Prova 4

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Prova 4
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Il/La candidato/a legga il testo seguente
In coma per i pugni di un ragazzino
Torino, ha difeso l’autista donna di un bus da un bullo che voleva salire con la bicicletta.
Un ragazzino, 15 o 16 anni. Non di più. Italiano. Jeans e maglietta bianca. Capelli
corti, lineamenti regolari.
Alle 16,15 del pomeriggio di un sabato tranquillo ha ridotto in fin di vita un ex
tranviere di Torino, Ettore Ferrero, di 76 anni. Due pugni in faccia, preceduti da
insulti e minacce. E solo perché lo aveva ripreso, molto garbatamente, per la sua
assurda pretesa di viaggiare sul mezzo pubblico trascinandosi dietro una bicicletta da
donna, forse appena rubata.
Sul bus della linea 75 a quell’ora ci sono poche persone. L’autista è una giovane
donna. L’adolescente sale, avvinto alla bici. Occupa spazio, impedisce agli altri
passeggeri di raggiungere i sedili. La donna con la divisa blu si volta, lo vede, e
blocca il bus. «Prima di ripartire, chiedo ai miei responsabili l’autorizzazione. Senza
quella, io non parto». Il ragazzo comincia ad innervosirsi. Impreca. Rivolge all’autista
una serie di minacce. «So dove venirti a cercare, riparti subito o...». Altri insulti,
sempre più pesanti.
Ferrero, una vita passata sui bus di Torino, interviene: «Cerca di stare calmo, appena
arriva la risposta dalla centrale, si riparte. Se non si può, devi scendere».
Parole dette in un tono pacato, confermano tutti i testimoni. Un modo per dare una
mano, da ex, a una collega in difficoltà. Un gesto cavalleresco pagato a caro prezzo.
Dopo anni di lavoro, ci si sente sempre in servizio. Il teppista in maglietta bianca
perde il controllo. L’anziano viene tempestato di male parole.
Ci si può sentire male e solo per questo. Per chi non è abituato a vivere in un mondo
fatto così, sentirsi trattare con maleducazione, è già uno choc. Manca il rispetto più
elementare, ti senti sconfitto. Umiliato. Ferrero neanche tenta di reagire. E’ il
ragazzino a colpirlo con violenza. Due pugni sferrati in pieno volto. L’ex tranviere si
lascia cadere sui sedili.
L’aggressore abbandona la bicicletta e fugge. Qualcuno dice alla polizia di averlo
visto scappare a piedi. Chiamano il 113. Gli agenti lo fanno accompagnare al pronto
soccorso del vicino Giovanni Bosco. Sembra ancora in buone condizioni. Poi viene
colto da malore: emorragia celebrale, le sue condizioni ora sono gravissime.
Ma sulle tracce del mini-picchiatore ora ci sono gli investigatori della Sezione
Omicidi della squadra mobile di Torino. Sui bus ci sono le telecamere di sicurezza e
la polizia ha già acquisito le immagini. Racconteranno nei dettagli ogni fase
dell’aggressione e soprattutto sarà possibile avere l’immagine del ragazzino violento.
Sarà distribuita alle volanti, in tutta la città.
(da “La Stampa”, 05/10/2009)
1. Il candidato sintetizzi il brano proposto ( 80 – 100 parole)
2. Il ragazzino, dopo essere stato arrestato, racconta l’episodio alle forze dell’ordine. (100 –
120 parole)
3. Il comportamento dei giovani è spesso aggressivo, privo di rispetto nei confronti di persone
più deboli, che possono essere adulti oppure coetanei. Il candidato esponga le proprie
riflessioni sul fenomeno, cercando anche di mettere in evidenza le eventuali cause che
potrebbero scatenare questo modo di agire. (180 – 200 parole)
Prova 3
STAATLICHE ABSCHLUSSPRÜFUNG
SCHULJAHR 2009/2010
DRITTE SCHRIFTLICHE ARBEIT
ITALIENISCH
GOB MAX VALIER
KLASSE 5MB
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Il candidato legga il testo seguente e svolga le attività A, B e C
In coma per i pugni di un ragazzino
Torino, ha difeso l’autista donna di un bus da un bullo che voleva salire con la bicicletta.
Un ragazzino, 15 o 16 anni. Non di più. Italiano. Jeans e maglietta bianca. Capelli
corti, lineamenti regolari.
Alle 16,15 del pomeriggio di un sabato tranquillo ha ridotto in fin di vita un ex
tranviere di Torino, Ettore Ferrero, di 76 anni. Due pugni in faccia, preceduti da
insulti e minacce. E solo perché lo aveva ripreso, molto garbatamente, per la sua
assurda pretesa di viaggiare sul mezzo pubblico trascinandosi dietro una bicicletta da
donna, forse appena rubata.
Sul bus della linea 75 a quell’ora ci sono poche persone. L’autista è una giovane
donna. L’adolescente sale, avvinto alla bici. Occupa spazio, impedisce agli altri
passeggeri di raggiungere i sedili. La donna con la divisa blu si volta, lo vede, e
blocca il bus. «Prima di ripartire, chiedo ai miei responsabili l’autorizzazione. Senza
quella, io non parto». Il ragazzo comincia ad innervosirsi. Impreca. Rivolge all’autista
una serie di minacce. «So dove venirti a cercare, riparti subito o...». Altri insulti,
sempre più pesanti.
Ferrero, una vita passata sui bus di Torino, interviene: «Cerca di stare calmo, appena
arriva la risposta dalla centrale, si riparte. Se non si può, devi scendere».
Parole dette in un tono pacato, confermano tutti i testimoni. Un modo per dare una
mano, da ex, a una collega in difficoltà. Un gesto cavalleresco pagato a caro prezzo.
Dopo anni di lavoro, ci si sente sempre in servizio. Il teppista in maglietta bianca
perde il controllo. L’anziano viene tempestato di male parole.
Ci si può sentire male e solo per questo. Per chi non è abituato a vivere in un mondo
fatto così, sentirsi trattare con maleducazione, è già uno choc. Manca il rispetto più
elementare, ti senti sconfitto. Umiliato. Ferrero neanche tenta di reagire. E’ il
ragazzino a colpirlo con violenza. Due pugni sferrati in pieno volto. L’ex tranviere si
lascia cadere sui sedili.
L’aggressore abbandona la bicicletta e fugge. Qualcuno dice alla polizia di averlo
visto scappare a piedi. Chiamano il 113. Gli agenti lo fanno accompagnare al pronto
soccorso del vicino Giovanni Bosco. Sembra ancora in buone condizioni. Poi viene
colto da malore: emorragia celebrale, le sue condizioni ora sono gravissime.
Ma sulle tracce del mini-picchiatore ora ci sono gli investigatori della Sezione
Omicidi della squadra mobile di Torino. Sui bus ci sono le telecamere di sicurezza e
la polizia ha già acquisito le immagini. Racconteranno nei dettagli ogni fase
dell’aggressione e soprattutto sarà possibile avere l’immagine del ragazzino violento.
Sarà distribuita alle volanti, in tutta la città.
Da La Stampa, 05 – 10 - 2009
A ) Il candidato sintetizzi il brano proposto ( 80 – 100 parole)
B ) Il ragazzino, dopo essere stato arrestato, racconta l’episodio alle forze dell’ordine. (100 – 120
parole)
C ) Il comportamento dei giovani è spesso aggressivo, privo di rispetto nei confronti di persone più
deboli, che possono essere adulti oppure coetanei. Il candidato esponga le proprie riflessioni sul
fenomeno, cercando anche di mettere in evidenza le eventuali cause che potrebbero scatenare
questo modo di agire.
Durata della prova : 150 minuti
Sussidi: E’ consentito l’uso del vocabolario monolingue, bilingue, e del dizionario dei sinonimi e
dei contrari