renzi: la sinistra è dove c`è innovazione, l`art. 18 non
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renzi: la sinistra è dove c`è innovazione, l`art. 18 non
d’Italia RENZI: LA SINISTRA È DOVE C’È INNOVAZIONE, L’ART. 18 NON C’È NELLA COSTITUZIONE ANNO LXII N.225 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Redazione “Vi propongo di votare con chiarezza al termine” della direzione “un documento che segni il cammino del Pd sui temi del lavoro e ci consenta di superare alcuni tabù che ci hanno caratterizzato in questi anni”. È la proposta del premier Matteo Renzi alla direzione Pd, cui ha prospettato una “profonda riorganizzazione del mercato del lavoro e anche del sistema del welfare”. Quindi ha ammonito la minoranza: ”Non siamo un club di filosofi ma un partito politico che decide, certo discute e si divide ma all’esterno è tutto insieme. Questa è per me la ditta”. Renzi ha ricordato che la percentuale ottenuta alle europee è un mandato per il cambiamento: “Gli elettori con il 40,8% alle europee si sono affidati a noi con questo obiettivo. Ma non è tanto una percen- WWW.SECOLODITALIA.IT tuale o il numero assoluto dei voti a contare: è il fatto che gli italiani hanno detto al Pd ‘la devi cambiare tu l’Italia’”. Ha ancora difeso la scelta degli ottanta euro in busta paga e lo ha fatto polemizzando con l’editoriale del Corriere critico nei suoi confronti: ”Ottanta euro sono un fatto di dignità prima ancora che di giustizia sociale e sono importanti per milioni di italiani e non per 100 editorialisti”. Entrando nel merito dell’articolo 18 ha detto che ”il rispetto del diritto costituzionale non è nell’ avere o no l’art. 18, ma nell’avere lavoro. Se fosse l’art.18 il riferimento costituzionale allora perché per 44 anni c’è stata differenza tra aziende con 15 dipendenti o di più?”. Ha poi offerto uno spiraglio per conciliare le posizioni distanti: “L’attuale sistema del reinte- martedì 30/9/2014 gro va superato, certo lasciandolo per il licenziamento discriminatorio e disciplinare”. Il premier è infine pronto a confrontarsi, a “sfidare” i sindacati su tre punti: “una legge sulla rappresentazione sindacale; la contrattazione di secondo livello e il salario minimo”. “La sinistra deve essere laddove c’è il cambiamento – ha concluso – non lascio ad altri l’esclusiva della parola sinistra. E’ di sinistra questa riforma se serve a difendere i lavoratori, il futuro e non il passato, tutti e non qualcuno che è già garantito”. A nome della minoranza a Renzi ha risposto Gianni Cuperlo: “Hai davanti a te una parte del Pd che vuole innovare ma che non è disposta a rinunciare a una quota delle sue convinzioni. Trova una soluzione condivisa, fatti carico di questa parte del Pd, la forza di un leader non è tirare dritto ma motivare il suo popolo”. Attacco nostalgico alla memoria di Solgenitsin: «I suoi libri sui gulag frutto di fantasia…» Antonio Pannullo Passo falso quello di Jurij Poljakov, attuale direttore della polverosa Literaturnaja Gazeta, rivista culturale in auge ai tempi di Stalin, che ha inspiegabilmente attaccato – peraltro fuori tempo massimo – un autentico monumento nazionale, il Premio Nobel Aleksandr Solgenitsin. Come è noto, Solgenitsin è stato uno scrittore, drammaturgo, storico russo che attraverso i suoi scritti ha fatto conoscere al mondo l’orrore del comunismo sovietico, i campi di concentramento, il lavoro forzato dei dissidenti, la mancanza di libertà, e che per questo – dopo il Nobel ottenuto nel 1970 – nel 1974 fu cacciato con infamia dal regime allora imprante a Mosca. Nella sua amatissima patria poté ritornare, da trionfatore, solo nel 1994, dopo la caduta del comunismo. È morto nel 2008 nella capitale. Era nato nel 1918 nel sud della Russia, di origini cosacche e ucraine, e crebbe a Rostov, con la sola madre, in condizioni di estrema povertà. Si laureò in matematica sempre a Rostov. Partì volontario nella Seconda Guerra Mondiale, guadagnandosi sul campo i gradi di capitano. Nel 1945, malgrado le decorazioni militari, fu arrestato e mandato in un gulag (campo di concentramento dell’Urss, ndr) per aver criticato Stalin in una lettera privata a un amico. Nel 1955, scontata la condanna, fu mandato in esilio perpetuo in Kazakhistan. In seguito la pubblicazione dei suoi altri scritti fu vietata dall’Unione degli Scrittori sovietici, di cui, guarda caso, faceva parte la Literaturnaja Gazeta, e i suoi guai continuarono. Il Kgb sequestrò i suoi manoscritti, la sua segrataria si suicidò dopo essere stata torturata dai servizi, lui sfuggì a un tentativo di avvelenamento, nel 1970 non poté ritirare il Premio Nobel. Intanto Arcipelago Gulag era stato pubblicato in Occidente, ove ebbe un successo smisurato. La parola gulag iniziò a entrare nel vocabolario planetario. Il poeta Evtuscenko e il violoncellista Rostropovic, per aver osato difenderlo, furono esiliati. Come lui, che nel 1974 fu mandato il Germania Occidentale e privato della cittadinanza sovietica. Trascorse vent’anni, infelice per la lontananza dalla Madre Russia, negli Stati Uniti, dove continuò a scrivere, ma anche criticato dai progressisti occidentali per il suo essere sinceramenten patriottico e di religione ortodossa. Solgenitsin negli anni recenti si è guadagnato l’antipatia della sinistra internazionale, oltre che per aver fatto conoscere la verità sulla repressione comunista, anche schierandosi contro i pacifisti in occasione della guerra del Vietnam, contro i bombardamenti della Nato in Kosovo, ed esprimendo più volte preoccupazione per la sorte dei russofoni che oggi abitano nelle repubbliche ex sovietiche, come ad esempio in Ucraina. Quando morì ebbe solenni funerali di Stato. Solgenitsin in pratica sosteneva, come Dostojesky, se non la superiorità almeno la missione della Russia nei confronti dei Paesi confinanti, chiamata dalla geopolitica e dalla storia a guidare e dirigere. Oggi Solgenitsin è secondo solo al presidente Vladimir Putin nell’indice di gradimento dei russi, e un tentativo di diffamazione contro di lui assume un significato che non può essere che politico ed eterodiretto. Addirittura Polijakov ha messo in dubbio la veridicità delle sue descrizioni dei gulag, definendole frutto di fantasia, ma dimenticando che oltre a quella – di prima mano – di Solgenitsin, ci sono anche altre migliaia di testimonianze. Poljakov è arrivato al punto di proporre di vietare i libri di Solgenitsin nelle scuole russe, ma è difficile che il suo appello venga raccolto da qualcuno. Immediata la replica della vedova dello scrittore Natalja Svetlova, che tra le altre cose ricorda a Poljakov, già capo dei giovani comunisti sovietici, che Solgenitsin non «abbandonò» il suo Paese, come scritto da Poljakov, ma ne fu cacciato… Già molte voci si sono levate contro Literaturnaja Gazera e il suo nostalgico direttore, mentre il Cremlino tace. Ma già, Solgenitsin non ha bisogno di essere difeso dal governo, la sua vita e le sue opere testimoniano per lui. E lui continuerà a essere studiato nelle scuole russe, insieme con Dostojevsky e i suoi Fratelli Karamazov… Carabiniere morto durante un inseguimento: era l’appuntato di 39 anni Luca Di Pietra 2 Secolo d’Italia MARTEDì 30 SETTEMBRE 2014 Redazione Aveva 39 anni, Luca Di Pietra, il carabiniere morto durante l’inseguimento di un’Audi, forse rubata, vicino all’ingresso dell’Autostrada A21 a Castelgiovanni, nel Piacentino. L’altro militare che si trovava sulla Gazzella, coinvolta nel tamponamento di un Tir, è il 46enne Massimo Banci, appuntato scelto di San Giorgio Piacentino, che resta ricoverato in condizioni gravissime al San Raffaele di Milano, dove è stato trasportato in elicottero dopo l’incidente. L’appuntato Di Pietra era arrivato al Nucleo Radiomobile di Piacenza, coronando il suo sogno, appena una decina di giorni fa, dopo una lungo servizio alla Stazione del Comune di Rivergaro, sempre nel Piacentino. Un paio d’anni fa, durante un inseguimento, era riuscito con alcuni commilitoni ad arrestare una banda di ladri. Secondo una prima ricostruzione, i due militari stavano percorrendo una strada comunale che interseca la provinciale tra Castelsangiovanni e Pieve Porto Morone, in provincia di Pavia. Con la Fiat Bravo di servizio hanno incrociato l’Audi dell’inseguimento. Il guidatore, alla vista della Gazzella, ha accelerato. I carabinieri hanno invertito la marcia ma poco dopo, nei pressi di una curva a destra e durante un sorpasso si sono imbattuti in un Tir che hanno tamponato e che era fermo sul lato sinistro della strada, parcheggiato contro mano. L’auto è finita incastrata sotto il mezzo pesante, provocando la morte e il ferimento grave dei carabinieri. Allo stato attuale gli investigatori non hanno alcun elemento utile per rintracciare l’Audi e per ricostruire quanti fossero i malviventi a bordo. Sul luogo della tragedia sono giunti immediatamente il comandante provinciale dei carabinieri di Piacenza, Filippo Fruttini, e il questore Calogero Germanà, poi raggiunti dal sostituto procuratore Emilio Pisante e il comandante regionale dei Carabinieri Emilia-Romagna, Antonio Paparella. Luca Maurelli Sorrisini al conduttore, ricambiati dai consueti brividini di Fazio, ma anche ammicamenti a dentoni spianati alle telecamere, batttutine da bar (tipo, “abolirò i Cocopro, ma anche i Cocodè…”), sfide al suo stesso partito, come se andasse a fare la guerra al nemico e non alla sua maggioranza “bulgara”. Infine lo scivolone su Brunetta, con la triste ironia sulla sua statura, una roba originale… Matteo Renzi, alla vigilia della direzione Pd, dove oggi è attesa la resa dei conti sul Jobs act, ieri sera ha messo in scena il suo consueto show nel salotto amico di “Che tempo che fa”, aiutato da Fabio Fazio a elevarsi a rango di statista, con il solito gioco di sguardi incantati e commossi che il conduttore riserva ai suoi graditi ospiti da incen- sare. “Lei ha preso il 41%, lei è un esempio di dinamismo…”, esordisce Fazio, giusto per dare un’idea di come avrebbe messo all’angolo il premier. Ma le risposte sono interessanti, perché danno bene l’idea di cosa accadrà oggi nella direzione del Pd sull’articolo 18: «Io non tratto con la minoranza del partito ma con i lavoratori». Il premier dice basta a una sinistra “opportunista e inchiodata al 25%”, che fa dell’articolo 18 una “battaglia ideologica”. Una sinistra che guarda al passato e che non si rende conto che “la memoria senza speranza è un museo delle cere”. Arriva la mazzata finale sull’articolo 18 (“gli imprenditori devono poter licenziare”) e la cancellazione dei contratti precari e spara contro il sindacato: «L’unica azienda al di sopra dei 15 di- pendenti che non ha l’articolo sono loro – fa sapere il premier – che poi ci vengono a fare la lezione». Renzi ce l’ha anche con D’Alema (“non me lo perdo mai”) e con i soliti poteri forti. «Possono anche mandarmi a casa domani mattina – è la tesi – ma non pensino di telecomandarmi come una marionetta». Così come dice di essere pronto a misurarsi in Parlamento sulle riforme istituzionali e sulla legge elettorale: «Bisogna fare veloci. Abbiamo un accordo – ricorda – e Forza Italia non deve continuare a girarci intorno». Ma poi chiude proprio con uno scivolone su Forza Italia, con una triste ironia sul capogruppo alla Camera: «Mi risparmio la battuta su Brunetta che si alza…». Fazio ride. Il diretto interessato replica: «Ironia razzista? Che tristezza!», scrive su twitter Brunetta. Il triste show di Renzi da Fazio: sfida il suo Pd sull’articolo 18 e fa battute sulla statura di Brunetta A Milano lampioni a risparmio come a Oslo Inizierà con l’Expo l’illuminazione a led MARTEDì 30 SETTEMBRE 2014 Secolo d’Italia 3 Reintegro al lavoro? In Germania esiste, ma solo come possibilità Antonio Pannullo Milano sarà la prima grande città italiana completamente illuminata a led, al pari di Oslo, Los Angeles, Copenaghen e Stoccolma. Entro il 2015, a quanto pare, tutti i 141 mila punti luce del comune saranno sostituiti da luci a led, con un risparmio del 52% sui consumi e del 31% sulla bolletta di Palazzo Marino, che si ridurrà di 10 milioni nel 2015 e scenderà dagli attuali 42 milioni a 29 milioni nel 2016. A finanziare il piano, presentato lunedì, sarà A2A con un investimento di ben 38 milioni di euro in due anni. Grazie alla nuova illuminazione il consumo scenderà dagli attuali 114 milioni di kwh (chilowattora) annui a 55 mila kwh, con un consumo pro-capite che si ridurrà da 87 a 42 kwh, al di sotto della media europea (pari a 51 kwh), facendo meglio anche di Francia Germania e Spagna. Per l'inizio di Expo 2015 è stato promessa la sostituzione dell'80% degli impianti. «L'indicazione a livello nazionale era di ridurre le luci. Noi facciamo la spending review con l'innovazione tecnica, mantenendo la stessa qualità dell'illuminazione. È un esempio di come si possa risparmiare senza ridurre l'illuminazione. Vogliamo la stessa luce che abbiamo oggi, nessun cittadino deve percepire un calo nell'illuminazione», ha spiegato da parte sua l'assessore alla mobilità del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, replicando alle osservazioni del commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, che aveva individuato tra gli sprechi da tagliare quello della spesa per l'illuminazione pubblica, indicando proprio in Milano una città con troppi punti luce (uno ogni 9,4 abitanti contro i 15,6 di Berlino). «L'effetto dei led dal punto di vista visivo è molto buono, la scelta impatta non solo in termini di risparmio energetico, ma c'è un dato di qualità importante e di sicurezza, perché le nuove lampade durano fino a 5 volte quelle vecchie: questo significa meno lampade rotte e meno guasti», ha spiegato Giovanni Valotti, presidente di A2A. La nuova illuminazione farà bene anche all'ambiente, evitando l'emissione di 23.650 tonnellate di CO2 nell'aria e un risparmio di 9 tonnellate di rifiuti elettrici all'anno, grazie alla maggior durate dei led che ridurranno di 10 mila all'anno le lampade bruciate. «Anche l'inquinamento luminoso sarà ridotto - ha aggiunto Valotti - perché il fascio di luce sarà rivolto verso il basso». Redazione Le Pmi continuano a trainare l'economia europea: creano nuova occupazione e favoriscono lo sviluppo di settori produttivi innovativi. Gli ultimi indicatori disponibili lo dimostrano chiaramente: forniscono i due terzi dei posti di lavoro nel settore privato e generano l'85% di nuovi occupati. Nel complesso, in Europa ci sono 20,6 milioni di piccole e medie imprese, il 99,8% del totale, che occupano più di 87 milioni di persone. Esse, tuttavia, sono anche le più esposte all'eccessivo peso burocratico, ai ritardi nei pagamenti e incontrano più ostacoli nel reperimento di finanziamenti e nell'internazionalizzazione. Quali quindi le prospettive? Le Pmi saranno in grado anche in futuro di fronteggiare la crisi? E quali le nuove opportunità di crescita e sviluppo in mercati sempre più competitivi? Quali ancora i benefici in vista dell'accordo di libero scambio tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti. E ancora quali le opportunità offerte dalla tecnologia digitale e dalla vetrina dell'Expo 2015, soprattutto per le start up. Sono alcuni degli spunti intorno a cui si aprirà il dibattito in occasione dell'edizione 2014 dell'assemblea delle Pmi che si terrà a Napoli, Stazione marittima, da mercoledì prossimo 1° ottobre a venerdì 3 ottobre. La conferenza, organizzata nell'ambito del Semestre di Presidenza Ue e in stretto raccordo con la direzione per l'Impresa e l'Industria della Commissione Ue, rappresenta il fulcro della settimana europea delle Pmi. Quest'anno il tema della conferenza sarà la "Crescita attraverso l'impresa: le opportunità future" (Growth Through Enterprise: The Opportunities Ahead). La cerimonia di apertura dell'Assemblea si terrà alla presenza del Presidente della Re- pubblica Italiana Giorgio Napolitano. All'evento interverranno il Commissario all'Industria e all'Imprenditoria, Ferdinando Nelli Feroci, il ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi e il direttore generale per l'Impresa e l'Industria della Commissione europea e inviato per le Pmi europeo, Daniel Calleja. Tra gli obiettivi dell'assemblea delle Pmi c'è anche quello di fornire informazioni sui diversi tipi di sostegno offerto dall'Ue e dalle autorità nazionali, regionali e locali alle micro, piccole e medie imprese. Rappresenta inoltre un'occasione per promuovere l'imprenditorialità, per incoraggiare le persone, in particolare i giovani e le donne, a optare per una carriera d'imprenditore e dare un riconoscimento agli imprenditori per il loro contributo al benessere, all'occupazione, all'innovazione e alla competitività in Europa. Sono sempre le piccole e medie imprese a trainare l’economia europea Redazione In Germania il reintegro c'è come possibilità: nella quasi totalità dei casi si raggiunge un accordo tra le parti, e solo mel 10% dei casi si arriva in tribunale: a dirlo è il ministro tedesco del Lavoro, Andrea Nahles, rispondendo a una domanda in tal senso durante l'iniziativa "Dialogo italo-tedesco sull'occupazione giovanile". «In Germania se qualcuno viene licenziato può andare in tribunale, ma di solito si finisce con il patteggiamento, si arriva piuttosto ad un arbitrato nell'ambito del quale lavoratore e datore di lavoro trovano un accordo; il 10% scarso arriva in tribunale», ha appunto risposto il ministro tedesco, sottolineando che il reintegro è, appunto, una possibilità (non un obbligo), alternativa all'indennizzo economico. Peraltro inGermania c'è «rispetto e ammirazione per l'impegno riformatore del governo italiano», come ha detto il ministro Nahles. «È incredibile - ha proseguito il ministro tedesco - vedere quanti sforzi sono stati già avviati. Sono sicura che riuscirà a raggiungere grandi obiettivi». Infine, si è appreso che in Germania a settembre l'inflazione si è attestata sul +0,8% annuo, già registrato nei precedenti mesi di luglio e agosto, restando al valore più basso da febbraio del 2010 (+0,5%). Lo ha reso noto l'Ufficio di statistica federale basandosi su dati preliminari, specificando che su base mensile a settembre i prezzi sono rimasti per lo più invariati. Vulcanelli, la Procura procede per omicidio colposo. Ancora ignoto il proprietario dell’area 4 Redazione La Procura di Agrigento ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati, che ipotizza il reato di omicidio colposo plurimo per la morte, avvenuta due giorni fa, dei fratellini Carmelo e Laura travolti dal fango dopo l'esplosione dei vulcanelli nella riserva Maccalube e ha nominato un vulcanologo come consulente tecnico. E' quanto emerge da un vertice sull'inchiesta al quale hanno partecipato il procuratore capo Renato Di Natale, il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e il sostituto Carlo Cinque. Certamente si può parlare di tragedia annunciata visto che proprio sul sito web della riserva di Macalube di Aragona è riportato a chiare lettere che «periodicamente la collinetta delle Macalube è sconvolta da eruzioni esplosive, accompagnate da boati, con espulsione di materiale argilloso misto a gas ed acqua scagliato a notevole altezza a causa della pressione esercitata da ammassi di gas accumulatasi nel tempo al di sotto della sua superficie». Resta da capire, a questo punto, proprio di fronte a queste parole messe nero su bianco, quali siano stati gli accorgimenti di sicurezza messi in campo da chi gestiva la riserva per evitare tragedie come quella avvenuta. Anche perché quel paesaggio Secolo d’Italia Arriva la batterio-terapia per curare la pelle con microrganismi estratti dal suolo lunare e stupefacente è una delle mete preferite dai bambini delle scuole siciliane. Nella riserva Macalube d'Aragona, infatti, ogni anno vengono organizzate decine di gite di classi di gradi diversi e da diverse province per spiegare agli alunni il ''vulcanismo sedimentario'' il particolare fenomeno geologico che rende la collina dei vulcanelli una meta da non mancare. A maggior ragione, quindi, di fronte ad un afflusso così massiccio di scolaresche che invadono la zona si sarebbero dovute immaginare misure di sicurezza più stringenti che, invece, a quanto pare, non sembrano essere state contemplate. Ora i magistrati stanno cercando di fare chiarezza, nel groviglio di responsabilità dei vari enti, chi fosse deputato a mettere in atto tutti i sistemi di sicurezza necessari sul sito. Tra le cose da accertare è la proprietà dell'area sulla quale è stata realizzata la riserva. La riserva, istituita dalla Regione siciliana nel 1981 proprio per proteggere il fenomeno del "vulcanismo sedimentario", ha ricevuto i finanziamenti dalla Commissione europea attraverso l progetto Life Natura proposto dalla provincia agrigentina che vede come partner il Comune di Aragona e Legambiente, l'ente che gestisce materialmente la riserva. alla fiera del paese, la festa patronale dedicata ai Santi Cosma e Damiano: erano le 17 e 30 e due bambini di 3 anni, che stavano giocando insieme ad altri su via Santa Cristina affollata di gente e bancarelle, si sono allontanati dai genitori, perdendosi tra la folla. Quando i genitori se ne sono accorti, hanno cominciato a cercarli. Hanno chiesto agli organizzatori di chiamarli con il megafono. Nulla lasciava presagire quanto sarebbe stato scoperto di lì a poco. Il primo dei due è stato trovato poco dopo in via Santa Cristina all'incrocio con via Gramsci, mentre per il secondo nessuna traccia se non le parole allarmanti del compagnetto: «è a braccetto con un signore...».. Le ricerche, a quel punto, hanno assunto toni allarmati ma si sono protratto a lungo, senza esito. I genitori del bambino scomparso hanno subito allertato i carabinieri, continuando evidentemente a cercarlo fra la folla. Il padre del bambino ad un certo punto lo ha notato in compagnia di un uomo che lo teneva per mano. Si è messo ad urlare, inseguendolo. L'uomo, vistosi scoperto, ha immediatamente lasciato il bambino ed è fuggito verso un'auto, una Renault 19 di colore grigio, all'interno della quale un complice lo stava aspettando con il motore acceso. I due sono fuggiti facendo perdere le loro tracce. Ora sono in corso indagini per risalire all'auto. Torino, è uno slavo il rapitore di bambini, caccia alla Renault 19 sulla quale è fuggito Redazione E' uno slavo il malvivente che ieri, a Borgaro Torinese, ha tentato di sequestrare un bimbo di 3 anni e ora i carabinieri lo stanno attivamente cercando. Sarebbe lui quello che si stava allontanando con il bambino in braccio e poi fuggito su una Renault 19 grigia dopo essere stato scoperto. Alex Giarrizzo, il padre del bambino, ha denunciato ai carabinieri di averlo raggiunto, colpito, ma è comunque riuscito a sfuggirgli: «Parlava slavo - ha rivelato il papà del bimbo ancora sotto shock - E' fuggito con un complice». Il gravissimo episodio è accaduto MARTEDì 30 SETTEMBRE 2014 Redazione Anche i batteri potrebbero aiutare la bellezza della pelle divenendo la base per nuove "terapie cosmetiche": si potrebbe chiamare ''batterio-terapia'' una cura basata sull'uso locale di microrganismi estratti dal suolo per migliorare condizioni cutanee tra le più svariate. Uno studio presentato al quinto congresso ASM, Conference on Beneficial Microbes, in corso a Washington dimostra infatti che certi batteri del suolo - che «si nutrono» di sostanze presenti nel nostro sudore come l'ammoniaca - possono essere usati per curare condizioni della pelle come l'acne o le ulcere diabetiche che non si rimarginano mai. Il segreto di questi batteri è che eliminano sostanze nocive come l'ammoniaca del sudore e le trasformano in molecole buone per la nostra pelle. La prova di principio della fattibilità di una simile terapia è stata ottenuta con uno studio clinico su 24 volontari usando il batterio del suolo Nitrosomonas eutropha. A metà del campione di persone per una settimana sono state fatte applicazioni locali di Nitrosomonas eutropha su viso e testa chiedendo loro di non detergersi i capelli. La salute della pelle dell'intero gruppo è stata monitorata per le due settimane successive all'applicazione e sono emerse differenze tra i soggetti. Dall’Antitrust multa di 800mila euro ai medici: «Riscrivete le regole sulla pubblicità» MARTEDì 30 SETTEMBRE 2014 Redazione L’Antitrust ha sanzionato la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi ed odontoiatri (Fnomceo) per «aver posto in essere un'intesa restrittiva della concorrenza, consistente nell'adozione e diffusione del Codice di deontologia medica 2006 e delle Linee Guida», considerando inappropriata anche la nuova versione del Codice. Ad essere contestata, spiega il presidente Fnomceo Amedeo Bianco, è la parte del Codice relativa alla pubblicità nel settore. La sanzione decisa è pari a 831.816 euro. Netta la replica di Bianco: «Difenderemo l'autonomia e l'indipendenza della nostra deontologia. Faremo ricorsi al Tar e Consiglio di Stato. Non abbiamo infatti mai inteso costituire un ostacolo all'informazione sanitaria ma, col nostro codice, abbiamo cercato di equilibrare la comunicazione che, in questi servizi, è molto delicata». «Mai abbiamo inteso emanare un Codice contra legem precisa la Fnomceo in una nota ma neppure accetteremo che siano altri a scrivere il nostro Codice. Al di là dello stretto merito giuridico, questa vicenda esalta una questione fondamentale: e cioè la libertà e l'indipendenza della Deontologia professionale, Secolo d’Italia Fiat perde il ricorso al Tar: alla Volkswagen le volanti di polizia e carabinieri che trova il suo caposaldo etico e civile nella tutela dei diritti dei cittadini - in questo caso la tutela della salute - definiti fondamentali dalla nostra Costituzione. E ciò in un contesto di Diritto comunitario che non distingue, all'interno del mercato, le tipologie e le specificità dei diversi servizi». Quindi una precisazione: «Non siamo ostili alla pubblicità sanitaria e alle positive ricadute nel migliorare l'offerta di servizi e la libertà di scelta. Vogliamo però, nello spirito e nella lettera del nostro mandato istituzionale, contrastare fenomeni e abusi di un'attività informativa e comunicativa che, come scritto nel nostro Codice 2014, sia "accessibile, traspa- rente, rigorosa e prudente" e "veritiera, obiettiva, pertinente e funzionale all'oggetto dell'informazione, mai equivoca, ingannevole e denigratoria"». Ed è per questo, sottolinea la Fnomceo, che «non sono consentite forme di pubblicità comparativa sulle prestazioni» né «forme di pubblicità promozionale finalizzate a consentire la commercializzazione di prodotti sanitari». Tutto questo, conclude la Federazione, «a noi pare essere un punto di equilibrio alto tra i contenuti del Diritto comunitario e quel ruolo di verifica e di vigilanza che la Legge ci attribuisce e che noi esercitiamo attraverso la deontologia». ammesso una relazione col comandante della Concordia, alle 10,27 del 24 settembre è riemersa da un lungo silenzio lanciando il suo ultimatum dal social network. Non dice molto, ma lascia intendere che al processo non è stato detto tutto. Secondo le testimonianze al processo, nel caos del naufragio alcuni ufficiali non obbedirono agli ordini del comandante Francesco Schettino, aprirono i cancelletti sui ponti senza un suo ordine, ammainarono le lance sul lato sinistro prima che la nave si inclinasse di più benché fosse stato detto di calare solo quelle sul lato destro, predisposero l'evacuazione della Costa Concordia prima dell'ordine di abbandono generale. È quanto si ricava dalla testimonianza del terzo ufficiale di coperta Diego Scarpato, sentito su convocazione delle parti civili, nell'ultima udienza al processo di Grosseto. Le parti civili hanno messo in luce questa testimonianza per significare la disorganizzazione di bordo della Costa Concordia nell'emergenza. Sentito anche il responsabile tecnico di Costa spa, ingegner Pierfrancesco Ferro, il quale la sera del naufragio era in contatto con il suo dirigente, Paolo Giacomo Parodi, technical advisor della flotta di Costa Crociere, responsabile della manutenzione delle navi. Ferro ha riferito che la Concordia stava navigando nel Mediterraneo con un inconveniente alla capsula del Vdr, il sistema di registrazione dei dati di navigazione, col rischio di perderli. Rischio comunque escluso, visto che poi i dati furono recuperati e sono agli atti del processo. Inoltre ha riferito che il sistema radar non era perfettamente funzionante e la Concordia venne comunque fatta navigare. Domnica avvisa Schettino: «Se non dici la verità sul naufragio parlo io» Redazione «Francesco Schettino ti do sei giorni per dire la verità su quello che è successo immediatamente dopo aver dato l'annuncio di abbandono della nave. Solo sei giorni!». È l'ultimatum, scritto in inglese, che Domnica Cemortan, la moldava che era in plancia di comando della Costa Concordia nella notte del naufragio al Giglio, lancia dalla sua pagina Facebook. Ne da notizia "Oggi.it". Dopo le polemiche sollevate dal trasferimento di Gregorio De Falco, che aveva intimato al comandante Francesco Schettino di tornare a bordo della nave, su riaccendono dunque ancora una volta i riflettori sulla notte del 13 gennaio 2012. La moldava, che nei mesi scorsi - ricorda il settimanale messa alle strette dai magistrati ha 5 Redazione Resta confermata l'aggiudicazione a Volkswagen Group Firenze dell'appalto per 206 autovetture per il servizio di controllo del territorio da parte di Polizia e Carabinieri. Lo ha deciso la I sezione Ter del tribunale amministrativo del Lazio, respingendo un ricorso proposto da Fiat Auto Var per contestare quel provvedimento di aggiudicazione. In particolare, Fiat Auto Var chiedeva l'annullamento del decreto dirigenziale con cui il Ministero dell'interno, nel luglio scorso, ha aggiudicato in via definitiva la procedura di gara per 206 autovetture per il servizio di controllo del territorio, di cui 100 per la Polizia e 106 per i Carabinieri, con facoltà di esercitare il diritto di opzione per ulteriori 1800 autovetture. Fu la Volkswagen Group Firenze ad aggiudicarsi l'appalto. Contro questo provvedimento, Fiat Auto Var si è rivolta al Tar, sollevando una serie di eccezioni, e sollecitando l'esclusione della società che si è aggiudicata l'appalto. Ricorso che è stato respinto su tutti i punti dal Tribunale amministrativo regionale. Erutta il vulcano Ontake, strage in Giappone: decine di morti. E gli esperti temono il bis 6 Redazione La conferma delle prime quattro vittime, tutti uomini, dell'inattesa, spettacolare e adesso anche letale eruzione del vulcano Ontake, nel Giappone centrale, è maturata nella tarda serata di domenica, al secondo giorno di soccorsi. La polizia nipponica ha reso noto che le quattro persone portate a valle, tra le 31 rilevate in cima e in uno stato "di arresto cardiaco e respiratorio", sono risultate decedute. Tutto lascia prevedere un bollettino destinato a diventare più pesante mancando pure le certezze sul numero preciso dei dispersi, forse intorno a quota 80. La formula usata dalle autorità giapponesi è improntata alla massima prudenza fino alla definitiva certificazione medico-legale della morte. Le attività degli oltre 550 uomini impegnati nei soccorsi tra polizia, vigili del fuoco e militari delle Forze di Auto-difesa, sono andate avanti tra difficoltà crescenti fino allo stop definitivo del pomeriggio "per l'alta concentrazione di zolfo", subito dopo aver portato in salvo altri 24 escursionisti. Il paesaggio è spettrale, l'esatto opposto di quello fiabesco che fa dell'Ontake una delle tappe naturalistiche più popolari dei colori dell'autunno nipponico, con Secolo d’Italia l'unicità dei cinque laghi vulcanici a ridosso del cratere. La coltre di cenere ha ormai superato il mezzo metro dato che l'attività eruttiva non si è mai interrotta dopo il risveglio improvviso di sabato, quando circa 300 escursionisti sono stati sorpresi da un boato, da fumo, cenere e pesanti sassi. Decine di persone sono rimaste ferite sulle pendici del vulcano di 3.067 metri, il secondo più alto del Giappone dopo il Fuji-san, tra le prefetture di Nagano e Gifu, dal cui cratere si staglia il pennacchio di fumo andato oltre i 10.000 metri. Proprio la fuga dalla valanga di cenere e l'alta colonna di fumo sono tra le più seguite e diffuse videoclip sui social network. L'Agenzia meteorologica giapponese ha messo in guardia dal rischio di ulteriori attività dopo aver definito l'eruzione iniziale di "modesta entità". Un panel di esperti, riunitosi d'urgenza, ha concluso che quella di sabato è stata "un'esplosione idrovulcanica" dovuta all'alta pressione del vapore acqueo generato dal riscaldamento della falda per il calore del magma. Fenomeni "improvvisi e difficili da prevedere", come emerso in una conferenza stampa, che in qualche misura scagionerebbero l'Agenzia da responsabilità sul mancato allarme. I dati rilevati a metà settembre hanno mostrato tracce di "terremoti vulcanici" nella zona, ma con evidenze minori anche rispetto a quelle che hanno preceduto l'ultima eruzione del 2007. Flussi piroclastici, composti da gas e frammenti di roccia, sono stati osservati a oltre 3 chilometri a sudovest del cratere primario, mentre sono state scoperte tracce di alberi in fiamme. L'ultima eruzione paragonabile alla stessa scala è del 1979: non ci sono segni di scenari ben più gravi, ma - secondo gli esperti - le attività vulcaniche si stanno intensificando e l'Ontake potrebbe concedere il bis, con fenomeni leggermente più forti di quelli di sabato. Un rischio in più sulle già complesse operazioni di soccorso. spiega la posizione americana nella lotta agli estremisti e respinge paragoni impliciti con i precedenti impegni militari statunitensi. E ammette la difficoltà nel momento, pur ricordando come già il suo arrivo alla Casa Bianca era stato difficile. ''E' un periodo significativo questo, ma pensiamo che quando sono arrivato alla Casa Bianca c'erano due guerre in corso e una crisi finanziaria terribile e quasi senza precedenti. Abbiamo incontrato difficolta' e le abbiamo superate. Questo non è per sminuire le sfide serie che ci troviamo ad affrontare oggi'' afferma Obama rispondendo a chi gli chiedeva se quello attuale fosse il momento piu' difficile della sua presidenza. ''Stiamo assistendo l'Iraq in una vera battaglia che si tiene nel suo territorio, con le loro truppe. Noi stiamo offrendo supporto aereo. Ed e' nel nostro interesse farlo perche' l'Isis rappresenta una sorta di ibrido non solo di rete terroristica, ma con ambizioni territoriali e la strategia e le tattiche di un esercito''. Bisogna pero' ''distinguere fra l'antiterrorismo e l'occupazione che ha caratterizzato le guerre in Iraq e Afghanistan. E' molto diverso che avere 150.000 truppe in Iraq sul campo o 60.000 in Afghanistan''. Il presidente americano mette in evidenza come la rete di Al Qaida fra l'Afghanistan e il Pakistan, guidata da Osama bin Laden, e' stata resa ''inefficace'', ma ci sono ''gruppi re- Obama: non siamo in guerra con l’Islam ma l’Isis è un cancro da estirpare Redazione Gli Stati Uniti non sono in guerra con l'Islam, una grande religione. Ma c'è un ''cancro'', l'Isis, da combattere: «Non è l'America contro l'Isis, ma l'America alla guida di una coalizione internazionale per assistere un paese', l'Iraq, con il quale abbiamo una partnership per la sicurezza». Barack Obama MARTEDì 30 SETTEMBRE 2014 Rimpatriato dalla Sierra Leone un medico americano colpito da Ebola Redazione Un medico americano che è stato in contatto con il virus Ebola in Sierra Leone è stato trasferito ieri negli Stati Uniti per essere ricoverato in quarantena in una clinica dell'Istituto nazionale della salute Usa (NIH). Lo hanno comunicato le autorità sanitarie precisando comunque ''che la situazione rappresenta un rischio minimo''. ''Prendendo tutte le misure di precauzione possibili, il paziente è stato ricoverato al centro clinico dell'NIH'', conosciuto per le quarantene e dotato di un ''personale specializzato nelle malattie infettive come Ebola'' ha detto l'Istituto nazionale della salute Usa in un comunicato. Il paziente, la cui identità non è stata rivelata, ha lavorato come volontario in un centro di trattamento di Ebola in Sierra Leone. gionali con ambizioni regionali e territoriali'', quali l'Isis. La campagna con gli alleati in Iraq ha ''chance di successo'' aggiunge Obama, precisano come l'America è un paese ''indispensabile. Quando c''e un problema al mondo chiamano noi''. Obama si sofferma anche sulla crisi in Ucraina. Definendo la sua relazione con il presidente russo, Vladimir Putin, una ''relazione stile business'', Obama non ritiene ci sarà un ''confronto militare fra la Nato e la Russia''. Al matrimonio di Clooney vince il “made in Italy” e il copione della dolce vita felliniana Secolo MARTEDì 30 SETTEMBRE 2014 7 d’Italia Redazione Dopo settimane di annunci, depistaggi, falsi scoop e balletti sulle date la coppia più glamour del pianeta domenica è convolata a nozze. Cerimonia privata, rito all'americana, officiato in inglese dall'amico dello sposo, Walter Veltroni, che per due fidanzati internazionali vale come matrimonio. Ma prima della promessa d'amore per sempre tra George e Amal, c'era stata la serata da “Dolce Vita” regalata a Venezia dagli arrivi vip per il party dell'anno, nello stesso Aman, resort 7 stelle lusso a Palazzo Papadopoli. Festa che nessuno dei non-invitati potrà vedere, ma che ha trasformato per qualche ora il Canal Grande in una Via Veneto anni '50. Paparazzi e divi, sfilate di motoscafi tirati a lucido e flotte di fotografi all'inseguimento. E folla di fan e cacciatori d'autografi e selfie, ammassati sulle rive, all'assalto dei pontili della gondole, per rubare uno scatto, un “ciao ciao” con la manina da Matt Damon o Cindy Crawford. Il sole era appena sceso e compariva in alto uno spicchio di luna quando il motoscafo di Clooney si è fatto avanti dal Canal Grande, dopo essere passato sotto al Ponte dell'Accademia che traboccava di gente. È stato qui che i teleobiettivi dei fotografi hanno pizzicato Clooney in un momento di forte emozione: l'attore ha sentito la folla che lo chiamava a gran voce, si è girato verso di loro per salutare, ed è parso sull'orlo della commozione. Poi, mentre una trentina di barche tra polizia, vigili urbani e taxi affittati dai fotoreporter facevano da ala, c'è stato l'arrivo alla porta d'acqua dell'Aman. Nell'impeccabile smoking Armani, Clooney ha lanciato gli ultimi saluti, lo “smile” per i fotografi, e ha fatto il suo ingresso nel resort, riparato dai tendoni messi sulla passerella per proteggere la privacy del centinaio di ospiti attesi al party. Dentro a Ca' Papadopoli, un trionfo di ori, stucchi e affreschi, mezza Hollywood ed un altro pezzo di star system internazionale: da Matt Damon ad Anna Wintour, direttrice di Vogue America, da Ellen Birkin a Grante Helsov, grande amico di Clooney, da Cindy Crawford con il marito Rande Gerber, a Bono Vox e signora, arrivati domenica. Hanno invece dato forfait Brad Pitt e Angelina Jolie, così come Sandra Bullock, che in laguna non sono mai arrivati. Davanti all'Aman, inaccessibile, per tutta la sera hanno continuano a passare taxi e barche, con ragazzine che non hanno saputo trattenersi dall'urlare "George is inside!". Redazione Una mostra sui lampioni stradali, rimessi in vita dall'arte del riciclo. “Armature d'artista" è in programma nell’ultima settimana di novembre 2014 all'EcoLab, laboratorio galleria di arte del riciclo di Messina. La sfida è quella di stupire chiedendo agli artisti di trasformare armature stradali ormai rotte, obsolete e fuori uso, in opere d’arte ed elementi di design “EcoLectric”. Un evento che fa seguito a quello dello scorso anno quando andarono in esposizione le bobine d'artista, pedane, tubi e bottiglie. Tra le artiste presenti ci sarà anche Loredana Salzano, da Lipari, reduce dal successo della Biennale d’Arte di Filicudi, evento che si fregia del titolo di “più piccola Biennale d’Arte del mondo”, a cui in agosto hanno partecipato artisti e ospiti del calibro di Ugo La Pietra a Laura Viale, Giovanni Gastel, Francesco Pessina, Franco Raggi, Jaques Basler, Emilio Battisti, per citarne solo alcuni. In quello spazio Loredana Salzano aveva portato la sua “poetica delle scatolette” declinata in installazioni su tavole marine, “pezzi di mare sfuso” e “”liberate i pesci” e una delle “isole brade luminose”, in questo caso Filicudi, dell’installazione presentata recentemente a Capofaro per Tasca d’Amerita. Artista, designer, creativa a 360 gradi,la Salzano realizza ceramiche artistiche, pitture informali, sculture con materiali di recupero provenienti direttamente dal mare. Dalle tele "impegnate" passa con lo stesso entusiasmo alla produzione di pezzi molto easy, divertenti ed originali in ceramica, sul tema dell'Alice Attònita che definisce “l'unica Alice primordiale con problematiche contemporanee", un personaggiomessaggio attraverso il quale esprime la dicotomia umana tra contemporaneità e bisogno di tornare ad una vita "meravigliosamente semplice". Ma è stata proprio la sua prima personale a Stromboli, dal titolo “NostraSignoradeiVulcani”, a riconoscerle, tra il serio e il faceto, quello stesso nome per identificare il tratto più ricorrente e distintivo delle sue opere. L'arte del riciclo dei lampioni stradali: una mostra a Messina con le opere della Salzano Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO D’ITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Ugo Lisi (Vicepresidente) Antonio Giordano (Amministratore delegato) Italo Bocchino Antonio Tisci Direttore Editoriale Italo Bocchino Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Vicecaporedattore Francesco Signoretta Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250