renzi: la sinistra è dove c`è innovazione, l`art. 18 non

Transcript

renzi: la sinistra è dove c`è innovazione, l`art. 18 non
d’Italia
RENZI: LA SINISTRA È DOVE C’È INNOVAZIONE,
L’ART. 18 NON C’È NELLA COSTITUZIONE
ANNO LXII N.225
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Redazione
“Vi propongo di votare con chiarezza al termine” della direzione “un
documento che segni il cammino
del Pd sui temi del lavoro e ci consenta di superare alcuni tabù che ci
hanno caratterizzato in questi anni”.
È la proposta del premier Matteo
Renzi alla direzione Pd, cui ha prospettato una “profonda riorganizzazione del mercato del lavoro e
anche del sistema del welfare”.
Quindi ha ammonito la minoranza:
”Non siamo un club di filosofi ma un
partito politico che decide, certo discute e si divide ma all’esterno è
tutto insieme. Questa è per me la
ditta”. Renzi ha ricordato che la percentuale ottenuta alle europee è un
mandato per il cambiamento: “Gli
elettori con il 40,8% alle europee si
sono affidati a noi con questo obiettivo. Ma non è tanto una percen-
WWW.SECOLODITALIA.IT
tuale o il numero assoluto dei voti a
contare: è il fatto che gli italiani hanno
detto al Pd ‘la devi cambiare tu l’Italia’”. Ha ancora difeso la scelta degli
ottanta euro in busta paga e lo ha fatto
polemizzando con l’editoriale del Corriere critico nei suoi confronti: ”Ottanta
euro sono un fatto di dignità prima ancora che di giustizia sociale e sono importanti per milioni di italiani e non per
100 editorialisti”. Entrando nel merito
dell’articolo 18 ha detto che ”il rispetto
del diritto costituzionale non è nell’
avere o no l’art. 18, ma nell’avere lavoro. Se fosse l’art.18 il riferimento costituzionale allora perché per 44 anni
c’è stata differenza tra aziende con 15
dipendenti o di più?”. Ha poi offerto
uno spiraglio per conciliare le posizioni
distanti: “L’attuale sistema del reinte-
martedì 30/9/2014
gro va superato, certo lasciandolo per
il licenziamento discriminatorio e disciplinare”. Il premier è infine pronto a
confrontarsi, a “sfidare” i sindacati su
tre punti: “una legge sulla rappresentazione sindacale; la contrattazione di
secondo livello e il salario minimo”. “La
sinistra deve essere laddove c’è il
cambiamento – ha concluso – non lascio ad altri l’esclusiva della parola sinistra. E’ di sinistra questa riforma se
serve a difendere i lavoratori, il futuro
e non il passato, tutti e non qualcuno
che è già garantito”.
A nome della minoranza a Renzi ha risposto Gianni Cuperlo: “Hai davanti a
te una parte del Pd che vuole innovare
ma che non è disposta a rinunciare a
una quota delle sue convinzioni. Trova
una soluzione condivisa, fatti carico di
questa parte del Pd, la forza di un leader non è tirare dritto ma motivare il
suo popolo”.
Attacco nostalgico alla memoria di Solgenitsin: «I suoi libri sui gulag frutto di fantasia…»
Antonio Pannullo
Passo falso quello di Jurij Poljakov, attuale direttore della polverosa Literaturnaja Gazeta, rivista
culturale in auge ai tempi di Stalin,
che ha inspiegabilmente attaccato
– peraltro fuori tempo massimo –
un autentico monumento nazionale, il Premio Nobel Aleksandr
Solgenitsin. Come è noto, Solgenitsin è stato uno scrittore, drammaturgo, storico russo che
attraverso i suoi scritti ha fatto conoscere al mondo l’orrore del comunismo sovietico, i campi di
concentramento, il lavoro forzato
dei dissidenti, la mancanza di libertà, e che per questo – dopo il
Nobel ottenuto nel 1970 – nel
1974 fu cacciato con infamia dal
regime allora imprante a Mosca.
Nella sua amatissima patria poté
ritornare, da trionfatore, solo nel
1994, dopo la caduta del comunismo. È morto nel 2008 nella capitale. Era nato nel 1918 nel sud
della Russia, di origini cosacche e
ucraine, e crebbe a Rostov, con la
sola madre, in condizioni di
estrema povertà. Si laureò in matematica sempre a Rostov. Partì
volontario nella Seconda Guerra
Mondiale, guadagnandosi sul
campo i gradi di capitano. Nel
1945, malgrado le decorazioni militari, fu arrestato e mandato in un
gulag (campo di concentramento
dell’Urss, ndr) per aver criticato
Stalin in una lettera privata a un
amico. Nel 1955, scontata la condanna, fu mandato in esilio perpetuo in Kazakhistan. In seguito la
pubblicazione dei suoi altri scritti
fu vietata dall’Unione degli Scrittori
sovietici, di cui, guarda caso, faceva parte la Literaturnaja Gazeta, e i suoi guai continuarono. Il
Kgb sequestrò i suoi manoscritti,
la sua segrataria si suicidò dopo
essere stata torturata dai servizi,
lui sfuggì a un tentativo di avvelenamento, nel 1970 non poté ritirare il Premio Nobel. Intanto
Arcipelago Gulag era stato pubblicato in Occidente, ove ebbe un
successo smisurato. La parola
gulag iniziò a entrare nel vocabolario planetario. Il poeta Evtuscenko e il violoncellista
Rostropovic, per aver osato difenderlo, furono esiliati. Come lui, che
nel 1974 fu mandato il Germania
Occidentale e privato della cittadinanza sovietica. Trascorse vent’anni, infelice per la lontananza
dalla Madre Russia, negli Stati
Uniti, dove continuò a scrivere, ma
anche criticato dai progressisti occidentali per il suo essere sinceramenten patriottico e di religione
ortodossa. Solgenitsin negli anni
recenti si è guadagnato l’antipatia
della sinistra internazionale, oltre
che per aver fatto conoscere la verità sulla repressione comunista,
anche schierandosi contro i pacifisti
in occasione della guerra del Vietnam, contro i bombardamenti della
Nato in Kosovo, ed esprimendo più
volte preoccupazione per la sorte
dei russofoni che oggi abitano nelle
repubbliche ex sovietiche, come ad
esempio in Ucraina. Quando morì
ebbe solenni funerali di Stato. Solgenitsin in pratica sosteneva, come
Dostojesky, se non la superiorità almeno la missione della Russia nei
confronti dei Paesi confinanti, chiamata dalla geopolitica e dalla storia
a guidare e dirigere. Oggi Solgenitsin è secondo solo al presidente
Vladimir Putin nell’indice di gradimento dei russi, e un tentativo di
diffamazione contro di lui assume
un significato che non può essere
che politico ed eterodiretto. Addirittura Polijakov ha messo in dubbio
la veridicità delle sue descrizioni
dei gulag, definendole frutto di fantasia, ma dimenticando che oltre a
quella – di prima mano – di Solgenitsin, ci sono anche altre migliaia
di testimonianze. Poljakov è arrivato al punto di proporre di vietare
i libri di Solgenitsin nelle scuole
russe, ma è difficile che il suo appello venga raccolto da qualcuno.
Immediata la replica della vedova
dello scrittore Natalja Svetlova, che
tra le altre cose ricorda a Poljakov,
già capo dei giovani comunisti sovietici, che Solgenitsin non «abbandonò» il suo Paese, come
scritto da Poljakov, ma ne fu cacciato… Già molte voci si sono levate contro Literaturnaja Gazera e
il suo nostalgico direttore, mentre il
Cremlino tace. Ma già, Solgenitsin
non ha bisogno di essere difeso dal
governo, la sua vita e le sue opere
testimoniano per lui. E lui continuerà a essere studiato nelle
scuole russe, insieme con Dostojevsky e i suoi Fratelli Karamazov…
Carabiniere morto durante un inseguimento:
era l’appuntato di 39 anni Luca Di Pietra
2
Secolo
d’Italia
MARTEDì 30 SETTEMBRE 2014
Redazione
Aveva 39 anni, Luca Di Pietra,
il carabiniere morto durante
l’inseguimento di un’Audi,
forse rubata, vicino all’ingresso
dell’Autostrada A21 a Castelgiovanni, nel Piacentino. L’altro militare che si trovava sulla
Gazzella, coinvolta nel tamponamento di un Tir, è il 46enne
Massimo Banci, appuntato
scelto di San Giorgio Piacentino, che resta ricoverato in
condizioni gravissime al San
Raffaele di Milano, dove è
stato trasportato in elicottero
dopo l’incidente. L’appuntato
Di Pietra era arrivato al Nucleo
Radiomobile di Piacenza, coronando il suo sogno, appena
una decina di giorni fa, dopo
una lungo servizio alla Stazione del Comune di Rivergaro, sempre nel Piacentino.
Un paio d’anni fa, durante un
inseguimento, era riuscito con
alcuni commilitoni ad arrestare
una banda di ladri. Secondo
una prima ricostruzione, i due
militari stavano percorrendo
una strada comunale che interseca la provinciale tra Castelsangiovanni e Pieve Porto
Morone, in provincia di Pavia.
Con la Fiat Bravo di servizio
hanno incrociato l’Audi dell’inseguimento. Il guidatore, alla
vista della Gazzella, ha accelerato. I carabinieri hanno invertito la marcia ma poco
dopo, nei pressi di una curva a
destra e durante un sorpasso
si sono imbattuti in un Tir che
hanno tamponato e che era
fermo sul lato sinistro della
strada, parcheggiato contro
mano. L’auto è finita incastrata
sotto il mezzo pesante, provocando la morte e il ferimento
grave dei carabinieri. Allo stato
attuale gli investigatori non
hanno alcun elemento utile per
rintracciare l’Audi e per ricostruire quanti fossero i malviventi a bordo. Sul luogo della
tragedia sono giunti immediatamente il comandante provinciale dei carabinieri di
Piacenza, Filippo Fruttini, e il
questore Calogero Germanà,
poi raggiunti dal sostituto procuratore Emilio Pisante e il comandante
regionale
dei
Carabinieri Emilia-Romagna,
Antonio Paparella.
Luca Maurelli
Sorrisini al conduttore, ricambiati dai consueti brividini di
Fazio, ma anche ammicamenti a dentoni spianati alle
telecamere, batttutine da bar
(tipo, “abolirò i Cocopro, ma
anche i Cocodè…”), sfide al
suo stesso partito, come se
andasse a fare la guerra al
nemico e non alla sua maggioranza “bulgara”. Infine lo
scivolone su Brunetta, con la
triste ironia sulla sua statura,
una roba originale…
Matteo Renzi, alla vigilia della
direzione Pd, dove oggi è attesa la resa dei conti sul Jobs
act, ieri sera ha messo in
scena il suo consueto show
nel salotto amico di “Che
tempo che fa”, aiutato da
Fabio Fazio a elevarsi a rango
di statista, con il solito gioco di
sguardi incantati e commossi
che il conduttore riserva ai
suoi graditi ospiti da incen-
sare. “Lei ha preso il 41%, lei
è un esempio di dinamismo…”, esordisce Fazio, giusto per dare un’idea di come
avrebbe messo all’angolo il
premier.
Ma le risposte sono interessanti, perché danno bene
l’idea di cosa accadrà oggi
nella direzione del Pd sull’articolo 18: «Io non tratto con la
minoranza del partito ma con i
lavoratori». Il premier dice
basta a una sinistra “opportunista e inchiodata al 25%”,
che fa dell’articolo 18 una
“battaglia ideologica”. Una sinistra che guarda al passato e
che non si rende conto che “la
memoria senza speranza è un
museo delle cere”. Arriva la
mazzata finale sull’articolo 18
(“gli imprenditori devono poter
licenziare”) e la cancellazione
dei contratti precari e spara
contro il sindacato: «L’unica
azienda al di sopra dei 15 di-
pendenti che non ha l’articolo
sono loro – fa sapere il premier – che poi ci vengono a
fare la lezione». Renzi ce l’ha
anche con D’Alema (“non me
lo perdo mai”) e con i soliti poteri forti. «Possono anche
mandarmi a casa domani mattina – è la tesi – ma non pensino di telecomandarmi come
una marionetta». Così come
dice di essere pronto a misurarsi in Parlamento sulle riforme istituzionali e sulla
legge elettorale: «Bisogna
fare veloci. Abbiamo un accordo – ricorda – e Forza Italia
non deve continuare a girarci
intorno». Ma poi chiude proprio con uno scivolone su
Forza Italia, con una triste ironia sul capogruppo alla Camera: «Mi risparmio la battuta
su Brunetta che si alza…».
Fazio ride. Il diretto interessato replica: «Ironia razzista?
Che tristezza!», scrive su twitter Brunetta.
Il triste show di Renzi da Fazio:
sfida il suo Pd sull’articolo 18
e fa battute sulla statura di Brunetta
A Milano lampioni a risparmio come a Oslo
Inizierà con l’Expo l’illuminazione a led
MARTEDì 30 SETTEMBRE 2014
Secolo
d’Italia
3
Reintegro al lavoro?
In Germania esiste,
ma solo come possibilità
Antonio Pannullo
Milano sarà la prima grande città
italiana completamente illuminata
a led, al pari di Oslo, Los Angeles,
Copenaghen e Stoccolma. Entro
il 2015, a quanto pare, tutti i 141
mila punti luce del comune saranno sostituiti da luci a led, con
un risparmio del 52% sui consumi
e del 31% sulla bolletta di Palazzo
Marino, che si ridurrà di 10 milioni
nel 2015 e scenderà dagli attuali
42 milioni a 29 milioni nel 2016. A
finanziare il piano, presentato lunedì, sarà A2A con un investimento di ben 38 milioni di euro in
due anni. Grazie alla nuova illuminazione il consumo scenderà
dagli attuali 114 milioni di kwh
(chilowattora) annui a 55 mila
kwh, con un consumo pro-capite
che si ridurrà da 87 a 42 kwh, al di
sotto della media europea (pari a
51 kwh), facendo meglio anche di
Francia Germania e Spagna. Per
l'inizio di Expo 2015 è stato promessa la sostituzione dell'80%
degli impianti. «L'indicazione a livello nazionale era di ridurre le
luci. Noi facciamo la spending review con l'innovazione tecnica,
mantenendo la stessa qualità dell'illuminazione. È un esempio di
come si possa risparmiare senza
ridurre l'illuminazione. Vogliamo la
stessa luce che abbiamo oggi,
nessun cittadino deve percepire
un calo nell'illuminazione», ha
spiegato da parte sua l'assessore
alla mobilità del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, replicando alle osservazioni del
commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, che aveva
individuato tra gli sprechi da tagliare quello della spesa per l'illuminazione pubblica, indicando
proprio in Milano una città con
troppi punti luce (uno ogni 9,4 abitanti contro i 15,6 di Berlino).
«L'effetto dei led dal punto di vista
visivo è molto buono, la scelta impatta non solo in termini di risparmio energetico, ma c'è un dato di
qualità importante e di sicurezza,
perché le nuove lampade durano
fino a 5 volte quelle vecchie: questo significa meno lampade rotte
e meno guasti», ha spiegato Giovanni Valotti, presidente di A2A.
La nuova illuminazione farà bene
anche all'ambiente, evitando
l'emissione di 23.650 tonnellate di
CO2 nell'aria e un risparmio di 9
tonnellate di rifiuti elettrici all'anno,
grazie alla maggior durate dei led
che ridurranno di 10 mila all'anno
le lampade bruciate. «Anche l'inquinamento luminoso sarà ridotto
- ha aggiunto Valotti - perché il fascio di luce sarà rivolto verso il
basso».
Redazione
Le Pmi continuano a trainare
l'economia europea: creano
nuova occupazione e favoriscono
lo sviluppo di settori produttivi innovativi. Gli ultimi indicatori disponibili
lo
dimostrano
chiaramente: forniscono i due
terzi dei posti di lavoro nel settore
privato e generano l'85% di nuovi
occupati. Nel complesso, in Europa ci sono 20,6 milioni di piccole e medie imprese, il 99,8%
del totale, che occupano più di 87
milioni di persone. Esse, tuttavia,
sono anche le più esposte all'eccessivo peso burocratico, ai ritardi nei pagamenti e incontrano
più ostacoli nel reperimento di finanziamenti e nell'internazionalizzazione. Quali quindi le
prospettive? Le Pmi saranno in
grado anche in futuro di fronteggiare la crisi? E quali le nuove opportunità di crescita e sviluppo in
mercati sempre più competitivi?
Quali ancora i benefici in vista
dell'accordo di libero scambio tra
l'Unione Europea e gli Stati Uniti.
E ancora quali le opportunità offerte dalla tecnologia digitale e
dalla vetrina dell'Expo 2015, soprattutto per le start up. Sono alcuni degli spunti intorno a cui si
aprirà il dibattito in occasione dell'edizione 2014 dell'assemblea
delle Pmi che si terrà a Napoli,
Stazione marittima, da mercoledì
prossimo 1° ottobre a venerdì 3
ottobre. La conferenza, organizzata nell'ambito del Semestre di
Presidenza Ue e in stretto raccordo con la direzione per l'Impresa
e
l'Industria
della
Commissione Ue, rappresenta il
fulcro della settimana europea
delle Pmi. Quest'anno il tema
della conferenza sarà la "Crescita
attraverso l'impresa: le opportunità future" (Growth Through Enterprise: The Opportunities
Ahead). La cerimonia di apertura
dell'Assemblea si terrà alla presenza del Presidente della Re-
pubblica Italiana Giorgio Napolitano. All'evento interverranno il
Commissario all'Industria e all'Imprenditoria, Ferdinando Nelli Feroci, il ministro per lo Sviluppo
economico Federica Guidi e il direttore generale per l'Impresa e
l'Industria della Commissione europea e inviato per le Pmi europeo, Daniel Calleja. Tra gli obiettivi
dell'assemblea delle Pmi c'è
anche quello di fornire informazioni sui diversi tipi di sostegno offerto dall'Ue e dalle autorità
nazionali, regionali e locali alle
micro, piccole e medie imprese.
Rappresenta inoltre un'occasione
per promuovere l'imprenditorialità,
per incoraggiare le persone, in
particolare i giovani e le donne, a
optare per una carriera d'imprenditore e dare un riconoscimento
agli imprenditori per il loro contributo al benessere, all'occupazione, all'innovazione e alla
competitività in Europa.
Sono sempre le piccole e medie imprese a trainare l’economia europea
Redazione
In Germania il reintegro c'è come
possibilità: nella quasi totalità dei
casi si raggiunge un accordo tra le
parti, e solo mel 10% dei casi si arriva in tribunale: a dirlo è il ministro
tedesco del Lavoro, Andrea Nahles,
rispondendo a una domanda in tal
senso durante l'iniziativa "Dialogo
italo-tedesco sull'occupazione giovanile". «In Germania se qualcuno
viene licenziato può andare in tribunale, ma di solito si finisce con il patteggiamento, si arriva piuttosto ad
un arbitrato nell'ambito del quale lavoratore e datore di lavoro trovano
un accordo; il 10% scarso arriva in
tribunale», ha appunto risposto il
ministro tedesco, sottolineando che
il reintegro è, appunto, una possibilità (non un obbligo), alternativa all'indennizzo economico. Peraltro
inGermania c'è «rispetto e ammirazione per l'impegno riformatore del
governo italiano», come ha detto il
ministro Nahles. «È incredibile - ha
proseguito il ministro tedesco - vedere quanti sforzi sono stati già avviati. Sono sicura che riuscirà a
raggiungere grandi obiettivi». Infine,
si è appreso che in Germania a settembre l'inflazione si è attestata sul
+0,8% annuo, già registrato nei precedenti mesi di luglio e agosto, restando al valore più basso da
febbraio del 2010 (+0,5%). Lo ha
reso noto l'Ufficio di statistica federale basandosi su dati preliminari,
specificando che su base mensile a
settembre i prezzi sono rimasti per
lo più invariati.
Vulcanelli, la Procura procede per omicidio
colposo. Ancora ignoto il proprietario dell’area
4
Redazione
La Procura di Agrigento ha
aperto un fascicolo, al momento
senza indagati, che ipotizza il
reato di omicidio colposo plurimo
per la morte, avvenuta due giorni
fa, dei fratellini Carmelo e Laura
travolti dal fango dopo l'esplosione dei vulcanelli nella riserva
Maccalube e ha nominato un
vulcanologo come consulente
tecnico.
E' quanto emerge da un vertice
sull'inchiesta al quale hanno partecipato il procuratore capo Renato Di Natale, il procuratore
aggiunto Ignazio Fonzo e il sostituto Carlo Cinque.
Certamente si può parlare di tragedia annunciata visto che proprio sul sito web della riserva di
Macalube di Aragona è riportato
a chiare lettere che «periodicamente la collinetta delle Macalube è sconvolta da eruzioni
esplosive, accompagnate da
boati, con espulsione di materiale argilloso misto a gas ed
acqua scagliato a notevole altezza a causa della pressione
esercitata da ammassi di gas accumulatasi nel tempo al di sotto
della sua superficie». Resta da
capire, a questo punto, proprio di
fronte a queste parole messe
nero su bianco, quali siano stati
gli accorgimenti di sicurezza
messi in campo da chi gestiva la
riserva per evitare tragedie come
quella avvenuta.
Anche perché quel paesaggio
Secolo
d’Italia
Arriva la batterio-terapia
per curare la pelle
con microrganismi
estratti dal suolo
lunare e stupefacente è una
delle mete preferite dai bambini
delle scuole siciliane. Nella riserva Macalube d'Aragona, infatti, ogni anno vengono
organizzate decine di gite di
classi di gradi diversi e da diverse province per spiegare agli
alunni il ''vulcanismo sedimentario'' il particolare fenomeno geologico che rende la collina dei
vulcanelli una meta da non mancare. A maggior ragione, quindi,
di fronte ad un afflusso così
massiccio di scolaresche che invadono la zona si sarebbero dovute immaginare misure di
sicurezza più stringenti che, invece, a quanto pare, non sembrano essere state contemplate.
Ora i magistrati stanno cercando
di fare chiarezza, nel groviglio di
responsabilità dei vari enti, chi
fosse deputato a mettere in atto
tutti i sistemi di sicurezza necessari sul sito. Tra le cose da accertare è la proprietà dell'area
sulla quale è stata realizzata la
riserva. La riserva, istituita dalla
Regione siciliana nel 1981 proprio per proteggere il fenomeno
del "vulcanismo sedimentario",
ha ricevuto i finanziamenti dalla
Commissione europea attraverso l progetto Life Natura proposto dalla provincia agrigentina
che vede come partner il Comune di Aragona e Legambiente, l'ente che gestisce
materialmente la riserva.
alla fiera del paese, la festa patronale dedicata ai Santi Cosma e
Damiano: erano le 17 e 30 e due
bambini di 3 anni, che stavano
giocando insieme ad altri su via
Santa Cristina affollata di gente e
bancarelle, si sono allontanati dai
genitori, perdendosi tra la folla.
Quando i genitori se ne sono accorti, hanno cominciato a cercarli.
Hanno chiesto agli organizzatori di
chiamarli con il megafono. Nulla
lasciava presagire quanto sarebbe stato scoperto di lì a poco.
Il primo dei due è stato trovato
poco dopo in via Santa Cristina all'incrocio con via Gramsci, mentre
per il secondo nessuna traccia se
non le parole allarmanti del compagnetto: «è a braccetto con un signore...».. Le ricerche, a quel
punto, hanno assunto toni allarmati ma si sono protratto a lungo,
senza esito. I genitori del bambino
scomparso hanno subito allertato
i carabinieri, continuando evidentemente a cercarlo fra la folla.
Il padre del bambino ad un certo
punto lo ha notato in compagnia di
un uomo che lo teneva per mano.
Si è messo ad urlare, inseguendolo.
L'uomo, vistosi scoperto, ha immediatamente lasciato il bambino
ed è fuggito verso un'auto, una
Renault 19 di colore grigio, all'interno della quale un complice lo
stava aspettando con il motore acceso. I due sono fuggiti facendo
perdere le loro tracce.
Ora sono in corso indagini per risalire all'auto.
Torino, è uno slavo il rapitore di bambini,
caccia alla Renault 19 sulla quale è fuggito
Redazione
E' uno slavo il malvivente che ieri,
a Borgaro Torinese, ha tentato di
sequestrare un bimbo di 3 anni e
ora i carabinieri lo stanno attivamente cercando. Sarebbe lui
quello che si stava allontanando
con il bambino in braccio e poi
fuggito su una Renault 19 grigia
dopo essere stato scoperto. Alex
Giarrizzo, il padre del bambino, ha
denunciato ai carabinieri di averlo
raggiunto, colpito, ma è comunque riuscito a sfuggirgli: «Parlava
slavo - ha rivelato il papà del
bimbo ancora sotto shock - E' fuggito con un complice».
Il gravissimo episodio è accaduto
MARTEDì 30 SETTEMBRE 2014
Redazione
Anche i batteri potrebbero aiutare
la bellezza della pelle divenendo
la base per nuove "terapie cosmetiche": si potrebbe chiamare
''batterio-terapia'' una cura basata
sull'uso locale di microrganismi
estratti dal suolo per migliorare
condizioni cutanee tra le più svariate.
Uno studio presentato al quinto
congresso ASM, Conference on
Beneficial Microbes, in corso a
Washington dimostra infatti che
certi batteri del suolo - che «si nutrono» di sostanze presenti nel
nostro sudore come l'ammoniaca
- possono essere usati per curare
condizioni della pelle come l'acne
o le ulcere diabetiche che non si
rimarginano mai.
Il segreto di questi batteri è che
eliminano sostanze nocive come
l'ammoniaca del sudore e le trasformano in molecole buone per
la nostra pelle.
La prova di principio della fattibilità di una simile terapia è stata ottenuta con uno studio clinico su
24 volontari usando il batterio del
suolo Nitrosomonas eutropha. A
metà del campione di persone per
una settimana sono state fatte applicazioni locali di Nitrosomonas
eutropha su viso e testa chiedendo loro di non detergersi i capelli. La salute della pelle
dell'intero gruppo è stata monitorata per le due settimane successive all'applicazione e sono
emerse differenze tra i soggetti.
Dall’Antitrust multa di 800mila euro ai medici:
«Riscrivete le regole sulla pubblicità»
MARTEDì 30 SETTEMBRE 2014
Redazione
L’Antitrust ha sanzionato la Federazione nazionale degli Ordini dei
medici chirurghi ed odontoiatri
(Fnomceo) per «aver posto in essere un'intesa restrittiva della
concorrenza, consistente nell'adozione e diffusione del Codice
di deontologia medica 2006 e
delle Linee Guida», considerando
inappropriata anche la nuova versione del Codice. Ad essere contestata, spiega il presidente
Fnomceo Amedeo Bianco, è la
parte del Codice relativa alla pubblicità nel settore. La sanzione
decisa è pari a 831.816 euro.
Netta la replica di Bianco: «Difenderemo l'autonomia e l'indipendenza della nostra deontologia.
Faremo ricorsi al Tar e Consiglio
di Stato. Non abbiamo infatti mai
inteso costituire un ostacolo all'informazione sanitaria ma, col
nostro codice, abbiamo cercato di
equilibrare la comunicazione che,
in questi servizi, è molto delicata». «Mai abbiamo inteso emanare un Codice contra legem precisa la Fnomceo in una nota ma neppure accetteremo che
siano altri a scrivere il nostro Codice. Al di là dello stretto merito
giuridico, questa vicenda esalta
una questione fondamentale: e
cioè la libertà e l'indipendenza
della Deontologia professionale,
Secolo
d’Italia
Fiat perde il ricorso
al Tar: alla Volkswagen
le volanti di polizia
e carabinieri
che trova il suo caposaldo etico e
civile nella tutela dei diritti dei cittadini - in questo caso la tutela
della salute - definiti fondamentali
dalla nostra Costituzione. E ciò in
un contesto di Diritto comunitario
che non distingue, all'interno del
mercato, le tipologie e le specificità dei diversi servizi». Quindi
una precisazione: «Non siamo
ostili alla pubblicità sanitaria e alle
positive ricadute nel migliorare
l'offerta di servizi e la libertà di
scelta. Vogliamo però, nello spirito e nella lettera del nostro mandato istituzionale, contrastare
fenomeni e abusi di un'attività informativa e comunicativa che,
come scritto nel nostro Codice
2014, sia "accessibile, traspa-
rente, rigorosa e prudente" e "veritiera, obiettiva, pertinente e funzionale
all'oggetto
dell'informazione, mai equivoca,
ingannevole e denigratoria"». Ed
è per questo, sottolinea la Fnomceo, che «non sono consentite
forme di pubblicità comparativa
sulle prestazioni» né «forme di
pubblicità promozionale finalizzate a consentire la commercializzazione di prodotti sanitari».
Tutto questo, conclude la Federazione, «a noi pare essere un
punto di equilibrio alto tra i contenuti del Diritto comunitario e quel
ruolo di verifica e di vigilanza che
la Legge ci attribuisce e che noi
esercitiamo attraverso la deontologia».
ammesso una relazione col comandante della Concordia, alle
10,27 del 24 settembre è riemersa
da un lungo silenzio lanciando il
suo ultimatum dal social network.
Non dice molto, ma lascia intendere che al processo non è stato
detto tutto. Secondo le testimonianze al processo, nel caos del
naufragio alcuni ufficiali non obbedirono agli ordini del comandante
Francesco Schettino, aprirono i
cancelletti sui ponti senza un suo
ordine, ammainarono le lance sul
lato sinistro prima che la nave si inclinasse di più benché fosse stato
detto di calare solo quelle sul lato
destro, predisposero l'evacuazione
della Costa Concordia prima dell'ordine di abbandono generale. È
quanto si ricava dalla testimonianza del terzo ufficiale di coperta
Diego Scarpato, sentito su convocazione delle parti civili, nell'ultima
udienza al processo di Grosseto.
Le parti civili hanno messo in luce
questa testimonianza per significare la disorganizzazione di bordo
della Costa Concordia nell'emergenza. Sentito anche il responsabile tecnico di Costa spa, ingegner
Pierfrancesco Ferro, il quale la sera
del naufragio era in contatto con il
suo dirigente, Paolo Giacomo Parodi, technical advisor della flotta di
Costa Crociere, responsabile della
manutenzione delle navi. Ferro ha
riferito che la Concordia stava navigando nel Mediterraneo con un
inconveniente alla capsula del Vdr,
il sistema di registrazione dei dati di
navigazione, col rischio di perderli.
Rischio comunque escluso, visto
che poi i dati furono recuperati e
sono agli atti del processo. Inoltre
ha riferito che il sistema radar non
era perfettamente funzionante e la
Concordia venne comunque fatta
navigare.
Domnica avvisa Schettino: «Se non dici
la verità sul naufragio parlo io»
Redazione
«Francesco Schettino ti do sei
giorni per dire la verità su quello
che è successo immediatamente
dopo aver dato l'annuncio di abbandono della nave. Solo sei
giorni!». È l'ultimatum, scritto in inglese, che Domnica Cemortan, la
moldava che era in plancia di comando della Costa Concordia nella
notte del naufragio al Giglio, lancia
dalla sua pagina Facebook. Ne da
notizia "Oggi.it". Dopo le polemiche
sollevate dal trasferimento di Gregorio De Falco, che aveva intimato
al comandante Francesco Schettino di tornare a bordo della nave,
su riaccendono dunque ancora una
volta i riflettori sulla notte del 13
gennaio 2012. La moldava, che nei
mesi scorsi - ricorda il settimanale messa alle strette dai magistrati ha
5
Redazione
Resta confermata l'aggiudicazione a Volkswagen Group Firenze dell'appalto per 206
autovetture per il servizio di controllo del territorio da parte di Polizia e Carabinieri. Lo ha deciso la
I sezione Ter del tribunale amministrativo del Lazio, respingendo
un ricorso proposto da Fiat Auto
Var per contestare quel provvedimento di aggiudicazione. In particolare, Fiat Auto Var chiedeva
l'annullamento del decreto dirigenziale con cui il Ministero dell'interno, nel luglio scorso, ha
aggiudicato in via definitiva la
procedura di gara per 206 autovetture per il servizio di controllo
del territorio, di cui 100 per la Polizia e 106 per i Carabinieri, con
facoltà di esercitare il diritto di opzione per ulteriori 1800 autovetture. Fu la Volkswagen Group
Firenze ad aggiudicarsi l'appalto.
Contro questo provvedimento,
Fiat Auto Var si è rivolta al Tar,
sollevando una serie di eccezioni, e sollecitando l'esclusione
della società che si è aggiudicata
l'appalto. Ricorso che è stato respinto su tutti i punti dal Tribunale
amministrativo regionale.
Erutta il vulcano Ontake, strage in Giappone:
decine di morti. E gli esperti temono il bis
6
Redazione
La conferma delle prime quattro vittime, tutti uomini, dell'inattesa, spettacolare e adesso anche letale
eruzione del vulcano Ontake, nel
Giappone centrale, è maturata nella
tarda serata di domenica, al secondo giorno di soccorsi. La polizia
nipponica ha reso noto che le quattro persone portate a valle, tra le 31
rilevate in cima e in uno stato "di arresto cardiaco e respiratorio", sono
risultate decedute. Tutto lascia prevedere un bollettino destinato a diventare più pesante mancando pure
le certezze sul numero preciso dei
dispersi, forse intorno a quota 80.
La formula usata dalle autorità giapponesi è improntata alla massima
prudenza fino alla definitiva certificazione medico-legale della morte.
Le attività degli oltre 550 uomini impegnati nei soccorsi tra polizia, vigili
del fuoco e militari delle Forze di
Auto-difesa, sono andate avanti tra
difficoltà crescenti fino allo stop definitivo del pomeriggio "per l'alta
concentrazione di zolfo", subito
dopo aver portato in salvo altri 24
escursionisti. Il paesaggio è spettrale, l'esatto opposto di quello fiabesco che fa dell'Ontake una delle
tappe naturalistiche più popolari dei
colori dell'autunno nipponico, con
Secolo
d’Italia
l'unicità dei cinque laghi vulcanici a
ridosso del cratere. La coltre di cenere ha ormai superato il mezzo
metro dato che l'attività eruttiva non
si è mai interrotta dopo il risveglio
improvviso di sabato, quando circa
300 escursionisti sono stati sorpresi
da un boato, da fumo, cenere e pesanti sassi. Decine di persone sono
rimaste ferite sulle pendici del vulcano di 3.067 metri, il secondo più
alto del Giappone dopo il Fuji-san,
tra le prefetture di Nagano e Gifu,
dal cui cratere si staglia il pennacchio di fumo andato oltre i 10.000
metri. Proprio la fuga dalla valanga
di cenere e l'alta colonna di fumo
sono tra le più seguite e diffuse videoclip sui social network. L'Agenzia meteorologica giapponese ha
messo in guardia dal rischio di ulteriori attività dopo aver definito l'eruzione iniziale di "modesta entità". Un
panel di esperti, riunitosi d'urgenza,
ha concluso che quella di sabato è
stata "un'esplosione idrovulcanica"
dovuta all'alta pressione del vapore
acqueo generato dal riscaldamento
della falda per il calore del magma.
Fenomeni "improvvisi e difficili da
prevedere", come emerso in una
conferenza stampa, che in qualche
misura scagionerebbero l'Agenzia
da responsabilità sul mancato allarme. I dati rilevati a metà settembre hanno mostrato tracce di
"terremoti vulcanici" nella zona, ma
con evidenze minori anche rispetto
a quelle che hanno preceduto l'ultima eruzione del 2007. Flussi piroclastici, composti da gas e
frammenti di roccia, sono stati osservati a oltre 3 chilometri a sudovest del cratere primario, mentre
sono state scoperte tracce di alberi
in fiamme. L'ultima eruzione paragonabile alla stessa scala è del
1979: non ci sono segni di scenari
ben più gravi, ma - secondo gli
esperti - le attività vulcaniche si
stanno intensificando e l'Ontake potrebbe concedere il bis, con fenomeni leggermente più forti di quelli
di sabato. Un rischio in più sulle già
complesse operazioni di soccorso.
spiega la posizione americana
nella lotta agli estremisti e respinge
paragoni impliciti con i precedenti
impegni militari statunitensi. E ammette la difficoltà nel momento, pur
ricordando come già il suo arrivo
alla Casa Bianca era stato difficile.
''E' un periodo significativo questo,
ma pensiamo che quando sono arrivato alla Casa Bianca c'erano
due guerre in corso e una crisi finanziaria terribile e quasi senza
precedenti. Abbiamo incontrato difficolta' e le abbiamo superate.
Questo non è per sminuire le sfide
serie che ci troviamo ad affrontare
oggi'' afferma Obama rispondendo
a chi gli chiedeva se quello attuale
fosse il momento piu' difficile della
sua presidenza. ''Stiamo assistendo l'Iraq in una vera battaglia
che si tiene nel suo territorio, con
le loro truppe. Noi stiamo offrendo
supporto aereo. Ed e' nel nostro interesse farlo perche' l'Isis rappresenta una sorta di ibrido non solo
di rete terroristica, ma con ambizioni territoriali e la strategia e le
tattiche di un esercito''. Bisogna
pero' ''distinguere fra l'antiterrorismo e l'occupazione che ha caratterizzato le guerre in Iraq e
Afghanistan. E' molto diverso che
avere 150.000 truppe in Iraq sul
campo o 60.000 in Afghanistan''. Il
presidente americano mette in evidenza come la rete di Al Qaida fra
l'Afghanistan e il Pakistan, guidata
da Osama bin Laden, e' stata resa
''inefficace'', ma ci sono ''gruppi re-
Obama: non siamo in guerra con l’Islam
ma l’Isis è un cancro da estirpare
Redazione
Gli Stati Uniti non sono in guerra
con l'Islam, una grande religione.
Ma c'è un ''cancro'', l'Isis, da combattere: «Non è l'America contro
l'Isis, ma l'America alla guida di
una coalizione internazionale per
assistere un paese', l'Iraq, con il
quale abbiamo una partnership per
la sicurezza». Barack Obama
MARTEDì 30 SETTEMBRE 2014
Rimpatriato
dalla Sierra Leone
un medico americano
colpito da Ebola
Redazione
Un medico americano che è
stato in contatto con il virus
Ebola in Sierra Leone è stato trasferito ieri negli Stati Uniti per essere ricoverato in quarantena in
una clinica dell'Istituto nazionale
della salute Usa (NIH). Lo hanno
comunicato le autorità sanitarie
precisando comunque ''che la situazione rappresenta un rischio
minimo''. ''Prendendo tutte le misure di precauzione possibili, il
paziente è stato ricoverato al
centro clinico dell'NIH'', conosciuto per le quarantene e dotato
di un ''personale specializzato
nelle malattie infettive come
Ebola'' ha detto l'Istituto nazionale della salute Usa in un comunicato. Il paziente, la cui
identità non è stata rivelata, ha
lavorato come volontario in un
centro di trattamento di Ebola in
Sierra Leone.
gionali con ambizioni regionali e territoriali'', quali l'Isis. La campagna
con gli alleati in Iraq ha ''chance di
successo'' aggiunge Obama, precisano come l'America è un paese
''indispensabile. Quando c''e un problema al mondo chiamano noi''.
Obama si sofferma anche sulla crisi
in Ucraina. Definendo la sua relazione con il presidente russo, Vladimir Putin, una ''relazione stile
business'', Obama non ritiene ci
sarà un ''confronto militare fra la
Nato e la Russia''.
Al matrimonio di Clooney vince il “made in Italy”
e il copione della dolce vita felliniana
Secolo
MARTEDì 30 SETTEMBRE 2014
7
d’Italia
Redazione
Dopo settimane di annunci, depistaggi, falsi
scoop e balletti sulle date la coppia più glamour del pianeta domenica è convolata a
nozze. Cerimonia privata, rito all'americana,
officiato in inglese dall'amico dello sposo,
Walter Veltroni, che per due fidanzati internazionali vale come matrimonio. Ma prima
della promessa d'amore per sempre tra George e Amal, c'era stata la serata da “Dolce
Vita” regalata a Venezia dagli arrivi vip per il
party dell'anno, nello stesso Aman, resort 7
stelle lusso a Palazzo Papadopoli. Festa
che nessuno dei non-invitati potrà vedere,
ma che ha trasformato per qualche ora il
Canal Grande in una Via Veneto anni '50.
Paparazzi e divi, sfilate di motoscafi tirati a
lucido e flotte di fotografi all'inseguimento.
E folla di fan e cacciatori d'autografi e selfie,
ammassati sulle rive, all'assalto dei pontili
della gondole, per rubare uno scatto, un
“ciao ciao” con la manina da Matt Damon o
Cindy Crawford. Il sole era appena sceso e
compariva in alto uno spicchio di luna
quando il motoscafo di Clooney si è fatto
avanti dal Canal Grande, dopo essere passato sotto al Ponte dell'Accademia che traboccava di gente. È stato qui che i
teleobiettivi dei fotografi hanno pizzicato
Clooney in un momento di forte emozione:
l'attore ha sentito la folla che lo chiamava a
gran voce, si è girato verso di loro per salutare, ed è parso sull'orlo della commozione.
Poi, mentre una trentina di barche tra polizia, vigili urbani e taxi affittati dai fotoreporter facevano da ala, c'è stato l'arrivo alla
porta d'acqua dell'Aman. Nell'impeccabile
smoking Armani, Clooney ha lanciato gli ultimi saluti, lo “smile” per i fotografi, e ha fatto
il suo ingresso nel resort, riparato dai tendoni messi sulla passerella per proteggere
la privacy del centinaio di ospiti attesi al
party. Dentro a Ca' Papadopoli, un trionfo di
ori, stucchi e affreschi, mezza Hollywood ed
un altro pezzo di star system internazionale:
da Matt Damon ad Anna Wintour, direttrice
di Vogue America, da Ellen Birkin a Grante
Helsov, grande amico di Clooney, da Cindy
Crawford con il marito Rande Gerber, a
Bono Vox e signora, arrivati domenica.
Hanno invece dato forfait Brad Pitt e Angelina Jolie, così come Sandra Bullock, che in
laguna non sono mai arrivati. Davanti all'Aman, inaccessibile, per tutta la sera
hanno continuano a passare taxi e barche,
con ragazzine che non hanno saputo trattenersi dall'urlare "George is inside!".
Redazione
Una mostra sui lampioni stradali, rimessi in vita dall'arte
del riciclo. “Armature d'artista" è in programma nell’ultima settimana di novembre 2014 all'EcoLab, laboratorio galleria di arte del riciclo di Messina. La sfida è
quella di stupire chiedendo agli artisti di trasformare armature stradali ormai rotte, obsolete e fuori uso, in
opere d’arte ed elementi di design “EcoLectric”. Un
evento che fa seguito a quello dello scorso anno
quando andarono in esposizione le bobine d'artista, pedane, tubi e bottiglie. Tra le artiste presenti ci sarà
anche Loredana Salzano, da Lipari, reduce dal successo della Biennale d’Arte di Filicudi, evento che si fregia del titolo di “più piccola Biennale d’Arte del mondo”,
a cui in agosto hanno partecipato artisti e ospiti del calibro di Ugo La Pietra a Laura Viale, Giovanni Gastel,
Francesco Pessina, Franco Raggi, Jaques Basler, Emilio Battisti, per citarne solo alcuni. In quello spazio Loredana Salzano aveva portato la sua “poetica delle
scatolette” declinata in installazioni su tavole marine,
“pezzi di mare sfuso” e “”liberate i pesci” e una delle
“isole brade luminose”, in questo caso Filicudi, dell’installazione presentata recentemente a Capofaro per
Tasca d’Amerita. Artista, designer, creativa a 360
gradi,la Salzano realizza ceramiche artistiche, pitture
informali, sculture con materiali di recupero provenienti
direttamente dal mare. Dalle tele "impegnate" passa
con lo stesso entusiasmo alla produzione di pezzi molto
easy, divertenti ed originali in ceramica, sul tema dell'Alice Attònita che definisce “l'unica Alice primordiale
con problematiche contemporanee", un personaggiomessaggio attraverso il quale esprime la dicotomia
umana tra contemporaneità e bisogno di tornare ad una
vita "meravigliosamente semplice". Ma è stata proprio
la sua prima personale a Stromboli, dal titolo “NostraSignoradeiVulcani”, a riconoscerle, tra il serio e il faceto, quello stesso nome per identificare il tratto più
ricorrente e distintivo delle sue opere.
L'arte del riciclo dei lampioni stradali: una mostra a Messina con le opere della Salzano
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO D’ITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Ugo Lisi (Vicepresidente)
Antonio Giordano (Amministratore delegato)
Italo Bocchino
Antonio Tisci
Direttore Editoriale Italo Bocchino
Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà
Vicecaporedattore Francesco Signoretta
Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503
mail: [email protected]
Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171
mail: [email protected]
Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503
mail: [email protected]
La testata fruisce dei contributi
statali diretti di cui alla legge
7 agosto 1990 n. 250