSIMO PIERATTELLI
produzione ARVAL
con Baraclit, Energy Resources
e CIPRIANO COSTRUZIONI
MASSIMO PIERATTELLI, nato a Firenze nel 1954 fonda
l’omonimo studio nel 1980 e la società di Progettazione
Pierattelli Architetture nel 2004. Il suo percorso
professionale, da sempre, è legato all’innovazione
tecnologica e creativa, utilizzata come valido supporto
nella progettazione e ristrutturazione di importanti sedi bancarie, edifici commerciali,
industriali, ricettivi, ospedalieri e residenziali con l’obiettivo prioritario di fornire
un servizio completo di progettazione, in grado di affrontare e risolvere qualsiasi
problematica. Nel 2004 con il progetto “Flussi di acqua e vento-Il treno invisibile”
vince il concorso per l’interramento della stazione ferroviaria di Montecatini Terme
che sarà premiato nel 2005 a Milano come miglior progetto-azione di Marketing
territoriale nell’ambito di Expo Italia Real Estate. Gli ultimi progetti indicano una
predilezione crescente per l’utilizzo di materiali che consentono di adattarsi alla
forma dell’edificio che tende sempre più ad assumere le sembianze di una scultura
in movimento, con l’obiettivo finale di “fare architettura” utilizzando soluzioni
tecnologiche innovative anche sul fronte della sostenibilità ambientale. Nascono così
“lo spirito Ferrari”, la nuova sede direzionale per Hera, la Nursery Offices ed il Sevice
Building per GE Oil &Gas-NuovoPignone, la sede di Arval a Scandicci.
Concept
L’installazione è stata concepita come icona dell’edificio progettato per la nuova sede
di Arval a Scandicci (Fi) e pensato come una struttura autosufficiente a livello
energetico. Si tratta di un progetto mirato alla sostenibilità, finalizzato al massimo
sfruttamento degli apporti solari e una drastica riduzione delle perdite energetiche, un
modello per un’architettura sostenibile di nuovo tipo in grado di rispettare l’equilibrio
ecologico, tramite l’utilizzo di più fonti rinnovabili (solare, geotermica ed eolico).
È nata così la Saetta fotovoltaica, generata da un’esplosione di energia, che si sviluppa
nell’aiuola del cortile d’Onore come una sorta di dinamico nastro di acciaio e vetro.
La struttura è composta da una parte rivestita in acciaio a specchio che costituisce
l’armatura portante e da un elemento vetrato sospeso a forma di saetta nel quale
sono inseriti pannelli fotovoltaici a cella che producono l’energia per l’illuminazione.
Fondamentale per evidenziare l’effetto della scarica elettrica è la creazione di un
passaggio luminoso continuo che, dopo essersi scaricato a terra, viene ricreato subito
dopo nella parte superiore della “saetta”.
L’estremità a terra della saetta è espressa con una punta in acciaio che si innesta in una
conca riempita di pietra laviche a simboleggiare un virtuale ritorno nel terreno.
Alcuni monitor, posti in posizione laterale verso il porticato, permettono di seguire
l’evoluzione del progetto, dall’idea iniziale fino alla realizzazione dei particolari.
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design island La saetta fotovoltaica (15 x 12 x h 7 m)
design MASSIMO PIERATTELLI
produzione ARVAL con Baraclit, Energy Resources
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Archetto
design SYBARITE
produzione MARZORATI RONCHETTI
SYBARITE, è uno studio di architettura e design che trae
passione e ispirazione dalle forme organiche delle natura
nonché dalla tecnologia degli altri settori, creando uno
stile originale, nel contempo fluido e atemporale. Il termine
‘Sybarite’ ne racchiude la filosofia: voluttuoso, lussuoso
e piacevole. Lo studio è stato creato nel 2002 da Simon
Ph. Xxxxxxxx Xxxxxxxxx
Mitchell e Torquil McIntosh che si sono incontrati in
Future Systems. L’esperienza che hanno acquisito entrambi
in questo contesto_lavorando su progetti insigniti di premi come il Lords Media Centre e
i magazzini Selfridges a Birmingham e partecipando a prestigiosi concorsi come quello
indetto per il Musée de Quai Branly a Parigi_li ha messi in una posizione di risalto
internazionale quando hanno deciso di creare uno studio proprio. Dal 2002 Sybarite
è cresciuto, anno dopo anno, sostenuto da un team eterogeneo di architetti e tecnici di
indubbio talento. Lo studio vanta un ampio portafoglio di lavori portati a termine, con
oltre 300 realizzazioni in varie località di tutto il mondo, tra cui diversi interventi in
ambito retail, dalle singole boutique ai grandi magazzini. Continuo è l’impegno nella
sperimentazione di concept di design e materiali. Sybarite è uno studio certificato dal
RIBA (Royal Institute of British Architects), ha il 95% dei clienti al di fuori del Regno
Unito e vanta grande esperienza nel formare team di lavoro internazionali. Torquil ha
studiato presso l’Università di Edimburgo e alle Belle Arti di Parigi laureandosi nel
1998. La sua esperienza professionale comprende le collaborazioni con Denis Laming
Architectes a Parigi e Future Systems a Londra. Simon ha studiato presso l’Università
di Greenwich a Londra, ottenendo la qualifica RIBA Parte III nel 1998. Vanta una lunga
esperienza di collaborazione con studi, in particolare con Terry Farrell & Partners e
Future Systems dove è stato Associate Director per molti anni.
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Concept
Archetto è una seduta bifronte collettiva inizialmente progettata per utilizzare al
meglio i piccoli spazi temporanei, per dare sostanza e lusso ad elementi che altrimenti
avrebbero potuto risultare noiosi e indefiniti. La forma fluida “ad arco” è sia estetica, sia
funzionale: massimizza la capacità di seduta favorendo nel contempo lo stare insieme
delle persone, incoraggiando la conversazione e la socializzazione. Il dorso della struttura
a un certo punto si innalza dalla normale altezza della seduta venendo a formare uno
schermo che offre una situazione di privacy puntuale, senza creare barriere. Evitando
gli spigoli che potrebbero dare un senso di chiusura, la seduta si svolge e avvolge su se
stessa, invitando chi sopraggiunge a sedersi e unirsi alla conversazione. Per le dimensioni
e forma scultorea, valore compiuto d’insieme, Archetto è adatto ad ogni ambiente, dal
palazzo Medici al Guggenheim di New York, fino agli uffici moderni. Archetto è una
seduta realizzata con schiuma ad alta densità lavorata a controllo numerico a partire
da un file CAD-CAM per la massima precisione di taglio; è rifinita con una gettata di
materiale liquido, un particolare tipo di vetroresina simile a quello utilizzato per gli yacht
che la rende adatta all’uso in esterno; è leggera e costituita da cinque parti, facilmente
assemblabili e trasportabili; la presenza di diversi punti elettrici incassati nella base di
acciaio inossidabile permette collegamenti per computer portatili e caricatori di piccoli
strumenti elettronici; i cuscini imbottiti sono in PVC .
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49
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Cortile d’Onore
design island Archetto (5 x 3,5 x h 1,5 m)
design SYBARITE
produzione MARZORATI RONCHETTI
50
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Caldia Cube
design FRANCESCO LUCCHESE-CALDIA CUBE
produzione MARMI E GRANITI D’ITALIA SICILMARMI
FRANCESCO LUCCHESE, siciliano, si laurea in
Architettura al Politecnico di Milano nel 1985. Riceve il
primo premio ADI con il progetto Traslazione presentato
per il Gruppo Industriale Busnelli.Nei suoi lavori, con
particolare attenzione alla memoria storica dei materiali,
sviluppa prodotti e progetti a favore di una strategia
aziendale. La sua attenzione all’utilizzo degli oggetti
aggiunge emotività al senso estetico e funzionale del progetto.
Particolare considerazione viene rivolta al colore, che deve dialogare con l’oggetto e
con l’utilizzatore. Tra i suoi progetti: la ristrutturazione di un museo agricolo, il progetto
di un asilo, numerosi interventi di arredo urbano, del multisala Cineplex e dell’Hotel
Les Fleurs a Sofia in Bulgaria; l’interior design di residenze, in Italia e all’estero, di
showroom a Mosca, San Paolo e Shanghai (2010). È stato docente all’Accademia
di Brera e al Politecnico di Milano (Facoltà del design). Lo studio coordina progetti di
posizionamento aziendale e di brand image per Grohe, OI Europa, TOTO Indonesia,
eventi per la comunicazione ed exibition design a Mosca, Dubai, Orlando e San Paolo. Tra
i progetti di design ha collaborato in Italia con Cappellini, Foscarini, Swan, FontanaArte,
Egoluce, FIR Italia, Inda, Hatria, Rapsel, Fabbian, Molteni, Antrax, Mosaico+, Venini e
all’estero con Villeroy & Boch, TOTO Indonesia.
Wolf Guenter Thiel é uno storico dell’arte,
filosofo, curatore ed editore di diverse riviste quali “Fair
economics” e “Fair arts Vienna e Berlino”. Dopo gli studi si è
dedicato a diversi progetti culturali a livello internazionale
e ha iniziato a lavorare come curatore e consulente nell’area
della cultura aziendale, lavorando con aziende quali Intel,
HVB, Duales System, Montana, Heller, Moroso, Koziol,
Zumtobel. Ha inoltre collaborato alla realizzazione di mostre
con artisti come Isa Genzken, Christopher Doyle, Heinrich
Nicolaus, Carlo Fei, Christian Boltanski, Michele Chiossi,
Hofstetter Kurt, Oliviero Toscani, Kristian Hornsleth e con
progettisti quali Ron Arad, Heidulf Gerngross, Baer+Knell,
Gianni Sinni, Karim Rashid. A partire dagli anni ‘90 ha curato 80 mostre personali
e 40 collettive. È stato curatore per una mostra collaterale della Biennale di
Venezia nel 2008, alla Biennale di Shangai nel 2006, alla Bienal Internacional de Arte
Contemporáneo ULA 2010 in Venezuela, alla Tirana Biennale 2001, alla Albania e la
Mediations Biennale in Poznan 2006, Polonia. Tra il 2006 e il 2008 ha lavorato al Beijing
Royal Art Museum a Pechino. Nel 2010 ha infine curato una mostra dell’artista cinese
Yang Maoyuan al Palazzo Medici Riccardi a Firenze.
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Concept
Il progetto Caldia Cube è nato dall’esigenza di adattare un prodotto come il marmo
Caldia a una richiesta sempre maggiore di materiali naturali ed ecosostenibili.
La leggerezza delle opere proposte si scontra con la pesantezza della materia,
creando una sensazione di movimento sottolineata dalla diversità interpretativa che
accompagna le opere degli architetti, dei designer e degli artisti coinvolti. Il progetto è
stato ideato e sviluppato da Gabriele Braglia e Stefano Pesce per la Marmi e Graniti
d’Italia Sicilmarmi con il contributo dello studio Lucchese che ha curato l’allestimento
adattandolo agli spazi dell’Università Statale. I progetti sono di: Michele Chiossi,
Francesco Lucchese, Davide Macullo, Giuseppe Silvestri, Karim Rashid, Alessia
Garibaldi e Giorgio Piliego, Kurt Hofstetter, Leonard Theosabrata e Eugenia Vanni.
51
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Scaloni d’Onore
design island Caldia Cube
design FRANCESCO LUCCHESE-CALDIA CUBE
produzione MARMI E GRANITI D’ITALIA SICILMARMI
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Lounge Chair
design PEDRO CAMPOS COSTA
produzione AMORIM ISOLAMENTOS
PEDRO CAMPOS COSTA, laureato presso la faculdade
de Arquitectura da universidade do Porto, in Portogallo,
nel 1997. Conclude nel 2005 il Master in “Sustainable
Construction and Planning”, presso la faculdade de
Engenharia di Lisbona. Ha lavorato per UNStudio – Van
Berkel & Bos, Amsterdam e per Promontório Arquitectos,
Lisbona. Dal novembre 2007 è socio fondatore di Campos
Costa Arquitectos. Tra i progetti sviluppati: il fronte mare
e il Mercato Municipale di Quarteira (Algarve), l’estensione dell’Aquario di Lisbona
e l’estensione dell’Agenzia dell’Ambiente Portoghese. Ha portato a termine, inoltre,
numerosi progetti artistici e scenografie teatrali. Attualmente collabora con D’ARS,
periodico di cultura e comunicazione visiva, a Milano.
Vincitore del premio Next Generation – organizzato dalla rivista Metropolis di
New York – con il progetto Casa no Casa, (un nuovo concetto di case che include
l’integrazione del sistema fotovoltaico), nel 2006.
Concept
La sedia è stata uno dei primi oggetti sofisticati immaginati dall’uomo. Forse il primo
fu lo sgabello, ma più arcaico e funzionalista rispetto alla seggiola, più legata all’idea
di potere e di comfort. La sua mutazione naturale fu inizialmente verso una “sedia
lunga”, oggi conosciuta come chaise longue, poi in quelle successive il gene iniziale della
sedia scompare, trasformandosi in sofà, pouf e oggetti organici. L’installazione si pone
l’obiettivo di recuperare il gene primitivo e incrociarlo con l’attualità. La ripetizione
e l’accostamento trasformano l’installazione in un grande parco giochi dinamico,
che assolve collettivamente a una funzione di relax e riposo. Il materiale utilizzato è il
sughero, che, pur essendo stato finora in qualche modo ignorato e poco utilizzato tanto
nella costruzione quanto nel design, possiede eccezionali caratteristiche che consentono
di immaginarlo come la nuova mutazione dei materiali in risposta ad esigenze di ecologia
e facilità di riciclaggio. L’installazione è costituita da una serie di chaise longue di
diverse forme, realizzate in sughero e collegate tramite una struttura tubolare in
acciaio, che le mantiene unite pur permettendo l’oscillazione indipendente di ciascuna
seduta, ed è pensata per essere accessibile alla fruizione da parte del pubblico durante il
periodo di esposizione.
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Loggiato Ovest
design island Lounge Chair (7 x 1,8 x h 0,96/1,3 m)
design PEDRO CAMPOS COSTA
produzione AMORIM ISOLAMENTOS
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Spun (Coriolis)
design THOMAS HEATHERWICK
produzione MARZORATI RONCHETTI
THOMAS HEATHERWICK, è nato nel 1970 e ha fondato
lo Heatherwick Studio a Londra nel 1994, dopo essersi
laureato presso il Royal College of Art. Oggi lo studio
è composto da un ufficio e da un laboratorio a King’s
Cross a Londra, dove un gruppo di architetti, designer e
realizzatori lavora su progetti che vanno dagli edifici ai
Ph. Xxxxxxxx
Markn Ogue
Xxxxxxxxx
ponti, ai prodotti e alle opere d’arte su grande scala. Tra le
opere dello studio vi sono La Maison Unique, il negozio
monomarca del marchio del lusso francese, a New York, Longchamp, il pluripremiato
East Beach Café a Littlehampton, il ponte a Paddington e il padiglione britannico
per l’Expo di Shanghai inaugurato nel maggio 2010. Tra i progetti in corso un edificio
monastico nel Sussex. L’ultima mostra di Heatherwick si è svolta allo Haunch of
Venison di Londra (2009), dove sono stati esposti per la prima volta i suoi mobili
in alluminio estruso.
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Concept
Thomas Heatherwick ha realizzato una sorprendente e originale interpretazione del
tradizionale design di arredamento: una sedia funzionale formata da un unico profilo
ruotato di 360 gradi. Spun (Coriolis) deve il proprio nome al termine scientifico
“effetto Coriolis” che descrive l’apparente deformazione degli oggetti in movimento
quando vengono osservati da una cornice di riferimento in moto circolare. Essa
trasforma la seduta domestica in un piano rotante dall’eccellente valenza estetica. L’idea
di questo nuovo progetto è nata dall’amore di Heatherwick per le tecniche produttive
tradizionali utilizzate per la realizzazione dei grandi timpani: la rotazione del metallo è
una abilità fortemente radicata che viene raramente utilizzata nel mondo dell’arredo,
solitamente viene adoperata per costruire prodotti industriali come i cilindri pneumatici
o le urne. Mentre i prototipi della seduta venivano realizzati in metallo in Inghilterra,
in Italia venivano sottoposti all’attenzione di Magis. Il produttore italiano ne realizza
la versione in polietilene stampato ruotato. La versione di serie “Spun (Magis)” di
Magis è stata lanciata a Milano poche settimane dopo che i 7 prototipi metallici di “Spun
(Coriolis)” sono stati esposti per la prima volta a Londra nel marzo 2010. In seguito, sulla
base di quest’ultimi con la finitura liscia, Heatherwick ha deciso di realizzare edizioni
limitate della sedia con Marzorati Ronchetti in Italia. Il bordo e il piede della sedia
sono rivestiti in pelle per non danneggiare il pavimento. Ogni sedia è composta da sei
rotazioni di metallo spesso, saldate e lucidate per creare una superficie uniforme.
I pezzi sono realizzati manualmente. Le sedie presenteranno un effetto “rippled”,
una rigatura superficiale ad andamento orizzontale che rende più ricco l’effetto di
rotazione e di grande trottola dell’oggetto d’arredo. Spun (Coriolis) mostra la passione
di Heatherwick in due sensi, sfidando le regole e giocando con l’idea di una scultura
statica che diventa un oggetto ludico di design: in posizione verticale, Spun (Coriolis)
è uno scintillante vaso scultoreo, ma solo quando è piegato di lato vengono alla luce le
giocose possibilità della sua forma. Spun (Coriolis) consente a chi si siede di ruotare con
un movimento circolare, fino a compiere un cerchio completo.
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design island Spun (Coriolis) (3,6 x 5,75 x h 1,2 m)
design THOMAS HEATHERWICK
produzione MARZORATI RONCHETTI
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MCM - Modulo Camparitivo Mobile
design MATTEO RAGNI
produzione CAMPARISODA
MATTEO RAGNI si è laureato in Architettura al
Politecnico di Milano. Nel 2001, insieme a Giulio Iacchetti,
ha vinto il Premio Compasso d’Oro ADI con la posata
multiuso biodegradabile “Moscardino” prodotta da
Pandora Design, oggi nella collezione permanente del
design presso il MoMA di New York. Nel 2008 ha vinto il
Ph. Max Rommel
Wallpaper Design Award 08 per la lampada da tavolo/
ferma libri “Leti” prodotta da Danese. Sempre nel 2008
ha fondato TobeUs, marchio di macchinine in legno prodotte artigianalmente in Italia.
All’attività di designer affianca quella di docente in diverse università internazionali,
di art director e architetto. Di recente è stato pubblicato dalla casa editrice Corraini il
volume “Camparisoda. L’aperitivo dell’arte veloce futurista. Da Fortunato Depero a
Matteo Ragni” per celebrare i 100 anni del Futurismo.
Tra i suoi clienti: Andreoli, Arthema, Bialetti, Biò Fireplace, Caimi Brevetti, Campari,
Coop, Corian ® Dupont, Danese, Desalto, De Vecchi, Fiam, Gammadue, Guzzini,
JVC, Lavazza, Lorenz, Mandarina Duck, MA-wood, Nodus, Pandora Design, Pinetti,
Piquadro, Plust Collection e Poltrona Frau.
Concept
Come un satellite del progetto presente in Triennale, il Camparitivo all’Università degli
Studi è una nuova proiezione del celebre marchio italiano nella città di Milano, durante
la sua stagione più bella: la settimana del FuoriSalone.
I cromatismi del rosso Campari, la spigolosa forma conica che rimanda alla celebre
bottiglia di Camparisoda, gli specchi che danno al luogo una dimensione surreale in cui
le architetture si moltiplicano, si ingrandiscono.
Nei giorni del FuoriSalone Camparisoda festeggia così la propria vocazione al progetto,
andando incontro al pubblico del design.
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Loggiato Ovest
design island MCM - Modulo Camparitivo Mobile (3,30 x 3 x h 3 m)
design MATTEO RAGNI
produzione CAMPARISODA
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Lavazza Piazza Italiana
design LORENZO PALMERI
produzione LAVAZZA A MODO MIO
LORENZO PALMERI, architetto, si occupa di
progettazione, attivo nei campi del design, dell’architettura
di interni, dell’insegnamento, della composizione e
produzione musicale. Tra i suoi maestri Bruno Munari
e Isao Hosoe con il quale ha collaborato per diversi anni.
Si occupa di didattica dal 1997, insegnando in qualità di
docente a contratto, responsabile o lecturer presso le più
rinomate scuole di design nazionali e internazionali. In veste
di art director ha curato la mostra Milanosoundesign con Giulio Iacchetti; 16 designer
per Invicta; Lefel (progetto di design dell’editore Feltrinelli); Arthemagroup 2011. I suoi
progetti hanno vinto e sono stati selezionati per importanti premi internazionali. Tra i
principali clienti: Discoteca Le cinema di Milano, Fieramilano, Fumagalli componenti,
Valenti Luce, Losa, Arthemagroup, Korg, Noah guitar, Andreoli, Guzzini, Invicta, Caffè
River, De Vecchi, Nissan, Lefel, Napapijri, Pandora design. In campo musicale ha scritto
colonne sonore per teatro e installazioni. Nel 2009 è uscito l’album “preparativi per la
piogga”, sua prima raccolta di canzoni con la collaborazione di ospiti prestigiosi quali
Franco Battiato e Saturnino al basso.
Concept
La caffetteria di Lavazza per Interni Mutant Architecture&Design è una grande piazza
italiana. La piazza è per eccellenza il luogo dell’incontro e dello scambio, per sua
natura multiforme, perché assume i colori e i sapori di chi la abita in quel momento.
La piazza di Lavazza ha due anime, una accogliente, che ospita il bancone del bar e che si
apre al pubblico come una quinta teatrale tridimensionale rivelando uno skyline italiano,
e una che invita il pubblico a entrare e vivere l’esperienza di un caffè espresso gustato in
un bar nel quale il paesaggio circostante si sposa con l’aroma del caffè.
Lavazza vuole, con questo progetto firmato da Lorenzo Palmeri, ribadire la sua matrice
tutta italiana, e rendere omaggio, nella settimana dedicata alla creatività e al design,
al progetto e alle nuove tendenze nell’ambito dell’arredamento e dell’architettura, un
tributo alle eccellenze del nostro Paese.
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Loggiato Ovest
design island Lavazza Piazza Italiana (12 x 3,8 m)
design LORENZO PALMERI
produzione LAVAZZA A MODO MIO
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Luce Mutante
design ETTORE CIMINI e WALTER MONICI
produzione LUMINA
ETTORE CIMINI, all’interno dell’azienda di famiglia Lumina,
respira e assorbe quotidianamente la passione, la creatività,
l’esperienza e l’artigianalità che ha spinto Tommaso Cimini,
suo padre, a creare Daphine, la lampada icona dell’azienda.
Ed è a causa della sua prematura scomparsa che Ettore lascia
gli studi e prende in mano le redini dell’azienda. La sua
passione per il “fare” lo porta ad occuparsi anche dei processi produttivi e diventa,
oltre che AD e presidente della società, uno dei creativi dell’azienda. A lui si devono
molti progetti oggi in catalogo, tra cui Perla Garden.
WALTER MONICI, laureatosi in Architettura nel 1974,
insegna da quasi 20 anni nel campo del disegno e della storia
dell’arte a Milano. Ha una lunga collaborazione con Lumina
e con Tommaso Cimini. Da questa nascono prodotti come
Opus, Zelig, Tangram, Ayla, Marlene, ancora oggi nel catalogo
dell’azienda, in cui sviluppa una sua estetica sobria ed elegante
e realizza soluzioni tecniche innovative e brevettate nella
equilibratura delle lampade a due bracci. Attualmente, dopo
la lampada Perla realizzata con Ettore Cimini, si dedica a
progetti nel settore arredamento, attrezzature per il nuoto,
barche per autocostruzione, arredo urbano e piste ciclabili con la associazione Ciclobby.
Concept
Un sistema di illuminazione che si adatta perfettamente all’ambiente circostante
senza vincoli di installazione. Perla Garden è un modo per illuminare che si integra,
si modifica, muta a seconda delle necessità e in perfetta armonia con lo spazio in cui
viene collocata. Un gioco di sfere luminose, eco-compatibili ed eco-sostenibili,
che arreda creando atmosfere magiche pronte ad essere vissute. Una cascata di luce a
basso consumo che salvaguarda l’ambiente. L’installazione qui presentata è solo una
delle infinite possibilità a cui questa lampada si presta ma è stata proprio la particolare
architettura dei loggiati dell’Università a ispirare l’idea di inserire in una cornice che
porta con sé il sapore di una storia antica un sistema illuminotecnico moderno ed
innovativo. Il contrasto regala suggestioni e nutre la fantasia.
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design island Luce mutante
design ETTORE CIMINI e WALTER MONICI
produzione LUMINA
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DC10
design VINCENZO DE COTIIS
produzione ROSSANA
VINCENZO DE COTIIS, nato a Mantova, dopo gli studi
presso l’Istituto d’Arte, si laurea in Architettura al Politecnico
di Milano. Già dalle prime esperienze emerge l’interesse
per quelle che diventeranno le caratteristiche distintive
della produzione di De Cotiis come architetto, designer e
stilista: i materiali altamente plasmabili, il recupero di
pezzi e tessuti d’epoca da portare a nuova vita attraverso
riassemblaggi inediti, colori che si fondono con la materia.
Due elementi fondamentali caratterizzano i lavori di De Cotiis: le grandi dimensioni
e i segni del passaggio del tempo. Il passato da sempre lo affascina con il suo sapore,
suscitando al tempo stesso un desiderio di intervenire con dei segni nuovi e personali
in contesti già vissuti se non in qualche caso addirittura decadenti. Da queste basi nasce
anche il progetto creato per Rossana: DC10 in ottone brunito e pietra, una cucina solo per
uso a centro stanza dalle volumetrie originali, un “centro di lavoro” che rinnova e ripensa
la tradizione. Negli spazi curati da De Cotiis prevale comunque l’inclinazione per ambienti
con pochi elementi di grande effetto. De Cotiis realizza personalmente tutti gli oggetti e le
parti decorative che presuppongono sempre interventi e assemblaggi manuali. Interior
designer per Hotel STRAF di Milano inaugurato nel 2004, De Cotiis ha firmato anche
molte boutique come Antonia a Milano, Folli Follie a Brescia, Vinicio a Lissone, Pozzi Lei a
Monza e Treviglio, Tessabit a Como, Hotel a Bologna, Sugar ad Arezzo, Joffre a Barcellona,
gli spazi “PBox” multilabel, Vertice a Torino, il format dei nuovi monomarca Alberta
Ferretti e il negozio Sportmax inaugurato nel febbraio 2011.
Concept
Il progetto presentato da Rossana tratta simbolicamente il tema della cucina che
verrà. Si parte da un progetto reale, la cucina DC10 disegnata da Vincenzo De
Cotiis, che subisce al suo interno una sorta di mutazione genetica: parte DC10 in
ottone brunito e diventa puro volume in vetro specchiato, semplice sagoma
che allude metaforicamente alla cucina che verrà. Come una crisalide, la cucina di
oggi diventa altro da quella di domani ricordando quanto l’evoluzione della speciecucina sia già passata attraverso la mutazione/contaminazione con il living di cui ha
assunto forme e sembianze. L’installazione artistica ideata da Vincenzo De Cotiis è
proiettata al “pensiero sulla cucina che verrà”. Senza dare soluzioni, lascia che ognuno,
specchiandosi in questi volumi, fantastichi sulla cucina che più gli somiglierà nel
2050. Una cucina Rossana, di certo.
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Loggiato Ovest
design island DC10 (6 x 1 m)
design VINCENZO DE COTIIS
produzione ROSSANA
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Pr-oggetto
design Daniela Di Lauro e
Massimiliano Della Foglia
produzione DO.IT Design Outlet ITALIANO
Daniela Di Lauro, nata a Milano, si laurea in Disegno
Industriale al Politecnico di Milano. Si occupa di
ristrutturazione di abitazioni private, spazi commerciali,
contract, allestimenti e grafica. La passione per l’arte e la
fotografia, la porta a cercare di completare i suoi progetti con
pezzi unici, che trasformano lo spazio e lo completano. Pensa che anche gli “accessori”
e i pezzi d’arte, se ben ponderati, trasformino gli spazi e siano fondamentali.
Massimiliano Della Foglia, nato a Milano, si
laurea in Architettura al Politecnico di Milano. Si occupa
di architettura e pianificazione urbanistica, oltre ad essere
direttore artistico per un’azienda di mobili di design. La
sua cifra progettuale: interpreta le esigenze del vivere
contemporaneo, cercando di coniugare l’innovazione e la
sperimentazione tecnico-formale, con la tradizione, la durata e
un equilibrato rapporto prezzo-qualità del prodotto.
Dopo un’esperienza professionale all’estero, si conoscono sei
anni fa, in un grande studio di Milano, svolgendo ognuno il proprio ruolo di architetto
e di interior designer. Da un anno lavorano insieme condividendo un laboratorio di
progettazione, in cui differenti abilità professionali interagiscono al fine di sviluppare
progetti di architettura, interior e industrial design.
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Concept
La casa, intesa secondo l’accezione più ampia del termine, quale spazio abitativo, nasce
sempre da un insieme di idee che si concretizzano. Ciascun utente ha infatti una propria
visione di abitazione, che cerca di attuare nel rapporto quotidiano con le superfici
abitative, cui si relaziona. Ognuno diviene, di fatto, l’artefice primario dell’ambiente in
cui vive. Design Outlet Italiano proponendo l’eccellenza del design, si presenta quale
centro di riferimento per coloro i quali desiderano attuare il proprio modello di spazio
da abitare. Design Outlet Italiano offre una moltitudine di prodotti, che divengono però
progetto abitativo solo nel momento in cui si collocano nello specifico ambito domestico,
contribuendo quindi a realizzare una personale idea di casa.
L’oggetto diviene quindi progetto solo nel momento in cui l’utente riesce ad
organizzare e a bloccare le proprie idee, rendendole reali. Uno strumento-archetipo,
utile affinchè tutto ciò accada, è sicuramente la matita, che può pertanto considerarsi
elemento cardine tra idea, prodotto di design e progetto. Per tale motivo, la matita,
nell’allestimento per Design Island, viene collocata idealmente nel cuore del prodotto
di design, accentuando volutamente il prodotto stesso. Non a caso il motto di Design
Outlet Italiano è il design ha fatto centro. PR-OGGETTO si racconta per mezzo di una
casa con giardino, modello universale dello spazio abitativo. La casa di Design Outlet
Italiano racchiude una moltitudine di pezzi di design che attendono di divenire progetto
abitabile, nell’incontro con l’utente. 18000 matite colorate, che possono essere
prese dal visitatore, si trasformano, da pezzo di legno inanimato, di volta in volta, in
parola, tratto grafico, disegno nonché progetto, mutando quindi la loro forma e natura
originarie, per divenire idea scritta e disegnata. Nel giardino, i fiori sono rappresentati
da post.it di Design Outlet Italiano che, come petali al vento, si staccano e viaggiano
per divenire, insieme alle matite, generatrici di nuove esperienze abitative.
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Loggiato Ovest
design island Pr-oggetto (8,3 x 3,75 x h 4,5 m)
design Daniela Di Lauro E Massimiliano Della Foglia
produzione DO.IT Design Outlet ITALIANO
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QuaDror by More
design DROR BENSHETRIT
produzione TERRA MORETTI
DROR BENSHETRIT, dal 2002 ha creato uno studio
interdisciplinare specializzato in progetti di design
innovativo. Il suo approccio nei confronti del design ha
dato prova di profondità e ampiezza di vedute con la
realizzazione di progetti di varia scala e natura. Il suo
portfoglio comprende opere di product design, progetti
architettonici, interior design, graphic design e art
direction. Dror si è a lungo interessato alla complessità
derivante dai molteplici significati e utilizzi che si intersecano sui singoli oggetti.
Radicato su un approccio rigoroso e sulla metodologia del movimento, ogni suo progetto
è mosso dal desiderio di liberare la natura mutevole e mai statica degli oggetti.
Dror osserva il mondo con occhio inquisitore, alla ricerca di risposte alle esigenze del
nostro stile di vita moderno. Ogni progetto comincia dagli interrogativi che si pongono
e innesca un processo di indagine immersivo. In collaborazione con un team di
esperti, Benshetrit conduce lavori di ricerca su materiali, tecnologia e geometria. Con
sede a New York, annovera tra i suoi clienti Alessi, Bentley, Boffi, Bombay Sapphire,
Cappellini, Kiehl’s, Levi’s, Lualdi, Material ConneXion, Maya Romanoff, Marithé +
François Girbaud, Puma, Rosenthal, Skins Footwear, Yigal Azrouël, Shvo, Swarovski e
Target. E’ oggetto di conferenze a livello internazionale ed è stato insignito di numerosi
premi di design tra cui: GE Plastics Competition “Merging Boundaries” (2001),
l’iF Product Design Award (2006) e il Good Design Award (2008). Le sue opere
vengono integrate nelle collezioni permanenti dei principali musei in Nord America,
Europa e Medio Oriente.
Concept
QuaDror è un nuovo sistema di supporto strutturale che prevede differenti utilizzi
e applicazioni, come le strutture per l’architettura, i tralicci e le travature dello
spazio nonché i pannelli divisori. Quest’ultima applicazione è stata approfondita e
implementata nell’installazione realizzata in collaborazione con More, Gruppo Terra
Moretti, per Interni Mutant Architecture&Design. Il sistema QuaDror sviluppa diversi
pannelli che comprendono barriere acustiche, muri di contenimento per autostrade
e altre forme di divisori. Alcune applicazioni sfruttano la grande capacità di questo
sistema di sostenere carichi, mentre altre capitalizzano le proprietà acustiche, l’integrità
strutturale e la facilità di assemblaggio. Le singole unità sono costituite da quattro
pezzi identici a forma di L collegati gli uni agli altri senza l’aggiunta di articolazioni
meccaniche. La collaborazione con Terra Moretti mette in evidenza quanto sia semplice
assemblare i pezzi identici di QuaDror e quanto robusto sia il sistema da un punto di
vista strutturale. La forma geometrica di QuaDror conferisce alla facciata della parete
un’estetica tridimensionale unica nel suo genere.
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Portico del Richini
design island QuaDror by More (19,26 x 0,63 x h 2,89 m)
design DROR BENSHETRIT
produzione TERRA MORETTI
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PRESS ROOM
Forma Mentis
progetto di Simone Micheli Architetto
per VISIONNAIRE
Simone Micheli, eletto Interior Designer of the
year nel 2008 a Los Angeles, fonda l’omonimo Studio
d’Architettura nel 1990 e la società di progettazione “Simone
Micheli Architectural Hero” nel 2003. Le aree d’intervento
della società di progettazione con sede a Firenze e a Milano
Ph. Maurizio Marcato
si articolano in: architettura, interior design, design, visual
design, comunicazione per spazi collettivi, ma non solo. Le
creazioni dell’architetto, sostenibili e con particolare attenzione per l’ambiente, risultano
avere una forte identità. Espone le sue opere nelle più importanti manifestazioni di
architettura e di design del mondo. Molte sono le monografie e le pubblicazioni, su
riviste internazionali, dedicate al suo lavoro. È stato inoltre vincitore nel 2010 dei
Best of Year a New York e degli International Media Prize a Shenzhen con il
progetto Atomic Spa Suisse.
Concept
La Press Room di Interni, si caratterizza per la forte elasticità, grazie all’impiego
di elementi lineari e strutturali variabili che interagiscono spontaneamente fra loro,
diventando soggetti ibridi, in grado di creare una serie di allusioni che modificano
completamente la realtà percepita.
Due zone, due sistemi living realizzati da Visionnaire sono concepiti come un chiaro
manifesto visivo della contemporaneità, attraverso elementi strutturali lineari bianchi:
brillanti tavoli, sedute, due “umanoidi vasi”, un tappeto caratterizzato da geometrie
grafiche legate al tema della metamorfosi.
La possibile trasformazione di ogni componente presente all’interno dello spazio si
completa con due totem-specchio, allusorie figure irregolari che guardano e riflettono, e
che attivando la propria alterazione, si trasformano in uno schermo tv.
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per VISIONNAIRE
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ZAHA HADID
RICHARD MEIER
NICOLAS GWENAEL
DIEGO GRANDI
SETSU e SHINOBU ITO
SNØHETTA
MARIO BOTTA
INGO MAURER
LA RINASCENTE MUTANT VITRINES - PIAZZA DUOMO, MILANO
8 vetrine interpretate da 8 architetti
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LA RINASCENTE
Department store dal tono cosmopolita e internazionale, la Rinascente è il luogo ideale
per scoprire le ultime tendenze in fatto di shopping, trovare i marchi italiani ed esteri.
Uno store dinamico, che sorprende non solo per la varietà e l’esclusività della sua
offerta, ma anche per la continua trasformazione dei suoi punti vendita, all’insegna
del design e sotto la guida di grandi nomi dell’architettura, tutti noti per aver
creato collezioni prestigiose o per avere in portfolio alcuni dei locali e degli store
più trendy del mondo. In particolare il flagship store di Milano piazza Duomo è in
continua evoluzione. Quest’anno i riflettori sono puntati sulla moda uomo con la
ristrutturazione del primo piano e l’inserimento delle prime linee dei marchi più
importanti del settore. L’offerta include infatti i designers brands, accanto a una
selezione di contemporary brands e premium denim, e prevede un’area dedicata allo
smart casual e un prestigioso spazio per le calzature. Una proposta che si propone
come complemento ideale a quella formale e upper casual del secondo piano uomo,
ristrutturato nel 2008 da Dordoni Architetti. Il progetto di questo nuovo primo piano
è di Mumbai Studio e trasmette tutta l’eccellenza creativa per cui lo studio indiano è
internazionalmente riconosciuto. L’obiettivo è favorire un approccio personale e non
anonimo allo shopping, attraverso un layout elegante, ma al tempo stesso accogliente
e d’atmosfera, insieme a materiali e arredi caldi e avvolgenti, che si fanno apprezzare
per la bellezza dei loro particolari. L’inaugurazione è prevista per settembre 2011.
Mentre lo scorso anno è stata la volta del sesto piano, ristrutturato dallo Studio Cibic
& Partners e immediatamente percepito come una vetrina nel cuore di Milano con
prodotti in esclusiva, un’ampia selezione di marchi del migliore made in Italy e tutti
i grandi classici della cristalleria, della tavola elegante e quotidiana, dei complementi
d’arredo, della cucina e delle collezioni tessili per letto, bagno e tavola. 2000 mq che
rendono l’offerta casa della Rinascente ancora più multiforme ed eclettica, poiché
si uniscono agli altrettanti del Design Supermarket al piano meno uno, realizzato
nel 2009 dallo Studio 1+1=1 Claudio Silvestrin Giuliana Salmaso architects. Uno
spazio in continua evoluzione dedicato al design, dove trovare tante proposte di tavola,
cucina, micro-electronics, illuminazione, piccolo arredo, gadget tecnologici, accessori
per l’ufficio, libri. Un luogo che accoglie il meglio della creatività e dell’innovazione,
non solo in termini di prodotto, ma anche di esposizioni ed eventi e per questo
considerato tappa obbligata, soprattutto durante momenti importanti come il salone
del Mobile. Anche gli altri piani del flagship store di piazza Duomo hanno vissuto
un processo di ristrutturazione globale, sempre per mano di nomi illustri: Andrea
Griletto si è occupato del restauro della facciata, lo Studio Cibic & Partners delle
vetrine e del 5° piano con le collezioni bambino, India Mahdavi del piano terra e della
balconata, dedicati al beauty e agli accessori, Vincent Van Duysen del terzo piano con
la moda donna contemporanea, lo studio londinese HMKM ha seguito il rifacimento
dello spazio per le collezioni intimo al quinto piano. Mentre il gruppo Lifschutz
Davidson Sandilands è l’artefice del settimo piano, interamente dedicato al gusto:
assoluta novità per il mercato italiano, con una varietà di proposte ristorative e un food
market da gourmet. Il processo di trasformazione ha coinvolto anche gli altri store:
Roma, Firenze, Cagliari e Padova sono stati tutti ristrutturati secondo il format di
Milano Piazza Duomo. E il progetto più significativo è senz’altro quello che ha visto la
creazione di un department store tutto nuovo e di prima classe a Palermo, inaugurato
a febbraio 2010. Flavio Albanese, lo studio Cibic & Partners, lo studio Dordoni
Architetti e Vincent Van Duysen hanno ristrutturato un grande palazzo del centro
storico per realizzare 5 piani di moda, accessori, bellezza, casa, design e una food hall.
Anche l’offerta commerciale è stata completamente rinnovata con l’inserimento di
marchi di alta gamma, prima a Milano piazza Duomo e poi gradualmente negli altri
punti vendita, con l’obiettivo di offrire al cliente la più ampia e selezionata possibilità di
scelta, posizionando la Rinascente come una vera e propria “house of brands”.
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Impianto pilota per la cattura e il sequestro della CO2
Stoccaggio del carbone, località Tuturano (Brindisi)
presso la centrale Federico II, località Tuturano (Brindisi)
Centrale geotermica Nuova San Martino, Larderello (Pisa)
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ENEL
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ENEL
Enel è un Gruppo internazionale che produce e distribuisce elettricità e gas in 40
Paesi di quattro continenti. Fra le utility quotate in Europa, Enel è la seconda per
capacità installata e una delle più grandi in termini di numero di azionisti con i suoi 1,2
milioni di investitori.
Enel produce 289 TWh annui di elettricità da un mix equilibrato di combustibili.
Gli impianti raggiungono una potenza di 94.869 MW con l’incidenza di oltre un terzo
delle fonti rinnovabili, in continua crescita soprattutto in Nord, Centro e Sud America.
Il Gruppo distribuisce energia attraverso 1,7 milioni di km di linee elettriche, vende
elettricità a 57,2milioni di clienti e gas a 4 milioni tra famiglie e imprese. Il capitale di
Enel è posseduto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano che ne detiene
direttamente il 13,88% e, indirettamente, un ulteriore 17,36% attraverso la Cassa Depositi e
Prestiti, dai maggiori fondi di investimento internazionali, da compagnie di assicurazione,
da fondi pensione e fondi etici, oltre che da 1,2 milioni di piccoli risparmiatori.
Enel, l’energia e l’innovazione
Enel investe nella crescita del settore elettrico facendo dell’elettricità una
commodity che diventa sempre più servizio a valore aggiunto, centrato sulle esigenze
della persona.
L’ambiente domestico cambia e si evolve per incontrare un consumatore “smart”,
sempre più responsabile e consapevole, attento ad accogliere le innovazioni che meglio
rispondono alle sue esigenze.
Grazie alle applicazioni tecnologiche che Enel ha sviluppato negli ultimi anni, la casa
diventa un luogo intelligente che risponde alle esigenze di chi la abita: è il centro
di ricarica dell’auto elettrica per una mobilità a zero emissioni, è la “sala di controllo”
da cui poter monitorare il consumo di energia e ridurre gli sprechi quando questi
superano una certa soglia grazie al contatore elettronico, è una piccola “centrale” che
con le tecnologie del fotovoltaico e del mini eolico è in grado di generare energia, è un
“nodo” di una moderna rete (smart grids) che scambia energia secondo logiche simili
alla rete di Internet.
Le opportunità che vengono oggi offerte al consumatore riflettono il volto di
un’azienda protesa verso l’innovazione e impegnata nella ricerca, che crede nel
cambiamento, senza però smettere di conservare un occhio attento per la tutela di ciò
che è importante.
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MINI Rocketman Concept
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MINI
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MINI
MINI, oltre a essere una vettura, è per molti un mondo fatto di emozioni, passione e
divertimento. Il design innovativo e le soluzioni estetiche che da sempre strizzano
l’occhio ai mitici modelli anni ’60, hanno fatto di MINI una vettura decisamente non
convenzionale e reso ogni nuovo modello inconfondibile e desiderabile.
Un flusso costante di nuove idee e di concetti innovativi ha permesso a MINI di
crescere e di consolidarsi negli anni fino a diventare il brand di successo che oggi
conosciamo. Alla base di questo successo, oltre al consueto divertimento di guida, c’è
l’uso creativo dello spazio, un principio che ha varcato recentemente nuovi confini
con l’unveiling della MINI Rocketman Concept all’ultimo Salone Internazionale
di Ginevra (3-13 marzo 2011). La concept car riprende le dimensioni della MINI
classica, ma fissa nuovi punti di riferimento per il futuro del design automobilistico.
Con una configurazione di posti da 3+1 e 3 porte e una lunghezza di poco superiore
ai 3 metri, la MINI Concept Rocketman risponde alle attuali esigenze di mobilità
urbana mettendo in risalto i valori fondamentali del marchio in forma concentrata.
Funzionalità, agilità, efficienza e un design irresistibile si fondono in una concept car
straordinariamente attraente e innovativa, ma tipicamente MINI.
Dall’agosto 1959, quando la prima MINI si concretizzò dalla penna di Issigonis, a oggi,
moltissimo è cambiato nel campo della tecnologia, dei linguaggi creativi e della vita
quotidiana. Presentata al mercato mondiale nel settembre 2000 al Salone dell’Auto
di Parigi, l’autentica erede “made by BMW Group”, ha portato con sé una naturale
evoluzione dell’universo MINI, riuscendo comunque a mantenere il suo spirito
originale e la sua spiccata personalità. A più di 50 anni dalla sua prima apparizione la
MINI by BMW Group conserva intatta l’immagine chic e al tempo stesso grintosa e
sportiva della MINI storica.
Forte della sua storia e consapevole del suo “essere unica”, MINI ha sempre riservato
grande attenzione alla cultura del design e a chi ne è parte ed espressione. In Italia e
nel mondo, al di là di iniziative direttamente rivolte al mercato, MINI ha avviato un
dialogo con persone che condividono la stessa passione per la creatività e la ricerca
stilistica e con il lancio di MINI Space, ha offerto loro un luogo di incontro virtuale per
un’intera community di appassionati MINI e non solo, con il preciso intento di favorire
il contatto tra persone creative.
MINI e il design
Dal 2004 MINI è partner di Interni in occasione della settimana milanese del design e
anche quest’anno è al suo fianco per Interni Mutant Architetcture&Design, l’evento
ideato per il FuoriSalone 2011. Nel 2010 ha partecipato in qualità di co-producer a
Interni Think Thank, la mostra-evento allestita nei cortili dell’Università degli Studi
di Milano alla quale MINI ha contribuito con una installazione dedicata al processo
creativo che ha portato alla nascita della MINI Countryman.
Il MINI & Triennale Creative Set è invece lo spazio della creatività e della sperimentazione
inaugurato nel marzo 2009 che contribuisce ad arricchire l’offerta del Triennale Design
Museum, istituzione della quale MINI è Exhibition Partner fin dalla nascita.
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About MINI
Il marchio MINI è rappresentato oggi da 1300 rivenditori in più di 80 Paesi. Dal 2001
sono state vendute oltre 1,8 milioni di vetture marchiate MINI, dalla MINI Hatchback
alla MINI Cabrio, dalla MINI Clubman fino all’ultima nata MINI Countryman, la
prima MINI a quattro porte e dotata del sistema di trazione integrale ALL4.
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Università degli Studi di Milano Via Festa del Perdono 7, Milano (11-23 aprile 2011)
Libreria ZigZag,
design NENDO
produzione LEMA
Vaso Ming,
design RODOLFO DORDONI
produzione SERRALUNGA
TV LCD Aquos LE925 E 60”,
produzione SHARP
THANKS TO
Cortile d’Onore e Loggiato Ovest 1° Piano
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