1 - Fondazione Nicola Trussardi
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1 - Fondazione Nicola Trussardi
1 2 In 2011 Trussardi is celebrating its first 100 years of history. From the very beginning, our brand has been a byword for excellence, elegance and experimentation. Founded in Bergamo by my great-grandfather, Dante Trussardi, in 1911, the group originally manufactured luxury gloves, and later specialized in the production of garments and accessories for men and women. Our roots lie in Italy’s artisan tradition, but through the involvement of talented professionals from fields outside of fashion, we have carved out a place as an innovative name in other key sectors of Italian-made quality. Our work in fashion, design, art, and cuisine expresses a new Italian lifestyle that blends experience and enthusiasm—passed down for four generations—with ongoing exploration. At the invitation of Pitti Immagine Uomo 79 and the Fondazione Pitti Discovery, Trussardi Group is kicking off its hundredthanniversary celebrations in Florence. For this prestigious occasion, we wanted to create a unique, sophisticated exhibition project especially conceived for the impressive setting of Stazione Leopolda. Trussardi will be coming to Florence with the major Fondazione Nicola Trussardi show 8½, with its new Trussardi 1911 men’s collection, and with a project by Il Ristorante Trussardi Alla Scala. Stazione Leopolda thus becomes a window onto the whole Trussardi universe. For our centennial, we have also decided to launch a new logo that will be used throughout 2011: the number 100, topped by a running greyhound, will guide us towards the future as an easily recognized symbol of Trussardi’s quest for innovation, energy and speed. A hundredth anniversary is a prestigious milestone; we have chosen to celebrate it by bringing the best of the Trussardi world to Florence, to present the general public with the power and vision of a brand that embodies the past and future of Italian excellence. We hope to enjoy it! Beatrice Trussardi President and CEO, Trussardi Nel 2011 Trussardi celebra i suoi primi 100 anni di storia. Fin dalle origini il marchio è stato sinonimo di eccellenza, eleganza e sperimentazione. Fondato dal mio bisnonno Dante Trussardi a Bergamo nel 1911 come manifattura di guanti di lusso, il gruppo si è poi specializzato nella produzione di abbigliamento e accessori per uomo e donna. Le nostre radici poggiano sulla tradizione artigianale italiana ma grazie al coinvolgimento di talenti in campi diversi dalla moda abbiamo saputo imporci come un marchio innovativo nei settori chiave del Made in Italy. L’impegno nella moda, nel design, nell’arte e nella ristorazione esprimono un nuovo stile di vita italiano capace di coniugare la passione tramandata da quattro generazioni con la ricerca continua. Il Gruppo Trussardi dà il via alle celebrazioni dei suoi primi 100 anni a Firenze grazie all’invito di Pitti Immagine Uomo 79 e della Fondazione Pitti Discovery. Per questa occasione così prestigiosa abbiamo voluto creare un progetto espositivo articolato e inusuale immaginato per la suggestiva cornice della Stazione Leopolda. Trussardi porta a Firenze la grande mostra 8½ della Fondazione Nicola Trussardi, la sua nuova collezione uomo Trussardi dal 1911 e un progetto de Il Ristorante Trussardi Alla Scala. La Stazione Leopolda diventa così una sintesi del mondo Trussardi. In occasione del nostro centenario abbiamo anche scelto di lanciare un nuovo logo che ci accompagnerà per tutto il 2011: il numero cento sovrastato da un levriero in corsa è un simbolo che ci proietta nel futuro ed è un segno riconoscibile della tensione di Trussardi verso l’innovazione, il dinamismo e la velocità. 100 anni sono un traguardo prestigioso: abbiamo scelto di celebrarlo portando a Firenze il meglio del mondo Trussardi per condividere con il grande pubblico energie e visioni di un marchio che rappresenta la storia e il futuro del Made in Italy. Beatrice Trussardi Presidente e Amministratore Delegato Trussardi 3 Since 1998, the Fondazione Pitti Discovery has been fostering dialogue between fashion and other languages of contemporary culture. With this goal, it presents exhibitions and art installations, organizes events with the fashion designers most open to cross-disciplinary ideas, and publishes books. These projects have often grown out of a collaborative planning and production process involving other local, national, and international institutions and organizations that share our principles and objectives. For Pitti Discovery, our partnership with the Fondazione Nicola Trussardi for the presentation of 8½ at Stazione Leopolda—a sort of “exhibition of exhibitions” that brings together, for the first time, all the artists who have created works and installations for the Fondazione Trussardi over the years, in historic or emblematic places throughout Milan—is a truly special collaboration. It is a chance to recognize and support a top-quality project that we feel is in tune with everything we care about (in the link between culture and business, the maieutic relationship with the city, the curatorial choices). It is also a special tribute to the people of Florence, who deserve to see the works of great contemporary artists up close, and more often. Lapo Cianchi General Secretary, Fondazione Pitti Discovery 4 Dal 1998 la Fondazione Pitti Discovery promuove il dialogo tra la moda e i linguaggi contemporanei. Per questo realizza mostre e installazioni di artisti, produce eventi con i fashion designers più aperti al confronto con le altre discipline, pubblica libri. Spesso questi progetti sono stati il frutto di una collaborazione, progettuale e produttiva, con altri soggetti e istituzioni locali, nazionali e internazionali, che condividono principi e obiettivi del nostro programma. L’accordo con la Fondazione Nicola Trussardi per la realizzazione di 8½ alla Stazione Leopolda – una sorta di “mostra delle mostre” che riunisce per la prima volta tutti gli artisti che in questi anni hanno realizzato per la Fondazione Trussardi opere e installazioni in luoghi storici o emblematici di Milano – rappresenta per Pitti Discovery una collaborazione davvero speciale. È il riconoscimento e la condivisione di un progetto di grande qualità che sentiamo affine alle nostre corde (rapporto tra cultura e impresa, maieutica verso la città, scelte curatoriali) ed è un omaggio speciale ai fiorentini, che meritano di vedere da vicino e più spesso le opere dei grandi artisti contemporanei. Lapo Cianchi Segretario Generale Fondazione Pitti Discovery 5 12 13 7 6 10 6 2. Michael Elmgreen & Ingar Dragset Short Cut, 2003 tecnica mista, Fiat Uno, roulotte / mixed media, Fiat Uno, camper trailer 250x850x300 cm commissionato e prodotto da / commissioned and produced by Fondazione Nicola Trussardi collezione / collection Museum of Contemporary Art, Chicago Courtesy Michael Elmgreen & Ingar Dragset; Galleria Massimo De Carlo, Milano 3. Pawel Althamer Balloon, 1999–2007 nylon, poliestere, acrilico, corde, elio / nylon, polyester, acrylic, ropes, helium 2100x617x366 cm commissionato e prodotto da / commissioned and produced by Fondazione Nicola Trussardi Courtesy Pawel Althamer; neugerriemschneider, Berlin; Foksal Gallery Foundation, Warsaw 4. Darren Almond If I Had You, 2003 video installazione a 4 canali, colore, suono / 4-channel video installation, colour, sound durate differenti / varying durations commissionato e prodotto da / commissioned and produced by Fondazione Nicola Trussardi Courtesy Darren Almond; Jay Jopling/White Cube, London; Matthew Marks Gallery, New York; Galerie Max Hetzler, Berlin 5. Paola Pivi 100 Cinesi, 1998 stampa fotografica su forex / photographic print on forex 340x480 cm foto / photo Attilio Maranzano courtesy Paola Pivi; Galleria Massimo De Carlo, Milano 4 9 11 1. Martin Creed Everything Is Going to Be Alright (Work # 1086), 2006 neon bianco / white neon 44x1250 cm commissionato e prodotto da / commissioned and produced by Fondazione Nicola Trussardi Courtesy Martin Creed; Hauser & Wirth 5 3 2 entrata entrance 1 8 Paola Pivi Senza titolo (zebre), 2003 stampa fotografica digitale su alluminio / photographic print on aluminium 340x400 cm foto / photo Hugo Glendinning Courtesy Paola Pivi; Galleria Massimo De Carlo, Milano Paola Pivi One Love, 2007 stampa fotografica / photographic print 300x387 cm foto / photo Hugo Glendinning Courtesy Paola Pivi; Galleria Massimo De Carlo, Milano 6. John Bock Meechfieber, 2004 film 16mm trasferito su DVD, colore, suono / 16mm film transferred to DVD, colour, sound 38’ 30’’ commissionato e prodotto da / commissioned and produced by Fondazione Nicola Trussardi e / and Carnegie International 2004-2005, Carnegie Museum of Art, Pittsburgh Courtesy John Bock; Klosterfelde, Berlin; Anton Kern, New York 7. Tacita Dean Still Life, 2009 film 16mm, bianco e nero, muto / 16mm film, black and white, silent 5’30’’ commissionato e prodotto da / commissioned and produced by Fondazione Nicola Trussardi Courtesy Tacita Dean; Marian Goodman Gallery, Paris/New York; Frith Street Gallery, London Tacita Dean Day for Night, 2009 film 16mm, colore, muto / 16mm film, colour, silent 10’ commissionato e prodotto da / commissioned and produced by Fondazione Nicola Trussardi Courtesy Tacita Dean; Marian Goodman Gallery, Paris/New York; Frith Street Gallery, London 8. Peter Fischli e David Weiss Parts of a Film with Rat and Bear, 2008 video, colore, suono / video, colour, sound 54’ prodotto con il supporto della / produced with the support of Fondazione Nicola Trussardi © Peter Fischli e David Weiss Courtesy Peter Fischli e David Weiss; Sprüth Magers Berlin London; Galerie Eva Presenhuber, Zurich; Matthew Marks Gallery, New York 9. Paul McCarthy Static (Pink), 2004–2009 silicone / silicone 271x164x324 cm collezione privata / private collection Courtesy Paul McCarthy; Hauser & Wirth 10. Tino Sehgal Selling Out, 2002 Courtesy Tino Sehgal; Fondazione Nicola Trussardi, Milano 11. Urs Fischer House of Bread, 2004 pane, legno, polistirolo, lampade / bread, wood, polyurethane foam, lights 533x472x366 cm Courtesy Urs Fischer; Il Giardino dei Lauri, Città della Pieve, Perugia 12. Anri Sala Long Sorrow, 2005 film super 16mm trasferito su hard disk, colore, suono / super 16mm transferred to hard disk, colour, sound 12’57’’ commissionato e prodotto da / commissioned and produced by Fondazione Nicola Trussardi Courtesy Anri Sala; Galerie Johnen + Schottle, Berlin/ Cologne/Munich; Marian Goodman Gallery, New York; Hauser & Wirth; Galerie Chantal Crousel, Paris 13. Maurizio Cattelan We, 2010 struttura in fibra di vetro, gomma uretanica, legno, abiti / fiberglass structure, polyurethane rubber, wood, clothes 148x79x68 cm Courtesy Maurizio Cattelan; The Dakis Joannou Collection, Athens 7 ElMgrEEn & DrAgSET 8 9 MArTIn CrEED 10 In occasione del Centenario del Gruppo Trussardi, la Fondazione Nicola Trussardi presenta 8½, una mostra a cura del suo Direttore Artistico, Massimiliano Gioni, e realizzata in collaborazione con la Fondazione Pitti Discovery. Per festeggiare questo importante compleanno, la Fondazione Nicola Trussardi ha scelto di organizzare un evento diverso da tutti quelli prodotti in precedenza: 8½ è infatti la prima grande mostra collettiva realizzata dalla Fondazione, che per la prima volta esce da Milano e porta a Firenze le opere dei tredici artisti internazionali a cui, dal 2003 a oggi, ha dedicato ambiziose mostre personali e spettacolari progetti d’arte pubblica. La Fondazione Nicola Trussardi è un museo nomade che inscena mostre di arte contemporanea concepite per spazi non convenzionali, come edifici storici, palazzi abbandonati, monumenti pubblici. Per ogni esposizione questi gioielli architettonici vengono riaperti, restaurati e riconsegnati alla città, completamente trasformati grazie all’intervento e all’energia degli artisti. In occasione della mostra a Firenze la Fondazione Nicola Trussardi ha scelto come cornice per questo nuovo imponente progetto la magnifica Stazione Leopolda, la prima stazione ferroviaria fiorentina – risalente alla prima metà dell’Ottocento e unica nel suo genere, tanto da essere tutelata per il suo valore storico-artistico – che dagli anni Novanta ospita manifestazioni ed eventi legati alla cultura e alla creatività contemporanea. 8½ è una variopinta parata carnevalesca che invade gli spazi della Stazione Leopolda. La mostra presenta per la prima volta insieme le opere di Darren Almond, Pawel Althamer, John Bock, Maurizio Cattelan, Martin Creed, Tacita Dean, Michael Elmgreen & Ingar Dragset, Urs Fischer, Peter Fischli e David Weiss, Paul McCarthy, Paola Pivi, Anri Sala e Tino Sehgal, artisti che nell’ultimo decennio si sono imposti come alcune delle voci più interessanti e significative del panorama internazionale. 8½ propone un’antologia del meglio della storia recente della Fondazione Nicola Trussardi, portando a Firenze alcune delle opere più importanti che ha commissionato e prodotto negli ultimi otto anni e mezzo di attività accanto ad alcuni capolavori indiscussi di maestri dell’arte di oggi. Come in un lungo piano sequenza, 8½ ripercorre i momenti salienti del lavoro della Fondazione Nicola Trussardi, che coincide con un importante capitolo della storia dell’arte del nostro tempo. Come evocato dal titolo, preso in prestito dal leggendario film di Federico Fellini, 8½ è un racconto per immagini, un susseguirsi continuo di flash back e di suggestioni, di ricordi e déjà vu. Le opere dei tredici artisti coinvolti si snodano all’interno delle maestose navate ottocentesche della Stazione Leopolda come un carosello fatto di sogni e ossessioni, di desideri e fantasie, che toccano tanto la sfera più intima e personale quanto la dimensione sociale e collettiva. 8½ cuce insieme scene di vita vissuta e stati di 11 12 For the centennial of the Trussardi Group, Fondazione Nicola Trussardi is presenting 8½, an exhibition curated by its Artistic Director, Massimiliano Gioni, and produced in collaboration with the Fondazione Pitti Discovery. To celebrate this milestone anniversary, the Fondazione Nicola Trussardi has decided to organize an event different from any it has mounted to date. As its first major group exhibition and first foray outside of Milan, 8½ brings to Florence the works of the thirteen international artists to whom the foundation has dedicated ambitious solo shows and spectacular public art projects from 2003 to the present. The Fondazione Nicola Trussardi is a nomadic museum that stages contemporary art exhibitions conceived for unconventional spaces: historic buildings, forgotten edifices, and public landmarks that are reopened and restored to the city for these occasions. The setting chosen by the Fondazione Nicola Trussardi for this impressive new project in Florence is the magnificent Stazione Leopolda, the city’s first railway station. Built in the first half of the nineteenth century, it is a protected heritage site of unique historic and architectural interest, and since the Nineties has hosted events related to contemporary culture and creativity. 8½ is a colourful carnival parade that invades the spaces of Stazione Leopolda. It brings together, for the very first time, the works of Darren Almond, Pawel Althamer, John Bock, Maurizio Cattelan, Martin Creed, Tacita Dean, Michael Elmgreen & Ingar Dragset, Urs Fischer, Peter Fischli and David Weiss, Paul McCarthy, Paola Pivi, Anri Sala, and Tino Sehgal: artists who have established themselves over the last decade as some of the most significant figures in the international scene. This exhibition is an anthology of particularly memorable moments in the Fondazione Nicola Trussardi’s recent history, bringing to Florence some of the most groundbreaking projects that the foundation has commissioned and presented in the last eight and a half years, along with several other unchallenged masterpieces by artists of our time. By panning over the key stages of the Fondazione Nicola Trussardi’s activity, 8½ illuminates an important chapter in the history of contemporary art. As evoked by the title borrowed from Federico Fellini’s legendary film, 8½ is a story in images, an endless series of flashbacks and premonitions, memories and déjà vus. The works by these thirteen artists unfurl through the majestic nineteenth-century naves of Stazione Leopolda like a carousel of dreams and obsessions, fantasies and longings, touching both intimate, personal spheres and the social, collective realm. 8½ knits together scenes from real life and states of permanent hallucination to create an extraordinary gallery of wonders. Opening up the exhibition, English artist Martin Creed—winner of the prestigious Turner Prize in 2001—greets visitors with a warning even be- 13 DArrEn AlMOnD fore they enter the building. Everything Is Going to Be Alright, the huge neon sign stretching across the facade of Stazione Leopolda, seems like a preface to this giant game: with its excessive enthusiasm, the work serves as an ironic comment on what visitors will find beyond the threshold. The delicate minimalism that is the hallmark of Creed’s work, along with the ambiguous simplicity of the message, makes this piece a declaration of intent, hinting to visitors that they are in for a surprising journey. And indeed, inside the former railway station, a series of unexpected encounters unfolds. The first surreal apparition is Short Cut by Michael Elmgreen & Ingar Dragset: a white Fiat Uno with a trailer in tow, emerging through the floor after a long, imaginary journey to the centre of the earth. A metaphor for global tourism, the sculpture by this Scandinavian duo—who won a Golden Lion for the Nordic Pavilion at the last Venice Biennale—is a masterful exercise in high-definition sleight-of-hand that transforms our perception of physical and mental space, describing a world in perpetual motion that seems for an instant to have its hub in Stazione Leopolda. A few steps further on, the giant self-portrait by Polish sculptor allucinazione permanente, dimensione onirica e visioni ai confini della realtà, dando vita a una straordinaria galleria delle meraviglie. Ad aprire le danze è l’inglese Martin Creed – vincitore del prestigioso Turner Prize nel 2001 – che accoglie con un monito i visitatori della mostra già all’esterno della Stazione: Everything Is Going to Be Alright (Andrà tutto bene), l’imponente scritta al neon che campeggia sulla facciata dell’edificio, sembra fare da premessa a questo grande gioco. Con il suo smaccato entusiasmo l’opera fa da ironico commento a quello che si presenterà ai visitatori una volta varcata la soglia dell’ingresso. Il minimalismo leggero che caratterizza il lavoro di Martin Creed, unito all’ambigua semplicità del messaggio rendono l’intervento dell’artista una dichiarazione di intenti, che indica al visitatore l’inizio di un percorso ricco di sorprese e colpi di scena. All’interno dello spazio della ex–stazione inizia infatti una serie di incontri inaspettati. La prima apparizione surreale è quella di Short Cut (Scorciatoia) di Michael Elmgreen & Ingar Dragset: una Fiat Uno bianca con roulotte al seguito, che spunta dal pavimento dopo un lungo viaggio immaginario al centro della terra. Simbolo e metafora del turismo globale, la scul- 14 15 PA O l A P I V I AnrI SAlA PA W E l A lT h A M E r 16 17 18 TA C I TA D E A n tura del duo scandinavo – premiato per il Padiglione dei Paesi Nordici all’ultima Biennale di Venezia – è un perfetto esercizio di illusionismo ad alta definizione, capace di trasfigurare la percezione dello spazio fisico e mentale, raccontando di un mondo in continuo movimento che per un attimo sembra ritrovare alla Stazione Leopolda il suo centro, la sua sintesi. A pochi passi di distanza il gigantesco autoritratto del polacco Pawel Althamer – un pallone aerostatico lungo oltre venti metri – incombe sulle teste dei visitatori come un insensato e temporaneo monumento pubblico, ipertrofico e carnevalesco. Ironico commento alle dimensioni spesso smisurate dell’ego di molti artisti, Balloon (Pallone) ha iniziato il suo volo nel 2007, quando per la prima volta è rimasto sospeso per un mese nel cielo della città di Milano, mettendo in scena il sogno di Althamer di osservare la terra dal cielo. Come nelle altre opere dell’artista polacco – una delle voci più influenti dell’Est Europa – realtà e finzione si mescolano e si confondono per restituire un mondo fantastico e misterioso: l’uomo, l’artista, è sempre l’unità di misura della realtà, e il suo corpo diventa materia per sperimentare un nuovo rapporto con il mondo che lo circonda, trasformandolo in una fiaba o in un’esperienza spirituale estrema. Poco lontano la video installazione di Darren Almond – finalista al Turner Prize nel 2005 – impone un cambio di registro: le quattro grandi proiezioni di If I Had You (Se avessi te) mettono in scena un album di famiglia, intimo e delicato, in cui la nonna dell’artista è ritratta circondata da ricordi della sua giovinezza. Lentamente le immagini danno vita a un flusso di associazioni e di ricordi che prelude a un susseguirsi di emozionanti riflessioni. Il volto della donna ormai anziana, le insegne luminose della sala da ballo e i passi di danza di una coppia solitaria sono i tasselli di un racconto privato, di un viaggio romantico nel passato che sembra innalzare un monumento alla malinconia e al sentimento. La dimensione più intima si trasforma in realismo magico grazie al tocco di Paola Pivi – una delle cinque artiste del Padiglione Italia premiato alla Biennale di Venezia del 1999 – capace di convertire operazioni impossibili in gesti di una semplicità disarmante. Ne sono una perfetta testimonianza le tre foto di grande formato presenti in mostra, che disegnano un mondo contro natura, un universo personale governato dalle leggi dell’assurdo e dell’ironia. Senza ricorrere a manipolazioni digitali l’artista costruisce e documenta situazioni surreali di forte impatto estetico e simbolico: in Senza titolo (zebre) una coppia di zebre africane è immortalata all’interno di un paesaggio candido completamente innevato; in One Love un anomalo e variegato gregge di animali completamente bianchi pascola su un prato verde; mentre in 100 Cinesi una moltitudine di uomini e donne guarda minacciosa e a braccia conserte l’obiettivo della macchina che li ha ritratti. 19 20 Pawel Althamer—a balloon over twenty meters long—looms over visitors’ heads like some outlandish, temporary public monument, hypertrophic and carnivalesque. A tongue-in-cheek comment on the often overblown egos of many artists, Balloon took to the skies for the first time in 2007, when it hung for a month over the city of Milan, expressing Althamer’s dream of observing the earth from above. As in other works by this Polish artist—one of the most influential figures from Eastern Europe—reality and fiction blend together in a fanciful, mysterious world: the human being, the artist, is always the yardstick for measuring reality, and his body becomes material for testing out a new relationship with the surrounding world, transforming it into a fairy tale or a radically spiritual experience. Not far away, the video installation by Darren Almond—a Turner Prize finalist in 2005—introduces a change in tone: through the four large projections of If I Had You, the artist presents a delicate, intimate family album, portraying his grandmother amid recollections of her youth. The images gradually form a stream of associations and memories that foreshadow a series of stirring reflections. The elderly woman’s face, the neon signs of the ballroom, and the dancing feet of a solitary couple are jigsaw pieces composing a private story, a romantic journey into the past that stands like a monument to melancholy and sentiment. This intimate dimension shifts into magical realism upon encountering Paola Pivi—one of the five artists of the Italian Pavilion that won the Venice Biennale in 1999—who turns impossible feats into gestures of disarming simplicity. The three large photos in this exhibition are a perfect example in their description of an upside-down world, a personal universe ruled by the laws of absurdity and irony. Without relying on digital manipulation, the artist constructs and documents surreal situations with a powerful aesthetic and symbolic impact: in Untitled (Zebras), a pair of African zebras is immortalized in a dazzling, snow-covered landscape; in One Love, a motley flock of completely white animals grazes in a green meadow; while in 100 Chinese, a large group of men and women with folded arms stare menacingly into the lens of the camera. The outlandish events recounted by visionary German artist John Bock in his film Meechfieber (Milk Fever)—a potpourri of surreal machines, bric-a-brac spaceships, costumed animals and frenetic dances—sets off from the real world to enlarge and distort its hidden details, transforming it into an endless parade of clowns, puppets, circus animals and acrobats. Set in the farm in Gribbohm where the artist was born and raised, Bock’s first work on film is a deranged compendium of characters who enact a hallucinatory, grotesque version of everyday life. 21 FISChlI E WEISS 22 An atmosphere of silent contemplation is at the heart of Still Life and Day for Night, the two films that Tacita Dean shot in the studio of Bolognese painter Giorgio Morandi, which reveal the myriad stories that have lain hidden for decades behind the dusty bottles of his famous still lifes. In these two works, the artist—winner of the Hugo Boss Prize in 2006—reconstructs a universe made up of interminable pauses: in Still Life, she films the pencil tracings on the sheets of paper that Morandi used to mark the position of the objects he was painting, while in Day for Night, she looks at the items in the studio and, since she cannot touch or move them, chooses to film them in random groupings that stand in sharp contrast to Morandi’s painstakingly mathematical compositions. Dean’s slow, obsessive gaze opens up a window onto a vanished world and turns each object into an exquisite still life in motion, rediscovering Morandi’s work through its obscure, forgotten traces, as an extraordinary document of art’s stubborn simplicity. An absurd, surreal ambience also pervades the full-length film Parts of a Film with Rat and Bear by Peter Fischli and David Weiss, two of the world’s most influential contemporary artists, winners of a Golden Lion at the 2003 Venice Biennale and forerunners of many of the younger artists in the exhibition. Shot in Palazzo Litta during the major retrospective that the Fondazione Trussardi dedicated to the Swiss duo, the film is the third chapter of an outlandish saga in which the pair dress up as a giant rat and bear to reveal the mysterious secrets and simple commonplaces of our daily lives. Transported back to their youth, the two characters wander through the frescoed halls of the palazzo, investigating the bizarre sculptures and peculiar images that inhabit them. This sequence of odd characters continues with Paul McCarthy’s provocative, caustic depiction of George W. Bush in Static (Pink), a large sculpture made of hot pink silicone. The irreverent language of this legendary Californian artist—an unchallenged contemporary master, who has earned a key place in art history over his decades-long career—is consummately expressed in this work, playing with the representation of the human body, its desires and taboos, and presenting a fierce parody of the contemporary world that mingles mawkish soap opera with tragic headlines. Yet another surprising twist is in store with the living sculptures directed by Tino Sehgal—the youngest artist ever to have a solo exhibition at the New York Guggenheim—who appear out of nowhere like alien presences, transforming Stazione Leopolda into the perfect backdrop for a new, enigmatic theatre of the absurd. Just a few yards on, we move from a grotesque world into an enchanted one. The House of Bread by Swiss artist Urs Fischer—one of the Le vicende strampalate raccontate dal visionario artista tedesco John Bock nel film Meechfieber (Febbre da latte) – un pot-pourri di macchine irreali, astronavi bri-à-brac, animali travestiti e danze frenetiche – partono dalla realtà per ingigantirne e deformarne i particolari più nascosti, trasformandola in un’infinita parata di clown, pupazzi, animali da circo e acrobati. Ambientato nella fattoria di Gribbohm, dove l’artista è nato e cresciuto, questo primo film in pellicola di Bock si presenta come una stralunata enciclopedia di personaggi che mettono in scena una quotidianità allucinata e grottesca. Atmosfere silenziose e contemplative sono invece alla base di Still Life (Natura morta) e Day for Night (Effetto notte), i due film realizzati da Tacita Dean nello studio del pittore bolognese Giorgio Morandi, che svelano le mille storie rimaste celate per decenni dietro alle bottiglie e agli oggetti polverosi delle sue celebri nature morte. L’artista – vincitrice del Hugo Boss Prize nel 2006 – ricostruisce nei due film un universo fatto di pause interminabili: in Still Life filma le linee tracciate sui fogli di lavoro su cui Morandi imprimeva a matita la posizione degli oggetti che dipingeva; mentre in Day for Night guarda agli oggetti dello studio e, non potendo toccarli o muoverli, sceglie di riprenderli raccolti in gruppi casuali che contrastano con la struttura meticolosa e matematica delle composizioni morandiane. Con il suo sguardo, lentissimo e maniacale, Tacita Dean apre una finestra su un mondo scomparso e trasforma ogni oggetto in una preziosa natura morta in movimento, riscoprendo l’opera di Morandi attraverso segni marginali e dimenticati, documento straordinario della ostinata semplicità dell’arte. Un clima assurdo e surreale pervade anche il lungometraggio Parts of a Film with Rat and Bear (Frammenti di un film con un orso e un ratto), di Fischli e Weiss, artisti tra i più influenti di oggi, già vincitori del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 2003 e padri putativi di molti degli artisti più giovani presenti in mostra. Realizzato a Palazzo Litta durante la grande retrospettiva del duo svizzero organizzata dalla Fondazione Trussardi, il film è il terzo capitolo di una saga strampalata in cui i due si travestono da orso e da topo giganti per rivelare i misteriosi segreti e le ordinarie banalità della nostra vita quotidiana. Tornati cuccioli, i due personaggi vagano per le stanze decorate del palazzo, indagando le sculture bizzarre e le immagini stravaganti che le abitano. La sequenza di personaggi bizzarri prosegue con la provocatoria e dissacrante rappresentazione di George W. Bush in Static (Pink) di Paul McCarthy, scultura di grande formato in silicone rosa shocking. Il linguaggio irriverente del leggendario artista californiano – uno dei maestri indiscussi dell’arte contemporanea, che ha guadagnato un ruolo chiave nella storia dell’arte nei decenni della sua carriera – si esprime pienamente in quest’ope- 23 24 25 UrS FISChEr JOhn BOCk 26 ra, giocando con la rappresentazione del corpo umano, dei suoi desideri e dei suoi tabù e mettendo in scena una feroce parodia del mondo contemporaneo, in bilico tra una stucchevole soap opera e la tragica attualità. L’ennesimo colpo di teatro ci viene riservato dalle sculture viventi dirette da Tino Sehgal – il più giovane artista a cui il Guggenheim di New York abbia mai dedicato una mostra personale – che appaiono all’improvviso come presenze aliene, trasformando lo spazio della Stazione Leopolda nello sfondo perfetto per una nuova enigmatica messa in scena. Nello spazio di pochi metri si passa da un clima grottesco a un’atmosfera incantata. La House of Bread dello svizzero Urs Fischer – tra i più influenti giovani artisti della sua generazione – è infatti una casa di pane a grandezza naturale che sembra uscita da una fiaba dei fratelli Grimm. Come un prestigiatore Fischer addomestica i più diversi materiali d’uso comune e in questo caso trasforma filoni, panini e baguette in mattoni, tegole e travi. Ma oltre a essere un’abitazione misteriosa, la casa di pane è anche una scultura dal destino instabile e in divenire, un oggetto in continua trasformazione, preda degli effetti del tempo, in balia di un equilibrio precario sempre sul punto di infrangersi. Il lamento musicale del sassofonista Jemeel Moondoc, ritratto da Anri Sala nel film Long Sorrow (Lungo lamento), è un elogio della lentezza. Sala – il più celebre artista albanese al lavoro oggi – ci mostra il protagonista sospeso a mezz’aria all’ultimo piano di un palazzo alla periferia di Berlino, dall’architettura triste e inumana, che i cittadini della zona hanno ribattezzato “il lungo lamento”. Il musicista costruisce una cattedrale di suoni con un’improvvisazione che vive di una tensione strisciante: documentario sociale e allo stesso tempo metafora della creazione artistica, il lavoro di Sala è un intervento architettonico sulla natura dei sentimenti, che ne mette a nudo la realtà, restituendone anche le sfumature più complesse e contrastanti. Il percorso si conclude con le riflessioni di Maurizio Cattelan sulla fragilità della vita, sottolineate in questo caso con distacco, ironia e gusto per il paradosso. Cattelan – il più quotato artista italiano vivente – presenta per l’occasione in anteprima in Italia la scultura We (Noi), un doppio autoritratto che rappresenta iperrealisticamente se stesso e il suo clone. La scena è ambigua e austera nella sua essenzialità: i corpi dei due uomini, identici, sono vestiti e composti su un letto di legno come fossero due cadaveri in attesa di sepoltura, ma i loro occhi sono aperti e ci guardano. I visitatori al capezzale acquistano di colpo un ruolo attivo, diventano protagonisti di una veglia, e non possono fare a meno di interrogarsi, con un misto di familiarità, imbarazzo e paura, sul senso dell’esistenza e delle mille maschere che la vita quotidianamente ci impone. 27 most prominent figures of his generation—is a life-size dwelling that seems to have come straight out of a fairy tale by the Brothers Grimm. Like a magician, Fischer tames and transforms a wide range of everyday materials, in this case, turning loaves, rolls and baguettes into bricks, tiles and beams. But this mysterious abode is also a sculpture with an unstable destiny, an object in constant evolution, prey to the effects of time, in a precarious equilibrium that always is always teetering at the breaking point. The musical lament of saxophonist Jemeel Moondoc, portrayed by Anri Sala in the film Long Sorrow, is a celebration of slowness. Sala—the most famous Albanian artist working today—shows his protagonist hanging in mid-air outside the top-floor window of a building on the outskirts of Berlin, a depressingly inhuman piece of architecture that local residents have rebaptized “the long sorrow”. The musician builds a cathedral of sound out of an improvisation that is imbued with mounting tension: part social documentary and part metaphor for artistic creation, Sala’s film is an architectural investigation into the nature of emotions that lays bare all of reality’s most complex, contrasting nuances. The journey winds up with Maurizio Cattelan’s reflections on the fragility of life, underscored in this case with detachment, irony, and a taste for paradox. For this occasion, Cattelan—the best-known living Italian artist—presents (for the first time in Italy) the sculpture We, a hyperrealistic double self-portrait of himself and his clone. The scene is ambiguous and austere in its simplicity: the bodies of two identical men are dressed and laid out on a wooden bed like two corpses waiting for burial, but their eyes are wide open and looking at us. The scene plunges visitors into an active role, turning them into guests at a wake who cannot help but question—with a mixture of familiarity, embarrassment and fear—the meaning of existence and the thousand masks that everyday life forces us to wear. 28 29 PA U l M C C A r T h y M A U r I z I O C AT T E l A n 30 31 Darren Almond Nato a Wigan (UK) nel 1971, vive e lavora a Londra. Born in Wigan, United Kingdom in 1971, he lives and works in London. Reportage, autobiografia e paesaggi sublimi si mescolano nell’opera di Darren Almond per dar vita a una sorta di documentario sentimentale, un’esplorazione del mondo e dell’anima che getta le sue radici nella tradizione della pittura romantica inglese. Nel novembre 2003 la Fondazione Nicola Trussardi ha presentato a Milano la sua video installazione IF I HAD YOU, concepita dall’artista per gli spazi imponenti del medievale Palazzo della Ragione. Nel 2005 è stato tra i finalisti del Turner Prize della Tate Britain di Londra. Ha esposto con mostre personali alla Parasol Unit Foundation di Londra (2008), al Musée d’art contemporain di Montréal (2007), al K21 di Düsseldorf (2005), alla Tate Britain di Londra (2001), alla Kunsthalle di Zurigo (2001), al De Appel art centre di Amsterdam (2001) e alla Renaissance Society di Chicago (1999). Ha partecipato a numerose importanti mostre collettive e grandi rassegne internazionali, tra cui la Tate Triennial della Tate Britain di Londra (2009), la Biennale di Mosca (2007), la Biennale di Busan (2004), la Biennale di Venezia (2003), la Biennale di Berlino (2001) e Sensation (1997-1999). Reportage, autobiography and sublime landscapes come together in Darren Almond’s work to create a sort of emotional documentary, an exploration of the world and of the soul that is rooted in the tradition of English Romantic painting. In November 2003, the Fondazione Nicola Trussardi presented his video installation IF I HAD YOU, conceived by the artist for the vast halls of the medieval Palazzo della Ragione in Milan. In 2005, he was shortlisted for Tate Britain’s Turner Prize. He has had solo shows at Parasol unit foundation in London (2008), Musée d’art contemporain in Montreal (2007), K21 in Düsseldorf (2005), Tate Britain in London (2001), Kunsthalle Zürich (2001), de Appel arts centre in Amsterdam (2001), and The Renaissance Society in Chicago (1999). He has also taken part in many important group exhibitions and major international festivals, including the Tate Triennial at Tate Britain in London (2009), the Moscow Biennale (2007), the Busan Biennale (2004), the Venice Biennale (2003), the berlin biennale (2001) and Sensation (1997-1999). Nato a Varsavia (PL) nel 1967, vive e lavora a Varsavia. Pawel Althamer Born in Warsaw, Poland in 1967, he lives and works in Warsaw. Moderno sciamano, Pawel Althamer riflette sull’identità umana e ne scandaglia gli abissi, creando sculture e feticci che danno corpo a inquietudini collettive e desideri individuali. Nel maggio 2007 la Fondazione Nicola Trussardi ha presentato ONE OF MANY, la sua prima grande mostra personale in Italia, pensata per gli spazi della Palazzina Appiani e dell’Arena Civica di Milano, per la prima volta palcoscenico di una mostra di arte contemporanea. Nel 2010 Pawel Althamer ha ricevuto l’Aachen Art Prize e nel 2004 il Vincent Award, premio organizzato dal 2002 al 2004 dal Bonnefantenmuseum di Maastricht. Ha esposto con mostre personali al Centre Pompidou di Parigi (2006), alla Zacheta National Gallery di Varsavia (2005), alla Kunstverein di Düsseldorf (2003), al MCA di Chicago (2001) e alla Kunsthalle di Basilea (1997). Ha preso parte a numerose importanti mostre collettive e grandi rassegne internazionali, tra cui la Biennale di Gwangju (2010), la Biennale di Shanghai (2008), Skulptur Projekte Münster (2007), la Biennale di Berlino (2006), la Biennale di Istanbul (2005), la Biennale di Mosca (2005), la 54° Carnegie International di Pittsburgh (2004), la Biennale di Venezia (2003), Manifesta 3 a Ljubiana (2000) e Documenta 10 a Kassel (1997). A modern-day shaman, Pawel Althamer reflects on human identity and probes its depths, creating sculptures and idols that embody collective anxieties and personal desires. In May 2007, the Fondazione Nicola Trussardi presented ONE OF MANY, his first major solo exhibition in Italy, conceived for the spaces of Palazzina Appiani and Milan’s Arena Civica, which was housing a contemporary art exhibition for the first time. In 2010, Pawel Althamer won the Aachen Art Prize, and in 2004, the Vincent Award, organized from 2002 to 2004 by the Bonnefantenmuseum in Maastricht. He has had solo shows at Centre Pompidou in Paris (2006), the Zacheta National Gallery in Warsaw (2005), Kunstverein in Düsseldorf (2003), the MCA in Chicago (2001) and Kunsthalle Basel (1997). He has taken part in many important group exhibitions and major international festivals, including the Gwangju Biennale (2010), the Shanghai Biennale (2008), Skulptur Projekte Münster (2007), the Berlin Biennale (2006), the Istanbul Biennial (2005), the Moscow Biennale (2005), the 54th Carnegie International in Pittsburgh (2004), the Venice Biennale (2003), Manifesta 3 in Ljubljana (2000) and Documenta 10 in Kassel (1997). 32 33 If I Had You, 2003 video installazione a 4 canali / 4-channel video installation still da video / video stills commissionato e prodotto da / commissioned and produced by Fondazione Nicola Trussardi Courtesy Darren Almond; Jay Jopling/Whit Cube, London; Matthew Marks Gallery, New York; Galerie Max Hetzler, Berlin One of Many veduta della mostra / exhibition view Palazzina Appiani, Arena Civica, Milano ph: Roberto Marossi Balloon, 2007 nylon, poliestere, acrilico, corde, elio / nylon, polyester, acrylic, ropes, helium 2100x671x366 cm veduta dell’installazione / installation view Arena Civica, Milano commissionato e prodotto da / commissioned and produced by Fondazione Nicola Trussardi Courtesy Pawel Althamer; Foksal Gallery Foundation, Warsaw; neugerriemschneider, Berlin ph: Cecilia Alemani John Bock Nato a Gribbohm (D) nel 1965, vive e lavora a Berlino. Born in Gribbohm, Germany in 1965, he lives and works in Berlin. Nato a Padova nel 1969, vive e lavora a New York e Milano. Maurizio Cattelan Born in Padua, Italy in 1969, he lives and works in New York and Milan. Scienziato pazzo e novello Buster Keaton, bambino dispettoso e filosofo del caos, John Bock costruisce attraverso le sue opere un mondo surreale dove la logica sembra affetta da una strana forma di spaesamento, un micromondo in cui tutto è al contempo collegato e dissociato. Nel novembre 2009, nella cornice austera ed elegante della Sala Reale della Stazione Centrale di Milano, la Fondazione Nicola Trussardi ha realizzato la prima personale di John Bock in un’istituzione italiana. Per l’occasione ha prodotto e presentato in anteprima europea MEECHFIEBER, il primo lungometraggio dell’artista. Nel 2006 Bock è stato finalista dell’Hugo Boss Prize del Guggenheim Museum di New York. Numerose istituzioni gli hanno dedicato mostre personali tra le quali il Kunst Werke di Berlino (2009), il P.S.1 di New York (2007), la Schirn Kunsthalle di Francoforte (2007), l’ICA di Londra (2004), il MoMA di New York (2000) e la Kunsthalle di Basilea (1999). Ha partecipato con le sue performance, le sue sculture e i suoi film alle maggiori rassegne d’arte contemporanea internazionali tra le quali la Biennale di Venezia (1999 e 2005), la Biennale di Lione (2005), Manifesta 5 a San Sebastian (2004), Documenta 11 a Kassel (2002) e la Yokoama Triennale (2001). Manipolatore di immagini e maestro della provocazione, Maurizio Cattelan attinge dal repertorio della realtà più cruda per mettere in scena tensioni e isterie del mondo contemporaneo, creando continui cortocircuiti che ne espongono tutte le contraddizioni al giudizio del pubblico. Nel maggio 2004 la Fondazione Nicola Trussardi ha presentato la scultura UNTITLED: tre bambini, in dimensioni reali, scalzi e con gli occhi aperti impiccati all’antica quercia di piazza XXIV Maggio, uno dei luoghi più significativi della storia della città di Milano. Ha esposto le sue opere in mostre personali presso grandi musei quali la Menil Collection di Houston (2010), la Kunsthaus Bregenz (2008), il Museum für Moderne Kunst e Portikus a Francoforte (2007), il Musée d’Art moderne de la Ville de Paris (2004), il P.S.1 di New York (2002), il MoCA di Los Angeles (2003), il MoMA di New York (1998) e il Castello di Rivoli di Torino (1997). Ha partecipato a numerose importanti mostre collettive e grandi rassegne internazionali tra cui la Biennale di Venezia (2003, 2001, 1999, 1997 e 1993), la Whitney Biennial a New York (2004), la Biennale di Lione (2000) e Skulptur Projekte Münster (1997). Nel 2006 ha cocurato con Massimiliano Gioni e Ali Subotnick la 4° Biennale di Berlino. Half mad scientist and half Buster Keaton, a naughty child and a philosopher of chaos, John Bock’s works construct a surreal universe where logic seems strangely befuddled, a miniature world where everything is both connected and isolated. In November 2008, in the elegant, austere setting of the Sala Reale pavilion of Milan’s Stazione Centrale, the Fondazione Nicola Trussardi organized John Bock’s first solo show with an Italian institution. For the occasion, it produced and presented the European premiere of MEECHFIEBER, the artist’s first full-length film. In 2006, Bock was shortlisted for the New York Guggenheim’s Hugo Boss Prize. Many cultural institutions have organized solo exhibitions of his work, including Kunst Werke in Berlin (2009), P.S.1 in New York (2007), Schirn Kunsthalle Frankfurt (2007), the ICA in London (2004), the MoMA in New York (2000), and Kunsthalle Basel (1999). His performance pieces, sculptures, and films have been featured in major contemporary art festivals such as the Venice Biennale (1999 and 2005), the Lyon Biennale (2005), Manifesta 5 in San Sebastian (2004), Documenta 11 in Kassel (2002), and the Yokohama Triennale (2001). A manipulator of images and master of provocation, Maurizio Cattelan draws on reality at its crudest to reveal the tensions and hysteria of the contemporary world, creating a series of short-circuits that hold up all its contradictions for public judgement. In May 2004, the Fondazione Nicola Trussardi presented his sculpture UNTITLED: three lifesize children, barefoot and open-eyed, hanging from the ancient oak tree of Piazza XXIV Maggio in Milan, one of the most significant locations in the city’s history. He has had solo shows at major museums such as the Menil Collection in Houston (2010), Palazzo Reale in Milan (2010), Kunsthaus Bregenz (2008), Museum für Moderne Kunst and Portikus in Frankfurt (2007), Musée d’Art moderne de la Ville de Paris (2004), P.S.1 in New York (2002), the MoCA in Los Angeles (2003), the MoMA in New York (1998), and Castello di Rivoli in Turin (1997). He has also taken part in many major group exhibitions and large international festivals such as the Venice Biennale (2003, 2001, 1999, 1997 and 1993), the Whitney Biennial in New York (2004), the Lyon Biennale (2000), and Skulptur Projekte Münster (1997). In 2006, he co-curated the 4th Berlin Biennale with Massimiliano Gioni and Ali Subotnick. 34 35 Gast, 2004 video, 11’ 30’’ veduta dell’installazione / installation view Sala Reale, Stazione Centrale, Milano Courtesy John Bock; Klosterfelde Berlin; Anton Kern, New York ph: Marco De Scalzi Meechfieber, 2004 film 16mm trasferito su DVD / 16mm film transferred to DVD 38’ 30’’ veduta dell’installazione / installation view Sala Reale, Stazione Centrale, Milano Commissionata e prodotta da / commissioned and produced by Fondazione Nicola Trussardi, Milano; Carnegie International 2004-05, Carnegie Museum of Art, Pittsburgh Courtesy John Bock; Klosterfelde, Berlin; Anton Kern, New York ph: Marco De Scalzi Untitled, 2004 tecnica mista, 3 manichini, dimensioni reali / mixed media, 3 mannequins, life-size veduta dell’installazione / installation view Piazza XXIV Maggio, Milano Courtesy Maurizio Cattelan ph: Attilio Maranzano We, 2010 struttura in fibra di vetro, gomma uretanica, legno, abiti / fiberglass structure, polyurethane rubber, wood, clothes 148x79x68 cm Courtesy Maurizio Cattelan; The Dakis Joannou Collection, Athens ph: Zeno Zotti Martin Creed Nato a Wakefield (UK) nel 1968, vive e lavora a Londra. Born in Wakefield, United Kingdom in 1968, he lives and works in London. Nata a Canterbury (UK) nel 1965, vive e lavora a Berlino. Tacita Dean Born in Canterbury, United Kingdom in 1965, she lives and works in Berlin. Il minimalismo leggero di Martin Creed si esprime attraverso gesti semplici e radicali che nascono dalle parole, dai suoni e dagli oggetti che popolano la vita di tutti i giorni: nelle sue opere la realtà più banale si anima in un balletto di forme di estrema semplicità, governato da ritmi ossessivi. Nel maggio 2006 la Fondazione Nicola Trussardi ha presentato la mostra I LIKE THINGS, un excursus tra le opere più significative di Creed esposte accanto a lavori appositamente concepiti per gli spazi del Palazzo dell’Arengario di Milano, in quell’occasione visitabile per l’ultima volta prima del rinnovamento architettonico che lo ha trasformato nella sede del Museo del Novecento. Nel 2001 Martin Creed ha vinto il prestigioso Turner Prize della Tate Britain di Londra. I maggiori musei internazionali gli hanno dedicato mostre personali: il Centre Pompidou di Metz (2009), la Ikon Gallery di Birmingham (2008), la Tate Britain di Londra (2008 e 2000), il Boston Center for the Arts di Boston (2007), la Tate Modern di Londra (2006), il Van Abbemusuem di Eindhoven (2005) e la Kunsthalle di Berna (2003). Ha partecipato a importanti rassegne internazionali come la Biennale di Berlino (2006), la Biennale di Lione (2005) e la Biennale di Sydney (1998). I film di Tacita Dean sono un elogio della lentezza e della memoria: girati e riprodotti rigorosamente in pellicola, aprono una finestra su un mondo scomparso, trasformando ogni paesaggio, oggetto o personaggio in un’allegoria del tempo che passa. Nel maggio 2009 la Fondazione Nicola Trussardi ha presentato a Milano la mostra STILL LIFE: quattordici film, tra cui due nuove produzioni, proiettati nelle sale del piano nobile di Palazzo Dugnani, recuperato dopo anni di abbandono e aperto per la prima volta al pubblico, che ha potuto così ammirare anche i magnifici affreschi di Giambattista Tiepolo. Candidata al Turner Prize nel 1998, nel 2006 Tacita Dean ha ricevuto l’Hugo Boss Prize del Guggenheim Museum di New York e nel 2009 il Kurt Schwitters-Preis. I suoi film sono stati esposti in mostre personali nelle principali istituzioni internazionali, tra cui l’Australian Centre for Contemporary Art di Melbourne (2009), il Guggenheim Museum di New York (2007), lo Schaulager di Basilea (2006), il Musée d’Art moderne de la Ville de Paris (2003), la Tate Britain di Londra (2001), il MACBA di Barcellona (2001) e il Witte de With di Rotterdam (1997). Ha preso parte a prestigiose rassegne d’arte contemporanea come Performa a New York (2009), la Biennale di Berlino (2006), la Biennale di San Paolo (2006), la Biennale di Sydney (2006), la Yokohama Triennale (2001) e due edizioni della Biennale di Venezia (2005 e 2003). Martin Creed’s delicate minimalism is expressed through simple, radical gestures based on the words, sounds, and objects of everyday life: in his works, the most mundane elements of reality are brought to life in a dance of extremely simple forms, governed by maniacal rhythms. In May 2006, the Fondazione Nicola Trussardi presented the exhibition I LIKE THINGS, a journey through Creed’s most significant works, alongside pieces especially conceived for the spaces of Milan’s Palazzo dell’Arengario, which opened its doors for the last time before the architectural renovation that would convert it into the home of the Museo del Novecento. In 2001, Martin Creed won Tate Britain’s prestigious Turner Prize. Leading international museums have organized solo exhibitions of his work: Centre Pompidou in Metz (2009), Ikon Gallery in Birmingham (2008), Tate Britain in London (2008 and 2000), the Boston Center for the Arts (2007), Tate Modern in London (2006), Van Abbemuseum in Eindhoven (2005), and Kunsthalle Bern (2003). He has taken part in important international festivals such as the Berlin Biennale (2006), the Lyon Biennale (2005), and the Biennale of Sydney (1998). Tacita Dean’s films are a celebration of slowness and memory: shot and reproduced only on film, they open a window onto a vanished world, transforming every landscape, object, or character into an allegory of passing time. In May 2009, the Fondazione Nicola Trussardi presented her show STILL LIFE in Milan: fourteen films, including two new ones, projected in the halls of the piano nobile of Palazzo Dugnani, restored after years of neglect and opened for the first time to the public, who thus also got the chance to admire its magnificent frescoes by Giambattista Tiepolo. Shortlisted for the Turner Prize in 1998, in 2006 Turner Dean received the New York Guggenheim’s Hugo Boss Prize, and in 2009, the Kurt Schwitters-Preis. Her films have been shown in solo exhibitions at major international institutions, including the Australian Centre for Contemporary Art in Melbourne (2009), the Guggenheim Museum in New York (2007), Schaulager in Basel (2006), Musée d’Art moderne de la Ville de Paris (2003), Tate Britain in London (2001), MACBA in Barcelona (2001), and Witte de With in Rotterdam (1997). She has taken part in prestigious contemporary art festivals such as Performa in New York (2009), the Berlin Biennale (2006), the São Paulo Biennale (2006), the Biennale of Sydney (2006), the Yokohama Triennale (2001), and twice at the Venice Biennale (2005 and 2003). 36 37 Everything Is Going to Be Alright (Work #560), 2006 neon bianco / white neon; 50x1453 cm veduta dell’installazione / installation view Palazzo dell’Arengario, Piazza del Duomo, Milano commissionato e prodotto da / commissioned and produced by Fondazione Nicola Trussardi Courtesy Martin Creed; Hauser & Wirth ph: Marco De Scalzi I Like Things veduta generale della mostra / exhibition view Palazzo dell’Arengario, Piazza Del Duomo, Milano ph: Marco De Scalzi Still Life, 2009 film 16mm; 5’30’’ still da film / film still commissionato e prodotto da / commissioned and produced by Fondazione Nicola Trussardi Courtesy Tacita Dean; Marian Goodman Gallery, Paris/New York; Frith Street Gallery, London Prisoner Pair, 2008 film 16mm; 11’ still da film / film still Courtesy Tacita Dean; Marian Goodman Gallery, New York; Frith Street Gallery, London Michael Elmgreen & Ingar Dragset Elmgreen è nato a Copenaghen (DK) nel 1961; Dragset è nato a Trondheim (N) nel 1969. Vivono e lavorano a Berlino e collaborano dal 1995. Elmgreen was born in Copenhagen, Denmark in 1961; Dragset was born in Trondheim, Norway in 1969. They work in Berlin and have collaborated since 1995. Nato a Zurigo (CH) nel 1973, vive e lavora a New York. Urs Fischer Born in Zurich, Switzerland in 1973, he lives and works in New York. Gli interventi temporanei di Michael Elmgreen & Ingar Dragset sono esercizi di illusionismo che trasformano lo spazio urbano in una struttura elastica e flessibile, in continua evoluzione; sono incursioni nella vita quotidiana che si confrontano con gli stereotipi, giocando con la loro messa in scena e costringendo a nuove e inaspettate interpretazioni. Nel maggio 2003 la Fondazione Nicola Trussardi ha inaugurato le sue incursioni nel tessuto urbano milanese con l’installazione di Elmgreen & Dragset intitolata SHORT CUT, collocata nel cuore ideale di Milano, l’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele, tradizionalmente considerato il “salotto buono della città”. Nel 2009 Elmgreen & Dragset hanno rappresentato la Danimarca e i Paesi Nordici alla Biennale di Venezia, dove hanno ricevuto una menzione speciale. Hanno esposto nei più importanti musei del mondo, tra cui il MCA di Chicago (2007 e 2005), la Serpentine di Londra (2004), il Museum für Moderne Kunst di Francoforte (2003), il Palais de Tokyo di Parigi (2002 e 2001) e il Musée d’Art moderne de la Ville de Paris (1998). Selezionati nel 2000 per l’Hugo Boss Prize del Guggenheim di New York, hanno partecipato alla Biennale di San Paolo (2002) e alla Biennale di Istanbul (2001). Come un prestigiatore Urs Fischer addomestica i più diversi materiali d’uso comune – legno, metallo, cera, polistirolo, colla e plastica, ma anche sedie, tavoli, frutta, verdura e pane – e li trasforma in sculture, dando vita a un universo da fiaba che è il riflesso distorto del nostro mondo, fatto di immagini precarie ed equilibri tremuli, di oggetti fragili in continua metamorfosi. Nel maggio 2005 la Fondazione Nicola Trussardi ha presentato JET SET LADY, la sua prima mostra personale in Italia, concepita per gli spazi dell’ottocentesco Istituto dei Ciechi di Milano, per la prima volta utlizzato come scenografia per una mostra d’arte contemporanea. Sue mostre personali sono state organizzate da prestigiose istituzioni internazionali, tra cui il New Museum di New York (2009), il Museum Boijmans van Beuningen di Rotterdam (2006), l’Hamburger Banhof di Berlino (2005), il Centre Pompidou di Parigi (2004), la Kunsthaus di Zurigo (2004) e l’ICA di Londra (2000). Ha preso parte a numerose importanti mostre collettive e grandi rassegne internazionali, tra cui la Whitney Biennial di New York (2006), la Biennale di Venezia (2003), Manifesta 3 a Lubiana (2000). Michael Elmgreen & Ingar Dragset’s temporary installations are exercises in sleight-of-hand that transform urban space into an elastic, flexible structure in constant evolution; they are incursions into daily life that tackle stereotypes, playing with their mise-en-scène and imposing new, unexpected interpretations. In May 2003, the Fondazione Nicola Trussardi inaugurated its series of forays into Milan’s urban fabric with Elmgreen & Dragset’s installation SHORT CUT, placed in the city’s symbolic heart, the Octagon in Galleria Vittorio Emanuele, traditionally considered “the city’s parlour”. In 2009, Elmgreen & Dragset represented Denmark and the Nordic countries at the Venice Biennale, where they received a special mention. They have exhibited their work in the world’s leading museums, including the MCA in Chicago (2007 and 2005), the Serpentine in London (2004), Museum für Moderne Kunst in Frankfurt (2003), Palais de Tokyo in Paris (2002 and 2001), and Musée d’Art moderne de la Ville de Paris (1998). Nominated in 2000 for the New York Guggenheim’s Hugo Boss Prize, they have also taken part in the São Paulo Biennale (2002) and the Istanbul Biennial (2001). Like a magician, Urs Fischer tames a wide range of everyday materials—wood, metal, wax, styrofoam, glue, and plastic; or even chairs, tables, fruit, vegetables and bread—and transforms them into sculptures, creating a fairy-tale universe that is a distorted reflection of our world, made up of precarious images and teetering equilibriums, of fragile objects in constant metamorphosis. In May 2005, the Fondazione Nicola Trussardi presented JET SET LADY, the artist’s first solo show in Italy, conceived for the spaces of the nineteenth-century Istituto dei Ciechi in Milan, which was housing a contemporary art exhibition for the first time. Solo shows of his work have been organized by prestigious international institutions such as the New Museum in New York (2009), Museum Boijmans van Beuningen in Rotterdam (2006), Hamburger Banhof in Berlin (2005), Centre Pompidou in Paris (2004), Kunsthaus Zürich (2004), and the ICA di London (2000). He has taken part in many important group shows and major international festivals, including the Whitney Biennial in New York (2006), the Venice Biennale (2003), and Manifesta 3 in Ljubljana (2000). 38 39 Short Cut, 2003 tecnica mista, Fiat Uno, roulotte / mixed media, Fiat Uno, camper trailer 250x850x300cm commissionato e prodotto da / commissioned and produced by Fondazione Nicola Trussardi collezione / collection Museum of Contemporary Art, Chicago Courtesy Michael Elmgreen & Ingar Dragset; Galleria Massimo De Carlo, Milano ph: Jens Ziehe / ph: Ian Cumming Untitled, 2000 mela, pera, viti, nylon, dimensioni variabili / apple, pear, screws, nylon, varying dimensions veduta dell’installazione / installation view Istituto dei Ciechi, Milano Courtesy Urs Fischer; Galerie Eva Presenhuber, Zurich ph: Marco De Scalzi House of Bread, 2004 pane, legno, polistirolo, lampade / bread, wood, polyurethane foam, lights 533x427x366 cm veduta dell’installazione / installation view Istituto dei Ciechi, Milano Courtesy Urs Fischer; Il Giardino dei Lauri, Città della Pieve, Perugia ph: Marco De Scalzi Peter Fischli e David Weiss Fischli è nato a Zurigo (CH) nel 1952; Weiss è nato a Zurigo (CH) nel 1946. Vivono e lavorano a Zurigo e collaborano dal 1979. Fischli was born in Zurich, Switzerland in 1952; Weiss was born in Zurich, Switzerland in 1946. They live and work in Zurich and have collaborated since 1979. Nato a Salt Lake City (USA) nel 1945, vive e lavora a Los Angeles. Paul McCarthy Born in Salt Lake City, USA in 1945, he lives and works in Los Angeles. Nelle opere di Peter Fischli e David Weiss la materia viene sempre trasformata in qualcosa di magico: la realtà diventa un laboratorio nel quale sgretolare ogni certezza e sottoporla alla critica più spietata, mescolando rigore e fantasia, leggerezza e tragedia. Nel gennaio 2008 la Fondazione Nicola Trussardi ha presentato a Milano, nel piano nobile di Palazzo Litta, ALTRI FIORI E ALTRE DOMANDE, una mostra co-prodotta con la Tate Modern di Londra e la Kunstahus di Zurigo. Per l’occasione gli spazi del Palazzo sono stati restaurati dalla Fondazione e aperti per la prima volta al pubblico con una mostra d’arte contemporanea installata tra gli arredi originali. Nel 2003 Fischli e Weiss sono stati premiati con il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia. Hanno esposto con mostre personali in musei e istituzioni di tutto il mondo, tra cui il Museo Reina Sofia di Madrid (2009), la Kunsthaus di Zurigo (2007), il Musée d’Art moderne de la Ville de Paris (2007), la Tate Modern di Londra (2006), il Museum Ludwig di Colonia (2002), il MACBA di Barcellona (2000) e la Serpentine di Londra (1996). I due artisti svizzeri hanno preso parte alle più importanti kermesse per l’arte contemporanea come la 55° Carnegie International di Pittsburgh (2008-2009), la Biennale di Sydney (1998), Documenta a Kassel (1997 e 1987) e Skulptur Projekte Münster (1997 e 1987). Il linguaggio di Paul McCarthy mescola la leggerezza della pop art con le fiabe popolari, gli incubi della cronaca con il palinsesto più abietto del gossip internazionale, trasportando il visitatore in un universo che combina il glamour di Hollywood con il lato oscuro del sogno americano. Nel maggio 2010 la Fondazione Nicola Trussardi ha presentato PIG ISLAND, la prima personale di Paul McCarthy in un’istituzione italiana, in occasione della quale la Fondazione ha restaurato e riaperto dopo trent’anni gli spazi maestosi di Palazzo Citterio nel cuore di Milano. Decine di migliaia di visitatori hanno potuto ammirare questa meraviglia architettonica che mescola brutalismo e non-finito, i cui spazi sono stati invasi dalle potenti installazioni di McCarthy e dalla sua Pig Island, il progetto presentato in anteprima mondiale dalla Fondazione Nicola Trussardi. Nella sua carriera McCarthy ha esposto nei maggiori musei d’arte contemporanea del mondo, tra cui il Whitney Museum of American Art (2008), il Moderna Museet di Stoccolma (2006), la Tate Modern di Londra (2003), il New Museum di New York (2001) e il MOCA di Los Angeles (2000). Ha inoltre partecipato alle più importanti kermesse internazionali, come la Biennale di Gwangju (2010), la Biennale di Berlino (2006), la Whitney Biennial di New York (2004, 1997 e 1995), la Biennale di Lione (2003 e 1997) e la Biennale di Venezia (2001, 1999, 1995 e 1993). In the works of Peter Fischli and David Weiss the material is always turned into something magical: reality becomes a workshop in which to undermine all convictions and hold them up to merciless criticism, through a blend of discipline and fantasy, whimsy and tragedy. In January 2008, on the piano nobile of Palazzo Litta in Milan, the Fondazione Nicola Trussardi presented ALTRI FIORI E ALTRE DOMANDE, an exhibition co-produced with Tate Modern in London and Kunsthaus Zürich. For the occasion, the spaces of this Baroque palazzo were restored by the Foundation and opened for the first time to the public, with a contemporary art exhibition installed among its original furnishings. In 2003, Fischli and Weiss were awarded a Golden Lion at the Venice Biennale. They have had solo shows in major museums and institutions around the world, including Museo Reina Sofia in Madrid (2009), Kunsthaus Zürich (2007), Musée d’Art moderne de la Ville de Paris (2007), Tate Modern in London (2006), Museum Ludwig in Cologne (2002), MACBA in Barcelona (2000), and the Serpentine in London (1996). The two Swiss artists have taken part in leading contemporary art festivals such as the 55th Carnegie International in Pittsburgh (2008-2009), the Biennale of Sydney (1998), Documenta in Kassel (1997 and 1987), and Skulptur Projekte Münster (1997 and 1987). Paul McCarthy’s language blends pop-art whimsy with folktales, the nightmares of the daily news with the world’s most lurid gossip programs, transporting visitors into a universe that combines Hollywood glamour with the dark side of the American Dream. In May 2010, the Fondazione Nicola Trussardi presented PIG ISLAND, Paul McCarthy’s first solo show with an Italian institution, for which the foundation renovated the majestic spaces of Palazzo Citterio in the heart of Milan, reopened for the first time in thirty years. Tens of thousands of visitors got the chance to admire this architectural gem, with its unfinished spaces in Brutalist style, invaded by McCarthy’s powerful installations and his Pig Island, a project presented for the first time in the world by the Fondazione Nicola Trussardi. In his career, McCarthy has had exhibitions at the world’s leading contemporary art museums, including the Whitney Museum of American Art (2008), Moderna Museet in Stockholm (2006), Tate Modern in London (2003), the New Museum in New York (2001), and the MOCA in Los Angeles (2000). He has also taken part in the most important international festivals, such as the Gwangju Biennale (2010), the Berlin Biennale (2006), the Whitney Biennial in New York (2004, 1997 and 1995), the Lyon Biennale (2003 and 1997), and the Venice Biennale (2001, 1999, 1995 and 1993). 40 41 Objects From The Raft, 1982 oggetti in poliuretano intagliato e dipinto, dimensioni variabili / carved and painted polyuretane objects, varying dimensions veduta dell’installazione / installation view Palazzo Litta, Milano © Peter Fischli e David Weiss Hessisches Landesmuseum Darmstadt, Sammlung Tiefe Blicke ph: Roberto Marossi Altri fiori e altre domande veduta della mostra / exhibition view Palazzo Litta, Milano © Peter Fischli e David Weiss ph: Roberto Marossi Pig Island, 2003-2010 tecnica mista / mixed media; 11x10x6 m particolare dell’installazione / installation detail Palazzo Citterio, Milano Courtesy Paul McCarthy; Hauser & Wirth ph: Roberto Marossi Daddies Tomato Ketchup Inflatable, 2001 tecnica mista / mixed media; 15x4x4 m veduta dell’installazione / installation view Palazzo Citterio, Milano Courtesy Paul McCarthy; Hauser & Wirth ph: Roberto Marossi Paola Pivi Nata a Milano nel 1971, vive e lavora a Anchorage in Alaska. Born in Milan, Italy in 1971, she lives and works in Anchorage, Alaska. Con le sue sculture e performance Paola Pivi costruisce un mondo contro natura, un universo personale governato dalle leggi dell’assurdo: con ironia e leggerezza trasforma imprese ciclopiche e operazioni impossibili in gesti dalla semplicità spiazzante. Nel novembre 2006, negli spazi austeri dei Vecchi Magazzini della Stazione di Porta Genova, la Fondazione Nicola Trussardi ha presentato la mostra MY RELIGION IS KINDNESS. THANK YOU, SEE YOU IN THE FUTURE, in cui si aggiravano quaranta animali vivi, tutti rigorosamente bianchi. Nel 1999, insieme a Monica Bonvicini, Bruna Esposito, Luisa Lambri e Grazia Toderi, ha rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia, vincendo il Leone d’Oro per la miglior partecipazione nazionale. Ha esposto con mostre personali in diversi musei internazionali, tra cui Portikus a Francoforte (2008), la Kunsthalle di Basilea (2007), il MACRO di Roma (2003) e il Castello di Rivoli a Torino (2000). Ha preso parte alle più prestigiose manifestazioni internazionali, come la Biennale di Berlino (2008), Manifesta 5 a San Sebastian (2004), la Biennale di Venezia (2003 e 1999) e Sonsbeek 9 ad Arnhem (2001). With her sculptures and performance pieces, Paola Pivi builds an upside-down world, a personal universe ruled by the laws of absurdity: using light-handed irony, she turns colossal undertakings and impossible feats into disarmingly simple gestures. In November 2006, in the austere spaces of the Vecchi Magazzini, the former warehouse at Stazione di Porta Genova, the Fondazione Nicola Trussardi presented the exhibition MY RELIGION IS KINDNESS. THANK YOU, SEE YOU IN THE FUTURE, inhabited by forty roaming live animals, all white. In 1999, along with Monica Bonvicini, Bruna Esposito, Luisa Lambri and Grazia Toderi, she represented Italy at the Venice Biennale, winning a Golden Lion for the best national pavilion. She has had solo shows in many international museums, including Portikus in Frankfurt (2008), Kunsthalle Basel (2007), MACRO in Rome (2003), and Castello di Rivoli in Turin (2000). She has also taken part in prestigious international events such as the berlin biennale (2008), Manifesta 5 in San Sebastian (2004), the Venice Biennale (2003 and 1999), and Sonsbeek 9 in Arnhem (2001). Nato a Tirana (AL) nel 1974, vive e lavora a Berlino. Anri Sala Born in Tirana, Albania in 1974, he lives and works in Berlin. In bilico tra racconti personali e ricerche sociali, i film, le fotografie e le video installazioni di Anri Sala esplorano i confini della storia e della geografia osservati dal punto di vista di personaggi marginali, protagonisti involontari di drammi collettivi. Nel novembre 2005 la Fondazione Nicola Trussardi ha prodotto e presentato il film LONG SORROW, opera al centro dell’omonima prima personale in un’istituzione italiana, allestita all’interno dei saloni liberty del Circolo Filologico Milanese. Candidato al Preis der Nationalgalerie für Junge Kunst di Berlino nel 2005 e nel 2002 al Hugo Boss Prize del Guggenheim Museum di New York, nel 2001 ha vinto il Leone d’Oro come miglior giovane artista alla Biennale di Venezia. Anri Sala ha esposto con mostre personali in istituzioni internazionali quali il CAC di Cincinnati (2009), il MOCA North Miami in Florida (2008), il Musée d’Art moderne de la Ville de Paris (2004), l’Art Institute di Chicago (2004), e la Kunsthalle di Vienna (2003). Ha preso parte alle più importanti kermesse internazionali, tra cui la Biennale di Venezia (2003, 2001 e 1999), la Biennale di Mosca (2007), la Biennale di Sydney (2006), la Biennale di Berlino (2006 e 2001), la Biennale di Istanbul (2003), la Biennale di Tirana (2003 e 2001), la Yokohama Triennale (2001), Manifesta 4 a Francoforte (2002) e Manifesta 3 a Lubiana (2000). Mingling personal stories with studies of society, Anri Sala’s films, photographs and video installations explore the boundaries of history and geography, seen through the eyes of marginal characters who become accidental actors in collective dramas. In November 2005, the Fondazione Nicola Trussardi produced and presented the film LONG SORROW as the central work in the solo show by the same name, mounted in the Art Nouveau halls of the Circolo Filologico Milanese. Shortlisted for the Preis der Nationalgalerie für Junge Kunst award in Berlin in 2005 and the New York Guggenheim’s Hugo Boss Prize in 2002, he won the Young Artist Prize at the Venice Biennale in 2001. Anri Sala has had solo shows at international institutions such as CAC in Cincinnati (2009), the MOCA North Miami (2008), Musée d’Art moderne de la Ville de Paris (2004), the Art Institute of Chicago (2004), and Kunsthalle Wein in Vienna (2003). He has also taken part in major international festivals such as the Venice Biennale (2003, 2001 and 1999), the Moscow Biennale (2007), the Biennale of Sydney (2006), the Berlin Biennale (2006 and 2001), the Istanbul Biennial (2003), the Tirana Biennale (2003 and 2001), the Yokohama Triennale (2001), Manifesta 4 in Frankfurt (2002), and Manifesta 3 in Ljubljana (2000). 42 43 Interesting, 2006 animali bianchi / white animals veduta dell’installazione / installation view Vecchi Magazzini della Stazione di Porta Genova, Milano un ringraziamento speciale a / special thanks to Galerie Emmanuel Perrotin, Paris ph: Marco De Scalzi 100 Cinesi, 1998 stampa fotografica su forex / photographic print on forex; 340x480 cm Courtesy Paola Pivi; Galleria Massimo De Carlo, Milano ph: Attilio Maranzano Long Sorrow, 2005 film super 16mm; 12’57’’ still da video / video stills commissionato e prodotto da / commissioned and produced by Fondazione Nicola Trussardi Courtesy Anri Sala; Galerie Johnen + Schottle, Berlin/Cologne/Munich; Marian Goodman Gallery, New York; Hauser & Wirth; Galerie Chantal Crousel, Paris Tino Sehgal Nato a Londra (UK) nel 1976, vive e lavora a Berlino. Born in London, United Kingdom in 1976, he lives and works in Berlin. Influenzato dagli studi in economia e danza contemporanea, Tino Sehgal non produce oggetti ma mette il pubblico di fronte a situazioni insolite e surreali, interpretate da ballerini e da guardie dei musei trasformate in sculture viventi. Nel novembre 2008 la Fondazione Nicola Trussardi ha presentato nelle sale neoclassiche della Villa Reale di Milano – sede della Galleria d’Arte Moderna – la rassegna più completa sull’opera di Tino Sehgal. Nel 2005 Sehgal ha rappresentato la Germania alla Biennale di Venezia e nel 2010 è stato l’artista più giovane al quale il Guggenheim di New York abbia dedicato una mostra personale. Le sue opere sono state esposte in mostre personali all’interno di importanti musei, tra cui il Guggenheim di New York (2010), il CCA di San Francisco (2009), la Kunsthaus di Zurigo (2009), Magasin 3 di Stoccolma (2008), l’ICA di Londra (2007, 2006 e 2005), il Museum für Moderne Kunst di Francoforte (2007), il Walker Art Center di Minneapolis (2007), lo Stedelijk Museum di Amsterdam (2006), la Kunsthaus di Bregenz (2006), la Kunsthalle di Ambrugo (2005) e il Van Abbemuseum di Eindhoven (2004). Ha inoltre preso parte a prestigiose rassegne internazionali, quali la Yokohama Triennale (2008 e 2005), la Biennale di Lione (2007), la Biennale di Berlino (2006), la Tate Triennial della Tate Britain di Londra (2006), la Biennale di Mosca (2005), la Biennale di Venezia (2003) e Manifesta 4 a Francoforte (2002). Influenced by his background in economics and contemporary dance, Tino Sehgal does not produce objects, but rather confronts viewers with peculiar, surreal situations, staged by dancers and museum guards who are turned into living statues. In November 2008, in the Neoclassical halls of Villa Reale in Milan—home to the Galleria d’Arte Moderna—the Fondazione Nicola Trussardi presented the most comprehensive exhibition of Tino Sehgal’s work to date. In 2005, Sehgal represented Germany at the Venice Biennale, and in 2010, became the youngest artist ever to have a solo exhibition at the New York Guggenheim. His work has been exhibited in solo shows at important museums such as the Guggenheim in New York (2010), the CCA in San Francisco (2009), Kunsthaus Zürich (2009), Magasin 3 in Stockholm (2008), the ICA in London (2007, 2006 and 2005), Museum für Moderne Kunst in Frankfurt (2007), the Walker Art Center in Minneapolis (2007), the Stedelijk Museum in Amsterdam (2006), Kunsthaus Bregenz (2006), Hamburger Kunsthalle (2005), and Van Abbemuseum in Eindhoven (2004). He has also taken part in prestigious international festivals such as the Yokohama Triennale (2008 and 2005), the Lyon Biennale (2007), the Berlin Biennale (2006), the Tate Triennial at Tate Britain in London (2006), the Moscow Biennale (2005), the Venice Biennale (2003), and Manifesta 4 in Frankfurt (2002). 44 La Fondazione Nicola Trussardi è un’istituzione non profit per la diffusione della cultura contemporanea che nasce a Milano nel 1996. Beatrice Trussardi è Presidente della Fondazione dal 1999 e nel 2002 ne ha nominato Direttore Artistico Massimiliano Gioni. Dal 2002 la Fondazione Nicola Trussardi è stata una delle istituzioni culturali più attive del panorama nazionale e internazionale. Grazie alle mostre della Fondazione Nicola Trussardi gli abitanti e i visitatori di Milano hanno potuto riscoprire gioielli nascosti dell’architettura antica riaperti grazie alle energie e alle visioni dell’arte contemporanea. Con la sua programmazione la Fondazione ha riaperto, restaurato e rimesso al centro dell’attenzione, e dell’immaginario collettivo, palazzi storici milanesi come Palazzo Litta, Palazzo Dugnani e Palazzo Citterio invitando artisti internazionali a realizzare opere nuove e ambiziose concepite ad hoc. La Fondazione Nicola Trussardi è un meccanismo di trasmissione e diffusione della cultura: grazie a una programmazione flessibile, rapida e innovativa, la Fondazione ha saputo coinvolgere il grande pubblico nel linguaggio dell’arte di oggi. Le mostre della Fondazione sono infatti sempre gratuite e aperte con orari molto ampi così da consentire a tutti di confrontarsi con le opere degli artisti del nostro tempo. Negli ultimi anni la Fondazione Nicola Trussardi ha attivato collaborazioni con altre istituzioni prestigiose del tessuto internazionale dei musei e delle biennali come la Tate Modern di Londra, la Kunsthaus di Zurigo, la Biennale di Venezia e con le istituzioni pubbliche cittadine e nazionali. Fondazione nicola Trussardi The Fondazione Nicola Trussardi is a non-profit institution for the promotion of contemporary culture, founded in Milan in 1996. Beatrice Trussardi has chaired the Foundation since 1999, and in 2002 appointed Massimiliano Gioni to the post of Artistic Director. Since reorganizing in 2003, the Foundation has been one of the most active cultural institutions on the national and international scene. The Foundation’s exhibitions provide the Milanese and their guests with the chance to rediscover hidden jewels of historical architecture, which are reopened thanks to the energy and vision of contemporary art. The Foundation has restored, reopened and re-established within our collective imagination historical Milanese buildings such as Palazzo Litta, Palazzo Dugnani, and Palazzo Citterio, where international artists have been invited to create new and ambitious works specially for the occasions. The Fondazione Nicola Trussardi is a mechanism for the transmission and dissemination of culture: thanks to its rapid, flexible and innovative planning methodology, the Foundation has succeeded in engaging the broad public in the language of today’s art. The Foundation’s exhibitions are always free of charge and open with generous hours to allow everyone to get a taste of what is going on in today’s art. In recent years, the Fondazione Nicola Trussardi has initiated collaborative arrangements with other prestigious international institutions, museums and exhibitions, such as the Tate Modern in London, the Kunsthaus in Zurich, the Venice Biennale, cities, and national public institutions. 45 8½: thirteen artists celebrating the 100th anniversary of Trussardi A selection of works from the exhibitions organized by the Fondazione Nicola Trussardi Darren Almond Pawel Althamer John Bock Maurizio Cattelan Martin Creed Tacita Dean Michael Elmgreen & Ingar Dragset Urs Fischer Peter Fischli and David Weiss Paul McCarthy Paola Pivi Anri Sala Tino Sehgal Stazione leopolda Viale Fratelli rosselli 5 Florence thanks to all the artists, gallerists, collectors, and lenders who have made this exhibition possible very special thanks to Vanina Viani, Pitti Immagine, Florence for any further info Fondazione Nicola Trussardi Piazza della Scala, 5 20121 Milan T. +39 02 8068821 [email protected] www.fondazionenicolatrussardi.com in collaboration with Stazione leopolda viale Fratelli rosselli, 5 Firenze graphic design Andrea Lancellotti si ringraziano tutti gli artisti, collezionisti, galleristi, prestatori e le persone che hanno collaborato alla realizzazione della mostra un ringraziamento speciale a Vanina Viani, Pitti Immagine, Firenze grafica Andrea Lancellotti per informazioni Fondazione Nicola Trussardi Piazza della Scala, 5 20121 Milano T. +39 02 8068821 [email protected] www.fondazionenicolatrussardi.com in collaborazione con dal 13 gennaio al 6 febbraio 2011 open daily 10am – 8pm free admission 46 Un’antologia di opere dalle mostre della Fondazione Nicola Trussardi Darren Almond Pawel Althamer John Bock Maurizio Cattelan Martin Creed Tacita Dean Michael Elmgreen & Ingar Dragset Urs Fischer Peter Fischli e David Weiss Paul McCarthy Paola Pivi Anri Sala Tino Sehgal January 13–February 6, 2011 curated by Massimiliano Gioni 8½: tredici artisti per celebrare cento anni di Trussardi Fondazione Nicola Trussardi President Beatrice Trussardi tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:00 ingresso libero a cura di Massimiliano Gioni Fondazione Nicola Trussardi Presidente Beatrice Trussardi Artistic Director Massimiliano Gioni Direttore Artistico Massimiliano Gioni Production Barbara Roncari Produzione Barbara Roncari Special Projects Roberta Tenconi Progetti speciali Roberta Tenconi Communication Flavio Del Monte Comunicazione Flavio Del Monte Press Office Lara Facco Ufficio stampa Lara Facco Assistant Alessio Sorrisi Assistente Alessio Sorrisi 47
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