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ANNO XIV
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Num. 50
Npvgmbfre 1887
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Abbonellto Dostale
Abboirdraellto postRIc
AVVERTENZE
PREZZO D'ASSOCIAZIONE
fl Giornale si pubblica ogni Domenica
A domicilio in tutta l'Italia ; Anno
L. 4,60 — Semestre L. 2,30 — rit Iestre
L. I 15 — All' Uffizio Anno L. I, 00 —
Semestre L. 2,00 — Trimestre L. 1,00 —
Per l' 1,:stt-ro aumento di spesa pos ale.
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Direzione e Amministrazione Via San
Giuseppe N. 18 — Le lettere non francate
si respingono — I manoscritti ancorche
non pubblicati non si restituiscono —
rende conto dei libri e giornali rimessi
alt' Uffizio. se conformi allo spirito del
periodico.
Un numero separato cent. 5
'Pio IX agli Scrittori della Croce Pisana')
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IL CUVERNO DEI PAPI
LEONE
prando e più con Ildebrando e col :edifrago
Rachis, di uno Stefano Ir e III il quale ultimo diede principio a quella epopea che
Cesare Canti' chiamava istituzione morale
e politica grande e rilevante, di un Niccolò I nelle sue relazioni con Lodovico
di un Gregorio VII con Enrico IV, di un
Clemente VII con Enrico VIII, di un Paolo
IV colla vergine Elisabetta, di un Pio V
colla Mezzaluna, di un Pio VI e VII coll'Aquila Imperiale,.
Ercoli del secolo XIX, è vero adunque che il governo dei Papi è stato barbaro ed ignorante? No; voi non lo potete asserire ; la Storia, giudice dei fatti
e degli uomini è aperta ancora per voi...
e voi non l'ignorate !.. Eh via... siamo
più leali, ed abbiate nella bocca ciò che
avete nel cuore
Ma ora facciamo noi una dimanda: non
sarebbe piuttosto l'attuale un governo barbaro ed ignorante? Vediamolo. Le persone
più oneste e dotte sono state rimosse dagli
impieghi dello Stato e sono state, la maggio• parte, gettate in una povertà del tutto
squallente: se i cittadini vogliono compiere
i loro più alti doveri vengono posti alla
berlina e vengono designati col nome di
clericali per farli segno alle ire e persecuzioni di coloro che dirigono la cosa pubblica. I più onesti e santi uomini della
società non possono riunirsi in un sacro
tempio per pregare, per piangere sopra i
peccati dei popoli, e sono considerati quali
nemici della patria, dell' ordine pubblico,
della civiltà. I posti più lucrosi vengono
dati ai plù ribaldi, sono portati in palma
di mano i più grandi denigratori di Dio,
gli atei, coloro che hanno tradito i piú solenni giuramenti. Si possono riunire impunemente i più solenni farabutti a &Alia •
mazzare contro le cose e le persone più
sante e rispettabili. Sono gridati .eroi coloro che gittano i popoli nel vortice di
tutti i mali. Vengono innalzati monumenti
e statue agli increduli, a sofisti, a' vittiperosi. Si pagano a danari sonanti, certi professori che buccinano ai quattro
venti la necessità di educare i giovani
nel più sozzo ateismo e nella professione
di un' etica da gorilla, poiché Dio e l'anima sono due miti, avendo provato la
scienza dice alcuno di questi illustrissimi e dottissimi Professori che l'origine
e continuità della vita possono considerarsi indipendentemente dal soprannaturale ! ! !...
Lettori carissimi, quale dei due governi
vi sembra barbaro ed ignorante?...
Chi fu Criordano Bruno ?
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L'opera più grande che possa fare l'uomo in questo mondo è senza dubbio l'organamento d'un governo fondato sopra
la giustizia. E veramente; chi ben riflette
s'accorge di primo acchito che in mezzo
all'umana famiglia il governo deve spende
re la maggior partt . della sua forza a tenere in freno il disordine ed a punire i delitti degli uomini. In poche parole; l'idea
del perfetto governo in questo mondo esser deve: protezione del bene, persecuzione del male.
E che questo tenore di condotta abbiano
tenuto i Papi nel loro principato civile,
non poteva nè con più eloquenza, nè con
miglior nerbo di argomenti, provare il
Chino disserente Sig. Can" Prof. Ulisse
Bascherini quando il 4 corr., lesse la
sua bellissima prolusione nella Biblioteca
del nostro Seminario di S. Caterina, come
già nel decorso numero accennammo.
Egli prendendo le mosse da una vieta
accusa che un onorevole del Parlamento
Italiano ebbe la valentia di risollevare,
prese a combattere i nemici del Papato
mostrando come falsi siano i principii ai
quali questi sciagurati s'informano e come
però le accuse rivolte ai Pontefici partecipino della falsità dei medesimi. E veramente combattè egli i denigratori del
Papato e li sconfisse e ne trionfò, facend.
chiaramente vedere colla critica e colla
Storia « testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita,
annunziatrice della verità » quanti grossi
abbagli abbiano 'preso e teoricamente
nei principii, e praticamente nei fatti i
pseudo-riformatori dei nostri tempi, capitanti oggi nell'Italia, da quel grande mo
ralista che nel magno simposio di Torino giudicò la parola del Papa non misurata e gli atti suoi poeo cristiani!
E che il governo dei Papi non sia
stato un governo barbaro ed ignorante
basta, aggiungiamo noi, dare uno sguardo
alla Storia per persuadercene. Barbaro
infatti ed ignorante non può dirsi un governo di un Leone l che scriveva a Teodosio II, che lo invita ca al Concilio di Efeso,
non potere annuire ai desiderii
tore perchè la salute di Roma e dell'Italia
non glielo permettevano per l'invasione dei
Goti capitanati da Teodorico ; nè un governo tutt'altro che barbaro e ignorante
quello di un Gregorio III che ricacciò nei
suoi confini Luitprando re dei Longobardi,
invasore della Pentapoli e dell' esarcato
di Ravenna ; non un governo, tutt' altro
che barbaro ed ignorante quello di un Zaccaria che ebbe esso pure a lottare con Luit-
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(Cont. Vedi N.
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Restano ora ad esaminarsi gli ultimi
due titoli messi fuori, o meglio inventati
dai panegiristi di Giordano Bruno, quali
sono la celebrità e l' eroismo. Esaminiamo
brevemente ambedue.
Ebbe celebrità il Bruno? No: se intendesi
per celebrità la chiarezza universale di nome con lode si, se per cotale celebrità intendesi quella trista fama e rinomanza che
acquistansi coi loro delitti i grandi malfattori. Ed in vero, lasciando da parte i giudizi
degli storici e degli scrittori cattolici e citando scrittori non benevoli alla religione,
come il Bayle, il Rivato, il Niceron, troviamo che essi definiscono il Bruno un inge-
gno bislacco, paradossastico, bizzarro,
assurdo, scialaqualore, pazzo, pieno di
continui difetti di logica di paralogismi.
Dicono che il Bruno accompagnava superbia e pervicacia a sfacciato disprezzo
degli altri; avea strani concetti; intemperanza di imagini e di simboli. Notano che
il sistema di lui non può penetrarsi dai
più acuti d' ingegno, tanto è oscuro e arruffato.
Col Giannone e con Carlo Botta lo chiamano visionario, autore di pazze opinioni e di bmtemmie atroci per cui fu
arso. Col Gioberti lo rilegano col Pomponazzi e col Cardano, fra quelli i quali per
le loro esorbitanze e licenze screditarono
nell' universale le scienze speculative. Col
Rana!' i, col Berti, collo Spaventa, col Fiorentino,- col Colocci non possono esimersi
dal dirlo stranissimo cervello la cui filosofia, come a capi principali riducevasi ali' infinità della natura e alla coincidenza
de' contrari nell' uno, cioè a due assurdi
Ecco come anche gli amici del Bruno lo
esaltano e lo celebrano! Di più egli non
ebbe mai celebrità neanche dopo morte.
Infatti da tre secoli, che sono trascorsi
dalla sua morte, niuno avea mai parlato
di lui. I suoi contemporanei lo ignorarono
quasi del tutto. Le varie nazioni di Europa, come egli stesso lamentava, lo tennero in nessun conto mentre era vivo e
molto più rimasero indifferenti alla sua
morte- I protestanti stessi, i quali nel fra
te apostata avrebbero dovuto salutare un
complice della loro ribellione, non si curarono punto di lui, e bene spesso lo disprezzarono e lo avvilirono. I suoi scritti
in latino ed italiano avevano la medesima
sorte del loro autore: spesso morivano
prima di nascere: o se levavano qualche
rumore per le dottrine strampalate e pazze che contenevano, rimanevano poscia del
tutto negletti e dimentichi.
Ecco qual fu la celebrità di Giordano
Bruno! Un profondo silenzio avea ricoperto
la memoria di questo preteso grande per.
il corso dei secoli XVI e XVII; ese nel secolo XVIII alcuni si erano occupati del
Bruno, non ne avevano dato giudizi molto fa»
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coraggio XIII al Direttore (16 Ottobre 1881).
vorevoli. Era riserbato adunque al nostro
secolo lo scoprire la celebrità di Giordano
Bruno, e profondere a lui tanti elogi tardivi e tante ammirazioni improvvise ed
inaspettate! La celebrità di Giordano Bruno è una pretta invenzione della Frammassoneria, é un titolo che non trova
nessun fondamento nella storia sincera
e veridica; e chiunque ha fior di senno,
non ostante i clamori dei settari, deve ridere saporitamente di questi onori creati
a forza. Ed ora veniamo a considerare
l'uftmo titolo invocato con tanto scalpore
dagli ammiratori del nolano: l' eroismo del
pensatore e del martire. Giordano Bruno,
fu come si afferma, l'uomo eroico in vita,
il martire eroico in morte? Rispondiamo
in poche parole. In vita documenti irrefragabili, non gli riconoscono che un solo
eroismo, falso, folle e ridicolo; l' eroismo
con cui in ogni sua azione e in ogni pagina e quasi in ogni parola dei suoi scritti
egli proclamava di sè gli elogi più sperticati ; reputavasi il più grande filosofo; e
profeta, biografo, panegirista, descrittore
e pittore di se medesimo, si predicava
grande, celebre, inarrivabile sommo ed
unico. Fuori di ciò niun altro eroismo gli
riconosce la storia. E l'eroismo nella sua
morte ? Bell'eroismo in ft nostra! La sua
vita fu una perpetua fuga dai processi e
dai pericoli attiratigli dalle sue empie
dottrine; e con questo mostrò il suo animo
franco e intrepido nello sfidare i dolori
e la morte. Quando a Venezia il Mocenigo
stimandolo indemoniato, minacciò di consegnarlo agl' Inquisitori, Bruno, come vedesi dalla lettera dello stesso Mocenigo
all'Inquisizione, pregò, supplicò offerse ogni
suo avere per essere liberato. Quando poi
cadde in potere dell' Inquisizione egli, a
Venezia e a Roma, piagnucolando presso
i suoi giudici, e fingendo pentimento, cercò
più volte sottrarsi al meritato castigo. E
solo, qnando vide scoperte le sue finzioni
confessò prntamente di avere errato in
;
varí argomenti e deviato dalla Santa
Chiesa. Domandava umilmente perdono
a Dio e agi' inquisitori di tutti gli errori
commessi, diceasi pronto ad ogni soddisfazione, e prometteva fare riforma notabile a compensare lo scandalo. Ma queste sueparole non erano sicere, ma ipocrite
e finte, usate per ingannare e muovere
a compassione l'animo dei giudici. E quindi
sono il vero segno della paura e dell'ahbietezza d'animo privo d'impavida nobiltà.
Mostrano che non é vero il coraggio che
alcuni gli vogliono attribuire nel supplizio.
Appalesano che, per fuggire la punizione
egli fintamente rinnegava sè stesso, le
proprie opere e le dottrine arditamente ifirr
insegnate, e tremante ed umile inchinavasi
a quelle che aveva chiamato asinaggine
divina e stupida bestialità. Fanno vedere
che se mostrò audacia, fu quando, impotente nell'ira, vedea di non poter più ingannare alcuno e sfuggire alla pena. A
che riducesi adunque il preteso eroismo ?
Ad orgoglio nel lodare se stesso, e spudo-
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Annunzi ed inserzioni Cent. 15 per linea
PERIODICO SETTIMANALE
« Benedico tutti gli:associati alla CROCE PISANA Deus Vos benedica, dummodo Verztas praecedat, comiletur et sequatvr. P. PP. IX
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10 Novembre 1887.
Nella fausta ricorrenza del Giubileo Sac,erdotale di Leone XIII, il Circolo della
Gioventù. Cattolica fiorentina invierà al S.
Padre un dono consistente in una bottiglia
ed un bicchiere di finissimo cristallo elegantemente montati con guarnizioni d' oro
lavorate a cesello, portanti gli stemmi di
Firenze e di S.S. La bottiglia sarà sormontata da un piccolo leone d' oro.
Tal dono farà molto onore al Circolo e alParte fiorentina. Il circolo stesso, per mezzo
9APPENDICE
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3
O
RACCONTO
Occupata nelle buone opere, circondata da
adorano, non
una famiglia di poveri che
sente i dispiaceri del passato e non ha alcun
timore dell' avvenire.
Un colpo alla porta la scuote dal suo lavoro. Essa non aspetta nessuno, e perciò tende l' orecchio, poiché le pare di sentir la
voce della sua vecchia serva irritata al più
alto grado. Chi sia? Uno dei membri della
sua famiglia? Ma essi possono sempre entrare quando vogliono. lin infelice? Ma la sua
porta è sempre aperta per loro.
Celeste era sul punto di alzarsi per conoscere il motivo di questo alterco, quando
all' improvviso sì aperse la porta ea entrò
un uomo bagnato da capo a diedi come un
pulcino. Un grido involontario sfuggì alla signorina di Langerain; l' uomo entrato si era
scoperto il viso ed essa aveva riconosciuto
in lui il suo antico persecutore Leopoldo Berthenay.
Passata appena la prima emozione, Celeste, volgendo uno sguardo severo a Leopoldo
Berthenay, gli disse:
— Che cosa venite a far qui, signore?
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— A chieder perdono, rispose Leopoldo.
Sì. io sono quel miserabile che ebbe la crudeltà di minacciarvi la morte mentre eravate
sul fior della gioventù, come se fosse stato
io mio potere il disporre della vita e della
morte.
— Oh! signore, è un pezzo che io ho perdonato, rispose Celeste con dolcezza e con
dignità.
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ratezza nel vantarsi delle proprie oscenità;
a volubilità irrequieta, a bassezza e viltà
nel tentare tutte le ipocrisie e le finzioni
per scampare al castigo; e ad ostinatezza
negli errori, allorché le sue ipocrisie erano
scoperte ed inutili. Ecco il bell'eroe, ecco
il bel martire a cui un pugno di settari
nemici della Chiesa e del Papato, vogliono
alzare un monumento a Roma!! Ma sarà
possibile, domandiamo noi, che in Roma,
centro del cattolicismo e sede del Papa,
si giunga a tanto? Possibile che i dotti,
i cristiani e gli onesti di ogni partito non
veggano il male e H disdoro che sarebbe
l' inchinarsi al notano, e onorarlo di un
monumento? Possibile che un pugno di
settarl e liberi pensatori al solo fine di
sfogare bassamente il loro odio contro la
Chiesa e il Papa s'imponga e offenda così
villanamente il sentimento cattolico degli
italiani ? No : noi vogliamo sperare che
Roma, la città eterna, non sarà deturpata
da un monumento a Giordano Bruno. E
questa nostra speranza é ancor pi rinvigorita dal vedere come alcuni di quei
che si erano fatti promotori di questo
monumento e ne avevano colla penna caldeggiata l'idea, ora si ritirano indietro e
dissuadono gli altri dal proseguire nell' intento. Se ciò fosse, sarebbe risparmiata
alla Chiesa una nuova offesa e all 'Italia
una grave ignominia.
M.
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del comm. Prof. Tolli presidente generale
della società della Gioventù Cattolica ita-
liana, ha umilmente pregato il Santo Padre
a gradire tal dono e a degnarsi di adoprarlo
per la sua mensa giornaliera.
Dal di 20 al 27 .del corrente in alcune
sale del Palazzo Arcivescovile verranno
esposti al pubblico tutti gli oggetti che
sono stati raccolti per offrirsi al Sommo
Pontefice.
-
A causa del tempo piovoso quest' anno i
cimiteri sono stati poco frequentati, però
in contraccambio i fedeli si sono recati
numerosissimi nelle Chiese per assistere
alle solenni funzioni.
Il di dei Santi e domenica scorsa venne
aperto al pubblico l'oratorio dei SS. Martiri, che trovasi nei sotterranei dell'ex Convento delle scuole Pie. Quivi si venerano
ben diciotto interi corpi di santi martiri
e una preziosa collezione di reliquie raccolte per cura del celebre. P. Inghirami di
v. m. Quando nel sopraposto collegio insegnavano i PP. Scolopi, scendevano giornalmente in questo grazioso oratorio i giovani scolari ed a vicenda s'intrattenevano
a fare orazione in onore dei gloriosi campioni di Cristo che quivi riposano. Ora
tale pia pratica non ha più luogo per la
distanza delle Scuole Pie. Anche nella Basilica di S. Lorenzo, domenica furono esposti i copiosi e magnifici reliquiari d'oro
e d'argento, di cristallo di monte e di
altre ricche materie, donati a questa chiesa
dal Sommo Pontefice Clemente VII. Tra
queste reliquie trovansi anche tutte quelle
che esistevano nella Real cappella Palatina,
dalla quale furono traslate nel 1785.
-*Anche a Firenze é stato commemorato
l'anniversario di Mentana,. I commemoranti
saranno stati 200 i quali preceduti da una
banda si recarono al Cimitero di San Miniato ove snlla, tomba di certo Gherardi
depositarono alonne corone. Non mancarono
i soliti discorsi uno dei quali venne più
volte interrotto da un delegato di P. S.
— Grazie, ma non basta. La morte mi
minaccia in ciò che io ho di più caro al mondo; e vengo a chiedere una preghiera a voi
che siete una santa. Ora mi spiego, a.ijiunse
vedendo che la signora di Langerain lo guardava con meraviglia e con una specie di terrore. io non son pazzo, ascoltatemi.
Quindi incrociò le braccia sul petto e vi
proseguì:
— Io sono ammogliato da dieci anni, ed
ho avuto tre figli. Due mi sono morti e tutta
la mia scienza non ha potuto salvarli. Mi
rimaneva la figlia maggiore, un angelo che
io amo più di me sesso. Ed ecco che una
malattia terribile, sconosciuta, ha messo in
fin di vita anchè lei. Io ho usato inutilmente
tutte le cure possibili; ieri credevo che spirasse nelle mie braccia. Allora, pazzo pel dolore, convinto che questo doveva essere certamente un castigo di Dio, ho pensato quale
maledizione poteva pesare sopra di me; ho
dimandato a me stesso perchè questi fanciulli innocenti devevano morir tutti uno dopo
l' altro. Quindi mi son ricordato di voi, di
voi che avevo odiato come un insensato, e
ho detto: Andrò a cercare questa vittima del
mio orgoglio, mi umilierò, le chiederò perdono in ginocchio, se occorre; 111 a essa pregherà per me, e la mia figlia guarirà. E son
partito; ho lasciato la mia figlia in agonia;
ho fatto dodici leghe a cavallo, perché nessuno mi ha voluto accompagnare in una serata così cattiva, e son venuto qui. Signora.
non mi negate questa grazia. Io vi ho fatto
soffrire tanto, ma ora ne son pentito e vengo
a chiedervi una preghiera per la mia figlia.
Abbiate pietà di me!...
Nel proferire queste parole congiunse le
mani in atto supplichevole.
Ma la signora di Langerain, con gli occhi
Quanto farebbe bene che tale dimostrazioni
che riescono sempre d'insulto alla Chiesa
ed anche alla Monarchia fosso vietate !
Debbo aggiungere che al ritorno i dimostranti nel passare dinanzi all'Arcivescovado innalzarono lche fischio che
non ebbe alcun eco.
Ed ora conchiudo la presente col notificarvi come Lunedì sera venne sequestrato
il N. 253 dell'ottimo giornale il Giorno
per avere in un articolo energicamente difesi i diritti della Chiesa e del Sommo
Pontefice. Non vi nascondo che tale sequestro ha prodotto pessima impressione nella
cittadinanza cattolica.
A. .0
COME PALMA UNI NEL 1864
Ecco parole assai notevoli che uscirono di bocca al Francesco Crispi nel 186.1:
« La Chiesa cattolica romana non può
diventare una Chiesa nazionale; e voi
non potete trattarla come le altre, il cui
capo è suddito del re. Essa per la sua
indole universale bisogna che viva da sè
e non si assoggetti ad alcuna podestà
temporale, pera '• altrimenti le mancherebbe quella indipendenza che vogliono
in essa le nazioni che credono in lei.
«Il Pontefice Romano, quale oggi è
costituito, non può diventare cittadino
d' un grande Stato, discendendo dal trono, su cui lo venera tutta la cattolicità.
Bisogna che sia Principe e Signore in sua
casa, a niuno secondo ».
Ecco appunto quello che chiedono gli
italiani colla loro petizione al Parlamento,
petizione che di nuovo e caldamente raccomandiamo a tutti i nostri lettori.
Vedere in quinta pagina il nuovo
racconto
IL SEGRETO DEL MURO
bassi restava pensosa. Cosa strana! la vendetta non solo era divenuta facile per lei,
ma in certo modo le andava incontro. Tutti
i tormenti che aveva sofferto, tutti i dispiaceri, tutte le lacrime che aveva sparso nel
pensare al proprio avvenire, tutti i timori
eccitati dalle minaceie di quell' uomo, potevano esser vendicati in un istante; Celeste
poteva (Ere:
— Io non pregherò per colui che mi ha
fatto da carnefice.
Ed essa Io avrebbe fatto certamente se
non fosse stab cristiana; poichè anchè l'anima più pura sente il triste effetto delle passioni.
Frattanto lo sguardo attento e inquieto
di Leopoldo stava fisso sopra di lei; e pareva che volesse leggere sul suo volto l' impressione che Celeste provava nel cuore. In
quel momento quelle due persone poste di
fronte l' una all' altra pareva che dovessero
rappresentare le due potenze che si diVidono
il inondo e che lotteranno tra loro sino alla
fine dei secoli; il bene e il male. Il bene era
quella debole donna, sulla cui fronte era scolpita la serenità, e nel cui sguardo si leggeva
la calma e la pace della coscienza. Il male
era quell' uomo ancora robusto sebbene di
capelli un pò biancastri, che negli occhi aveva l' impronta della tristezza e del dolore
e nei lineamenti del volto le tr accie lasciate
dalle più malvagie passioni.
Dopo un minuto di silenzio, Celeste di
Langerain alzò gli occhi verso un Cristo di
avorio appeso sopra un genuflessorio, e, rivolta al padre desolato, gli disse con una
grande espressione di dolcezza:
— Andate, signore, i poveri ed io
pregheremo per la guarigione della vostra
cara figlia.
*
-
CRONACA
del Giubileo Sacerdotle del Salito Padre
Nei giorni scorsi fù di passa ggio dalla
hostra stazione ferroviaria la Delegazione'
del Clero cattolico della Turchia d' Asia
spedita dal Gran Patriarca Gregorio Giuseppe per assistere a Roma al Giubileo
Sacerdotale, e presentare al Papa i doni
dei fedeli della Siria.
Facevano parte di questa delegazione
fra gli altri illustri personaggi gli Arcivescovi di Tiro e di Aleppo, e il Vescovo
di Beirout. Essi recano al Papa lire 10
mila per l' obolo di S. Pietro, e un magnifico armadio incastrato di madreperla.
vero capolavoro degli artisti di Damasco
e di grandissimo valore.
X
11 Principe reggente di Baviera e la
Regina madre hanno diretto al Papa lettere di congratulazione accompagnate da
cospicui doni pel
Il Card. Hoenlohe, specialmente incaricatone presentò al Pontefice le congratulazioni del Principe Ereditario di Germania.
X
Le guardie nobili offriranno al S. Padre
una scrivania d' oro: la guardia patatina
una statua d' argento raffigurante Leone
XIII in atto di benedire. Le guardie svizzere offrono 5000 lire in oro provenienti
dai risparmi fatti dal Corpo.
X
Fra gl' innumerevoli, svariati e ricchissimi (Ioni che da tutto il mondo ogni giorno giungono al Santo Padre per festeggiare il prossimo suo Giubileo sacerdotale
dobbiamo anche segnalare mille bottigli 3
di Champagne, racchiuse in 20 casse,
mandate dalla Casa Chandon de Briailles
d' Epernay, diocesi di Chalons - sur - Marne;
72 pezze di tela di lino che invia la diocesi di Vigevano, mandate da quei diocesani; e 20 quintali del prezioso legno di
sandalo che stanno por giung re dall'Australia.
— Me lo promettete? ma pregherete voi
stessa?
— Ve lo prometto.
— Oh! allora un' ultima graìa. Che io vi
veda in ginocchio; che vi senta parlare a Dio
della mia fizlia; che io possa portar con me
questa consolazione e questa speranza!
La signoea di Langerain si alzò e andò
a pregare sul suo genuflessorio.
Leopoldo la contemplò un istante; poi cominciò a piangere, piegò il ginocchio, e, alzando le mani verso il crocifisso, esclamò:
— O Gesù! O Cristo! per questa donna
io credo in voi; prendete la mia vita, prendete quella della mia figlia, e sia fatta la
vostra volontà.
Quindi si rialzò e parti.
Nella città ove abita il dottore Berthenay
$i crede che la sua conversione improvvisa
sia dovuta alla guarigione quasi miracolosa
della sua figlia. Qualunque ne sia però il vero
motivo, le persone dabbene ne ringraziano
Iddio; poichè quell' uomo energico, dedicandosi alla pietà, ò divenuto un uomo utile per
il suo paese, una provvidenza per i poveri
e per gli ammalati. Egli ha cambiato vita
affatto, e la religione cattolica gli ha restituito la pace che aveva perduta da tanto si
lungo tempo.
Celeste di Langerain vive lontana da Leopoldo; ma però sa che nella sua flmiglia si
prega ogni giorno per lei, e Che il suo nome
vi è circondato di rispetto e di venerazione.
FINE.
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Il Rev.mo Capitolo di S. Pietro in Vaticano con gentile e delicato pensiero
offrirà al S. Padre una ricchissima teca
di argento dorato tempestata di gemme
per custodirvi una reliquia insigne che
S.S. tiene carissima e venerata nella sua
cappella privata.
X
Il Circolo S. Pietro di Roma dona al
Papa una scatola:da tabacco in oro col
monogramma dol Circolo ed altri ornati
in brillanti.
X
L' ex-Imperatrice dei Francesi prepara
per il S. Padre un ricchissimo dono consistente nel ritratto del Principe Imperiale figl ioccio di Pio IX, circondato di
viole, d' ametiste, e di api d' oro: un
aquila in smalto sormonta il dono imperiale.
X
Un ebreo al Papa.
Il Fremdenblatt riferisce che a Pest è
esposto il regalo che il Dott. L. Raab, un
ebreo di Komorn, manda al Papa.
Esso ccnsiste in un libro pieno di cifre
di inestimabile valore.
È un calendario universale per il calcolo del tempo giuliano, gregoriano, ebreo
ebreo gregoriano ed ebreo-giuliano.
Lo scienziato ebreo impiegò venti anni
di assiduo la.voro der questo libro, che
l' Arcivescovo primate d' Ungheria consegnerà personalmente al Pontifico.
X
La Casa di Savoia al Papa.
Colle dovute. riserve riportiamo da
una corrispondenza romana del Cittadino
di Genova, la seguente notizia:
« lersera mi è stato assicurato. e da
buona fonte, che é stato stabilito il dono
delle LL. M\1. al Sano Padre per il suo
giubileo. Ecco come la cosa andrebbe,
sempre secondo il racconto fanttomi, sul
quale pongo però delle riserve.
« Tutti i principi concorrerebbero in
uno stesso dono consistente in un prezioso calice, il quale porterebbe questa dedica, o pr ss' a poco: « Al Santo Padre
Leone XIII la Casa di Savoia. »
« Vuolsi chela faccenda sia stata discussa in Consiglio dei ministri in tre successive sedute. Varii ministri si opponevano.
fino a farne questione di portafogli; ma
Crispi avrebbe, sin dapprincipio sostenuta
la necessità di inviare il dono, e il suo
parere avrebbe finito per aver il disopra.
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Il Circolo della Gioventù Cattolica di
Pisa, avventurato, come già dicemmo, che
il S. Padre Leone XIII non solo abbia
gradito l' offerta che è per fargli di una
Posala d' oro in occasione del suo Giubileo, ma che inoltre abbia dichiarato ad
servirsene in tutti i giorni che il Signore
gli concederà di vita, ringrazia vivamente coioro che hanno già mostrato desiderio di concorrere a questa gentilissima
quanto preziosa offerta; ed anzi fa noto
che accompagnerà la detta Posata con
un magnifico indirizzo in Pergamena, nel
quale figureranno oltre i nomi dei giovani di questo Circolo, anche quelle persone che, avranno concorso al dono con
una offerta non minore di L. 50.
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espresso l intenzione di volere interpellare il Presidente del Consiglio intorno
al contegno che intende tenere il Governo nella prossima solennità del Giubileo
Sacerdotale.
— A giorni verranno inalzate le statue degli apostoli sul portico della facciata della Basilica di S. Paolo.
— In seguito agli scoraggianti risultanti degli esami liceali, il ministero della
pubblica istruzione, riconoscendo che questo fatto dipende principalmente dai criteri coi quali gli esami stessi vengono
ordinti, ha stabilito di nominare una Commissione che studi questa materia e
faccia proposte concrete da applicarsi
subito.
Livorno — li O corr. un gruppo di anarchici voleva fare una daostrazione sotto
il Consolato americano, per protestare
contro la condanna a morte di 7 anarchici nell' Illinese; ma per le misure prese
dalla Questione fù mandata a monte.
La sera stessa poi dopo le 6 fù sentita
una fortissima esplosione sotto la Questura, causata da un cartoccio di dimani te
alla quale prima era stato data fuoco.
Gli agenti.- e funzionari che colà si trovavano non ebbero alcun danno: furono fatti molti arresti
San Remo — La sera del 4 corr. giun .
geva a San Remo il Principe Federigo
Guglielmo colla famiglia e un seguito di
circa 40 persone. Il Principe aveva aspetto assai florido nonostante la sua malattia.
Ricevette una accoglienza simpatica da
quella popolazione.
Viareggio. — L' altra notte mentre stava
per partire dalla stazione un treno militare, un tale profittando dell'oscurità cercò
di salirvi inosservato sperando (li fare un
viaggetto gratis fino a Pisa: ma mal glie
ne incolse, perché forse non avendo preso
bene le sue misure rimase travolto sotto
le ruote riportandone lesioni gravissime
alle gambe per cui si rendeva necessaria
l'imputazione.
Cittaducale — Un tal Faraglia con una
sbarra di ferro ammazzò prima il proprio
padre, poi la matrigna, quindi diede fuoco alla propria abitazione e si dette alla
fuga.
Mentana — Lunedi scorso venne celebrato il XX anniversario della famosa
battaglia di Mentana. Se ne tolse occasione pér insultare al solito bassamente
contro il Papato, ma ce ne fù anche per
la monarchia. Il Prof. Pennesi disse che
dobbiano cercare nuove terre per la patria non in Affrica ma a Trieste e nel
Trientino. Il Majocchi vomitò un sacco
di sacrileghe impertinenze contro il Pontefice che egli vorrebbe soppresso e abbattuto dalle fondamenta. Eppure a tutte
queste infamie l' Ispettore di P. S. li presente rimase muto e sordo, ma solo a
queste; non però quando fù insultata e attaccata la Monarchia.
Conegliano — L' on. Bonghi tenne il 6
corr. il suo discorso politico. Parlando
della questione ecclesiastica ha riconosciuto
la necessità di tener calcolo della forza
della Chiesa ed ha dichiarato che la politica attuale ecclesiastica è proprio dissennata. Ha criticato alcune leggi di persecuzione ed ha considerato la legge
delle guarentigie degna d' emenda.
Ravenna. — Anche il Baccarini ha fatto
il suo discorso politico. Egli dopo la volgare
accusa di antinazionalità data al Papa, ha
ripetuto l' idea del Crispi che cioè essa
possa e debba esser libero nell'ambito però
delle leggi che glie lo concedono.
ESTERO
3.
Roma — Il S. Padre terrà concistoro
Inghilterra„
nella seconda quindicina di novembre.Il venerai* DOJ1 Bosco sta per aprire
— Picesi che I Q11. Tosca,nelli ayrehhe una casa dei suoi Salesiani anche a Lori.
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dra. Una pia dama cattolica Che giàsedificò colà una chiesa in onore del S. Cuore, la offerse a Don Bosco insieme coi
locali delle Scuole e annesso terreno, e
quell' uomo provvidenziale avutane licenza dal Papa, accettò l' invito e . presto i
Salesiani apriranno la loro prima casa
nell'Inghilterra, sul luogo stesso dove al
tempo di Enrico VIII trovavasi la casa
di Tommaso MoroÈ morto il Cav. 'William Lioyd che da
ministro protestante si fece anni sono cattolico, e fu tra i valorosi zuavi pontifici
al servizio di Pio IX. Egli era ricco
assai e fece ottimo uso del danaro. Basti
il dire che del proprio restaurò una
chiesa spendendovi 250 mila lire!
A Massaua
Giunse il Generale Di San Marzano che
tosto assunse il comando supremo dopo
aver conferito col Gen. Saletta.
Il giorno successivo doveva dirigere un
ordine del giorno alle truppe e un mamani resto alla Colonia.
Offerte della nostra Archidiocesi
per il Ciborio da donarsi al S.
Padre Leone XIII in occasione
delle sue Nozze ci' Oro.
Nota 4a
Somma precedente L. 1228, 51
Da Buti (3» offerta)
Confrt. di S. Michele Arcang. di
Calcinaia,
Da Visignano
Da Casciavola
Da Cisanello
Da Orciano
Sac. G. Donati
S. Benedetto a Settimo (3» offer.) »
Propositura di Calci
Montemagno
Riparbella
Prioria di Barbaricina
S. Chiara dei R.R. Spedali
N. N.
10,00
5, 00
15,00
20, 04
3. 50
6,00
2, 00
14, 75
20, 00
10,00
32, 00
40, 00
7, 00
40, 00
Somma L. 1453, 80
R. Università — Sabato scorso venne inaugurato il corso degli studi alla nostra R.
Università; erano presenti le autorità civili
militari e scolastiche della provincia.
Dopo poche ed applaudite parole dell'egregio Rettore Prof. Buonamici sali la cattedra il Prof. Romiti il quale pronunziò il
discorso inaugurale trattando delle origini
e continuità della vita.
Com' era da temersi il Prof. Romiti trattò questo tema sublime improntando le sue
parole al più puro ed arido materialismo,
e facendosi eco di teorie che ormai la dottrina dei piCt celebri ed illustri scienziati
ha ripudiato fra le assurdità insensate, e
ribelli al raziocinio scientifico.
Dobbiamo però rendere un' omaggio al
materialista Professore, riconoscendo che le
sue parole furono prive affatto di quella
acredine pungente ed offensiva per la chiesa e pel cattolicismo, onde soglia.nsi inflorare quasi sempre i discorsi in simili' circostanze e di simili argomenti, e elle egli
ebbe frasi rispettose verso le opinioni dalle
sue differenti. 1 già qualche cosa!
Scuola Operaia Cattolica — Giovedì sera
veniva celebrata la solenne inaugurazione
della scuola serale operaia che la benemerità Società di S. Vincenzo de' Paoli tiene
aperta pei figli del popolo nèlle stanze annesse alla Chiesa di S. Eufrasia.
Lesse un breve ma carissimo discorsetto
di circostanza l'egregio Sac. Ranieri Del
Pino, nominato a catechista di dette Scuole,
e dimostrato come l'insegnamento religioso
non abbrustica e intorpidisca la mente dei
fanciulli come vorrebbero certa atea moderna pedagogia trovo prove abbondanti poi sno
assunto negli splendidi resultati avuti in
questa scuola nel passato anno scolastico,
resultati sanzionati anche dal giudizio delle locali autorità scolastiche e terminò esortando caldamente i genitori degli alunni,
che in buon numero assistevano a questa
festicciuola a curare l'educazione religiosa
dei loro figli per avere da essi consolazioni veraci, e per dare alla patria cittadini
operosi ed operai onesti.
Dopo queste belle parole, che furono
applauditissime e col canto del Veni Creator e di alcuni inni italiani terminò eine.
sta modesta e cara solennità scolastica.
A maggior conferma poi delle parole del
eh. Sac. Del Pino aggiungeremo essere a
nostra notizia che il Ministero su propostà
delle Autorità Scolastiche provinciali e
veduti gli splendidi resultati avuti in questa Scuola nel passato anno scolastico ha
accordato all'egregio Maestro Sig. Sodi che
con tanto impegno si occupa di essa, un
sussidio peculiari() iu benemerenza del suo
zelo per la istruzione dei figli del popolo,
e per incoraggiarlo a fare anche di più in
avvenire.
Questo sussidio e questi incoraggiamenti
mentre provano l'utilità immensa di una
cosi bella istituzione e ne accertano i buoni
resultati sono il più bel guiderdone per
l'ottima Società di S. Vincenzo de' Paoli
che con tanti sacrifizi cura in tal modo
oltre il soccorso materiale delle povere famiglie della città, anche il sollievo morale
dei tigli del nostro popolo par mezzo della
sana istruzione.
Dio voglia che queste Scuole serali trovino sempre maggiore appoggio a conforto
nell'aiuto dei buoni nostri cittadini!
Aggressioni — Da qaalehe sera si lamentano nella nostra città aggressioni patite
da alcuni cittadini nelle ore notturne e
specialmente nei pressi di S. Paolo a Ripa
d'amo e del Duomo da alcuni cittadini ai
quali fu chiesto danaro e orologio, e furono
vuotate le tasche. Speriamo che dalla solerzia dell'egregi funzionari di P. S. si agirà energicamente perchè tali fatti deplorevoli non si rinnovino.
Corte d'assise — Si aprirà il 21 corr. sotto
la presidenza del Cav. Rossetti, e saranno
trattate 10 cause dello quali, 3 per omicidio
premeditato, 1 per procurato aborto, 1 per
peculato , 1 per violenza carnale, 1 per
bancarotta fraudolenta.
DIARIO SACRO
NOVEMBRE.
14 Lun. S. Giosaffatte V. e M.
Nella Primaziale Anniversario di tutti gli Arcivescovi e Clero defunti. Al Carmine e in s. 'rorpé
festa di tutti i santi doli' Ordine Carmelitano.
15 Mart. S. Geltrude V.
Al Carmine e in P. Torpè, si fanno suffragi per tutti
i defunti del suddetto Ordine.
16 Merc. S. Stanislao Kostka C.
Festa in s. Tommaso dei Chierici.
17 Giov. S. Gregorio Taumaturgo.
18 Ven. Dedicazione delle romane basiliche di S.
gri!
Pietro in Vaticano e S. Paolo fuor delle mura. B.
Oddone.
19 Sab. S. Elisabetta Ved. Reg. d'Ungheria.
Festa in s. Chiara con Assoluzione pei Terziarii
di s. Francesco.
ffi 20 Dom. Ultima dopo la Pent. Otlava dei Ss. Elisio e Potito Mm.
In s. Michele iu Borgo festa dell' angelico giovanetto s. Stabislao Kostka, con panegirico la sera.
Festa in suTragio dei Defunti in s. Sisto. In s.
Cosimo festa di Maria SS. della Consola:ione.
la s. Torpè triúuo di s. Giovanni della Croce.
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Il triduo solenne per il terzo Centenario di S. Felice da Cantalice venne celebrato con divota pompa
e ricco apparato dovuto alla ben nota valentia del
nostro Castiglioni, nella chiesa di S. Dominio dei
PP. Cappuccini, nei giorni 28, 29 e 30 dello scorso
mese. L'ultimo giorno, che fu in domenica, ebbe
luogo la messa solenne in musica con assistenza pontificale di S. E. Mons. Arcivescovo nostro, il quale
nella sera, dopo l'orazione panegirica del Santo detta da valente oratore, intuono l'inno del ringraziamento al Signore per la fausta celebrazione di questo
Centenario. La chiesa in quell' ora risplendeva di
vaga illuminazione, e d il concorso di gente era numerosissimo. Alquante iscrizioni appese nell' interno della chiesa encomiavano con bei detti le virtù del Santo, massime la sua umile semplicità, onde meritò i
tesori della sapienza celeste, e veramente felice poter
godere degli amplessi del divin Pargoletto.
tera civile 'p& Papa, come mezzo unico
ad attuarla, potere che sarebbe per l'Italia fonte di novella forza e libertà.
La forma della dissertazione, e la robustezza e la forza dell'argomentare non
disgiunta dalla pii mirabil calma e serenità di giudizio non possono non imporsi, ad
ogni lettore di buona fede, e noi vivamente
desideriamo che l'opuscolo sia largamente
conosciuto pel bene verace d' Italia.
-
va'ute, Banche Popolari e Cass3 di Risparmio si incaricano gratuitamente di
questa Conversione.
Sollecitare le domande per arrivare
in tempo.
.
---
Unico deposito in Pisa alle Farmacie Paladini, Bottari e Oanepa.
Il 31 ottobre, alle ore 1 ant. cessava di
vivere in Montecastello, comune di Pon-
MUNICIPIO DI PISA
tedera per iteo paralitico il sacerdote
(Vedi sesta pagina).
CÀSSI . i\GRICOLA INDEST1.1LE
ANTONIO CONTICELLI
DALLA DIOGESI
---(0-Pontedera — Ci scrivono:
Domenica 6 corr. questo piese veniva
allietato dalla presenza del venerato Pastore della nostra Archidiocesi Mons. Conte
Capponi. L' E. S. giungeva da Pisa col treno delle 9,40 alla stazione ferroviaria dove
erano a riceverla il R.mo Clero del paese con
a capo il meritissimo Proposto sig. Conti.
Giunto appena nella casa canonica Monsignore riceveva gli omaggi rispettosi e
gentili della intera Giunta Municipale con
a capo il Sindaco sig. Ciompi, della Commissione dello Spedale con l' egregio suo
Presidente alla testa e di altre distinte
persone; finchè alle ore 11 recavasi alla
magnifica chiesa principale del luogo dove
S. E. somministrò il S. Sacramento della
Cresima a oltre mille fanciulli, trattenendosi colà fino alle ore 2 poin. niente curando la stanchezza ed il caldo derivante
dall' enorme folla che vi si accalcava.
Il pranzo nella canonica, al quale sedevano
i componenti Fon. Giunta ed altre egregie
persone invitate a tener compagnia a Monsignore dal R.mo sig. Proposto Conti che
con squisita e compita gentilezza fece gli
onori di casa, fu allietato dalla banda pae> sana che nella via adiacente suonava scelte
melodie.
Dopo il pranzo Monsignore, si recò a visitare l' istituto delle benemerite Suore di
Carità, nella cappella del quale tenne ancora cresima, e col treno della sera tornò
Pisa edificato e contento, giova sperarlo,
per le oneste e liete accoglienze ricevute da
questo paese, ove con mirabile e raro accordo fra le autorità Civile ed Ecclesiastica
si curò che l' ordine e l'armonia di sì bel
giorno non venissero, come non vennero
infatti, minimamente turbate.
X.
LIBRI E GIORNALI
Sulla conciliazione tra il Re
gno d'Italia ed il Papa. — Opuscolo del Conte Prospero Balbo. — Torino.
-
Tip. S. Giuseppe. Collegio Artigianelli.
Sa quest' argomento che va cotanto
agitando le menti dei più seri pensatovi
d' oggidì ha scritto un' opuscolo anche
l'illustre Baldo, il quale in esso a meglio
combattere i pregiudizi (fel liberalismo
sulla natura del supremo potere ecclesiastico e sulle condizioni della sua piena
indipendenza ha usato la forma di dialogo fra un cattolico e un liberale.
Partendo dal principio della immunità
del Pontefice e del suo diritto . alla più
intiera e completa libertà e indipendenza
viene a dimostrare quali sarebbero le garanzie atte a render sicura cotesta libertà e indipendenza, e ne deduce come ineluttabile conseguenza /a necessità del po-
or vs"-;
;
I medici chiamano predisposizione morbosa
quipsta facilità ad ammalare. Or bene, cosa è
'predispos,zione morbosa. É l' alterazione del
sangue che ci rende proclivi a sentire l' influsso delle potenze morbose. Ed in cosa consiste questa alterazione? Si purghi il sanue
da tale sozzura, e la salute sarà inconcussa,
o per lo meno sasanno sorpportate senza
gravi conseguenze le malattie, alle quali può
I uomo andare soggotto. Il nit'zzo è facilissimo. Si consomino tre sole bottiglie dello
Sciroppo depurativo di Pariglina preparato
dal dott. Giovanni Mazzolini di Roma, e si
avrà la convinzione della importanza della
scoperta, sperimentandone l' infallibile efficacia.
SOCIETÀ ANONIMA POPOLARE, COOPERATIVA
nell'età, di 64 anni, nativo di Valtriano,
presso Fauglia.
L' infausto avvenimento rattristò tutti
quanti i paesani, dei quali il Conticelli
era riuscito a conciliarsi l' affetto colle
esemplari virtù.
All'esequie solenni, che furono fatte nella
chiesa parrocch i ale, assisteva Mons. Arci v.
Alessandro Sanminiatelli, Uditore generale
della R.ma Camera Apostolica, i signori
marchesi Azzolino, Alfonso ed Alberto Malaspina con tutte le persone addette alla
loro casa, la fanfara e la società operaia
del paese, altre associazioni, gli alunni
delle scuole comunali delle quali il povero
Conticelli era maestro; ufficio che egli
dishnpegnò con zelo costante e fecondo di
ottimi resultati, Al camposanto l' amico
A. G. pronunziò un' affettuoso e commovente discorso, ricordando ai presenti
i meriti tutti del caro estinto.
Il sac. Antonio Conficchi fu amato da
ognuno, perché tutti lo conobbero probo
cortese, amorevole, pronto ai servigi dell'amicizia ed in questa costante; ma 'più
particolarmente fu caro al pio e zelantissimo Pievano Benedetto Mannolini che
l'ebbe per tanto tempo compagno nel parrocchiale ministero.
Ad Antonio Conticelli é ormai muta
1' armonia del giorno, ma la religione ci
assicura che Egli non ci lasciò se non
per obbedire alla voce di Dio che lo chiamava ; e dal Cielo, ove egli è già beato
ci sorride ancora, e c'incoraggia colle parole:
A CAPITALE ILLIMITATO
costituita con atto 17 luglio 1886
Sede in Pisa. con succnrsali e agenzie a Firenze volterr Viareggiu, Bosignano Calci,
Chianni Riparbella.
-
« Non piangete di me che i miei dì fersi
Morendo eterni, e nell'eterno lume
Quando mostrai di chiuder gli occhi apersi. »
Oh Religione santissima quanto mai sei
bella e consolante ! Noi ti adoriamo ed a
te ci inchiniamo, perché ci dai la dolce
speranza di rintracciare un dì l'amico affettuoso che ora piangiamo amai attente.
E tu, Antonio carissimo, prega dunque
il Signore per i tuoi conoscenti, e ettienci
a tutti di avere un giorno l' invidiabile
tua sorte.
Montecastello 5 Novembre
X.
,
co:Lpedgnti dt113 Dama Yazisonale
TUTTI IMPRESARI'!
Chi ignora che una delle più frequenti
cause degli scioperi é il modo indegno
con cui certi impresarii trattano i propri operai ?
Quanto correrebbero diversamente le
cose se gli operai potessero essere a propria volta impresari ! Eppure que2to mutamento di condizione non sarebbe di difficile attuazione, se gli operai sapessero
convenientemente approfittare dell' occasione che loro viene offerta da 11' Ultima
Lotteria.
Se gli operai impossibilitati personalmente ad acquistare un forte numei o di
biglietti, sapessero unirsi in temporanea
società, raccogliendo in un solo nucleo le
proprie economie e acquistando qualche
grosso gruppo di biglietti dell' Ultima Lotteria, sarebbero forse ben presto lieti di
aver ascoltato il nostro consiglio, e potrebbero riconoscere Come sia facile trarli utarsi da operaio in impresario.
Con un so biglietto che costa Una lira si possono vincere premi da un minimo di 50 lire a un massimo di centomila
e con gruppi di 5, 10, 50 100 biglietti si
concorre rispettivamente a premi minimi
di lire 250, 500, 2500. 5000 e a premi
m'assimi di lire 200000 250000, 297500 e
301500, tutti pagabili in contanti senza
alcuna ritenuta.
Il numero dei biglietti disponibili è orinai ridottissimo e un prossimo avviso
annunzierà, colla chiusura della vendita,
la data dell' estrazione che avrà luogo
pubblicament in Roma con tutte le garanzie volute dalla legge.
I biglietti Si yendono dai principali Banchieri, Cambiavalute, Banche Popolari e
Casse di Risparmio.
-
Al 30 settenre Al 31
Capitale sottoscritto L. 432,700 L. 444,000
Id.versato . » 344,991 - » 352,596
Soci N.903 N. 1032
Valore nominale dell azione L. 100,00
-
.
-
Situazione ai 31 Otiobre 1887.
.A.TTIVO
Numerario in cassa
L 120,513,82
Azionisti a saldo azioni . .
» 91,404 00
Cambiali in portafoglio . .
» 618,437,10
Effetti riscontati » 45,317,17
Mutui ipotecari ammortizzab » 54,100,00
Valori pubblici e industriali » 83,593,50
Valori depositati a garanzia
come rappresentanti e corrispondenti degli istituti di
emissione n 50,782,50
Depositi a cauzione . . . . 10,000,00
Depositi in conto terzi. . . 102,504,00
Depositl liberi e volontari
Conti correnti con banche e
corrispondenti
-------------------------------------
•
r
22,000,00
9,584,07
7,40740
Mobili
Spese di primo impianto e ti-
toli definitivi azioni. . . Debitori diversi
14,005,20
16,046,30
Nostre sedi ed agenzie in con-
to corrente
18,739,77
Conti correnti con garanzia.
10,393,66
e)• Servizi di cassa
21,175,23
Spese del corrente esercizio da liquidarsi in fine di
» 27,059,99
gestione L. 1,323,063,41
PASSIVO
Capitale sottoscritto „ • L, 444,000,00
Fondo di riserva
4,502,00
584,529,45
Conti correnti fruttiferi
24,856,70
Depositi a risparmio 10,000,00
Depositanti a cauzione . . Depositanti per depositi libe-
ri e volontari
22 000,00
Creditori diversi
22,833,40
Nostri cedenti di cambiali a
» 112,000,00
garanzia . .
Istituti di credito per effetti
45,317,17
riscontati R endite del corrente esercizio liquidabili in fine di
» 53,024,69
trestione .
2n
•
L. 1,323,063,41
h SANGUE UMANO SI VA GUASTA NDO — Le
molte vittime iniptge dallo scorso inverno
Dei biglietti aventi corso legale nel
Regno contro Cartelle dell' ultima Lotteria autorizzata dal Governo Italiano
esente dalla tassa stabili la colla legge 2
aprile 1886 N. 3754 serie 3.a
1 biglietti convertiti possono fruttare
da L. 250. a 200000. per ogni eincque lire, da L, 500 a 250000 per ogni 10 lire,
da lire 2500 a 297500 per ogni cinquanta
lire, e da L. 5000 a 304500 per ogni cento lire.
Tutti i principali Banchieri, Cambia-
once
18871887
• ggegnit
CENVERSIONE VOLONTARIA
RIgno
ne sone una prova convincente Si dice questo: il tale ò Morto di polmonea, perebò passò da un lungo caldo, in un freddo; al tale
altro fu un polpo d' aria, che gli produsse
la bronchite acuta, la quale in nove giorni lo
condusse a morte. Nol non è il solo abbassamento di temperatura del nostro corpo, che
ci cacii4na le punture, le polmonee, le bronebit? i mali di r01a. Vi li bisogno di Un altro elemento, e qc;?sto consiste nella alterata
CONSIGLIERI IM TURNO
,
composizione del sangue. Di dieci persone
che si espongono a rapidi abbassamenti di
temperatura, due muoiono di polmonea, uno
arriva a, guarine; qnalehe altro incontra appena un raffreddore, e gli altri restano illesi
••••■-
11.•■■
•
•
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• M>«a •
I SINDACI
Tito Toreigliani
Leone Rigoli
J. Birga 4. Bargilli
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(;-itcseppe
IL RAqI,. NIEaE
F. Czobatti.'
Napoli, 25 settembre 1885.
Sigg. SCOTT. e Bowt:.
Dichiaro 1Q1.9 sincoramente che io tengo ferma
opinione leila toIlerhilità ed efficacia dell' gmu/síone
Scott nella 'cura delle malattie' scrofolose, come feci
prova su taluni miei malati e ne confermo anche
ciornata. Ritengo che avrà un prospero successo nelr
ia pratica generale.
Dott. GIUSEPPE MONTI.
Rpgabella., 8 - Milano.
F
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BUBCHI
Gerente responsabile gratuito
Tipografia Ungher
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5
APPENDICE
1
EMILIO RICHEBOURG
IVIUU
URII,ZTa
r.
A qualche chilometro da Poitiers si trova il castello di Vizerville. Fabbricato su
di un' altura in mezzo ad un sito dei più
pittoreschi, egli sovrasta ad una valle verdeggiante bagnata, dalla Vienna.
Vizerville,• dicono le vecchie cronache,
fu edificato verso l' anno 1628 da 'un gentiluomo della bassa Normandia, il quale
aveva ottenuto dal Cardinale di Richelieu,
suo protettore, in riconoscenza dei servigi
resi alla Francia ed al suo re, il titolo di
conte e la mano d' una ricca erede del
regno.
Ma come tutto ciò che il genio dell'uomo crea, ed inventa, il castello è divenuto
vecchio; più d' una volta il fulmine ha colpito le sue alte torri, il tempo inesorabile
devastatore, vi ha tolto ogni anno qualche
pietra dalle sue torri e da' suoi merli.
Nel 1793, un incendio, acceso dal furo-
Allorché il popolo fece udire le sue mille voci corrucciato, minacciando il regno
re popolare, distrusse i due terzi della vecchia abitazione. In seguito si sono rimossi
i rottami e sulle rovine si è costruita una
nuova e magnifica dimora nel gusto moderno. Tuttavia ciò che resta ancora delle
due torri primitive e delle mura smantellate parla assai altamente della potenza e
della ricchezza dei primi signori di Vizerville. Su questi imponenti avanzi di pietre
annerite, consunte, fra le quali crescono le
viole a ciocche, i licheni e il primo, sono
scritti due secoli gloriosi per splendide memorie: regno assoluto al primo; al secondo
popolo re. Dal quale egli ò in oggi il castello di Vizerville rappresenta due cose
« il passato ed il presente »
Benchè il nostro racconto non cominci
vacillante, e che per prima prova della sua
forza fece cadere le mura della Bnstiglia
la contessa Aurelia di Vizerville aveva
allora dato alla luce un figlio a suo marito.
Ma il conte non potè aprire tutto il suo
cuore alla gioja; inquetudine vi era già
entrata, poichè quantunque non si potesse
sapere fino a quali eccessi si porterebbe la
collera rivoluzionaria, pur troppo si prevedevano le sventure che stavano per piombare sulla Francia. sul re e su coloro che
gli eretto devoti. Di fatti la rivoluzione non
stette molto a prendere un aspetto spaventevole. I più timorosi o per meglio dire
i meno fedeli alla causa di Luigi XVI, vi
pensarono di mettersi al coperto del pericolo. L' emigrazione cominciò.•
Ad onta del desiderio e della volontà
eh' essa aveva di non separarsi da lui, il
conte di Vizerville forzò sua moglie e trasferirsi in Germania, dove condusse seco
il figlio che aveva diciotto mesi, poco tempo prima aveva annunziato al conte che
sarebbe madre una seconda volta.
Dopo 1' arresto della famiglia i eale
Varenne ed il suo imprigionamento nella
che alla seconda restai' razione, dobbiamo
per necessità parlare di fatti anteriori e risalire epoca della rivoluzione francese
Da Luigi 'XIII in poi i signori idi Vizerville avevano sempre avuto una carica importante alla corte di Francia: il conte Olivier° di Vizerville, quinto del nome, era
nel 1789 guardia d' onore della regina Maria Antonietta, Ammogliato, da poco tempo
la giovane contessa, sua moglie. abitava
come lui, ora a Parigi ora a Versailles.
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pole, fiattosità, diarrea, gontiamento, giramenti di testa.
valpitazioni; ronzio d'orecchi, acidità, pituita; nausee e
pomiti dopo il pasto ori in tempo di gravidanza dolori,
dudori, granchi e spasimi. ogni disordine di stomaco, del
respiro. del fegato, nervi e bile, insonnie tosse, asma, hronchiti, tisi ( consunzione) malattie cutanee, ezema, eruzioni,
metanconia, deperimento, reumatismi, gotta, tutte le febbri, catarro. convulsioni. uevralgia, tutti i vizi dd sangue
idropisia. mancanza di freschezza e di energia nervosa;
38 annidinvariabae sacce<so Anche per allevare figliuoli
deboli.
Estratto di N. 100,000 cure comprese quelle di S. M.
Iniperatore Nicola di Russia, di S. S. il Papa Pio IX.
ri dottore Bertini di Torino; della marchesa Castelstuart,
linolti Medici ; del duca di Pluskow, leda marchesa di
lu han. ecc.
Cura N. 6.324 — Saseari ( Sardegna ). 5 giugno, 1869.
Da lungo tempo oppresso da malattia nervosa, cattiva
igeStione, debolezza e vertigini, trovai un gran vantaggio
Un l'uso della vostra deliziosa e salutifera farina la Nevalerga Arabica, non trovando altro rinielio più efficace di
questo ai miei malori.
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Notaio PIETRO PORCIIEDDU,
Cura N.78.910.- Fossombrone (Marche) I. aprile 1872. —
Una donna di nostra famiglia, Agata Temili, da molti anni
offriva forte tosse, con vomiti di sangue , debolezza per
tanto il corpo, specialmente alle gambe, dolori alla testa ed
inappetenza. I medici tentarono molti rimedi indarno, ma
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v della medicina. Leggere le loro testimonianze nel piccolo trattato unito ad ogni boccetta, che
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GIUSEPPE BUSSI
Cura N. 46,260.
Sig. Roberts, da consunzione polmonere. con tosse vomiti, costipazione e sordità di 25 anni.
Il sig. Baldwin, da estenuatezza, comCura N. 49,522.
pleta paralisia della vescica e delle membra per eccessi di
gioventù.
Le
Prunetto , 24 ottobre, 1866.
Cura N. 65,184.
posso assicurare che da due anni, usando questa meravigliosa Reralenta, non sento più alcun incomodo della vecchiaia, ne il peso de'rniei 84 anni. Le mie gambe diventa
rono forti, la mia vista noi richiede più occhiali , il mio
stomaco e robusto come ai 30 anni. Io mi sento insomma
ringiovanito, e predico, confesso, visito ammalati, faccio
viaggi a piedi anche lunghi e sentomi chiara la mente
e fresca la memoria.
D. CASTELLI
Toeled. Arcipr. di Pruneto.
Cura N. 67,321. — Bologna 8 settembre 1869. — In seguito a febbre miliare caddi in stato di completo deperimento, soffrendo continuamente di infiammazione di ventre,
colica d'utero, dolori per tutto il corpo, sudori terribili, tanto
che scambiato avrei la mia età di venti anni con quelli di
una vecchia di ottanta, pure di avere un po' di salute. Per
grazia di Dio la mia povera madre mi fece prendere la
sua Revalenta Arabica, la quale mi ha ristabilita, quindi
ho creduto mio dovere ringraziarla per la recuperata salute
che a lei debbo.
;
presso l'Avv. Stefano Usoi, Sindaco di Sa sani
•
perdute.
—
Guarisce ranlicalmente dalle cattive digestioni (dispepsie
pastriti. gastalgie, costipazioni croniche. emorroidi, glan-
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pari ogni malore, ritornandogli l'appetito, cosi le forze
REVALENTA ARABICA
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quei pochi giorni che ella ebbe preso la sua Revalenta
Non più Medicine
PERFETTA SALUTE
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dati della Repubblica, e lo sventurato Luigi XVI doveva pagare colla sua testa gli
errori dei re Capeti. (continua).
de Pubblicité E. E. OBLIEGHT, Paris, rue Richelieu, 92
restituita a tutt
adulti e fanciulli, senza medicine, senza
purghe nè spese. mediante la deliziosa
Farina di salute Du Barry di Londra,
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torre del Tempio, il conto di Vizerville si
ritirò nel suo castello. Allora poteva lasciare la Francia e raggiungere sua moglie
che si era stabilita in tina piccola città
di Sassionia; era anehe il consiglio di parecchi de' suoi amici che emigravano e che
volevano eh' esso li seguisse. Ma il conte
non era solamente affezionato al re ed alla
regina, egli amava il regno e non voleva
abbandonarlo fintantochè una speranza di
salvarlo esisteva ancora. I Vandeesi ed i
Brettoni cominciarono ad agitarsi; si parlava di rivolta contro il governo repubblicano.
Una possente armata straniera, dicevasi
sta per entrare in Francia condotta dai
principi, essa s' impadronirà di Parigi, ed
il re libero dalla sua prigione riprenderà
lo scettro e risalirà sul trono, vincitore
degli uomini e delle cose.
La verità era che l' Europa intera, spaventata di ciò che avveniva a Parigi dichiarava la guerra alla Francia. Il conte
pronto a mettere la suu spada e la sua
fortuna al servizio dei suoi padroni credè
dovere aspettare gli avvenimenti. Ma la
speranza un istante accarezzata dai fedeli
amici del re non doveva realizzarsi. La
coalizione stava per essere respinta dal sol-
come garanzia, sull' etichette il bollo del governo francese e la ffrma
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Conversione dei Prestiti Comunali 1871 e 188
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Il Consiglio Comunale di Pisa colla sua
deliberazione del di 26 Maggio 1887 debitamente approvata dalla Deputazione
Provinciale, ha stabilito di trasformare il
suo passivo. dando ampio incarico alla
Giunta di fare tutto l'occorrente per questo e di fissare tutte le mondalità della
trasformazione, valendosi a tale uopo di
un mutuo da farsi colla Cassa Depositi
e Prestiti a condizioni di favore.
Questo mutuo é già stato autorizzato
colla legge 14 Luglio 1887. N. 4760, Serie IIIa ma questa legge, in ordine al1' art. 4, non sarà applicata al Comune di
Pisa finché non risulti assicurata la sistemazione delle finanze comunali e venga
emesso il R. Decreto che riconoscerà
l' adempimento di tale condizione.
La sistemazione delle finanze comunali
non potendo ottenersi che con la conversione dei debiti del Comune é indispensabile anzitutto il procedere a questa; e
la Giunta Comunale di Pisa perciò ha
preso la sua deliberazione del 28 Luglio
1887, al seguito della quale e in base
alle condizioni ivi stabilite la Banca Generale resta intanto incaricata di ricevere anche per mezzo di altri Istituti o
Ditte le dichiarazioni di conversione e
fare le operazioni relative. La Giunta si
riserva inoltre di determinare fra breve
e rendere noti con appositi avvisi i provvedimenti relativi alla conversione, pagamento e riscatto dei premi scaduti e
da scadere dell' imprestito del 1871.
Per conseguenza il Municipio di Pisa
invita intanto i possessori dei titoli dei
prestiti comunali 1871 e 1880 ad aderire
alla conversione dei titoli stessi a cominciare dal di 25 corrente e non più tardi
del di 25 Novembre 1887; subordinando
questa conversione alle condizioni di che
nell' art. 4 della citata legge 14 Luglio
1887 e a quelle stabilite dalla Giunta nel
piano per la conversione dei prestiti a
cartelle comunali 1871 e 1880 e per . la
emissione, servizio e rimborso de' nuovi
titoli da emettersi approvato con la ri-
cordata sua deliberazione del 28 Luglio
1887, e del quale le principali trovansí
qui riassunte.
ART. 1. I portatori delle Cartelle dei
prestiti comunali 1871 e 1880, sono invitati a dichiarare prima del 25 Novembre 1887 presso la Cassa Comunale
di Pisa o presso una delle Sedi della
Banca Generale o Isituti o Ditte incaricate se intendono aderire alla conversione dei suddetti prestiti. Le adesioni si incominceranno a ricevere il 25
corrente.
•
ART. 2. Coloro
che faranno adesione
alla conversione dovranno, a suo tempo
restituire al Comune le vecchie cartelle
colla cedola d' interesse N. 29, scaduta
al l° Gennaio scorso e colle successive
e avranno la scelta di ricevere in cambio:
a) Lire settanta in numerano entro
tre mesi dalla pubblicazione del R. Decreto che renderà applicabile anche al
Comune di Pisa la legge suddetta 14 Lu
glio 1887 N. 4760 Serie 3.a
b) o ricevere in cambio il valore nominale di Lire CENTOVENTICINQUE Comprensivo del capitale di L. 120 promesso
pel rimborso delle vecchie cartelle e delle
L. 5 degli interessi scaduti in quest'anno,
quali L. 125 saranno corrisposte per L
35 in numerano da pagarsi entro tre
mesi dal giorno della pubblicazione del
suddetto R. Decreto, e pel rimanente
colla consegna da farsi entro sei mesi
dallo stesso giorno di un nuovo titolo
del valore nominale di L. 90 rimborsabile per estrazione in un periodo di tempo
che è stato ora fissato in 50 anni a partire dal 1 Gennaio 1888 ma che potrà
esser portato a cinquantacinque anni con
deliberazione del Consiglio Comunale.
Nell'uno come nell'altro caso per ogni
cedola d' interesse. mancante alle cartelle
che saranno presentate alla conversione
saranno trattenute al portatore L. 2,50.
Il bollo sui nuovi titoli sarà a carico
del portatore.
ART. 3. 11 frutto dei nuovi titoli sarà alla
ragione di L. 3,25 lorde all'anno per ogni titolo, corrispondente al 5 9 0 lordo
sulla somma di L. 65 che ora non viene
rimborsata del prezzo originario delle
vecchie cartelle.
Questo frutto cumulato nei vari anni
colla regola dell' interesse semplice sarà
pagato insieme all' importo dei titoli di
mano in mano che questi saranno ammessi al pagamento.
Tale pagamento verrà garantito in qualunque tempo secondo le disposizioni che
saranno stabilite nel R. Decreto di cui
all' articolo precedente.
ART. 4. 11 Comune si riserva in qualunque tempo la facoltà di variare il piano
che sarà stabilito dalla Giunta pei rimborsi dei nuovi titoli in modo però da non
andar mai al di là del termine di cinquantacinque anni di cui all' art. 2, e ciò secondo le modalità, fissate nel piano approvato dalla Giunta con la ricordata deliberazione del 28 Luglio 1887.
ART. 5. Nel fare le loro adesioni alla
conversione i portatori delle cartelle dei
prestiti comunali 1871 e 1880 dovranno
dichiarare se preferiscono la conversione secondo l'uno o l'altro dei due sistemi indicali all'art. 2.
Queste adesioni risulteranno da distinte
numeriche tirmaU in doppio dai portatori
dei vecchi titoli e da un timbro ad olio
che verrà apposto sui titoli stessi.
ART. 6. Alla Cassa Comunale di Pisa o
presso le Sedi della Banca Generale e
altri Istituti o Ditte incaricate di ricevere le adesioni alla conversione, saranno
esposti gli avvisi col piano particolareggiato delle operazioni approvato dalla
Giunta con la ricordata deliberazione del
28 Luglio 1887 e saranno dati dettagli
sulle operazioni medesime.
Le. dichiarazioni di adesione alla Conversione si ricevono:
a Pisa presso la Cassa Comunale — Banca Nazionale Toscana — Banca Popolare Cooperativa.
a Roma presso la Banca Gener. — Banca
Naziouale Toscana.
a Milano presso la Banca Generale.
a Genova »
la Banca Gener. — Bancaa Firenze presso la Banca Nazionale Toscana — Francesco Pestellini.
a Torino presso la Banca di Torino.
a Venezia presso Jacob Levi e figli — Banca
Veneta di Depositi e. Conti
Correnti.
a Bologna presso la Banca Nazionale Toscana.
a Padova presso la Banca Nazionale Toscana — Banca Popolare Cooperati va.
a Verona presso la Banca di Verona.
»
a Como
Tajana, Perti, Castiglioni
e C. -- T. Giorge.tti e C.
a Novara presso la Banca Popolare Cooperativa — T. Zanconi e C.
a Cremona presso la Societa Popolare di
Mutuo Credito.
a Lucca' presso la Banca Nazionale Toscana — L. Qori e C.
a Ancona presso Banca Nazionale Toscana.
a Pistoia
aa iArezzo
a Siena
Massa
a Bellinzona presso la Baoca Cantonale Ticinese.
Lugano presso la Banca della Svezzera
Italiana.
Pisa, 4 Agosto 1887
Il Sindaco
PEVER ADA.
M i: :N CD I) I P I S
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CON V P:RSION h D DA D RB COMUNA LI
Il Sindaco
Vista la deliberazione della Giunta Municipale del di 20 Ottobre corrente :
INVITA.
i possessori dei titoli dei premi del prestito 1871 già scaduti e di quelli da
scadere e i possessori delle Cartelle dei
prestiti 1871 e 1880 estratte avanti il 1
Gennaio 1887 come di quelle estratte il
1 Aprile ultimo a dichiarare entro il 25
Novembre, presso la Cassa Comnnale o
presso la Banca Generale e Istituti e Ditte da lei incaricate se intendono aderire
alla trasformazione e liquidazione dei loro
crediti alle condizioni seguenti, cioè :
1. I premi del prestito 1871 gia scaduti
e le Cartelle dei prestiti 1.871 e 1880
estratte avanti il 1 Gennaio 1887 saranno
rimborsabili per intero entro due mesi
dal giorno nel quale la Cassa Depositi e
Prestiti farà, il pagamento della 5 rata
del mutuo autorizzato con la legge 14
Luglio 1887 N. 4760 Serie III, cioè nell'anno 1891.
2.1 premi del prestito 1871 che andranno a scadere negli anni 1897-1007-1017192 saranno scontati alla ragione del 3
per 100 semestrale al 1 Gennaio 1887, e
il valore resultante sarà pagalo nello
stesso termine stabilito dell'articolo precedente.
3. Sulle somme come sopra dovute
decorrerà, dal giorno i etennaìO 1888 fi-
-
't_
t
no a quello nel quale i creditori saranno
invitati a riceverne il pagamento entro
i termini soprastabili ti, l'interesse alla
ragione del 4 per 100 all'anno netto da
tasse.
Questo interesse sarà pagato a rate
semestrali posticipate il 30 Giugno ed
il 31 Dicembre di ogni anno.
4. I pagamenti si dei capitali che dei
frutti saranno fatti su presentazione dei
titoli corrispondenti dalla Cassa Comunale
e dagli Istituti che verranno a suo tempo indicati.
5. Le castello estratte il 1. Aprile
1887 saranno rimborsate con L. 90
ciascuna nelle epoche stesse nelle quali
lo saranno le cartelle non ancora estratte e presentate alla conversione, e con
le stesse norme fissate nell' avviso del 4
Agosto scorso.
o Ove i pagamenti sulle cartelle non
ancora estratte e su quelle estratte al 1.
Aprile 1887 presentate non possano incominciarsi entro il corrente anno, decorrerà sulle somme dovute l' interesse al. la ragione del 4 per 100 all anno netto
da tasse dal 1. Gennaio 1888 fino al giorno che sarà fissato con pubblico avviso
per inèominciare i relativi pagamenti nei
termini stabiliti.
Questo interesse sarà pagato insieme
al capitale.
7. Tutte le precedenti disposizione,
come quelle contenute nell' avviso del 4
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Agosto scorso, varranno per quei potatori dei rispettivi titoli che vi faranno
a Firenze presso la Banca Nazionale To-
adesione non più tardi del 25 Novembre.
Le adesione resulteranno da distinte numeriche firmate in doppio dai portatori
medesimi e da un timbro a olio che ver•
rà apposto sui relativi titoli.
8. A forma delle deliberazioni della
Giunta del 28 Luglio decorso e del 20
Ottobre, superiormente citata, i vincoli
che i creditori, aderendo alle proposte
di conversione e trasformazione contenute in questo e nel prec-dente avviso 4
Agosto, vengono a contrarre col Comune,
come quelli speciali che il Comune contrae verso vi loro, s'intendono subordinati
alla condizione che al 30 Giugno 1888
sia stato emesso il R. Decreto che dovrà
rendere applicabile al Comune di Pisa
legge 14 Luglio 1887 N. 4760 Serie III.
a Torino presso la Banca di Torino.
a Venezia presso Jacob Levi e figli — Banca
Veneta di Depositi e Conti
Pisa. li 20 Cttobre 887.
Il Sindaco
PEVERADA
Le dichiarazioni di adesione alla Conversione si ricevono:
a Pisa presso la Cassa Comunale — Banca Nazionale Toscana — Banca Popolare Cooperativa.
presso
la BancaGener. — Banca
a Roma
Nazionale Toscana.
a Milano presso la Banca Generale.
» la Banca Gener. — Banca
a Genova
Nazionale Toscana.
scana — Francesco Pestellini.
Correnti
a Bologna presso la Banca Nazionale Toscana
a Livorno presso la Banca Nazionale Toscana
a Padova presso la Banca Nazionale Toscana — Banca Popolare Cooperativa
a Verona presso la Banca di Verona
a ConioTajana, Perti, Castiglioni
e C. — T. Giorgetti e C.
a Bergamo presso il Signor B Ceresa.
a Novara presso la Banca Popolare Cooperativa — T. Zanconi e C.
a Cremona presso la Societa Popolare di
Mutuo Credito
a Lucca presso la Banca Nazionale To
scana — L. Gori e C.
a Ancona presso Banca Nazionale Toscana.
a Pistoja
a Arezzo
Siena
a Massa
a Beilinzona presso la Banca Cantonale Ticinese
a Lugano presso la Banca della Svizzera
Italiana.
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