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4 .Primo Piano
STAMPA
.LA
DOMENICA 25 OTTOBRE 2015
Manovra, i tagli ai ministeri
si fermano a tre miliardi
Il più penalizzato è il dicastero dell’Economia che perde 2,4 miliardi
Colpiti anche i Caf e i patronati, l’aumento dell’Iva rinviato al 2017
I numeri
100
milioni
La riduzione
(prevista
dalla legge
di stabilità)
dei compensi
ai Caf nel 2016
48
milioni
Il sacrificio
che sarà
richiesto
ai patronati
sindacali
810
milioni
Il ridimensionamento
che viene
imposto
al Fondo
tagliatasse
ROBERTO GIOVANNINI
ROMA
Un testo finale della legge di
Stabilità è ora all’esame del
Quirinale, e dalla prossima settimana sarà partirà l’iter al Senato. Una manovra da 27 miliardi di cui ormai conosciamo
le caratteristiche, ma che sorprende quando si osserva con
quali tagli della spesa pubblica
vengono coperti gli sgravi fiscali. Dopo le indiscrezioni dei
giorni scorsi, emerge che gli 8
miliardi di tagli non sono quasi
per nulla «chirurgici», cioè mirati all’interno della spending
review. Sono invece largamente
di tipo «lineare», come ha fatto
notare ieri il presidente (Pd)
della Commissione Bilancio
della Camera Francesco Boccia. Un’operazione poco «raffinata», ma che evidentemente
può provocare conseguenze
nella misura in cui, tagliati i fondi, non si potranno più svolgere
determinati servizi pubblici. O,
com’è il caso della sanità, se le
Regioni dovranno rifarsi con i
ticket a spese dei cittadini.
In alcuni casi il taglio della
spreca viene quantificato in cifre molto modeste. È il caso del
riordino degli acquisti di beni e
servizi della pubblica amministrazione, che produrrà un risparmio di soli 216 milioni nel
lioni di euro su cui la Regione
aveva basato la sua programmazione». Il Veneto oggi non
applica né addizionali né ticket
a carico dei cittadini, ma ora teme di andare in rosso. Per ora,
nessun governatore annuncia
esplicitamente la sua intenzione di rifarsi a suon di ticket dei
tagli decisi dal governo. Ma non
è escluso che più di uno di loro
cambi idea, o sia costretto a ricorrere a un piano di rientro
che comporta addizionali: i farmaci innovativi sono sempre
più cari, e curare una popolazione che diventa più anziana è
un problema. Oggi i ticket regionali valgono 3 miliardi di
prelievo fiscale «indiretto».
Le conseguenze
ANSA
Il premier
Matteo Renzi
ha illustrato
una legge di
stabilità
che taglia
le tasse ma
anche le
spese
2016. Come ha spiegato il sottosegretario all’Economia Pier
Paolo Baretta, «possono sembrare pochi, ma sono uno sforzo
di sistemazione di molte cose:
stiamo facendo i costi standard
sia per le Regioni che per i Comuni». Altri 163 milioni arrivano dal potenziamento della centrale acquisti. Non sono oggettivamente molti soldi, specie se
44
milioni
Il risultato
della stretta
sul turnover
nel pubblico
impiego
si confrontano con le voci più
importanti, come i 3,6 miliardi
di euro che sono cancellati dalla
spesa destinata ai ministeri, e
1,8 miliardi tolti dal fondo per la
spesa sanitaria delle Regioni.
Per quanto riguarda la sanità continua il grido di dolore dei
Presidenti delle Regioni: ieri il
veneto Luca Zaia ha detto che
«Roma taglia a Venezia 250 mi-
Più problematico comprendere
in che modo gli italiani subiranno eventuali conseguenze negative del giro di vite sui ministeri, che perdono solo nel 2016
quasi 1,5 miliardi di spesa in
conto capitale (ovvero anche
per investimenti) e 1,6 miliardi
di spese correnti. In questo taglio spicca particolarmente il
ministero dell’Economia, che
perde 2,4 miliardi (fondamentalmente dalle tabelle di spesa):
tra questi, 100 milioni di euro
dal 2016 per i compensi spettanti ai Caf (altri 48 milioni si
tolgono ai patronati sindacali),
mentre il taglio del Fondo tagliatasse vale 810 milioni. Modesti gli effetti della stretta sul
turnover nel pubblico impiego
(44 milioni), mentre sempre nel
2016 si stimano 2 miliardi di entrate derivanti dalla procedura
di emersione volontaria. Infine,
anche tra due anni il governo
dovrà trovare risorse per impedire che scattino le solite «clausole di salvaguardia»: per il
2016 sono serviti quasi 17 miliardi, 15,1 ne serviranno nel
2017, e 19,5 nel 2018 e 2019.
Assenze in mutua
Gli statali si ammalano
il doppio dei privati:
dieci giorni contro cinque
LUIGI GRASSIA
I lavoratori pubblici si ammalano il doppio di quelli del settore privato, anche se (per gli
uni e per gli altri) va detto che
la cifra assoluta non è altissima. I dati derivano da un’elaborazione dei Consulenti del
lavoro su numeri dell’Inps.
Risulta che nel 2014 si è registrata una media di 5,5 giorni
di assenza per malattia dei lavoratori privati e di 10,2 giorni per quelli pubblici. In pratica, ogni giorno manca in media dal lavoro per malattia il
3,01% dei dipendenti pubblici
e l’1,8% dei privati. E la differenza si accentua: nel 2014 c’è
stato un calo delle giornate di
mutua per i dipendenti del
settore privato (quasi due milioni in meno, -2,4%) e un aumento per il pubblico (+60.011
giornate).
I giorni di malattia nel settore privato sono stati
75.753.714 per circa 13,6 milioni di lavoratori dipendenti
mentre per i circa tre milioni
di lavoratori pubblici i giorni
di assenza per questa ragione
hanno superato i 30,8 milioni.
Nel complesso in tutta Italia
nel 2014 si sono registrate
106,6 milioni di giornate di assenza dal lavoro, a fronte delle 108,4 del 2013, con un risparmio per le casse dello
Stato di circa 50 milioni. Nel
complesso nel 2014 sono stati
emessi 459.456 certificati in
meno rispetto l’anno precedente. Il miglioramento si deve interamente al settore privato.
Il mese nel quale ci si ammala di più è gennaio (1.380.000 di
certificati nel pubblico e
690.000 nel privato su 13,34 milioni in totale) mentre il giorno
della settimana nel quale è più
frequente la comunicazione
dell’inizio della malattia è il lunedì con il 30,3% del totale nel
privato e il 27,22% nel pubblico
(invece nel giorno di martedì
sono rispettivamente il 18,76 e
il 19,86%). Nel complesso i casi
di malattia denunciati nel 2014,
sempre sulla base dei dati
provvisori Inps, è di 8,49 milioni nel settore privato e 4,85 nel
settore pubblico.
Nel settore privato i lavoratori che hanno avuto almeno
un giorno di malattia sono stati
poco più di quattro milioni (attorno al 30%) mentre nel settore pubblico sono stati 1.751.000
(il 58,36%). Se si guarda alla
durata dell’assenza, in entrambi i comparti la frequenza più
alta di eventi si colloca nella
classe da 2 a 3 giorni, con il
31,7% per il settore privato e il
36,2% per la pubblica amministrazione. Fra i dipendenti
pubblici è frequente anche la
comunicazione di un solo giorno di malattia (1.315.776, cioè il
27% delle denunce di malattia)
mentre per i lavoratori privati
le assenze per malattia di un
solo giorno sono appena il
12,3% del totale.
LA STAMPA
DOMENICA 25 OTTOBRE 2015
Primo Piano .5
.
FINANZIARIA/LE MISURE
Intervista
FRANCESCO MAESANO
ROMA
entoundici miliardi. È
alto tanto così il tetto
del fondo sanitario
per il prossimo anno. Otto
Regioni, che già quest’anno
non ci stavano dentro, si sono viste costrette ad aumentare addizionali e ticket. La
Toscana non è una di queste, ma il suo presidente (del
Partito democratico) Enrico
Rossi è critico con i tagli
prospettati dalla legge di
stabilità. «La nostra spesa
in sanità è ormai più bassa
di quella di Francia, Inghilterra e Germania. Eppure
siamo a parità di livello qualitativo. Il governo deve fare
attenzione».
C
3,6
miliardi
I tagli complessivi che
la legge
di stabilità
vorrebbe
imporre alle
Regioni
1
miliardo
La dotazione
del governo
per la Sanità
delle Regioni
il prossimo
anno
In origine
i miliardi
dovevano
essere tre
1,5
miliardi
La riduzione
di uscite
che
il governo
chiede
alle Regioni
nell’ambito
della
spending
review
Che sanità avranno gli italiani
se si realizzerà il piano di tagli
da quindici miliardi in tre anni?
«A ogni anno la sua pena.
Quei tagli li discuteremo a
partire dal 2016, nella prossima finanziaria. Se l’anno
prossimo il prodotto interno
lordo crescerà a cifre vicine
al punto e mezzo percentuale si dovrà ripensare tutto.
Sono più preoccupato per
quest’anno».
Un aumento di spesa da un
miliardo invece che di tre.
«Esatto. Con queste cifre
resta fuori il rinnovo del
contratto degli operatori
della sanità e pure la partita degli investimenti sanitari. Anche se su quella abbiamo aperto un tavolo ad
hoc».
Vede spazi per trovare un accordo più favorevole?
«La finanziaria viene approvata dalle camere, c’è
tutto il tempo per discutere, il governo dovrà parlare
con le Regioni e con il parlamento».
Retroscena
FABIO MARTINI
ROMA
Il ministro Lorenzin
dice che è stato
uno sbaglio affidarci
la Sanità. Invece
la Corte dei Conti
ha dimostrato che
abbiamo contribuito
a risanare i bilanci
Enrico Rossi
Governatore
della Toscana
“Il governo ci ripensi
In sanità spendiamo meno
che nel resto d’Europa”
Rossi, presidente della Toscana: spending review da ridiscutere
Cosa chiede?
«Innanzitutto vorrei capire
quanto si aggiunge di spending review. Se si ragiona di
un miliardo e mezzo di risparmi, accettabili e praticabili
dalle Regioni, saremmo a due
miliardi e mezzo. Che è già
un’altra cosa. E poi resta fuori
una sfida decisiva».
Quale?
«L’acquisto e la distribuzione
dei farmaci contro l’epatite C.
Il governo dovrebbe impegnare il Servizio sanitario nazionale a distribuire il farmaco
che la cura il prima possibile a
tutti gli ammalati. Così si risparmierebbe molto, sradicando definitivamente la malattia».
Si tratta di un farmaco eccezionalmente oneroso.
«È così. Ma invece di fare l’ac-
Nuovi ticket
Gli italiani
temono
di dover
spendere
di più per
curarsi
Almeno
in alcune
Regioni sarà
inevitabile
quisto nel giro di sette o di dieci anni perché non comprare
le dosi tutte e subito, a un
prezzo congruo, evitando di
disperdere denaro nelle cure
ai malati e scongiurando l’ulteriore diffusione di una patologia così invalidante? Sarebbe un grande rilancio del Servizio sanitario nazionale in
anni in cui i tagli si sono fatti
sentire».
Colpire gli enti impopolari
Così Renzi limita le proteste
E in Senato spunta un ordine del giorno per eliminare otto Regioni
on ci ha fatto caso quasi
nessuno e in fondo è soltanto un ordine del giorno parlamentare. Ma due settimane fa l’assemblea di palazzo
Madama ha approvato un odg
del senatore pd Raffaele Ranucci, nel quale si ipotizza in futuro
di ridurre il numero delle Regioni da 20 a 12. Il documento è
stato approvato con il parere favorevole del governo. Certo
l’esecutivo non ha annunciato
di voler far avanzare a tambur
battente quella suggestione, ma
intanto è stato messo agli atti
un altro tassello della “predicazione” anti-Regioni del governo
Renzi. Un approccio che è diventato plateale nel varo della
legge di Stabilità: la lettura del
testo ha dimostrato che le Regioni dovranno rinunciare a 1,8
miliardi di spesa tendenziale
per la sanità e poi dovranno risparmiare quasi altrettanto attraverso il rispetto del pareggio
di bilancio.
La decisione di Renzi di
“aspirare” dalle Regioni una
bella fetta delle risorse per far
quadrare la legge di Stabilità, a
N
1,8
miliardi
I soldi
della spesa
tendenziale
per la sanità
a cui
le Regioni
dovranno
rinunciare
60
milioni
Sono invece
i soldi a cui
in media
dovrà
rinunciare
ciascuna
Regione
solo per
la spesa
ordinaria
giudicare dalle reazioni delle
prime 48 ore, si sta rivelando
centrata.
Dove la Sanità è in rosso
Poche critiche
Piemonte
Veneto
Regioni in Piano
di rientro (aumento
di addizionali
Irpef/Ires e possibile
aumento dei ticket)
Regioni
con aziende
ospedaliere
da risanare
(31 su 108)
Presenza
di un "Commissario
ad acta" per il Piano
di rientro
Liguria
Toscana
Abruzzo
Molise
Lazio
Sardegna
Puglia
Campania
Sicilia
Calabria
A sorpresa tacciono, o esprimono critiche ragionevoli, anche i
Governatori che più “spontaneamente” dovrebbero essere anti-governativi. Un silenzio che
nei prossimi giorni potrà essere
in parte interrotto, ma la sostanza è già sotto gli occhi di
tutti, e conferma la lettura del
presidente del Consiglio: le Regioni sono troppo impopolari e
non possono consentirsi proteste plateali. Le Regioni per ora
si limitano a protestare sottovoce non solo perché pesano i
precedenti (Rimborsopoli e le
tante “spese pazze”) e non solo
perché dopo la riforma del titolo V della Costituzione gli sprechi si sono moltiplicati. Ma anche perché il taglio del governo
è relativamente doloroso: «Diciamo la verità - sostiene Rocco
Palese, vicepresidente dei deputati di Forza Italia ma anche
il massimo esperto di finanza
La soddisfa questa legge di stabilità?
«Questa è la prima finanziaria
espansiva in tanti anni. Punta
molto sulla crescita. L’equità è
un altro discorso e ci torneremo presto. Ma sulla sanità i
soldi sono pochi, molto pochi.
Lo ripeto: su quel tema bisogna che il governo discuta».
Il clima non sembra favorevole. Per il ministro Beatrice Lorenzin è stato un errore affidare la responsabilità della sanità
alle Regioni.
«La Corte dei Conti dice invece che abbiamo contribuito
in modo forte al risanamento
dei bilanci della sanità. Questi giudizi così eccessivamente sprezzanti verso le Regioni
fanno parte di una moda che
non convince. Io sono favorevole al fatto che il governo si
occupi della tutela dei diritti,
del controllo e del monitoraggio della spesa, fino ad arrivare al commissariamento
quando le cose non funzionano. Ma non tutte le realtà sono uguali».
@unodelosBuendia
pubblica delle opposizioni - l’entità vera del taglio della spesa
ordinaria ammonta ad una media di 50-60 milioni a Regione,
un taglio sopportabile. Il problema c’è sulla spesa sanitaria
ma anche in questo caso l’annunciato taglio di due miliardi
viene fatto sul tendenziale
triennale, mentre per il prossimo anno il trasferimento aumenta di un miliardo. Vogliamo
dirla tutta? Poiché la Commissione europea fa le sue stime sul
tendenziale, all’Europa (prendendola in giro) diciamo che tagliamo due miliardi rispetto alla previsione precedente, ma
nella realtà la spesa per la sanità aumenta sia pure di poco».
Ma nella timidezza delle Regioni c’è un’altra ragione: alcune di
loro negli anni scorsi hanno deciso di spendere diversamente
dall’impegno assunto i fondi a
suo tempo garantiti dal governo
Monti per il pagamento degli
arretrati dei fornitori e sono in
attesa di un decreto governativo che, attraverso una partita di
giro, che porti ad una riduzione
del passivo accumulato. Particolarmente interessata la Regione Piemonte: ecco perché il
suo presidente, Sergio Chiamparino si è dimesso dalla presidenza della conferenza StatoRegioni. Come per dire: avendo
un corposo interesse “personale”, non potevo essere indirettamente condizionato in una vertenza “collettiva”.
6 .Primo Piano
STAMPA
.LA
DOMENICA 25 OTTOBRE 2015
L’INCHIESTA DI SANREMO
Reintegrato
al lavoro
il croupier
che rubava
La notizia è
dello scorso
aprile ma, ieri,
è stata rilanciata con un certo
disagio a Sanremo: un croupier del casinò
(di proprietà
del Comune ma
gestito da una
società privata
siappure controllata dal
pubblico) è
stato reintegrato dal giudice
del lavoro
nonostante
una condanna
a 4 anni perché
sorpreso a
rubare. Secondo il giudice,
infatti, nonostante la condanna il licenziamento sarebbe dovuto
scattare solo al
terzo grado del
processo e non,
come nel caso,
al primo grado.
Una decisione
che ha comunque stupito
La rabbia dei dipendenti onesti
“Non copriamo gli assenteisti”
Ascoltati come testimoni raccontano le malefatte dei “compagni di banco”
GIANNI MICALETTO
SANREMO
Sono rimasti in silenzio per
tanto tempo, forse troppo, ma
adesso stanno trovando il coraggio di parlare. L’inchiesta
della Finanza sugli assenteisti
che fa tremare le fondamenta
di Palazzo Bellevue, l’ex albergo
da mezzo secolo sede municipale di Sanremo, sembra scuotere anche le coscienze di tanti
dipendenti comunali «fedeli».
Che non ci stanno a finire nel
tritacarne di uno scandalo con
echi pure oltre confine. Sono
«compagni di banco» o colleghi
di settore dei 43 colpiti da misura cautelare per truffa ai
danni dello Stato e falso (35 agli
arresti domiciliari e 8 sottoposti a obbligo di firma), ma anche dei 75 indagati a piede libero per concorso negli stessi reati. A questi si devono aggiungere i 78 per i quali gli investigatori non hanno rilevato condotte penalmente rilevanti, ma
sufficienti per meritare una segnalazione al Comune, per gli
eventuali provvedimenti disciplinari.
Qualcuno ha già fatto sapere
alle Fiamme gialle di avere «informazioni», insomma voglia di
raccontare l’andazzo di un sistema ben radicato. Tanto da
spingere i «furbetti del cartellino» a prendersi licenze con
grande naturalezza, come se
LA LETTERA
Pietro Ichino*
Anche
nel pubblico
si può
già licenziare
C
ANSA
43
dipendenti
Sono agli
arresti
domiciliari
mentre 8
hanno l’obbligo di firma
e 75 risultano
indagati
Bollatura
Timbrare
i badge
dei colleghi
e farsi poi
ricambiare
il favore
era una cosa
normale
in Comune
a Sanremo
fosse normale andare a fare
shopping negli orari di ufficio,
piuttosto che coltivare la passione per il canottaggio o per il
biliardo. Scatta così la «fase
due» della maxi inchiesta, quella dedicata ai testimoni. Volontari o convocati nella caserma
della Guardia di Finanza. Gli interrogatori potrebbero accendere altri fari sul malcostume
imperante in municipio. Perché
telecamere spie e pazienti ac-
certamenti condotti in due anni
di indagini (coordinate dalla
Procura di Imperia) hanno consentito di smascherare tanti
assenteisti, ma altri potrebbero essere rimasti nell’ombra. E
ora i dipendenti onesti, magari
costretti a lavorare di più per
colpa dei «furbetti», hanno l’occasione per far uscire tutto il
marcio dagli uffici comunali.
Un’opportunità che pure
l’amministrazione non vorrebbe farsi sfuggire, dopo aver sospeso i 43 dipendenti con le accuse più gravi, anche se adesso
la priorità è far ripartire la
macchina comunale: l’inchiesta ha falcidiato interi servizi,
come l’anagrafe e la manutenzione fabbricati.
Intanto, erano già stati bloccati i premi di produzione e di
risultato (il sindaco Alberto
Biancheri, che ha comprato a
sue spese una pagina di giornale per spiegare ai cittadini
quanto accaduto e cosa intende
fare, ha confermato di essere
stato informato dell’indagine
fin dal suo insediamento, nel
giugno 2014), mentre i «bonus»
elargiti anche a otto inquisiti
sono «indennità di specifica responsabilità» riferite allo scorso anno. Resta però il problema
di fondo: come fare per premiare davvero la meritocrazia. Ci
stanno pensando a palazzo comunale.
Nell’attesa, facendo i conti
salta fuori che gli «infedeli»
hanno «rubato» oltre 2670 ore,
corrispondenti a un anno di lavoro (o giù di lì) di un impiegato
medio. Un calcolo legato, però,
soltanto ai 43 raggiunti da misure restrittive. Degli altri non
si sa, almeno in questa fase.
Quanto basta, comunque, per
dare l’idea della dimensione del
fenomeno portato alla luce dall’inchiesta.
Il recordman è il funzionario
dell’ufficio progettazione e arredo urbano che andava a remare con gli amici, al circolo
canottieri, durante il servizio:
oltre 400 ore di assenza, con un
danno erariale che la Finanza
ha quantificato in 5680 euro.
L’altro dipendente diventato suo malgrado simbolo dello
scandalo, il vigile-custode che
timbrava in mutande o faceva
strisciare il badge ai familiari,
di ore «rubate» ne ha accumulato una settantina, con un
danno per le casse dello Stato
di 551 euro.
aro Direttore,
leggo con stupore
sulla Stampa l’intervista nella quale Federico Tedeschini, avvocato e docente universitario di diritto pubblico,
contraddicendo il Presidente
dell’Autorità anticorruzione
Raffaele Cantone, sostiene
che il licenziamento può essere intimato a un pubblico dipendente solo dopo la sentenza di condanna penale definitiva, nel terzo grado del giudizio. Prima di allora – sostiene
Tedeschini – il dipendente, anche se colto con le mani nel
sacco, potrebbe essere soltanto sospeso cautelarmente. Se
le cose stessero davvero così,
non ci sarebbe rimedio contro
il malaffare nel settore pubblico: il dipendente nullafacente
o disonesto potrebbe dormire
sonni tranquilli, sapendo che,
mal che vada, anche dopo essere stato scoperto continuerebbe per anni e anni a prendere metà dello stipendio, con
la prospettiva di prendere anche l’altra metà se mai il reato
si estinguerà per prescrizione
o patteggiamento. Per fortuna
le cose non stanno affatto così.
Nel Testo Unico per l’impiego pubblico (d.lgs. n.
165/2001) è stato inserito nel
2009 il seguente Articolo 55ter. Rapporti fra procedimento disciplinare e procedimento penale
1. Il procedimento disciplinare, che abbia ad oggetto, in
tutto o in parte, fatti in relazione ai quali procede l’autorità giudiziaria, è proseguito e
concluso anche in pendenza
del procedimento penale. […]
La norma prosegue prevedendo la riapertura del procedimento disciplinare per la
correzione del suo esito, sia
esso favorevole o no al dipendente, nel caso in cui l’esito
stesso sia contraddetto dalla
sentenza penale definitiva.
La legge questo stabilisce
perché – come giustamente
sottolineato da Cantone l’efficacia del provvedimento
disciplinare dipende molto
dalla sua immediatezza rispetto alla scoperta della
mancanza. D’altra parte, non
occorre che la mancanza
grave di un dipendente pubblico sia rilevante sul piano
penale, perché ne risulti giustificato il licenziamento.
Per esempio, l’assenza ingiustificata sistematica o la negligenza grave e ripetuta
possono essere punite con il
licenziamento anche se non
si accompagnano con la truffa della falsa registrazione
della presenza o altro comportamento fraudolento.
*Docente di Diritto del lavoro
Senatore Lista Monti
LA STAMPA
DOMENICA 25 OTTOBRE 2015
.
Estero .15
6750
Personaggio
negozi
Quelli
del gruppo
Inditex
di cui fa parte
anche Zara
FRANCESCO OLIVO
MADRID
8
L’
I suoi
principali
marchi
Zara
È il marchio
più importante: produce abbigliamento
e accessori
Massimo
Dutti
È una
catena
di abbigliamento con
682 negozi
Bershka
È un altro
marchio
d’abbigliamento
a basso
prezzo
Oysho
È un
marchio
soprattutto
di intimo,
calzature
e accessori
uomo più ricco del mondo è praticamente un fantasma. Nella classifica di
Forbes c’è una sorpresa: Bill Gates è stato superato per qualche
ora da Amancio Ortega (patrimonio di 71,83 miliardi di euro),
un nome che forse dice poco, con
un volto che non dice quasi niente. Ortega, però, conta tanto,
avendo fondato Zara e, con il
gruppo Inditex, l’impero del tessile, che include marchi come
Bershka, Pull&Bear e Stradivarius. Amancio, più che riservato,
è uno che praticamente si nasconde. Lo ha fatto sempre,
quando è stato alla testa del
gruppo e quando, nel 2011, ha lasciato il timone, almeno in parte.
Fino a 15 anni fa, pur essendo lui
l’uomo più facoltoso di Spagna,
nessuno possedeva una sua foto.
Poi, al momento di entrare in
Borsa, il signor Zara dovette inviare un modulo di adesione, allegando una foto tessera, con grande sollievo dei giornali.
catene
Tra cui Zara,
Pull & Bear,
Massimo
Dutti, Bershka, Oysho,
Stradivarius
133
mila
I dipendenti
sparsi
nel mondo
60
per cento
La quota
di Ortega
nel gruppo
Inditex
5
Figlio di un ferroviere
Figlio di un ferroviere della Spagna settentrionale, Ortega ha
una storia nella quale tutto si
mischia: leggende, aneddoti,
storie vere e parabole mistiche.
Come quando, bambino, ascoltò
un fornaio dire alla madre: «Signora Josefa, ora basta, non le
faccio più credito». Il piccolo
pensò: «Alla mia famiglia non
succederà più».
Lui non parla, mai un’intervista, mai una dichiarazione o una
smentita, cosa, quest’ultima, che
ha favorito il sorgere di fantasie
giornalistiche a rischio zero (mai
nemmeno una querela). Pochi
amici di sempre, lunghi dibattiti
solo con i vicini di seggiolino allo
stadio Riazor (è tifoso del Deportivo La Coruña). Quando il capo
del governo spagnolo convoca gli
imprenditori lui non si presenta,
quando la tv lo cerca lui riesce a
svanire nel nulla. «Tutto quello
che si conosce lo si sa per deduzione o per omissione», spiega
Jose F. Leal, esperto di miliardari spagnoli. Anche ora che è formalmente in pensione passa
molto tempo nello stabilimento
in Galizia, dove però non ha mai
posseduto un vero e proprio ufficio. «Passa tutto il giorno intorno ai tavoli dove vengono disegnati i nuovi modelli», raccontò
uno dei creativi dell’azienda, implorando l’anonimato. Quando
divenne famoso i giornalisti si
scatenarono alla ricerca di dettagli per gli articoli. L’opera fu, e
resta, ardua: quelli che salirono
continenti
Quelli in cui
sono presenti
negozi del
gruppo Inditex (27 Paesi)
AP
L’ascesa di Mr. Zara
l’uomo invisibile
che ha superato Gates
Ortega, ex fattorino di La Coruña, ora possiede 71 miliardi
È il più ricco al mondo, senza mai concedere un’intervista
Amancio
Ortega
79 anni
fino a Busdongo, il paesino tra le
montagne della Castilla e León
dove Ortega nacque nel 1936, rimasero inappagati: nessuno dei
100 abitanti se lo ricordava, unica traccia del passaggio è il certificato di nascita. Gli articoli continuano di solito così: «Ci spostiamo a La Coruña», dove a 14
anni Amancio comincia a lavorare, il camiciaio La Maja lo assume come fattorino, qui conosce
Rosalia Mera, che diventerà moglie e figura chiave del suo successo. Si mette in proprio nel
1963, fondando la ditta Goa, specializzata in accappatoi. Ortega
si occupa di tutto, fabbricazione,
distribuzione e vendita, un modello che gli serve per aprire il
primo negozio: Zara, sulla calle
Juan Flórez di La Coruña, specializzato in biancheria intima.
I biografi raccontano che il no-
me scelto da Amancio fosse Zorba, in onore del film con Anthony
Quinn, ma gli uffici lo respinsero
perché già registrato. Così, davanti all’impiegato comunale, Ortega optò, improvvisando, per
Zara. L’ascesa fu rapida: prima i
negozi a Madrid e Barcellona, poi
l’espansione all’estero, a partire
dal Portogallo. La scalata definitiva arriva quando nel 1985 si fonda il gruppo Inditex, che acquisi-
IL 54ENNE ERA A PROCESSO PER L’EUTANASIA DI 7 PAZIENTI. CONDANNATO IN UN CASO
Due anni al dottor morte francese
“Ho agito da medico, non ho colpe”
PAOLO LEVI
PARIGI
Alcuni lo considerano nientemeno che un «serial killer».
Altri soltanto un medico
«compassionevole» la cui unica preoccupazione era interrompere la sofferenza dei pazienti. In Francia il caso di Nicolas Bonnemaison - accusato
di aver «avvelenato» tra il
2010 e il 2011 cinque donne e
due uomini, tutti anziani e in
fase terminale, somministrando loro potenti farmaci e
sedativi - ha diviso gli spiriti
tra favorevoli e contrari alle
pratiche illegali dell’eutanasia.
Ieri, dopo due settimane di
processo, è arrivata la condanna. Nella sentenza d’appello i
giudici di Angers hanno stabilito che il medico dovrà scontare
due anni di carcere con la condizionale per il decesso di una
sola delle sue pazienti, Françoise Iramuno, la cui famiglia si
era costituita parte civile. Colui
che alcuni bollano come «Dottor Morte» è stato invece prosciolto per il decesso degli altri
sei pazienti per cui era alla
sbarra. Motivo? Solo nel caso di
Madame Iramuno ci sarebbe la
prova di un’azione «intenzionale» con dosi di sedativo che
l’hanno condotta in modo «par-
ticolarmente rapido» verso la
morte. L’imputato ha ascoltato
il verdetto a testa bassa, impassibile, poi si è stretto ai famigliari e alla moglie in lacrime.
Poco prima, lo specialista di 54
anni radiato dall’ordine e «colpito nell’onore» era tornato a
dire di aver «agito da medico» e
di non vergognarsi «per ciò che
ho fatto».
«Sollevato»
L’avvocato
ha detto
che per Nicolas Bonnemaison, 54 anni,
«è la fine
di un calvario»
AFP
L’accusa chiedeva 5 anni
Rispetto alle richieste dell’accusa, che invocava una pena a
cinque anni, la condanna risulta minima anche se rappresenta comunque un capovolgimento rispetto al primo grado. Nel
precedente processo a Pau, nel
2014, Bonnemaison venne completamente assolto. All’epoca i
giudici sottolinearono la «buona fede» e lo spirito «compassionevole» del suo gesto susci-
tando le ire di chi invece lo considerava un assassino che meritava l’ergastolo. Ieri però i suoi
legali si sono mostrati comunque soddisfatti: «Siamo prosciolti in sei casi su sette: è una
sce altri 7 marchi e diventa un
impero. Zara cresce mentre tutto il resto crolla, puntando su
prezzi bassi e produzioni sulle
quali si sono fatte molte ipotesi,
anche poco edificanti (stabilimenti sulle navi, manodopera all’estero). Nel 2011 il passo indietro, con le quote che restano però
in famiglia, divise tra lui e i tre figli avuti da due mogli diverse.
Basso profilo
Sullo sfondo resta la riservatezza. Anche chi racconta di conoscerlo poi crolla: «Il mio amico
Amancio», disse in una conferenza l’economista José María Gay
de Liébana. La platea lo interruppe: «Davvero vi conoscete?».
«Beh, in effetti non lo conosco,
ma lui credo che sappia chi sono
io». Il basso profilo è la politica
del gruppo, con un marketing poco convenzionale: «Nel 2010 la
Spagna è diventata campione del
Mondo di calcio in Sudafrica racconta lo stesso economista - e
Ortega che fa? Apre subito tre
negozi a Johannesburg e Città
del Capo, la pubblicità gliel’aveva
fatta la nazionale di calcio. C’è
stata la fila fuori per mesi».
vittoria a punti», ha esultato
l’avvocato Benoit Ducos-Ader,
secondo cui nonostante la condanna il suo assistito è comunque «sollevato». «Per lui - ha
detto - è la fine di un calvario
giudiziario».
E anche in quest’ottica il ricorso in cassazione appare
piuttosto improbabile. Per anni
lo specialista dell’ospedale di
Bayonne si è difeso dicendo che
se ha deciso da solo, senza consultare famiglie e pazienti, di
accelerare la morte dei suoi assistiti, era solo per «risparmiare loro sofferenze estreme e rispettarne la dignità».
Con la condanna di ieri il tribunale di Angers ha invece voluto «dare l’esempio», ricordando che quelle attuate da Bonnemaison sono pratiche «completamente illegali» che non si devono ripetere. Mentre i deputati dell’Assemblée Nationale si
apprestano a dibattere proprio
in questi giorni di una nuova
legge sul fine vita.
16 .Cronache
STAMPA
.LA
DOMENICA 25 OTTOBRE 2015
MILANO, IL PATRON CAPROTTI AVREBBE UTILIZZATO INTERCETTAZIONI NON AUTORIZZATE
“Diffamazione contro le Coop”
Dai pm accuse a Mr. Esselunga
Bernardo
Caprotti
FABIO POLETTI
MILANO
La pubblicità, si sa, è l’anima
del commercio. La cattiva
pubblicità invece è reato. Come deve avere imparato Bernardo Caprotti, il padre padrone di Esselunga al quale la
Procura di Milano ha notificato un avviso di fine indagini in
cui viene accusato di essere
«il finanziatore di una campagna diffamatoria contro Coop
Lombardia». Una storia da
007 che vedrebbe il novantenne mister Esselunga gettare
palate di fango contro il suo
principale concorrente. Il reato su cui lavora il magistrato
Gaetano Ruta è quello di ricettazione. In mezzo ci sono pure
il direttore di Libero Maurizio
Belpietro e l’ex giornalista del
quotidiano Gianluigi Nuzzi,
già condannati agli inizi del
2014 a pagare un risarcimento
di 100 mila euro per alcuni articoli diffamatori usciti sul
quotidiano agli inizi del 2010.
Secondo la ricostruzione
della procura il direttore di
Libero avrebbe convinto il
patron di Esselunga a stringere un rapporto di collaborazione con due investigatori
privati che, dopo aver rotto
con Coop Lombardia, si erano impossessati di alcuni cd
rom con notizie che avrebbero potuto danneggiare la catena della grande distribuzione legata alle cooperative
rosse. Caprotti avrebbe stipulato il contratto con la società dei due detective per
Cristianamente è mancata
Marilena Prato
in Vagliani
anni 71
L’annunciano il marito Pompeo, i nipoti Maria Enrica ed Enrico; parenti
tutti. Santo Rosario domenica 25 alle
ore 17,30 nella cappella Nostra Signora del Suffragio, via San Donato
33 e Funerali lunedì 26 alle ore 11
nella parrocchia Immacolata Concezione e San Donato. Dopo le Esequie
la cara salma proseguirà per il Cimitero Monumentale. Non fiori ma
eventuali offerte alla Fondazione
F A R O O n l u s I b a n I T
10A0521601000000000110163. Il
presente è partecipazione e ringraziamento.
- Torino, 24 ottobre 2015
O.F. Mecca & Chiadò srl
La Fondazione Tancredi di Barolo, con
i Consiglieri ed i collaboratori tutti,
partecipa al cordoglio del Presidente
prof. Pompeo Vagliani e della sua famiglia, per la dipartita della consorte
Marilena Prato
L’imprenditore novantenne da sempre
al centro
di aspre
polemiche
è accusato
dalla procura
di Milano
di ricettazione
AP
L’inchiesta che coinvolge Palenzona
Unicredit, in uscita i manager indagati
1 Un rimescolamento nella prima linea di manager
di Unicredit dovrebbe essere formalizzato a giorni. L’ad
Federico Ghizzoni sta predisponendo le contromisure
dopo quanto emerso con l’inchiesta della procura di
Firenze sul gruppo Bulgarella, che coinvolge elementi
di primo piano dell’istituto. Così mentre è stato ritirato
il badge a Roberto Mercuri, «assistente» di Fabrizio Palenzona, anche il capo dei rischi Massimiliano Fossati e
il capo del corporate Italia Alessandro Cataldo dovrebbero uscire ridimensionati. Non sarebbero state ravvisate irregolarità. Ma il danno reputazionale subito dall’istituto ha indotto Ghizzoni a decisioni rapide.
Il Consiglio e tutto il personale
dell’Opera Barolo partecipano con
grande dolore alla scomparsa di
Maria Maddalena Prato
- Torino, 24 ottobre 2015
I condomini di via Principi d’Acajapartecipano commossi al dolore del dott.
Vagliani ricordando la cara
MARILENA.
Il silenzio della vita terrena è sceso
su
Aldo Morgando
Paolo, Chiara, Pia, Federico, Lilli, con
nuore, generi, nipoti e pronipoti si
stringono l’un l’altro attorno a lui in
un ultimo tenerissimo abbraccio lasciandolo all’amoredi Vogi. Santo Rosario oggi ore 19,30 chiesa di San Giuseppe, via Santa Teresa 22. Funerali
lunedì 26 ore 10,30 chiesa parrocchiale di San Tommaso.
- Torino, 25 ottobre 2015
I cugini Morgando partecipano addolorati alla perdita del caro ALDO.
socio fondatore
- Torino, 26 ottobre 2015
Costernati sono vicini all’amico Pompeo, Alma e Pierluigi.
Marisa e Graziella affettuosamente vicine a Pompeo nel ricordo della sua
cara e insostituibile MARILENA.
Luciana Pasino e Giorgio Salina Borello; Isabella e Gianluigi partecipano
commossi.
Gisella Arianna Gianmaria Mario
Francesca Costanza Virginia Umberto
e Matteo ricordano con grande affetto ALDO e abbracciano la sua
grande famiglia.
Abbracciano forte Paolo e famiglia
Caterina, Chiara, Clotilde, Cristina,
Elena, Eneida, Ferdinanda, Francesca,
Gino, Lorenzo, Lorenzino, Maria
Elena, Paolo, Patrizia, Sara, Silvia, Teresa, Ugo.
Un pensiero dagli amici della casa di
Varigotti.
Giuliana Polacco e Mauro Uberti partecipano affettuosamente al dolore di
Pompeo.
Enrico e Novella Salza sono vicini al
dottor Maurizio Mancini, ai figli Davide e Olga per l’improvvisa scomparsa della cara
Affettuosamente vicini a Pompeo gli
amici:
Vera Schiavazzi
Roberto Antonetto
Patrizia Bordone
Carlo Burdet
Cristiano Daglio
Piero Gondolo
Felice Pozzo
Vittorio Sarti
Giovanna e Franca Viglongo
Claudio Zoccola
- Torino, 25 ottobre 2015
Carolina con Alberto, Paolo e Martina e Giovanna con Riccardo e Viviana sono vicini a Gigi, Enrica e Vitti
con affetto per la perdita del papà
Eugenio Varesio
- Torino, 25 ottobre 2015
Circondata dall’affetto dei suoi cari
è mancata
Ortenilla Zinetti
in Santoro
anni 86
Lo annunciano il marito Donato; la figlia Mariarosa con il marito Antonio
ed i nipoti Andrea e Matteo; il figlio
Angelo con la moglie Franca e la nipotina Carlotta; la sorella Angela con
i figli Enrico e Alberto con la moglie
Graziella e i figli Giorgia e Lorenzo.
Partecipano al dolore l’amica di sempre Vittoria, i consuoceri Battista e Lucia con il figlio Franco, Salvatore e
Tino con il figlio Pino. Funerali mercoledì 28 ottobre ore 9,30 parrocchia S.
Luca, via Negarville 14, Torino. S. Rosario martedì 27 ottobre ore 19 in
parrocchia.
- Torino, 22 ottobre 2015
un importo di 700 mila euro
l’anno. Ottenendo in cambio
un cd rom con alcune intercettazioni telefoniche non ufficiali dei vertici di una filiale delle
Coop di Vigevano.
A gennaio del 2010 usciranno
su Libero tre articoli - il primo
dal titolo «Così spiavo i dipendenti Coop» - in cui la catena di
grande distribuzione viene dipinta come una specie di
Spectre dedita allo spionaggio
dei suoi collaboratori con ogni
mezzo. Dai telefoni sotto controllo alle telecamere nascoste
piazzate nei negozi, in violazione della legge sulla privacy. Da
quegli articoli nacque un’inchiesta giudiziaria contro il direttore della Coop di Vigevano
poi assolto perchè «il fatto non
sussiste». In attesa che la procura di Milano formalizzi le accuse Ermenegildo Costabile, il
difensore di Bernardo Caprotti,
fa quadrato: «Ho studiato gli atti e ritengo l’accusa totalmente
destituita di fondamento. In
quanto appare assolutamente
sganciata dalle dichiarazioni di
tutte le persone ascoltate in indagini». Il bello è che in queste
storie di complotti, spionaggio
aziendale, detective e 007 chi è
messo peggio sono i dipendenti
Esselunga. Anni fa l’azienda di
Bernardo Caprotti fece spiare
un paio di lavoratrici infedeli
che rubacchiavano sugli sconti
tanto da essere licenziate. Le
dipendenti si rivolsero in Cassazione ma alla fine la Suprema
corte accertò che in quel caso
spiare si poteva.
E’ serenamente mancata
Maria Giovanna Savio
ved. Rapellino
ANSA
GLI ANNI DI PIOMBO SU FRONTI OPPOSTI
Moro e Faranda, faccia a faccia a Milano
1 «L’incontro che cambia la storia. Vittime e responsabili della
lotta armata a confronto». Era questo il tema che ieri a Milano ha
visto insieme Agnese Moro, Adriana Faranda e Manlio Milani, protagonisti insieme ad altri del «Libro dell’incontro», il volume che mette
di fronte i racconti di chi ha vissuto quegli anni su fronti opposti. Un
percorso che Agnese Moro ha sintetizzato: «Aspiro ad essere una ex
vittima. Io amerò per sempre mio padre, ma voglio andare avanti».
In breve
Parma
Insulti razzisti a scuola
Indagata la maestra
1 «Asini,
tornatevene nella giungla, branco di scimmie
ladre». Sono alcune delle
espressioni che, secondo i carabinieri di Traversetolo
(Parma), una maestra elementare usava nei confronti
dei suoi alunni. Ora la procura ha notificato all'insegnante e alla dirigente due avvisi
di conclusione delle indagini
Accoltellato alla gola
muore a 18 anni
1 Un ragazzo di Catanzaro
Carla Ribotto Camerario
10 e LOTTO
Numeri vincenti
Serenamente è mancata
E’ mancato all’affetto dei suoi cari
Addolorati lo annunciano le figlie
Anna e Silvia, l’adorata nipote Stefania con Rinaldo e parenti tutti. S. Rosario oggi alle ore 17,30; Funerali lunedì 26 alle ore 10 parrocchia San
Giorgio Martiri, via Barrili 12, Torino.
La presente è partecipazione e ringraziamento.
- Torino, 23 ottobre 2015
(Gina)
ved. Bonasso
I cugini Piero, Chiara, Paolo e Cristina,
sono affettuosamente vicini a Marco
e ne condividono il dolore per la
scomparsa della cara MAMMA.
Nell’ abbraccio della cara moglie
Ileana e delle figlie Stefania e Roberta
è mancato il
Federico Mariagrazia, Franco Mariagrazia, Titti Giampiero, con le loro famiglie, sono vicini a Stefy, Anna e Silvia.
E’ mancato
Aurelio Marchisio
nonno bis
partigiano
grande tifoso del Toro
A Funerali avvenuti l’annunciano i
suoi cari.
- Torino, 25 ottobre 2015
O.F. Aeterna - Torino
E’ mancata ai suoi cari
Nazzarena Montanari
ved. Ciao
A Funerali avvenuti lo annunciano i figli: Zoe con Mauro e Marco, Daniele
con Tiziana e Alessandro. Il presente
è partecipazione e ringraziamento.
- Torino, 24 ottobre 2015
Eugenia Savarino Corti
Lo annunciano con tristezza cugini,
nipoti e parenti tutti. Un particolare
ringraziamento a Violetta e Paola che
con affetto l’hannoseguita. S. Rosario
domenica 25 ore 17,30 e Funerali lunedì 26 ore 10 parrocchia SS. Annunziata.
- Torino, 24 ottobre 2015
Genta dal 1848 - Torino
Alla soglia dei 95 anni ci ha lasciati
Lucia Boetto Testori
medaglia di bronzo al valor
militare, croce di guerra,
cittadina onoraria di Falmenta
Lo annunciano agli amici Silvana con
Antonio e Anna, Ornella con Clementina Manuelo Luce, Enea, Claudio,
Stella. Rosario lunedì 17,30, Funerale
martedì 9,30 al Convitto via Principessa Felicita di Savoia 8/11.
- Torino, 24 ottobre 2015
- San Mauro T.se, 24 ottobre 2015
avv. Giovanni Balducci
anni 100
Lo annunciano la figlia Maria Grazia
con Franco, Federico, Alessandro, Stefania, Vittorio, Giorgia. Funerali lunedì 26 corr. ore 14 parrocchia S. Alfonso. La presente è partecipazione e
ringraziamento.
- Torino, 25 ottobre 2015
O.F. Domus - Torino
Luigi Ruffino
di anni 85
Ne danno doloroso annuncio la moglie Antonietta, i figli Massimo e Dario e le loro famiglie. Funerali lunedì
26 ottobre ore 11 parrocchia S. Giovanni Bosco. S. Rosario in chiesa domenica 25 ore 17,30.
- Torino, 23 ottobre 2015
RINGRAZIAMENTI
O.F. Ofram - San Mauro T.se
I famigliari di
Aldo Giuliano Pistocchi
anni 91
Si uniscono i nipoti Elena, Roberto,
Alessandro e Carlotta, il genero
Marco e parenti tutti. Funerali martedì 27 alle ore 10 parrocchia San Pellegrino.
Silvio Curto
ringraziano per l’affettuosapartecipazione. Messa Trigesima domani ore
18,30 chiesa San Giuseppe via Santa
Teresa 22.
- Torino, 25 ottobre 2015
La famiglia Bacchini sentitamente
ringrazia tutti coloro che hanno partecipato al dolore per la perdita del
caro
Franco
- Torino, 24 ottobre 2015
- Torino, 24 ottobre 2015
E’ mancata serenamente attorniata
dall’affetto dei nipoti
I famigliari di
Mimma Merkel Cavallotti
John Occelli
La ricordano con grande nostalgia i
nipoti Merkel, Valente, Ponzio e la cognata Eva. Si ringraziano Lucia, Kama
e Kascia per le cure prestate. Il Funerale avrà luogo a Torino lunedì 26 ottobre alle ore 11 nella parrocchia di
S. Agnese.
ringraziano per la calorosa partecipazione.
- Torino, 25 ottobre 2015
O.F. Mollea - Savigliano
Cristianamente è mancato il
E’ mancato al nostro affetto
2 4 5 8 9 10 12 13 23 26
29 35 38 43 52 60 70 73 75 82
Luigia Cocilio
di anni 94
Lo annunciano tutti i suoi cari. Funerali lunedì 26 ottobre ore 11 chiesa
San Benedetto Abate, San Mauro Torinese. Rosario domenica 25 ore
19,30 stessa chiesa.
N.D.
JACKPOT
22.333.795,44 €
Nessun 6
Nessun 5 +
Ai 4 con punti 5
59.022,61 €
Ai 607 con punti 4
391,03 €
Ai 24.628 con punti 3
19,22 €
Marco Gentile, di 18 anni, è
morto dopo che è stato accoltellato alla gola in una lite. È
successo in un giardino pubblico. Sul movente indaga la
polizia.
anni 94
Ne dà l’annuncio il figlio Marco con
Alga, Alessandro, Camilla, il piccolo
Francesco ed i nipoti. Un grazie a
Liuba ed alle dottoresse Bergoglio e
Tibaldi per le amorevoli cure. Santo
Rosario questa sera alle ore 17,30 parrocchia Patrocinio di San Giuseppe,
via Biglieri 7. Funerali lunedì 26 alle
ore 11 in parrocchia.
- Torino, 23 ottobre 2015
Giubileo 011.8181
Serenamente è mancata
SUPERENALOTTO
Combinazione vincente
9 14 33
numero jolly 2
38 46 87
superstar 79
MONTEPREMI 1.573.936,16 €
Catanzaro
dottor
Ci ha lasciati
Il Lotto
Concorso N. 128 - Sabato 24 ottobre 2015
Bari
13 52 8 3 18
Cagliari
4 12 73 31 68
Firenze
38 75 10 33 24
Genova
2 23 69 41 1
Milano
35 9 28 83 32
Napoli
12 5 44 69 30
Palermo
70 35 65 76 12
Roma
82 43 29 17 59
Torino
60 26 71 70 17
Venezia
12 29 68 5 90
Nazionale
35 20 47 68 28
- Torino, 25 ottobre 2015
ANNIVERSARI
2014
2015
Valter Tomba
Ricordandoti. Messa 27 ottobre ore
18,30 chiesa Sacro Cuore di Gesù.
p.i. Pierangelo Delgrosso
titolare cinema
Politeama Chivasso
anni 91
Lo piangono la moglie Luisa, figlie
Alessandra, Claudia, Stefania, nipoti,
parenti tutti. Funerali lunedì 26 ore
15,15 via Orti 2 per Duomo.
- Chivasso, 24 ottobre 2015
O.F. Besso dal 1848
2014
2015
Angelo Caruso Vietti
Indelebile sublime amore. I tuoi cari.
1965
2015
dott. Giuseppe Schellino
Ci sei mancato.
A gricoltura
18 .Agricoltura
1 A luglio in
Francia è andata
in scena la protesta degli allevatori che hanno
bloccato strade e
autostrade.
Anche in Italia si
lamenta la differenza penalizzante tra costi di
produzione e
prezzo all’origine: «Perdiamo
10 cent al litro»
STAMPA
.LA
DOMENICA 25 OTTOBRE 2015
Dal Piemonte alla Puglia
I contadini auto-convocati
arruolano anche gli allevatori
Sabato a Roma in piazza anche i sindaci: il nostro lavoro è sottopagato
MAURIZIO TROPEANO
TORINO
L’export agro-alimentare made in Italy vola a livelli record
sopra i 33 miliardi e mezzo di
euro ma c’è una parte dei produttori che denuncia impoverimento, chiusura delle aziende e attacco di speculatori che
mettono mani sulla terra messa in vendita per la crisi comprandola all’asta oppure prestando a tassi di usura. Agricoltori che hanno deciso di
mobilitarsi al di fuori delle
grandi organizzazioni sindacali. Il movimento per il riscatto rurale è nato tra la Puglia e
la Basilicata ma in questi mesi
un camper con a bordo 5 persone ha iniziato a girare per
l’Italia per intercettare e raccogliere il disagio degli agricoltori ma anche per tessere
alleanze con chi ha deciso di
dire basta e di metterci la faccia. E il fronte si è lentamente
allargato arrivando anche in
Piemonte. Qui i più arrabbiati
sono gli allevatori, in maggioranza giovani che hanno dato
vita, attraverso un gruppo
creato su WhatsApp a un comitato «Noi siamo voi, uniti si
vince» che giovedì scorso ha
portato oltre trecento produttori di latte a un incontro
con l’assessore regionale all’agricoltura, Giorgio Ferrero, chiedendo, tra le altre cose, la presenza di una loro delegazione ad eventuali incontri con gli industriali.
Prezzi bassi
1 La protesta
del movimento
per il riscatto
rurale si svolgerà il 31 ottobre
in contemporanea con la chiusura dell’Expo
milanese: «Stop
al Made in Italy
fatto da marchi
che vendono
prodotti agroalimentari fatti
senza il nostro
lavoro»
Perché la protesta? La caduta
verticale del prezzo pagato alla stalla per un litro di latte.
Oggi è intorno ai 32 centesimi
a fronte di un costo di produzione di 42. Insomma, ogni litro di latte fresco viene prodotto con una perdita di 10
centesimi. Molti hanno raccontato i loro problemi davanti
all’assessore e c’è chi ha anche
spiegato di essere costretto a
vendere le mucche per pagare
le rate del mutuo. Il giorno dopo in una azienda agricola di
Scalenghe c’è stato l’incontro
con i delegati del movimento
per il Riscatto Rurale. Gianni
Fabbris, il coordinatore della
rete, spiega: «Ormai siamo entrati in un modello che strozza
il lavoro e la produzione praticamente in tutti i settori del-
L’assemblea degli allevatori piemontesi che si è svolta a Vigone convocata attraverso WhatsApp
Fedagri: trend in crescita
Mense scolastiche biologiche
dal 2011 in aumento del 43%
l’allevamento e dell’agricoltura. Un modello che definisce i
prezzi sul mercato internazionale e lascia i costi al territorio. È una continua corsa al ribasso e a comprimere il reddito e il salario di chi produce».
Le rivendicazioni
Il biologico nel piatto degli
scolari sta diventando una
presenza costante e, soprattutto, in crescita. I pasti giornalieri serviti nelle 1249 mense scolastiche sono arrivati a
1,2 milioni. Nel 2010 il servizio di ristorazione biologica
era garantito in 872 istituti.
In quattro anni c’è stato un
aumento del 43% con un giro
d’affari che nel 2014 è arrivato a 315 milioni, oltre il 10%
del mercato italiano del comparto. I dati sono certificati
da uno studio di Biobank presentato nei giorni scorsi ad
Expo. «Il trend è senz’altro
positivo, ma molto si può ancora fare per incrementare
l’impiego di prodotti bio anche nella ristorazione collettiva», spiega Andrea Bertoldi (Alleanza delle cooperative agroalimentari).
Nel 1996, quando venne
fatta la prima rivelazione le
mense biologiche in tutta
Italia erano 24. Poi sono len-
tamente aumentate fino a raggiungere nell’ultimo decennio
un incremento medio del 10%.
La fotografia di Biobank elaborata da Fedagri-Confcooperative consegna una diffusione sul territorio nazionale
molto variegata: in alcune regioni l’imp i e go d i
prodotti
biologici
nelle mense è ancora
alquanto
contenuto,
altre come
Lombardia
(224 mense
bio), Veneto (192) ed Emilia Romagna
(172) sono oggi leader. Friuli
Venezia Giulia e Trentino Alto
Adige registrano la più alta
concentrazione rispetto al numero di abitanti. In 290 mense viene utilizzata una percentuale di almeno il 70% di
materie prime bio.
[M.TR.]
L’ambizioso obiettivo della
marcia per il riscatto delle Comunità rurali, è di costruire
«una Coalizione Rurale che
apra una vertenza nazionale
perché sia rispettato il lavoro
agricolo e siano garantite condizioni degne per chi vive e
opera nelle aree rurali».
Sabato prossimo si capirà la
forza e il peso che potrà giocare questo movimento a cui
partecipano anche molti amministratori locali. La scelta di
farla il 31 ottobre a Roma non è
casuale. Quel giorno, infatti
chiude Expo, e l’idea del movimento è di cercare di fare da
contraltare alle celebrazioni:
«Ci siamo mobilitati - spiega
Fabbris - anche perché non
sopportiamo più l’ipocrisia di
un made in Italy che “tira”
mentre nelle campagne italiane aumenta la povertà». Dal
loro punto di vita «il made in
Italy deve essere prodotto dei
nostri agricoltori e non dei
marchi senza il nostro lavoro».
+11%
Il calo dell’euro e il crollo dello sfuso
trascinano il valore del vino italiano
L’aumento del valore del vino
italiano del 6,8% è uno dei dati
più interessanti dell’annuale
analisi diffusa da Rabobank
sul mondo del vino. L’appuntamento con il rapporto della
banca olandese - anticipato in
Italia dal sito www.winenes.it
- è uno dei più attesi perché
offre uno sguardo globale sugli enomercati.
Il 2015 dell’Italia si profila
come un’annata storica, e non
stiamo parlando solo di qualità.
Infatti si registrerà un aumento
del 6,5% del valore, spesso uno
dei punti deboli del nostro vino
rispetto ai francesi. La buona
notizia è probabilmente figlia
del calo dell’euro e del crollo
dello sfuso che nei primi mesi
ha registrato un -13,3%, ed è
stata propiziata dai risultati degli spumanti, con quel +20,6%
che per la prima volta è stato
caratterizzato dalla crescita
dei prezzi. Insomma un vino
italiano che prende più corag-
GAETANO
PASCALE
Consumo suolo,
basta melina
sulla legge
a qualità e la tipicità
delle produzioni
agricole non possono in alcun modo prescindere dal suolo e dal suo
stato di salute. Il suolo, infatti, costituisce una riserva fondamentale della
biodiversità e l’agricoltura è il settore produttivo
più intimamente legato
alla buona conservazione
di questa risorsa. Eppure,
nel nostro Paese, ci troviamo di fronte a un bene
comune che viene continuamente sacrificato, soprattutto attraverso politiche di cementificazione
spinta in nome di un presunto sviluppo economico
e demografico, generando
un’espansione urbanistica oltre ogni logica e necessità abitativa. Questa
tendenza ha portato l’Italia a un livello di consumo
di suolo che è fra i più elevati d’Europa.
La devastante alluvione
che ha recentemente colpito il Sannio ha messo in
ginocchio popolazione e
tessuto produttivo e, oltre
a rendere permanentemente più fragile l’assetto
idrogeologico territoriale,
richiederà diversi anni prima che vengano ripristinate strutture e infrastrutture di popolazione e aziende. E anche in questo caso
saranno le attività agricole
a pagare il dazio più elevato. Una normativa volta a
limitare il consumo di suolo può contribuire a prevenire o a ridurre i danni provocati da nuove alluvioni.
Perciò auspichiamo che il
Parlamento proceda rapidamente all’approvazione
del ddl in discussione da oltre un anno e mezzo. Un
percorso che dovrà essere
accompagnato dalla sensibilizzazione delle coscienze sull’importanza della
manutenzione del territorio, senza il quale diventa
difficile invertire una rotta
le cui conseguenze non sono più sostenibili.
L
Il rapporto Rabobank
LUCA FERRUA
Sostiene
Slow Food
gio e più fiducia nei suoi mezzi
anche fuori delle regioni leader
Piemonte e Toscana. Il mercato
sempre più attento a bere bene
è molto favorevole alla crescita
di valore e registrato dati positivi anche la Francia e la Spagna e soprattutto gli Stati Uniti
che, grazie alle performance di
California e Oregon, hanno conquistato quote di mercato in
Gran Bretagna, Cina e anche in
Germania. E sulla scia del momento favorevole si inseriscono
anche Australia e nuova Zelan-
il mercato
web
L’acquisto di
vino online
cresce più del
doppio rispetto ai canali
tradizionali
REUTERS
da, entrambe in grande crescita sul mercato cinese. Tra i
Paesi produttori e per tradizione protagonisti del mercato solo da Cile e Argentina ar-
rivano segnali di non-crescita.
Si vende più vino e lo si vende meglio e tra i canali che si
stanno conquistando spazio arriva - finalmente - anche il web.
Sulla rete sono arrivati e crescono con le loro enoteche virtuali big come Amazon e Alibaba e anche a loro si deve una
crescita delle vendite online pari all’11%, quasi il triplo dell’aumento sui canali tradizionali.
Secondo l’analisi di Rabobank
la rete ha aumentato l’appeal
del vino tra i giovani con la fascia tra i 18 e i 36 anni che guida
i nuovi consumatori cinesi.
Su tutti i mercati l’Italia ha
un ruolo da protagonista, merito delle etichette più prestigiose che hanno la capacità di affascinare. Il 2015 sembra l’anno
del barolo con l’attenzione del
mondo che punta sempre di più
ai cru e in particolare a Cannubi
al centro di un interesse che lo
mette sullo stesso piano dei
grandi cru internazionali.
twitter @ferrua_notte
12
LA STAMPA
DOMENICA 25 OTTOBRE 2015
Alessandria e provincia .49
.
AMBIENTE DA TUTELARE
“Mettete a rischio i nostri acquedotti”
Parte da Arquata e Novi la battaglia contro impianto a biogas in Liguria lungo lo Scrivia
GIAMPIERO CARBONE
ISOLA DEL CANTONE
Progetto
al confine
con la
provincia
1 Dice l’inge-
gnere Fabio
Rivara: «Il business non sarà la
produzione di
energia, ma lo
smaltimento dei
rifiuti. Ne arriverebbero 33 mila
tonnellate all’anno, da distanze
notevoli visto
che in zona non
ci sono industrie
utili all’impianto
né c’è una quantità di umido
sufficiente. Ne
serve dieci volte
tanto quello
prodotto in Alta
Valle. E c’è il
rischio di incidenti, poiché
resterebbero
stoccate 10 mila
tonnellate di
rifiuti in fermentazione, a 70
metri dal greto
dello Scrivia».
«Non si escludono impatti
ambientali rilevanti sul territorio piemontese, tenendo
conto del fatto che dal torrente Scrivia si alimentano gli acquedotti di alcuni Comuni».
Lo scrive la Regione Liguria
in una lettera inviata a Torino,
all’amministrazione regionale
piemontese, a proposito del
progetto di impianto di produzione di biogas proposto
dalla società Energa in località Camposaragna, a Isola del
Cantone (Genova), a poca distanza dal confine con la provincia di Alessandria e il Comune di Arquata Scrivia.
Muliere
e Pezzan
«Chiederemo
alla Regione
Piemonte
di farsi
parte
in causa»
Assemblea pubblica
La lettera è stata letta l’altra
sera a Isola del Cantone, nell’assemblea pubblica convocata dall’Associazione isolana
ambientalista (Aia) per far conoscere il progetto, «depositato a luglio in Regione - ha detto
Claudio Cosso -. Il 24 agosto il
Consiglio comunale di Isola ha
votato all’unanimità contro
l’insediamento, 235 isolesi
hanno firmato osservazioni
contrarie e anche la giunta di
Arquata si è espressa con un
parere negativo».
Le contestazioni
Quali sono gli elementi negativi dell’impianto? «I dati - ha
detto Fabio Rivara, ingegnere
meccanico - dimostrano che il
business per la Energa non sarà la produzione di energia,
ma lo smaltimento dei rifiuti.
Ne arriverebbero 90 tonnellate al giorno, ossia 33 mila tonnellate all’anno, da distanze
notevoli visto che in zona non
ci sono industrie utili all’impianto né c’è una quantità di
umido sufficiente. Ne serve
dieci volte tanto quello prodotto in alta Valle Scrivia. C’è
poi il rischio di incidenti, poiché nell’impianto resterebbero stoccate 10 mila tonnellate
di rifiuti in fermentazione, a
soli 70 metri dal greto dello
Scrivia». Nel torrente finirebbero inoltre da 8 a 50 metri
cubi al giorno di scarichi senza che sia stata prevista nessuna forma di controllo, senza
contare il timore per le puzze.
Da quanto è emerso durante
la serata il progetto dovrebbe
essere sottoposto a valutazio-
ne di impatto ambientale anche se manca l’ufficialità.
L’Aia e il Comune puntano su
una lacuna riferita ai terreni
scelti dalla Energa: un mappale oggetto del compromesso
firmato con l’azienda in realtà
non sarebbe nella disponibilità del presunto proprietario.
I Comuni contrari
Sia il sindaco di Isola, Giulio
Assale, sia Stefania Pezzan,
capogruppo di maggioranza
ad Arquata (c’era anche l’assessore Roberto Prando), hanno contestato la lettera della
Regione Liguria poiché non cita le delibere di contrarietà dei
due Comuni e sostiene l’assenza di particolari criticità ambientali, Scrivia a parte. «La
nostra delibera - ha detto Pezzan - sarà approvata anche dal
Consiglio. Solleva proprio il
pericolo per gli acquedotti ed
già stata inviata ai Comuni piemontesi. Il progetto, per altro,
A Sezzadio, dopo il ritrovamento di amianto
In Consiglio comunale il sequestro
del centro di recupero di rifiuti edili
Sarà discusso nel Consiglio
comunale di Sezzadio il sequestro del sito della Bioinerti da parte dei carabinieri
del Noe. Il centro di recupero
di rifiuti edili si è visto apporre i sigilli dopo il ritrovamento di quantità indefinite di
amianto da parte dell’Arpa,
mentre la Provincia ha avviato la procedura di revoca dell’autorizzazione rilasciata all’azienda del gruppo Allara.
Interrogazione
I consiglieri di minoranza
Enzo Daniele e Filippo Furlani hanno presentato al sindaco Piergiorgio Buffa un’interrogazione che sarà discussa giovedì in Consiglio
comunale. Il gruppo Sezza-
Vicente «Urbano» Taquias
dio nel cuore chiede chiarimenti sulla situazione della
Bioinerti e fa proprie le richieste dei Comitati di base della
Val Bormida, che subito dopo
il sequestro hanno chiesto di
fermare il transito dei camion
in paese, in particolare davanti
alle scuole, per il timore di una
eventuale dispersione di fibre
d’amianto. Non solo: i consiglieri, così come i comitati,
chiedono al Comune di Sezzadio di sollecitare una campagna di campionamenti e carotaggi in tutte le cave del paese,
già richiesta per il territorio
provinciale dal Consiglio regionale lo scorso giugno su
mozione dei 5 Stelle e finora
non attuata. Il gruppo consiliare Sezzadio nel cuore chiede anche controlli sull’aria nella zona tra il paese e la Bioinerti e che l’interrogazione venga
discussa in una seduta aperta.
non dice che l’impianto sarà al
confine con Arquata». «Sono
stato avvisato da Assale - dice
il sindaco di Novi, Rocchino
Muliere -. Valuteremo la documentazione e chiederemo alla
Regione di farsi parte in causa
poiché ci possono essere conseguenze per gli acquedotti».
Timori
Vicente «Urbano» Taquias,
esponente dei Comitati di base della Val Bormida, commenta: «Il blitz nel cantiere
della Bioinerti conferma tutti i
nostri timori. La presenza di
amianto è un fatto gravissimo,
per i rischi che comporta per
la salute pubblica, e non ci piace il silenzio degli enti locali: il
cantiere è sotto sequestro da
giorni e nessuno sa nulla né dice nulla ai cittadini di Sezzadio, che hanno il diritto di sapere se esistono rischi per la
loro salute, e in quale misura».
Poiché la Allara lavora nei
cantieri del Terzo valico, in
particolare a Radimero (Arquata) e nel deposito di smarino di Libarna (Serravalle), i
comitati No Terzo valico annunciano un esposto a procura, Arpa, Asl e Noe per chiedere verifiche su «che cosa abbiano scaricato i camion della
Allara» in Valle Scrivia.
Nessun commento sulla vicenda di Sezzadio arriva dalla
ditta Allara.
[G. C.]
12345
64 .Nord-Ovest
STAMPA
.LA
DOMENICA 25 OTTOBRE 2015
G IOVANI & UNIVERSITÀ
Che cos’è
63
Lingue parlate dagli
iscritti a Mylittlejob per
una produzione di 1
milione 50 mila parole in
un mese
4.000
I nuovi lavori commissionati da aziende e
inseriti sul portale nell’ultimo mese (per un
totale di 74750 svolti
finora)
1.234
Liliana Margagliotti, siracusana laureata all’Università della Valle d’Aosta, ha 21 anni e ora vive in Germania
La baby importatrice di Mylittlejob
Neo laureata ad Aosta guida lo sbarco in Italia del colosso che trova lavoro agli studenti
M
FRANCESCA SORO
AOSTA
eno camerieri e babysitter in
nero, lavora online e usa il
tuo talento». L’allettante invito è il claim di Mylittlejob,
la piattaforma, nata nel 2011
in Germania, che sta sbarcando in Italia sotto la guida
di Liliana Margagliotti, 21
anni, siracusana neo laureata all’Università della Valle
d’Aosta in Lingue e comunicazione per l’impresa e il turismo. Il progetto è diretto a
tutti quegli studenti che, per
mantenersi agli studi o per
Ha frequentato la facoltà
di Lingue e comunicazione
per l’impresa e il turismo
Ora vive ad Amburgo
avere qualche soldo in più da
spendere, cercano lavoretti
da poter fare dal computer
di casa, ma mettendo in cam-
po i propri talenti rispondendo alle committenze di
aziende del mercato.
Come funziona
«Ad oggi, ed è ciò che vogliamo allargare all’Italia - dice
Margagliotti - quasi 80 mila
studenti redigono articoli,
scrivono descrizioni di prodotti per alcuni online store,
traducono testi generici e specializzati, aggiornano database, trattano dati e li convertono da un formato all’altro, da
audio a scrittura per esempio.
Le aziende che hanno bisogno
di questi servizi possono iscriversi al portale, inserire un incarico e stabilirne il prezzo.
Poi gli studenti svolgono il lavoro, lo consegnano entro la
scadenza stabilita dall’azienda, il team di Mylittlejob esegue un controllo qualità e antiplagio e lo invia al committente, che retribuisce solo se
soddisfatto e questo crea interesse a consegnare un prodotto ben fatto, altrimenti si sprecherebbe solo tempo!».
Vercelli
TROVA
LAVORO
Quanto si guadagna
Il compenso, di cui la piattaforma si trattiene il 20 per
cento, è più competitivo rispetto al prezzo di mercato (e
adattato all’Italia), «ma spiega la developer - il nostro
target è diverso da quello dei
traduttori giurati o specializzati: per le aziende in fase di
negoziazione che vendono
online e hanno le descrizioni
prodotto da tradurre, un traduttore costa troppo, soprattutto se a ripetersi sono sempre gli stessi termini».
I possibili sviluppi
Un altro plus sono le idee innovative che un mercato di studenti può garantire e anche il
servizio di online marketing in
generale. «Penso alla Valle
d’Aosta che conosco bene:
quanti rifugi e piccole strutture ricettive non hanno un sito,
non sono su Tripadvisor o su
Trivago? Okay essere di nicchia, lo si può fare con manovre di prezzo, ma essere presenti online è importante e si
possono sicuramente trovare
soluzioni in cui le aziende valdostane possano affidare la
creazione e gestione di sito,
portali turistici e social a studenti dell’università valdostana: basta inserire lo username,
ad esempio lilianavda, indirizzandogli il lavoro».
Trasferita all’estero
Margagliotti adesso vive ad
Amburgo. «Ci sono arrivata
tramite l’ateneo della Valle
d’Aosta che ho scelto perché
lì la mobilità non è un’opzione
valutabile, ma parte del percorso. Non la si sceglie, si fa e
basta. Al corso di Lingue l’anno a Chambery è obbligatorio
e lo stage curriculare è da effettuarsi esclusivamente all’estero». L’Italia? «Non
escludo di tornarci, ma per
adesso l’Europa mi va alla
grande. La Germania ha un
clima lavorativo ordinato, sereno e stabile. Per stabilità
intendo che se domani mi licenziano, trovo un altro lavoro in 2-3 settimane».
Alessandria
Responsabili di struttura per Allianz Alla ricerca di due tirocinanti
L’
agenzia generale Allianz seleziona giovani tra i 20 e i 35 anni
da inserire in un programma di carriera per responsabili di
strutture commerciali. Fin dall’inizio la formazione sarà
abbinata alla ricerca di nuova clientela e pertanto il candidato
dovrà possedere spirito di iniziativa e attitudine alle pubbliche
relazioni. Inviare curriculum a selezione@[email protected].
A
d Alessandria, fra le offerte del Centro per
l’impiego ve ne sono due
che riguardano proposte di tirocinio. Una ditta specializzata nel settore dlla lavorazione
del ferro (codice 2617) propone
un tirocinio retribuito di 6 mesi, da trasformare poi in apprendistato, per giovani fino a
29 anni di età, preferibilmente
con qualifica professionale op-
Le università e istituti
professionali europei
dai quali provengono
gli studenti che hanno
già svolto lavori per la
piattaforma Mylittlejob
(con 18 percorsi di studio differenti)
6.000
Sono gli studenti
italiani iscritti a un
mese dal lancio
della piattaforma in
Italia e che si vanno
ad aggiungere agli
80 mila europei già
inseriti. Le aziende
italiane che hanno
aderito sono finora
10 e altre 10 stanno
valutando la proposta. I lavori sono
suddivisi essenzialmente tra traduzioni, grafica, redazioni di testi, ricerche,
database. Il compenso, di cui la
piattaforma si trattiene il 20 per cento, è più competitivo rispetto al prezzo di mercato e
garantisce tracciabilità e qualità per il
committente
pure con alle spalle corsi di formazione. L’altra proposta riguarda un giovane per attività
di segreteria (il codice è 2515);
per un tirocinio di 6 mesi. Sono
richiesti: diploma di scuola superiore, conoscenza dell’inglese e del francese, uso pc. Per le
candidature occorre inviare il
curriculum a [email protected]
citando il codice dell’offerta.
2 .Primo Piano
STAMPA
.LA
SABATO 24 OTTOBRE 2015
Ecco i veri numeri della manovra
Aumentano i tagli alle Regioni
Le cifre
chiave
Nel 2016 i governatori dovranno risparmiare 3,6 miliardi, solo 200 milioni sugli acquisti
A gennaio il commissariamento per chi non riorganizza il personale delle Province
5
ALESSANDRO BARBERA
ROMA
miliardi
I tagli previsti
dalla «cosiddetta revisione
della spesa»
Assieme
ai 3 miliardi
di maggiori
efficientamenti
rappresentano
le uniche
coperture
Dall’approvazione - ormai una
settimana fa - della prima bozza della legge di Stabilità erano
rimasti due grossi punti interrogativi: come verranno ripartiti gli oltre cinque miliardi di
tagli della cosiddetta «revisione della spesa»? E da dove sarebbero arrivati gli ulteriori tre
della voce «maggiori efficientamenti»? Non è una questione
per iniziati, né un dettaglio tecnico, perché quegli otto miliardi rappresentano l’unica copertura importante di una manovra che per due terzi sarà in deficit. In assenza di un testo definitivo, per giorni si sono rincorse voci, bozze smentite, numeri
che contraddicevano quelli precedenti. Ora il quadro è chiaro:
basta leggere la tabella allegata
al «documento programmatico
di bilancio» spedito dal Tesoro
a Bruxelles il 15 ottobre. Non il
testo pubblicato sul sito del ministero del Tesoro, dove compare una pagina bianca accompagnata da un laconico «omissis», bensì il documento apparso ieri sulle pagine web della
Commissione europea insieme
a quello degli altri partner.
Superate le premesse, molte
tabelle, il cronoprogramma
delle riforme e una lunga spiegazione su come il governo riuscirà a ridurre il debito pubblico, a pagina 40 si trovano un paio di sorprese. La prima smentisce la composizione della revisione della spesa così come finora ipotizzata: la gran parte
dei risparmi - circa 3,4 miliardi
- dovranno essere garantiti dai
ministeri, circa 1,8 dalla riduzione della spesa tendenziale
nella sanità, e solo 218 milioni
dalla minor spesa per gli acquisti di beni e servizi. In sintesi, la
tabella dimostra che dei tagli
chirurgici ipotizzati dai commissari Gutgeld e Perotti non è
rimasto quasi nulla, sostituiti
da tagli lineari vecchia maniera. Basti dire che rispetto alle
3,4
miliardi
I risparmi
che dovranno
essere garantiti
dai ministeri
Altri 1,8 miliardi
arriveranno
dalla riduzione
della spesa
tendenziale
nella sanità
1,8
miliardi
La quota
che le Regioni
dovranno
risparmiare
attraverso
il rispetto
del pareggio
di bilancio
il caso
ILARIO LOMBARDO
ROMA
I dati dell’Istat
Crescono i consumi
ma l’industria frena
1 È stato un agosto
REUTERS
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi
240
milioni
Il tetto
a tutti
gli stipendi
degli amministratori
delle
società partecipate
da Regioni
e Comuni
prime indiscrezioni sono raddoppiati quelli da suddividere
nei ministeri (da 2 a 3,4) e ridotti a un decimo quelli da attribuire al miglioramento delle gare
per l’acquisto di sedie, computer, matite.
L’altra sorpresa riguarda le
Regioni le quali, oltre a rinunciare ai già citati 1,8 miliardi
per la sanità (per inciso: il fondo per la salute aumenta comunque di un miliardo) dovranno risparmiare altrettanto attraverso il rispetto del pareggio di bilancio. In questo caso starà ad ogni governatore
decidere se risparmiare in uffici, sedi e consulenze, oppure se
tagliare ancora la sanità. Si dirà: in ogni caso una stangata.
Fino all’ultimo il governo ha
cercato di non dare enfasi ad
una decisione che spiega in
parte le dimissioni di Sergio
Chiamparino da presidente
della conferenza Stato-Regio-
ni. Ma è pur vero che le Regioni
hanno molto da farsi perdonare. Come spiegare diversamente la decisione, contenuta nell’ultima bozza della legge, che
prevede il commissariamento
delle Regioni che entro gennaio non avranno dato seguito al
riordino amministrativo imposto dalla legge Delrio che abolisce le Province. E che dire del
decreto che risolverà il pasticcio nel quale sono incappate
molte amministrazioni per via
della decisione di spendere diversamente parte dei fondi garantiti dal governo Monti per il
pagamento degli arretrati dei
fornitori. Quel decreto, con
una complessa partita di giro,
vale per il solo Piemonte una
riduzione del passivo di quest’anno da quasi sei miliardi a
1,7. Una grossa ciambella di salvataggio per evitare il dissesto
finanziario.
25
per cento
Per le nuove
assunzioni
nella Pa
si potrà spendere
non più
di un quarto
della spesa
dell’anno
fatta
nei 12 mesi
precedenti
sottotono per l’industria, e all’insegna della ripresa per i consumi. Se la produzione
delle imprese è scesa
dell’1,6% rispetto al
mese precedente, i dati diffusi ieri dall’Istat
spiegano che le spese
delle famiglia sono ripartire e aumentano
dello 0,3% sul mese e
dell’1,3% sull’anno.
Gli italiani tornano nei
negozi e riprendono a
comprare. «I dati mostrano che la ripresa è
in atto - ha detto ieri il
presidente del Consiglio di Sorveglianza di
Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli -. Perché si
consolidi l’Italia ha bisogno di tre fattori:
una rinnovata fiducia
dei consumatori a sostegno del mercato interno, la volontà degli
imprenditori di investire sul territorio nazionale e la spinta del
governo in carica sulle
riforme, in particolare
sui temi della giustizia
e della fiscalità».
Twitter @alexbarbera
Canone Rai, il governo ci ripensa ancora
Unica rata da 100 euro in bolletta a inizio anno
La soluzione per agevolare la tv pubblica e le aziende elettriche
S
ul canone Rai ormai vale il noto slogan aziendale: di tutto e di più. Sì
perché ormai non passa giorno che le ultime notizie non
smentiscano quelle del giorno precedente raccolte dalla
viva voce di esponenti dell’esecutivo. Il governo ha
cambiato idea, ancora una
volta. L’imposta Rai non sarà
più pagata a rate, bimestrali,
da 16,66 euro l’una, come previsto nelle prime bozze del
decreto ministeriale che andrà a delineare la configurazione del nuovo canone. Almeno per il 2016 sarà ancora
in un’unica tranche, addebitata sulla prima bolletta elettrica successiva alla data di
scadenza per il pagamento
dell’abbonamento Rai. Cioè:
se l’ultimo giorno buono per
il pagamento è - mettiamo - il
31 gennaio, sarà nella fattura
ricevuta dopo quella data che il
cliente si troverà i cento euro
di canone da pagare. Una soluzione che era stata scartata in
un primo momento per il rischio di vedere incrementare
la morosità di fronte alla bolletta caricata dell’intero ammontare tutto in una volta. Dal
ministero dello Sviluppo economico, che è all’opera sul decreto, fanno sapere che nella
loro proposta «la rateizzazione
c’è». L’ultima parola, però, ce
l’ha sempre il Tesoro.
Non è escluso che ci sia stata un po’ di pressione dalla
stessa azienda di Viale Mazzini alle prese con un bilancio
sempre in equilibrio su conti
da far quadrare, che mal si
conciliano con la formula ra-
97
per cento
La percentuale di italiani
che ha un
televisore
o una radio
500
L’imposta
Sarà pagata
in un’unica
soluzione
con la prima
bolletta
successiva
al 31 gennaio
teizzata di un’entrata che deve
essere garantita a tutti i costi.
Ma ci sono anche dei problemi
più pratici, che danno ragione
alle perplessità delle società
elettriche: si è rivelato tecnicamente molto difficile preparare tutto per la solita scadenza
annuale del canone, nei primi
mesi del 2016. Molto più proba-
euro
Il possibile
valore della
sanzione per
chi evade
il canone Rai
bile farcela per giugno 2016.
Ma a questo punto il governo
avrebbe deciso di rinviare e tenere buona l’ipotesi rate a partire dal 2017. Si vedrà. Giovedì
era stato il sottosegretario alle
Telecomunicazioni Antonello
Giacomelli ad annunciare l’altra retromarcia e a precisare
che «per il momento» pagherà
il canone, per la casa di residenza, chi ha un televisore o
una radio (97 per cento degli
italiani), e non chi possiede solo pc, tablet e smartphone. Anche questa appare come una
soluzione momentanea, dovuta a una tempistica non favorevole alle casse del servizio pubblico.
Resta, nelle ultime bozze disponibili della Stabilità, la novità sulla destinazione del tesoretto che Palazzo Chigi pre-
vede di raccogliere grazie all’abbattimento dell’evasione
del canone inserito in bolletta.
Una somma, circa 500 milioni,
che non andrebbe a finanziare
la tv e la riduzione della pubblicità su alcune reti, come annunciato dal premier Matteo
Renzi, ma contribuirebbe al taglio della pressione fiscale.
Quanto alla sanzione, per chi
non paga, è confermato quanto
detto da Giacomelli: i tecnici
del Tesoro propongono una cifra tonda, 500 euro, pari al
quintuplo dell’imposta base.
Ma sarà il Parlamento, dove
non tutti, anche nelle fila del
Pd, sono d’accordo, ad avere
l’ultima parola. Se non supererà l’esame di deputati e senatori, «rimarrà la norma vigente
che stabilisce una multa da
due a sei volte» il dovuto.
1
LA STAMPA
SABATO 24 OTTOBRE 2015
Primo Piano .3
.
FINANZIARIA / LE MISURE
La storia
PAOLO RUSSO
ROMA
a sanità ha subito oltre
35 miliardi di tagli in 5
anni», ripetono da
tempo come un mantra le regioni. Che dietro i 2 miliardi
depennati ora dal fondo sanitario nazionale vedono
nuovi aumenti d’imposta.
L
ANSA
Se il Fondo sanitario
dovesse rivelarsi
insufficiente alcune
Regioni che ora non lo
sono rischierebbero di
finire in piano di rientro
Il piano di rientro
Retroscena
ROMA
er rientrare dal disavanzo sanitario le regioni possono anche
agire sui ticket», ha ricordato il coordinatore degli assessori regionali al Bilancio,
il lombardo Massimo Garavaglia. Più facile a dirsi che a
farsi in una giungla di balzelli sanitari che varia da regione a regione ma dove il comun denominatore è che la
metà della popolazione è
esente e consuma il 75% delle prestazioni sanitarie. Pochi a pagare e in più solo per
farmaci, visite, specialistiche e analisi, dove si concentrano i ticket che per molte
prestazioni sono più cari
delle tariffe offerte dal privato. Al quale chi può si affida,
con il vantaggio di aggirare
le liste d’attesa.
P
Sanità, il boom delle spese
Costa 109 miliardi l’anno
I numeri
80
94
.9
48
100
88
.7
92
120
80
.5
63
Incremento
63%
Incremento
20
per cento
La percentuale di prestazioni sanitarie
consumate
dagli italiani
che hanno
l’esenzione
del ticket
29
.2
40
27
.5
28
28
.5
97
130%
LA STAMPA
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Ticket, così il ministero
vuole tagliare il numero
di chi non paga i servizi
L’Isee sarà il criterio per ridurre gli esenti
75
26
.7
53
BENI E SERVIZI
25
.3
17
18
.2
54
16
.2
95
15
.1
93
40
21
.5
70
SPESA SANITARIA CORRENTE TOTALE
23
.4
47
60
20
.2
10
La legge di
stabilità
consente alle
amministrazioni in piano
di rientro
di ritoccare
all’insù le
addizionali
Irpef ed Irap,
oltre
che i ticket
78
.1
52
Gli aumenti
10
0.
25
2
10
0.
58
2
10
7.
08
6
10
8.
36
4
11
0.
77
2
10
9.
80
5
10
8.
97
3
In 12 anni aumento del 63% per ospedali e Asl. E i fondi calano ancora
73
.9
17
Le regioni
dietro i 2
miliardi
depennati
dal fondo
sanitario
nazionale
vedono
nuovi
aumenti
d’imposta
Analisi che sembra però fare a pugni con una tabella
fuoriuscita dai cassetti del
ministero della Salute che
fotografa l’andamento della spesa sanitaria corrente
dal 2000 al 2012. Pur con
l’effetto tagli il costo di Asl
e ospedali è passato da 66,9
a 108,9 miliardi, che equivale ad un aumento del
63%. Tutto questo mentre
la popolazione aumentava
di soli 2 milioni. Altro che
razionamento della sanità.
E a salire in picchiata non
sono le spese per ricoveri
ospedalieri o farmaci innovativi, ma i beni e servizi,
che hanno registrato un vero boom, pari a un più 130%
in dodici anni. Cosa si celi
dietro questa esplosione ce
lo ha raccontato pochi giorni fa il rapporto sugli ospedali di Agenas, l’Agenzia
per i servizi sanitari regio-
Presidente
della Regione Piemonte
13
.8
17
I timori
degli
enti locali
I dati del ministero
Sergio Chiamparino
66
.9
02
L’agenzia
internazional
e Fitch ha
confermato il
rating
dell’Italia a
BBB+. Anche
l’outlook
rimane
stabile.
Secondo Fitch
il debito
dovrebbe
rimanere
sopra il 120%
fino alla fine
del decennio,
lasciando il
Paese esposto
a «potenziali
choc avversi»
Un errore la Sanità
gestita dalle Regioni?
Allora il governo
dovrebbe riprendere
la Sanità e gestirla
centralmente
12
.7
34
Fitch
conferma
il rating
dell’Italia
Perché la legge di stabilità,
oramai è chiaro, consente
ancora alle amministrazioni
in piano di rientro (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) di ritoccare all’insù le addizionali Irpef ed Irap, oltre
che i ticket. Arma alla quale
potranno ricorrere anche le
altre regioni con i bilanci sanitari non ancora tinti di rosso. Non ancora perché come
precisato ieri dal dimissionario Presidente della Conferenza delle regioni, Sergio
Chiamparino, «se il Fondo
sanitario dovesse rivelarsi
insufficiente alcune regioni
che ora non lo sono rischierebbero di finire in piano di
rientro e, a quel punto, l’incremento delle imposte sarebbe inevitabile».
I super-ticket non stanno i
piedi e lo sa benissimo il Ministro della salute, Beatrice
Lorenzin, che un piano ce l’ha
ed è sintetizzato in uno slogan contenuto nell’appunto
consegnatogli dai tecnici:
«Passare da un sistema dove
pagano in pochi e pagano male ad uno dove paghino più assistiti ma meno e con più
equità».
Per ora il progetto è rimasto nel cassetto in attesa di
una riforma fiscale che non
appare dietro l’angolo. Ma la
riforma la prevede lo stesso
Patto per la salute firmato
con le regioni lo scorso anno
e a questo punto potrebbe
-40
per cento
L’obiettivo
in percentuale di riduzione
della popolazione esente
dal pagamento dei ticket
sanitari
tornar utile per far quadrare
i bilanci sempre più scricchiolanti.
Il nuovo indicatore
L’idea è quella ridurre il numero degli esenti, utilizzando
come criterio non più quello
dell’Irpef, notoriamente ad alto tasso di evasione, ma un indicatore di ricchezza meno
approssimativo come l’Isee.
Magari “corretto” per la sanità, scontando reddito e patrimoni per anziani e chi soffre
di patologie croniche invalidanti. In più per evitare di far
esplodere la spesa a carico dei
non esenti in caso di eventi sanitari gravi, la proposta pre-
2012
vede di introdurre una franchigia, «che potrebbe essere
di 100 euro», soglia oltre la
quale non si pagherebbe più.
In questo modo, secondo i
tecnici, «si potrebbe ridurre
di un 30-40% la popolazione
esente e si avrebbero ticket
più diffusi ma anche più leggeri in modo da non precludere
l’accesso alle prestazioni». Lo
stesso appunto sul tavolo del
Ministro conferma che a fronte dei super-ticket su specialistica e diagnostica “in tutte le
regioni si è osservata una diminuzione di prestazioni erogate, mediamente dell’8,5%”.
Solo per visite e analisi, secondo uno studio dell’Agenas
dello scorso anno, i non esenti
avrebbero pagato ticket per
150 euro a testa. Ma si tratta di
una media del pollo, che include anche chi non ha mai fatto
accertamenti sanitari in corso
d’anno. Perché i dati in possesso dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali parlano di
stangate fino a mille euro subite da alcuni assistiti per una
batteria di accertamenti.
Cifre insostenibili ai più e che
la riforma della Lorenzin vor-
nali, che nei bilanci in rosso
ha svelato nascondersi spesso costi superiori anche del
50% tra un nosocomio e l’altro per cose come mense, pulizie o riscaldamento. Senza
parlare del personale, sempre in sovrannumero di amministrativi negli ospedali in
deficit. Come dire che se domani si applicassero i veri
costi standard i conti potrebbe tornare a quadrare nonostante i tagli.
Il confronto europeo
Non la vede così l’economista
sanitario Federico Spandonaro, presidente del Crea sanità
dell’Università Tor Vergata di
Roma. «Quell’incremento del
63% in dodici anni significa il
4% l’anno. Calcolando che oltre la metà è di inflazione non
credo che quel che resta sia
molto per finanziare le nuove
tecnologie e l’aumento della
popolazione». «Comunque aggiunge - la spesa sanitaria è
da anni in calo rispetto al Pil e
perdiamo il 2-3% l’anno a confronto degli altri Paesi europei». E Spandonaro non è
nemmeno convinto che basti
eliminare gli sprechi, «che pure ci sono», per far sì che il sistema regga. «A meno che
non si voglia continuare a razionare l’accesso alle prestazioni ritardando l’ingresso di
farmaci e tecnologie innovative o allungando le liste d’attesa come già avviene».
Il nodo delle tasse
Certo è che l’alternativa al taglio degli sprechi si chiama
ancora una volta tasse, anche
perché, con la metà degli italiani che non li pagano, i ticket
sono già al massimo. Ma anche con le addizionali regionali Irpef non si scherza. Lazio e
Piemonte potrebbero ritoccare all’insù solo le aliquote per i
redditi tra 15 e 35 mila euro,
perché per il resto, svela uno
studio della Uil politiche territoriali, sono già all’aliquota
massima del 3,3%. Ma anche
le altre regioni hanno spinto
sull’acceleratore, con aumenti
medi del 7,5% tra il 2013 e il
2014. Discorso non molto diverso per le addizionali Irap
sulle imprese che, Piemonte
escluso, già in tutte le regioni
in piano di rientro viaggiano
su aliquote record del 4,5-5%.
Allora sarà anche la spesa
sanitaria più bassa d’Europa,
ma la via obbligata sembra
quella di falciare gli sprechi.
rebbe abbattere. Facendo pagare meno ma più italiani. Una
formula che potrebbe servire
anche alle regioni per far tornare i conti, che con meno esenti
potrebbero risollevarsi alzando
anche di poco l’asticella dei ticket . Evitando così operazioni di
macelleria sociale.
[PA. RU.]
Jena
Almeno
Se Renzi fa il Partito
della nazione, quel che
resta della sinistra
non potrebbe
fare almeno quello
della provincia?
[email protected]
4 .Primo Piano
STAMPA
.LA
SABATO 24 OTTOBRE 2015
Cantone: “Lo Stato deve cacciare
subito i dipendenti corrotti”
Affondo del magistrato: in certi casi non è possibile aspettare l’esito dei processi
Serracchiani: lavoriamo dall’inizio sulla corruzione, serve tempo per i risultati
La querelle
sui contanti
FRANCESCO MAESANO
ROMA
Il problema è stabilire
chi non è degno
di ricoprire certe
cariche, come dice
la Costituzione
Le inchieste di questi
giorni danno uno
spaccato inquietante
della nostra pubblica
amministrazione
Serve un cambio
di cultura, un senso
di responsabilità
nella scelta
delle persone
Raffaele Cantone
presidente
Autorità anti-corruzione
È il secondo affondo di Raffaele Cantone in pochi giorni. La
settimana scorsa aveva definito «sbagliatissima» l’ipotesi di
innalzare il tetto per l’utilizzo
del denaro contante a tremila
euro. Ieri, a poche ore dalla notizia degli arresti all’Anas, ha
preso la parola durante un
convegno organizzato dalla
Rai e dall’Università di Tor
Vergata sulla “cultura del whistleblowing”. «L’inchiesta sulle false assunzioni? Insieme a
quella sull’Anas e sull’assenteismo al comune di Sanremo mi
sembrano una storia già nota
uno spaccato veramente inquietante dello stato della
Pubblica amministrazione.
Qui – ha spiegato – serve un
cambio di cultura, un senso di
responsabilità nelle scelte da
parte delle pubbliche amministrazioni, di chi si occupa di
certi ruoli e compiti».
E per il presidente dell’autorità nazionale anti-corruzione la ricetta è chiara: «Tutto
questo pone la questione principale: la necessità di intervenire da parte della Pubblica
amministrazione per stabilire
chi non è degno di ricoprire
certe cariche, così come prevede la Costituzione. Vi sono
casi che richiedono interventi
veloci. Ed è forse questo il
meccanismo per prevenire –
ha proposto Cantone – dimostrare che chi sbaglia paga
davvero. E pagare nel modo
più significativo, per un pubblico ufficiale, significa perdere il posto».
Matteo Renzi, dal suo viaggio in sudamerica, ha preso
in prestito le parole di Pablo
Neruda per invitare i giovani
«a non perdere la speranza e
a credere nella politica anche
quando vedono questi casi di
cattiva gestione della cosa
pubblica» che accadono in
Italia come in Cile e che i no-
Nei giorni
scorsi
Cantone
s’è fatto
sentire,
definendo
“sbagliatissima” la decisione di alzare
il tetto
per l’uso
di contanti
a tremila
euro
ANSA
«La legge è chiara
si licenzia solo
dopo il terzo
grado di giudizio»
4
domande
a
Franco Tedeschini
docente alla Sapienza
Federico Tedeschini, avvocato e docente di Diritto pubblico alla Sapienza di Roma, dice
di «non condividere minimamente» le parole di Raffaele
Cantone.
Il presidente dell’Anticorruzione, di fronte alle ultime inchieste sostiene che non si debba
aspettare l’esito dei processi
penali. I pubblici ufficiali corrotti vanno licenziati subito.
«Bisogna ricordare a Cantone
che il licenziamento arriva dopo il terzo grado. Per chi viene
colto con le mani nel sacco,
esistono già misure cautelari
immediate come la sospensione dal servizio, che se non è un
licenziamento gli assomiglia
molto».
stri governi cercano di combattere. Potranno recidere
tutti i fiori ma non fermare la
primavera».
Un paio d’ore dopo le sue dichiarazioni del presidente dell’Anac, Beppe Grillo ha pubblicato un post sul suo blog nel
quale ha definito la serie di indagini come una «catena di
Sant’Antonio di indagati, arresti, rinvii a giudizio di politici
che occupano cariche pubbliche che si allunga di giorno in
giorno. Viene la nausea. Il Pd
primeggia, è senza confronti,
in fuga, maglia rosa e maglia
gialla allo stesso tempo, ma gli
altri partiti cercano di stargli
al passo, anche se è onestamente difficile. Nell’Anas le
tangenti per gli appalti erano
come le ciliegie, l’Anas aveva al
suo interno un ufficio tangenti
molto ben organizzato».
Dal Pd ha risposto, sia a
Cantone che indirettamente
a Grillo, la vicesegretaria Debora Serracchiani. «Sulla lotta alla corruzione ci stiamo
lavorando dall’inizio, è anche
e innanzitutto un’operazione
culturale. Richiederà del
tempo, ma richiederà anche
delle regole semplici e chiare
da poter applicare. Intanto –
ha rivendicato – quest’anno
c’è stato un picco delle entra-
te di recupero dell’evasione
molto importante».
Poi, tornando sulla questione del tetto all’utilizzo del
contante, ha spiegato che per
lei «non c’è una relazione statistica tra questo tetto per il
contante e la corruzione e
l’evasione, se vuoi evadere,
evadi a prescindere dal tetto
che hai. Noi abbiamo cercato
di fare altre operazioni ma intanto c’è un’aggressione all’evasione, non solo applicando sanzioni, ma anche facendo accordi, ad esempio con il
Lichtenstein, lo Stato del Vaticano e la Svizzera»
@unodelosBuendia
Continuerebbe a ricevere uno
stipendio, però.
«Non tutto, metà. Ma è meglio
non ridurlo alla fame: altrimenti da corrotto potrebbe
trasformarsi in rapinatore.
Sempre che non abbia raccolto milioni di euro, con i quali
può tranquillamente fregarsene dello stipendio. Piuttosto, bisogna affermare una
cultura della legalità non della
punizione. Io sono convinto
che questi fenomeni non si
combattano con l’abbattimento di garanzie costituzionali. I
metodi solamente repressivi
non servono a cambiare le cose. Il che non vuol dire che bisogna essere benevoli con i
corrotti».
Che suggerisce di fare?
L’inchiesta di Salerno
Cassintegrati fasulli e pratiche gonfiate
Maxi-truffa all’Inps, blitz in tutta Italia
GUIDO RUOTOLO
ROMA
Il pm di Nocera Inferiore, Salerno, Roberto Lenza, ha
spedito i carabinieri fino a
Trieste, nelle sedi delle direzioni regionali dell’Inps di
tutto lo Stivale, per acquisire
documentazione informatica. Il pm Lenza indaga da
tempo sul «bubbone» dell’Inps, su una grande truffa
che comporta un giro di mazzette, di false attestazioni, di
corruzione.
Le perquisizioni all’Inps
arrivano il giorno dopo la retata all’Anas. Raffaele Cantone, Autorità anti-corruzione,
dice che non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Ma fa impressione lo stesso. Un inquirente salernitano si lascia andare: «I pozzi della convivenza
civile sono ormai tutti avvelenati. Ognuno beneficia del sistema dell’illegalità, e nessuno
può rivendicare di avere le
mani pulite».
L’inchiesta salernitana finora ha documentato l’esistenza di aziende del settore
terziario, imprese di pulizia
soprattutto, inesistenti. Imprenditori truffaldini che insieme ai consulenti e ai commercialisti costruivano la falsa assunzione dei dipendenti
che in questo modo potevano
beneficiare di «indebite erogazioni previdenziali e assistenziali dell’Inps, indennità di disoccupazione, maternità e
malattia». Ecco il patto scellerato dell’illegalità diffusa: «A
loro volta funzionari dell’Inps
alterano - dice un inquirente
illustrando l’ipotesi investiga-
140
milioni
Il valore dei
beni già
confiscati
nell’ambito
dell’inchiesta
«Mastrolindo», che
prese il via
nel 2012. Le
persone
arrestate
furono 40
tiva - i dati memorizzati negli
archivi informatici per raggiungere obiettivi di produttività stabiliti in partenza» e poter prendere i premi pattuiti
all’inizio.
Le perquisizioni di ieri rappresentano infatti il secondo
tempo di una inchiesta nata
nel 2012, «Mastrolindo», che
aveva già portato a una quarantina di arresti e alla confisca di beni equivalenti per circa 140 milioni di euro. La Procura di Nocera Inferiore indagava su «fittizi rapporti di lavoro» e gli investigatori hanno
censito 9.000 posizioni equivalenti a 5.000 lavoratori beneficiari illecitamente di indennità contributive, previdenziali e assistenziali.
Un funzionario Inps, Vincenzo Stile, finito ai domicilia-
400
milioni
La cifra erogata in premi
a dirigenti
e funzionari
Inps per gli
obiettivi di
produttività
tra 2012 e
2013: pagati,
pare, sulla
base di riscontri falsi
ri, pretendeva 500 euro per
certificare una pratica di maternità, 150 euro per una richiesta di indennità di disoccupazione. Ieri, la svolta nelle
indagini, con l’ondata di perquisizioni negli uffici dei capoluoghi di Regione e centrali
dell’Inps.
«Perché siamo andati anche a Trieste e nelle altre sedi
provinciali dell’Inps? Perché
abbiamo elementi - chiariscono gli investigatori - che ci portano a sospettare che il meccanismo truffaldino scoperto
nell’Agro nocerino-sarnese sia
diffuso anche altrove». Stiamo
parlando, dunque, dei dati
«gonfiati», manipolati sulle
posizioni di imprese e lavoratori. Gli investigatori sono
convinti che nel database dell’Inps non coincideranno i dati
tra i rapporti di lavoro effettivamente annullati e quelli esistenti sulla carta. Insomma,
pur di ottenere i compensi
erogati dalla Direzione generale per gli obiettivi di produttività raggiunti (e quindi le
ispezioni eseguite e le posizioni irregolari cancellate), gli
ispettori Inps hanno taroccato
i dati reali.
«Nella Pa rivedrei innanzitutto i sistemi selettivi e di reclutamento del personale. Agli
esami preparatori si affianchino test psicologici, ma fatti
seriamente. Poi, motiviamo
davvero i funzionari pubblici.
Un meccanismo di incentivi e
disincentivi è la migliore arma
contro la corruzione. Lo spinge a fare di più per guadagnare meglio, e gli leva tempo e
voglia di delinquere».
Il senso di impunità diffuso
non aiuta.
«Infatti è giusto incidere sui
processi e sulla loro durata.
Ma la certezza della pena deve essere rispettosa della presunzione di innocenza che è
un patrimonio del mondo occidentale. Purtroppo in Italia,
in nome della lentezza dei processi, una persona prima viene colpita e punita e poi processata. Per riportare il Paese
su binari normali di civiltà e
morale, i metodi che Cantone
e altri propugnano non servono più di tanto. So di essere su
posizioni opposte a quelle che
oggi dominano. Ma le faccio
un esempio. Abbiamo un codice antimafia rigorosissimo: le
pare che la mafia sia stata debellata?».
[I. LOMB.]
1
LA STAMPA
SABATO 24 OTTOBRE 2015
Primo Piano .5
.
L’ITALIA DEL MALAFFARE
Dirigenti complici, sanzioni leggere
Solo tre su cento perdono il posto
Dossier
GIUSEPPE SALVAGGIULO
TORINO
Gli esperti: “Nel privato sarebbero già a casa, la sentenza penale è un alibi”
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
uecentoventi dipendenti pubblici licenziati in un anno: 99 per
assenze ingiustificate, 78 per
reati, 35 per comportamenti
non corretti verso colleghi,
negligenza o inosservanza
degli ordini di servizio, 7 per
doppio lavoro non autorizzato. Sono molti più dei 35 licenziamenti rilevati dieci anni fa; molti meno rispetto al
settore privato, dove la proporzione è fino a dieci volte
più alta. «Nelle aziende, la
quota di procedimenti che si
chiude con il licenziamento è
molto più alta. E se un dipendente timbra il cartellino al
posto di un altro, il licenziamento è inevitabile e immediato», dice Attilio Pavone,
partner dello studio legale
Norton Rose Fulbright.
D
I casi estremi
accusati
Sono i dipendenti pubblici
sottoposti a
procedimento
disciplinare
(il dato è del
2013, ultimo
pubblicato
dal ministero)
220
Malpensa
Il croupier
Dipendenti ripresi dalle telecamere a rubare
nei bagagli ottengono l’annullamento
del licenziamento: «Addebiti imprecisi»
Licenziato perché accusato di rubare al Casinò di
Sanremo, viene reintegrato dal giudice perché la
condanna non era ancora arrivata in Cassazione
Un mondo a parte
Perché il settore pubblico resta un mondo a parte? Mancano le leggi? Macché. Fino
al 2009, di fronte a un comportamento grave di un dipendente pubblico, la regola
era: aspettiamo la conclusione del processo penale, in caso di condanna lo sanzioniamo. Inoltre per assenteismo
fraudolento (dalle false malattie ai furbetti del badge), si
ricorreva al licenziamento
solo in caso di recidiva.
Risultato: tra lungaggini
processuali, prescrizioni,
prepensionamenti, cambi di
ufficio, pressioni sindacali,
complicazioni burocratiche e
protezioni politiche, nella
maggior parte dei casi finiva
tutto in nulla. Un ladro riuscì
a ottenere il reintegro nell’ufficio derubato, perché era
passato troppo tempo tra
sentenza penale e licenziamento disciplinare (il tribunale non aveva trasmesso la
carta e nessuno dal Comune
l’aveva reclamata!).
Ma la riforma Brunetta ha
tolto ogni alibi, con tre innovazioni. Primo: la pubblica
amministrazione può sanzio-
ma delle indagini della polizia.
A Sanremo i sindaci si sono rivolti alla Procura, non ai dirigenti municipali. Evidentemente non si fidavano della
struttura interna».
Per la precisione, quando
l’ex sindaco Maurizio Zoccarato (che non a caso arrivava
da un’impresa privata e lì è
tornato) spuntava in Comune,
a redarguire quelli in ciabatte,
a imporre l’uso del badge o a
stanare chi usava le auto municipali per andare al Carre-
tori finiti in carcere, per una
cessione di ramo d’azienda. Il
gip di Roma ricostruisce un
carteggio tra la Procura e l’Autorità nazionale anticorruzione: «L’Anac segnalava (al procuratore Pignatone, ndr) una
diffida nei confronti del Presidente (dell’Anas) Ciucci, concernente la richiesta da parte
del legale della Costruzioni Romane Spa di ritenere inefficace
il subentro di Cossi Costruzioni
Spa nella titolarità del predetto appalto».
Si camuffava il passaggio
dell’appalto ad altra impresa
attraverso questo tipo di cessione: gli imprenditori catanesi
Concetto Bosco Lo Giudice e
Francesco Domenico Costanzo, finiti l’altro giorno ai domiciliari, sono riusciti a realizzare
l’imbroglio grazie ai rapporti
con Antonella Accroglianò e
con gli altri dirigenti e funzionari dell’Anas corrotti. Le
aziende dei due imprenditori
catanesi avevano vinto un appalto Anas per un valore di 145
milioni in Valtellina. I due imprenditori catanesi volevano
cedere, in sostanza, l’appalto
alla Cossi Costruzioni Spa. E
non è solo questo il capitolo che
potrebbe avere degli sviluppi
investigativi. Perché i due imprenditori catanesi avevano ottenuto dall’Anas il cosiddetto
accordo bonario: vincevano le
gare al ribasso ma se nel tempo
le spese lievitavano, l’Anas le
rimborsava. E l’associazione
criminale guidata dalla dama
nera era specializzata proprio
nel velocizzare le pratiche relative ai pagamenti: insomma, se
quell’importo verrà saldato tra
un mese, io posso garantire che
lo avrai tra tre giorni.
Ma Antonella Accroglianò
doveva avere una sponda interna anche alla presidenza
Anas, puntava a portare la
banda nel giro che conta: cercava di avere rapporti con Alfano e nelle intercettazioni i
funzionari Anas corrotti dicono che l’ex sottosegretario alle
Infrastrutture del governo
Prodi Luigi Meduri abbia portato Bosco Lo Giudice e Costanzo a un incontro con un ministro, lasciando intendere che
si tratti del titolare delle Infrastrutture Graziano Delrio, che
l’altro giorno ha smentito:
«Non ho mai parlato con Meduri di progetti di lavoro, e non
l’ho mai ricevuto».
[GUI. RUO.]
per cento
Parentopoli
Genova
L’azienda rifiuti di Roma attende la sentenza
penale di primo grado per licenziare
60 dipendenti assunti irregolarmente
Il sindaco Doria, cambiando la prassi precedente,
licenzia quindici dipendenti comunali senza attendere
l’esito del processo penale
nare autonomamente dal giudice penale. Secondo: in caso
di assoluzione penale, il dirigente autore del licenziamento preventivo non deve rispondere del danno erariale conseguente alla eventuale reintegrazione del dipendente. Terzo: la truffa del badge è prevista esplicitamente come causa
di licenziamento al primo colpo. «Ma pochissimo è cambiato, perché i dirigenti pubblici
non si assumono le proprie responsabilità: né sul piano di-
sciplinare né su quello organizzativo», osserva Pietro
Ichino, docente di diritto del
lavoro e senatore, storico fustigatore dei travet nullafacenti.
Tre quarti dei procedimenti
disciplinari si conclude con archiviazione o sanzioni lievi. E
nel 95% dei casi si aspetta l’esito del processo fino in Cassazione, con l’alto rischio che il
verdetto arrivi quando non
serve più. «Le indagini vanno
per le lunghe, i processi si sgonfiano - dice Alfonso Celotto, do-
cente universitario e avvocato
amministrativista - In un sistema in cui nessuno valuta nessuno, dipendenti pubblici cacciati ne ho visti ben pochi».
La debolezza
«Il problema va risolto dalla
testa - dice Ichino -: i dirigenti
sono troppo spesso collusi con
gli impiegati. Il caso di Sanremo è esemplare. Nel settore
privato, se metà dei dipendenti timbrano senza lavorare, il
capoufficio se ne accorge pri-
L’accusa: cessioni di rami d’azienda per pilotare i lavori pubblici
La lettera
Saremo inflessibili
con i corrotti: acquisiti
gli atti giudiziari
li licenzieremo
senza indennizzo
Ieri
il presidente
dell’Anas
ha scritto
ai dipendenti,
invitandoli
a fare luce
sugli abusi
Gianni V. Armani
presidente
dell’Anas
della Accroglianò. E poi c’è un
capitolo dell’inchiesta che gli
investigatori stanno approfondendo in queste ore - la sensazione è che l’indagine Anas
possa avere nelle prossime settimane nuovi sviluppi -. Riguarda l’autorizzazione data
dall’ex presidente dell’Anas
Pietro Ciucci ai due imprendi-
L’eccezione
Se fai le cose per bene, i licenziamenti non vengono cancellati. Lo dimostra la mosca
bianca Sylvia Kranz. Funzionaria del Comune di Lugo, ha
promosso un ufficio del personale superspecializzato a cui
hanno aderito 80 Comuni tra
Emilia Romagna e Lazio. Gestisce con una sola assistente
8500 dipendenti e un centinaio
di pratiche disciplinari ogni
anno. I Comuni risparmiano e
godono di un servizio degno di
un’azienda privata, senza leggerezze e connivenze.
In pochi anni ha licenziato
venti «furbetti»: chi s’era portato a casa e teneva sotto il letto la macchina per il badge,
chi andava a timbrare il cartellino in pigiama e tornava a
dormire. «Io non aspetto mai
la sentenza penale - dice
Kranz -. Vado in cancelleria,
raccolgo gli atti, studio e licenzio. E non ho mai perso una
causa. Lo farei anche a Sanremo. Subito, cominciando dai
dirigenti che non sentono, non
vedono e non parlano».
La maggioranza delle
contestazioni
disciplinari si
conclude con
una sanzione
lieve
“Gli appalti Anas rivenduti agli amici
con il via libera dell’ex presidente Ciucci”
Partiranno lunedì gli interrogatori di garanzia dei dieci indagati nella inchiesta sulla
corruzione all’Anas, finiti in
carcere o ai domiciliari l’altro
giorno. La dama nera Antonella Accroglianò, per la Procura di Giuseppe Pignatone, è
la mente del gruppo criminale che in un anno ha intascato
almeno duecentomila euro di
mazzette.
Almeno: perché l’altra notte, notificando la misura cautelare, i finanzieri hanno anche perquisito la casa degli
indagati,
recuperando
300mila euro in contanti che
si vanno a sommare ai 70mila
trovati a casa della madre
licenziati
Solo nel tre
per cento dei
procedimenti
disciplinari si
arriva alla
sanzione
estrema
75
L’indagine di Roma
ROMA
6900
four, si sentiva dire: «Arriva la
Gestapo!». Niente a che vedere con quell’assessore romano
che suggerì la riassunzione di
un «furbetto del badge».
Però c’è un problema. Talvolta, dopo un licenziamento, il
giudice civile reintegra il lavoratore perché il giudice penale
non ha chiuso il processo. I casi più famosi sono quelli degli
addetti di Malpensa che rubavano nei bagagli, dei croupier
ladri del casinò di Sanremo,
dei prof che vendevano esami.
In realtà, come detto, la legge non prevede alcun automatismo. La pubblica amministrazione può prescindere dal
processo penale, purché motivi il licenziamento con elementi concreti, fornisca prove solide e segua le procedure. Invece, spiega il sindacato Anief, vizi di forma, prove fragili e contestazioni frettolose lasciano
spazio a ricorsi vittoriosi.
33
LA STAMPA
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Oggi «Acqui e Sapori»
Basket serie A2
Tartufi in vetrina
nel weekend
Casale anticipa
contro Omegna
La stagione del tartufo entra
nel vivo. E accanto a vini e prodotti tipici, spunta nelle fiere il
profumo del prezioso tubero.
Oggi si apre la rassegna Acqui
e Sapori, domani tartufi protagonisti della tradizione a Trisobbio e Sardigliano.
Altra sfida tutta piemontese
per la A2 di basket: dopo Casale-Biella al secondo turno e Tortona-Omegna al terzo, stasera
alle 19, in anticipo sul resto del
programma, si disputa CasaleOmegna al PalaFerraris. Monferrini nettamente favoriti.
Tartufi a Trisobbio
L’alta pressione con aria
mite mantiene condizioni
soleggiate e
temperature
elevate, soprattutto
sulle Alpi,
mentre in
pianura l’inversione
termica porta
minime sotto
gli 8 °C.
7° 19°
Oggi
Ben soleggiato
con cielo generalmente sereno
al mattino salvo
nebbie nelle ore
più fredde, in
dissolvimento.
Lievi velature nel
pomeriggio.
9° 19°
Il playmaker T.J. Bray
Massimo Delfino A PAGINA 73
ALESSANDRIA
Che
tempo
fa
Situazione
Servizi ALLE PAGINE 69 E 70
12
E PROVINCIA
SABATO 24 OTTOBRE 2015
ALESSANDRIA, L’INCIDENTE AVVENNE ALL’INTERNO DEL POLO CHIMICO NELL’UNITÀ DI MACINAZIONE PEROSSIDI
“Stop per sempre a quell’impianto”
Arkema annuncia la chiusura del maxi serbatoio esploso lo scorso 30 marzo
MASSIMO PUTZU
ALESSANDRIA
Dopo sei mesi dallo scoppio
nel reparto perossidi di Arkema, all’interno del polo chimico di Spinetta, l’azienda ha
chiarito le cause dell’incidente e deciso di disattivare per
sempre quel tipo di produzione altamente pericolosa. Produzione che avveniva solo in
quell’unità e non in altre del
sito. Lo ha comunicato l’assessore all’Ambiente, del Comune di Alessandria, durante la
presentazione del piano di
emergenza esterna l’altra sera a Spinetta, nella sala convegni di Solvay, multinazionale
che occupa la più ampia superficie della maxi area industriale a fianco di Arkema.
L’incidente avvenne intorno
alle 8,30 dello scorso 30 marzo:
si sentì uno scoppio, si sviluppò
un incendio e si levò una nube
nera altissima.«Arkema - dice
Lombardi - che abbiamo incalzato da subito a fornirci risposte alle nostre, anche semplici
domande, ossia quali sono state le cause e cosa fare perché
non succeda più, in questi mesi
ci ha periodicamente aggiornato sugli approfondimenti che
stava facendo: anche ammettendo, in qualche momento, la
difficoltà a capire le cause dell’incidente».
Secondo quello che è il nuovo
piano di emergenza esterno per
gli stabilimenti Solvay e Arkema (di cui è stata elaborata una
bozza, seppur dettagliata, ma
-200 °C
la temperatura
All’interno del serbatoio
per evitare rischio incendio
in una lavorazione
altamente pericolosa
Colonna
di fumo
L’immagine
scattata
dopo pochi
minuti
dall’incendio
sulla quale si aspettano integrazioni di cittadini e associazioni)
quello della scorsa primavera
sarebbe stato codificato come
un allarme giallo. Sono previsti
codici arancione e rosso in un
ordine crescente di gravità. «La
gestione comunale di quell’incidente è stata esemplificativa continua Lombardi - di una situazione che richiedeva quasi
unicamente uno stato di attenzione, rivolto alla popolazione
che ha sentito lo scoppio e visto
l’incendio con la colonna di fumo nero». Peraltro non erano
mancate polemiche proprio
sulla tempestività della comunicazione a popolazione e altri
organismi a tutela della sicurezza e salute dei cittadini.
Altro servizio ALLA PAGINA 56
Domani
Un po’ di sole
tra velature
estese o banchi
di nubi medioalte. Tendenza a
schiarite in
serata. Temperature in aumento nei valori
minimi.
10° 18°
Lunedì
Poco sole per
nebbie sulle
pianure nel
primo mattino e
nubi basse a
ridosso dei
rilievi, in ulteriore estensione tra
pomeriggio e
sera. Temperature in calo.
FINO A FINE DICEMBRE PER UN TURNO ALLA SETTIMANA
Assemblee con i lavoratori
La cassa arriva a Gualapack
Il sindacato: “È la prima volta”
Ci sono aziende dove, vista la
crisi, un provvedimento del
genere solleverebbe sorrisi:
cassa integrazione fino a fine
dicembre per un turno a settimana (il venerdì) e per una
sessantina di lavoratori, un
terzo dell’organico. Ma alla
Gualapack di Castellazzo è
stato uno choc: «Una situazione così pesante sotto il profilo
produttivo non si era mai verificata nella storia dello stabilimento» dicono i sindacalisti di
Filctem Cgil e Femca Cisl.
Un’isola felice dove il problema
semmai era il contrario: come
riuscire a produrre di più. Questo almeno fino a mercoledì.
Sostituzione di prodotti
Quel giorno in un incontro con
le organizzazioni sindacali
«l’azienda ha ribadito che per
effetto di una contrazione del
mercato si profila l’esigenza di
ridurre la lavorazione con delle
chiusure collettive». È successo
in pratica che la richiesta di
contenitori in plastica per bevande, destinati alle consociate
di altri paesi, è calata a causa
dello sviluppo delle produzioni
«in loco». La Gualapack ha deciso quindi di sostituire gradualmente questo tipo di prodotto con altri che si possano
smerciare più agevolmente.
Purtroppo le previsioni di sviluppo, sempre causa crisi, si sono rivelate più lente di quanto
immaginato.
La sede della Gualapack a Castellazzo Bormida
Di qui la decisione di ricorrere
per la prima volta alla cassa integrazione. Ieri e l’altro ieri si
sono tenute le assemblee in fabbrica per informare i lavoratori
su quanto stava accadendo. I
sindacati hanno chiesto «un costante e continuo tavolo di confronto per affrontare e gestire
nel merito il problema. Contestualmente è stato richiesto un
monitoraggio continuo dell’evoluzione della situazione anche
con la Rsu». Si vedrà con l’anno
nuovo. La Gualapack fa parte
dell’omonimo gruppo nato cinque anni fa dalla fusione con la
Safta, altra azienda leader
mondiale nel campo del
«packaging flessibile». Ha sedi
anche in Romania, Costarica e
l’ultima aperta l’anno scorso in
[P. B.]
Ucraina.
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12
56 .Alessandria e provincia
STAMPA
.LA
SABATO 24 OTTOBRE 2015
IL POLO CHIMICO DI SPINETTA
«Esercitarsi
almeno
due volte
l’anno»
Sindaco Rossa
e assessore
Lombardi hanno
spiegato che
oltre agli incontri
come quello
dell’altra sera
(che proseguiranno) ci sarà
l’avvio di una
campagna informativa tramite
depliant per
far conoscere
il piano di emergenza esterno
per Solvay
ed Arkema
Rinnovato l’invito a utilizzare
il servizio comunale «Rimaniamo
collegati»
per ricevere
su telefono fisso
e non solo tutte
le informazioni
in caso di emergenze del territorio. Un servizio
però che continua ad essere
poco conosciuto
e utilizzato
Per aumentare
la cultura della
sicurezza e della
prevenzione dai
rischi, il sindaco
Rossa ha infine
proposto l’organizzazione almeno due volte
l’anno di un’esercitazione di
Protezione civile.
Sei mesi dopo lo scoppio Arkema
scoperte le cause dell’incidente
Alla base del rogo “infiltrazioni d’aria nella fase di raffreddamento dell’impianto”
oltre al sindaco Maria Rita Rossa, c’erano consiglieri comunali, dirigenti dell’amministrazione di Palazzo Rosso, vertici di
Solvay e Arkema.
MASSIMO PUTZU
ALESSANDRIA
Ci sono voluti oltre sei mesi dallo scoppio nel reparto perossidi
di Arkema, all’interno del polo
chimico di Spinetta Marengo di
Alessandria, per chiarire e sapere i perché dell’incidente.
Arkema, a quel punto, ha deciso
di disattivare per sempre quel
tipo di produzione altamente
pericolosa. «Le cause le ha comunicate l’azienda con una relazione datata 15 ottobre», rivela l’assessore comunale all’Ambiente Claudio Lombardi.
Coordinamento al prefetto
La ricostruzione
Alla fine, riproducendo in laboratorio le caratteristiche
dell’incidente, prima nel suo
centro ricerche di Lione e poi
nell’istituto internazionale
Bam di Berlino, Arkema ha
scoperto che c’è stata un’infiltrazione d’aria nell’unità di
macinazione dei perossidi e il
perossido è infiammabile a
contatto con l’aria, ecco perché la lavorazione avveniva
con azoto liquido e quindi a
bassissime temperature.
Durante l’operazione di raffreddamento dell’unità di macinazione, è emerso dai vari test
sui materiali, che sono state
raggiunte temperature notevolmente inferiori ai valori consueti. Questo ha danneggiato
l’apparecchiatura e permesso
l’ingresso di aria: a quelle temperature, è avvenuta la condensazione dell’ossigeno. Con la
presenza di ossigeno liquido e
perossido, l’innesco è avvenuto
con l’avvio dell’agitatore per la
macinazione.
In pochi all’incontro
La relazione sull’incidente è
stata illustrata l’altra sera alla
presentazione del nuovo piano
di emergenza esterno per gli
In «casa»
della Solvay
Il sindaco
Rita Rossa
è intervenuta
più volte
durante
la riunione
a Spinetta
stabilimenti Solvay e appunto
Arkema, nella sala conferenze
di Solvay a Spinetta. Peccato
sia avvenuto davanti a una platea un po’ misera. Solo un centinaio di persone. Quando nel
sobborgo di Alessandria, sotto
minaccia di incidente rilevante
per la presenza del polo chimico, abitano 6500 persone. In realtà erano forse solo una cinquantina i residenti che hanno
deciso di esserci; per il resto,
È stata presentata solo una
bozza del piano di emergenza
esterno: lo stesso sindaco e l’ingegnere Ciro Bolognese dei vigili del fuoco, che ha illustrato il
documento, hanno specificato
che proprio questi incontri (ce
ne saranno altri) servono a formulare integrazioni, modifiche. Al Comune, è poi stato ripetutamente detto, spetta soprattutto la gestione dell’informazione e l’assistenza alla popolazione; coordinamento e gli
altri elementi toccano alla prefettura. Il piano è un aggiornamento di quello del 2003, che, è
stato precisato, non scade ma
può essere appunto rinnovato.
In una commissione consiliare
dopo l’incendio del serbatoio
Arkema della scorsa primavera, si era però parlato di cinque
anni di durata.
«Non conoscevamo quello
precedente e dove possiamo
prendere visione della nuova
bozza», è stata una delle domande dell’assemblea. Il sindaco Rita Rossa ha risposto che è
possibile consultare il sito internet del Comune per prenderne visione.
COMUNITÀ MONTANA
Per i rifiuti
maxi-debito
dei Comuni
Un momento della «lectio magistralis» di Sapelli all’Ateneo
INCONTRO PER I 70 ANNI DI CONFARTIGIANATO
“Con le mani e con la mente”
L’elogio dell’artigianato
di Sapelli, economista eretico
Eterodosso, o secondo alcuni
addirittura «eretico». Contro
l’economia mondiale ormai
nelle mani della finanza selvaggia, contro il «ciampismo,
il padoaschippismo», insomma contro l’euro (e soprattutto la quotazione iniziale a quasi 2000 mila lire, «una sciagura»), ma anche consapevole
che uscire ora dalla moneta
unica europea «porterebbe
più mali di quanti ne comporta restarvi».
Giulio Sapelli non s’è smentito nella sua «lectio magistralis» nell’aula magna della facoltà di Scienze Mfn, invitato
ieri pomeriggio per il 70 anni
della Confartigianato alessandrina. La sua è stata una disamina a tutto campo: ha parlato della fine della divisione tra
banche d’affari e banche d’investimenti «che ha portato gli istituti di credito a diventare supermarket di strumenti che veicolano debiti», ha rincarato sul
ruolo degli Usa e della Germania che ha imposto il suo modello basato sull’export. Conclusione inquietante: «Ci avviamo
verso una lunga fase di stagnazione perché si produce molto
di più di quanto si consuma».
La nota di speranza semmai
arriva proprio dall’artigianato
«che dicono manuale, ma le mani senza l’intelletto non vanno
da nessuna parte». È il luogo
dove si può ancora tramandare
l’esperienza. Di qui l’appello finale alla platea di piccoli imprenditori: «Non fate studiare
troppo i figli, mandateli a imparare in azienda».
[P. B.]
Il socio di minoranza della «5
Valli», l’Asm di Voghera, intendeva mettere in mora i
Comuni della Comunità
montana Terre del Giarolo in
ritardo nel pagamento del
servizio di raccolta rifiuti. La
cifra complessiva è di circa
500 mila euro. «Srt, gestore
delle discariche dei rifiuti di
Tortona e Novi – spiega il sindaco di Vignole Borbera, Giuseppe Teti – ha messo in mora la 5 Valli poiché attende
circa mezzo milione di euro.
La società che si occupa della
raccolta rifiuti nella Comunità montana, che li anticipa
per conto dei Comuni, inizialmente, su richiesta dell’Asm,
socio di minoranza, intendeva mettere in mora i Comuni
in ritardo nel versamento
delle quote. Noi sindaci ci siamo opposti e il commissario
della Terre del Giarolo, ente
che detiene la maggioranza,
si è opposto». Le amministrazioni comunali a rischio mora
sarebbero quasi tutte dell’alta Val Borbera, con arretrati
che arrivano a 100 mila euro.
«Ho fatto mettere a verbale –
dice Teti – che non ha senso
mettere in mora Comuni che
non hanno più nulla. Meglio
prevedere rientri programmati dal debito». Si parla di
una fusione tra la 5 Valli, che
raccoglie i rifiuti anche a Volpedo e Sarezzano, e Gestione
Ambiente ma parte dei sindaci sarebbero contrari. [G. C.]
12
LA STAMPA
SABATO 24 OTTOBRE 2015
Il caso
PIERO BOTTINO
ALESSANDRIA
a vicenda è delicata: riguarda etica e legalità se
non altro perché protagonisti sono legali dipendenti o ingaggiati dal Comune. Ha già dato vita ad uno scambio di comunicati e repliche con tanto di
minacce di querela. Sarà bene
dunque attenersi ai fatti.
L
Alessandria e provincia .57
.
Il consigliere e l’avvocato
Ora è scontro in Comune
Locci accusa: ”Ingaggiato un legale collega dell’assessore”
giunge nell’interrogazione, che
la moglie di Abrile (Luisella
Quarati) è esponente di spicco
del Pd locale nonché nel Cda di
Costruire Insieme, azienda
partecipata dal Comune.
Il prologo
Claudio
Falleti
Esponente
dei Moderati, è assessore all’Organizzazione e
alle risorse
umane
Emanuele
Locci
Consigliere
di Fratelli
d’Italia
ha stilato
l’interrogazione
sull’incarico
ad Abrile
Diffide e repliche
Quattro legali dell’Ufficio avvocatura comunale nel 2013 fecero causa al Comune per ottenere l’indennità di «alta professionalità» prevista dal contratto
nazionale di lavoro. La vertenza
andava avanti dall’anno prima
quando, causa dissesto, il sindaca aveva chiesto ai dipendenti comunali di fare uno sforzo
per diminuire il monte stipendi.
Rita Rossa non prese bene l’iniziativa dei quattro, di qui alla fine il ricorso a vie legali. Una vicenda processuale che non s’è
conclusa favorevolmente per
Palazzo Rosso: a dicembre di
quest’anno il giudice non solo
riteneva giustificata l’indennità, ma imponeva di pagare anche gli arretrati dal 2009, in totale quasi mezzo milione. Adesso si va in appello.
La scelta del difensore
Non potendo rivolgersi ovviamente al suo ufficio legale,
gran parte del quale era la controparte, l’amministrazione
decise di farsi difendere da un
avvocato esterno e scelse Gianni Abrile, giovane legale che fece già parlare di sé dieci anni fa
quando s’interessava dei guai
dei pendolari acquesi (fu anche
membro dell’associazione guidata da Zorzan) promuovendo
da praticante una causa contro
le ferrovie per lo stress causatogli da un ritardo di oltre
quattro ore. Poi ha superato in
Spagna l’esame di abilitazione
ed è tornato in Italia ad esercitare la professione, attualmente con altri due colleghi che
hanno seguito, come molti altri, lo stesso percorso «intraeuropeo» (contestato vanamente in Cassazione dall’Ordine degli avvocati). Insomma
tutti e tre sono «abogadi».
L’interrogazione al veleno
A questo punto si inserisce l’interrogazione del consigliere di
FdI, Emanuele Locci, il quale
vuol sapere: con quali criteri è
stato scelto Abrile, qual è stata
la parcella pagata e soprattutto
se la giunta sapeva che uno dei
due colleghi del legale nello studio di piazza Garibaldi è Claudio Falleti, esponente dei Moderati e soprattutto assessore
all’Organizzazione e risorse
umane. Senza contare, s’ag-
Palazzo
Rosso
La sede
municipale
dove s’è
consumato
lo scontro
tra l’amministrazione
civica
e quattro
componenti
dell’Ufficio
avvocatura
INTERESSATI I COMUNI IN AREE MONTANE E COLLINARI
Imu agricola abolita o no? Restano i dubbi
“Finora solo annunci, manca il testo finale”
«Finora solo annunci, manca
ancora il testo finale». Il senatore del Partito Democratico Federico Fornaro è cauto e chiede di tenere i piedi
per terra sull'abolizione dell’Imu agricola, l'imposta entrata in vigore lo scorso anno
riferita a campi coltivati, vigne, boschi e persino terreni
incolti, duramente contestata dal mondo agricolo.
Nella Legge di Stabilità in
corso di redazione, secondo le
associazioni agricole Cia e
Confagricoltura, c'è l'abolizione sia dell’Imu che delliIrap
sui terreni agricoli, decisione
«accolta con favore, dopo sit-in
e proteste sul territorio fino alla mobilitazione nazionale del
31 marzo scorso». L'istituzione
dell'Imu agricola era stata collegata alla copertura delle spe-
se per gli 80 euro e aveva scatenato la reazione anche dei
sindaci, poiché i Comuni avevano subito pesanti tagli dal
governo, con l'invito a recuperare l'imposta dai contribuenti, spesso per terreni incapaci
di produrre reddito.
La risposta martedì
«Solamente martedì – annuncia Fornaro – potremo avere il
Federico Fornaro del Pd
A stretto giro arrivano sia la
diffida di Falleti («Detta assegnazione si è svolta nella massima trasparenza e di suddetta
procedura se ne darà risposta
in Consiglio comunale», inoltre
«A seguito delle citate “illazioni” il sottoscritto adirà l’autorità giudiziaria competente affinché proceda nei confronti dell’interpellante per le calunnie»)
sia la replica del Comune, che
anticipa alcune cifre. Fin dal titolo: «Falsa la notizia del pagamento di una parcella di 30 mila
euro all’avvocato Abrile». Mentre nel testo si precisa: «Per
l’incarico è stato previsto un
impegno di spesa di 3 mila euro
ed, al momento, non è stato liquidato alcun compenso al professionista». Il quale qualcosa
avrà ben chiesto. Ovviamente si
rivendica che «l’incarico è legittimo e ha ottenuto il parere tecnico favorevole del dirigente responsabile» e che «l’Amministrazione Comunale è dotata
del Codice Etico ed Integrità
dal gennaio 2014». Appunto
nella contro replica Locci spiega: «Il problema non è quanto è
stato pagato il legale ma il valore etico e l’opportunità». Se ne
discuterà in Consiglio. In città
già se ne parla, e parecchio.
testo e comprendere cosa contiene. Le novità di cui parlano
le bozze riguardano in sostanza un ritorno al pre-2014. Non
dovrebbero pagare più, quindi,
non solo le aree montane, anche la collina cosiddetta svantaggiata e neppure i proprietari che non sono più coltivatori
diretti. Esenti anche i terreni
di pianura coltivati da agricoltori. Novità senz'altro positive
e un segnale forte a favore
dell'agricoltura, anche di pianura». Secondo le associazioni
agricole la cancellazione
dell'Imu agricola «vale» 450
milioni di euro, cifra che dovrà
essere coperta in qualche modo dal governo.
[G. C.]
In breve
Ovada
Si perde nei boschi
ritrovata dai volontari
1 Lieto
fine per una donna
di 85 anni di Mantovana, frazione di Predosa, che ieri pomeriggio si è persa nei boschi
sopra Ovada, dove era arrivata per cercare castagne con
alcuni parenti e amici. Il
gruppo stava setacciando la
boscaglia nella zona del Termo, sopra la borgata di Costa,
quando la donna ha perso di
vista i compagni e si è smarrita. Gli amici l’hanno cercata
per un po’, poi alle 17 è scattato l’allarme, con l’attivazione
del protocollo per la ricerca
degli scomparsi, coordinato
dalla prefettura. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco di
Ovada, più due squadre di
Alessandria e una di Genova,
le unità cinofile dei vigili del
fuoco di Volpiano, i carabinieri di Ovada e Molare, il Soccorso alpino di Alessandria e
la Protezione civile. La donna, nel frattempo, aveva percorso diversa strada in discesa nel bosco, raggiungendo
una cascina, dove ha chiesto
aiuto. Dopo un paio d’ore è
quindi stata ritrovata e soccorsa, scossa ma in buone
[D. P.]
condizioni di salute.
Alessandria
Cane guida per un cieco
grazie ai Lions Club
1I
Lions Club cittadini
(Alessandria Host, Marengo,
Bosco Marengo, Leo) con l’offerta di 1.620 euro contribuiscono all’acquisto di un cane
guida da donare a un non vedente. I Club riuniti hanno festeggiato i decani con in testa
Peo Luparia e Gregorio Bennati (40 anni di iscrizione) seguiti da Enzo Balza, Roberto
Regalzi, Franco Castiglione,
Marco Ciravegna, Walter
Giacchero, Gianni Zingarini e
altri ancora. Riconoscimenti
specifici a Andrea Brunetti,
Mari Chiappuzzo, Giuseppe
Ferrigni, Maria Maso, Claudio Raiteri, Alberto Rota. [E. C.]
Altavilla Monferrato
Al convegno si discute
di alimentazione
1 «Il cibo del futuro, il futu-
ro del cibo» è il titolo del convegno regionale organizzato
dal sindacato nazionale pensionati di Confagricoltura oggi dalle 10,30 nella tenuta San
Martino di Altavilla Monferrato (strada provinciale per
Moncalvo 18). Interviene la
dietologa Elisabetta Borgini.
Info: www.confagricolturalessandria.it.
[G. LO.]
12
62 .Casale e Valenza
STAMPA
.LA
SABATO 24 OTTOBRE 2015
In breve
I CASALESI TORNANO A MANIFESTARE A ROMA DOPO 26 ANNI
“Basta alle disparità
tra i malati d’amianto”
SILVANA MOSSANO
CASALE MONFERRATO
È di nuovo ora di tornare a Roma a manifestare davanti ai
ministeri, perché non basta
l’assegnazione di una somma
«una tantum» di 5600 euro
per i malati di mesotelioma
che hanno contratto il temutissimo mal d’amianto per
esposizione ambientale o famigliare. Va bene il principio,
finalmente accolto, che Afeva
e sindacati sollecitano da oltre un quarto di secolo, ma
non va bene affatto la sperequazione che questa erogazione, disposta con decreto interministeriale del 4 settembre scorso, continua a rimarcare tra i malati. Quelli che
hanno mesotelioma di origine
professionale (ossia lavorarono a contatto con l’amianto)
hanno diritto a indennizzi
Inail e integrazioni del Fondo
nazionale vittime e, in caso di
decesso, la pensione si estende agli eredi. Quelli che si ammalano per l’ambiente contaminato o per la vicinanza a famigliari che lavoravano la fibra non hanno diritto a nulla
di tutto questo. Solo ora, dopo
26 anni di solleciti pressanti,
«meritano», se in vita, l’«una
tantum», introdotta «in via
sperimentale per gli anni
2015, 2016, 2017».
«Si è varcato lo steccato»
ammette Bruno Pesce, portavoce Comitato Vertenza
Amianto: «Per la prima volta
si prende in considerazione
una fascia di malati fino a oggi
Il 16 novembre al Salone Tartara nuova assemblea sull’amianto
dimenticati, come inesistente»,
benché ormai rappresenti il
maggior numero di persone che
manifesta la patologia.
Situazione inaccettabile
Ma la sperequazione va abbattuta: «Devono valere gli stessi
diritti di chi si ammala per causa professionale». Visto che così non è, ai casalesi non resta
che ripartire, come si fece oltre
venticinque anni fa, per più e
più volte, con faticosi viaggi autofinanziati e la caparbietà di
chi sente di essere nel giusto
che portò, nel 1992, alla legge
nazionale contro l’uso di
amianto. La vollero i cittadini
di Casale (dove peraltro il divieto era già stato disposto fin
dall’87 dal sindaco Riccardo
Coppo), ma la vollero per tutte
le città d’Italia. Dispiegarono
striscioni e si distesero per terra, a Roma, per ottenere quella
svolta storica di civiltà.
È di nuovo ora di mettersi in
viaggio. In un comunicato, diramato ieri da Afeva, si legge:
«Dopo 26 anni che sosteniamo
questa battaglia per un fondo di
indennizzo per tutte le vittime
dell’amianto e con reversibilità,
la lotta non è finita». L’associazione, con sindacati Cgil, Cisl e
Uil, nazionali inclusi, faranno
un presidio a novembre: si sta
decidendo la data.
Anche di questo si parlerà
nell’assemblea del 16 novembre
alle 17 al Salone Tartara.
Casale
Luci magiche e luna
fino a notte al Castello
1 Stasera dalle 21 al Castel-
lo magica atmosfera dedicata
alla luna e ai lumi delle lampade di Channukkah: sui bastioni osservazione della luna con
telescopi messi a disposizione
dal gruppo astrofili «Cielo del
Monferrato». Contemporaneamente si accenderanno alcune delle 172 «Channukiot», realizzate da artisti contemporanei di fama mondiale, ora
esposti (fino al 1° novembre)
nel castello e che fanno parte
del Museo dei lumi ebraici,
unico al mondo. Inoltre, fino
alle 24, sempre al castello, alla
mostra DiVino, con 80 reperti
egizi, visite con la sola luce di
torce, per ricreare l’atmosfera
dell’antico Egitto. Alle 18,30 il
professor Maurizio Larari,
docente di Etruscologia e Archeologia all’Università di Pavia, terrà una conferenza sul
tema «Non si pasce di cibo
mortale chi si pasce di cibo celeste». Degustazioni di grap[F. N.]
pe Magnoberta.
Mirabello
Oggi e domani mostra
sulla guerra mondiale
1 Oggi
dalle 15 alle 18 nella
chiesetta di S. Michele, mostra dedicata alla 1° guerra
mondiale, a cura di Comune e
Alpini. Aperta anche domenica (10-12 e 15-18).
[F. N.]
Coniolo
Gusti e visite nel paese
«che visse due volte»
1 Domani
per l’iniziativa
«Una miniera di…gusti» a Coniolo apertura dalle 11 del Museo «Coniolo, Il paese che visse due volte». Visite e degustazioni tutto il giorno. [F. N.]
Autorità ieri alla riapertura della strada della Valle Ghenza
IERI RIAPERTO TRANSITO DELLA VALLE GHENZA
Un patto Provincia-Comuni
per la manutenzione strade
La Provincia spenderà circa
170 mila euro per sistemare
strade della Valle Ghenza. I lavori partiranno già a novembre. La notizia si è appresa ieri, all’incontro che si è svolto
in municipio a Rosignano, in
occasione dell’inaugurazione
della strada della Valle Ghenza, riaperta dopo quattro anni
e mezzo di lavori. C’è stato anche un sopralluogo con i sindaci dei Comuni interessati
alla strada riparata, dove si
erano verificate due frane.
La Provincia, dunque, ha
annunciato che metterà a disposizione complessivamente altri 340 mila euro per la
sistemazione di strade, da
farsi in primavera, dando la
priorità ai luoghi patrimonio
Unesco.
Il primo intervento di novembre, nel territorio di Rosignano, riguarda il tratto
che va verso S. Martino, su
cui fu deviato il traffico quando la strada della Valle Ghenza era bloccata.
Altrettanta attenzione sarà
dedicata alla strada che collega
Rosignano a Ozzano, dove la
presenza di un’altra frana e un
intervento parziale ha consentito almeno di avere una viabilità alternata. Ma si vorrebbe arrivare al recupero definitivo: se
ne parlerà in un incontro la
prossima settimana. Altri parziali interventi verranno attuati sempre sulla provinciale 42,
dove ci sono stati piccoli cedimenti, ma pure a Camino e a
Alfiano Natta.
Contribuiranno anche i Comuni interessati - Rosignano,
Frassinello, Ozzano, Cella
Monte, Olivola, Ottiglio, Sala,
Vignale, Camagna - che hanno
stipulato una convenzione con
la Provincia per assicurare con
proprio personale la manutenzione (tagli erba, pulizia dei fossi) delle strade provinciali.
Una convenzione che la
Provincia intende ampliare a
tutto l’Alessandrino: se ne discuterà nel prossimo consiglio provinciale.
[F. N.]