Firma Grafometrica - Informatica giuridica

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Firma Grafometrica - Informatica giuridica
Tutti i diritti riservati © Eugenio Stucchi 2012
Mi hanno rubato la mano!
Come gestire ed implementare correttamente
la firma grafometrica nei processi documentali
Notaio Eugenio Stucchi
Collegio Ghislieri
Pavia 23 novembre 2012
Tutti i diritti riservati © Eugenio Stucchi 2013
Come gestire ed implementare correttamente la firma grafometrica nei processi documentali
Notaio Eugenio Stucchi
Che cosa è la firma “grafometrica”
State contenti, umana gente, al quia;
ché, se potuto aveste veder tutto,
mestier non era parturir Maria;
Dante, Purgatorio III, 37-39
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Che cosa è la firma “grafometrica”
•
•
firma elettronica
•
a mezzo di appo sita penna elettronica
ottenuta vergando la propria firma non su carta, ma
su apposita tavoletta elettronica
Ma più nel dettaglio, cosa accade?
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Attenzione al WYS(ign)IWYG
A differenza del mondo cartaceo, dove il sottoscrittore fisicamente
possiede e modifica il supporto che sta sottoscrivendo, nel mondo
digitale siamo in una situazione MOLTO diversa.
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Siamo nella caverna di Platone.
Per questo motivo gli HW di firma più evoluti
presentano un’interfaccia WYSIWYG, What You
Sign Is What You Get.
In realtà il problema persiste, ma l’ansia del
sottoscrittore è minore.
Ma più nel dettaglio, cosa accade?
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Che cosa è la firma “grafometrica”
•
Attraverso lo specifico hardware descritto, viene catturato non solo il segno
grafico della firma, che è il parametro più evidente, e che attraverso il
cosiddetto ink effect, viene “incollato” sul .pdf
•
Sono acquisiti anche tutta una serie di dati ulteriori che molto più del tratto
grafico, caratterizzano univocamente ogni sottoscrittore
•
Posizione, tempo, pressione, velocità, accelerazione e ritmo della
sottoscrizione sono tutti parametri che vengono acquisiti e digitalizzati, ed
attraverso i quali è possibile identificare il sottoscrittore con margini di
errore molto bassi
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Che cosa è la firma “grafometrica”
?
Qualora sia “connessa ai dati” sarà firma elettronica “avanzata”
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È una firma “biometrica”
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È una firma “biometrica”
•
Non vi può essere dubbio alcuno sul fatto che tutti i parametri della firma
così acquisita, sono dati “biometrici” in quanto legati alla biometria
individuale del sottoscrittore
•
Stranamente tuttavia tale dato viene spesso trascurato o non espresso con la
dovuta chiarezza, forse per una sorta di mal inteso “pudore” o timore verso
la biometria
•
Posizione, tempo, pressione, velocità, accelerazione e ritmo della
sottoscrizione sono tutti parametri che vengono acquisiti e digitalizzati, ed
attraverso i quali è possibile identificare il sottoscrittore con margini di
errore molto bassi
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È una firma “biometrica”
Attraverso la firma “grafometrica” la biometria
della nostra calligrafia e della nostra mano viene
digitalizzata, e connessa ai dati del documento
sottoscritto.
Due sono le conseguenze:
• in primo luogo si pone un problema di “privacy” e quindi di
coordinamento con le disposizioni del “codice in materia di
protezione dei dati personali” d.lgs. 196/2003;
• in secondo luogo si pone il problema di duplicazioni non
autorizzate di tali dati
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ALCUNI PROBLEMI: DUPLICABILITA’ ALL’INFINITO e ASSENZA DELL’ORIGINALE
•
la firma grafometrica in quanto digitale è solo un numero
o un insieme di numeri
•
come tale ogni riproduzione dello stesso numero
è indistinguibile dalle precedenti
• può essere utile l’esempio del numero di telefono
0115176094
0115176094
• allo stato attuale è impossibile distinguere tra originale e copia
• anche ipotetici contrassegni, firme o marche temporali
• hanno altre funzioni, ma non quella di contrassegnare l’originale
non fanno altro che aggiungere numeri ad altri numeri, tutti sempre duplicabili
ed irriconoscibili
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Chi in passato ci rubava un foglio firmato in bianco, poteva al massimo riempirlo
fraudolentemente una volta.
Ora chi ci rubasse i dati biometrici costituenti la nostra firma grafometrica,
potrebbe usarli e duplicarli centinaia di volte, eventualmente anche introducendo un
“rumore” digitale al fine di variarle leggermente, ed in ogni caso sarebbe impossibile
riconoscere l’originale dalla copia.
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Chi ci rubasse i dati biometrici della firma grafometrica
è come se ci rubasse la mano
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Sono noti ad esempio i casi di impiegati bancari infedeli che hanno
falsificato contratti cartacei.
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Qualora ci rubassero i dati biometrici sarebbe
impossibile capire quali firme siano state apposte
in originale e quali in copia fraudolentemente
clonata.
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Questo non vuol dire che la firma grafometrica non deve essere utilizzata, ma che
per essere utilizzata correttamente si debbono rispettare alcune linee guida
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1) adeguatamente criptati all’origine, con chiavi di cifratura a standard
industriale; nessuno dei dati biometrici deve essere visibile, all’infuori del
tratto grafico dell’utente. La crittografia deve avvenire direttamente sulla
tavoletta, prima ancora di giungere sul documento.
2) le chiavi di cifratura dei dati biometrici non devono essere in possesso di
alcuna delle parti;
3) è necessario l’intervento di un “terzo fidato” che provveda a generare,
custodire, e decrittare i dati biometrici
4) l’intero processo di generazione, utilizzo, custodia ed eventuale
decrittazione del dato biometrico in casi di contenzioso debbono avvenire
in condizioni di massima sicurezza, mantenendo riservate le chiavi private e
tutelando il dato biometrico;
5) appare opportuno che di tale sicurezza e di tutto l’intero processo, sia
data certificazione e veste giuridica incontestabile.
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1) Adeguatamente criptati: come la firma viene criptata e connessa
ai dati del documento
Mentre il sottoscrittore esegue la firma i dati biometrici vengono cifrati con
standard industriale. Viene utilizzata una chiave asimmetrica a 1024 o 2048 bit o
superiore. La cifratura avviene direttamente sull’HW di firma, utilizzando la chiave
pubblica preinstallata sull’HW.
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Contemporaneamente tali dati vengono memorizzati nel documento in
forma criptata.
Solo con la conoscenza della chiave privata i dati biometrici possono essere estratti
dal documento.
Per garantire la possibilità di verificare l’integrità del documento viene calcolata
una prima impronta dello stesso più i dati biometrici cifrati con una funzione
di hash di tipo SHA-256. Questa informazione viene memorizzata nel documento.
Una seconda impronta da utilizzarsi in caso di contenzioso viene calcolata sulla
prima e sui dati biometrici in chiaro. Anch’essa viene memorizzata nel documento.
Completate le operazioni di registrazione e memorizzazione i dati non cifrati
vengono cancellati dalle memorie e sovrascritti in modo sicuro.
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Qual’è il motivo di tale doppia impronta?
La prima consente una verifica cosiddetta “light”, sull’integrità del
documento.
In sostanza una qualsiasi alterazione del documento va a “rompere”
l’impronta che non risulta più coerente ad un controllo.
La seconda consente invece una verifica più approfondita, basata sul
dato biometrico. Tale controllo viene effettuato esclusivamente in caso
di contenzioso e di disconoscimento della firma.
E’ necessario a tal fine mettere a disposizione il dato biometrico in
chiaro, previa decrittazione dello stesso a mezzo della chiave privata.
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2) Le chiavi di cifratura non debbono essere MAI in possesso delle
parti.
Sono proprio le chiavi di cifratura dei dati biometrici che devono
essere gestite con il massimo rigore durante tutti i processi di
generazione, consegna, custodia e decrittazione.
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Nessuna delle parti deve essere in possesso delle chiavi private in
nessun momento e non deve in alcun modo controllarne la
generazione.
In qualche applicazione invece si è visto contraenti forti che
provvedono a generare e custodire le chiavi a mezzo di società più o
meno ricollegate al gruppo. Tale procedura non è corretta.
Chi provvede a generare le chiavi può essere un qualsiasi terzo
specializzato, una Autorità di Certificazione, che provveda anche a
custodire le chiavi private, ovvero un Notaio specializzato in tali
processi.
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3) E’ necessario un “terzo fidato” ....... affidabile!!!
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La generazione e gestione delle chiavi asimmetriche è
il cuore del processo ed è operazione complessa, ma
resa banale da un normale computer. Il processo è
quindi nella sostanza molto semplice. Chiunque con un
semplice computer o anche con uno smartphone può
generare una valida coppia di chiavi asimmetriche, e
conservare poi le stesse.. in cantina.
Molto meno semplice è invece strutturare il processo di generazione,
consegna, conservazione e decrittazione in modo sicuro.
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4) Sicurezza del processo HW e SW in tutte le fasi
Tali banali operazioni quindi possono essere affidate in sostanza a chiunque
abbia un minimo di dimestichezza con gli strumenti informatici, ovvero,
salendo nella qualità del processo, affidando gli stessi ad autorità di
certificazione, che si occupino di generare e custodire le chiavi attraverso ad
esempio dispositivi HSM o equivalenti.
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5) Certificazione della procedura:
possibile contributo del Notaio
Laddove però si voglia coniugare oltre alla massima sicurezza tecnica, anche la
massima sicurezza giuridica circa l’integrità dell’intero processo, dalla
generazione della coppia di chiavi secondo standard tecnici predefiniti, alla
consegna della chiave pubblica, alla custodia della chiave privata, alla eventuale
decrittazione sicura del dato biometrico, e si voglia certificare lo stesso nel
modo più forte ed incontestabile che il nostro ordinamento giuridico
consenta, appare utile affidare tutti tali processi alla gestione di un Notaio
specificamente specializzato e formato in tale settore, il quale intervenendo
come Pubblico Ufficiale attesti e “sigilli” l’integrità del processo.
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Un esempio concreto: come abbiamo affrontato il problema
Tutti i punti prima accennati sono come si è visto tutti intimamente legati. E’
sufficiente un anello debole nella catena e la sicurezza della firma è compromessa.
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GENERAZIONE E CONSEGNA:
- HW dedicato e sicuro
Il processo di generazione delle chiavi avviene su un HW dedicato, disconnesso
dalla rete, e blindato. Si accede solo a mezzo di doppia autenticazione sia HW che
SW.
Tutte le porte sono disabilitate ed è disabilitato anche il plug and play per evitare la
connessione di periferiche non autorizzate.
- SW open source: Sulla macchina è installato esclusivamente il sistema
operativo base e un unico SW, dedicato alla generazione delle chiavi. Entrambi
sono open source, per avere la più assoluta conoscibilità di tutte le operazioni
poste in essere dalla macchina. La macchina appena accesa compie solo
l’operazione di generazione random della coppia di chiavi. (Particolare attenzione è
stata posta nella scelta di una macchina con processore ad alta capacità di
randomizzazione, per avere chiavi il più possibile diverse).
- Consegna chiave pubblica
La chiave pubblica non richiede cautele particolari e viene consegnata al
richiedente sia in formato “cartaceo” (sic!) che digitale, a mezzo PEC o altro.
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Un esempio concreto: come abbiamo affrontato il problema
CUSTODIA
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La chiave privata viene esclusivamente visualizzata a video e stampata a mezzo
dell’unica porta USB abilitata. La chiave viene sia conservata in forma cartacea, che
in forma digitale.
Punto qualificante è che la chiave viene portata in conservazione digitale, sul
Sistema di Conservazione a Norma del Notariato SCNN. In questo modo è
possibile beneficiare di continuità operativa pressoché infinita come meglio infra
precisato.
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Un esempio concreto: come abbiamo affrontato il problema
DECRITTAZIONE
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Una possibile criticità è data dalla esigenza di decrittare il dato biometrico e
portarlo in chiaro, al fine di rendere possibili eventuali controlli grafometrici
da parte di periti.
Il problema è dato dal fatto che la chiave privata, nonostante la decrittazione
deve rimanere riservata, pensa la messa in pericolo dell’autenticità di tutti i
documenti firmati con quella determinata coppia di chiavi.
Ecco che pertanto il Notaio non consegnerà la chiave, ma procederà altresì
personalmente all’opera di decrittazione, in ambiente sicuro avente le
medesime caratteristiche di quello appena descritto, e metterà a
disposizione del perito il dato biometrico in chiaro per gli accertamenti
opportuni.
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Un esempio concreto: come abbiamo affrontato il problema
ATTO PUBBLICO
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Di tutti i processi qui elencati, viene redatto apposito rogito Notarile. Un
vero e proprio Atto Pubblico, che fa prova fino a “querela di falso” delle
operazioni che vengono poste in essere.
I vantaggi sono diversi:
- efficacia probatoria pressoché assoluta: dell’integrità del processo, del tipo
di operazioni messe in atto viene data la certificazione più forte che il
nostro ordinamento giuridico consente;
- continuità operativa: l’atto pubblico una volta rogato diventa “bene
pubblico” svincolato dalla sfera personale del Notaio che lo ha posto in
essere. Del pari la chiave privata, depositata in conservazione digitale presso
la struttura pubblica del notariato, può avere continuità operativa pressoché
infinita, essendo depositata da un Pubblico Ufficiale presso una struttura
Pubblica.
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Un caso vero di firma grafometrica contraffatta
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IN OGNI CASO FORTE ATTENZIONE ALLA SICUREZZA
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A prescindere dalla soluzione tecnica prescelta, è importante impostare il
processo da principio seguendo i più rigorosi standard di sicurezza.
La storia ci insegna infatti che trascurare la sicurezza è spesso una
scorciatoia miope. Perché se ci sono falle di sicurezza queste prima o voi
vengono a galla spesso in modo irrimediabile.
E’ vero che non dobbiamo chiedere al digitale più di quello che chiediamo
alla carta, e quindi ad un certo punto è necessario arrestare la ricerca
dell’assoluto.
E’ anche vero però che il digitale, a causa della sua infinita replicabilità,
trasmissibilità a distanza in tempo reale, amplifica all’ennesima potenza
eventuali minime criticità che nel mondo cartaceo sarebbero trascurabili.
Impostare male i processi di firma grafometrica infatti, facendo sorgere
problemi di sicurezza gravi, potrebbe segnare un significativo rallentamento
nella sua diffusione, se non una prematura estinzione.
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In tutto questo processo l’anello debole è quello della
gestione delle chiavi di crittografia dei dati biometrici.
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Se le chiavi di cifratura venissero violate, distinguere tra
dati biometrici “veri” e “falsi” sarebbe impossibile.
Ecco che quindi è importante sia dotarsi di processi adeguatamente sicuri, sia
disporre di una valida e robusta certificazione che tali processi sono stati
puntualmente seguiti.
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Grazie !!
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www.notaipiniestucchi.it
[email protected]