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Copia di aa86593df0de1ce95d69f2236d0b184a Copia di aa86593df0de1ce95d69f2236d0b184a Copia di aa86593df0de1ce95d69f2236d0b184a 4 .Primo Piano STAMPA .LA DOMENICA 25 OTTOBRE 2015 Manovra, i tagli ai ministeri si fermano a tre miliardi Il più penalizzato è il dicastero dell’Economia che perde 2,4 miliardi Colpiti anche i Caf e i patronati, l’aumento dell’Iva rinviato al 2017 I numeri 100 milioni La riduzione (prevista dalla legge di stabilità) dei compensi ai Caf nel 2016 48 milioni Il sacrificio che sarà richiesto ai patronati sindacali 810 milioni Il ridimensionamento che viene imposto al Fondo tagliatasse ROBERTO GIOVANNINI ROMA Un testo finale della legge di Stabilità è ora all’esame del Quirinale, e dalla prossima settimana sarà partirà l’iter al Senato. Una manovra da 27 miliardi di cui ormai conosciamo le caratteristiche, ma che sorprende quando si osserva con quali tagli della spesa pubblica vengono coperti gli sgravi fiscali. Dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi, emerge che gli 8 miliardi di tagli non sono quasi per nulla «chirurgici», cioè mirati all’interno della spending review. Sono invece largamente di tipo «lineare», come ha fatto notare ieri il presidente (Pd) della Commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia. Un’operazione poco «raffinata», ma che evidentemente può provocare conseguenze nella misura in cui, tagliati i fondi, non si potranno più svolgere determinati servizi pubblici. O, com’è il caso della sanità, se le Regioni dovranno rifarsi con i ticket a spese dei cittadini. In alcuni casi il taglio della spreca viene quantificato in cifre molto modeste. È il caso del riordino degli acquisti di beni e servizi della pubblica amministrazione, che produrrà un risparmio di soli 216 milioni nel lioni di euro su cui la Regione aveva basato la sua programmazione». Il Veneto oggi non applica né addizionali né ticket a carico dei cittadini, ma ora teme di andare in rosso. Per ora, nessun governatore annuncia esplicitamente la sua intenzione di rifarsi a suon di ticket dei tagli decisi dal governo. Ma non è escluso che più di uno di loro cambi idea, o sia costretto a ricorrere a un piano di rientro che comporta addizionali: i farmaci innovativi sono sempre più cari, e curare una popolazione che diventa più anziana è un problema. Oggi i ticket regionali valgono 3 miliardi di prelievo fiscale «indiretto». Le conseguenze ANSA Il premier Matteo Renzi ha illustrato una legge di stabilità che taglia le tasse ma anche le spese 2016. Come ha spiegato il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, «possono sembrare pochi, ma sono uno sforzo di sistemazione di molte cose: stiamo facendo i costi standard sia per le Regioni che per i Comuni». Altri 163 milioni arrivano dal potenziamento della centrale acquisti. Non sono oggettivamente molti soldi, specie se 44 milioni Il risultato della stretta sul turnover nel pubblico impiego si confrontano con le voci più importanti, come i 3,6 miliardi di euro che sono cancellati dalla spesa destinata ai ministeri, e 1,8 miliardi tolti dal fondo per la spesa sanitaria delle Regioni. Per quanto riguarda la sanità continua il grido di dolore dei Presidenti delle Regioni: ieri il veneto Luca Zaia ha detto che «Roma taglia a Venezia 250 mi- Più problematico comprendere in che modo gli italiani subiranno eventuali conseguenze negative del giro di vite sui ministeri, che perdono solo nel 2016 quasi 1,5 miliardi di spesa in conto capitale (ovvero anche per investimenti) e 1,6 miliardi di spese correnti. In questo taglio spicca particolarmente il ministero dell’Economia, che perde 2,4 miliardi (fondamentalmente dalle tabelle di spesa): tra questi, 100 milioni di euro dal 2016 per i compensi spettanti ai Caf (altri 48 milioni si tolgono ai patronati sindacali), mentre il taglio del Fondo tagliatasse vale 810 milioni. Modesti gli effetti della stretta sul turnover nel pubblico impiego (44 milioni), mentre sempre nel 2016 si stimano 2 miliardi di entrate derivanti dalla procedura di emersione volontaria. Infine, anche tra due anni il governo dovrà trovare risorse per impedire che scattino le solite «clausole di salvaguardia»: per il 2016 sono serviti quasi 17 miliardi, 15,1 ne serviranno nel 2017, e 19,5 nel 2018 e 2019. Assenze in mutua Gli statali si ammalano il doppio dei privati: dieci giorni contro cinque LUIGI GRASSIA I lavoratori pubblici si ammalano il doppio di quelli del settore privato, anche se (per gli uni e per gli altri) va detto che la cifra assoluta non è altissima. I dati derivano da un’elaborazione dei Consulenti del lavoro su numeri dell’Inps. Risulta che nel 2014 si è registrata una media di 5,5 giorni di assenza per malattia dei lavoratori privati e di 10,2 giorni per quelli pubblici. In pratica, ogni giorno manca in media dal lavoro per malattia il 3,01% dei dipendenti pubblici e l’1,8% dei privati. E la differenza si accentua: nel 2014 c’è stato un calo delle giornate di mutua per i dipendenti del settore privato (quasi due milioni in meno, -2,4%) e un aumento per il pubblico (+60.011 giornate). I giorni di malattia nel settore privato sono stati 75.753.714 per circa 13,6 milioni di lavoratori dipendenti mentre per i circa tre milioni di lavoratori pubblici i giorni di assenza per questa ragione hanno superato i 30,8 milioni. Nel complesso in tutta Italia nel 2014 si sono registrate 106,6 milioni di giornate di assenza dal lavoro, a fronte delle 108,4 del 2013, con un risparmio per le casse dello Stato di circa 50 milioni. Nel complesso nel 2014 sono stati emessi 459.456 certificati in meno rispetto l’anno precedente. Il miglioramento si deve interamente al settore privato. Il mese nel quale ci si ammala di più è gennaio (1.380.000 di certificati nel pubblico e 690.000 nel privato su 13,34 milioni in totale) mentre il giorno della settimana nel quale è più frequente la comunicazione dell’inizio della malattia è il lunedì con il 30,3% del totale nel privato e il 27,22% nel pubblico (invece nel giorno di martedì sono rispettivamente il 18,76 e il 19,86%). Nel complesso i casi di malattia denunciati nel 2014, sempre sulla base dei dati provvisori Inps, è di 8,49 milioni nel settore privato e 4,85 nel settore pubblico. Nel settore privato i lavoratori che hanno avuto almeno un giorno di malattia sono stati poco più di quattro milioni (attorno al 30%) mentre nel settore pubblico sono stati 1.751.000 (il 58,36%). Se si guarda alla durata dell’assenza, in entrambi i comparti la frequenza più alta di eventi si colloca nella classe da 2 a 3 giorni, con il 31,7% per il settore privato e il 36,2% per la pubblica amministrazione. Fra i dipendenti pubblici è frequente anche la comunicazione di un solo giorno di malattia (1.315.776, cioè il 27% delle denunce di malattia) mentre per i lavoratori privati le assenze per malattia di un solo giorno sono appena il 12,3% del totale. LA STAMPA DOMENICA 25 OTTOBRE 2015 Primo Piano .5 . FINANZIARIA/LE MISURE Intervista FRANCESCO MAESANO ROMA entoundici miliardi. È alto tanto così il tetto del fondo sanitario per il prossimo anno. Otto Regioni, che già quest’anno non ci stavano dentro, si sono viste costrette ad aumentare addizionali e ticket. La Toscana non è una di queste, ma il suo presidente (del Partito democratico) Enrico Rossi è critico con i tagli prospettati dalla legge di stabilità. «La nostra spesa in sanità è ormai più bassa di quella di Francia, Inghilterra e Germania. Eppure siamo a parità di livello qualitativo. Il governo deve fare attenzione». C 3,6 miliardi I tagli complessivi che la legge di stabilità vorrebbe imporre alle Regioni 1 miliardo La dotazione del governo per la Sanità delle Regioni il prossimo anno In origine i miliardi dovevano essere tre 1,5 miliardi La riduzione di uscite che il governo chiede alle Regioni nell’ambito della spending review Che sanità avranno gli italiani se si realizzerà il piano di tagli da quindici miliardi in tre anni? «A ogni anno la sua pena. Quei tagli li discuteremo a partire dal 2016, nella prossima finanziaria. Se l’anno prossimo il prodotto interno lordo crescerà a cifre vicine al punto e mezzo percentuale si dovrà ripensare tutto. Sono più preoccupato per quest’anno». Un aumento di spesa da un miliardo invece che di tre. «Esatto. Con queste cifre resta fuori il rinnovo del contratto degli operatori della sanità e pure la partita degli investimenti sanitari. Anche se su quella abbiamo aperto un tavolo ad hoc». Vede spazi per trovare un accordo più favorevole? «La finanziaria viene approvata dalle camere, c’è tutto il tempo per discutere, il governo dovrà parlare con le Regioni e con il parlamento». Retroscena FABIO MARTINI ROMA Il ministro Lorenzin dice che è stato uno sbaglio affidarci la Sanità. Invece la Corte dei Conti ha dimostrato che abbiamo contribuito a risanare i bilanci Enrico Rossi Governatore della Toscana “Il governo ci ripensi In sanità spendiamo meno che nel resto d’Europa” Rossi, presidente della Toscana: spending review da ridiscutere Cosa chiede? «Innanzitutto vorrei capire quanto si aggiunge di spending review. Se si ragiona di un miliardo e mezzo di risparmi, accettabili e praticabili dalle Regioni, saremmo a due miliardi e mezzo. Che è già un’altra cosa. E poi resta fuori una sfida decisiva». Quale? «L’acquisto e la distribuzione dei farmaci contro l’epatite C. Il governo dovrebbe impegnare il Servizio sanitario nazionale a distribuire il farmaco che la cura il prima possibile a tutti gli ammalati. Così si risparmierebbe molto, sradicando definitivamente la malattia». Si tratta di un farmaco eccezionalmente oneroso. «È così. Ma invece di fare l’ac- Nuovi ticket Gli italiani temono di dover spendere di più per curarsi Almeno in alcune Regioni sarà inevitabile quisto nel giro di sette o di dieci anni perché non comprare le dosi tutte e subito, a un prezzo congruo, evitando di disperdere denaro nelle cure ai malati e scongiurando l’ulteriore diffusione di una patologia così invalidante? Sarebbe un grande rilancio del Servizio sanitario nazionale in anni in cui i tagli si sono fatti sentire». Colpire gli enti impopolari Così Renzi limita le proteste E in Senato spunta un ordine del giorno per eliminare otto Regioni on ci ha fatto caso quasi nessuno e in fondo è soltanto un ordine del giorno parlamentare. Ma due settimane fa l’assemblea di palazzo Madama ha approvato un odg del senatore pd Raffaele Ranucci, nel quale si ipotizza in futuro di ridurre il numero delle Regioni da 20 a 12. Il documento è stato approvato con il parere favorevole del governo. Certo l’esecutivo non ha annunciato di voler far avanzare a tambur battente quella suggestione, ma intanto è stato messo agli atti un altro tassello della “predicazione” anti-Regioni del governo Renzi. Un approccio che è diventato plateale nel varo della legge di Stabilità: la lettura del testo ha dimostrato che le Regioni dovranno rinunciare a 1,8 miliardi di spesa tendenziale per la sanità e poi dovranno risparmiare quasi altrettanto attraverso il rispetto del pareggio di bilancio. La decisione di Renzi di “aspirare” dalle Regioni una bella fetta delle risorse per far quadrare la legge di Stabilità, a N 1,8 miliardi I soldi della spesa tendenziale per la sanità a cui le Regioni dovranno rinunciare 60 milioni Sono invece i soldi a cui in media dovrà rinunciare ciascuna Regione solo per la spesa ordinaria giudicare dalle reazioni delle prime 48 ore, si sta rivelando centrata. Dove la Sanità è in rosso Poche critiche Piemonte Veneto Regioni in Piano di rientro (aumento di addizionali Irpef/Ires e possibile aumento dei ticket) Regioni con aziende ospedaliere da risanare (31 su 108) Presenza di un "Commissario ad acta" per il Piano di rientro Liguria Toscana Abruzzo Molise Lazio Sardegna Puglia Campania Sicilia Calabria A sorpresa tacciono, o esprimono critiche ragionevoli, anche i Governatori che più “spontaneamente” dovrebbero essere anti-governativi. Un silenzio che nei prossimi giorni potrà essere in parte interrotto, ma la sostanza è già sotto gli occhi di tutti, e conferma la lettura del presidente del Consiglio: le Regioni sono troppo impopolari e non possono consentirsi proteste plateali. Le Regioni per ora si limitano a protestare sottovoce non solo perché pesano i precedenti (Rimborsopoli e le tante “spese pazze”) e non solo perché dopo la riforma del titolo V della Costituzione gli sprechi si sono moltiplicati. Ma anche perché il taglio del governo è relativamente doloroso: «Diciamo la verità - sostiene Rocco Palese, vicepresidente dei deputati di Forza Italia ma anche il massimo esperto di finanza La soddisfa questa legge di stabilità? «Questa è la prima finanziaria espansiva in tanti anni. Punta molto sulla crescita. L’equità è un altro discorso e ci torneremo presto. Ma sulla sanità i soldi sono pochi, molto pochi. Lo ripeto: su quel tema bisogna che il governo discuta». Il clima non sembra favorevole. Per il ministro Beatrice Lorenzin è stato un errore affidare la responsabilità della sanità alle Regioni. «La Corte dei Conti dice invece che abbiamo contribuito in modo forte al risanamento dei bilanci della sanità. Questi giudizi così eccessivamente sprezzanti verso le Regioni fanno parte di una moda che non convince. Io sono favorevole al fatto che il governo si occupi della tutela dei diritti, del controllo e del monitoraggio della spesa, fino ad arrivare al commissariamento quando le cose non funzionano. Ma non tutte le realtà sono uguali». @unodelosBuendia pubblica delle opposizioni - l’entità vera del taglio della spesa ordinaria ammonta ad una media di 50-60 milioni a Regione, un taglio sopportabile. Il problema c’è sulla spesa sanitaria ma anche in questo caso l’annunciato taglio di due miliardi viene fatto sul tendenziale triennale, mentre per il prossimo anno il trasferimento aumenta di un miliardo. Vogliamo dirla tutta? Poiché la Commissione europea fa le sue stime sul tendenziale, all’Europa (prendendola in giro) diciamo che tagliamo due miliardi rispetto alla previsione precedente, ma nella realtà la spesa per la sanità aumenta sia pure di poco». Ma nella timidezza delle Regioni c’è un’altra ragione: alcune di loro negli anni scorsi hanno deciso di spendere diversamente dall’impegno assunto i fondi a suo tempo garantiti dal governo Monti per il pagamento degli arretrati dei fornitori e sono in attesa di un decreto governativo che, attraverso una partita di giro, che porti ad una riduzione del passivo accumulato. Particolarmente interessata la Regione Piemonte: ecco perché il suo presidente, Sergio Chiamparino si è dimesso dalla presidenza della conferenza StatoRegioni. Come per dire: avendo un corposo interesse “personale”, non potevo essere indirettamente condizionato in una vertenza “collettiva”. 6 .Primo Piano STAMPA .LA DOMENICA 25 OTTOBRE 2015 L’INCHIESTA DI SANREMO Reintegrato al lavoro il croupier che rubava La notizia è dello scorso aprile ma, ieri, è stata rilanciata con un certo disagio a Sanremo: un croupier del casinò (di proprietà del Comune ma gestito da una società privata siappure controllata dal pubblico) è stato reintegrato dal giudice del lavoro nonostante una condanna a 4 anni perché sorpreso a rubare. Secondo il giudice, infatti, nonostante la condanna il licenziamento sarebbe dovuto scattare solo al terzo grado del processo e non, come nel caso, al primo grado. Una decisione che ha comunque stupito La rabbia dei dipendenti onesti “Non copriamo gli assenteisti” Ascoltati come testimoni raccontano le malefatte dei “compagni di banco” GIANNI MICALETTO SANREMO Sono rimasti in silenzio per tanto tempo, forse troppo, ma adesso stanno trovando il coraggio di parlare. L’inchiesta della Finanza sugli assenteisti che fa tremare le fondamenta di Palazzo Bellevue, l’ex albergo da mezzo secolo sede municipale di Sanremo, sembra scuotere anche le coscienze di tanti dipendenti comunali «fedeli». Che non ci stanno a finire nel tritacarne di uno scandalo con echi pure oltre confine. Sono «compagni di banco» o colleghi di settore dei 43 colpiti da misura cautelare per truffa ai danni dello Stato e falso (35 agli arresti domiciliari e 8 sottoposti a obbligo di firma), ma anche dei 75 indagati a piede libero per concorso negli stessi reati. A questi si devono aggiungere i 78 per i quali gli investigatori non hanno rilevato condotte penalmente rilevanti, ma sufficienti per meritare una segnalazione al Comune, per gli eventuali provvedimenti disciplinari. Qualcuno ha già fatto sapere alle Fiamme gialle di avere «informazioni», insomma voglia di raccontare l’andazzo di un sistema ben radicato. Tanto da spingere i «furbetti del cartellino» a prendersi licenze con grande naturalezza, come se LA LETTERA Pietro Ichino* Anche nel pubblico si può già licenziare C ANSA 43 dipendenti Sono agli arresti domiciliari mentre 8 hanno l’obbligo di firma e 75 risultano indagati Bollatura Timbrare i badge dei colleghi e farsi poi ricambiare il favore era una cosa normale in Comune a Sanremo fosse normale andare a fare shopping negli orari di ufficio, piuttosto che coltivare la passione per il canottaggio o per il biliardo. Scatta così la «fase due» della maxi inchiesta, quella dedicata ai testimoni. Volontari o convocati nella caserma della Guardia di Finanza. Gli interrogatori potrebbero accendere altri fari sul malcostume imperante in municipio. Perché telecamere spie e pazienti ac- certamenti condotti in due anni di indagini (coordinate dalla Procura di Imperia) hanno consentito di smascherare tanti assenteisti, ma altri potrebbero essere rimasti nell’ombra. E ora i dipendenti onesti, magari costretti a lavorare di più per colpa dei «furbetti», hanno l’occasione per far uscire tutto il marcio dagli uffici comunali. Un’opportunità che pure l’amministrazione non vorrebbe farsi sfuggire, dopo aver sospeso i 43 dipendenti con le accuse più gravi, anche se adesso la priorità è far ripartire la macchina comunale: l’inchiesta ha falcidiato interi servizi, come l’anagrafe e la manutenzione fabbricati. Intanto, erano già stati bloccati i premi di produzione e di risultato (il sindaco Alberto Biancheri, che ha comprato a sue spese una pagina di giornale per spiegare ai cittadini quanto accaduto e cosa intende fare, ha confermato di essere stato informato dell’indagine fin dal suo insediamento, nel giugno 2014), mentre i «bonus» elargiti anche a otto inquisiti sono «indennità di specifica responsabilità» riferite allo scorso anno. Resta però il problema di fondo: come fare per premiare davvero la meritocrazia. Ci stanno pensando a palazzo comunale. Nell’attesa, facendo i conti salta fuori che gli «infedeli» hanno «rubato» oltre 2670 ore, corrispondenti a un anno di lavoro (o giù di lì) di un impiegato medio. Un calcolo legato, però, soltanto ai 43 raggiunti da misure restrittive. Degli altri non si sa, almeno in questa fase. Quanto basta, comunque, per dare l’idea della dimensione del fenomeno portato alla luce dall’inchiesta. Il recordman è il funzionario dell’ufficio progettazione e arredo urbano che andava a remare con gli amici, al circolo canottieri, durante il servizio: oltre 400 ore di assenza, con un danno erariale che la Finanza ha quantificato in 5680 euro. L’altro dipendente diventato suo malgrado simbolo dello scandalo, il vigile-custode che timbrava in mutande o faceva strisciare il badge ai familiari, di ore «rubate» ne ha accumulato una settantina, con un danno per le casse dello Stato di 551 euro. aro Direttore, leggo con stupore sulla Stampa l’intervista nella quale Federico Tedeschini, avvocato e docente universitario di diritto pubblico, contraddicendo il Presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone, sostiene che il licenziamento può essere intimato a un pubblico dipendente solo dopo la sentenza di condanna penale definitiva, nel terzo grado del giudizio. Prima di allora – sostiene Tedeschini – il dipendente, anche se colto con le mani nel sacco, potrebbe essere soltanto sospeso cautelarmente. Se le cose stessero davvero così, non ci sarebbe rimedio contro il malaffare nel settore pubblico: il dipendente nullafacente o disonesto potrebbe dormire sonni tranquilli, sapendo che, mal che vada, anche dopo essere stato scoperto continuerebbe per anni e anni a prendere metà dello stipendio, con la prospettiva di prendere anche l’altra metà se mai il reato si estinguerà per prescrizione o patteggiamento. Per fortuna le cose non stanno affatto così. Nel Testo Unico per l’impiego pubblico (d.lgs. n. 165/2001) è stato inserito nel 2009 il seguente Articolo 55ter. Rapporti fra procedimento disciplinare e procedimento penale 1. Il procedimento disciplinare, che abbia ad oggetto, in tutto o in parte, fatti in relazione ai quali procede l’autorità giudiziaria, è proseguito e concluso anche in pendenza del procedimento penale. […] La norma prosegue prevedendo la riapertura del procedimento disciplinare per la correzione del suo esito, sia esso favorevole o no al dipendente, nel caso in cui l’esito stesso sia contraddetto dalla sentenza penale definitiva. La legge questo stabilisce perché – come giustamente sottolineato da Cantone l’efficacia del provvedimento disciplinare dipende molto dalla sua immediatezza rispetto alla scoperta della mancanza. D’altra parte, non occorre che la mancanza grave di un dipendente pubblico sia rilevante sul piano penale, perché ne risulti giustificato il licenziamento. Per esempio, l’assenza ingiustificata sistematica o la negligenza grave e ripetuta possono essere punite con il licenziamento anche se non si accompagnano con la truffa della falsa registrazione della presenza o altro comportamento fraudolento. *Docente di Diritto del lavoro Senatore Lista Monti LA STAMPA DOMENICA 25 OTTOBRE 2015 . Estero .15 6750 Personaggio negozi Quelli del gruppo Inditex di cui fa parte anche Zara FRANCESCO OLIVO MADRID 8 L’ I suoi principali marchi Zara È il marchio più importante: produce abbigliamento e accessori Massimo Dutti È una catena di abbigliamento con 682 negozi Bershka È un altro marchio d’abbigliamento a basso prezzo Oysho È un marchio soprattutto di intimo, calzature e accessori uomo più ricco del mondo è praticamente un fantasma. Nella classifica di Forbes c’è una sorpresa: Bill Gates è stato superato per qualche ora da Amancio Ortega (patrimonio di 71,83 miliardi di euro), un nome che forse dice poco, con un volto che non dice quasi niente. Ortega, però, conta tanto, avendo fondato Zara e, con il gruppo Inditex, l’impero del tessile, che include marchi come Bershka, Pull&Bear e Stradivarius. Amancio, più che riservato, è uno che praticamente si nasconde. Lo ha fatto sempre, quando è stato alla testa del gruppo e quando, nel 2011, ha lasciato il timone, almeno in parte. Fino a 15 anni fa, pur essendo lui l’uomo più facoltoso di Spagna, nessuno possedeva una sua foto. Poi, al momento di entrare in Borsa, il signor Zara dovette inviare un modulo di adesione, allegando una foto tessera, con grande sollievo dei giornali. catene Tra cui Zara, Pull & Bear, Massimo Dutti, Bershka, Oysho, Stradivarius 133 mila I dipendenti sparsi nel mondo 60 per cento La quota di Ortega nel gruppo Inditex 5 Figlio di un ferroviere Figlio di un ferroviere della Spagna settentrionale, Ortega ha una storia nella quale tutto si mischia: leggende, aneddoti, storie vere e parabole mistiche. Come quando, bambino, ascoltò un fornaio dire alla madre: «Signora Josefa, ora basta, non le faccio più credito». Il piccolo pensò: «Alla mia famiglia non succederà più». Lui non parla, mai un’intervista, mai una dichiarazione o una smentita, cosa, quest’ultima, che ha favorito il sorgere di fantasie giornalistiche a rischio zero (mai nemmeno una querela). Pochi amici di sempre, lunghi dibattiti solo con i vicini di seggiolino allo stadio Riazor (è tifoso del Deportivo La Coruña). Quando il capo del governo spagnolo convoca gli imprenditori lui non si presenta, quando la tv lo cerca lui riesce a svanire nel nulla. «Tutto quello che si conosce lo si sa per deduzione o per omissione», spiega Jose F. Leal, esperto di miliardari spagnoli. Anche ora che è formalmente in pensione passa molto tempo nello stabilimento in Galizia, dove però non ha mai posseduto un vero e proprio ufficio. «Passa tutto il giorno intorno ai tavoli dove vengono disegnati i nuovi modelli», raccontò uno dei creativi dell’azienda, implorando l’anonimato. Quando divenne famoso i giornalisti si scatenarono alla ricerca di dettagli per gli articoli. L’opera fu, e resta, ardua: quelli che salirono continenti Quelli in cui sono presenti negozi del gruppo Inditex (27 Paesi) AP L’ascesa di Mr. Zara l’uomo invisibile che ha superato Gates Ortega, ex fattorino di La Coruña, ora possiede 71 miliardi È il più ricco al mondo, senza mai concedere un’intervista Amancio Ortega 79 anni fino a Busdongo, il paesino tra le montagne della Castilla e León dove Ortega nacque nel 1936, rimasero inappagati: nessuno dei 100 abitanti se lo ricordava, unica traccia del passaggio è il certificato di nascita. Gli articoli continuano di solito così: «Ci spostiamo a La Coruña», dove a 14 anni Amancio comincia a lavorare, il camiciaio La Maja lo assume come fattorino, qui conosce Rosalia Mera, che diventerà moglie e figura chiave del suo successo. Si mette in proprio nel 1963, fondando la ditta Goa, specializzata in accappatoi. Ortega si occupa di tutto, fabbricazione, distribuzione e vendita, un modello che gli serve per aprire il primo negozio: Zara, sulla calle Juan Flórez di La Coruña, specializzato in biancheria intima. I biografi raccontano che il no- me scelto da Amancio fosse Zorba, in onore del film con Anthony Quinn, ma gli uffici lo respinsero perché già registrato. Così, davanti all’impiegato comunale, Ortega optò, improvvisando, per Zara. L’ascesa fu rapida: prima i negozi a Madrid e Barcellona, poi l’espansione all’estero, a partire dal Portogallo. La scalata definitiva arriva quando nel 1985 si fonda il gruppo Inditex, che acquisi- IL 54ENNE ERA A PROCESSO PER L’EUTANASIA DI 7 PAZIENTI. CONDANNATO IN UN CASO Due anni al dottor morte francese “Ho agito da medico, non ho colpe” PAOLO LEVI PARIGI Alcuni lo considerano nientemeno che un «serial killer». Altri soltanto un medico «compassionevole» la cui unica preoccupazione era interrompere la sofferenza dei pazienti. In Francia il caso di Nicolas Bonnemaison - accusato di aver «avvelenato» tra il 2010 e il 2011 cinque donne e due uomini, tutti anziani e in fase terminale, somministrando loro potenti farmaci e sedativi - ha diviso gli spiriti tra favorevoli e contrari alle pratiche illegali dell’eutanasia. Ieri, dopo due settimane di processo, è arrivata la condanna. Nella sentenza d’appello i giudici di Angers hanno stabilito che il medico dovrà scontare due anni di carcere con la condizionale per il decesso di una sola delle sue pazienti, Françoise Iramuno, la cui famiglia si era costituita parte civile. Colui che alcuni bollano come «Dottor Morte» è stato invece prosciolto per il decesso degli altri sei pazienti per cui era alla sbarra. Motivo? Solo nel caso di Madame Iramuno ci sarebbe la prova di un’azione «intenzionale» con dosi di sedativo che l’hanno condotta in modo «par- ticolarmente rapido» verso la morte. L’imputato ha ascoltato il verdetto a testa bassa, impassibile, poi si è stretto ai famigliari e alla moglie in lacrime. Poco prima, lo specialista di 54 anni radiato dall’ordine e «colpito nell’onore» era tornato a dire di aver «agito da medico» e di non vergognarsi «per ciò che ho fatto». «Sollevato» L’avvocato ha detto che per Nicolas Bonnemaison, 54 anni, «è la fine di un calvario» AFP L’accusa chiedeva 5 anni Rispetto alle richieste dell’accusa, che invocava una pena a cinque anni, la condanna risulta minima anche se rappresenta comunque un capovolgimento rispetto al primo grado. Nel precedente processo a Pau, nel 2014, Bonnemaison venne completamente assolto. All’epoca i giudici sottolinearono la «buona fede» e lo spirito «compassionevole» del suo gesto susci- tando le ire di chi invece lo considerava un assassino che meritava l’ergastolo. Ieri però i suoi legali si sono mostrati comunque soddisfatti: «Siamo prosciolti in sei casi su sette: è una sce altri 7 marchi e diventa un impero. Zara cresce mentre tutto il resto crolla, puntando su prezzi bassi e produzioni sulle quali si sono fatte molte ipotesi, anche poco edificanti (stabilimenti sulle navi, manodopera all’estero). Nel 2011 il passo indietro, con le quote che restano però in famiglia, divise tra lui e i tre figli avuti da due mogli diverse. Basso profilo Sullo sfondo resta la riservatezza. Anche chi racconta di conoscerlo poi crolla: «Il mio amico Amancio», disse in una conferenza l’economista José María Gay de Liébana. La platea lo interruppe: «Davvero vi conoscete?». «Beh, in effetti non lo conosco, ma lui credo che sappia chi sono io». Il basso profilo è la politica del gruppo, con un marketing poco convenzionale: «Nel 2010 la Spagna è diventata campione del Mondo di calcio in Sudafrica racconta lo stesso economista - e Ortega che fa? Apre subito tre negozi a Johannesburg e Città del Capo, la pubblicità gliel’aveva fatta la nazionale di calcio. C’è stata la fila fuori per mesi». vittoria a punti», ha esultato l’avvocato Benoit Ducos-Ader, secondo cui nonostante la condanna il suo assistito è comunque «sollevato». «Per lui - ha detto - è la fine di un calvario giudiziario». E anche in quest’ottica il ricorso in cassazione appare piuttosto improbabile. Per anni lo specialista dell’ospedale di Bayonne si è difeso dicendo che se ha deciso da solo, senza consultare famiglie e pazienti, di accelerare la morte dei suoi assistiti, era solo per «risparmiare loro sofferenze estreme e rispettarne la dignità». Con la condanna di ieri il tribunale di Angers ha invece voluto «dare l’esempio», ricordando che quelle attuate da Bonnemaison sono pratiche «completamente illegali» che non si devono ripetere. Mentre i deputati dell’Assemblée Nationale si apprestano a dibattere proprio in questi giorni di una nuova legge sul fine vita. 16 .Cronache STAMPA .LA DOMENICA 25 OTTOBRE 2015 MILANO, IL PATRON CAPROTTI AVREBBE UTILIZZATO INTERCETTAZIONI NON AUTORIZZATE “Diffamazione contro le Coop” Dai pm accuse a Mr. Esselunga Bernardo Caprotti FABIO POLETTI MILANO La pubblicità, si sa, è l’anima del commercio. La cattiva pubblicità invece è reato. Come deve avere imparato Bernardo Caprotti, il padre padrone di Esselunga al quale la Procura di Milano ha notificato un avviso di fine indagini in cui viene accusato di essere «il finanziatore di una campagna diffamatoria contro Coop Lombardia». Una storia da 007 che vedrebbe il novantenne mister Esselunga gettare palate di fango contro il suo principale concorrente. Il reato su cui lavora il magistrato Gaetano Ruta è quello di ricettazione. In mezzo ci sono pure il direttore di Libero Maurizio Belpietro e l’ex giornalista del quotidiano Gianluigi Nuzzi, già condannati agli inizi del 2014 a pagare un risarcimento di 100 mila euro per alcuni articoli diffamatori usciti sul quotidiano agli inizi del 2010. Secondo la ricostruzione della procura il direttore di Libero avrebbe convinto il patron di Esselunga a stringere un rapporto di collaborazione con due investigatori privati che, dopo aver rotto con Coop Lombardia, si erano impossessati di alcuni cd rom con notizie che avrebbero potuto danneggiare la catena della grande distribuzione legata alle cooperative rosse. Caprotti avrebbe stipulato il contratto con la società dei due detective per Cristianamente è mancata Marilena Prato in Vagliani anni 71 L’annunciano il marito Pompeo, i nipoti Maria Enrica ed Enrico; parenti tutti. Santo Rosario domenica 25 alle ore 17,30 nella cappella Nostra Signora del Suffragio, via San Donato 33 e Funerali lunedì 26 alle ore 11 nella parrocchia Immacolata Concezione e San Donato. Dopo le Esequie la cara salma proseguirà per il Cimitero Monumentale. Non fiori ma eventuali offerte alla Fondazione F A R O O n l u s I b a n I T 10A0521601000000000110163. Il presente è partecipazione e ringraziamento. - Torino, 24 ottobre 2015 O.F. Mecca & Chiadò srl La Fondazione Tancredi di Barolo, con i Consiglieri ed i collaboratori tutti, partecipa al cordoglio del Presidente prof. Pompeo Vagliani e della sua famiglia, per la dipartita della consorte Marilena Prato L’imprenditore novantenne da sempre al centro di aspre polemiche è accusato dalla procura di Milano di ricettazione AP L’inchiesta che coinvolge Palenzona Unicredit, in uscita i manager indagati 1 Un rimescolamento nella prima linea di manager di Unicredit dovrebbe essere formalizzato a giorni. L’ad Federico Ghizzoni sta predisponendo le contromisure dopo quanto emerso con l’inchiesta della procura di Firenze sul gruppo Bulgarella, che coinvolge elementi di primo piano dell’istituto. Così mentre è stato ritirato il badge a Roberto Mercuri, «assistente» di Fabrizio Palenzona, anche il capo dei rischi Massimiliano Fossati e il capo del corporate Italia Alessandro Cataldo dovrebbero uscire ridimensionati. Non sarebbero state ravvisate irregolarità. Ma il danno reputazionale subito dall’istituto ha indotto Ghizzoni a decisioni rapide. Il Consiglio e tutto il personale dell’Opera Barolo partecipano con grande dolore alla scomparsa di Maria Maddalena Prato - Torino, 24 ottobre 2015 I condomini di via Principi d’Acajapartecipano commossi al dolore del dott. Vagliani ricordando la cara MARILENA. Il silenzio della vita terrena è sceso su Aldo Morgando Paolo, Chiara, Pia, Federico, Lilli, con nuore, generi, nipoti e pronipoti si stringono l’un l’altro attorno a lui in un ultimo tenerissimo abbraccio lasciandolo all’amoredi Vogi. Santo Rosario oggi ore 19,30 chiesa di San Giuseppe, via Santa Teresa 22. Funerali lunedì 26 ore 10,30 chiesa parrocchiale di San Tommaso. - Torino, 25 ottobre 2015 I cugini Morgando partecipano addolorati alla perdita del caro ALDO. socio fondatore - Torino, 26 ottobre 2015 Costernati sono vicini all’amico Pompeo, Alma e Pierluigi. Marisa e Graziella affettuosamente vicine a Pompeo nel ricordo della sua cara e insostituibile MARILENA. Luciana Pasino e Giorgio Salina Borello; Isabella e Gianluigi partecipano commossi. Gisella Arianna Gianmaria Mario Francesca Costanza Virginia Umberto e Matteo ricordano con grande affetto ALDO e abbracciano la sua grande famiglia. Abbracciano forte Paolo e famiglia Caterina, Chiara, Clotilde, Cristina, Elena, Eneida, Ferdinanda, Francesca, Gino, Lorenzo, Lorenzino, Maria Elena, Paolo, Patrizia, Sara, Silvia, Teresa, Ugo. Un pensiero dagli amici della casa di Varigotti. Giuliana Polacco e Mauro Uberti partecipano affettuosamente al dolore di Pompeo. Enrico e Novella Salza sono vicini al dottor Maurizio Mancini, ai figli Davide e Olga per l’improvvisa scomparsa della cara Affettuosamente vicini a Pompeo gli amici: Vera Schiavazzi Roberto Antonetto Patrizia Bordone Carlo Burdet Cristiano Daglio Piero Gondolo Felice Pozzo Vittorio Sarti Giovanna e Franca Viglongo Claudio Zoccola - Torino, 25 ottobre 2015 Carolina con Alberto, Paolo e Martina e Giovanna con Riccardo e Viviana sono vicini a Gigi, Enrica e Vitti con affetto per la perdita del papà Eugenio Varesio - Torino, 25 ottobre 2015 Circondata dall’affetto dei suoi cari è mancata Ortenilla Zinetti in Santoro anni 86 Lo annunciano il marito Donato; la figlia Mariarosa con il marito Antonio ed i nipoti Andrea e Matteo; il figlio Angelo con la moglie Franca e la nipotina Carlotta; la sorella Angela con i figli Enrico e Alberto con la moglie Graziella e i figli Giorgia e Lorenzo. Partecipano al dolore l’amica di sempre Vittoria, i consuoceri Battista e Lucia con il figlio Franco, Salvatore e Tino con il figlio Pino. Funerali mercoledì 28 ottobre ore 9,30 parrocchia S. Luca, via Negarville 14, Torino. S. Rosario martedì 27 ottobre ore 19 in parrocchia. - Torino, 22 ottobre 2015 un importo di 700 mila euro l’anno. Ottenendo in cambio un cd rom con alcune intercettazioni telefoniche non ufficiali dei vertici di una filiale delle Coop di Vigevano. A gennaio del 2010 usciranno su Libero tre articoli - il primo dal titolo «Così spiavo i dipendenti Coop» - in cui la catena di grande distribuzione viene dipinta come una specie di Spectre dedita allo spionaggio dei suoi collaboratori con ogni mezzo. Dai telefoni sotto controllo alle telecamere nascoste piazzate nei negozi, in violazione della legge sulla privacy. Da quegli articoli nacque un’inchiesta giudiziaria contro il direttore della Coop di Vigevano poi assolto perchè «il fatto non sussiste». In attesa che la procura di Milano formalizzi le accuse Ermenegildo Costabile, il difensore di Bernardo Caprotti, fa quadrato: «Ho studiato gli atti e ritengo l’accusa totalmente destituita di fondamento. In quanto appare assolutamente sganciata dalle dichiarazioni di tutte le persone ascoltate in indagini». Il bello è che in queste storie di complotti, spionaggio aziendale, detective e 007 chi è messo peggio sono i dipendenti Esselunga. Anni fa l’azienda di Bernardo Caprotti fece spiare un paio di lavoratrici infedeli che rubacchiavano sugli sconti tanto da essere licenziate. Le dipendenti si rivolsero in Cassazione ma alla fine la Suprema corte accertò che in quel caso spiare si poteva. E’ serenamente mancata Maria Giovanna Savio ved. Rapellino ANSA GLI ANNI DI PIOMBO SU FRONTI OPPOSTI Moro e Faranda, faccia a faccia a Milano 1 «L’incontro che cambia la storia. Vittime e responsabili della lotta armata a confronto». Era questo il tema che ieri a Milano ha visto insieme Agnese Moro, Adriana Faranda e Manlio Milani, protagonisti insieme ad altri del «Libro dell’incontro», il volume che mette di fronte i racconti di chi ha vissuto quegli anni su fronti opposti. Un percorso che Agnese Moro ha sintetizzato: «Aspiro ad essere una ex vittima. Io amerò per sempre mio padre, ma voglio andare avanti». In breve Parma Insulti razzisti a scuola Indagata la maestra 1 «Asini, tornatevene nella giungla, branco di scimmie ladre». Sono alcune delle espressioni che, secondo i carabinieri di Traversetolo (Parma), una maestra elementare usava nei confronti dei suoi alunni. Ora la procura ha notificato all'insegnante e alla dirigente due avvisi di conclusione delle indagini Accoltellato alla gola muore a 18 anni 1 Un ragazzo di Catanzaro Carla Ribotto Camerario 10 e LOTTO Numeri vincenti Serenamente è mancata E’ mancato all’affetto dei suoi cari Addolorati lo annunciano le figlie Anna e Silvia, l’adorata nipote Stefania con Rinaldo e parenti tutti. S. Rosario oggi alle ore 17,30; Funerali lunedì 26 alle ore 10 parrocchia San Giorgio Martiri, via Barrili 12, Torino. La presente è partecipazione e ringraziamento. - Torino, 23 ottobre 2015 (Gina) ved. Bonasso I cugini Piero, Chiara, Paolo e Cristina, sono affettuosamente vicini a Marco e ne condividono il dolore per la scomparsa della cara MAMMA. Nell’ abbraccio della cara moglie Ileana e delle figlie Stefania e Roberta è mancato il Federico Mariagrazia, Franco Mariagrazia, Titti Giampiero, con le loro famiglie, sono vicini a Stefy, Anna e Silvia. E’ mancato Aurelio Marchisio nonno bis partigiano grande tifoso del Toro A Funerali avvenuti l’annunciano i suoi cari. - Torino, 25 ottobre 2015 O.F. Aeterna - Torino E’ mancata ai suoi cari Nazzarena Montanari ved. Ciao A Funerali avvenuti lo annunciano i figli: Zoe con Mauro e Marco, Daniele con Tiziana e Alessandro. Il presente è partecipazione e ringraziamento. - Torino, 24 ottobre 2015 Eugenia Savarino Corti Lo annunciano con tristezza cugini, nipoti e parenti tutti. Un particolare ringraziamento a Violetta e Paola che con affetto l’hannoseguita. S. Rosario domenica 25 ore 17,30 e Funerali lunedì 26 ore 10 parrocchia SS. Annunziata. - Torino, 24 ottobre 2015 Genta dal 1848 - Torino Alla soglia dei 95 anni ci ha lasciati Lucia Boetto Testori medaglia di bronzo al valor militare, croce di guerra, cittadina onoraria di Falmenta Lo annunciano agli amici Silvana con Antonio e Anna, Ornella con Clementina Manuelo Luce, Enea, Claudio, Stella. Rosario lunedì 17,30, Funerale martedì 9,30 al Convitto via Principessa Felicita di Savoia 8/11. - Torino, 24 ottobre 2015 - San Mauro T.se, 24 ottobre 2015 avv. Giovanni Balducci anni 100 Lo annunciano la figlia Maria Grazia con Franco, Federico, Alessandro, Stefania, Vittorio, Giorgia. Funerali lunedì 26 corr. ore 14 parrocchia S. Alfonso. La presente è partecipazione e ringraziamento. - Torino, 25 ottobre 2015 O.F. Domus - Torino Luigi Ruffino di anni 85 Ne danno doloroso annuncio la moglie Antonietta, i figli Massimo e Dario e le loro famiglie. Funerali lunedì 26 ottobre ore 11 parrocchia S. Giovanni Bosco. S. Rosario in chiesa domenica 25 ore 17,30. - Torino, 23 ottobre 2015 RINGRAZIAMENTI O.F. Ofram - San Mauro T.se I famigliari di Aldo Giuliano Pistocchi anni 91 Si uniscono i nipoti Elena, Roberto, Alessandro e Carlotta, il genero Marco e parenti tutti. Funerali martedì 27 alle ore 10 parrocchia San Pellegrino. Silvio Curto ringraziano per l’affettuosapartecipazione. Messa Trigesima domani ore 18,30 chiesa San Giuseppe via Santa Teresa 22. - Torino, 25 ottobre 2015 La famiglia Bacchini sentitamente ringrazia tutti coloro che hanno partecipato al dolore per la perdita del caro Franco - Torino, 24 ottobre 2015 - Torino, 24 ottobre 2015 E’ mancata serenamente attorniata dall’affetto dei nipoti I famigliari di Mimma Merkel Cavallotti John Occelli La ricordano con grande nostalgia i nipoti Merkel, Valente, Ponzio e la cognata Eva. Si ringraziano Lucia, Kama e Kascia per le cure prestate. Il Funerale avrà luogo a Torino lunedì 26 ottobre alle ore 11 nella parrocchia di S. Agnese. ringraziano per la calorosa partecipazione. - Torino, 25 ottobre 2015 O.F. Mollea - Savigliano Cristianamente è mancato il E’ mancato al nostro affetto 2 4 5 8 9 10 12 13 23 26 29 35 38 43 52 60 70 73 75 82 Luigia Cocilio di anni 94 Lo annunciano tutti i suoi cari. Funerali lunedì 26 ottobre ore 11 chiesa San Benedetto Abate, San Mauro Torinese. Rosario domenica 25 ore 19,30 stessa chiesa. N.D. JACKPOT 22.333.795,44 € Nessun 6 Nessun 5 + Ai 4 con punti 5 59.022,61 € Ai 607 con punti 4 391,03 € Ai 24.628 con punti 3 19,22 € Marco Gentile, di 18 anni, è morto dopo che è stato accoltellato alla gola in una lite. È successo in un giardino pubblico. Sul movente indaga la polizia. anni 94 Ne dà l’annuncio il figlio Marco con Alga, Alessandro, Camilla, il piccolo Francesco ed i nipoti. Un grazie a Liuba ed alle dottoresse Bergoglio e Tibaldi per le amorevoli cure. Santo Rosario questa sera alle ore 17,30 parrocchia Patrocinio di San Giuseppe, via Biglieri 7. Funerali lunedì 26 alle ore 11 in parrocchia. - Torino, 23 ottobre 2015 Giubileo 011.8181 Serenamente è mancata SUPERENALOTTO Combinazione vincente 9 14 33 numero jolly 2 38 46 87 superstar 79 MONTEPREMI 1.573.936,16 € Catanzaro dottor Ci ha lasciati Il Lotto Concorso N. 128 - Sabato 24 ottobre 2015 Bari 13 52 8 3 18 Cagliari 4 12 73 31 68 Firenze 38 75 10 33 24 Genova 2 23 69 41 1 Milano 35 9 28 83 32 Napoli 12 5 44 69 30 Palermo 70 35 65 76 12 Roma 82 43 29 17 59 Torino 60 26 71 70 17 Venezia 12 29 68 5 90 Nazionale 35 20 47 68 28 - Torino, 25 ottobre 2015 ANNIVERSARI 2014 2015 Valter Tomba Ricordandoti. Messa 27 ottobre ore 18,30 chiesa Sacro Cuore di Gesù. p.i. Pierangelo Delgrosso titolare cinema Politeama Chivasso anni 91 Lo piangono la moglie Luisa, figlie Alessandra, Claudia, Stefania, nipoti, parenti tutti. Funerali lunedì 26 ore 15,15 via Orti 2 per Duomo. - Chivasso, 24 ottobre 2015 O.F. Besso dal 1848 2014 2015 Angelo Caruso Vietti Indelebile sublime amore. I tuoi cari. 1965 2015 dott. Giuseppe Schellino Ci sei mancato. A gricoltura 18 .Agricoltura 1 A luglio in Francia è andata in scena la protesta degli allevatori che hanno bloccato strade e autostrade. Anche in Italia si lamenta la differenza penalizzante tra costi di produzione e prezzo all’origine: «Perdiamo 10 cent al litro» STAMPA .LA DOMENICA 25 OTTOBRE 2015 Dal Piemonte alla Puglia I contadini auto-convocati arruolano anche gli allevatori Sabato a Roma in piazza anche i sindaci: il nostro lavoro è sottopagato MAURIZIO TROPEANO TORINO L’export agro-alimentare made in Italy vola a livelli record sopra i 33 miliardi e mezzo di euro ma c’è una parte dei produttori che denuncia impoverimento, chiusura delle aziende e attacco di speculatori che mettono mani sulla terra messa in vendita per la crisi comprandola all’asta oppure prestando a tassi di usura. Agricoltori che hanno deciso di mobilitarsi al di fuori delle grandi organizzazioni sindacali. Il movimento per il riscatto rurale è nato tra la Puglia e la Basilicata ma in questi mesi un camper con a bordo 5 persone ha iniziato a girare per l’Italia per intercettare e raccogliere il disagio degli agricoltori ma anche per tessere alleanze con chi ha deciso di dire basta e di metterci la faccia. E il fronte si è lentamente allargato arrivando anche in Piemonte. Qui i più arrabbiati sono gli allevatori, in maggioranza giovani che hanno dato vita, attraverso un gruppo creato su WhatsApp a un comitato «Noi siamo voi, uniti si vince» che giovedì scorso ha portato oltre trecento produttori di latte a un incontro con l’assessore regionale all’agricoltura, Giorgio Ferrero, chiedendo, tra le altre cose, la presenza di una loro delegazione ad eventuali incontri con gli industriali. Prezzi bassi 1 La protesta del movimento per il riscatto rurale si svolgerà il 31 ottobre in contemporanea con la chiusura dell’Expo milanese: «Stop al Made in Italy fatto da marchi che vendono prodotti agroalimentari fatti senza il nostro lavoro» Perché la protesta? La caduta verticale del prezzo pagato alla stalla per un litro di latte. Oggi è intorno ai 32 centesimi a fronte di un costo di produzione di 42. Insomma, ogni litro di latte fresco viene prodotto con una perdita di 10 centesimi. Molti hanno raccontato i loro problemi davanti all’assessore e c’è chi ha anche spiegato di essere costretto a vendere le mucche per pagare le rate del mutuo. Il giorno dopo in una azienda agricola di Scalenghe c’è stato l’incontro con i delegati del movimento per il Riscatto Rurale. Gianni Fabbris, il coordinatore della rete, spiega: «Ormai siamo entrati in un modello che strozza il lavoro e la produzione praticamente in tutti i settori del- L’assemblea degli allevatori piemontesi che si è svolta a Vigone convocata attraverso WhatsApp Fedagri: trend in crescita Mense scolastiche biologiche dal 2011 in aumento del 43% l’allevamento e dell’agricoltura. Un modello che definisce i prezzi sul mercato internazionale e lascia i costi al territorio. È una continua corsa al ribasso e a comprimere il reddito e il salario di chi produce». Le rivendicazioni Il biologico nel piatto degli scolari sta diventando una presenza costante e, soprattutto, in crescita. I pasti giornalieri serviti nelle 1249 mense scolastiche sono arrivati a 1,2 milioni. Nel 2010 il servizio di ristorazione biologica era garantito in 872 istituti. In quattro anni c’è stato un aumento del 43% con un giro d’affari che nel 2014 è arrivato a 315 milioni, oltre il 10% del mercato italiano del comparto. I dati sono certificati da uno studio di Biobank presentato nei giorni scorsi ad Expo. «Il trend è senz’altro positivo, ma molto si può ancora fare per incrementare l’impiego di prodotti bio anche nella ristorazione collettiva», spiega Andrea Bertoldi (Alleanza delle cooperative agroalimentari). Nel 1996, quando venne fatta la prima rivelazione le mense biologiche in tutta Italia erano 24. Poi sono len- tamente aumentate fino a raggiungere nell’ultimo decennio un incremento medio del 10%. La fotografia di Biobank elaborata da Fedagri-Confcooperative consegna una diffusione sul territorio nazionale molto variegata: in alcune regioni l’imp i e go d i prodotti biologici nelle mense è ancora alquanto contenuto, altre come Lombardia (224 mense bio), Veneto (192) ed Emilia Romagna (172) sono oggi leader. Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige registrano la più alta concentrazione rispetto al numero di abitanti. In 290 mense viene utilizzata una percentuale di almeno il 70% di materie prime bio. [M.TR.] L’ambizioso obiettivo della marcia per il riscatto delle Comunità rurali, è di costruire «una Coalizione Rurale che apra una vertenza nazionale perché sia rispettato il lavoro agricolo e siano garantite condizioni degne per chi vive e opera nelle aree rurali». Sabato prossimo si capirà la forza e il peso che potrà giocare questo movimento a cui partecipano anche molti amministratori locali. La scelta di farla il 31 ottobre a Roma non è casuale. Quel giorno, infatti chiude Expo, e l’idea del movimento è di cercare di fare da contraltare alle celebrazioni: «Ci siamo mobilitati - spiega Fabbris - anche perché non sopportiamo più l’ipocrisia di un made in Italy che “tira” mentre nelle campagne italiane aumenta la povertà». Dal loro punto di vita «il made in Italy deve essere prodotto dei nostri agricoltori e non dei marchi senza il nostro lavoro». +11% Il calo dell’euro e il crollo dello sfuso trascinano il valore del vino italiano L’aumento del valore del vino italiano del 6,8% è uno dei dati più interessanti dell’annuale analisi diffusa da Rabobank sul mondo del vino. L’appuntamento con il rapporto della banca olandese - anticipato in Italia dal sito www.winenes.it - è uno dei più attesi perché offre uno sguardo globale sugli enomercati. Il 2015 dell’Italia si profila come un’annata storica, e non stiamo parlando solo di qualità. Infatti si registrerà un aumento del 6,5% del valore, spesso uno dei punti deboli del nostro vino rispetto ai francesi. La buona notizia è probabilmente figlia del calo dell’euro e del crollo dello sfuso che nei primi mesi ha registrato un -13,3%, ed è stata propiziata dai risultati degli spumanti, con quel +20,6% che per la prima volta è stato caratterizzato dalla crescita dei prezzi. Insomma un vino italiano che prende più corag- GAETANO PASCALE Consumo suolo, basta melina sulla legge a qualità e la tipicità delle produzioni agricole non possono in alcun modo prescindere dal suolo e dal suo stato di salute. Il suolo, infatti, costituisce una riserva fondamentale della biodiversità e l’agricoltura è il settore produttivo più intimamente legato alla buona conservazione di questa risorsa. Eppure, nel nostro Paese, ci troviamo di fronte a un bene comune che viene continuamente sacrificato, soprattutto attraverso politiche di cementificazione spinta in nome di un presunto sviluppo economico e demografico, generando un’espansione urbanistica oltre ogni logica e necessità abitativa. Questa tendenza ha portato l’Italia a un livello di consumo di suolo che è fra i più elevati d’Europa. La devastante alluvione che ha recentemente colpito il Sannio ha messo in ginocchio popolazione e tessuto produttivo e, oltre a rendere permanentemente più fragile l’assetto idrogeologico territoriale, richiederà diversi anni prima che vengano ripristinate strutture e infrastrutture di popolazione e aziende. E anche in questo caso saranno le attività agricole a pagare il dazio più elevato. Una normativa volta a limitare il consumo di suolo può contribuire a prevenire o a ridurre i danni provocati da nuove alluvioni. Perciò auspichiamo che il Parlamento proceda rapidamente all’approvazione del ddl in discussione da oltre un anno e mezzo. Un percorso che dovrà essere accompagnato dalla sensibilizzazione delle coscienze sull’importanza della manutenzione del territorio, senza il quale diventa difficile invertire una rotta le cui conseguenze non sono più sostenibili. L Il rapporto Rabobank LUCA FERRUA Sostiene Slow Food gio e più fiducia nei suoi mezzi anche fuori delle regioni leader Piemonte e Toscana. Il mercato sempre più attento a bere bene è molto favorevole alla crescita di valore e registrato dati positivi anche la Francia e la Spagna e soprattutto gli Stati Uniti che, grazie alle performance di California e Oregon, hanno conquistato quote di mercato in Gran Bretagna, Cina e anche in Germania. E sulla scia del momento favorevole si inseriscono anche Australia e nuova Zelan- il mercato web L’acquisto di vino online cresce più del doppio rispetto ai canali tradizionali REUTERS da, entrambe in grande crescita sul mercato cinese. Tra i Paesi produttori e per tradizione protagonisti del mercato solo da Cile e Argentina ar- rivano segnali di non-crescita. Si vende più vino e lo si vende meglio e tra i canali che si stanno conquistando spazio arriva - finalmente - anche il web. Sulla rete sono arrivati e crescono con le loro enoteche virtuali big come Amazon e Alibaba e anche a loro si deve una crescita delle vendite online pari all’11%, quasi il triplo dell’aumento sui canali tradizionali. Secondo l’analisi di Rabobank la rete ha aumentato l’appeal del vino tra i giovani con la fascia tra i 18 e i 36 anni che guida i nuovi consumatori cinesi. Su tutti i mercati l’Italia ha un ruolo da protagonista, merito delle etichette più prestigiose che hanno la capacità di affascinare. Il 2015 sembra l’anno del barolo con l’attenzione del mondo che punta sempre di più ai cru e in particolare a Cannubi al centro di un interesse che lo mette sullo stesso piano dei grandi cru internazionali. twitter @ferrua_notte 12 LA STAMPA DOMENICA 25 OTTOBRE 2015 Alessandria e provincia .49 . AMBIENTE DA TUTELARE “Mettete a rischio i nostri acquedotti” Parte da Arquata e Novi la battaglia contro impianto a biogas in Liguria lungo lo Scrivia GIAMPIERO CARBONE ISOLA DEL CANTONE Progetto al confine con la provincia 1 Dice l’inge- gnere Fabio Rivara: «Il business non sarà la produzione di energia, ma lo smaltimento dei rifiuti. Ne arriverebbero 33 mila tonnellate all’anno, da distanze notevoli visto che in zona non ci sono industrie utili all’impianto né c’è una quantità di umido sufficiente. Ne serve dieci volte tanto quello prodotto in Alta Valle. E c’è il rischio di incidenti, poiché resterebbero stoccate 10 mila tonnellate di rifiuti in fermentazione, a 70 metri dal greto dello Scrivia». «Non si escludono impatti ambientali rilevanti sul territorio piemontese, tenendo conto del fatto che dal torrente Scrivia si alimentano gli acquedotti di alcuni Comuni». Lo scrive la Regione Liguria in una lettera inviata a Torino, all’amministrazione regionale piemontese, a proposito del progetto di impianto di produzione di biogas proposto dalla società Energa in località Camposaragna, a Isola del Cantone (Genova), a poca distanza dal confine con la provincia di Alessandria e il Comune di Arquata Scrivia. Muliere e Pezzan «Chiederemo alla Regione Piemonte di farsi parte in causa» Assemblea pubblica La lettera è stata letta l’altra sera a Isola del Cantone, nell’assemblea pubblica convocata dall’Associazione isolana ambientalista (Aia) per far conoscere il progetto, «depositato a luglio in Regione - ha detto Claudio Cosso -. Il 24 agosto il Consiglio comunale di Isola ha votato all’unanimità contro l’insediamento, 235 isolesi hanno firmato osservazioni contrarie e anche la giunta di Arquata si è espressa con un parere negativo». Le contestazioni Quali sono gli elementi negativi dell’impianto? «I dati - ha detto Fabio Rivara, ingegnere meccanico - dimostrano che il business per la Energa non sarà la produzione di energia, ma lo smaltimento dei rifiuti. Ne arriverebbero 90 tonnellate al giorno, ossia 33 mila tonnellate all’anno, da distanze notevoli visto che in zona non ci sono industrie utili all’impianto né c’è una quantità di umido sufficiente. Ne serve dieci volte tanto quello prodotto in alta Valle Scrivia. C’è poi il rischio di incidenti, poiché nell’impianto resterebbero stoccate 10 mila tonnellate di rifiuti in fermentazione, a soli 70 metri dal greto dello Scrivia». Nel torrente finirebbero inoltre da 8 a 50 metri cubi al giorno di scarichi senza che sia stata prevista nessuna forma di controllo, senza contare il timore per le puzze. Da quanto è emerso durante la serata il progetto dovrebbe essere sottoposto a valutazio- ne di impatto ambientale anche se manca l’ufficialità. L’Aia e il Comune puntano su una lacuna riferita ai terreni scelti dalla Energa: un mappale oggetto del compromesso firmato con l’azienda in realtà non sarebbe nella disponibilità del presunto proprietario. I Comuni contrari Sia il sindaco di Isola, Giulio Assale, sia Stefania Pezzan, capogruppo di maggioranza ad Arquata (c’era anche l’assessore Roberto Prando), hanno contestato la lettera della Regione Liguria poiché non cita le delibere di contrarietà dei due Comuni e sostiene l’assenza di particolari criticità ambientali, Scrivia a parte. «La nostra delibera - ha detto Pezzan - sarà approvata anche dal Consiglio. Solleva proprio il pericolo per gli acquedotti ed già stata inviata ai Comuni piemontesi. Il progetto, per altro, A Sezzadio, dopo il ritrovamento di amianto In Consiglio comunale il sequestro del centro di recupero di rifiuti edili Sarà discusso nel Consiglio comunale di Sezzadio il sequestro del sito della Bioinerti da parte dei carabinieri del Noe. Il centro di recupero di rifiuti edili si è visto apporre i sigilli dopo il ritrovamento di quantità indefinite di amianto da parte dell’Arpa, mentre la Provincia ha avviato la procedura di revoca dell’autorizzazione rilasciata all’azienda del gruppo Allara. Interrogazione I consiglieri di minoranza Enzo Daniele e Filippo Furlani hanno presentato al sindaco Piergiorgio Buffa un’interrogazione che sarà discussa giovedì in Consiglio comunale. Il gruppo Sezza- Vicente «Urbano» Taquias dio nel cuore chiede chiarimenti sulla situazione della Bioinerti e fa proprie le richieste dei Comitati di base della Val Bormida, che subito dopo il sequestro hanno chiesto di fermare il transito dei camion in paese, in particolare davanti alle scuole, per il timore di una eventuale dispersione di fibre d’amianto. Non solo: i consiglieri, così come i comitati, chiedono al Comune di Sezzadio di sollecitare una campagna di campionamenti e carotaggi in tutte le cave del paese, già richiesta per il territorio provinciale dal Consiglio regionale lo scorso giugno su mozione dei 5 Stelle e finora non attuata. Il gruppo consiliare Sezzadio nel cuore chiede anche controlli sull’aria nella zona tra il paese e la Bioinerti e che l’interrogazione venga discussa in una seduta aperta. non dice che l’impianto sarà al confine con Arquata». «Sono stato avvisato da Assale - dice il sindaco di Novi, Rocchino Muliere -. Valuteremo la documentazione e chiederemo alla Regione di farsi parte in causa poiché ci possono essere conseguenze per gli acquedotti». Timori Vicente «Urbano» Taquias, esponente dei Comitati di base della Val Bormida, commenta: «Il blitz nel cantiere della Bioinerti conferma tutti i nostri timori. La presenza di amianto è un fatto gravissimo, per i rischi che comporta per la salute pubblica, e non ci piace il silenzio degli enti locali: il cantiere è sotto sequestro da giorni e nessuno sa nulla né dice nulla ai cittadini di Sezzadio, che hanno il diritto di sapere se esistono rischi per la loro salute, e in quale misura». Poiché la Allara lavora nei cantieri del Terzo valico, in particolare a Radimero (Arquata) e nel deposito di smarino di Libarna (Serravalle), i comitati No Terzo valico annunciano un esposto a procura, Arpa, Asl e Noe per chiedere verifiche su «che cosa abbiano scaricato i camion della Allara» in Valle Scrivia. Nessun commento sulla vicenda di Sezzadio arriva dalla ditta Allara. [G. C.] 12345 64 .Nord-Ovest STAMPA .LA DOMENICA 25 OTTOBRE 2015 G IOVANI & UNIVERSITÀ Che cos’è 63 Lingue parlate dagli iscritti a Mylittlejob per una produzione di 1 milione 50 mila parole in un mese 4.000 I nuovi lavori commissionati da aziende e inseriti sul portale nell’ultimo mese (per un totale di 74750 svolti finora) 1.234 Liliana Margagliotti, siracusana laureata all’Università della Valle d’Aosta, ha 21 anni e ora vive in Germania La baby importatrice di Mylittlejob Neo laureata ad Aosta guida lo sbarco in Italia del colosso che trova lavoro agli studenti M FRANCESCA SORO AOSTA eno camerieri e babysitter in nero, lavora online e usa il tuo talento». L’allettante invito è il claim di Mylittlejob, la piattaforma, nata nel 2011 in Germania, che sta sbarcando in Italia sotto la guida di Liliana Margagliotti, 21 anni, siracusana neo laureata all’Università della Valle d’Aosta in Lingue e comunicazione per l’impresa e il turismo. Il progetto è diretto a tutti quegli studenti che, per mantenersi agli studi o per Ha frequentato la facoltà di Lingue e comunicazione per l’impresa e il turismo Ora vive ad Amburgo avere qualche soldo in più da spendere, cercano lavoretti da poter fare dal computer di casa, ma mettendo in cam- po i propri talenti rispondendo alle committenze di aziende del mercato. Come funziona «Ad oggi, ed è ciò che vogliamo allargare all’Italia - dice Margagliotti - quasi 80 mila studenti redigono articoli, scrivono descrizioni di prodotti per alcuni online store, traducono testi generici e specializzati, aggiornano database, trattano dati e li convertono da un formato all’altro, da audio a scrittura per esempio. Le aziende che hanno bisogno di questi servizi possono iscriversi al portale, inserire un incarico e stabilirne il prezzo. Poi gli studenti svolgono il lavoro, lo consegnano entro la scadenza stabilita dall’azienda, il team di Mylittlejob esegue un controllo qualità e antiplagio e lo invia al committente, che retribuisce solo se soddisfatto e questo crea interesse a consegnare un prodotto ben fatto, altrimenti si sprecherebbe solo tempo!». Vercelli TROVA LAVORO Quanto si guadagna Il compenso, di cui la piattaforma si trattiene il 20 per cento, è più competitivo rispetto al prezzo di mercato (e adattato all’Italia), «ma spiega la developer - il nostro target è diverso da quello dei traduttori giurati o specializzati: per le aziende in fase di negoziazione che vendono online e hanno le descrizioni prodotto da tradurre, un traduttore costa troppo, soprattutto se a ripetersi sono sempre gli stessi termini». I possibili sviluppi Un altro plus sono le idee innovative che un mercato di studenti può garantire e anche il servizio di online marketing in generale. «Penso alla Valle d’Aosta che conosco bene: quanti rifugi e piccole strutture ricettive non hanno un sito, non sono su Tripadvisor o su Trivago? Okay essere di nicchia, lo si può fare con manovre di prezzo, ma essere presenti online è importante e si possono sicuramente trovare soluzioni in cui le aziende valdostane possano affidare la creazione e gestione di sito, portali turistici e social a studenti dell’università valdostana: basta inserire lo username, ad esempio lilianavda, indirizzandogli il lavoro». Trasferita all’estero Margagliotti adesso vive ad Amburgo. «Ci sono arrivata tramite l’ateneo della Valle d’Aosta che ho scelto perché lì la mobilità non è un’opzione valutabile, ma parte del percorso. Non la si sceglie, si fa e basta. Al corso di Lingue l’anno a Chambery è obbligatorio e lo stage curriculare è da effettuarsi esclusivamente all’estero». L’Italia? «Non escludo di tornarci, ma per adesso l’Europa mi va alla grande. La Germania ha un clima lavorativo ordinato, sereno e stabile. Per stabilità intendo che se domani mi licenziano, trovo un altro lavoro in 2-3 settimane». Alessandria Responsabili di struttura per Allianz Alla ricerca di due tirocinanti L’ agenzia generale Allianz seleziona giovani tra i 20 e i 35 anni da inserire in un programma di carriera per responsabili di strutture commerciali. Fin dall’inizio la formazione sarà abbinata alla ricerca di nuova clientela e pertanto il candidato dovrà possedere spirito di iniziativa e attitudine alle pubbliche relazioni. Inviare curriculum a selezione@[email protected]. A d Alessandria, fra le offerte del Centro per l’impiego ve ne sono due che riguardano proposte di tirocinio. Una ditta specializzata nel settore dlla lavorazione del ferro (codice 2617) propone un tirocinio retribuito di 6 mesi, da trasformare poi in apprendistato, per giovani fino a 29 anni di età, preferibilmente con qualifica professionale op- Le università e istituti professionali europei dai quali provengono gli studenti che hanno già svolto lavori per la piattaforma Mylittlejob (con 18 percorsi di studio differenti) 6.000 Sono gli studenti italiani iscritti a un mese dal lancio della piattaforma in Italia e che si vanno ad aggiungere agli 80 mila europei già inseriti. Le aziende italiane che hanno aderito sono finora 10 e altre 10 stanno valutando la proposta. I lavori sono suddivisi essenzialmente tra traduzioni, grafica, redazioni di testi, ricerche, database. Il compenso, di cui la piattaforma si trattiene il 20 per cento, è più competitivo rispetto al prezzo di mercato e garantisce tracciabilità e qualità per il committente pure con alle spalle corsi di formazione. L’altra proposta riguarda un giovane per attività di segreteria (il codice è 2515); per un tirocinio di 6 mesi. Sono richiesti: diploma di scuola superiore, conoscenza dell’inglese e del francese, uso pc. Per le candidature occorre inviare il curriculum a [email protected] citando il codice dell’offerta. 2 .Primo Piano STAMPA .LA SABATO 24 OTTOBRE 2015 Ecco i veri numeri della manovra Aumentano i tagli alle Regioni Le cifre chiave Nel 2016 i governatori dovranno risparmiare 3,6 miliardi, solo 200 milioni sugli acquisti A gennaio il commissariamento per chi non riorganizza il personale delle Province 5 ALESSANDRO BARBERA ROMA miliardi I tagli previsti dalla «cosiddetta revisione della spesa» Assieme ai 3 miliardi di maggiori efficientamenti rappresentano le uniche coperture Dall’approvazione - ormai una settimana fa - della prima bozza della legge di Stabilità erano rimasti due grossi punti interrogativi: come verranno ripartiti gli oltre cinque miliardi di tagli della cosiddetta «revisione della spesa»? E da dove sarebbero arrivati gli ulteriori tre della voce «maggiori efficientamenti»? Non è una questione per iniziati, né un dettaglio tecnico, perché quegli otto miliardi rappresentano l’unica copertura importante di una manovra che per due terzi sarà in deficit. In assenza di un testo definitivo, per giorni si sono rincorse voci, bozze smentite, numeri che contraddicevano quelli precedenti. Ora il quadro è chiaro: basta leggere la tabella allegata al «documento programmatico di bilancio» spedito dal Tesoro a Bruxelles il 15 ottobre. Non il testo pubblicato sul sito del ministero del Tesoro, dove compare una pagina bianca accompagnata da un laconico «omissis», bensì il documento apparso ieri sulle pagine web della Commissione europea insieme a quello degli altri partner. Superate le premesse, molte tabelle, il cronoprogramma delle riforme e una lunga spiegazione su come il governo riuscirà a ridurre il debito pubblico, a pagina 40 si trovano un paio di sorprese. La prima smentisce la composizione della revisione della spesa così come finora ipotizzata: la gran parte dei risparmi - circa 3,4 miliardi - dovranno essere garantiti dai ministeri, circa 1,8 dalla riduzione della spesa tendenziale nella sanità, e solo 218 milioni dalla minor spesa per gli acquisti di beni e servizi. In sintesi, la tabella dimostra che dei tagli chirurgici ipotizzati dai commissari Gutgeld e Perotti non è rimasto quasi nulla, sostituiti da tagli lineari vecchia maniera. Basti dire che rispetto alle 3,4 miliardi I risparmi che dovranno essere garantiti dai ministeri Altri 1,8 miliardi arriveranno dalla riduzione della spesa tendenziale nella sanità 1,8 miliardi La quota che le Regioni dovranno risparmiare attraverso il rispetto del pareggio di bilancio il caso ILARIO LOMBARDO ROMA I dati dell’Istat Crescono i consumi ma l’industria frena 1 È stato un agosto REUTERS Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi 240 milioni Il tetto a tutti gli stipendi degli amministratori delle società partecipate da Regioni e Comuni prime indiscrezioni sono raddoppiati quelli da suddividere nei ministeri (da 2 a 3,4) e ridotti a un decimo quelli da attribuire al miglioramento delle gare per l’acquisto di sedie, computer, matite. L’altra sorpresa riguarda le Regioni le quali, oltre a rinunciare ai già citati 1,8 miliardi per la sanità (per inciso: il fondo per la salute aumenta comunque di un miliardo) dovranno risparmiare altrettanto attraverso il rispetto del pareggio di bilancio. In questo caso starà ad ogni governatore decidere se risparmiare in uffici, sedi e consulenze, oppure se tagliare ancora la sanità. Si dirà: in ogni caso una stangata. Fino all’ultimo il governo ha cercato di non dare enfasi ad una decisione che spiega in parte le dimissioni di Sergio Chiamparino da presidente della conferenza Stato-Regio- ni. Ma è pur vero che le Regioni hanno molto da farsi perdonare. Come spiegare diversamente la decisione, contenuta nell’ultima bozza della legge, che prevede il commissariamento delle Regioni che entro gennaio non avranno dato seguito al riordino amministrativo imposto dalla legge Delrio che abolisce le Province. E che dire del decreto che risolverà il pasticcio nel quale sono incappate molte amministrazioni per via della decisione di spendere diversamente parte dei fondi garantiti dal governo Monti per il pagamento degli arretrati dei fornitori. Quel decreto, con una complessa partita di giro, vale per il solo Piemonte una riduzione del passivo di quest’anno da quasi sei miliardi a 1,7. Una grossa ciambella di salvataggio per evitare il dissesto finanziario. 25 per cento Per le nuove assunzioni nella Pa si potrà spendere non più di un quarto della spesa dell’anno fatta nei 12 mesi precedenti sottotono per l’industria, e all’insegna della ripresa per i consumi. Se la produzione delle imprese è scesa dell’1,6% rispetto al mese precedente, i dati diffusi ieri dall’Istat spiegano che le spese delle famiglia sono ripartire e aumentano dello 0,3% sul mese e dell’1,3% sull’anno. Gli italiani tornano nei negozi e riprendono a comprare. «I dati mostrano che la ripresa è in atto - ha detto ieri il presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli -. Perché si consolidi l’Italia ha bisogno di tre fattori: una rinnovata fiducia dei consumatori a sostegno del mercato interno, la volontà degli imprenditori di investire sul territorio nazionale e la spinta del governo in carica sulle riforme, in particolare sui temi della giustizia e della fiscalità». Twitter @alexbarbera Canone Rai, il governo ci ripensa ancora Unica rata da 100 euro in bolletta a inizio anno La soluzione per agevolare la tv pubblica e le aziende elettriche S ul canone Rai ormai vale il noto slogan aziendale: di tutto e di più. Sì perché ormai non passa giorno che le ultime notizie non smentiscano quelle del giorno precedente raccolte dalla viva voce di esponenti dell’esecutivo. Il governo ha cambiato idea, ancora una volta. L’imposta Rai non sarà più pagata a rate, bimestrali, da 16,66 euro l’una, come previsto nelle prime bozze del decreto ministeriale che andrà a delineare la configurazione del nuovo canone. Almeno per il 2016 sarà ancora in un’unica tranche, addebitata sulla prima bolletta elettrica successiva alla data di scadenza per il pagamento dell’abbonamento Rai. Cioè: se l’ultimo giorno buono per il pagamento è - mettiamo - il 31 gennaio, sarà nella fattura ricevuta dopo quella data che il cliente si troverà i cento euro di canone da pagare. Una soluzione che era stata scartata in un primo momento per il rischio di vedere incrementare la morosità di fronte alla bolletta caricata dell’intero ammontare tutto in una volta. Dal ministero dello Sviluppo economico, che è all’opera sul decreto, fanno sapere che nella loro proposta «la rateizzazione c’è». L’ultima parola, però, ce l’ha sempre il Tesoro. Non è escluso che ci sia stata un po’ di pressione dalla stessa azienda di Viale Mazzini alle prese con un bilancio sempre in equilibrio su conti da far quadrare, che mal si conciliano con la formula ra- 97 per cento La percentuale di italiani che ha un televisore o una radio 500 L’imposta Sarà pagata in un’unica soluzione con la prima bolletta successiva al 31 gennaio teizzata di un’entrata che deve essere garantita a tutti i costi. Ma ci sono anche dei problemi più pratici, che danno ragione alle perplessità delle società elettriche: si è rivelato tecnicamente molto difficile preparare tutto per la solita scadenza annuale del canone, nei primi mesi del 2016. Molto più proba- euro Il possibile valore della sanzione per chi evade il canone Rai bile farcela per giugno 2016. Ma a questo punto il governo avrebbe deciso di rinviare e tenere buona l’ipotesi rate a partire dal 2017. Si vedrà. Giovedì era stato il sottosegretario alle Telecomunicazioni Antonello Giacomelli ad annunciare l’altra retromarcia e a precisare che «per il momento» pagherà il canone, per la casa di residenza, chi ha un televisore o una radio (97 per cento degli italiani), e non chi possiede solo pc, tablet e smartphone. Anche questa appare come una soluzione momentanea, dovuta a una tempistica non favorevole alle casse del servizio pubblico. Resta, nelle ultime bozze disponibili della Stabilità, la novità sulla destinazione del tesoretto che Palazzo Chigi pre- vede di raccogliere grazie all’abbattimento dell’evasione del canone inserito in bolletta. Una somma, circa 500 milioni, che non andrebbe a finanziare la tv e la riduzione della pubblicità su alcune reti, come annunciato dal premier Matteo Renzi, ma contribuirebbe al taglio della pressione fiscale. Quanto alla sanzione, per chi non paga, è confermato quanto detto da Giacomelli: i tecnici del Tesoro propongono una cifra tonda, 500 euro, pari al quintuplo dell’imposta base. Ma sarà il Parlamento, dove non tutti, anche nelle fila del Pd, sono d’accordo, ad avere l’ultima parola. Se non supererà l’esame di deputati e senatori, «rimarrà la norma vigente che stabilisce una multa da due a sei volte» il dovuto. 1 LA STAMPA SABATO 24 OTTOBRE 2015 Primo Piano .3 . FINANZIARIA / LE MISURE La storia PAOLO RUSSO ROMA a sanità ha subito oltre 35 miliardi di tagli in 5 anni», ripetono da tempo come un mantra le regioni. Che dietro i 2 miliardi depennati ora dal fondo sanitario nazionale vedono nuovi aumenti d’imposta. L ANSA Se il Fondo sanitario dovesse rivelarsi insufficiente alcune Regioni che ora non lo sono rischierebbero di finire in piano di rientro Il piano di rientro Retroscena ROMA er rientrare dal disavanzo sanitario le regioni possono anche agire sui ticket», ha ricordato il coordinatore degli assessori regionali al Bilancio, il lombardo Massimo Garavaglia. Più facile a dirsi che a farsi in una giungla di balzelli sanitari che varia da regione a regione ma dove il comun denominatore è che la metà della popolazione è esente e consuma il 75% delle prestazioni sanitarie. Pochi a pagare e in più solo per farmaci, visite, specialistiche e analisi, dove si concentrano i ticket che per molte prestazioni sono più cari delle tariffe offerte dal privato. Al quale chi può si affida, con il vantaggio di aggirare le liste d’attesa. P Sanità, il boom delle spese Costa 109 miliardi l’anno I numeri 80 94 .9 48 100 88 .7 92 120 80 .5 63 Incremento 63% Incremento 20 per cento La percentuale di prestazioni sanitarie consumate dagli italiani che hanno l’esenzione del ticket 29 .2 40 27 .5 28 28 .5 97 130% LA STAMPA 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Ticket, così il ministero vuole tagliare il numero di chi non paga i servizi L’Isee sarà il criterio per ridurre gli esenti 75 26 .7 53 BENI E SERVIZI 25 .3 17 18 .2 54 16 .2 95 15 .1 93 40 21 .5 70 SPESA SANITARIA CORRENTE TOTALE 23 .4 47 60 20 .2 10 La legge di stabilità consente alle amministrazioni in piano di rientro di ritoccare all’insù le addizionali Irpef ed Irap, oltre che i ticket 78 .1 52 Gli aumenti 10 0. 25 2 10 0. 58 2 10 7. 08 6 10 8. 36 4 11 0. 77 2 10 9. 80 5 10 8. 97 3 In 12 anni aumento del 63% per ospedali e Asl. E i fondi calano ancora 73 .9 17 Le regioni dietro i 2 miliardi depennati dal fondo sanitario nazionale vedono nuovi aumenti d’imposta Analisi che sembra però fare a pugni con una tabella fuoriuscita dai cassetti del ministero della Salute che fotografa l’andamento della spesa sanitaria corrente dal 2000 al 2012. Pur con l’effetto tagli il costo di Asl e ospedali è passato da 66,9 a 108,9 miliardi, che equivale ad un aumento del 63%. Tutto questo mentre la popolazione aumentava di soli 2 milioni. Altro che razionamento della sanità. E a salire in picchiata non sono le spese per ricoveri ospedalieri o farmaci innovativi, ma i beni e servizi, che hanno registrato un vero boom, pari a un più 130% in dodici anni. Cosa si celi dietro questa esplosione ce lo ha raccontato pochi giorni fa il rapporto sugli ospedali di Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regio- Presidente della Regione Piemonte 13 .8 17 I timori degli enti locali I dati del ministero Sergio Chiamparino 66 .9 02 L’agenzia internazional e Fitch ha confermato il rating dell’Italia a BBB+. Anche l’outlook rimane stabile. Secondo Fitch il debito dovrebbe rimanere sopra il 120% fino alla fine del decennio, lasciando il Paese esposto a «potenziali choc avversi» Un errore la Sanità gestita dalle Regioni? Allora il governo dovrebbe riprendere la Sanità e gestirla centralmente 12 .7 34 Fitch conferma il rating dell’Italia Perché la legge di stabilità, oramai è chiaro, consente ancora alle amministrazioni in piano di rientro (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) di ritoccare all’insù le addizionali Irpef ed Irap, oltre che i ticket. Arma alla quale potranno ricorrere anche le altre regioni con i bilanci sanitari non ancora tinti di rosso. Non ancora perché come precisato ieri dal dimissionario Presidente della Conferenza delle regioni, Sergio Chiamparino, «se il Fondo sanitario dovesse rivelarsi insufficiente alcune regioni che ora non lo sono rischierebbero di finire in piano di rientro e, a quel punto, l’incremento delle imposte sarebbe inevitabile». I super-ticket non stanno i piedi e lo sa benissimo il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, che un piano ce l’ha ed è sintetizzato in uno slogan contenuto nell’appunto consegnatogli dai tecnici: «Passare da un sistema dove pagano in pochi e pagano male ad uno dove paghino più assistiti ma meno e con più equità». Per ora il progetto è rimasto nel cassetto in attesa di una riforma fiscale che non appare dietro l’angolo. Ma la riforma la prevede lo stesso Patto per la salute firmato con le regioni lo scorso anno e a questo punto potrebbe -40 per cento L’obiettivo in percentuale di riduzione della popolazione esente dal pagamento dei ticket sanitari tornar utile per far quadrare i bilanci sempre più scricchiolanti. Il nuovo indicatore L’idea è quella ridurre il numero degli esenti, utilizzando come criterio non più quello dell’Irpef, notoriamente ad alto tasso di evasione, ma un indicatore di ricchezza meno approssimativo come l’Isee. Magari “corretto” per la sanità, scontando reddito e patrimoni per anziani e chi soffre di patologie croniche invalidanti. In più per evitare di far esplodere la spesa a carico dei non esenti in caso di eventi sanitari gravi, la proposta pre- 2012 vede di introdurre una franchigia, «che potrebbe essere di 100 euro», soglia oltre la quale non si pagherebbe più. In questo modo, secondo i tecnici, «si potrebbe ridurre di un 30-40% la popolazione esente e si avrebbero ticket più diffusi ma anche più leggeri in modo da non precludere l’accesso alle prestazioni». Lo stesso appunto sul tavolo del Ministro conferma che a fronte dei super-ticket su specialistica e diagnostica “in tutte le regioni si è osservata una diminuzione di prestazioni erogate, mediamente dell’8,5%”. Solo per visite e analisi, secondo uno studio dell’Agenas dello scorso anno, i non esenti avrebbero pagato ticket per 150 euro a testa. Ma si tratta di una media del pollo, che include anche chi non ha mai fatto accertamenti sanitari in corso d’anno. Perché i dati in possesso dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali parlano di stangate fino a mille euro subite da alcuni assistiti per una batteria di accertamenti. Cifre insostenibili ai più e che la riforma della Lorenzin vor- nali, che nei bilanci in rosso ha svelato nascondersi spesso costi superiori anche del 50% tra un nosocomio e l’altro per cose come mense, pulizie o riscaldamento. Senza parlare del personale, sempre in sovrannumero di amministrativi negli ospedali in deficit. Come dire che se domani si applicassero i veri costi standard i conti potrebbe tornare a quadrare nonostante i tagli. Il confronto europeo Non la vede così l’economista sanitario Federico Spandonaro, presidente del Crea sanità dell’Università Tor Vergata di Roma. «Quell’incremento del 63% in dodici anni significa il 4% l’anno. Calcolando che oltre la metà è di inflazione non credo che quel che resta sia molto per finanziare le nuove tecnologie e l’aumento della popolazione». «Comunque aggiunge - la spesa sanitaria è da anni in calo rispetto al Pil e perdiamo il 2-3% l’anno a confronto degli altri Paesi europei». E Spandonaro non è nemmeno convinto che basti eliminare gli sprechi, «che pure ci sono», per far sì che il sistema regga. «A meno che non si voglia continuare a razionare l’accesso alle prestazioni ritardando l’ingresso di farmaci e tecnologie innovative o allungando le liste d’attesa come già avviene». Il nodo delle tasse Certo è che l’alternativa al taglio degli sprechi si chiama ancora una volta tasse, anche perché, con la metà degli italiani che non li pagano, i ticket sono già al massimo. Ma anche con le addizionali regionali Irpef non si scherza. Lazio e Piemonte potrebbero ritoccare all’insù solo le aliquote per i redditi tra 15 e 35 mila euro, perché per il resto, svela uno studio della Uil politiche territoriali, sono già all’aliquota massima del 3,3%. Ma anche le altre regioni hanno spinto sull’acceleratore, con aumenti medi del 7,5% tra il 2013 e il 2014. Discorso non molto diverso per le addizionali Irap sulle imprese che, Piemonte escluso, già in tutte le regioni in piano di rientro viaggiano su aliquote record del 4,5-5%. Allora sarà anche la spesa sanitaria più bassa d’Europa, ma la via obbligata sembra quella di falciare gli sprechi. rebbe abbattere. Facendo pagare meno ma più italiani. Una formula che potrebbe servire anche alle regioni per far tornare i conti, che con meno esenti potrebbero risollevarsi alzando anche di poco l’asticella dei ticket . Evitando così operazioni di macelleria sociale. [PA. RU.] Jena Almeno Se Renzi fa il Partito della nazione, quel che resta della sinistra non potrebbe fare almeno quello della provincia? [email protected] 4 .Primo Piano STAMPA .LA SABATO 24 OTTOBRE 2015 Cantone: “Lo Stato deve cacciare subito i dipendenti corrotti” Affondo del magistrato: in certi casi non è possibile aspettare l’esito dei processi Serracchiani: lavoriamo dall’inizio sulla corruzione, serve tempo per i risultati La querelle sui contanti FRANCESCO MAESANO ROMA Il problema è stabilire chi non è degno di ricoprire certe cariche, come dice la Costituzione Le inchieste di questi giorni danno uno spaccato inquietante della nostra pubblica amministrazione Serve un cambio di cultura, un senso di responsabilità nella scelta delle persone Raffaele Cantone presidente Autorità anti-corruzione È il secondo affondo di Raffaele Cantone in pochi giorni. La settimana scorsa aveva definito «sbagliatissima» l’ipotesi di innalzare il tetto per l’utilizzo del denaro contante a tremila euro. Ieri, a poche ore dalla notizia degli arresti all’Anas, ha preso la parola durante un convegno organizzato dalla Rai e dall’Università di Tor Vergata sulla “cultura del whistleblowing”. «L’inchiesta sulle false assunzioni? Insieme a quella sull’Anas e sull’assenteismo al comune di Sanremo mi sembrano una storia già nota uno spaccato veramente inquietante dello stato della Pubblica amministrazione. Qui – ha spiegato – serve un cambio di cultura, un senso di responsabilità nelle scelte da parte delle pubbliche amministrazioni, di chi si occupa di certi ruoli e compiti». E per il presidente dell’autorità nazionale anti-corruzione la ricetta è chiara: «Tutto questo pone la questione principale: la necessità di intervenire da parte della Pubblica amministrazione per stabilire chi non è degno di ricoprire certe cariche, così come prevede la Costituzione. Vi sono casi che richiedono interventi veloci. Ed è forse questo il meccanismo per prevenire – ha proposto Cantone – dimostrare che chi sbaglia paga davvero. E pagare nel modo più significativo, per un pubblico ufficiale, significa perdere il posto». Matteo Renzi, dal suo viaggio in sudamerica, ha preso in prestito le parole di Pablo Neruda per invitare i giovani «a non perdere la speranza e a credere nella politica anche quando vedono questi casi di cattiva gestione della cosa pubblica» che accadono in Italia come in Cile e che i no- Nei giorni scorsi Cantone s’è fatto sentire, definendo “sbagliatissima” la decisione di alzare il tetto per l’uso di contanti a tremila euro ANSA «La legge è chiara si licenzia solo dopo il terzo grado di giudizio» 4 domande a Franco Tedeschini docente alla Sapienza Federico Tedeschini, avvocato e docente di Diritto pubblico alla Sapienza di Roma, dice di «non condividere minimamente» le parole di Raffaele Cantone. Il presidente dell’Anticorruzione, di fronte alle ultime inchieste sostiene che non si debba aspettare l’esito dei processi penali. I pubblici ufficiali corrotti vanno licenziati subito. «Bisogna ricordare a Cantone che il licenziamento arriva dopo il terzo grado. Per chi viene colto con le mani nel sacco, esistono già misure cautelari immediate come la sospensione dal servizio, che se non è un licenziamento gli assomiglia molto». stri governi cercano di combattere. Potranno recidere tutti i fiori ma non fermare la primavera». Un paio d’ore dopo le sue dichiarazioni del presidente dell’Anac, Beppe Grillo ha pubblicato un post sul suo blog nel quale ha definito la serie di indagini come una «catena di Sant’Antonio di indagati, arresti, rinvii a giudizio di politici che occupano cariche pubbliche che si allunga di giorno in giorno. Viene la nausea. Il Pd primeggia, è senza confronti, in fuga, maglia rosa e maglia gialla allo stesso tempo, ma gli altri partiti cercano di stargli al passo, anche se è onestamente difficile. Nell’Anas le tangenti per gli appalti erano come le ciliegie, l’Anas aveva al suo interno un ufficio tangenti molto ben organizzato». Dal Pd ha risposto, sia a Cantone che indirettamente a Grillo, la vicesegretaria Debora Serracchiani. «Sulla lotta alla corruzione ci stiamo lavorando dall’inizio, è anche e innanzitutto un’operazione culturale. Richiederà del tempo, ma richiederà anche delle regole semplici e chiare da poter applicare. Intanto – ha rivendicato – quest’anno c’è stato un picco delle entra- te di recupero dell’evasione molto importante». Poi, tornando sulla questione del tetto all’utilizzo del contante, ha spiegato che per lei «non c’è una relazione statistica tra questo tetto per il contante e la corruzione e l’evasione, se vuoi evadere, evadi a prescindere dal tetto che hai. Noi abbiamo cercato di fare altre operazioni ma intanto c’è un’aggressione all’evasione, non solo applicando sanzioni, ma anche facendo accordi, ad esempio con il Lichtenstein, lo Stato del Vaticano e la Svizzera» @unodelosBuendia Continuerebbe a ricevere uno stipendio, però. «Non tutto, metà. Ma è meglio non ridurlo alla fame: altrimenti da corrotto potrebbe trasformarsi in rapinatore. Sempre che non abbia raccolto milioni di euro, con i quali può tranquillamente fregarsene dello stipendio. Piuttosto, bisogna affermare una cultura della legalità non della punizione. Io sono convinto che questi fenomeni non si combattano con l’abbattimento di garanzie costituzionali. I metodi solamente repressivi non servono a cambiare le cose. Il che non vuol dire che bisogna essere benevoli con i corrotti». Che suggerisce di fare? L’inchiesta di Salerno Cassintegrati fasulli e pratiche gonfiate Maxi-truffa all’Inps, blitz in tutta Italia GUIDO RUOTOLO ROMA Il pm di Nocera Inferiore, Salerno, Roberto Lenza, ha spedito i carabinieri fino a Trieste, nelle sedi delle direzioni regionali dell’Inps di tutto lo Stivale, per acquisire documentazione informatica. Il pm Lenza indaga da tempo sul «bubbone» dell’Inps, su una grande truffa che comporta un giro di mazzette, di false attestazioni, di corruzione. Le perquisizioni all’Inps arrivano il giorno dopo la retata all’Anas. Raffaele Cantone, Autorità anti-corruzione, dice che non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Ma fa impressione lo stesso. Un inquirente salernitano si lascia andare: «I pozzi della convivenza civile sono ormai tutti avvelenati. Ognuno beneficia del sistema dell’illegalità, e nessuno può rivendicare di avere le mani pulite». L’inchiesta salernitana finora ha documentato l’esistenza di aziende del settore terziario, imprese di pulizia soprattutto, inesistenti. Imprenditori truffaldini che insieme ai consulenti e ai commercialisti costruivano la falsa assunzione dei dipendenti che in questo modo potevano beneficiare di «indebite erogazioni previdenziali e assistenziali dell’Inps, indennità di disoccupazione, maternità e malattia». Ecco il patto scellerato dell’illegalità diffusa: «A loro volta funzionari dell’Inps alterano - dice un inquirente illustrando l’ipotesi investiga- 140 milioni Il valore dei beni già confiscati nell’ambito dell’inchiesta «Mastrolindo», che prese il via nel 2012. Le persone arrestate furono 40 tiva - i dati memorizzati negli archivi informatici per raggiungere obiettivi di produttività stabiliti in partenza» e poter prendere i premi pattuiti all’inizio. Le perquisizioni di ieri rappresentano infatti il secondo tempo di una inchiesta nata nel 2012, «Mastrolindo», che aveva già portato a una quarantina di arresti e alla confisca di beni equivalenti per circa 140 milioni di euro. La Procura di Nocera Inferiore indagava su «fittizi rapporti di lavoro» e gli investigatori hanno censito 9.000 posizioni equivalenti a 5.000 lavoratori beneficiari illecitamente di indennità contributive, previdenziali e assistenziali. Un funzionario Inps, Vincenzo Stile, finito ai domicilia- 400 milioni La cifra erogata in premi a dirigenti e funzionari Inps per gli obiettivi di produttività tra 2012 e 2013: pagati, pare, sulla base di riscontri falsi ri, pretendeva 500 euro per certificare una pratica di maternità, 150 euro per una richiesta di indennità di disoccupazione. Ieri, la svolta nelle indagini, con l’ondata di perquisizioni negli uffici dei capoluoghi di Regione e centrali dell’Inps. «Perché siamo andati anche a Trieste e nelle altre sedi provinciali dell’Inps? Perché abbiamo elementi - chiariscono gli investigatori - che ci portano a sospettare che il meccanismo truffaldino scoperto nell’Agro nocerino-sarnese sia diffuso anche altrove». Stiamo parlando, dunque, dei dati «gonfiati», manipolati sulle posizioni di imprese e lavoratori. Gli investigatori sono convinti che nel database dell’Inps non coincideranno i dati tra i rapporti di lavoro effettivamente annullati e quelli esistenti sulla carta. Insomma, pur di ottenere i compensi erogati dalla Direzione generale per gli obiettivi di produttività raggiunti (e quindi le ispezioni eseguite e le posizioni irregolari cancellate), gli ispettori Inps hanno taroccato i dati reali. «Nella Pa rivedrei innanzitutto i sistemi selettivi e di reclutamento del personale. Agli esami preparatori si affianchino test psicologici, ma fatti seriamente. Poi, motiviamo davvero i funzionari pubblici. Un meccanismo di incentivi e disincentivi è la migliore arma contro la corruzione. Lo spinge a fare di più per guadagnare meglio, e gli leva tempo e voglia di delinquere». Il senso di impunità diffuso non aiuta. «Infatti è giusto incidere sui processi e sulla loro durata. Ma la certezza della pena deve essere rispettosa della presunzione di innocenza che è un patrimonio del mondo occidentale. Purtroppo in Italia, in nome della lentezza dei processi, una persona prima viene colpita e punita e poi processata. Per riportare il Paese su binari normali di civiltà e morale, i metodi che Cantone e altri propugnano non servono più di tanto. So di essere su posizioni opposte a quelle che oggi dominano. Ma le faccio un esempio. Abbiamo un codice antimafia rigorosissimo: le pare che la mafia sia stata debellata?». [I. LOMB.] 1 LA STAMPA SABATO 24 OTTOBRE 2015 Primo Piano .5 . L’ITALIA DEL MALAFFARE Dirigenti complici, sanzioni leggere Solo tre su cento perdono il posto Dossier GIUSEPPE SALVAGGIULO TORINO Gli esperti: “Nel privato sarebbero già a casa, la sentenza penale è un alibi” SEGUE DALLA PRIMA PAGINA uecentoventi dipendenti pubblici licenziati in un anno: 99 per assenze ingiustificate, 78 per reati, 35 per comportamenti non corretti verso colleghi, negligenza o inosservanza degli ordini di servizio, 7 per doppio lavoro non autorizzato. Sono molti più dei 35 licenziamenti rilevati dieci anni fa; molti meno rispetto al settore privato, dove la proporzione è fino a dieci volte più alta. «Nelle aziende, la quota di procedimenti che si chiude con il licenziamento è molto più alta. E se un dipendente timbra il cartellino al posto di un altro, il licenziamento è inevitabile e immediato», dice Attilio Pavone, partner dello studio legale Norton Rose Fulbright. D I casi estremi accusati Sono i dipendenti pubblici sottoposti a procedimento disciplinare (il dato è del 2013, ultimo pubblicato dal ministero) 220 Malpensa Il croupier Dipendenti ripresi dalle telecamere a rubare nei bagagli ottengono l’annullamento del licenziamento: «Addebiti imprecisi» Licenziato perché accusato di rubare al Casinò di Sanremo, viene reintegrato dal giudice perché la condanna non era ancora arrivata in Cassazione Un mondo a parte Perché il settore pubblico resta un mondo a parte? Mancano le leggi? Macché. Fino al 2009, di fronte a un comportamento grave di un dipendente pubblico, la regola era: aspettiamo la conclusione del processo penale, in caso di condanna lo sanzioniamo. Inoltre per assenteismo fraudolento (dalle false malattie ai furbetti del badge), si ricorreva al licenziamento solo in caso di recidiva. Risultato: tra lungaggini processuali, prescrizioni, prepensionamenti, cambi di ufficio, pressioni sindacali, complicazioni burocratiche e protezioni politiche, nella maggior parte dei casi finiva tutto in nulla. Un ladro riuscì a ottenere il reintegro nell’ufficio derubato, perché era passato troppo tempo tra sentenza penale e licenziamento disciplinare (il tribunale non aveva trasmesso la carta e nessuno dal Comune l’aveva reclamata!). Ma la riforma Brunetta ha tolto ogni alibi, con tre innovazioni. Primo: la pubblica amministrazione può sanzio- ma delle indagini della polizia. A Sanremo i sindaci si sono rivolti alla Procura, non ai dirigenti municipali. Evidentemente non si fidavano della struttura interna». Per la precisione, quando l’ex sindaco Maurizio Zoccarato (che non a caso arrivava da un’impresa privata e lì è tornato) spuntava in Comune, a redarguire quelli in ciabatte, a imporre l’uso del badge o a stanare chi usava le auto municipali per andare al Carre- tori finiti in carcere, per una cessione di ramo d’azienda. Il gip di Roma ricostruisce un carteggio tra la Procura e l’Autorità nazionale anticorruzione: «L’Anac segnalava (al procuratore Pignatone, ndr) una diffida nei confronti del Presidente (dell’Anas) Ciucci, concernente la richiesta da parte del legale della Costruzioni Romane Spa di ritenere inefficace il subentro di Cossi Costruzioni Spa nella titolarità del predetto appalto». Si camuffava il passaggio dell’appalto ad altra impresa attraverso questo tipo di cessione: gli imprenditori catanesi Concetto Bosco Lo Giudice e Francesco Domenico Costanzo, finiti l’altro giorno ai domiciliari, sono riusciti a realizzare l’imbroglio grazie ai rapporti con Antonella Accroglianò e con gli altri dirigenti e funzionari dell’Anas corrotti. Le aziende dei due imprenditori catanesi avevano vinto un appalto Anas per un valore di 145 milioni in Valtellina. I due imprenditori catanesi volevano cedere, in sostanza, l’appalto alla Cossi Costruzioni Spa. E non è solo questo il capitolo che potrebbe avere degli sviluppi investigativi. Perché i due imprenditori catanesi avevano ottenuto dall’Anas il cosiddetto accordo bonario: vincevano le gare al ribasso ma se nel tempo le spese lievitavano, l’Anas le rimborsava. E l’associazione criminale guidata dalla dama nera era specializzata proprio nel velocizzare le pratiche relative ai pagamenti: insomma, se quell’importo verrà saldato tra un mese, io posso garantire che lo avrai tra tre giorni. Ma Antonella Accroglianò doveva avere una sponda interna anche alla presidenza Anas, puntava a portare la banda nel giro che conta: cercava di avere rapporti con Alfano e nelle intercettazioni i funzionari Anas corrotti dicono che l’ex sottosegretario alle Infrastrutture del governo Prodi Luigi Meduri abbia portato Bosco Lo Giudice e Costanzo a un incontro con un ministro, lasciando intendere che si tratti del titolare delle Infrastrutture Graziano Delrio, che l’altro giorno ha smentito: «Non ho mai parlato con Meduri di progetti di lavoro, e non l’ho mai ricevuto». [GUI. RUO.] per cento Parentopoli Genova L’azienda rifiuti di Roma attende la sentenza penale di primo grado per licenziare 60 dipendenti assunti irregolarmente Il sindaco Doria, cambiando la prassi precedente, licenzia quindici dipendenti comunali senza attendere l’esito del processo penale nare autonomamente dal giudice penale. Secondo: in caso di assoluzione penale, il dirigente autore del licenziamento preventivo non deve rispondere del danno erariale conseguente alla eventuale reintegrazione del dipendente. Terzo: la truffa del badge è prevista esplicitamente come causa di licenziamento al primo colpo. «Ma pochissimo è cambiato, perché i dirigenti pubblici non si assumono le proprie responsabilità: né sul piano di- sciplinare né su quello organizzativo», osserva Pietro Ichino, docente di diritto del lavoro e senatore, storico fustigatore dei travet nullafacenti. Tre quarti dei procedimenti disciplinari si conclude con archiviazione o sanzioni lievi. E nel 95% dei casi si aspetta l’esito del processo fino in Cassazione, con l’alto rischio che il verdetto arrivi quando non serve più. «Le indagini vanno per le lunghe, i processi si sgonfiano - dice Alfonso Celotto, do- cente universitario e avvocato amministrativista - In un sistema in cui nessuno valuta nessuno, dipendenti pubblici cacciati ne ho visti ben pochi». La debolezza «Il problema va risolto dalla testa - dice Ichino -: i dirigenti sono troppo spesso collusi con gli impiegati. Il caso di Sanremo è esemplare. Nel settore privato, se metà dei dipendenti timbrano senza lavorare, il capoufficio se ne accorge pri- L’accusa: cessioni di rami d’azienda per pilotare i lavori pubblici La lettera Saremo inflessibili con i corrotti: acquisiti gli atti giudiziari li licenzieremo senza indennizzo Ieri il presidente dell’Anas ha scritto ai dipendenti, invitandoli a fare luce sugli abusi Gianni V. Armani presidente dell’Anas della Accroglianò. E poi c’è un capitolo dell’inchiesta che gli investigatori stanno approfondendo in queste ore - la sensazione è che l’indagine Anas possa avere nelle prossime settimane nuovi sviluppi -. Riguarda l’autorizzazione data dall’ex presidente dell’Anas Pietro Ciucci ai due imprendi- L’eccezione Se fai le cose per bene, i licenziamenti non vengono cancellati. Lo dimostra la mosca bianca Sylvia Kranz. Funzionaria del Comune di Lugo, ha promosso un ufficio del personale superspecializzato a cui hanno aderito 80 Comuni tra Emilia Romagna e Lazio. Gestisce con una sola assistente 8500 dipendenti e un centinaio di pratiche disciplinari ogni anno. I Comuni risparmiano e godono di un servizio degno di un’azienda privata, senza leggerezze e connivenze. In pochi anni ha licenziato venti «furbetti»: chi s’era portato a casa e teneva sotto il letto la macchina per il badge, chi andava a timbrare il cartellino in pigiama e tornava a dormire. «Io non aspetto mai la sentenza penale - dice Kranz -. Vado in cancelleria, raccolgo gli atti, studio e licenzio. E non ho mai perso una causa. Lo farei anche a Sanremo. Subito, cominciando dai dirigenti che non sentono, non vedono e non parlano». La maggioranza delle contestazioni disciplinari si conclude con una sanzione lieve “Gli appalti Anas rivenduti agli amici con il via libera dell’ex presidente Ciucci” Partiranno lunedì gli interrogatori di garanzia dei dieci indagati nella inchiesta sulla corruzione all’Anas, finiti in carcere o ai domiciliari l’altro giorno. La dama nera Antonella Accroglianò, per la Procura di Giuseppe Pignatone, è la mente del gruppo criminale che in un anno ha intascato almeno duecentomila euro di mazzette. Almeno: perché l’altra notte, notificando la misura cautelare, i finanzieri hanno anche perquisito la casa degli indagati, recuperando 300mila euro in contanti che si vanno a sommare ai 70mila trovati a casa della madre licenziati Solo nel tre per cento dei procedimenti disciplinari si arriva alla sanzione estrema 75 L’indagine di Roma ROMA 6900 four, si sentiva dire: «Arriva la Gestapo!». Niente a che vedere con quell’assessore romano che suggerì la riassunzione di un «furbetto del badge». Però c’è un problema. Talvolta, dopo un licenziamento, il giudice civile reintegra il lavoratore perché il giudice penale non ha chiuso il processo. I casi più famosi sono quelli degli addetti di Malpensa che rubavano nei bagagli, dei croupier ladri del casinò di Sanremo, dei prof che vendevano esami. In realtà, come detto, la legge non prevede alcun automatismo. La pubblica amministrazione può prescindere dal processo penale, purché motivi il licenziamento con elementi concreti, fornisca prove solide e segua le procedure. Invece, spiega il sindacato Anief, vizi di forma, prove fragili e contestazioni frettolose lasciano spazio a ricorsi vittoriosi. 33 LA STAMPA REDAZIONE PIAZZA LIBERTÀ 15 ALESSANDRIA 15121 TELEFONO 0131 511711 FAX 0131 232508 E-MAIL [email protected] WEB WWW.LASTAMPA.IT/ALESSANDRIA STAMPA IN 349 7090100 PUBBLICITÀ PUBLIKOMPASS S.P.A. CUNEO, CORSO GIOLITTI 21 BIS TELEFONO 0171 609122 FAX 0171 488249 Oggi «Acqui e Sapori» Basket serie A2 Tartufi in vetrina nel weekend Casale anticipa contro Omegna La stagione del tartufo entra nel vivo. E accanto a vini e prodotti tipici, spunta nelle fiere il profumo del prezioso tubero. Oggi si apre la rassegna Acqui e Sapori, domani tartufi protagonisti della tradizione a Trisobbio e Sardigliano. Altra sfida tutta piemontese per la A2 di basket: dopo Casale-Biella al secondo turno e Tortona-Omegna al terzo, stasera alle 19, in anticipo sul resto del programma, si disputa CasaleOmegna al PalaFerraris. Monferrini nettamente favoriti. Tartufi a Trisobbio L’alta pressione con aria mite mantiene condizioni soleggiate e temperature elevate, soprattutto sulle Alpi, mentre in pianura l’inversione termica porta minime sotto gli 8 °C. 7° 19° Oggi Ben soleggiato con cielo generalmente sereno al mattino salvo nebbie nelle ore più fredde, in dissolvimento. Lievi velature nel pomeriggio. 9° 19° Il playmaker T.J. Bray Massimo Delfino A PAGINA 73 ALESSANDRIA Che tempo fa Situazione Servizi ALLE PAGINE 69 E 70 12 E PROVINCIA SABATO 24 OTTOBRE 2015 ALESSANDRIA, L’INCIDENTE AVVENNE ALL’INTERNO DEL POLO CHIMICO NELL’UNITÀ DI MACINAZIONE PEROSSIDI “Stop per sempre a quell’impianto” Arkema annuncia la chiusura del maxi serbatoio esploso lo scorso 30 marzo MASSIMO PUTZU ALESSANDRIA Dopo sei mesi dallo scoppio nel reparto perossidi di Arkema, all’interno del polo chimico di Spinetta, l’azienda ha chiarito le cause dell’incidente e deciso di disattivare per sempre quel tipo di produzione altamente pericolosa. Produzione che avveniva solo in quell’unità e non in altre del sito. Lo ha comunicato l’assessore all’Ambiente, del Comune di Alessandria, durante la presentazione del piano di emergenza esterna l’altra sera a Spinetta, nella sala convegni di Solvay, multinazionale che occupa la più ampia superficie della maxi area industriale a fianco di Arkema. L’incidente avvenne intorno alle 8,30 dello scorso 30 marzo: si sentì uno scoppio, si sviluppò un incendio e si levò una nube nera altissima.«Arkema - dice Lombardi - che abbiamo incalzato da subito a fornirci risposte alle nostre, anche semplici domande, ossia quali sono state le cause e cosa fare perché non succeda più, in questi mesi ci ha periodicamente aggiornato sugli approfondimenti che stava facendo: anche ammettendo, in qualche momento, la difficoltà a capire le cause dell’incidente». Secondo quello che è il nuovo piano di emergenza esterno per gli stabilimenti Solvay e Arkema (di cui è stata elaborata una bozza, seppur dettagliata, ma -200 °C la temperatura All’interno del serbatoio per evitare rischio incendio in una lavorazione altamente pericolosa Colonna di fumo L’immagine scattata dopo pochi minuti dall’incendio sulla quale si aspettano integrazioni di cittadini e associazioni) quello della scorsa primavera sarebbe stato codificato come un allarme giallo. Sono previsti codici arancione e rosso in un ordine crescente di gravità. «La gestione comunale di quell’incidente è stata esemplificativa continua Lombardi - di una situazione che richiedeva quasi unicamente uno stato di attenzione, rivolto alla popolazione che ha sentito lo scoppio e visto l’incendio con la colonna di fumo nero». Peraltro non erano mancate polemiche proprio sulla tempestività della comunicazione a popolazione e altri organismi a tutela della sicurezza e salute dei cittadini. Altro servizio ALLA PAGINA 56 Domani Un po’ di sole tra velature estese o banchi di nubi medioalte. Tendenza a schiarite in serata. Temperature in aumento nei valori minimi. 10° 18° Lunedì Poco sole per nebbie sulle pianure nel primo mattino e nubi basse a ridosso dei rilievi, in ulteriore estensione tra pomeriggio e sera. Temperature in calo. FINO A FINE DICEMBRE PER UN TURNO ALLA SETTIMANA Assemblee con i lavoratori La cassa arriva a Gualapack Il sindacato: “È la prima volta” Ci sono aziende dove, vista la crisi, un provvedimento del genere solleverebbe sorrisi: cassa integrazione fino a fine dicembre per un turno a settimana (il venerdì) e per una sessantina di lavoratori, un terzo dell’organico. Ma alla Gualapack di Castellazzo è stato uno choc: «Una situazione così pesante sotto il profilo produttivo non si era mai verificata nella storia dello stabilimento» dicono i sindacalisti di Filctem Cgil e Femca Cisl. Un’isola felice dove il problema semmai era il contrario: come riuscire a produrre di più. Questo almeno fino a mercoledì. Sostituzione di prodotti Quel giorno in un incontro con le organizzazioni sindacali «l’azienda ha ribadito che per effetto di una contrazione del mercato si profila l’esigenza di ridurre la lavorazione con delle chiusure collettive». È successo in pratica che la richiesta di contenitori in plastica per bevande, destinati alle consociate di altri paesi, è calata a causa dello sviluppo delle produzioni «in loco». La Gualapack ha deciso quindi di sostituire gradualmente questo tipo di prodotto con altri che si possano smerciare più agevolmente. Purtroppo le previsioni di sviluppo, sempre causa crisi, si sono rivelate più lente di quanto immaginato. La sede della Gualapack a Castellazzo Bormida Di qui la decisione di ricorrere per la prima volta alla cassa integrazione. Ieri e l’altro ieri si sono tenute le assemblee in fabbrica per informare i lavoratori su quanto stava accadendo. I sindacati hanno chiesto «un costante e continuo tavolo di confronto per affrontare e gestire nel merito il problema. Contestualmente è stato richiesto un monitoraggio continuo dell’evoluzione della situazione anche con la Rsu». Si vedrà con l’anno nuovo. La Gualapack fa parte dell’omonimo gruppo nato cinque anni fa dalla fusione con la Safta, altra azienda leader mondiale nel campo del «packaging flessibile». Ha sedi anche in Romania, Costarica e l’ultima aperta l’anno scorso in [P. B.] Ucraina. 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Un servizio però che continua ad essere poco conosciuto e utilizzato Per aumentare la cultura della sicurezza e della prevenzione dai rischi, il sindaco Rossa ha infine proposto l’organizzazione almeno due volte l’anno di un’esercitazione di Protezione civile. Sei mesi dopo lo scoppio Arkema scoperte le cause dell’incidente Alla base del rogo “infiltrazioni d’aria nella fase di raffreddamento dell’impianto” oltre al sindaco Maria Rita Rossa, c’erano consiglieri comunali, dirigenti dell’amministrazione di Palazzo Rosso, vertici di Solvay e Arkema. MASSIMO PUTZU ALESSANDRIA Ci sono voluti oltre sei mesi dallo scoppio nel reparto perossidi di Arkema, all’interno del polo chimico di Spinetta Marengo di Alessandria, per chiarire e sapere i perché dell’incidente. Arkema, a quel punto, ha deciso di disattivare per sempre quel tipo di produzione altamente pericolosa. «Le cause le ha comunicate l’azienda con una relazione datata 15 ottobre», rivela l’assessore comunale all’Ambiente Claudio Lombardi. Coordinamento al prefetto La ricostruzione Alla fine, riproducendo in laboratorio le caratteristiche dell’incidente, prima nel suo centro ricerche di Lione e poi nell’istituto internazionale Bam di Berlino, Arkema ha scoperto che c’è stata un’infiltrazione d’aria nell’unità di macinazione dei perossidi e il perossido è infiammabile a contatto con l’aria, ecco perché la lavorazione avveniva con azoto liquido e quindi a bassissime temperature. Durante l’operazione di raffreddamento dell’unità di macinazione, è emerso dai vari test sui materiali, che sono state raggiunte temperature notevolmente inferiori ai valori consueti. Questo ha danneggiato l’apparecchiatura e permesso l’ingresso di aria: a quelle temperature, è avvenuta la condensazione dell’ossigeno. Con la presenza di ossigeno liquido e perossido, l’innesco è avvenuto con l’avvio dell’agitatore per la macinazione. In pochi all’incontro La relazione sull’incidente è stata illustrata l’altra sera alla presentazione del nuovo piano di emergenza esterno per gli In «casa» della Solvay Il sindaco Rita Rossa è intervenuta più volte durante la riunione a Spinetta stabilimenti Solvay e appunto Arkema, nella sala conferenze di Solvay a Spinetta. Peccato sia avvenuto davanti a una platea un po’ misera. Solo un centinaio di persone. Quando nel sobborgo di Alessandria, sotto minaccia di incidente rilevante per la presenza del polo chimico, abitano 6500 persone. In realtà erano forse solo una cinquantina i residenti che hanno deciso di esserci; per il resto, È stata presentata solo una bozza del piano di emergenza esterno: lo stesso sindaco e l’ingegnere Ciro Bolognese dei vigili del fuoco, che ha illustrato il documento, hanno specificato che proprio questi incontri (ce ne saranno altri) servono a formulare integrazioni, modifiche. Al Comune, è poi stato ripetutamente detto, spetta soprattutto la gestione dell’informazione e l’assistenza alla popolazione; coordinamento e gli altri elementi toccano alla prefettura. Il piano è un aggiornamento di quello del 2003, che, è stato precisato, non scade ma può essere appunto rinnovato. In una commissione consiliare dopo l’incendio del serbatoio Arkema della scorsa primavera, si era però parlato di cinque anni di durata. «Non conoscevamo quello precedente e dove possiamo prendere visione della nuova bozza», è stata una delle domande dell’assemblea. Il sindaco Rita Rossa ha risposto che è possibile consultare il sito internet del Comune per prenderne visione. COMUNITÀ MONTANA Per i rifiuti maxi-debito dei Comuni Un momento della «lectio magistralis» di Sapelli all’Ateneo INCONTRO PER I 70 ANNI DI CONFARTIGIANATO “Con le mani e con la mente” L’elogio dell’artigianato di Sapelli, economista eretico Eterodosso, o secondo alcuni addirittura «eretico». Contro l’economia mondiale ormai nelle mani della finanza selvaggia, contro il «ciampismo, il padoaschippismo», insomma contro l’euro (e soprattutto la quotazione iniziale a quasi 2000 mila lire, «una sciagura»), ma anche consapevole che uscire ora dalla moneta unica europea «porterebbe più mali di quanti ne comporta restarvi». Giulio Sapelli non s’è smentito nella sua «lectio magistralis» nell’aula magna della facoltà di Scienze Mfn, invitato ieri pomeriggio per il 70 anni della Confartigianato alessandrina. La sua è stata una disamina a tutto campo: ha parlato della fine della divisione tra banche d’affari e banche d’investimenti «che ha portato gli istituti di credito a diventare supermarket di strumenti che veicolano debiti», ha rincarato sul ruolo degli Usa e della Germania che ha imposto il suo modello basato sull’export. Conclusione inquietante: «Ci avviamo verso una lunga fase di stagnazione perché si produce molto di più di quanto si consuma». La nota di speranza semmai arriva proprio dall’artigianato «che dicono manuale, ma le mani senza l’intelletto non vanno da nessuna parte». È il luogo dove si può ancora tramandare l’esperienza. Di qui l’appello finale alla platea di piccoli imprenditori: «Non fate studiare troppo i figli, mandateli a imparare in azienda». [P. B.] Il socio di minoranza della «5 Valli», l’Asm di Voghera, intendeva mettere in mora i Comuni della Comunità montana Terre del Giarolo in ritardo nel pagamento del servizio di raccolta rifiuti. La cifra complessiva è di circa 500 mila euro. «Srt, gestore delle discariche dei rifiuti di Tortona e Novi – spiega il sindaco di Vignole Borbera, Giuseppe Teti – ha messo in mora la 5 Valli poiché attende circa mezzo milione di euro. La società che si occupa della raccolta rifiuti nella Comunità montana, che li anticipa per conto dei Comuni, inizialmente, su richiesta dell’Asm, socio di minoranza, intendeva mettere in mora i Comuni in ritardo nel versamento delle quote. Noi sindaci ci siamo opposti e il commissario della Terre del Giarolo, ente che detiene la maggioranza, si è opposto». Le amministrazioni comunali a rischio mora sarebbero quasi tutte dell’alta Val Borbera, con arretrati che arrivano a 100 mila euro. «Ho fatto mettere a verbale – dice Teti – che non ha senso mettere in mora Comuni che non hanno più nulla. Meglio prevedere rientri programmati dal debito». Si parla di una fusione tra la 5 Valli, che raccoglie i rifiuti anche a Volpedo e Sarezzano, e Gestione Ambiente ma parte dei sindaci sarebbero contrari. [G. C.] 12 LA STAMPA SABATO 24 OTTOBRE 2015 Il caso PIERO BOTTINO ALESSANDRIA a vicenda è delicata: riguarda etica e legalità se non altro perché protagonisti sono legali dipendenti o ingaggiati dal Comune. Ha già dato vita ad uno scambio di comunicati e repliche con tanto di minacce di querela. Sarà bene dunque attenersi ai fatti. L Alessandria e provincia .57 . Il consigliere e l’avvocato Ora è scontro in Comune Locci accusa: ”Ingaggiato un legale collega dell’assessore” giunge nell’interrogazione, che la moglie di Abrile (Luisella Quarati) è esponente di spicco del Pd locale nonché nel Cda di Costruire Insieme, azienda partecipata dal Comune. Il prologo Claudio Falleti Esponente dei Moderati, è assessore all’Organizzazione e alle risorse umane Emanuele Locci Consigliere di Fratelli d’Italia ha stilato l’interrogazione sull’incarico ad Abrile Diffide e repliche Quattro legali dell’Ufficio avvocatura comunale nel 2013 fecero causa al Comune per ottenere l’indennità di «alta professionalità» prevista dal contratto nazionale di lavoro. La vertenza andava avanti dall’anno prima quando, causa dissesto, il sindaca aveva chiesto ai dipendenti comunali di fare uno sforzo per diminuire il monte stipendi. Rita Rossa non prese bene l’iniziativa dei quattro, di qui alla fine il ricorso a vie legali. Una vicenda processuale che non s’è conclusa favorevolmente per Palazzo Rosso: a dicembre di quest’anno il giudice non solo riteneva giustificata l’indennità, ma imponeva di pagare anche gli arretrati dal 2009, in totale quasi mezzo milione. Adesso si va in appello. La scelta del difensore Non potendo rivolgersi ovviamente al suo ufficio legale, gran parte del quale era la controparte, l’amministrazione decise di farsi difendere da un avvocato esterno e scelse Gianni Abrile, giovane legale che fece già parlare di sé dieci anni fa quando s’interessava dei guai dei pendolari acquesi (fu anche membro dell’associazione guidata da Zorzan) promuovendo da praticante una causa contro le ferrovie per lo stress causatogli da un ritardo di oltre quattro ore. Poi ha superato in Spagna l’esame di abilitazione ed è tornato in Italia ad esercitare la professione, attualmente con altri due colleghi che hanno seguito, come molti altri, lo stesso percorso «intraeuropeo» (contestato vanamente in Cassazione dall’Ordine degli avvocati). Insomma tutti e tre sono «abogadi». L’interrogazione al veleno A questo punto si inserisce l’interrogazione del consigliere di FdI, Emanuele Locci, il quale vuol sapere: con quali criteri è stato scelto Abrile, qual è stata la parcella pagata e soprattutto se la giunta sapeva che uno dei due colleghi del legale nello studio di piazza Garibaldi è Claudio Falleti, esponente dei Moderati e soprattutto assessore all’Organizzazione e risorse umane. Senza contare, s’ag- Palazzo Rosso La sede municipale dove s’è consumato lo scontro tra l’amministrazione civica e quattro componenti dell’Ufficio avvocatura INTERESSATI I COMUNI IN AREE MONTANE E COLLINARI Imu agricola abolita o no? Restano i dubbi “Finora solo annunci, manca il testo finale” «Finora solo annunci, manca ancora il testo finale». Il senatore del Partito Democratico Federico Fornaro è cauto e chiede di tenere i piedi per terra sull'abolizione dell’Imu agricola, l'imposta entrata in vigore lo scorso anno riferita a campi coltivati, vigne, boschi e persino terreni incolti, duramente contestata dal mondo agricolo. Nella Legge di Stabilità in corso di redazione, secondo le associazioni agricole Cia e Confagricoltura, c'è l'abolizione sia dell’Imu che delliIrap sui terreni agricoli, decisione «accolta con favore, dopo sit-in e proteste sul territorio fino alla mobilitazione nazionale del 31 marzo scorso». L'istituzione dell'Imu agricola era stata collegata alla copertura delle spe- se per gli 80 euro e aveva scatenato la reazione anche dei sindaci, poiché i Comuni avevano subito pesanti tagli dal governo, con l'invito a recuperare l'imposta dai contribuenti, spesso per terreni incapaci di produrre reddito. La risposta martedì «Solamente martedì – annuncia Fornaro – potremo avere il Federico Fornaro del Pd A stretto giro arrivano sia la diffida di Falleti («Detta assegnazione si è svolta nella massima trasparenza e di suddetta procedura se ne darà risposta in Consiglio comunale», inoltre «A seguito delle citate “illazioni” il sottoscritto adirà l’autorità giudiziaria competente affinché proceda nei confronti dell’interpellante per le calunnie») sia la replica del Comune, che anticipa alcune cifre. Fin dal titolo: «Falsa la notizia del pagamento di una parcella di 30 mila euro all’avvocato Abrile». Mentre nel testo si precisa: «Per l’incarico è stato previsto un impegno di spesa di 3 mila euro ed, al momento, non è stato liquidato alcun compenso al professionista». Il quale qualcosa avrà ben chiesto. Ovviamente si rivendica che «l’incarico è legittimo e ha ottenuto il parere tecnico favorevole del dirigente responsabile» e che «l’Amministrazione Comunale è dotata del Codice Etico ed Integrità dal gennaio 2014». Appunto nella contro replica Locci spiega: «Il problema non è quanto è stato pagato il legale ma il valore etico e l’opportunità». Se ne discuterà in Consiglio. In città già se ne parla, e parecchio. testo e comprendere cosa contiene. Le novità di cui parlano le bozze riguardano in sostanza un ritorno al pre-2014. Non dovrebbero pagare più, quindi, non solo le aree montane, anche la collina cosiddetta svantaggiata e neppure i proprietari che non sono più coltivatori diretti. Esenti anche i terreni di pianura coltivati da agricoltori. Novità senz'altro positive e un segnale forte a favore dell'agricoltura, anche di pianura». Secondo le associazioni agricole la cancellazione dell'Imu agricola «vale» 450 milioni di euro, cifra che dovrà essere coperta in qualche modo dal governo. [G. C.] In breve Ovada Si perde nei boschi ritrovata dai volontari 1 Lieto fine per una donna di 85 anni di Mantovana, frazione di Predosa, che ieri pomeriggio si è persa nei boschi sopra Ovada, dove era arrivata per cercare castagne con alcuni parenti e amici. Il gruppo stava setacciando la boscaglia nella zona del Termo, sopra la borgata di Costa, quando la donna ha perso di vista i compagni e si è smarrita. Gli amici l’hanno cercata per un po’, poi alle 17 è scattato l’allarme, con l’attivazione del protocollo per la ricerca degli scomparsi, coordinato dalla prefettura. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco di Ovada, più due squadre di Alessandria e una di Genova, le unità cinofile dei vigili del fuoco di Volpiano, i carabinieri di Ovada e Molare, il Soccorso alpino di Alessandria e la Protezione civile. La donna, nel frattempo, aveva percorso diversa strada in discesa nel bosco, raggiungendo una cascina, dove ha chiesto aiuto. Dopo un paio d’ore è quindi stata ritrovata e soccorsa, scossa ma in buone [D. P.] condizioni di salute. Alessandria Cane guida per un cieco grazie ai Lions Club 1I Lions Club cittadini (Alessandria Host, Marengo, Bosco Marengo, Leo) con l’offerta di 1.620 euro contribuiscono all’acquisto di un cane guida da donare a un non vedente. I Club riuniti hanno festeggiato i decani con in testa Peo Luparia e Gregorio Bennati (40 anni di iscrizione) seguiti da Enzo Balza, Roberto Regalzi, Franco Castiglione, Marco Ciravegna, Walter Giacchero, Gianni Zingarini e altri ancora. Riconoscimenti specifici a Andrea Brunetti, Mari Chiappuzzo, Giuseppe Ferrigni, Maria Maso, Claudio Raiteri, Alberto Rota. [E. C.] Altavilla Monferrato Al convegno si discute di alimentazione 1 «Il cibo del futuro, il futu- ro del cibo» è il titolo del convegno regionale organizzato dal sindacato nazionale pensionati di Confagricoltura oggi dalle 10,30 nella tenuta San Martino di Altavilla Monferrato (strada provinciale per Moncalvo 18). Interviene la dietologa Elisabetta Borgini. Info: www.confagricolturalessandria.it. [G. LO.] 12 62 .Casale e Valenza STAMPA .LA SABATO 24 OTTOBRE 2015 In breve I CASALESI TORNANO A MANIFESTARE A ROMA DOPO 26 ANNI “Basta alle disparità tra i malati d’amianto” SILVANA MOSSANO CASALE MONFERRATO È di nuovo ora di tornare a Roma a manifestare davanti ai ministeri, perché non basta l’assegnazione di una somma «una tantum» di 5600 euro per i malati di mesotelioma che hanno contratto il temutissimo mal d’amianto per esposizione ambientale o famigliare. Va bene il principio, finalmente accolto, che Afeva e sindacati sollecitano da oltre un quarto di secolo, ma non va bene affatto la sperequazione che questa erogazione, disposta con decreto interministeriale del 4 settembre scorso, continua a rimarcare tra i malati. Quelli che hanno mesotelioma di origine professionale (ossia lavorarono a contatto con l’amianto) hanno diritto a indennizzi Inail e integrazioni del Fondo nazionale vittime e, in caso di decesso, la pensione si estende agli eredi. Quelli che si ammalano per l’ambiente contaminato o per la vicinanza a famigliari che lavoravano la fibra non hanno diritto a nulla di tutto questo. Solo ora, dopo 26 anni di solleciti pressanti, «meritano», se in vita, l’«una tantum», introdotta «in via sperimentale per gli anni 2015, 2016, 2017». «Si è varcato lo steccato» ammette Bruno Pesce, portavoce Comitato Vertenza Amianto: «Per la prima volta si prende in considerazione una fascia di malati fino a oggi Il 16 novembre al Salone Tartara nuova assemblea sull’amianto dimenticati, come inesistente», benché ormai rappresenti il maggior numero di persone che manifesta la patologia. Situazione inaccettabile Ma la sperequazione va abbattuta: «Devono valere gli stessi diritti di chi si ammala per causa professionale». Visto che così non è, ai casalesi non resta che ripartire, come si fece oltre venticinque anni fa, per più e più volte, con faticosi viaggi autofinanziati e la caparbietà di chi sente di essere nel giusto che portò, nel 1992, alla legge nazionale contro l’uso di amianto. La vollero i cittadini di Casale (dove peraltro il divieto era già stato disposto fin dall’87 dal sindaco Riccardo Coppo), ma la vollero per tutte le città d’Italia. Dispiegarono striscioni e si distesero per terra, a Roma, per ottenere quella svolta storica di civiltà. È di nuovo ora di mettersi in viaggio. In un comunicato, diramato ieri da Afeva, si legge: «Dopo 26 anni che sosteniamo questa battaglia per un fondo di indennizzo per tutte le vittime dell’amianto e con reversibilità, la lotta non è finita». L’associazione, con sindacati Cgil, Cisl e Uil, nazionali inclusi, faranno un presidio a novembre: si sta decidendo la data. Anche di questo si parlerà nell’assemblea del 16 novembre alle 17 al Salone Tartara. Casale Luci magiche e luna fino a notte al Castello 1 Stasera dalle 21 al Castel- lo magica atmosfera dedicata alla luna e ai lumi delle lampade di Channukkah: sui bastioni osservazione della luna con telescopi messi a disposizione dal gruppo astrofili «Cielo del Monferrato». Contemporaneamente si accenderanno alcune delle 172 «Channukiot», realizzate da artisti contemporanei di fama mondiale, ora esposti (fino al 1° novembre) nel castello e che fanno parte del Museo dei lumi ebraici, unico al mondo. Inoltre, fino alle 24, sempre al castello, alla mostra DiVino, con 80 reperti egizi, visite con la sola luce di torce, per ricreare l’atmosfera dell’antico Egitto. Alle 18,30 il professor Maurizio Larari, docente di Etruscologia e Archeologia all’Università di Pavia, terrà una conferenza sul tema «Non si pasce di cibo mortale chi si pasce di cibo celeste». Degustazioni di grap[F. N.] pe Magnoberta. Mirabello Oggi e domani mostra sulla guerra mondiale 1 Oggi dalle 15 alle 18 nella chiesetta di S. Michele, mostra dedicata alla 1° guerra mondiale, a cura di Comune e Alpini. Aperta anche domenica (10-12 e 15-18). [F. N.] Coniolo Gusti e visite nel paese «che visse due volte» 1 Domani per l’iniziativa «Una miniera di…gusti» a Coniolo apertura dalle 11 del Museo «Coniolo, Il paese che visse due volte». Visite e degustazioni tutto il giorno. [F. N.] Autorità ieri alla riapertura della strada della Valle Ghenza IERI RIAPERTO TRANSITO DELLA VALLE GHENZA Un patto Provincia-Comuni per la manutenzione strade La Provincia spenderà circa 170 mila euro per sistemare strade della Valle Ghenza. I lavori partiranno già a novembre. La notizia si è appresa ieri, all’incontro che si è svolto in municipio a Rosignano, in occasione dell’inaugurazione della strada della Valle Ghenza, riaperta dopo quattro anni e mezzo di lavori. C’è stato anche un sopralluogo con i sindaci dei Comuni interessati alla strada riparata, dove si erano verificate due frane. La Provincia, dunque, ha annunciato che metterà a disposizione complessivamente altri 340 mila euro per la sistemazione di strade, da farsi in primavera, dando la priorità ai luoghi patrimonio Unesco. Il primo intervento di novembre, nel territorio di Rosignano, riguarda il tratto che va verso S. Martino, su cui fu deviato il traffico quando la strada della Valle Ghenza era bloccata. Altrettanta attenzione sarà dedicata alla strada che collega Rosignano a Ozzano, dove la presenza di un’altra frana e un intervento parziale ha consentito almeno di avere una viabilità alternata. Ma si vorrebbe arrivare al recupero definitivo: se ne parlerà in un incontro la prossima settimana. Altri parziali interventi verranno attuati sempre sulla provinciale 42, dove ci sono stati piccoli cedimenti, ma pure a Camino e a Alfiano Natta. Contribuiranno anche i Comuni interessati - Rosignano, Frassinello, Ozzano, Cella Monte, Olivola, Ottiglio, Sala, Vignale, Camagna - che hanno stipulato una convenzione con la Provincia per assicurare con proprio personale la manutenzione (tagli erba, pulizia dei fossi) delle strade provinciali. Una convenzione che la Provincia intende ampliare a tutto l’Alessandrino: se ne discuterà nel prossimo consiglio provinciale. [F. N.]