conti nazionali - Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche
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1 CONTI NAZIONALI I Conti economici nazionali descrivono in modo sistematico l’economia del Paese e le sue componenti, nonché il sistema delle interrelazioni tra gli operatori economici interni (Economia Nazionale), e fra questi e gli operatori esterni (Resto del Mondo). Forniscono in particolare la descrizione quantitativa dell’attività economica di un Paese - risultato della combinazione di lavoro, impianti, tecnologie, materie prime e prodotti semilavorati, che dà luogo alla produzione e allo scambio di specifici beni o servizi -, sotto forma di una completa e sistematica presentazione dei flussi economici e finanziari, e delle consistenze dei beni reali e finanziari. Flussi e consistenze sono l’effetto delle relazioni che si realizzano tra persone, imprese, enti ed altri operatori economici nello svolgimento, in un dato territorio, di quattro funzioni fondamentali: produzione, consumo, accumulazione, distribuzione del reddito e della ricchezza. Al fine di descrivere a livello aggregato i diversi aspetti del funzionamento del circuito economico, le transazioni poste in essere dagli agenti economici (unità istituzionali) sono registrate in una sequenza di conti che partono dalla fase originaria della produzione del reddito, passano per le fasi successive della sua distribuzione, redistribuzione, impiego sotto forma di consumi finali, e giungono alla fase della sua accumulazione sotto forma di nuovo capitale. Nella sua formulazione più elementare, considerando solo le funzioni di produzione e consumo, in un sistema economico chiuso (senza rapporti con il Resto del Mondo), tali relazioni possono essere schematizzate facendo riferimento a due gruppi di operatori: i produttori, e cioè le imprese; i consumatori finali, e cioè le famiglie. In tale schema semplificato le famiglie sono interessate solo ai beni che assicurano la soddisfazione dei bisogni presenti (beni di consumo), e non è necessario prendere in considerazione né i bisogni futuri (beni capitali), né gli scambi di materie e semilavorati destinati ad ulteriori trasformazioni fra i produttori (beni intermedi). Il blocco dei produttori può essere visto come un’unica grossa impresa, in cui si creano e si scambiano materie prime e semilavorati per produrre beni di consumo, immessi poi sul mercato degli impieghi finali. Le famiglie sono da un lato acquirenti dei beni finali, e dall’altro venditori dei fattori produttivi. I produttori, da una parte vendono beni di consumo, ricavando così le loro entrate, dall'altra acquistano fattori produttivi (lavoro, capitale, capacità imprenditoriale), remunerati attraverso il pagamento di redditi. 2 L'acquisto dei beni finali viene compensato mediante un flusso monetario, che va in direzione contraria a quella dei beni stessi: costituisce il ricavo delle vendite dei produttori, che sono così in grado di compensare, con la distribuzione dei redditi, le famiglie per i fattori produttivi ricevuti. Anche in questo caso, i flussi monetari e i fussi reali procedono in senso opposto. In questo schema si vengono a creare due flussi circolari: uno reale che rappresenta la produzione e lo scambio di beni e di fattori produttivi; uno monetario che rappresenta le contropartite monetarie dei flussi reali sotto forma di ricavi e redditi. Mercato dei Beni di Consumo FAMIGLIE IMPRESE Mercato dei Fattori Produttivi _________ __________ Flusso reale Flusso monetario In tale esemplificazione di un sistema economico, non c’è né produzione né domanda in eccesso, e i due flussi circolari si equivalgono: gli utilizzatori impiegano, per l’acquisto di beni finali, tutto il reddito percepito. In altri termini, la produzione finale viene completamente assorbita dalla domanda di beni di consumo, per cui: Valore della produzione finale = Spesa finale D'altra parte, il valore della produzione coincide con la somma dei costi di produzione, costituiti dalle remunerazioni dei fattori produttivi, per cui: Valore della produzione finale = Reddito 3 In conclusione, si può quindi affermare che prodotto finale, reddito nazionale, e spesa finale, nonostante siano tre fenomeni di natura diversa, sono equivalenti dal punto di vista del valore monetario. Tale schema può essere reso più realistico considerando anche la funzione di accumulazione (costituzione di nuovi capitali fissi), quella di redistribuzione (trasferimenti di potere d’acquisto da un operatore ad un altro), le relazioni con il Resto del mondo (passaggio da un’economia chiusa ad una aperta), ecc., ma le caratteristiche fondamentali (in particolare la presenza due flussi circolari uguali in valore e di direzione opposta) rimangono inalterate. Flussi e consistenze sono oggetto del lavoro di stima dell’Istat che produce le informazioni di contabilità nazionale nel rispetto di regole e metodologie prefissate a livello europeo. Come tutte le stime di carattere statistico, anche queste possono risentire di fenomeni quali: • • • • parziale incompletezza delle informazioni di base fornite dalle singole unità rispondenti alle rilevazioni; eventuale loro non precisa classificazione; possibile disomogeneità di trattamento contabile delle medesime operazioni da parte dei singoli enti; presenza di errori di carattere campionario, ecc. L’impatto sull’attendibilità delle stime degli aggregati indotto dall’insieme di tali possibili fonti di errore è ridotto al minimo in virtù di un capillare e costante processo di analisi, integrazione e validazione delle informazioni elementari; inoltre, esso diviene sempre più limitato con il passare del tempo quando, con riferimento ad un dato anno, il data base si arricchisce e si consolida progressivamente (le statistiche riferite all’ultimo anno della serie, ancora largarmente provvisorie, sono potenzialmente affette da margini di errore relativamente più elevati). Il processo di affinamento e revisione dei dati termina in genere a quattro anni di distanza dall’anno di riferimento, quando le stime convergono intorno al valore definitivo, con oscillazioni di ampiezza sempre più limitata. Si guardi ad esempio la tabella seguente, che riporta le prime stime (ottobre 2014) dei principali aggregati per il 2013, e le successive revisioni (fino al marzo 2016). Le rettifiche sono contenute nel limite dell’1% dei valori iniziali (con un’unica importante eccezione), e per oltre la metà sono relative al primo anno dalle stime iniziali. L’eccezione riguarda la Formazione di capitale, rilevata con un’indagine sulle imprese i cui risultati sono pienamente disponibili solo dopo circa due anni. In particolare, risulta particolarmente delicata l’allocazione delle spese delle imprese fra quelle correnti (che diminuiscono il valore aggiunto e quindi il PIL) e quelle in conto capitale: si può osservare infatti come fra l’ottobre 2014 e il marzo 2016 PIL e formazione di capitale siano parallelamente diminuiti di circa 15 mld. 4 Revisioni delle stime dei conti nazionali per il 2013 ott-14 PIL Importazioni mar-15 1.618.904 1.609.463 425.405 426.432 ∆ set-15 -0,58% 1.606.895 0,24% 426.554 ∆ mar-16 -0,16% 1.604.478 0,03% ∆ Revisione Complessiva -0,15% -0,89% 426.905 0,08% 0,35% Totale 2.044.309 2.035.895 -0,41% 2.033.449 -0,12% 2.031.383 -0,10% -0,63% Consumi 1.294.177 1.293.602 -0,04% 1.294.998 0,11% 1.296.364 0,11% 0,17% Formazione di capitale 287.836 278.524 -3,24% 274.423 -1,47% 272.108 -0,84% -5,46% Esportazioni 462.296 463.769 0,32% 464.028 0,06% 462.911 -0,24% 0,13% A partire dal 2014 l’Istat rilascia le serie annuali dei conti nazionali basate sul nuovo Sistema Europeo del Conti SEC 2010. Allo stesso tempo, come negli altri paesi dell’UE, le precedenti serie storiche dei conti nazionali, basate sul Sistema Europeo del Conti SEC95, oltre ad essere riviste in funzione del nuovo SEC, sono state oggetto di una revisione straordinaria che ha beneficiato di miglioramenti nei metodi e nelle fonti statistiche. 5 Produzione Risultato dell’attività economica svolta, in un arco determinato di tempo (flusso), utilizzando fattori produttivi remunerati. In termini fisici, la misura della produzione è univoca, e l’unità di misura dipende dalla tipologia di bene o servizio preso in considerazione: numero ad esempio per la produzione di autovetture, tonnellate per quella di acciaio, passeggeri/Km per il trasporto ferroviario, Kwh per l’elettricità, etc. In termini economici invece, si possono avere diverse definizioni, di cui una sola è quella realmente importante. Per comprendere tale caratteristica, si consideri la seguente tabella, dove per alcuni beni sono riportati i dati sulla produzione rilevata in termini fisici nel 2015: Italia (2015) - Produzione Realizzata e Venduta Cloro (tonnellate) Idrogeno (migliaia metri3) Vernici acriliche (tonnellate) Lattice (tonnellate) Veicoli inferiori a 500 cm3 (numero) Realizzata 247.512 798.222 432.546 179.925 229.194 Venduta 683 404.684 389.708 176.051 227.515 % V/R 0,28% 50,70% 90,10% 97,85% 99,27% Come si può vedere, per 5 tipi di prodotti (la stessa situazione si ripete per tutte le diverse altre tipologie) sono riportati i dati sulla produzione realizzata e su quella venduta dalle imprese oggetto di rilevazione da parte dell’Istat. I dati sono ordinati in senso crescente di percentuale V/R. Per i veicoli ad esempio, l’incidenza percentuale è del 99,27%: praticamente tutta la produzione realizzata è venduta, salvo una quota trascurabile affluita alle scorte. Per il cloro invece – materia basilare per molte produzioni industriali – l’incidenza è solo dello 0,28%; il restante 99,72% è riutilizzato all’interno della stessa impresa per ulteriori lavorazioni. Per gli altri prodotti si hanno situazioni intermedie. 6 Da un punto di vista economico, il concetto di PRODUZIONE TOTALE è quello che più si avvicina alla produzione misurata in senso fisico: è in sostanza dato dal prodotto Quantità x Prezzo. Produzione Totale flusso dei beni e servizi che nell’arco di tempo considerato è realizzato all’interno della frontiera economica di una data impresa La Produzione Totale contiene però un DUPLICATO (problema rilevato per primo a fine ‘700 da Lavoisier, della scuola Fisiocratica): quella parte di prodotto riutilizzata per ulteriori lavorazioni all’interno della stessa impresa, denominata reimpiego: ad esempio la ghisa trasformata in acciaio, la farina in biscotti, etc.). Una misura più corretta ed utile di produzione è data dalla definizione di PRODUZIONE VENDIBILE, che elimina tale duplicato, e si avvicina molto (ma non coincide) alla produzione venduta. flusso dei beni e servizi che ha varcato (è stato venduto), o avrebbe potuto varcare (è andato a Produzione Vendibile scorte, etc.) la frontiera economica di una data impresa, diretto verso altre unità (famiglie, imprese) del paese o dell’estero. Il concetto di produzione vendibile rappresenta un passo importante, ma non risolve il problema del duplicato. Beni prodotti e venduti dall’impresa A (ad es. farina), possono essere acquistati ed utilizzati dall’impresa B (a es. per fare biscotti); a sua volta i beni di B possono essere utilizzati da C (ad es. un bar, per esser venduti al banco, etc.). Si tratta sostanzialmente di prodotti che vengono utilizzati come impieghi intermedi, nel senso che sono intermedi ad ulteriori fasi di lavorazione. A ben vedere, la distinzione fra reimpieghi e impieghi intermedi – e conseguentemente fra Produzione Totale e Produzione Vendibile – poggia esclusivamente sull’organizzazione della filiera produttiva: supponiamo che le imprese A e B si fondano (si dividano): gli impieghi intermedi diventano reimpieghi (viceversa). 7 La risposta definitiva al problema del duplicato si ottiene passando al concetto di PRODUZIONE LORDA o VALORE AGGIUNTO. Produzione Lorda o Valore Aggiunto Produzione vendibile meno i beni e servizi forniti da altre imprese ed utilizzati come impieghi intermedi Dalla produzione vendibile vengono detratti gli input intermedi incorporati nel prodotto finito (ad esempio, dal valore dei biscotti viene tolto quello della farina, del sale, dello zucchero, dell’energia etc. utilizzati): rimane così il solo Valore Aggiunto con il processo produttivo agli input intermedi stessi. Poiché non contiene duplicati, la definizione di Valore Aggiunto è invariante rispetto all’organizzazione della filiera produttiva (si possono avere due imprese, una che produce farina e l’altra biscotti, oppure un’unica impresa integrata): il risultato finale non cambia. A livello aggregato o macro-economico, la somma di tutti i valori aggiunti di tutte le imprese di un dato territorio fornisce il Prodotto Interno Lordo o PIL, che misura appunto il valore economico della produzione realizzata. In realtà però, a ben vedere, nemmeno il PIL è esente da problemi: esso incorpora infatti il valore del “consumo” dei capitali fissi utilizzati e parzialmente logorati nel processo produttivo: gli Ammortamenti. Detraendo gli Ammortamenti dalla Produzione Lorda si ottiene la Produzione Netta (al netto appunto del consumo di capitale). Produzione Netta Produzione lorda meno il valore degli ammortamenti calcolati sul complesso dei capitali fissi dell’impresa A livello aggregato o macro-economico, la somma di tutti i prodotti netti di tutte le imprese di un dato territorio fornisce il Prodotto Interno Netto, che misura il valore economico della produzione realizzata liberamente utilizzabile (ad esempio completamente consumabile) senza intaccare lo stock di capitale preesistente. Il concetto di Prodotto Netto, liberamente consumabile senza intaccare le risorse preesistenti, è stato recentemente esteso per tenere conto dei costi del degrado ambientale (inquinamento) causato dal processo produttivo. Si tratta di una linea di ricerca di frontiera, che dovrebbe portare alla stima del cosiddetto Green PIL. 8 RILEVAZIONE DEL VALORE AGGIUNTO Si sono già viste, nel capitolo relativo alle Imprese, alcune delle principali rilevazioni sulla produzione misurata in termini fisici. La rilevazione della produzione in termini economici riguarda essenzialmente il Valore Aggiunto (VA). Questo può essere misurato con tre diversi approcci: • Si rilevano i dati del VA per le singole imprese, e poi si sommano; • Si aggregano le singole imprese, ottenendo ad esempio un’impresa “fittizia” per un’intera Branca (Agricoltura), e si calcola il VA per tale “impresa”; • Si calcola il VA (di impresa o di branca) per somma delle remunerazioni dei fattori produttivi. Il primo metodo è utilizzato per le branche dell’Industria e dei Servizi privati; il secondo ed il terzo rispettivamente per l’Agricoltura e per la Pubblica Amministrazione. Con riferimento al primo metodo, vengono effettuate due rilevazioni integrate: la prima si riferisce alle imprese con 100 addetti ed oltre (rilevazione SCI – Sistema dei Conti delle Imprese). La seconda copre le imprese con 1-99 addetti (rilevazione PMI – Piccole e Medie Imprese). L’universo di riferimento è quello fornito annualmente dall’Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA). Le rilevazioni sono integrate con informazioni di fonte amministrativa sul sistema delle imprese: variabili di bilancio (fonte: Camere di Commercio); dati relativi ad occupazione e retribuzioni (INPS); dati fiscali (Ministero dell’Economia); dati sui lavoratori assicurati (INAIL). SCI - Rilevazione sul Sistema dei Conti delle Imprese L’Istat effettua la rilevazione SCI del sistema dei conti di tutte le imprese medio-grandi, per permettere l’analisi statistico economica delle singole voci costitutive del valore aggiunto. La rilevazione coinvolge tutte le imprese con almeno 100 addetti, estratte da ASIA, che operano nei settori: • dell’industria e artigianato; • del commercio, alberghi e pubblici esercizi; • dei trasporti e comunicazioni; • dei servizi. La Rilevazione riguarda i dati economico-finanziari e patrimoniali sia delle imprese, classificate secondo l'attività economica prevalente, sia delle diverse unità funzionali (unità di produzione omogenea) in cui possono essere articolate. Vengono rilevati in particolare: Principali caratteristiche strutturali, Situazione patrimoniale, Conti economici, Valore della produzione, Investimenti, Spese per il personale, Occupazione, Cassa integrazione guadagni, 9 Spese per la protezione dell’ambiente. I dati dei ricavi e dei costi sono utilizzati per il calcolo del valore aggiunto. Si utilizza un insieme di questionari telematici, articolati a seconda dei principi contabili che le imprese stesse adottano, e finalizzati anche a rilevare le spese per la protezione ambientale e l’interscambio con l’estero; per alcune delle voci economiche più importanti si rilevano i dati per le singole linee produttive dell’impresa. PMI - Rilevazione sulle Piccole e Medie Imprese e sull'esercizio di arti e professioni L’Istat effettua la rilevazione PMI del sistema dei conti su un campione delle piccole e medie imprese con 1-99 addetti. Il termine impresa o ditta ha soltanto un significato statistico, e si riferisce a qualsiasi soggetto privato che svolga attività con rilevanza economica. Pertanto la rilevazione interessa anche le attività svolte da liberi professionisti e dalle associazioni tra professionisti (studi legali, medici, tecnici, notarili, di consulenza, ecc.). L’unità di rilevazione e analisi è l’impresa e le principali variabili rilevate riguardano gli addetti, le spese per il personale, gli investimenti, i costi ed il fatturato. L’universo oggetto di indagine è rappresentato dalle imprese attive nell’anno di riferimento. L’indagine è campionaria, ad uno stadio stratificato, con uguale probabilità di ciascuna unità; gli strati sono definiti da tre caratteri: settore di attività economica, classe dimensionale di addetti, regione geografica. Il riporto dei dati all’universo si basa su stimatori vincolati al rispetto dell’uguaglianza fra alcuni totali noti dell’universo di riferimento (imprese e addetti) e le stime campionarie. Le imprese sono estratte dall’archivio ASIA. La rilevazione è condotta principalmente mediante autocompilazione di un questionario elettronico scaricabile dal sito web dell’Istat. Sia per le imprese effettive – grandi, medie e piccole – sia per quelle “fittizie” – ottenute cioè come aggregazione virtuale di tutte le imprese di una data branca, come ad esempio l’Agricoltura – la rilevazione del Valore Aggiunto (VA) procede secondo uno schema che mira a ricostruire la Produzione Vendibile (PV) da un lato e i Consumi Intermedi (CI) dall’altro. 10 Schema di rilevazione del valore aggiunto di un’impresa VA = PV – CI PV = f + fatturato: comprende le vendite di prodotti fabbricati dall’impresa, gli introiti per lavorazioni eseguite per conto terzi, gli introiti per eventuali prestazioni a terzi di servizi non industriali (commissioni, noleggi di macchinari, eccetera), le vendite di merci acquistate in nome proprio e rivendute senza trasformazione, le commissioni, provvigioni ed altri compensi per vendite di beni per conto terzi, gli introiti lordi del traffico e le prestazioni di servizi a terzi. Valutato al lordo o al netto delle Imposte Indirette a seconda che il valore aggiunto sia espresso ai prezzi base o ai prezzi di mercato + (g2 – g1) + giacenze di prodotti finiti invenduti. Valutate al prezzo base “medio” dell’anno (fatturato netto/quantità vendute). + (g’2 – g’1) + giacenze di prodotti in corso di lavorazione (workin-progress). Valutate al costo di produzione. + Kp produzione di capitali per proprio uso finale. Valutata al costo di produzione CI = cb + cs + acquisti di beni e servizi intermedi. Valutati ai prezzi di acquisto. + (cb1 – cb2) scorte di beni (per determinare il consumo effettivo). Valutati al prezzo di acquisto “medio”. (+ (cs1 – cs2)) scorte di servizi (attività di progettazione). Attualmente non valutate. Il Valore Aggiunto così ottenuto corrisponde alla somma delle remunerazioni dei fattori produttivi impiegati nell’impresa per lavoro dipendente (salari, stipendi, oneri sociali) e per capitale-impresa (interessi, rendite, dividendi e altri utili distribuiti, utili non distribuiti), e del consumo dei capitali fissi impiegati (ammortamenti). Per tale motivo, viene denominato Valore Aggiunto al Costo dei Fattori. 11 A. Il Valore Aggiunto al Costo dei Fattori La valutazione al costo dei fattori misura l’ammontare dei servizi del lavoro e del capitale utilizzati nel processo produttivo. Rappresenta l’aggregato più adatto per le analisi sulla capacità produttiva di un sistema economico, sulla produttività e l’efficienza di utilizzo dei fattori (Prospetto A). Prospetto A – ITALIA 2015 - Valore Aggiunto per Branca AL COSTO DEI FATTORI Valori assoluti (milioni di euro) e composizione percentuale ATTIVITA' ECONOMICHE Agricoltura Valori Assoluti % 35.926 2,54% 338.566 23,89% 24.797 22.066 19.599 70.121 1,75% 1,56% 1,38% 4,95% Servizi di cui Commercio Trasporti Alberghi e pubblici esercizi Attività finanziarie e assicurative Attività immobiliari (affitti effettivi e figurativi) Pubblica amministrazione (servizi generali, difesa, giustizia) Istruzione Sanità Servizi domestici presso famiglie e convivenze 1.042.470 73,57% 160.252 81.841 53.107 76.668 186.132 94.363 60.507 75.778 19.834 11,31% 5,78% 3,75% 5,41% 13,14% 6,66% 4,27% 5,35% 1,40% TOTALE ATTIVITA’ 1.416.962 100,00% Industria di cui Industrie alimentari, bevande e tabacco Industrie tessili e abbigliamento Fabbricazione mezzi di trasporto Costruzioni Il VA al costo dei fattori considera unicamente la somma delle retribuzioni dei fattori produttivi e degli ammortamenti. Non comprende quindi alcun tipo di imposta: né sulla produzione (imposte dovute per il solo fatto di esercitare un’attività produttiva, indipendentemente dalle quantità effettivamente prodotte, come l’imposta di registro, di bollo, etc.), né sui prodotti (imposte il cui importo dipende dalle quantità prodotte, come l’ imposta di fabbricazione degli oli minerali, etc.). Allo stesso tempo, non viene detratto alcun tipo di contributo ricevuto dal produttore, sia sui prodotti, sia sulla produzione. Se si includono le imposte indirette, si ottiene una diversa valutazione del VA. 12 B. Il Valore Aggiunto ai Prezzi Base Il VA ai prezzi base è dato dalla differenza tra la produzione vendibile valutata ai prezzi base - cioè comprensiva delle Imposte Indirette Nette sulla produzione e dei relativi Contributi, ma al netto delle Imposte Indirette Nette sui prodotti e dei relativi Contributi - e gli impieghi intermedi (prospetto B). Prospetto B – ITALIA 2015 - Valore Aggiunto per Branca AI PREZZI BASE Valori assoluti e Differenze con il costo dei fattori (milioni di euro) ATTIVITA' ECONOMICHE Valori Assoluti ∆ ∆% 33.095 -2.831 -8,55% 348.817 10.251 2,94% 25.396 22.662 19.904 71.944 599 596 305 1.823 2,36% 2,63% 1,53% 2,53% Servizi 1.087.029 di cui Commercio 164.156 Trasporti 83.469 Alberghi e pubblici esercizi 54.220 Attività finanziarie e assicurative 81.359 Attività immobiliari (affitti effettivi e figurativi) 205.908 Pubblica amministrazione (servizi generali, difesa, giustizia) 98.174 Istruzione 62.348 Sanità 78.722 Servizi domestici presso famiglie e convivenze 19.834 44.559 4,10% 3.904 1.628 1.113 4.691 19.776 3.811 1.841 2.944 2,38% 1,95% 2,05% 5,77% 9,60% 3,88% 2,95% 3,74% 0,00% TOTALE ATTIVITA’ 51.979 3,54% Agricoltura Industria di cui Industrie alimentari, bevande e tabacco Industrie tessili e abbigliamento Fabbricazione mezzi di trasporto Costruzioni 1.468.941 I prezzi base rappresentano la somma dei costi effettivamente sostenuti dal produttore, escludendo le poste che dal punto di vista dell’impresa sono semplici partite di giro (imposte sui prodotti, il cui costo viene sopportato dagli acquirenti), compresa la parte di costo che viene sostenuta dalle amministrazioni pubbliche (i contributi sui prodotti rispondono infatti all’obiettivo di mantenere bassi i prezzi di vendita di alcuni prodotti, pur assicurando un adeguato rientro economico al produttore). Se si includono nella valutazione anche queste partite, si arriva a determinare il PIL ai Prezzi di Mercato. 13 C. Il PIL ai Prezzi di Mercato È il VA ai prezzi base aumentato delle Imposte Indirette sui prodotti, Iva inclusa, al netto dei relativi Contributi. Nella tabella seguente, si mostrano le varie fasi del passaggio dal VA al PIL (Prospetto C). Prospetto C – ITALIA 2015 Passaggio dal Valore Aggiunto al PIL (milioni di euro) Attività economiche Valore aggiunto al costo dei fattori Valore aggiunto ai prezzi base Agricoltura 35.926 33.095 Industria 338.566 348.817 Servizi 1.042.470 1.087.029 TOTALE 1.416.962 1.468.941 Imposte sulla Produzione (+) 60.247 - Contributi alla Produzione (-) 8.268 - VALORE AGGIUNTO AI 1.468.941 PREZZI BASE Imposte sui Prodotti (+) 191.328 Contributi ai Prodotti (-) 23.897 PRODOTTO INTERNO LORDO AI 1.636.372 PREZZI DI MERCATO A livello aggregato, Il PIL rappresenta il prodotto finale, la creazione effettiva di nuove risorse (beni e servizi) da parte del sistema economico del paese. Dal momento che, per definizione, risorse ed impieghi finali devono essere uguali in valore, e dato che gli impieghi sono valutati ai prezzi significativi per l’acquirente – e cioè i prezzi che gli acquirenti finali pagano effettivamente per gli acquisti - il prodotto interno lordo viene valutato ai prezzi di mercato per assicurare l’uguaglianza tra offerta e domanda di beni e servizi finali. 14 A partire dalla definizione e misura del PIL si apre il SISTEMA dei Conti Nazionali, costituito da un insieme di 8 Conti, ognuno dei quali descrive una specifica fase del Circuito Economico. Ogni Conto chiude A SALDO con un Aggregato, che apre il Conto successivo: ciò assicura il concatenamento del sistema, ovvero la sua coerenza complessiva. 1. Conto della produzione. Mostra la formazione del prodotto interno lordo (PIL), a partire dalla misura della produzione vendibile a prezzi base, delle imposte e contributi sui prodotti, e dei consumi intermedi. 2. Conto delle risorse e degli impieghi. Mostra l’equilibrio fra Risorse (PIL a prezzi di mercato e importazioni) e Impieghi (consumi nazionali, investimenti lordi ed esportazioni). 3. Conto della generazione dei redditi primari. Mostra come il Prodotto interno netto (ottenuto sottraendo gli ammortamenti dal PIL) viene distribuito tra i redditi da lavoro dipendente interni (ricevuti dai lavoratori presenti sul territorio economico), le imposte indirette al netto dei contributi, e il Risultato netto di gestione, cioè l'eccedenza o il disavanzo risultante dalla gestione delle attività produttive. 4. Conto dell''attribuzione dei redditi primari. Mostra come si giunge al Reddito nazionale netto partendo dal Risultato netto di gestione: a questo vanno aggiunti i redditi da lavoro dipendente nazionali (ricevuti dai lavoratori residenti), i redditi da capitale netti dall’estero, le imposte indirette al netto dei contributi (su produzione e prodotti), le imposte indirette nette al Resto del mondo. 5. Conto della distribuzione secondaria del reddito. Consente di ottenere il Reddito netto disponibile partendo dal Reddito nazionale netto. Registra le operazioni di redistribuzione derivanti da imposte dirette, contributi e prestazioni sociali, e da altri trasferimenti netti con il Resto del mondo. 6. Conto di utilizzazione del reddito disponibile. Mostra la ripartizione del Reddito netto disponibile tra Consumi finali nazionali e Risparmio nazionale netto. 15 7. Conto del capitale. Misura la variazione del Patrimonio nazionale netto dovuta al Risparmio nazionale netto e ai Trasferimenti netti in conto capitale, e registra le acquisizioni, al netto delle cessioni, di attività non finanziarie (principalmente, Formazione di capitale). A saldo di questo conto si ottiene l’Accreditamento (se positivo) o l’Indebitamento (se negativo) netto. 8. Conto delle transazioni internazionali Registra l’insieme di tutte le transazioni economiche (relative operazioni di produzione, distribuzione, redistribuzione e impiego del reddito) che avvengono tra residenti e non residenti. Esplicita la formazione dell’Accreditamento (se positivo) o Indebitamento (se negativo) con il Resto del Mondo (aggregato simile, ma non identico, al Saldo della Bilancia dei Pagamenti). SCHEMA DEI CONTI Il Prospetto D riporta una raffigurazione schematica del Sistema dei Conti Nazionali, con il riferimento, per ciascun Conto, alla fase del circuito economico cui è relativo, ed ai principali Aggregati economici di interesse. In particolare, viene evidenziato in grassetto l’aggregato di chiusura di ogni conto – cioè quello calcolato a saldo o residuo del conto stesso – che è contemporaneamente l’aggregato di apertura del Conto successivo. A scopo illustrativo, si riporta sinteticamente nel Prospetto E una versione semplificata dello schema, applicato ad un’economia chiusa, priva cioè di scambi con il Resto del Mondo. In questo caso, ovviamente, il conto n. 8 è assente. 16 PROSPETTO D ARTICOLAZIONE PER CONTI Fasi del circuito economico, aggregati fondamentali e conti nei quali vengono analizzati FASE DEL CIRCUITO DEL REDDITO AGGREGATO CONTO PRODUZIONE DEL REDDITO PRODOTTO INTERNO (Valore aggiunto) CONTO DELLA PRODUZIONE Redditi da lavoro dipendente RISULTATO DI GESTIONE DISTRIBUZIONE PRIMARIA DEL REDDITO Redditi da lavoro autonomo e impresa Redditi da capitale CONTO DELLA GENERAZIONE DEI REDDITI PRIMARI CONTO DELLA ATTRIBUZIONE DEI REDDITI PRIMARI REDDITO PRIMARIO REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO Trasferimenti a/da altri settori (imposte, contributi sociali, pensioni, altre prestazioni, ecc.) CONTO DELLA DISTRIBUZIONE SECONDARIA DEL REDDITO REDDITO DISPONIBILE IMPIEGO DEL REDDITO Consumi RISPARMIO Trasferimenti in c/capitale netti Investimenti ACCREDITAMENTO (capacità di finanziare altri settori) INDEBITAMENTO (necessità di finanziamento da altri settori) CONTO DI UTILIZZAZIONE DEL REDDITO DISPONIBILE CONTO DELLA FORMAZIONE DEL CAPITALE 17 PROSPETTO E SEQUENZA DEI CONTI IN UN’ECONOMIA CHIUSA Tavola Conto 1 Produzione 2 Risorse e impieghi 3 Generazione dei redditi primari P = PV - CI P=C+F Y=P 4 Attribuzione dei redditi primari 5 Distribuzione secondaria del reddito Utilizzazione del reddito disponibile 6 7 Capitale 8 Transazioni internazionali Aggregati presenti nei Conti: P Prodotto Interno (Lordo/Netto) PV Produzione Vendibile CI Consumi Intermedi C Consumi Finali F Formazione di Capitale Y Reddito Nazionale (Lordo/Netto) Y' Reddito Disponibile (Lordo/Netto) S Risparmio (Lordo/Netto) Y’ = Y C + S = Y' F=S ___ 18 Nel caso invece, ed è quello che normalmente si presenta, che lo schema si applichi ad un’economia aperta, il Sistema dei conti si presenta come riportato nel prospetto F. PROSPETTO F SEQUENZA DEI CONTI IN UN’ECONOMIA APERTA Tavola Conto 1 Produzione 2 Risorse e impieghi 3 Generazione dei redditi primari 4 Attribuzione dei redditi primari 5 Distribuzione secondaria del reddito 6 Utilizzazione del reddito disponibile 7 Capitale 8 Transazioni internazionali P = PV-CI P + M = C + F+ E Y = P + (Ya-Yp) Y’ = Y + (Ta-Tp) C + S = Y' F + B = S + (T'a-T'p) (E-M) + (Ya-Yp) + (Ta-Tp) + (T'a-T'p) = B Ulteriori Aggregati presenti nei Conti, oltre a quelli del Prospetto D M Importazioni E Esportazioni Ya, Yp Redditi da e per l’Estero Ta, Tp Trasferimenti Unilaterali Correnti da e per l’Estero T’a, T’p Trasferimenti Unilaterali in C/Capitale da e per l’Estero B Saldo delle Transazioni Internazionali (≅ ≅ Saldo della Bilancia dei Pagamenti) 19 Esaminiamo ora dettagliatamente le singole Tavole e i principali aggregati economici Nella Tavola 1 è esposto il Conto della Produzione, che costituisce l’apertura del Sistema dei Conti Nazionali, nei quali sono riportati i principali Aggregati Economici che descrivono l’attività economica di un paese. Tale Conto mostra il livello della Produzione realizzata (a prezzi base, significativi per i produttori), l’importo delle Imposte sui prodotti al netto dei relativi Contributi (che gravano sugli acquirenti finali), gli impieghi intermedi (materie prime e semilavorati inglobati nella produzione realizzata). A saldo si ottiene Il PIL. Quet’ultimo può essere ulteriormente suddiviso fra Ammortamenti, e cioè consumo del Capitale fisso impiegato nell’attività produttiva, e Prodotto interno netto. Tavola 1 Conto della produzione (milioni di euro a prezzi correnti) AGGREGATI 2014 2015 3.063.935 189.862 26.016 3.079.947 191.328 23.897 3.227.781 3.247.378 1.615.897 1.611.884 1.611.006 1.636.372 3.227.781 3.247.378 294.146 293.196 1.317.738 1.343.176 RISORSE Produzione (a prezzi base), Imposte sui prodotti (+) Contributi ai prodotti (-) Totale IMPIEGHI Consumi intermedi Prodotto interno lordo Totale Ammortamenti Prodotto interno netto La Tavola 2 riporta il Conto delle Risorse e degli Impieghi, che mostra l’equilibrio fra Domanda e Offerta. Data la sua importanza, si presentano gli aggregati sia a prezzi correnti che a prezzi costanti. I principali aggregati sono poi ulteriormente presentati in forma grafica sul periodo 1999-2015, per evidenziarne la dinamica negli ultimi due decenni. 20 Tavola 2 Conto economico delle risorse e degli impieghi (milioni di euro) AGGREGATI 2014 2015 1.611.884 429.283 1.636.372 442.380 16.964 17.428 2.041.167 2.078.752 1.302.036 1.309.548 980.246 997.526 16.964 34.244 321.790 989.968 1.008.406 17.428 35.866 319.580 Investimenti fissi lordi, di cui 267.474 270.317 Investimenti fissi netti Ammortamenti -26.672 294.146 -22.879 293.196 -4.500 476.157 4.033 494.854 34.244 35.866 2.041.167 2.078.752 1.535.570 405.699 1.547.233 429.886 15.810 15.554 1.941.269 1.977.119 1.235.588 1.241.851 914.268 864.344 15.810 31.884 321.320 922.320 866.453 15.554 33.363 319.531 Investimenti fissi lordi, di cui 256.763 258.888 Investimenti fissi netti Ammortamenti -24.694 282.783 -21.250 281.334 -2.642 451.560 5.434 470.946 31.884 33.363 1.941.269 1.977.119 VALORI A PREZZI CORRENTI RISORSE Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato Importazioni di beni e servizi fob, di cui Acquisti all'estero dei residenti Totale IMPIEGHI Consumi finali nazionali, di cui Spesa delle famiglie residenti spesa sul territorio economico (+) acquisti all'estero dei residenti (+) acquisti sul territorio dei non residenti (-) Spesa delle A.P. e delle ISP Variazione delle scorte e oggetti di valore Esportazioni di beni e servizi fob, di cui Acquisti sul territorio dei non residenti Totale VALORI A PREZZI 2010 RISORSE Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato Importazioni di beni e servizi fob, di cui Acquisti all'estero dei residenti Totale IMPIEGHI Consumi finali nazionali, di cui Spesa delle famiglie residenti spesa sul territorio economico (+) acquisti all'estero dei residenti (+) acquisti sul territorio dei non residenti (-) Spesa delle A.P. e delle ISP Variazione delle scorte e oggetti di valore Esportazioni di beni e servizi fob, di cui Acquisti sul territorio dei non residenti Totale 21 Aggregati del conto delle risorse e degli impieghi RISORSE Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato Rappresenta il risultato finale dell'attività di produzione delle unità produttrici residenti. Corrisponde alla produzione finale di beni e servizi dell'economia, diminuita dei consumi intermedi. È altresì pari alla somma dei valori aggiunti ai prezzi base delle varie branche di attività economica, aumentata dell'Iva e delle altre Imposte indirette nette sui prodotti. In Fig. 1 è riportata la dinamica del PIL a prezzi costanti in Italia negli ultimi due decenni. Fig. 1 - Italia 1999-2015 Prodotto Interno Lordo (PIL) a prezzi costanti (2010) (milioni di euro) 22 Importazioni Sono costituite dagli acquisti all'estero (Resto del Mondo) di beni (merci) e di servizi, introdotti nel territorio nazionale. Rappresentano quindi la componente esterna dell’offerta di beni e servizi. Le importazioni di beni comprendono tutti i beni (nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, entrano nel territorio economico del Paese in provenienza dal Resto del mondo. Le importazioni di servizi includono tutti i servizi prestati da non residenti a residenti per trasporti internazionali, viaggi all’estero, comunicazioni internazionali, assicurazioni, ricreazione e cultura, salute, supporto alle imprese e alla pubblica amministrazione. In Fig. 2 è riportata la dinamica delle importazioni a prezzi costanti in Italia negli ultimi due decenni. Fig. 2 - Italia 1999-2015 Importazioni a prezzi costanti (2010) (milioni di euro) 23 IMPIEGHI Consumi finali Rappresentano il valore dei beni e servizi impiegati per soddisfare direttamente i bisogni umani, siano essi individuali o collettivi. Si distinguono in Consumi privati e Consumi pubblici. I Consumi finali nazionali privati sono rappresentati dalla spesa diretta delle Famiglie – sia sul territorio nazionale che all’estero - per l’acquisto di beni (alimentari, abbigliamento, arredi, etc.) e servizi (trasporti, assicurazioni, comunicazioni, etc.). In Fig. 3 è riportata la dinamica dei Consumi finali nazionali privati a prezzi costanti in Italia negli ultimi due decenni. Fig. 3 - Italia 1999-2015 Consumi finali nazionali privati a prezzi costanti (2010) (milioni di euro) I Consumi finali nazionali pubblici sono rappresentati dalla spesa della Pubblica Amministrazione per produrre e fornire gratuitamente o quasi alle Famiglie servizi pubblici a domanda individuale (istruzione, sanità, etc.) o collettiva (difesa, ordine 24 pubblico, etc.). In Fig. 4 è riportata la dinamica dei Consumi finali nazionali pubblici a prezzi costanti in Italia negli ultimi due decenni. Fig. 4 - Italia 1999-2015 Consumi finali nazionali pubblici a prezzi costanti (2010) (milioni di euro) Investimenti lordi Sono i beni che i produttori acquisiscono durante il periodo contabile ma non includono nei consumi intermedi, in quanto producono reddito in uno o più periodi successivi. Si suddividono in: • Investimenti fissi lordi (se si considerano gli ammortamenti, si ottengono gli investimenti fissi netti); • Variazione delle scorte; • Acquisizioni meno cessioni di beni di valore. In Fig. 5 è riportata la dinamica degli Investimenti fissi lordi a prezzi costanti in Italia negli ultimi due decenni; in Fig. 6 quella della somma di Variazione delle scorte e di Acquisizioni nette di beni di valore. 25 Fig. 5 - Italia 1999-2015 Investimenti fissi lordi a prezzi costanti (2010) (milioni di euro) Fig. 6 - Italia 1999-2015 Variazione scorte e acquisizioni nette beni di valore a prezzi costanti (2010) (milioni di euro) 26 Esportazioni Sono costituite dai beni (merci) e servizi, trasferiti da operatori residenti a operatori non residenti (Resto del mondo). Rappresentano quindi la componente esterna della domanda di beni e servizi. Le esportazioni di beni comprendono tutti i beni (nazionali o nazionalizzati, nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, escono dal territorio economico del Paese in direzione del Resto del mondo. Le esportazioni di servizi includono tutti i servizi prestati da residenti a non residenti per trasporti internazionali, viaggi all’estero, comunicazioni internazionali, assicurazioni, ricreazione e cultura, salute, supporto alle imprese e alla pubblica amministrazione. In Fig. 7 è riportata la dinamica delle Esportazioni a prezzi costanti in Italia negli ultimi due decenni; Fig. 7 - Italia 1999-2015 Esportazioni a prezzi costanti (2010) (milioni di euro)