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NOI DEL MAJORANA Pubblicazione periodica degli studenti dell’I.S.I.S.S. “E.Majorana” di S.Maria a Vico www.isissmajorana.it “NOI DEL MAJORANA” ANNO XII - N.2 [email protected] DICEMBRE 2012 - GENNAIO FEBBRAIO 2013 Esperienza indimenticabile, grazie Raccontare i nostri giorni in Inghil- stato quasi un trauma! Il giorno in cui siamo tunati per aver avuto la possibilità di parteciterra non è semplice. Ci sono tanti partiti, per tornare a casa, abbiamo versato parvi. aggettivi, tante parole che vorrem- fiumi di lacrime, mentre salutavamo i ragazzi GRAZIE! Scarano P. e Bove M.G. VA chim., mo usare, ma sembra quasi che che abbiamo conosciuto al college, i nostri Pannella V. VB term., Mazzuoccolo P. VA mecc. nessuna di esse possa spiegare "Teachers", i ragazzi dello staff, con cui ci la nostra esperienza, esperienza siamo divertiti tantissimo. Venti giorni possoche, noi tutti, porteremo nel cuore. no sembrare pochi, ma per noi che questa Sommario: Abbiamo visitato luoghi da favola, esperienza l'abbiamo vissuta davvero, sem- Invito alla lettura del libro ci siamo confrontati con persone, brava esser lì da sempre. Ci siamo subito "DIARIO DI SCUOLA" di D. Pennac con abitudini e lingua diversa dal- adattati a quello stile di vita... In realtà la cosa la nostra, ci siamo impegnati nello alla quale, alcuni di noi, hanno fatto più fatica Lettera al Ministro Profumo Pag. 2 Pag. 3 studio per l'esame che abbiamo, ad abituarsi era il cibo, ma avevamo trovato Antonio Gagliardi alunno dell’ISISS “E.Majorana” dal vivaio della Maddaavventura, l'avventura di 32 ra- di noi si era trasformata in un vero e proprio lonese calcio alla S.S.C. Napoli gazzi che, dopo pochi giorni pas- minimarket, anzi nell'Altobelli's Market, all'inpoi, sostenuto. E' stata la nostra un rimedio anche a quello. La stanza di uno Pag. 4 sati insieme sembravano cono- terno del quale si poteva trovare veramente L’adolescenza: età critica per scersi da sempre. Ci eravamo di tutto! Per le emozioni provate e le cose ogni individuo Pag. 5 talmente abituati a vivere lì, tutti imparate, riteniamo quest'esperienza vera- Pag. 6 insieme, che tornare in Italia è mente formativa e, pertanto, ci sentiamo for- L’Amore ..e...prima Ricordando un Film … La fiaba del soldato Pagina 2 “ N O I D E L M A J O R A N A ” A N N O X I I - N . 2 D I C EM B R E 2 0 1 2 - G E N N A IO F E B B R A I O 2 0 13 Invito alla lettura del libro "DIARIO DI SCUOLA" di Daniel Pennac ed. Feltrinelli PREMESSA Questo libro affronta il grande tema della scuola dal punto di vista degli alunni, anzi dal punto di vista dei "somari". Daniel Pennac, ex somaro, ricorda la sua vita scolastica, il "mal di scuola" che lo ha accompagnato nell'infanzia, attraverso episodi buffi e toccanti. Ma "Diario di scuola" è anche un libro che racconta l'esperienza di D. Pennac come insegnante, come dire dal banco alla cattedra e ritorno. Egli stesso è stato "salvato" grazie alla fiducia e all'affetto di alcuni maestri al punto da decidere di scegliere la professione di insegnante, così l'autore nel suo libro cerca di spiegare le potenzialità del rapporto tra educatore e alunni nel mondo della scuola, mettendo al centro della relazione pedagogica, come elemento fondamentale, la nozione di amore. Ecco alcune frasi del libro che ci hanno colpito in modo particolare: COSTANTE "Sì, la paura fu proprio la costante di tutta la mia carriera scolastica, il suo chiavistello. E quando divenni insegnante la mia priorità fu alleviare la paura dei miei allievi peggiori per far saltare quel chiavistello, affinchè il sapere avesse una possibilità di passare". INSEGNANTI "Gli insegnanti che mi hanno salvato - e che hanno fatto di me un insegnante - non erano formati per questo. Non si sono preoccupati dell'origine della mia infermità scolastica. Non hanno perso tempo a cercarne le cause e tanto meno a farmi la predica. Erano adulti di fronte ad adolescenti in pericolo. Hanno capito che occorreva agire tempestivamente. Si sono buttati di nuovo, giorno dopo giorno, ancora e ancora... Alla fine mi hanno tirato fuori. E molti altri con me. Ci hanno letteralmente ripescati. Dobbiamo loro la vita". CIPOLLA "I nostri studenti che vanno male (studenti ritenuti senza avvenire) non vengono mai soli a scuola. In classe entra una cipolla: svariati strati di magone, paura, preoccupazione, rancore, rabbia, desideri insoddisfatti, rinunce furibonde accumulati su un substrato di passato disonorevole, di presente minaccioso, di futuro precluso. Guardateli, ecco che arrivano, il corpo in divenire e la famiglia nello zaino. La lezione può cominciare solo dopo che hanno posato il fardello e pelato la cipolla. Difficile spiegarlo, ma spesso basta uno sguardo, una frase benevola, la parola di un adulto, fiduciosa, chiara ed equilibrata per dissolvere quei magoni, alleviare quegli animi, collocarli in un presente rigorosamente indicativo. Naturalmente il beneficio sarà provvisorio, la cipolla si ricomporrà all'uscita e forse domani bisognerà ricominciare daccapo. Ma insegnare è proprio questo: ricominciare fino a scomparire come professori". PRESENZA "Se voglio sperare nella piena presenza degli alunni alla mia lezione, devo aiutarli a calarsi nella mia lezione. Come riuscirci? E' qualcosa che si impara, soprattutto sul campo, col tempo. Una sola certezza, la presenza dei miei allievi dipende strettamente dalla mia: dal mio essere presente all'intera classe e a ogni individuo in particolare, dalla mia presenza alla mia materia, dalla mia presenza fisica, intellettuale e mentale, per i cinquantacinque minuti in cui durerà la mia lezione". ORCHESTRA "Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova la stessa sinfonia. Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini". NOIA "Qualche volta ho consigliato (ai miei studenti) esercizi di noia. Li pregavo di non fare niente, non distrarsi, non consumare niente, nemmeno conversazione, nè tantomeno studiare, insomma non fare niente, niente di niente. "Venti minuti, orologio alla mano e dopo buttatevi sui compiti come degli affamati". La redazione del “Noi del Majorana” “ N O I D E L M A J O R A N A ” A N N O X I I - N . 2 D I C EM B R E 2 0 1 2 - G E N N A IO F E B B R A I O 2 0 1 3 Pagina 3 Lettera al Ministro della Pubblica Istruzione San Felice a Cancello 10 Dicembre 2012 Egregio Ministro Profumo, vorrei richiamare la sua attenzione su alcuni dei tanti problemi che vive la scuola italiana. Come sa, nel mese di dicembre in tutta Italia ci sono state agitazioni e proteste studentesche, che hanno portato parecchi studenti a occupare i loro istituti o a fare scioperi bianchi. Le motivazioni di tutto ciò sono gli eccessivi tagli alla scuola che questo governo tecnico, di cui lei fa parte, ha attuato per porre rimedio alla crisi economica, tuttavia la ragione principale è la cosiddetta “Legge Aprea”, che non è stata varata da questa legislatura. Essa si contraddice clamorosamente perché privatizza la scuola pubblica, infatti prevede finanziamenti alla scuola da industrie e fabbriche private, che entrano anche loro nella gestione della vita scolastica, col rischio che l’apprendistato venga fatto a scuola anziché nelle fabbriche. Io sono uno studente di un istituto tecnico e ho tanti amici che frequentano altre scuole e siamo tutti d’accordo che nella scuola ci sono lacune sia dal punto di vista strutturale che organizzativo. Le aule sono abbastanza accoglienti ma a causa degli atti vandalici passati le strutture sono state danneggiate e quindi ci vorrebbe maggiore manutenzione, la risposta degli enti preposti è che ci sono stati dei tagli. La nostra scuola essendo professionale e tecnica ha dei laboratorio ben attrezzati ma noi avremmo bisogno di un numero maggiore di ore di pratica. Nella nostra sede centrale la palestra a febbraio dovrebbe essere di nuovo agibile dopo che è stata chiusa per 3 anni, mentre nella sede succursale di viale Carfora la palestra non esiste e questo è un grave deficit per un istituto e soprattutto per gli alunni. Secondo me è un’assurdità tagliare fondi alla scuola perché rappresenta il futuro della società italiana, trascurare la scuola è compromettere il futuro. Credo che bisognerebbe stanziare più risorse per la scuola e la ricerca; perché è vero che c’è un periodo di crisi economica, ma in Italia ci sono tanti evasori e tanti sprechi pubblici che potrebbero aiutare l’economia del Paese. Chiudo la mia lettera appellandomi a lei, che colpe non ne ha, perché i problemi derivano dal passato. Buon lavoro e cordiali saluti. Felice Zampano II A elettrici-elettronici Pagina 4 “ N O I D E L M A J O R A N A ” A N N O X I I - N . 2 D I C EM B R E 2 0 1 2 - G E N N A IO F E B B R A I O 2 0 13 ANTONIO GAGLIARDI, ALUNNO DELL’I.S.I.S.S. “E. MAJORANA” DAL VIVAIO DELLA MADDALONESE CALCIO ALLA S.S.C. NAPOLI Intervista con il responsabile della A.S.D. Maddalonese Il piccolo, ma grande talento, Antonio Gagliardi ha già trascorso 4 anni con gli azzurri. Un giovane campione della nostra terra, nel mondo del calcio che conta. ANTONIO GAGLIARDI è solo un ragazzino, ma può già vantare un contratto che dura da più di un anno con una società calcistica professionistica come quella della SSC NAPOLI. Un sogno quello di Antonio, nato e residente a San Felice a Cancello, che ha iniziato la sua avventura nella scuola calcio Maddalonese, insieme al mister Antonio Razzano, e con il responsabile Michele Tramontano. “E’ anche grazie a loro se oggi mi trovo in una società professionistica come il Napoli” - ha affermato - il giovane campione, consapevole della fortuna avuta nell’entrare in una società così importante e rifiutando due big del settore giovanile, ROMA E ATALANTA. Perchè hai rifiutato società di tale importanza? - chiede - il compagno Giuseppe De Lucia: “le sensazioni che ho provato indossando per la prima volta questa maglia nelle selezioni a Mondragone, non sono state le stesse che ho provate a Roma e a Bergamo, solo a vederla per televisione rabbrividivo, ma indossarla è ancor più bello”. “ In questi 4 anni di Napoli, lo staff che mi segue mi ha insegnato moltissime cose che mi sono servite per essere un piccolo giocatore completo, diciamo un piccolo professionista”, risponde felice il ragazzo, che ogni volta dà sul campo dimostrazio- ne del suo straordinario talento sia in fase realizzativa che sulla base tecnica capace di nascondere la palla tra i piedi e far impazzire le difese avversarie. In questi primi 4 anni è stato protagonista e capocannoniere per 2 due campionati consecutivi, realizzando 20 gol nel campionato regionale nel 1 anno, e ben 29 gol nel campionato nazionale al 2 anno, proseguendo poi con 15 gol in categoria allievi nazionali, ma contro avversari un anno più grande di lui, con la soddisfazione, quest’anno, di allenarsi a fianco del grande campione del Napoli Edison Cavani. Conclude il signor Tramontano della A.S.D Maddalonese: ”Se continuerà così avrà tantissime soddisfazioni e i tanti sacrifici che ha fatto, da quando aveva 5 anni fino ad ora che ne ha 16, saranno ripagati” In bocca al lupo dal “NOI DEL MAJORANA” ...al grande campione del Napoli Edison Cavani…. ...è solo un ragazzino, ma può già vantare un contratto ... Antonio Gagliardi intervistato da Giuseppe De Lucia suo compagno d’infanzia. D. Qual è la differenza tra un calciatore dilettante e quello professionista? Ciò che dovrebbe differenziare un professionista da un dilettante non è, come si potrebbe pensare, il netto divario remunerativo, bensì una distinta mentalità. Amore per lo sport, grandi motivazioni, volontà di emergere, rispetto delle regole, disponibilità al sacrificio costituiscono le fondamenta di un atleta di successo. Ovunque si pratichi sport, dalla palestra a pagamento, al parquet più esclusivo, vi sarà capitato di notare differenze per quanto riguarda costanza, impegno e concentrazione. In realtà chiunque cerca il massimo da se stesso, rappresenta il vero “professionista” anche se non ha mai firmato nessun tipo di contratto. D. Da quando giochi nel Napoli e a chi t’ispiri? Da 4 anni; il mio idolo è Neymar, grande talento D. Quale sono le cose belle e brutte che non dimenticherai di questi 4 anni? La cosa più bella è sicuramente tutto ciò che ho provato e conosciuto grazie a questa società che mi ha sempre fatto sentire un ragazzo utile per la squadra e spesso indispensabile, la cosa invece più brutta è la partita di scudetto persa contro la Fiorentina a Montecatini, essere campione d’Italia alla mia età non è cosa che capita tutti i giorni. D. Sei legato ai colori di questa maglia? Si tantissimo, quando ho indossato per la prima volta questa maglia ho avuto i brividi, ho provato sensazioni bellissime che mi hanno fatto “incollare” addosso questa maglia e non me l’hanno fatta togliere più. ...continua in quinta pagina... “ N O I D E L M A J O R A N A ” A N N O X I I - N . 2 D I C EM B R E 2 0 1 2 - G E N N A IO F E B B R A I O 2 0 1 3 Pagina 5 ...continua dalla quarta pagina. D. Il gol più bello e significativo in questi 4 anni? Il più bello è stato il gol contro l’Inter, in un torneo internazionale a Genoa, lancio dalla trequarti di campo del mediano, ho approfittato dell’errore del difensore, e dai 25 m. faccio partire un destro che non lascia scampo al portiere. Il più significativo, invece, è stato il gol nelle fasi finali per lo scudetto contro il Chievo, partita che dovevamo vincere per poter andare in finale, fu in quel match che un mio gol, a 15 minuti dalla fine ci portò alla vittoria. D. Prima del Napoli c’erano altre società interessate a te? Si, c’era la Roma e l’Atalanta che volevano inserirmi a tutti i costi nel loro organico, poi ci fu l’offerta del Napoli che ha stroncato qualsiasi trattativa. D. Dopo i 18 anni se ti verrà offerto un contratto resterai al Napoli o andrai via? Non so cosa risponderti, certamente sarei felicissimo di giocare sempre in questa squadra, ma a quell’età forse sarebbe anche giusto fare nuove esperienze in altre società professioniste, magari di serie B o C, perché non è facile esordire da subito nella massima serie; abbiamo l’esempio di Lorenzo Insigne, che prima di approdare nel Napoli ha giocato in ben tre società diverse di serie D, è passato poi alla serie C per arrivare alla B con mister Zeman, che l’ha valorizzato tantissimo insieme a Ciro Immobile, attuale attaccante del Genoa, i loro gol hanno promosso il Pescara in serie A. D. Raggiungerai quest’obiettivo? Lo spero tanto, mi alleno duramente e mi sacrifico tanto. D. Siamo arrivati alla fine, c’è qualcuno che vuoi ringraziare e salutare in particolare? Si, ringrazio tanto la preside del mio Istituto l’ISISS “E.Majorana”, la professoressa Sgambato ed il vicepreside il prof. Migliore, uomo di sport e mio docente di Educazione Fisica, che nel limite del possibile hanno sempre cercato di venirmi incontro, già dal primo anno, per quanto riguarda qualche uscita anticipata, per poter frequentare gli allenamenti, ma mi hanno sempre ricordato: “lo sport è importantissimo, ma ora al primo posto c’è lo studio”. Un grande saluto va al professore Casella, tifosissimo del Napoli, insieme alla coordinatrice di classe la professoressa Di Blasio, e il professore Petrone Raffaele mi ripete sempre: “nella vita bisogna essere umili”; non dimentico certamente gli altri professori per tutti gli insegnamenti scolatici e di vita. D. E ai tuoi amici di classe cosa dici nel nostro linguaggio? V vogl ben a tutt quant <3 GRAZIE DI TUTTO CAMPIONE, “IN BOCCA A LUPO” PER LA TUA CARRIERA CALCISTICA! GRAZIE A TE, CREPI. L’adolescenza: età critica per ogni individuo L’adolescenza costituisce il periodo affronta profonde trasformazioni perché dopo aver assunto droghe, aver di vita durante il quale l’individuo sia fisiche che psichiche. Infatti, fumato o bevuto si ha l’illusione di sen- in questo periodo noi ragazzi/e tirsi più forti, invece quelle sostanze iniziamo ad avere comportamenti provocano solo danni alla salute e alla ed atteggiamenti diversi, a volte psiche. Altri problemi che potrebbero conflittuali, con le persone che ci sorgere in questo periodo sono: la de- circondano. pressione, l’anoressia e la bulimia. Du- L’adolescente vive problematiche complesse: affetti- rante ve, esistenziali, di identità e di cambia e il nostro corpo si trasforma e autoaffermazione che lo portano nel vedersi allo specchio, a volte non ci spesso a scontrarsi con la realtà, si accetta. Per combattere questi pro- a fare tante esperienze che lo blemi non dobbiamo lasciarci condizio- faranno poi diventare maturo. La nare dai pregiudizi, personali o altrui, maggior parte dei problemi dei ma dobbiamo ascoltare, i nostri fami- giovani fumo, liari e le persone che ci voglio bene per l’alcol e la droga. Alcune cause vivere con serenità ed essere anche un dei cambiamenti dei ragazzi sono esempio per i ragazzi della nostra età. d’oggi sono: il proprio dovuti a errati stili di vita, l’adolescenza la nostra voce Angelo De Masi IV B chim.-biol. Pagina 6 “ N O I D E L M A J O R A N A ” A N N O X I I - N . 2 D I C EM B R E 2 0 1 2 - G E N N A IO F E B B R A I O 2 0 13 L’Amore .. e …prima Ricordando un Film ….La fiaba del soldato http://www.youtube.com/watch?v=BHvs2K2yVGU Nel famoso film Nuovo Cinema Paradiso, il personaggio di Alfredo cerca di spiegare al giovane Salvatore come affrontare le difficoltà della sua storia d'amore. Il primo amore che per Salvatore rappresenta in quel momento l'unico e principale scopo di vita, un sogno che si stava realizzando, ma su cui incombevano mille difficoltà e l'opposizione dei genitori di Lei. Alfredo cerca di evitare consigli diretti, evita di dire a Salvatore cosa deve fare, ma si fa carico di un altro sogno che Salvatore aveva, e cioè quello del cinema o comunque di una professione che lo portasse fuori dal paese e dalle ristrettezze materiali e culturali di quel contesto. Gli racconta allora una storia, una specie di fiaba, che dovrebbe quindi dargli una chiave per capire come riuscire a risolvere il suo problema. La storia è questa: un giovane e valoroso soldato aspira alla mano della sua principessa, ma per la differenza di rango teme di essere respinto, ciononostante trova il coraggio di chiederle di sposarlo. Lei non acconsente né rifiuta, ma vuole una prova d'amore. Dice al soldato che rifletterà sulla sua proposta, e ogni notte si affaccerà al balcone, per vedere se lui è lì ad aspettarla, questo per cento notti. Alla centesima notte, se il soldato avrà resistito, uscirà e comunicherà la sua decisione. Fermiamoci a riflettere un momento: questa prova è una specie di ossessione, c'è una prova da superare, ma nessuna certezza assoluta, eppure essa è voluta per verificare la resistenza del soldato, come se alla fine ci dovesse essere un premio. E' come sarebbe stato inutilmente crudele, e non valese una speranza possibile (sposare la principessa) fosse resa va la pena rischiare una delusione così grande non solo possibile ma probabile (perché a prova superata le per un amore che poi per il momento non era probabilità aumentano, visto che la principessa ci rifletterà). In ancora iniziato. realtà questo meccanismo, che spinge il soldato ad attendere i Val la pena rischiare un grande dolore per un 100 giorni, si basa sul principio che la probabilità aumenti al amore ancora né grande né piccolo ? Un pencentesimo giorno, cosa assolutamente inconsistente sul piano siero, un dubbio, una questione che sembra logico. Innanzitutto perché la principessa non dice che accetterà importante, quando diventa ossessivamente sicuramente, e in secondo luogo perché neanche siamo sicuri aggrovigliata rappresenta solamente un sicuro che messa alle strette da un rifiuto del soldato, non avrebbe intralcio a scelte future, un chiodo intorno a deciso allora su due piedi, senza prova alcuna, di sposare il sol- cui si finisce per girare. Se per un amore ossessivo il soldato avrebbe anche atteso 100 dato anziché lasciarlo andare via. Proseguiamo con la storia... Il soldato aspetta ogni sera, che ci notti, forse troverà un amore altrettanto imsia sereno o che piova, con il freddo e la neve dell'inverno, sen- portante aspettandone 10. za mai mancare un appuntamento. Alla centesima alba, quando Il personaggio di Alfredo è una metafora di la principessa dovrebbe finalmente uscire sul balcone per comu- come a volte un limite (Alfredo è cieco) possa nicargli se accetta di sposarlo, il soldato si alza e se ne va. La donare una visione più chiara e semplice di storia finisce così, e Alfredo non ne dà spiegazione, lascia che la alcune cose, oltre l'apparente complessità e confusione in cui gli altri si perdono. La frase spiegazione la trovi lui in seguito. La storiella è sicuramente valida anche come modello contro- "Ora che ho perso la vista, ci vedo di più" è ossessivo. Il soldato non aspetta una risposta, elimina la do- emblematica in questo senso. Perdere la vista manda. E lo fa proprio quando l'emozione raggiunge il suo api- delle ossessioni, terapeuticamente parlando, ce, cioè al momento del responso. Invece di aspettare un minu- aiuta a vederci meglio, con gli occhi di altre to in più lascia perdere e se ne va. La principessa avrebbe potu- zone del cervello, sul senso delle decisioni e IV B chim.-bio. to anche rifiutarlo, ma soprattutto se l'avesse amato veramente dei sentimenti. non lo avrebbe fatto attendere 100 giorni, questo forse il suo ragionamento. Oppure semplicemente che l'attesa Pubblicazione periodica degli studenti dell’Istituto Statale Istruzione Secondaria Superiore quando è troppo lunga logo“Ettore Majorana” di S. Maria a Vico (Caserta) – tel. 0823 / 758690 – 758504 ra un sentimento, così come -------------------nei dubbi e nei ragionamenti, REDAZIONE: via Fruggieri n.16 S.Maria a Vico (CE) quando la spiegazione fa Redattori: Maiese Giusy VB chim., Angelo De Masi IVB chim., Zampano Felice IIA elettr.perdere molto tempo o non elettro., Scarano P., Bove M.G. VA chim.-biol., Pannella VB term., Mazzuoccolo P. VA mecc. arriva mai probabilmente è Collaboratori: i proff. Antonietta Rossi, Franca Passariello, Pasqualina Piscitelli, Vincenzina sbagliata la domanda. O anD’Angelo, Luciano Vigliotti, Ferdinando Bello, Paolo Giovanniello, Angelantonio Petrone, cora, così come arriverà a pensare Salvatore, perché Domenico Iovine, Guido Zamprotta, Daddio Costantino. alla fine il dolore di un rifiuto Docente referente: Marco Migliore. dopo 100 giorni di illusione Noi del Majorana