I.01 Valutazione di Incidenza Ambientale - Fase

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I.01 Valutazione di Incidenza Ambientale - Fase
P AT C OMU NE D I M ALO
VALUTAZIO NE DI I NCI DENZA AM BI ENTALE ai sensi dell a DG RV 3173
del 10.10. 2006
1. PREMESSA ................................................................................................................... 3
2. ASPETTI METODOLOGICI ................................................................................................ 4
2.1
La Valutazione di Incidenza ........................................................................... 4
2.2
Sintesi dei principali riferimenti normativi .................................................... 8
3. FASE 2: DESCRIZIONE DEL PIANO .................................................................................. 10
3.1
Aree interessate e caratteristiche dimensionali.......................................... 10
3.2
Durata dell’attuazione e cronoprogramma (adozione, approvazione,
costruzione, funzionamento, dismissione, recupero)........................................... 11
3.3
Distanza dai siti della rete Natura 2000 e dagli elementi chiave di questi . 12
3.3.1
Localizzazione dei Siti della Rete 2000 rispetto agli ATO............................. 14
3.4
Indicazioni derivanti dagli strumenti di pianificazione ............................... 17
3.4.1
Piano Territoriale Regionale di Coordinamento della Regione Veneto ......... 17
3.4.2
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Vicenza ......................... 26
3.4.3
Piano Regionale dei Trasporti ..................................................................... 30
3.5
Descrizione delle previsioni di Piano di Assetto del Territorio .................. 31
3.5.1
Il sistema delle relazioni .............................................................................. 32
3.5.2
Il sistema della residenza ............................................................................ 32
3.5.3
Il sistema dei servizi alle diverse scale ........................................................ 34
3.5.4
Il sistema produttivo .................................................................................... 34
3.5.5
Il sistema ambientale e del paesaggio ......................................................... 35
3.5.6
Sintesi delle azioni di piano ......................................................................... 36
3.6
Sintesi delle azioni strategiche previste dal PAT e previsione del grado di
interferenza diretta e/o indiretta con i siti della Rete Natura 2000 ........................ 44
3.7
Utilizzo della risorsa..................................................................................... 46
3.8
Fabbisogno nel campo dei trasporti, della viabilità e delle reti
infrastrutturali ......................................................................................................... 46
3.9
Emissioni, scarichi, rifiuti, rumori, inquinamento luminoso ...................... 47
3.10 Alterazioni dirette e indirette sulle componenti ambientali (aria, acqua,
suolo) ...................................................................................................................... 47
3.11 Identificazione di tutti i piani, progetti e interventi che possono interagire
congiuntamente ...................................................................................................... 48
3.12 Piano direttamente connesso o necessario alla gestione del sito............. 48
4. FASE 3. VALUTAZIONE DELLA SIGNFICATIVITÀ DELLE INCIDENZE....................................... 48
4.1
Definizione dei limiti spaziali e temporali dell’analisi ................................. 48
4.2
Caratteristiche del sito della Rete Natura 2000 interessato........................ 49
4.2.1.1
Scheda Natura 2000 SIC IT3220039 “Biotopo Le Poscole”................... 49
4.2.1.2
Descrizione del sito .............................................................................. 50
4.2.1.3
Qualità e importanza ............................................................................ 50
4.2.1.4
Vulnerabilità ......................................................................................... 50
4.2.1.5
Habitat elencati in All. I Dir 92/43/CEE.................................................. 50
4.2.1.6
Specie Anfibi e Rettili elencate in All. II Dir 92/43/CEE.......................... 52
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2
4.2.1.7
Descrizione degli habitat in Allegato I Direttiva 92/43/CEE e presenti nel
SIC IT3220039 – Biotopo “Le Poscole” Malo ............................................................. 53
4.2.1.8
Descrizione delle specie di anfibi e rettili elencate nell’Allegato II Direttiva
92/43/CEE e presenti nel SIC IT3220039 – Biotopo “Le Poscole” Malo .................... 55
4.2.1.9
Quadro conoscitivo dell’ambiente (fonte PTCP della Provincia di Vicenza)
............................................................................................................ 57
4.3
Identificazione degli aspetti di vulnerabili dei siti considerati ................... 62
4.4
Identificazione degli aspetti vulnerabili dei siti considerati ....................... 62
4.5
Identificazione degli effetti sinergici e cumulativi....................................... 62
4.6
Identificazione dei percorsi e dei vettori attraverso i quali si producono.. 62
4.7
Effetti del piano sul sito Natura 2000 e loro significatività ......................... 63
5. SINTESI DELLE INFORMAZIONI RILEVATE E DELLE DETERMINAZIONI ASSUNTE ..................... 65
6. FASE 4: RISULTATI DELLA FASE DI SCREENING ............................................................... 67
7. BIBLIOGRAFIA............................................................................................................. 68
8. DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI CERTIFICAZIONE E DI ATTO DI NOTORIETÀ ......................... 70
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1. PREMESSA
Come richiesto dalla Commissione VAS con parere n. 129 del 12/11/2008 al punto 8
“redigere, ai sensi della DGR 3173 del 10.10.2006, la Valutazione di Incidenza
Ambientale oltre che per il SIC IT3220039 “Le Poscole” anche di altri che, ancorché
esterni al territorio in esame, possono essere eventualmente interessati dalle azioni di
Piano” viene redatta la presente Valutazione di Incidenza Ambientale.
Il Comune di Malo non presenta nel suo territorio siti della Rete Natura 2000, ma
esternamente a distanza di circa 300 m dal confine sud-ovest, è presente il Sito di
Importanza Comunitaria IT 3220039 “Biotopo Le Poscole”.
La Valutazione di Incidenza Ambientale è una fase di valutazione avente lo scopo di
orientare il soggetto richiedente verso una soluzione che possa essere considerata
compatibile con le disposizioni di cui al DPR n. 357 dell’8.09.1997 e quindi con le
Direttive Europee (in particolare la 92/43/CEE Direttiva “Habitat”, e la 79/409/CEE
Direttiva “Uccelli”) e con gli stessi strumenti di pianificazione sovraordinata.
La stesura della presente Valutazione d’Incidenza, è avvenuta nell’osservazione delle
disposizioni di cui al D.G.R. n. 2803 del 4 Ottobre 2002 modificato ed integrato dal
D.G.R. 3173 del 10 ottobre 2006 della Regione Veneto.
La relazione è stata redatta sulla base di:
− Informazioni naturalistiche complessive sul territorio in esame;
− Conoscenze relative ai principi ispiratori della rete natura 2000 e alle sue
possibili ricadute applicative,
− Rilievo speditivo condotto in campo.
A seguito delle indagini eseguite si è scelto di considerare solo il SIC del biotopo “Le
Poscole” in quanto il più prossimo al territorio comunale di Malo, mentre gli altri si
trovano ad una distanza tale da escludere già a priori possibili incidenze rispetto agli
habitat e alle specie.
Nella relazione che segue si troveranno tutti gli approfondimenti relativi alle scelte di
piano, alla scelta dei siti della Rete Natura 2000 analizzati e alle possibili incidenza
generate dalle azioni di piano rispetto al SIC.
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2. ASPETTI METODOLOGICI
2.1
La Valutazione di Incidenza
La valutazione d'incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è
necessario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative
su un sito o proposto sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad
altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso.
Tale procedura è stata introdotta dall'articolo 6, comma 3, della direttiva "Habitat" con
lo scopo di salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e
progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui
essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale.
La valutazione di incidenza, se correttamente realizzata ed interpretata, costituisce lo
strumento per garantire, dal punto di vista procedurale e sostanziale, il raggiungimento di
un rapporto equilibrato tra la conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie e
l'uso sostenibile del territorio.
È bene sottolineare che la valutazione d'incidenza si applica sia agli interventi che
ricadono all'interno delle aree Natura 2000 (o in siti proposti per diventarlo), sia a quelli
che pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di
conservazione dei valori naturali tutelati nel sito.
La valutazione d'incidenza rappresenta uno strumento di prevenzione che analizza gli
effetti di interventi che, seppur localizzati, vanno collocati in un contesto ecologico
dinamico. Ciò in considerazione delle correlazioni esistenti tra i vari siti e del contributo
che portano alla coerenza complessiva e alla funzionalità della rete Natura 2000, sia a
livello nazionale che comunitario. Pertanto, la valutazione d'incidenza si qualifica come
strumento di salvaguardia, che si cala nel particolare contesto di ciascun sito, ma che lo
inquadra nella funzionalità dell'intera rete.
Per l'interpretazione dei termini e dei concetti di seguito utilizzati in relazione alla
valutazione di incidenza, si fa riferimento a quanto precisato dalla Direzione Generale
(DG) Ambiente della Commissione Europea nel documento tecnico "La gestione dei siti
della rete Natura 2000 - Guida all'interpretazione dell'art. 6 della direttiva Habitat".
In ambito nazionale, la valutazione d'incidenza viene disciplinata dall'art. 6 del DPR
12 marzo 2003 n.120, (G.U. n. 124 del 30 maggio 2003) che ha sostituito l'art.5 del DPR
8 settembre 1997, n. 357 che trasferiva nella normativa italiana i paragrafi 3 e 4 della
direttiva "Habitat". Il DPR 357/97 è stato, infatti, oggetto di una procedura di infrazione da
parte della Commissione Europea che ha portato alla sua modifica ed integrazione da
parte del DPR 120/2003.
In base all'art. 6 del nuovo DPR 120/2003, comma 1, nella pianificazione e
programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico-ambientale
dei proposti siti di importanza comunitaria, dei siti di importanza comunitaria e delle zone
speciali di conservazione. Si tratta di un principio di carattere generale tendente ad
evitare che vengano approvati strumenti di gestione territoriale in conflitto con le
esigenze di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario.
Il comma 2 dello stesso art. 6 stabilisce che, vanno sottoposti a valutazione di
incidenza tutti i piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e
faunistico-venatori e le loro varianti.
Sono altresì da sottoporre a valutazione di incidenza (comma 3), tutti gli interventi non
direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione
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soddisfacente delle specie e degli habitat presenti in un sito Natura 2000, ma che
possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad
altri interventi.
L'articolo 5 del DPR 357/97, limitava l'applicazione della procedura di valutazione di
incidenza a determinati progetti tassativamente elencati, non recependo quanto
prescritto dall'art.6, paragrafo 3 della direttiva "Habitat".
Ai fini della valutazione di incidenza, i proponenti di piani e interventi non finalizzati
unicamente alla conservazione di specie e habitat di un sito Natura 2000, presentano
uno "studio" (ex relazione) volto ad individuare e valutare i principali effetti che il piano o
l'intervento può avere sul sito interessato.
Lo studio per la valutazione di incidenza deve essere redatto secondo gli indirizzi
dell'allegato G al DPR 357/97. Tale allegato, che non è stato modificato dal nuovo
decreto, prevede che lo studio per la valutazione di incidenza debba contenere:
una descrizione dettagliata del piano o del progetto che faccia riferimento, in
particolare, alla tipologia delle azioni e/o delle opere, alla dimensione, alla
complementarietà con altri piani e/o progetti, all'uso delle risorse naturali, alla produzione
di rifiuti, all'inquinamento e al disturbo ambientale, al rischio di incidenti per quanto
riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate;
un'analisi delle interferenze del piano o progetto col sistema ambientale di riferimento,
che tenga in considerazione le componenti biotiche, abiotiche e le connessioni
ecologiche.
Nell'analisi delle interferenze, occorre prendere in considerazione la qualità, la
capacità di rigenerazione delle risorse naturali e la capacità di carico dell'ambiente.
Il dettaglio minimo di riferimento è quello del progetto CORINE Land Cover, che
presenta una copertura del suolo in scala 1:100.000, fermo restando che la scala da
adottare dovrà essere connessa con la dimensione del Sito, la tipologia di habitat e la
eventuale popolazione da conservare.
Per i piani o gli interventi che interessano siti Natura 2000 interamente o parzialmente
ricadenti all'interno di un'area protetta nazionale, la valutazione di incidenza si effettua
sentito l'ente gestore dell'area (DPR 120/2003, art. 6, comma 7).
Qualora, a seguito della valutazione di incidenza, un piano o un progetto risulti avere
conseguenze negative sull'integrità di un sito (valutazione di incidenza negativa), si deve
procedere a valutare le possibili alternative. In mancanza di soluzioni alternative, il piano
o l'intervento può essere realizzato solo per motivi di rilevante interesse pubblico e con
l'adozione di opportune misure compensative dandone comunicazione al Ministero
dell'Ambiente e della Tutela del Territorio (DPR 120/2003, art. 6, comma 9).
Se nel sito interessato ricadono habitat naturali e specie prioritari, l'intervento può
essere realizzato solo per esigenze connesse alla salute dell'uomo e alla sicurezza
pubblica, o per esigenze di primaria importanza per l'ambiente, oppure, previo parere
della Commissione Europea, per altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico
(DPR 120/2003, art. 6, comma 10). In tutti gli altri casi (motivi interesse privato o pubblico
non rilevante), si esclude l'approvazione.
La procedura della valutazione di incidenza deve fornire una documentazione utile a
individuare e valutare i principali effetti che il piano/progetto (o intervento) può avere sul
sito Natura 2000, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo.
Il percorso logico della valutazione d'incidenza è delineato nella guida metodologica
"Assessment of plans and projects significantly affecting Natura 2000 sites.
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Methodological guidance on the provisions of Article 6 (3) and (4) of the Habitats
Directive 92/43/EEC" redatto dalla Oxford Brookes University per conto della
Commissione Europea DG Ambiente.
Il documento è disponibile in una traduzione italiana, non ufficiale, a cura dell'Ufficio
Stampa e della Direzione regionale dell'ambiente Servizio VIA - Regione autonoma Friuli
Venezia Giulia, "Valutazione di piani e progetti aventi un'incidenza significativa sui siti
della rete Natura 2000. Guida metodologica alle disposizioni dell'articolo 6, paragrafi 3 e
4 della direttiva "Habitat" 92/43/CEE".
La metodologia procedurale proposta nella guida della Commissione è un percorso di
analisi e valutazione progressiva che si compone di 4 fasi principali:
FASE 1: Verifica (screening) - processo che identifica la possibile incidenza
significativa su un sito della rete Natura 2000 di un piano o un progetto,
singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, e che porta all'effettuazione
di una valutazione d'incidenza completa qualora l'incidenza risulti significativa;
FASE 2: Valutazione "appropriata" - analisi dell'incidenza del piano o del progetto
sull'integrità del sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, nel
rispetto della struttura e della funzionalità del sito e dei suoi obiettivi di conservazione,
e individuazione delle misure di mitigazione eventualmente necessarie;
FASE 3: Analisi di soluzioni alternative - individuazione e analisi di eventuali
soluzioni alternative per raggiungere gli obiettivi del progetto o del piano, evitando
incidenze negative sull'integrità del sito;
FASE 4: Definizione di misure di compensazione - individuazione di azioni, anche
preventive, in grado di bilanciare le incidenze previste, nei casi in cui non esistano
soluzioni alternative o le ipotesi proponibili presentino comunque aspetti con
incidenza negativa, ma per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico sia
necessario che il progetto o il piano venga comunque realizzato.
L'iter delineato nella guida non corrisponde necessariamente a un protocollo
procedurale, molti passaggi possono essere, infatti, seguiti "implicitamente" ed esso
deve, comunque, essere calato nelle varie procedure già previste, o che potranno essere
previste, dalle Regioni e Province Autonome.
Occorre inoltre sottolineare che i passaggi successivi fra le varie fasi non sono
obbligatori, sono invece consequenziali alle informazioni e ai risultati ottenuti; ad
esempio, se le conclusioni alla fine della fase di verifica indicano chiaramente che non ci
potranno essere effetti con incidenza significativa sul sito, non occorre procedere alla
fase successiva.
Nello svolgere il procedimento della valutazione d'incidenza è consigliabile l'adozione
di matrici descrittive che rappresentino, per ciascuna fase, una griglia utile
all'organizzazione standardizzata di dati e informazioni, oltre che alla motivazione delle
decisioni prese nel corso della procedura di valutazione.
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Figura 2-1 La procedura della valutazione di incidenza: schema riassuntivo
PP/I = Piani Progetti/Interventi Sito = Sito Natura 2000
Fonte: "La gestione dei siti Natura 2000. Guida all'interpretazione dell'art.6 della dir. Habitat
92/43/CEE"; "Assessment of plans and projects significantly affecting Natura 2000 sites.
Methodological guidance on the provisions of Article 6 (3) and (4) of the Habitats Directive
92/43/EEC", EC, 11/2001.
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2.2
8
Sintesi dei principali riferimenti normativi
La normativa di riferimento può così essere sintetizzata:
La Direttiva 92/43/CEE, conosciuta come "Direttiva Habitat”, ha lo scopo di tutelare la
biodiversità attraverso il ripristino ambientale, la conservazione degli habitat naturali e
seminaturali, della flora e della fauna selvatiche in Europa.
La Direttiva 79/409/CEE, conosciuta come "Direttiva Uccelli" riguarda la
conservazione di tutte le specie di uccelli selvatici presenti nel territorio europeo. Essa si
propone la protezione e la gestione dell’avifauna, disciplinandone lo sfruttamento.
L’oggetto della Direttiva è rappresentato, oltre che dagli uccelli, anche dalle uova, dai nidi
e dagli habitat.
Il DPR 357 8 settembre 1997 modificato ed integrato dal DPR 120 del 12 marzo
2003, Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna
selvatiche” rappresenta lo strumento legislativo nazionale per l’applicazione della
normativa sulla tutela delle aree di interesse comunitario.
Il DM 3 aprile 2000 contiene l’elenco dei siti di importanza comunitaria (S.I.C.)
secondo la Direttiva 92/43/CEE e delle zone di protezione speciale (Z.P.S.) secondo la
Direttiva 79/409/CEE. L’obiettivo è quello di mantenere e di conservare alcuni habitat e le
specie presenti.
Il DM 3 settembre 2002 fornisce le linee guida per l’attuazione della strategia
comunitaria e nazionale rivolta alla salvaguardia della natura e della biodiversità, oggetto
delle direttive comunitarie habitat (n 92/43/CEE) e uccelli (n 79/407/CEE).
La DGRV 2803 del 4 ottobre 2002 definisce –a livello della Regione Veneto- una
guida metodologica sulla valutazione di incidenza ambientale di piani ed opere; inoltre,
introduce la necessità di realizzare uno screening prima della valutazione d’incidenza, al
fine di verificare la presenza, la probabilità e l’eventuale significatività del manifestarsi di
possibili incidenze sui siti Natura 2000.
La DGRV 448 del 21 febbraio 2003 attua una prima la revisione dei Siti di
Importanza Comunitaria relativi alla Regione Biogeografica Continentale; inoltre,
ridefinisce cartograficamente i S.I.C. della Regione Veneto.
La DGRV 449 del 21 febbraio 2003, analogamente, attua una prima revisione delle
Zone di Protezione Speciale; inoltre, ridefinisce cartograficamente le Z.P.S. della
Regione Veneto.
La DGRV 2673 del 6 agosto 2004, attua un’ulteriore revisione di S.I.C. e Z.P.S.
relativi alla Regione Biogeografia Continentale; inoltre, ridefinisce cartograficamente i
S.I.C. e Z.P.S. della Regione Veneto
Il DPGR 241 del 18 maggio 2005, sistematizza i contenuti delle schede dei formulati
standard per i siti precedentemente individuati con DGR 448/03, 449/03, 2673/04;
istituisce tre nuove Z.P.S.; modifica, con variazioni di lieve entità, alcuni dei perimetri
S.I.C. individuati con DGR 2673/04
La D.G.R.V. 192 del 31 gennaio 2006 che contiene indicazioni sugli adempimenti
relativi alla procedura per la valutazione di incidenza per i siti Rete ecologica Natura
2000 di cui alla Direttiva 92/43/CEE, D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357.
Il D.G.R. 3873 del 13 Dicembre 2005 che contiene il Manuale metodologico “Linee
guida per cartografia, analisi, valutazione e gestione dei SIC. – Quadro descrittivo di 9
SIC pilota.” Con questo D.G.R. sono state approvate le cartografie degli habitat dei
seguenti siti:
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9
IT3260017 “Colli Euganei – Monte Lozzo – Monte Ricco”
IT3260018 “Grave e Zone umide della Brenta”
IT3210018 “Basso Garda
IT3220005 “Ex Cave di casale – Vicenza”
La D.G.R.V. 740 del 14 marzo 2006 che contiene modifiche e integrazioni alla
D.G.R.V. 31 gennaio 2006, n.192.
La D.G.R.V 1180 del 18 aprile 2006 che contiene l’aggiornamento banca dati dei siti
regionali della Rete ecologica europea Natura 2000.
La D.G.R.V. 2371 del 27 luglio 2006, che contiene l’approvazione del documento
relativo alle misure di conservazione per le Zone di Protezione Speciale ai sensi delle
direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE e del D.P.R. 357/1997.
La D.G.R. 270 del 7 agosto 2006 - Approvazione programma per il completamento
della realizzazione della cartografia degli habitat della Rete Natura 2000.
La D.G.R. 3173 del 10 ottobre 2006 che contiene le nuove disposizioni relative
all'attuazione della direttiva comunitaria 92/43/CEE e D.P.R. 357/1997. “Guida
metodologica per la valutazione di incidenza. Procedure e modalità operative”.
La D.G.R. 441 del 27 febbraio 2007 che contiene il provvedimento della Giunta
Regionale in esecuzione della sentenza della Corte di Giustizia della CE del 20 marzo
2003, con la nuova definizione delle aree della Laguna di Venezia e del Delta del Po,
ampliandone le superfici (ZPS IT3250046 “Laguna di Venezia” e ZPS IT3270023.”Delta
del Po”).
La D.G.R. n. 4240 del 30.12.2008. “Rete ecologica europea Natura 2000.
Approvazione della cartografia degli habitat e degli habitat di specie di alcuni siti della
rete Natura 2000 del Veneto” (D.G.R. 2702/2006; D.G.R. 1627/2008).
PAT MALO – V.Inc.A
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3. FASE 2: DESCRIZIONE DEL PIANO
3.1
Aree interessate e caratteristiche dimensionali
Il Piano di Assetto del Territorio in questione interessa l’intero territorio del comune di
Malo.
Il Comune di Malo non presenta all’interno del suo territorio siti della Rete Natura
2000, ma esternamente a distanza di circa 300 m dal confine sud-ovest, è presente il
Sito di Importanza Comunitaria IT 3220039 “Biotopo Le Poscole” e a distanza 2,6 km a
ovest del comune di Malo è presente il Sito di Importanza Comunitaria IT 3220008
“Buso della Rana”.
Figura 3-1 Localizzazione SIC IT 3250045 “Biotopo “Le Poscole” e IT 3220008 “Buso della Rana” nel comune di Malo – (immagine non in scala) – fonte: http://www.minambiente.it/
Il Biotopo “Le Poscole” con codice IT 3250045 occupa una superficie di 149 ha
distribuito nel territorio dei comuni di Monte di Malo, Cornedo Vicentino, Castelgomberto.
Mentre il Sito di Importanza Comunitaria IT 3220008 “Buso della Rana” occupa una
superficie di 1 ha interamente nel comune di Monte di Malo.
PAT MALO – V.Inc.A
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3.2
Durata dell’attuazione e cronoprogramma (adozione,
costruzione, funzionamento, dismissione, recupero)
11
approvazione,
La previsione di durata del PAT è di 10 anni.
La redazione del Piano è stata preceduta dalla predisposizione di un Documento
Preliminare (L.R. 11/2004, articolo 3), quale documento strategico predisposto da parte
della Giunta Comunale, in cui sono stati riportati gli obiettivi generali che si intendevano
perseguire con il Piano e le scelte strutturali di assetto del territorio anche in relazione
alle previsioni degli strumenti di pianificazione di livello sovraordinato e le indicazioni per
lo sviluppo sostenibile e durevole del territorio.
L’iter seguito per la redazione del PAT è stato conforme all’articolo 14 della L.R. 11/04
Procedimento di formazione efficacia e varianti al piano di assetto del territorio.
Il Documento Preliminare ha rappresentato la piattaforma programmatica sulla quale,
in attuazione dei principi di sussidiarietà e concertazione, si è avviato il confronto di
consultazione (LR., articolo 5) e si sono sviluppate le strategie e le azioni del Piano. È
così stato dato avvio alla fase di consultazione con gli Enti pubblici territoriali, con le
Amministrazioni preposte alla cura degli interessi pubblici coinvolti, con le Associazioni
Economiche, Sociali ed Ambientali, nonché con Gestori di servizi pubblici o di uso
pubblico. Tale attività è stata espletata mediante più incontri e riferita all’intero ambito
territoriale omogeneo, coinvolgendo, inoltre, la cittadinanza sui contenuti dello schema di
documento. Fase che si è conclusa con la predisposizione da parte della Giunta
Comunale di un atto di espletamento della fase di concertazione relativa al Documento
Preliminare, attraverso l’approvazione di una apposita relazione che ha esposto le
risultanze della concertazione senza alcuna modifica agli obiettivi posti dallo stesso.
In contemporanea alla formazione del PAT è stata avviata anche la predisposizione
del Quadro Conoscitivo, costruito sulla base degli indirizzi dati dalla Regione Veneto, con
lo scopo di analizzare lo stato del territorio e i processi che lo caratterizzano.
Ai sensi dell’articolo 4 della L.R. n.11/2004 il PAT è stato sottoposto alla Valutazione
Ambientale Strategica (VAS), al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile e durevole
ed assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente. La VAS ha valutato gli effetti
derivanti dall’attuazione del PAT, evidenziando la congruità delle scelte dello strumento
rispetto agli obiettivi di sostenibilità dello stesso, alle possibili sinergie con gli altri
strumenti di pianificazione individuando, altresì, le alternative assunte nella elaborazione
del piano, gli impatti potenziali, le misure di mitigazione e/o di compensazione da inserire
nel piano.
Gli obiettivi enunciati nel Documento Preliminare, condivisi e confermati a seguito
della fase di consultazione (L.R., articolo 5), approfonditi con le analisi del Quadro
Conoscitivo, valutati dalla Valutazione Ambientale Strategica, trovano espressione
grafica principalmente nelle 4 tavole del PAT e gestionale nelle norme tecniche.
Dalla consegna definitiva degli elaborati costituenti il PAT si prevedono i seguenti
passaggi:
− l’adozione degli stessi da parte del Consiglio Comunale di Malo;
− convocazione della Conferenza di servizi per l’esame delle osservazioni e
l’approvazione del Piano;
− ratifica da parte della Giunta Regionale dalla Conferenza di servizi
conclusiva e approvazione finale.
PAT MALO – V.Inc.A
07P19_I01R01_VIncA.doc
3.3
12
Distanza dai siti della rete Natura 2000 e dagli elementi chiave di questi
Il Comune di Malo non presenta all’interno del suo territorio siti della Rete Natura
2000, ma esternamente a distanza di circa 300 m dal confine sud-ovest, è presente il
Sito di Importanza Comunitaria IT 3220039 “Biotopo Le Poscole” e a distanza 2,6 km a
ovest del comune di Malo è presente il Sito di Importanza Comunitaria IT 3220008
“Buso della Rana”.
13
Figura 3-2 Distanza SIC IT 3250045 “Biotopo “Le Poscole” e IT 3220008 “Buso della Rana” - nel comune di Malo (immagine non in scala) - fonte: http://www.regione.veneto.it
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14
Tra i vari siti considerati ed in base a quanto risulta dalla descrizione del Piano in
oggetto, si valuta di considerare per la presente valutazione IT 3220039 “Biotopo Le
Poscole” in quanto si trova in prossimità del confine comunale di Malo.
3.3.1
Localizzazione dei Siti della Rete 2000 rispetto agli ATO
Gli ATO individuate dal piano sono:
ATO 1: ambito urbanizzato del capoluogo;
ATO 2: ambito urbanizzato della frazione di San Tomio;
ATO 3: ambito urbanizzato della frazione di Molina;
ATO 4: ambito naturale della pianura;
ATO 5: ambito naturale della collina.
ATO 1: ambito urbanizzato del capoluogo
L’ambito si caratterizza per essere la parte del territorio di Malo maggiormente
urbanizzato nel quale sono presenti il capoluogo Malo e la frazione Case di Malo.
L’ambito comprende il centro storico di Malo nella zona sud e il centro storico di Case
di Malo nella zona nord est.
Il sistema insediativi si sviluppa attorno al centro storico in direzione nord e ad est
della SP46. il tessuto edilizio complessivo del capoluogo si sviluppa quasi senza
soluzione di continuità con la frazione di San Tomio a sud e Case di Malo a nord, appare
abbastanza denso ma non completamente saturo per via di alcuni spazi verdi sia
nell’area storica che in quella di espansione. Più a nord del colle “Montecio” si è
significativamente espanso anche il centro urbano di Case di Malo che è cresciuta
attorno all’originale nucleo storico con maglie stradali in gran parte ortogonali.
Le espansioni più recenti interessano una zona immediatamente a sud del centro
storico e a nord in un’ampia area di via Giovanni XXIII. Lungo la SP46 si attesta un
ambito produttivo che si distingue in due zone produttive, una a ovest della SP46 più a
carattere commerciale direzionale e una a est della SP46 a carattere maggiormente
produttivo.
Per quanto riguarda i servizi il territorio del capoluogo presenta un sistema di
parcheggi non molto articolato costituito da aree di sosta poco articolate ad eccezione di
due parcheggi di grandi dimensioni. Le aree verdi sono costituite dal parco urbano del
Montecio e da una serie di giardini pubblici di quartiere e di dimensioni ridotte. Inoltre
sono presenti impianti sportivi non agonistici e due scuole.
Parte del territorio più a nord a confine con il comune di San Vito di Leguzzano è
ancora ad uso agricolo.
DISTANZA DAL SIC: 5 km
ATO 2: ambito urbanizzato della frazione di San Tomio
È un ambito prevalentemente urbano caratterizzato da un tessuto edilizio abbastanza
denso ma non completamente saturo.
Il sistema insediativo residenziale si sviluppa ai piedi del monte Pian mentre il sistema
produttivo è insediato lungo via Pasubio (Sp n.46). Il sistema produttivo è caratterizzato a
est da funzioni prettamente industriali e a ovest da quelle commerciali. Vi è la presenza
di attività industriali dedite all’estrazione e lavorazione delle argille che occupano aree
dimensionalmente significative alla destra della Sp n.46 in direzione Schio.
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15
Un ruolo importante, volto alla fruizione collettiva del territorio è rappresentata dal
torrente Giara-Livergon che corre nella zona ovest dell’ambito e lungo il quale si sviluppa
un percorso ciclo-pedonale che mette in connessione le aree sportive con il parco urbano
del Montecio nel capoluogo.
DISTANZA DAL SIC: 4,9 km
ATO 3: ambito urbanizzato della frazione di Molina
L’ambito è caratterizzato da un centro storico minore attorno al quale si sviluppa un
sistema insediativo compatto di recente costruzione.
Il tessuto edilizio è denso e mediamente poroso. La frazione di Molina si è sviluppata
per successive addizioni attorno al nucleo storico in due modi distinti: a sud della strada
provinciale con una trama irregolare che denota una scarsa viabilità di quartiere; a nord
della strada provinciale il tessuto è più regolare per la presenza di una viabilità
ortogonale. Le più recenti espansioni sono nate in adiacenza al tessuto esistente sia a
nord che a sud della Sp 48. la densità edilizia non è molto elevata ma il territorio appare
piuttosto saturo. L’impianto complessivo sembra ben definito a nord della nuova viabilità
provinciale.
La zona nord dell’ambito a confine con il comune di Marano Vicentino è presente una
zona produttiva di medie dimensioni quasi completamente satura.
Il territorio ovest dell’ambito ha carattere prettamente agricolo.
DISTANZA DAL SIC: 8,5 km
ATO 4: ambito naturale della pianura
È il territorio a est dei centri urbanizzati di Malo e San Tomio caratterizzato da un
paesaggio prettamente agricolo contraddistinto dalla presenza del torrente Timonchio.
Il territorio è caratterizzato dalla presenza di edilizia sparsa che in molti casi
costituisce piccoli borghi.
Tutto il territorio è segnato dalla presenza di un sistema di filari alberati che si
distribuiscono principalmente in direzione nord-sud.
DISTANZA DAL SIC: 6,1 km
ATO 5: ambito naturale della collina
Il territorio di questo ambito è prevalentemente collinare dove è prevalente la messa a
coltura di frutteti ed uliveti che vanno ad integrarsi con il contesto ambientale boschivo,
che a sua volta tende ad insinuarsi anche negli anfratti ormai abbandonati un tempo
coltivati. Il paesaggio appare condizionato dalla presenza dei terrazzamenti.
Nel territorio sono presenti le così dette “contà” ossia edifici, per lo più con grado di
protezione e classificati come beni ambientali, che formano piccole aggregazioni edilizie.
DISTANZA DAL SIC: 1,9 km
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Figura 3-3 Distanza del centro della ATO dal SIC (scala 1:40.000)
16
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3.4
17
Indicazioni derivanti dagli strumenti di pianificazione
Il Piano di Assetto del Territorio è stato redatto parallelamente, oltre che al PTRC
regionale, al PTCP provinciale e di conseguenza si è confrontato direttamente con le
indicazioni di carattere sovraordinato.
3.4.1
Piano Territoriale Regionale di Coordinamento della Regione Veneto
Con deliberazione di Giunta Regionale n. 372 del 17/02/09 è stato adottato il Piano
Territoriale Regionale di Coordinamento ai sensi della legge regionale 23 aprile 2004,
n.11 (art. 25 e 4).
Il percorso che ha portato al nuovo Piano si è articolato a partire da un primo quadro
di riferimento con la pubblicazione dei “Fondamenti del Buon Governo del Territorio –
Carta di Asiago”, del “Documento Programmatico Preliminare per le Consultazioni”, del
volume “Questioni e lineamenti di progetto” e con numerose indagini settoriali presentate
durante l’incontro di Asiago del 2 marzo 2007 “Verso il nuovo PTRC; confronto su temi e
idee”. Sentiti Enti Locali e associazioni di categoria interessate, è stato definito il quadro
sinottico degli obiettivi del PTRC e le tavole di vision ad essi associate, che hanno
costituito parte integrante del “Documento Preliminare al Piano Territoriale Regionale di
Coordinamento (PTRC)”, adottato con deliberazione di Giunta Regionale n. 2587 del 7
agosto 2007, unitamente alla relativa Relazione Ambientale prevista dalla procedura di
valutazione ambientale strategica, sulla quale si era espressa la Commissione Regionale
VAS con il parere n. 59 del 19.07.2007. Fasi di consultazione a concertazione hanno poi
portato alla definizione delle linee strategiche e alla traduzione negli elaborati tecnici di
cui si prenderà visione.
Il nuovo PTRC si pone come quadro di riferimento generale e non intende
rappresentare un ulteriore livello di normazione gerarchica e vincolante, quanto invece
costituire uno strumento articolato per direttive, su cui impostare in modo coordinato la
pianificazione territoriale dei prossimi anni, in raccordo con la pluralità delle azioni locali.
Vi è da rilevare come gran parte degli obiettivi in essere nel PTRC sono ampiamente
condivisibili in quanto molto generici, tuttavia mancando un’identificazione degli strumenti
per attuare tali obiettivi o lo stabilire delle priorità sulle azioni da svolgere, risulta alquanto
complesso individuare le ricadute effettive e gli indirizzi concreti che il territorio
assimilerà, a partire proprio dal sistema del paesaggio.
Per questo si riporta una descrizione sintetica degli obiettivi che il documento
preliminare del PTRC ha previsto per la zona di Malo:
Uso del suolo
ƒ azioni di piano volte a gestire il processo di urbanizzazione, attraverso
specifiche misure per gli spazi aperti e la “matrice agricola” del territorio e del
sistema insediativo;
ƒ specifiche tutele per gli ambiti collinari;
ƒ si individuano le aree con problemi di frammentazione paesaggistica a
dominanza insediativa ed agricola, da assoggettare a specifiche azioni di
piano. Nel caso specifico della frammentazione insediativa, tipica dell’area
centro–veneta (città diffusa), si prevede una estesa opera di riordino
territoriale, volta a limitare l’artificializzazione e l’impermeabilizzazione dei
suoli.
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Biodiversità
ƒ azioni di piano volte a tutelare e accrescere la diversità biologica attraverso
l’individuazione e la definizione di sistemi ecorelazionali (corridoi ecologici)
estesi all’intero territorio regionale e connessi alla rete ecologica europea;
ƒ specifiche misure per potenziare il contributo delle attività agricole alla
biodiversità;
ƒ in connessione al sistema insediativo sono indicati gli ambiti di agricoltura
periurbana e le aree “urbano-rurali” di cui valorizzare le caratteristiche di
multifunzionalità;
ƒ Riqualifica ambintale delle aree di cava dimesse.
Energia, risorse, ambiente
ƒ azioni di piano volte a razionalizzare e migliorare l’uso delle risorse, anche
per contrastare il “cambiamento climatico”;
ƒ è incentivato l’uso di risorse rinnovabili per la produzione di energia;
ƒ sono promossi il risparmio e l’efficienza energetica negli insediamenti
(abitativi, industriali, commerciali, ecc.);
ƒ si prevedono interventi per il risparmio e la conservazione della risorsa acqua
(anche attraverso la predisposizione di idonee aree di laminazione) e per la
riduzione degli inquinamenti;
ƒ sono oggetto di specifiche politiche gli ambiti interessati dalle maggiori
concentrazioni di inquinanti del suolo, dell’aria e dell’acqua (nitrati, CO2, ecc.),
così come le aree interessate dalla risalita del cuneo salino;
ƒ si prevedono specifiche misure di tutela per le acque superficiali e profonde;
ƒ sono individuate le aree interessate dalla presenza dei principali corridoi
energetici, dove proporre interventi di riordino;
Mobilità
ƒ Definire sistemi coerenti tra la distribuzione delle funzioni e l’organizzazione
della mobilità;
ƒ Razionalizzare e potenziare la rete delle infrastrutture e migliorare la mobilità
delle diverse tipologie di trasporto;
ƒ Migliorare l’accessibilità delle aree;
Sviluppo economico
ƒ elementi e contesti da valorizzare e tutelare, al fine di sviluppare
armonicamente i diversi turismi ridefinendo il legame tra ospitalità e l’armatura
culturale e ambientale del territorio;
ƒ si prevedono azioni di valorizzazione del sistema delle ville venete, delle città
storiche e delle città murate;
Crescita sociale e culturale
ƒ possibili scenari di piano per disegnare il Terzo Veneto che si riconosce così
attraverso progetti d’ampia rilevanza e riflesso, capaci di mettere in figura un
nuovo stile di vita e politiche imprenditive.
Andando poi ad esaminare relazione e tavole, si possono specificare ulteriormente i
contenuti del PTRC che riguardano il territorio di Malo:
Paesaggio e biodiversità
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“La decisione di attribuire valenza paesaggistica al PTRC, come da articolo 6 della L.
R. 2006, n. 18 e articolo 3 della LR 2004, n.11, è opportuna, non tanto per evitare
l’ulteriore incremento degli strumenti di piano a rischio della loro efficacia, quanto per il
riconoscimento, in essa sotteso, dello stretto legame esistente tra paesaggio e territorio”.
La valenza paesaggistica attribuita al PTRC contribuisce ad esplicitare lo stretto
legame esistente tra paesaggio e territorio, e fa comprendere come sia oggi impensabile
scindere la pianificazione territoriale da quella paesaggistica. Il PTRC si pone il problema
di come inserire ciò che serve alla modernità in un contesto complesso, di volta in volta
centro storico, campagna o montagna, rispettandone i valori identitari, storici ed
ambientali.
In termini di politiche, si tratta di limitare il ricorso a strumenti regolativi con finalità
prevalentemente vincolistiche, elaborando invece politiche attive. Infatti, accanto alla
salvaguardia dei paesaggi compromessi, è necessario costruire o rigenerare i paesaggi
della quotidianità (la casa, la fabbrica, le infrastrutture, il centro commerciale), quelli
dell’abbandono (la montagna marginale, gli spazi rurali, i centri storici) e del degrado (le
aree produttive dismesse), con particolare attenzione alla loro funzionalità e alla qualità
estetico-architettonica.
Il PTRC ha elaborato uno specifico Atlante ricognitivo degli ambiti di paesaggio che
definisce un’articolazione spaziale che suddivide il territorio veneto in trentanove ambiti di
paesaggio, cui sono dedicate altrettante schede. Il territorio del comune di Malo viene
inquadrato in due ambiti: quello delle Prealpi Vicentine (n° 14) e quello dell’Alta Pianura
Vicentina (n° 23).
PTRC: Ambito 14 delle Prealpi Vicentine
PTRC: Ambito 23 dell’Alta Pianura Vicentina
Se l’ambito 14, che si caratterizza per la contrapposizione tra aree di montagna
prealpina e di dorsale collinare, identifica la parte del territorio maladense di collina,
l’ambito 23, area di intensa urbanizzazione avvenuta principalmente lungo la fascia
pedemontana, comprende la parte di pianura del comune. Da questa differenziazione si
riportano gli obiettivi e indirizzi di qualità paesaggistica comuni per entrambi gli ambiti e
dunque interessanti tutto il territorio comunale e quelli specifici per le due aree:
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Validi per entrambi gli ambiti Æ intero territorio del comune di Malo
1. Integrità delle aree ad elevata naturalità ed alto valore ecosistemico
3. Funzionalità ambientale dei sistemi fluviali e lacustri
8. Spessore ecologico e valore sociale dello spazio agrario
9. Diversità del paesaggio agrario
21. Qualità del processo di urbanizzazione
22. Qualità urbana degli insediamenti
24. Valore culturale e testimoniale degli insediamenti e dei manufatti storici
26. Qualità urbanistica ed edilizia degli insediamenti produttivi nei fondovalle
37. Integrità delle visuali estese
38. Consapevolezza dei valori naturalistico-ambientali e storico-culturali
Ambito 14 delle Prealpi Vicentine Æ ambito di collina del comune di Malo
10. Valore ambientale e funzione sociale delle aree agricole a naturalità diffusa
11. Integrità e qualità ecologica dei sistemi prativi
12. Valore ambientale della copertura forestale
16. Conservazione dei paesaggi terrazzati storici
18. Valore storico-culturale dell’edilizia rurale tradizionale
Ambito 23 dell’Alta Pianura Vicentina Æ ambito di pianure del comune di Malo
4. Integrità del sistema delle risorgive e dei biotopi ad esso associati
5. Funzionalità ambientale delle zone umide
14. Integrità, funzionalità e connessione della copertura forestale in pianura
15. Valore storico-culturale dei paesaggi agrari storici
27. Qualità urbanistica ed edilizia e vivibilità dei parchi commerciali e delle strade
mercato
32. Inserimento paesaggistico e qualità delle infrastrutture
33. Inserimento paesaggistico delle infrastrutture aeree e delle antenne
35. Qualità dei “paesaggi di cava” e delle discariche
Le considerazioni riportate sono valide ed utili per ampliare la conoscenza analitica ed
inquadrare il sistema complesso del paesaggio nella giusta dimensione di area vasta e
secondo le tipologie caratteristiche proprie del territorio veneto e possono essere
utilizzate come tratti generali ed individuazione di priorità ma in esse non compaiono
prescrizioni o vincoli.
In relazione alla biodiversità, il Piano sostiene la tutela e l’accrescimento della
diversità biologica, attraverso misure per potenziare il contributo delle attività agricole alla
biodiversità, tutelare i prati, pascoli e praterie esistenti ed individuare le aree urbanorurali di cui valorizzare le caratteristiche di multifunzionalità.
“….la realizzazione della Rete Ecologica della Regione del Veneto, come prefigurato
dal nuovo PTRC, contribuirà all’integrazione della rete ecologica pan-europea e avrà, al
medesimo tempo, il ruolo di interfaccia per favorire l’armonizzazione delle reti locali,
anche in considerazione dell’accentuata ricchezza e diversità degli ambienti naturali e le
realtà socio-economiche della nostra regione ... “.
PAT -MALO - V.Inc.A.
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21
Tra le varie tavole elaborate dal piano si riporta la tav. 9 che tratta il Sistema del
territorio rurale e della rete ecologica che mette in evidenza alcune peculiarità del
territorio in esame.
PTRC Tav. 9
scala)
Sistema del territorio rurale e della rete ecologica (tavola non in
Riguardo al consumo e degrado delle risorse fisiche, il Piano mette in evidenza come
le dinamiche di sviluppo della società veneta in questi ultimi anni abbiano raggiunto, nel
loro rapporto con la risorsa territoriale, soglie quantitative veramente elevate tali da non
rendere più desiderabile una prosecuzione di tali trend e da imporre di ripensare il futuro
dell’assetto insediativo.
E’ forte la consapevolezza degli effetti di una crescita in larga parte non governata,
non solo nei termini di un elevato consumo di spazio, ma anche di disordine degli
insediamenti e di congestione delle reti, sia all’interno, che all’esterno delle aree urbane.
Ai fattori interni si è sommata, peraltro, la ulteriore pressione dovuta alla notevolissima
attrattività della regione sia in relazione alla forza lavoro (soprattutto straniera), che ai
vari segmenti generatori dei flussi turistici nazionali ed internazionali (turismo culturale,
balneare, montano, termale, religioso).
Beni cultuali e società
Per quanto riguarda la crescita sociale e culturale, il PTRC delinea possibili scenari
per disegnare il Terzo Veneto. Nelle piattaforme di Treviso e Vicenza si individuano due
specializzazioni di eccellenza, la prima legata a metodi lenti di fruizione del territorio
PAT -MALO - V.Inc.A.
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22
attraverso l’acqua, la natura e il gusto, la seconda legata alla creazione di luoghi dei
giovani e dell’armonia. Si individuano inoltre gli interventi strutturali della nuova
organizzazione spaziale regionale e le misure volte a potenziare i percorsi ciclopedonali.
Diffuso su tutto il territorio è l’effetto del Progetto Architettura del Novecento nel
Veneto per cui è vietata la demolizione e l’alterazione significativa dei valori architettonici,
costruttivi e tipologici, ma il Primo elenco provinciale delle Architetture del Novecento nel
Veneto1 non riporta edifici interessati nel comune di Malo.
Città ed uso del suolo
Fino ad ora, città e territorio sono parsi animati da un certo antagonismo, non
dialoganti su obiettivi di organizzazione di medio periodo ma ciascuno alla ricerca di un
solitario equilibrio. Tale situazione non è di difficile comprensione se pensiamo alla storia
del territorio e delle città venete. Negli ultimi decenni, infatti, il quadro urbano si è andato
progressivamente deteriorando,
appesantito dalla crisi della mobilità e
contemporaneamente svuotato dalle attività produttive e residenziali. Non meno rilevanti
sono stati i cambiamenti interni alla città densa, con l’abbandono di aree industriali, il
depotenziamento delle località intraurbane minori ed i ritardi nell’ammodernamento del
patrimonio edilizio. E’ chiaro come questa situazione non sia vantaggiosa né per la città,
né per il territorio, visto che l’assenza di strategie comuni implica l’incertezza nei progetti
e negli investimenti.
In questo contesto, le politiche pubbliche coordinate possiedono un grande effetto
moltiplicatore e il PTRC si propone come cornice per l’elaborazione di interventi di
ricapitalizzazione delle città, riqualificazione ed ampliamento della loro offerta,
rinnovamento della loro organizzazione ed attrazione di risorse.
La sfida per il futuro è, ancora e sempre, in grandissima parte riconducibile alle città,
né può essere elusa. Il nuovo orizzonte metropolitano veneto per la competizione in
Italia, in Europa e nel mondo emerge dalle dinamiche sociali, economiche e territoriali
che investono soprattutto Venezia, Padova e Verona. Quindi, tra gli obiettivi di fondo del
PTRC esiste quello di delineare percorsi coerenti con le specificità dei territori che
ospitano le grandi città metropolitane, ideare una strategia di rafforzamento dell’armatura
urbana regionale, migliorare la qualità ambientale del territorio per attirare capitale
umano dall’esterno e trattenere quello esistente e rafforzare il sistema infrastrutturale .
Per quanto riguarda l’uso del suolo, il Piano mira a gestire il processo di
urbanizzazione attraverso misure specifiche per proteggere gli spazi aperti, la buona
terra e la matrice agricola del territorio, interventi di tutela per gli spazi montani e collinari,
azioni volte alla salvaguardia dei varchi liberi da edificazione ed un’estesa opera di
riordino territoriale e di insediamento sostenibile.
La tavola 8 del PTRC prende in considerazione la Città motore del futuro e colloca
Malo all’interno dell’ambito pedemontano, senza includerlo in specifiche indicazioni
strategiche se non nell’ambito di riequilibrio territoriale di Schio, Thiene e Valdagno.
In relazione si trova invece, relativamente allo specifico ambito dell’Altovicentino:
“…si incrociano con queste visioni che afferiscono a dinamiche economiche e territoriali
alcune nuove infrastrutture destinate a segnare il territorio e a sostenere modelli e
direttrici del sistema di città. Si tratta della pedemontana veneta, strada che non solo è
destinata ad alleggerire l’asse centrale, ma a sostenere i processi economici e territoriali
1 Allegato A alle Norme Tecniche del PTRC.
PAT -MALO - V.Inc.A.
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andando ad affermare la città estesa. Diverse le tematiche da affrontare in relazione alla
città estesa, la terza città, che si innerva a partire dai nodi di Vicenza, Treviso e
comprende i comuni a nord dei due capoluoghi tra i quali, di fatto storicamente e
geograficamente, si è ormai creata una completa continuità urbana, in relazione alla
residenzialità, ai servizi e alla produzione. Questo ambito può essere considerato come
un’unica area metropolitana, derivante dalla sintesi di nuclei urbani, non tanto nel senso
che non sussista più un’identità e un’autonomia di ciascuno come sistema urbano, bensì
per il fatto che è l’insieme che sostanzia la dimensione, la tipologia e il livello qualitativo
delle caratteristiche e delle problematiche per le quali si ritiene appropriato l’attributo
della metropolitanità. Questa terza città contiene un alto livello di trasformabilità che è
legato alla capacità del sistema di accrescere la propria produttività. Non è più pensabile
infatti che il sistema cresca attraverso incrementi di dotazioni fattoriali fatte di
accumulazioni di capitale che generano più strutture, più infrastrutture, più densità. La
crescita del futuro deve essere legata molto alla qualità ambientale del territorio che è
fondamentale per attirare capitale umano dall’esterno ma anche per trattenere quello già
esistente. Ecco quindi che questa terza città deve migliorare il proprio sistema
infrastrutturale che comprende oltre che alla mobilità anche l’istruzione, la cultura e la
sanità. Il sistema della mobilità e del trasporto pubblico, in particolare, costituiscono la
base sulla quale appoggiare, dare forma e rendere efficiente il sistema multipolare. Il
miglioramento dell’accessibilità, la localizzazione dei nodi di interfaccia tra reti lunghe e
reti brevi che garantiranno i collegamenti internazionali e quelli intraregionali,
l’integrazione tra politiche di settore consentiranno di mettere in atto la struttura sulla
quale appoggiare le scelte e le prospettive del sistema insediativo …”.
PTRC Tav. 8 Città, motore del futuro (tavola non in scala)
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L’opportunità densa di possibili aperture nei confronti dell’efficacia dei piani è stata
rappresentata dal tentativo sistematico in tutto il PTRC di “mettere in rete” vocazioni e
risorse naturalistico-ambientali, culturali, produttive, infrastrutturali, turistiche, nella
consapevolezza, maturata nel percorso, che solo il superamento dei confini, e un
sistema di concertazione delle scelte, consentono di realizzare azioni di governo del
territorio sempre più efficaci rispetto al soddisfacimento delle esigenze della collettività.
La co-pianificazione o “amministrazione condivisa” esalta il ruolo e la responsabilità
delle autonomie locali, coinvolte direttamente e pariteticamente nella coalizione
decisionale e, d’altro canto, porta al superamento del ruolo gerarchico-istituzionale della
Regione, chiamata a condividere esigenze e sollecitazioni di realtà territoriali, non
sempre interpretabili con una “visione lontana”.
In una prospettiva in cui il ruolo dei diversi soggetti istituzionali non è rigido, ma
flessibile e non sempre predeterminato, il governo del territorio richiede nuovi approcci,
che affrontino problemi e obiettivi in un’ottica di “mediazione” fra globale e locale. E’
all’interno di questa mediazione esperta che è stato creato lo spazio d’incontro e la
definizione delle politiche di sistema territoriali, necessarie per dialogare e avere peso nei
rapporti con lo Stato e la Comunità Europea.
Sviluppo economico
Per quanto riguarda lo sviluppo economico, il PTRC tende ad aumentarne la portata e
la competitività. Gli interventi proposti includono la valorizzazione dei parchi polifunzionali
e commerciali di rango regionale e l’invenzione di nuovi nodi di servizio in grado di
affiancare le imprese nelle loro attività produttive. Si vuole poi valorizzare e tutelare i
diversi turismi, ridefinendo il legame tra ospitalità ed armatura culturale e ambientale del
territorio.
Nella “Tavola 05b Sviluppo economico turistico” viene riportato:
ƒ il sistema delle polarità turistiche principali;
ƒ il sistema del turismo sulla neve;
ƒ il sistema del turismo naturalistico e rurale;
ƒ il sistema del turismo della memoria e delle tradizioni;
ƒ il sistema del turismo fieristico e congressuale;
ƒ il sistema del turismo termale;
ƒ il sistema del turismo balneare;
ƒ il sistema del turismo sportivo;
ƒ il numero delle produzioni DOC, DOP, IGP per comune;
ƒ gli elementi territoriali di riferimento;
con la finalità di promuovere lo sviluppo sostenibile delle attività turistiche anche
attraverso forme di integrazione tra settori economici diversi e tra azioni di qualificazione
e diversificazione dell’offerta turistica delle imprese e dei soggetti pubblici; con l’obiettivo
di creare una offerta turistica integrata in grado di coinvolgere e far convergere le diverse
varietà di segmenti turistici nei singoli ambiti territoriali, allo scopo di proporre una offerta
diversificata di prodotti, anche creando un sistema di ricettività diffusa.
Per il territorio del comune di Malo non sono evidenziati particolari indirizzi, emergono
le sole presenze di ville venete e di siti archeologici.
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PTRC Tav. 5b Sviluppo economico turistico (tavola non in scala)
Energia e altre risorse naturali
L’energia, le risorse e l’ambiente sono direttrici del PTRC che mira a razionalizzare e
migliorarne l’uso, anche per contrastare il cambiamento climatico. Gli interventi proposti
comprendono l’uso di risorse rinnovabili per la produzione di energia, il risparmio e la
conservazione dell’acqua, la riduzione degli inquinamenti di suolo, aria e acqua ed il
riordino dei principali corridoi energetici.
Inoltre, riguardo allo specifico tema dei cambiamenti climatici il PTRC afferma che “il
disegno pianificatorio del “Terzo Veneto” non può prescindere da una profonda
riflessione sulle politiche più idonee per contrastare gli effetti del fenomeno cambiamento
climatico”.
Mobilità
Con riferimento alla mobilità, il PTRC sottolinea come sia necessario governare il
rapporto tra le infrastrutture e il sistema insediativo, cogliendo l’opportunità di
razionalizzare il territorio urbanizzato sulla base della presenza dei corridoi plurimodali,
del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) e dell’asse viario della
Pedemontana.
Non compaiono specifiche modifiche riguardanti il territorio in esame che saranno
invece da ricercare nei Piani di scala locale (PTCP o altri Piani del Traffico locali).
Verso la sostenibilità
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“Nell’Alto Vicentino puntare verso la sostenibilità significa valorizzare la disponibilità di
biomassa da destinare a scopi energetici; corsi d’acqua già sfruttati all’inizio
dell’industrializzazione potrebbero essere oggi riutilizzati per scopi energetici rafforzando
l’azione di recupero già intrapresa da alcune realtà locali (es. la Comunità Montana
LeograTimonchio); spazi idonei all’installazione di mulini eolici , spazi adeguati per
l’insediamento di impianti fotovoltaici (le serre energetiche) o di smaltimento liquami per
la produzione di biogas. Bisogna incentivare una edilizia residenziale pubblica e privata
ecocompatibile che diventi esempio da imitare; riuscire ad aumentare la quota di energia
(elettrica e termica) prodotta da fonti rinnovabili; incentivare il risparmio energetico ed il
miglioramento dell’efficienza degli impianti; realizzare progetti dimostrativi per la
promozione del risparmio energetico legati alla certificazione”.
Il sistema delle Contrade
“Buona parte del territorio dell’Alto Vicentino è caratterizzata da una realtà collinare
pedemontana sulla quale insiste un sistema residenziale ed economico caratterizzato
dalle contrade. In queste parti del territorio, in gran parte difeso dalla sua stessa
orografa, le risorse naturalistiche, paesaggistiche e ambientali presenti sono di grande
valenza qualitativa”.
Ultime specifiche
In ultima analisi si rivela, in maniera del tutto generale, che il PTRC sottolinea come
nel Veneto di oggi ci sia un gran bisogno di crescita qualitativa: qualità della produzione,
del lavoro, della vita sociale. I cittadini stessi oggi chiedono servizi, luoghi di incontro,
specializzazioni riconoscibili, collegamenti logistici, standard di qualità dell’aria,
dell’acqua e dell’ambiente che rendano fruibile, in senso ampio e di “benessere
complessivo”, il territorio in cui vivono.
Questa crescita qualitativa deve passare anche attraverso la valorizzazione del
territorio e del paesaggio e del loro valore simbolico-comunicativo, che diventa una
risorsa importante per l’economia, non solo come fonte di attrazione turistica, ma anche,
sempre più, come forma di differenziazione e di identità da far valere sul mercato
globale.
3.4.2
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Vicenza
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) adottato con deliberazione
di Consiglio Provinciale n. 72088 di prot. e 78 di reg. del 20 dicembre 2006, è stato
successivamente riadottato in alcune sue parti con deliberazione di Consiglio Provinciale
n.19784/33 del 10 aprile 2007, con la quale sono state approvate le controdeduzioni e
alcune modifiche alle norme tecniche del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
adottato nel dicembre 2006.
l PTCP ha inteso sviluppare alcuni aspetti peculiari della Provincia quali il
riconoscimento della ricchezza e della varietà dei caratteri identitari del territorio, come
strumenti di progettazione per generare fonti di ricchezza durevoli e di benessere. Un
ulteriore passo compiuto dal PTCP è stato la costruzione di uno scenario strategico che
si propone, oltre alla mitigazione delle criticità ambientali e territoriali, la valorizzazione
integrata delle diverse identità ambientali, territoriali e antropiche, riconnettendole in un
"progetto di territorio" unitario. Per definire tali specificità, il Piano Provinciale è stato
articolato in n. 9 Ambienti insediativi distinti (art. 9 N.T.A. adottate).
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27
Per quanto attiene il Comune di Malo l’ambito di riferimento è il n. 4 denominato “Alto
Vicentino”, normato all’art. 13 delle Norme di Attuazione.
Le azioni politiche devono tendere:
- a prevedere soluzioni comuni per regolamentare la commistione tra attività
produttive e tessuto residenziale;
- ad incentivare il trasferimento, in aree produttive idonee, delle attività
insediate ancora nel tessuto consolidato dei centri urbani;
- a migliorare l’offerta di servizi alla produzione e alla persona da un punto di
vista sia qualitativo che quantitativo;
- a regolamentare, attraverso misure condivise di scala intercomunale, le
modalità di ampliamento e di ristrutturazione delle aree produttive e degli
interventi nel tessuto consolidato, scoraggiando fenomeni di terziarizzazione
in assenza di un quadro di riferimento territoriale;
- a promuovere politiche per la riqualificazione della viabilità e per il
potenziamento della mobilità sostenibile, con la messa in rete le piste ciclopedonali;
- a regolamentare su scala intercomunale l’attività estrattiva, così da limitarne
gli impatti sia sul territorio sia sulla viabilità dell’ambito;
- a promuovere politiche di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio
storico-artistico e naturale;
- a creare un sistema di corridoi ambientali che garantisca la connessione tra la
fascia di montagna e quella di pianura, e quindi un sistema di relazioni più
complesse.
Sistema insediativo: le scelte progettuali dei piani comunali dovranno essere
orientate, come definito dall’art. 10, verso il “recupero, il riuso, la rifunzionalizzazione di
aree già edificate, il completamento edilizio, la rimarginatura e il rimodellamento degli
insediamenti, allo scopo di preservare gli spazi aperti incentivandone la valorizzazione
dal punto di vista agricolo-produttivo, ambientale e turistico-fruitivo”.
Sistema ambientale: il PTCP pone l’attenzione alla tutela e valorizzazione degli
assetti naturalistico-ambientali e dei paesaggi agrari inoltre sottolinea l’importanza di
“sviluppare un sistema di protezione non solamente limitato ai siti ecologicamente
rilevanti, ma che allarga le aree protette mediante la riqualificazione degli habitat
circostanti e che collega tramite corridoi e aree di sosta la dispersione e la migrazione di
specie. Da quanto sopradetto è emerso il concetto di rete ecologica: un’infrastruttura
naturale e ambientale che persegue il fine di interrelazionare e di connettere ambiti
territoriali dotati di una maggiore presenza di naturalità”.
Nel territorio di Malo il PTCP individua una stepping-stone nell ambito sud-ovest del
comune corrispondente alla zona del Monte Pian ed inoltre individua delle zone di
rinaturalizzazione. In corrispondenza del torrente Timonchio individua un corridoio
ecologico principale. Gli elementi della rete ecologica sono normati dall’art. 40
“Salvaguardia e sviluppo della rete ecologica - Rete Natura 2000” delle NT del PTCP.
Sistema della mobilità: al PAT è affidato il compito si sviluppare nel dettaglio gli
obiettivi del PTCP, di operare al fine di raggiungere un’integrazione tra pianificazione
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della mobilità e pianificazione territoriale e urbanistica. In particolare per l’area dell’Alto
Vicentino, per il sistema infrastrutturale è identificata una criticità elevata che interessa la
SP 46 Pasubio e la SP349 Costo, di conseguenza tali viabilità sono oggetto di interventi
progettuali con nuove viabilità tracciate in modo tale da far evitare l’attraversamento dei
centri urbani.
Attività produttive: il PTCP classifica le aree produttive in “ampliabili” e “non
ampliabili”. Nel territorio di Malo sono presenti 3 zone produttive ampliabili Malo-Via Pisa
(ambito 22), San Tomio (ambito 24), Molina-Marano Vicentino (ambito 56) regolamentate
dall’art. 16 e 16bis.
PTCP Vicenza – Carta dei Vincoli (tavola non in scala)
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PTCP Vicenza – Carta delle fragilità (tavola non in scala)
PTCP Vicenza – Carta del sistema ambientale (tavola non in scala)
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30
PTCP Vicenza – Carta del sistema insediativi-infrastrutturale (tavola non in scala)
3.4.3
Piano Regionale dei Trasporti
Il primo Piano Regionale dei Trasporti (PRT), è stato approvato nel 1990, mentre il
seconto PRT è stato adottato dalla Giunta Regionale con provvedimento n. 1671 del 5
luglio 2005 e pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione (BUR) n. 73 del 2 agosto
2005.
l Piano Regionale dei Trasporti del Veneto inquadra il territorio comunale di Malo
all’interno di un ambito di territorio coinvolto da un intervento a scala sovracomunale
ossia dalla Pedemontana Veneta.
L’intervento riguarda il decongestionamento della conurbazione territoriale dell’area
metropolitana del Veneto centrale, con la realizzazione di un by-pass complessivo
dell’area centrale veneta e la creazione di un itinerario pedemontano in continuità,
attraverso la A31 fino all’A27.
L’obiettivo primario della nuova infrastruttura è superare il gap infrastrutturale
costituito dall’attuale assenza di assi stradali ed autostradali adeguati nell’area
pedemontana veneta, sia come servizio degli spostamenti locali di una delle aree più
industrializzate del territorio nazionale, sia creando una alternativa ai traffici di
attraversamento Est-Ovest.
E’ prevista la realizzazione di un nuovo asse che parte dall’A4 tra Montebello
Vicentino e Montecchio Maggiore e si collega alla A31 a Nord di Vicenza tra Dueville e
Thiene. Poi si stacca dall’A31 e termina in provincia di Treviso all’altezza di Spresiano,
sull’A27. L’opera si inserisce nel Sistema Pedemontano Veneto con soluzione
superstradale a pedaggio, come definitivamente convenuto nella Conferenza dei servizi
di Castelfranco Veneto del 30/03/2001. Si tratta di un’opera, la cui competenza è
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31
regionale e verrà realizzata e gestita con riscossione di pedaggio in regime di
concessione, ai sensi della L.R. n. 15/2002, sulla base di una proposta di finanza di
progetto già presentata alla Regione.
3.5
Descrizione delle previsioni di Piano di Assetto del Territorio
Il PAT rappresenta il progetto per il riassetto territoriale e le indicazioni per lo sviluppo
sostenibile, in sintonia con la pianificazione di livello superiore e la legislazione vigente e
coerentemente con le considerazioni sulle invarianti, sulle condizioni di criticità e
sostenibilità, sulle politiche e strategie territoriali per i settori ambientali, insediativi ed
infrastrutturali (articolo 50 lettera g – grafie ed elaborati).
Il PAT, inquadrandosi in un mutato contesto culturale e programmatorio che identifica
i principi di sostenibilità dello sviluppo come fattori fondanti un modello di crescita come
ricordato in premessa, cambia radicalmente l’approccio alle problematiche della
pianificazione urbanistica.
Muta, quindi, il rapporto tra le diverse parti che costituiscono il piano, con assunzione
di importanza degli elaborati di carattere analitico, il tipo di articolazione territoriale e
normativa.
Il progetto che con il PAT si è cercato di perseguire è un disegno complessivo che
investe nei suoi sistemi l’intero territorio di Malo e tenta di consolidare i rapporti
con il territorio in un’ottica intercomunale di coordinamento.
Per Malo è strategico conservare quel rango territoriale che la dimensione
dell’insediamento storico (sia del centro storico propriamente inteso, che delle
importanti manifatture) gli aveva assegnato nel panorama provinciale e riacquisire la
propria “riconoscibilità” all’interno di un territorio (la conurbazione multicentrica
dell’Alto Vicentino), attraverso la valorizzazione della propria identità storica-culturale e
delle specificità territoriali-ambientali, senza snaturare il proprio impianto urbano e subire
passivamente i forti condizionamenti in atto.
Lo scenario individuato dal PAT deriva da una attenta riflessione sulle dinamiche in
atto e da una approfondita valutazione delle possibili alternative. Le diverse alternative
prefigurate sono il risultato delle analisi condotte, nelle quali sono state analizzate le
dinamiche in atto nel comune di Malo e sono state messe a confronto con il contesto
territoriale più ampio, per identificare il ruolo e i condizionamenti che Malo subisce o
impone, dovuti ai processi strutturali in atto e che determinano gli equilibri e le dinamiche
nell’assetto attuale. Significativi sono i risultati emersi: dal valore della densità abitativa in
forte ascesa nell’ultimo quinquennio, ai valori relativi ai dati socioeconomici che pongono
Malo subito dopo ai maggiori comuni di Schio e Thiene, ad una buona presenza di servizi
a livello locale, a valori immobiliari di poco inferiori a quelli registrati nel Comune di Schio.
La scelta dello scenario, supportata da analisi empiriche, è pertanto frutto di una
precisa volontà politica in merito ai risultati attesi, anche e soprattutto in termini di
sostenibilità. Lo scenario scelto (scenario A) viene definito come “conservativo”, inteso
come mantenimento del trend di crescita nelle dinamiche della popolazione, delle attività
produttive e delle abitazioni e di conseguenza ha l’obiettivo principale di creare le
opportunità per sostenere le tendenze in atto. In sintesi, uno scenario che risponde alle
esigenze locali di sviluppo e assume le scelte di carattere sovraordinato affrontandone i
temi e contenuti in relazione alla stessa dimensione locale.
Il territorio è oggetto di una rilevante integrazione di progetti infrastrutturali (nuova
SPV e variante alla Sp n.46) che tendono a ridefinire sostanzialmente l’assetto locale sia
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32
per quanto riguarda la viabilità sovraordinata (E-O) che quella locale di attraversamento
(N-S), senza dimenticare l’esistente accessibilità al casello autostradale della A31 nel
comune di Thiene.
3.5.1
Il sistema delle relazioni
Dal punto di vista del sistema della mobilità e delle infrastrutture la realizzazione
della SPV, con relativo casello autostradale, e la bretella in variante alla Sp n.46
rappresentano opere sicuramente fondamentali-strategiche per il territorio maladense.
La realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta SPV [azione 1 - art. 43
NT], con la creazione dello svincolo a sud del capoluogo, oltre a contribuire nella
prefigurazione dell’assetto funzionale del territorio a livello locale, risulta un’opera
rilevante per mettere in rete il Comune con il Sistema più ampio. Sarà importante,
definito il tracciato definitivo dell’infrastruttura, strutturare un disegno dello schema
viabilistico di supporto al sistema della produzione e di connessione con le infrastrutture
minori. Contestualmente saranno, quindi, promossi progetti di riorganizzazione e
riqualificazione della viabilità della rete stradale minore garantendo il miglioramento della
qualità urbana, della sicurezza ed una maggior connessione. Tra questi si inseriscono:
− il progetto speciale relativo alla Sp n.46 [azione 3 - art. 43 NT]. Con la
realizzazione del nuovo tracciato della Sp n.46 viene dato un forte impulso per
ripensare alla funzione del vecchio tracciato accentuandone il carattere “cerniera
urbana” a discapito della mera funzione di collegamento intercomunale. Il
progetto, quindi, si propone di sviluppare le potenzialità di riaggregazione
mediante un insieme coordinato di interventi che partendo dalla specificità dei
diversi tronchi, sia in grado dare forma ad una nuova struttura insediativa di
migliore qualità;
− l’ipotesi di realizzazione della nuova circonvallazione che dalla rotatoria
lungo la Sp n.114 [azione 4 - art. 43 NT] arriva in località Calcara di Monte di
Malo. L’ipotesi proposta andrebbe a completare il ridisegno della viabilità in
termini sovraccomunali, sgravando ulteriormente la viabilità di attraversamento e
dando ulteriore impulso alla riqualificazione del vecchio asse stradale della Sp
n.46;
− la nuova viabilità in accordo con il Comune di Isola V.na [azione 5- art. 43
NT] frutto di uno specifico accordo intercomunale per risolvere la problematica
relativa al traffico pesante generato dalle attività produttive collocate sulla destra
Giara;
− il tracciato corrispondente alla Sp n.349 proveniente da Villaverla [azione 2- art.
43 NT].
3.5.2
Il sistema della residenza
Per il sistema della residenza Malo vuole mantenere un “rapporto conservativo”
relativamente alle dinamiche insediative in atto, rispondendo prioritariamente alle
esigenze espresse dalla domanda locale. In questo quadro si inseriscono gli obiettivi
perseguiti per i contesti urbani.
Malo capoluogo manterrà l’attuale differenziazione funzionale e morfologica,
impostata sull’asse est-ovest, confermando l’attuale impianto urbanistico. Un ruolo
fondamentale riveste la realizzazione della variante alla Sp n.46. Se fino a pochi anni fa
la Sp n.46 (attuale sedime) rappresentava un limite insuperabile da parte dello sviluppo
residenziale, già con il nuovo piano regolatore tale limite sembra riconfigurarsi
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33
contestualmente al tracciato della nuova bretella. Lo sviluppo residenziale [azione 7art. 39 NT].è previsto, ad est del capoluogo oltre l’attuale Sp n.46, completando un
disegno ed un impianto urbano già avviato dalla recente variante al PRG confermandone
anche i contenuti gestionali (forme perequative). Tale progetto si tradurrà con azioni volte
al recupero di importanti aree degradate presenti o di futura dismissione all’interno
del tessuto urbano, allo sviluppo di aree residenziali con livelli elevati di qualità
urbana tipologica-morfologica e funzionale [azione 10, 11- artt. 34, 36 NT]., definite
a seguito di una attenta valutazione delle aree vuote, e alla riqualificazione di aree
produttive la cui destinazione produttiva interferisce con lo sviluppo urbano
[azione 14, 15- art. 40 NT]., e sarà contenuto idealmente dal “segno antropico” che si
verrà a definire con il tracciato della nuova bretella (variante Sp n.46). In conformità alle
indicazioni della pianificazione provinciale lo sviluppo a nord del comune sarà limitato ed
in adiacenza ai tessuti esistenti per evitare la saldatura con i tessuti urbani del comune
limitrofo e per preservare l’area a nord caratterizzata da segni di agro-centuriazione e
strategica per avviare un progetto di riqualificazione ambientale. Inoltre, nel capoluogo,
costituito da un tessuto urbano idealmente corrispondente alla città storica e consolidata,
sarà perseguito il rafforzamento ed il consolidamento delle funzioni urbane di rango
elevato, confermando da un lato le previsioni di recupero e valorizzazione del
Centro Storico [azione 12- art. 50 NT]., avviate e definite dal PRCS del 2007, e
dall’altra quelle di completamento delle aree residenziali previste; azioni che in fase
operativa dovranno assicurare specifica attenzione alla qualità della vita nelle aree
urbane (dotazione di servizi, aree verdi, standard elevati) che dovrà e potrà tradursi in
azioni coordinate con il territorio agricolo. Rispetto a questo ultimo sarà importante, in un
ottica di mobilità alternativa sostenibile, costituire un razionale impianto di piste e
percorsi ciclo-pedonali [azione 18 - art. 44 NT].per stabilizzare il rapporto
campagna-urbanizzato.
Il nuclei urbani minori delle frazioni (San Tomio, Case di Malo e Molina) sono ben
riconoscibili e dimensionati, come del resto è ben riconoscibile l’edificazione diffusa che li
collega. Per i nuclei urbani minori delle frazioni, il Piano prevede il consolidamento
della propria struttura, attraverso trasformazioni volte alla salvaguardia dei
caratteri storici e peculiari e ad un adeguato potenziamento residenziale.
Capitolo a parte merita l’approfondimento relativo alle dinamiche proprie della città
diffusa, che a Malo si riscontra con la tipologia propria delle contrade. Le abitazioni rurali
sono spesso raggruppate in contrade ed il recupero dell’esistente è stato in passato
accompagnato anche da interventi edificatori ex novo con caratteristiche tipologiche non
sempre rispettose della tradizione locale. Il PAT, dopo una attenta valutazione dello stato
di fatto ha approfondito l’indagine dei nuclei rurali (contrade), in modo da definire
precisamente gli ambiti di edificazione diffusa, cioè di quelle aree che, caratterizzate
dalla presenza di preesistenze insediative, sono utilizzabili per l’organizzazione di centri
rurali, attivando strategie di pianificazione che consentano la riqualificazione di quelli che
attualmente si trovano in un equilibrio precario, salvaguardando la conformazione
morfologica che li caratterizza, cercando di coniugare i problemi legati alla residenza
(nuove capacità edificatorie, dotazione di sottoservizi, nuovi tracciati viabilistici, etc) con
quelli di natura ambientale. Specifiche politiche saranno attuate nel riconoscimento di
diverse situazioni e stato di fatto corrispondenti agli ambiti di collina e di pianura.
Per fare ciò sarà importante tradurre, ma soprattutto ricondurre, la domanda
insediativa di carattere “diffuso”, anche necessariamente in forme selettive, al disegno ed
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34
alla sintesi di un nuovo impianto urbano di qualità e di alto profilo, controllando lo
sviluppo edilizio sul territorio collinare in modo che la risposta a documentate esigenze
abitative sia coerente e rispettosa del paesaggio, valutandone anche la sostenibilità
economica [azione 8, 9- art. 34 NT]..
3.5.3
Il sistema dei servizi alle diverse scale
Il PAT ha riconosciuto quali principali servizi a scala territoriale, ovvero le parti del
territorio ad elevata specializzazione funzionale nelle quali sono concentrate una o più
funzioni strategiche, i servizi ad alta specificazione culturale corrispondenti alla rete
museale del vicentino, i “luoghi di Meneghello” ed il circuito del festival veneto. Tali
ambiti, oltre a essere espressione dell’identità maladense, sono caratterizzati dalla forte
attrattività di persone e da un bacino di utenza di carattere sovracomunale, tali da
comportare un forte impatto sugli altri sistemi territoriali. La costruzione dei riferimenti
dell’identità culturale, così come quelli relativi alla salvaguardia storica e al riequilibrio
ambientale, passa necessariamente attraverso un’approfondita conoscenza degli
elementi e dei fattori costitutivi del territorio. Identità che, quindi, non viene intesa solo
come memoria storica statica, ma anche come “progetto”, cioè come l’insieme degli
elementi sui quali Malo deve puntare per mantenere la sua qualità e riconoscibilità.
Rientrano in questo quadro il sistema di interesse storico-culturale con il relativo
patrimonio (aree archeologiche, centri urbani storici, complessi e nuclei storici, ville e
parchi di interesse storico, luoghi identitari, etc.) che rappresenta una straordinaria
risorsa culturale ed identitaria, ma anche economica. Il livello sovracomunale risulta
quello più adeguato per la gestione di questa risorsa: sarà utile “progettare” in una
visione allargata la “messa in rete” delle diverse componenti. La valorizzazione del
patrimonio storico-culturale dovrà essere svolta parallelamente alla salvaguardia
del sistema del verde naturale ed antropico ed interrelarsi strettamente con il
territorio agricolo, anche per creare opportunità turistiche. Questione che va affrontata
con una precisa consapevolezza dei valori da tutelare: da un lato la collina, dall’altro la
zona agricola, contengono elementi storici e naturalistici di pregio, che costituiscono
patrimonio d’identità insostituibile.
Relativamente alla residenza e ai servizi, il Comune di Malo nel prossimo decennio
dovrà far fronte ad una crescita demografica costante che dovrebbe, non solo
confermarsi nei trend registrati negli ultimi anni, ma secondo le previsioni eseguite dagli
strumenti sovraordinati, aumentare. Il PAT ha pertanto previsto una adeguata dotazione
per governare tali dinamiche, orientando tale crescita ad uno sviluppo equilibrato e
sostenibile che preveda anche nuovi modi e forme dell’abitare.
3.5.4
Il sistema produttivo
La pianificazione strategica dei territori della produzione è uno dei temi forti del PTCP,
come definito dalla LR n.11/04 (art.22). Relativamente allo sviluppo socio-ecomomico,
il Piano provinciale, pur individuando nel comune di Malo ancora una relativa
disponibilità di superfici da destinare al comparto produttivo (superiori rispetto alla media
dell’intero ambito di riferimento), riconosce il ruolo che il comune stesso riveste, ma
soprattutto rivestirà nel futuro, ritenendo le principali aree esistenti ampliabili. Il PAT
si prefigge l’obiettivo di completare e migliorare gli insediamenti esistenti,
ammettendo, quale fabbisogno complessivo di nuovi spazi per attività produttive in uno
scenario di lungo periodo, un ampliamento fisiologico delle proprie aree industriali
esistenti nei limiti e condizioni previsti dal PTCP e affronta nel breve periodo
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situazioni di regolarizzazione e riorganizzazione dei tessuti esistenti [azione 14 - art. 40
NT].
Per quanto riguarda le attività commerciali, il PAT ha previsto la realizzazione di
un’area presso la frazione di S.Tomio, da attuarsi nel rispetto di quanto previsto dal
sovraordinato PTCP [azione 15 - art. 40 NT]..
3.5.5
Il sistema ambientale e del paesaggio
Negli ultimi anni il tendenziale miglioramento della qualità della vita, le pressanti
esigenze di limitare le produzioni agricole, il riconoscimento della vitale importanza
dell'ambiente (suolo, acqua, aria, piante) e dell'irriproducibilità di tali risorse naturali,
hanno messo sempre più in evidenza come le aree agricole e forestali siano comprese
tra funzione produttiva e funzione ambientale.
Allo stesso tempo i processi in atti riportano l’attenzione sulle quotidiane "emergenze
ambientali" (incendi, dissesti idrogeologici, inquinamento delle falde, fenomeni di
eutrofizzazione) per le quali il territorio agricolo, quello forestale, nonché il settore agrosilvo-pastorale, vengono ad assumere nuove funzioni, quali:
− la salvaguardia del territorio contro il dissesto idrogeologico;
− il mantenimento della qualità del territorio nei suoi aspetti paesaggistici;
− la conservazione di un sistema ambientale e territoriale flessibile;
− il recupero di un maggior livello di automantenimento negli equilibri degli
ecosistemi agrari e forestali;
− la creazione di condizioni ambientali idonee ad ospitare anche attività ricreative.
Il progetto di piano mira ad integrare queste funzioni consentendo da una parte
un’analisi complessa del sistema territoriale e dall’altra la possibilità di un inquadramento
paesaggistico che con esse è fortemente correlato. Questa integrazione viene svolta a
partire da quanto già individuato nel nuovo Piano Territoriale Regionale di
Coordinamento in cui l’Atlante ricognitivo degli ambiti di paesaggio inquadra il territorio
del comune di Malo in due ambiti: quello delle Prealpi Vicentine (n° 14) e quello dell’Alta
Pianura Vicentina (n° 23).
A partire da questa suddivisione che coglie le dinamiche territoriali regionali, si
identificano e caratterizzano le strutture ambientali-paesaggistiche che, tramite l’analisi di
alcune specifiche caratterizzazioni, forniscono al progetto di piano indicazioni di carattere
ambientale e paesaggistico.
Nella conformazione del paesaggio in senso generale contribuiscono ed hanno
contribuito fattori condizionanti legati alla presenza di attività agricole ed umane nel suo
complesso. Confermando quanto già evidenziato dal PTRC, a Malo si possono
distinguere due ambiti agricoli diversi:
− quello della collina dove è prevalente la messa a coltura di frutteti ed uliveti (non
intensiva) che vanno ad integrarsi con il contesto ambientale boschivo, che a sua
volta tende ad insinuarsi anche negli anfratti oramai abbandonati un tempo
coltivati, e quello dei vigneti e dei prati stabili. Il paesaggio appare condizionato
dalla presenza di terrazzamenti (“masiere”) boschi, radure in prossimità dei centri
abitati e della fascia pedecollinare;
− quella di pianura dove si riscontra l’eterogeneità delle coltivazioni ed una
frammentazione fondiaria assai ridotta nella parte nord, ed una più elevata
frammentazione fondiaria a sud prevalentemente dedita alle colture di seminativi
e prati stabili e colture di pregio (vivai e vigneti).
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36
Gli elementi di interesse ambientale forniscono un quadro d'assieme delle
caratteristiche fisiche e biologiche che coesistono sul territorio. Assieme agli interventi ed
alle peculiarità di origine antropica, gli elementi di interesse ambientale definiscono il
concetto di paesaggio naturale e di paesaggio agrario, inteso come forma che l'uomo, nel
corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente
imprime al paesaggio naturale.
Alla luce della crescente domanda di beni ambientali e paesaggistici, tipica di una
società postindustriale e della sempre minor importanza dell'aspetto meramente
produttivo delle risorse agricole, la tutela dell'ambiente e del paesaggio diviene parte
integrante degli interventi di programmazione e gestione delle risorse e, in quanto tali,
strumento per il miglioramento delle condizioni ambientali esistenti e di controllo dei
processi di trasformazione e d'uso del territorio.
Non si può parlare di paesaggio agrario senza tenere conto delle colture che "abitano"
il territorio, cioè dei diversi usi del suolo e delle connotazioni morfologiche dello stesso.
Quello di Malo risulta infatti un paesaggio agrario tipico della fascia pedemontana della
pianura veneta, con un’area pianeggiante coltivata eminentemente a seminativo, solcata
da corsi d’acqua e con presenza di elementi vegetali lineari e storico-pasaggistici (residui
delle centuriazioni); mentre l’area collinare, vede la presenza di boschi, pascoli, pratipascoli, seminativo non particolarmente diffuso, vigneti e altre colture legnose di pregio,
cospicua presenza di alberate e piantate.
Ai già evidenziati ambiti di pianura e di collina si aggiunge un ambito trasversale come
quello della rete idrografica formata dai sistemi del Livergon, della Giara, del Leogretta,
del Timonchio e del Trozzo Marano. Quest'ultimo è un corso d’acqua insignificante in
molti periodi dell’anno perché non contiene acqua ma allo stesso tempo risulta un
elemento molto forte del territorio perché permette lo scarico dell’acqua quando vi è
necessità, oltre ad essere uno degli elementi legati alla centuriazione romana: sembra
possa essere uno dei cardi, degli assi nord-sud principali di quel tempo. Affianco a questi
non vanno dimenticate poi le rogge minori molto presenti nel territorio. Inevitabilmente
questo sistema, per le sue specificità, fornisce elementi paesaggistici tipici che si
inseriscono nei diversi contesti territoriali. [azione 17, 18 – artt. 44, 51 NT].
Per tutti i riferimenti alle norme tecniche di piano si rimanda all’Allegato 03 ed anche
nella tavola 02.
3.5.6
Sintesi delle azioni di piano
Si riportano di seguito le tabelle delle azioni di piano utilizzate e valutate all’interno del
Rapporto Ambientale della VAS. Inoltre per ogni sistema si riporta una tabella e una
tavola con indicate le azioni di piano, piano di riferimento e l’ambito sul quale ricade
l’intervento. Per maggior dettaglio si veda la tavola allegata 02 e le norme tecniche
allegate.
Per ogni azione di piano si riporta il livello di pianificazione ossia da quale
strumento di pianificazione sono previste, ATO ossia in quali ATO ricade ogni azione.
ATO 1: ambito urbanizzato del capoluogo;
ATO 2: ambito urbanizzato della frazione di San Tomio;
ATO 3: ambito urbanizzato della frazione di Molina;
ATO 4: ambito naturale della pianura;
ATO 5: ambito naturale della collina.
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Figura 3-4 azioni del sistema infrastrutturale
SISTEMA INFRASTRUTTURALE
Azione
Livello di Pianificazione
ATO
1
Superstrada Pedemontana Veneta e
Nuovo Casello Autostradale:
realizzazione di una nuova viabilità in parte
in galleria che interessa il monte Pian ed in
parte fuori terra con la realizzazione del
casello autostradale. Opera soggetta a
valutazione di impatto ambientale e a una
specifica valutazione di incidenza
ambientale (art. 43 NT)
PTCP/PRG
2, 4, 5
2
Variante SP349 – Villaverla: nuova
viabilità prevista dal PTCP per sgravare dal
traffico i centri abitati di Molina e di
Villaverla (art. 43 NT)
PTCP
3
3
Nuova SP 46: nuova viabilità che mira a
togliere il traffico di attraversamento dai
centri abitati di Malo e San Tomio
prevedendo un tracciato che passa ad est
della strada esistente in territorio agricolo
lambendo in alcuni tratti alcuni fronti
urbanizzati (art. 43 NT)
PTCP
1, 2, 4
4
Circonvallazione ovest: prevede la
realizzazione di una circonvallazione che
consentirebbe il collegamento fra la SR 46,
la SP 114 e la SP 12 (art. 43 NT)
PAT/PUT
1
5
Nuova viabilità in accordo con il
comune di Isola Vicentina: piccolo
intervento infrastrutturale che segue il
confine tra i comuni di Malo e Isola
Vicentina ha lo scopo di consentire un
nuovo e diverso accesso al mangimificio
presente a sud del torrente Giara e che ora
si appoggia alla viabilità esistente nella
parte sud-ovest riducendo così il traffico di
attraversamento della frazione di S.Tomio
(art. 43 NT)
PAT
2
37
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
4
3
3
2
1
3
5
Figura 3-5 Sistema infrastrutturale (estratto Tavola delle Trasformabilità – figura non in scala)
38
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
Figura 3-6 Azioni del sistema residenziale – produttivo - servizi
SISTEMA RESIDENZIALE
Azione
6
7
8
9
10
11
12
Completamento dell'espansione insediativa
residenziale: sono aree del PRG non ancora attuate
alla data di adozione del PAT (piano urbanistico non
convenzionato), che il piano conferma, demandando
alla fase operativa un eventuale ridisegno del tessuto
(art. 33 NT)
Nuovo sviluppo insediativo residenziale: sono
direttrici che il PAT individua come strutturali per lo
sviluppo residenziale del territorio. Sono indicazioni di
carattere strutturale e di conseguenza sono
prettamente indicative e non conformative. (art. 39 NT)
Edificazione diffusa di pianura: comprendono
aggregazioni edilizie in contesto periurbano, rurale
caratterizzate principalmente dalla frammentazione
fondiaria, con destinazioni non agricole, in prossimità
delle strade. Il PI provvederà a:
specificare la zonizzazione nel rispetto delle
caratteristiche paesaggistico-ambientali, tecnicoagronomiche e di integrità fondiaria del territorio
tutelate dal PAT e stabilirà per ogni ambito di
edificazione diffusa la nuova volumetria massima
realizzabile precisando le modalità di attuazione (art.
34 NT)
Edificazione diffusa di collina: comprendono
aggregazioni edilizie in contesto collinare,
caratterizzate principalmente dalla frammentazione
fondiaria, con destinazioni non agricole, in prossimità
delle strade. Il PI provvederà a:
specificare la zonizzazione nel rispetto delle
caratteristiche paesaggistico-ambientali, tecnicoagronomiche e di integrità fondiaria del territorio
tutelate dal PAT e stabilirà per ogni ambito di
edificazione diffusa la nuova volumetria massima
realizzabile precisando le modalità di attuazione (art.
34 NT)
Zone di riqualifica e riconversione: sono aree e/o
edifici che necessitano o sono di fatto interessate da
processi di dismissione, degrado, trasformazione o
evoluzione dell’assetto fisico e funzionale attuale, come
indicato nella cartografia di progetto, per le quali
l’Amministrazione intende avviare un processo di
riqualificazione e riconversione (art. 36 NT)
Aree idonee per il miglioramento della qualità
urbana: trattasi di aree interessate da interventi di
riorganizzazione urbana e di ristrutturazione
urbanistica, demandando al PI la previsione di un
nuovo assetto riferito agli spazi pubblici, alle strade, al
verde e ai parcheggi, alle aree a servizi, in relazione ai
quali vengono definite le regole compositive del tessuto
edilizio, con la tutela e valorizzazione dei contesti
storici (art. 35 NT)
Valorizzazione e recupero del centro storico: il PAT
individua nei centri antichi la risorsa principale per il
mantenimento del valore dell'identità culturale degli
insediamenti e delle comunità locali e per l'incremento
della fruizione turistica, culturale e ambientale, del
territorio provinciale, e li classifica, conformemente alle
indicazioni formulate dal PTCP (art. 50 NT)
Livello di
Pianificazione
ATO
PRG
1, 2, 3
PAT
1, 2, 3
PAT
1, 2, 3, 4
PAT
5
PAT
1, 2, 5
PAT
1, 2, 3, 5
PRG
1
39
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
13
Programma complesso (a. residenziale per stralci,
b. nuova viabilità, c. commerciale): Ambito A - ambiti
di progetto di coordinamento urbanistico, individuati nel
vigente PRG come zone territoriali C2.3/3 e C2.3/5
(residenziali di sviluppo), Ambito B - area a sud di via
Ca’ Bianca, di raccordo tra gli ambiti A e C, per la quale
è prevista la realizzazione di una nuova area
residenziale in continuità con i tessuti urbani esistenti,
Ambito C - Ambito Ex Deimos, corrispondente al fronte
compreso tra via Leonardo da Vinci e via Marco Polo,
per il quale è prevista la riorganizzazione morfologicafunzionale, con caratteri prevalentemente commerciali
e direzionali(art. 42 NT)
PAT
1, 2
SISTEMA PRODUTTIVO
Azione
14
15
Sviluppo del produttivo nei limiti del 7% del PTCP
indicazioni del PTPC di Vicenza per il sistema
produttivo secondo l'art. 16 delle NTA ossia
l’incremento del 7% delle aree produttive esistenti quali
Malo – Via Pisa, San Tomio e Molina-Marano Vicentino
(art. 40 NT)
Porta commerciale sud della città di Malo:
realizzazione di una zona commerciale a sud del centro
di Malo (art. 40 NT)
Livello di
Pianificazione
ATO
PTCP
1,2,3
PAT
2
SISTEMA DEI SERVIZI
Azione
16
Progetti Speciali: Livergon-Giara, SP46, Proa:
Livergon-Giara: definire un sistema di spazi rurali
protetti, orti e giardini privati, spazi pubblici e percorsi
pedonali che formino la grande spalla ovest di Malo all’
interno della quale siano soddisfatte le domande di
servizi e relazione in un contesto ambientalmente
rilevante
SP 46 propone di sviluppare le potenzialita di
riaggregazione mediante un insieme coordinato di
interventi che partendo dalla specificata dei diversi
tronchi, sia in grado dare forma ad una nuova struttura
insediativa di migliore qualità
Proa si intende sviluppare la potenzialità di asse
centrale di interconnessione dei percorsi ciclopedonali,
a forte connotazione ambientale, con ramificazioni
verso le strutture pubbliche (in primo luogo le scuole) e
in direzione dei quartieri ad est della SS46
(art. 35 NT)
Livello di
Pianificazione
PRG
ATO
1,2
40
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
Figura 3-7 Sistema residenziale – produttivo - servizi (estratto Tavola delle Trasformabilità – figura non in scala)
41
PAT MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
Figura 3-8 Azioni del Sistema ambientale
SISTEMA AMBIENTALE
Azione
17
18
Tutela e valorizzazione del sistema
ambientale*:
rete ecologica in genere si presenta
strutturata in corridoi e nuclei, inseriti
nell’agroecosistema in cui si sono identificati
ambiti agricoli ad elevata permeabilità
residua, a presenza significativa di siepi e
filari, green ways, blue ways. Il PAT, con il
supporto alle analisi ambientali ed
agronomiche, ha previsto corridoi ecologici
principali e secondari, un’area ad alta
naturalità da sottoporre a regime di
protezione (stepping stone) e alcuni ambiti di
restauro ambientale. (art. 51 NT)
Connessione della mobilità lenta:
- definisce i tracciati di progetto come
indicazione territoriale per la pianificazione di
livello inferiore e in conformità con gli enti
sovraordinati (Regione, Provincia e Consorzi
di Bonifica, etc…);
- promuove la realizzazione, la cura e la
manutenzione di itinerari storico-naturalistici
lungo sentieri esistenti, che permettano la
visita di luoghi di notevole interesse
archeologico e naturalistico.
(art. 44 NT)
* azioni ricavate, in parte dal PTCP di Vicenza
Livello di
Pianificazione
ATO
1, 2, 3, 4
PAT
1, 2, 3, 4
PAT
42
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
43
17
18
17
17
18
17
Azione 17
Azione 18
Figura 3-9 Sistema ambientale (estratto Tavola delle Trasformabilità – figura non in scala)
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
3.6
44
Sintesi delle azioni strategiche previste dal PAT e previsione del grado di
interferenza diretta e/o indiretta con i siti della Rete Natura 2000
Di seguito si riportano le principali azioni di piano proposte dal PAT per l’intero
territorio comunale, per ognuna delle quali viene svolta un’analisi preliminare delle
interferenze con il SIC “Biotopo “Le Poscole”” al fine di localizzare preventivamente gli
interventi più significativi o potenzialmente impattanti sul sito stesso.
Nella tabella sono indicate:
− potenziali fonti di pressioni rispetto al SIC analizzato;
− la presenza di interferenza rispetto al SIC analizzato;
− la previsione del grado di interferenza quantificata secondo la seguente
scala: interferenza nulla, interferenza bassa, interferenza media,
interferenza elevata.
SISTEMA INFRASTRUTTURALE
Potenziali fonti di
Interferenze con IL
pressione
SIC analizzatO (SI,
NO)
Azioni
1
2
3
4
5
Superstrada
Pedemontana Veneta e
Nuovo Casello
Autostradale (art. 43 NT)
Variante SP349 –
Villaverla (art. 43 NT)
Nuova SP 46 (art. 43 NT)
Circonvallazione ovest
(art. 43 NT)
Nuova viabilità in
accordo con il comune
di Isola Vicentina (art. 43
NT)
7
8
9
10
nessuna
nessuna
nessuna
no
nulla
no
nulla
no
nulla
no
nulla
no
nulla
nessuna
SISTEMA RESIDENZIALE
Potenziali fonti di
Interferenze con IL
pressione
SIC analizzatO (SI,
NO)
Azioni
6
nessuna
Completamento
dell'espansione
insediativa residenziale
(art. 33 NT)
Nuovo sviluppo
insediativo residenziale
(art. 39 NT)
Edificazione diffusa di
pianura (art. 34 NT)
Edificazione diffusa di
collina (art. 34 NT)
Zone di riqualifica e
riconversione (art. 36
NT)
Previsione del grado
di interferenza sul
SIC (nulla, bassa,
media, elevata)
Previsione del grado
di interferenza sul
SIC (nulla, bassa,
media, elevata)
nessuna
no
nulla
no
nulla
no
nulla
no
nulla
no
nulla
nessuna
nessuna
disturbo antropico in
fase di cantiere
disturbo antropico in
fase di cantiere;
perturbazione delle
specie
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
SISTEMA PRODUTTIVO
Potenziali fonti di
Interferenze con IL
pressione
SIC analizzatO (SI,
NO)
Azioni
Sviluppo del produttivo
nei limiti del 7% del
PTCP (art. 40 NT)
Porta commerciale sud
della città di Malo (art. 40
NT)
14
15
Progetti Speciali:
Livergon-Giara, SP46,
Proa (art. 35 NT)
16
Azioni
Previsione del grado
di interferenza sul
SIC (nulla, bassa,
media, elevata)
nessuna
no
nulla
nessuna
no
nulla
SISTEMA DEI SERVIZI
Potenziali fonti di
Interferenze con IL
pressione
SIC analizzatO (SI,
NO)
Azioni
nessuna
no
SISTEMA PRODUTTIVO
Potenziali fonti di
Interferenze con IL
pressione
SIC analizzatO (SI,
NO)
45
Previsione del grado
di interferenza sul
SIC (nulla, bassa,
media, elevata)
nulla
Previsione del grado
di interferenza sul
SIC (nulla, bassa,
media, elevata)
Tutela e valorizzazione
Azioni positive ma non dirette sul SIC analizzato
del sistema ambientale*
(art. 51 NT)
Connessione della
18
mobilità lenta:
Azioni positive ma non dirette sul SIC analizzato
(art. 44 NT)
* azioni ricavate, in parte dal PTCP di Vicenza
17
Come si denota dalle tabelle sopra riportate nessuna delle azioni comportando
trasformazioni all’interno dell’area SIC; pertanto non determina alcuna pressione rispetto
alle specie e agli habitat del SIC analizzato.
Come si può desumere dalle tabelle sopra riportare e dalle tavole allegate alla
presente relazione, l’ambito prossimo al sito di importanza comunitaria “Biotopo “Le
Poscole”” riguardano principalmente azioni di tutela e valorizzazione del sistema
ambientale, che confermano le indicazioni della pianificazione superiore, e provvedono
anche se indirettamente alla salvaguardia del SIC.
Per tutte le azioni considerate positive nei confronti del SIC e per quelle che
non lo interessano non è prevista una ulteriore analisi e quindi non saranno
riprese nei paragrafi successivi. L’unica azione individuata come potenziale fonte
di pressione per il SIC riguarda l’azione di edificazione diffusa di collina che verrà
analizzata in maggior dettaglio.
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
46
Figura 3-10 localizzazione intereventi più prossimi al SIC (figura non in scala)
3.7
Utilizzo della risorsa
Si riporta una tabella in cui è indicato l’utilizzo delle risorse per le azioni del PAT che
possono avere interferenze con il SIC “le Postole”:
Azioni
9
Edificazione diffusa
di collina (art. 34 NT)
SISTEMA RESIDENZIALE
Occupazione di
Tecniche costruttive utilizzate
superficie del SIC
Materiali tradizionali, con tecniche di
no
risparmio energetico e sostenibilità
ambientale
Come si desume dalla tabella sopra riportata gli interventi prevedono la realizzazione
di volumi massimi pari a 800 mc con le medesime tipologie già esistenti nelle contrà e
con l’impiego di tecniche costruttive sostenibili. Sono interventi esterni al SIC che non
comportano perdita di superficie.
3.8
Fabbisogno nel campo dei trasporti, della viabilità e delle reti infrastrutturali
Il piano individua alcuni tracciati aggiuntivi alla viabilità che andranno a risolvere i
problemi legati al passaggio dei mezzi pesanti e permetteranno il collegamento con i
comuni contermini.
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
47
In relazione alle destinazioni d’uso previste, si stima un’influenza relativa all’aumento
del traffico. Presumibilmente le ore di punta coincideranno con la partenza o il rientro dai
luoghi di lavoro e saranno tali da non gravare sulla rete stradale grazie alle nuove
infrastrutture che dovranno essere realizzate.
Per quanto concerne i trasporti, al fine di ridurre il traffico privato su gomma, il PAT
incentiva la mobilità sostenibile attraverso il completamento e lo sviluppo della rete delle
piste ciclabili e dei percorsi pedonali.
3.9
Emissioni, scarichi, rifiuti, rumori, inquinamento luminoso
Si riporta una tabella in cui sono evidenziati le emissioni, gli scarichi, i rifiuti e
l’inquinamento luminoso derivanti dagli interventi proposti dal PAT, in fase di cantiere ed
in fase di esercizio, Tali emissioni non vanno ad interferire con il sito della Rete natura
2000 analizzato
Azioni
Edificazione diffusa
di collina (art. 34 NT)
9
SISTEMA RESIDENZIALE
In fase di cantiere
Emissione di polveri, rumori,
scarico del materiale non
utilizzabile in apposite discariche
In fase di esercizio
Nessuna
Come si può vedere dai dati riportati in tabella, in fase di cantiere l’azione
“edificazione diffusa” prevede il trasporto dei materiali e la movimentazione degli
automezzi nell’area di lavoro, che provocano emissioni sottoforma di gas di scarico e
polveri. Allo stesso modo la movimentazione di automezzi e mezzi meccanici, come
anche le attività di demolizione, producono rumore. Questi impatti sono quindi legati alla
fase di realizzazione delle opere e non sono riconducibili anche alla fase di esercizio.
3.10 Alterazioni dirette e indirette sulle componenti ambientali (aria, acqua, suolo)
Si riporta una tabella nella quale sono riassunte le potenziali alterazioni a carico delle
componenti ambientale derivanti dalla realizzazione delle azione “edificazione diffusa di
collina” del PAT
Figura 3-11 Potenziali alterazioni a carico delle componenti ambientali del territorio di Malo
derivanti dalle azioni di PAT
AZIONI
9
Edificazione diffusa di
collina (art. 34 NT)
ARIA
ACQUA
SUOLO
emissioni di polveri in
fase di cantiere
no
no
Come si può vedere dalla tabella precedente, le azioni proposte dal PAT non
provocano sostanziali alterazioni alle componenti ambientali del territorio del comune di
Malo .Per tale intervento è previsto lo scarico controllato delle acque di rifiuto nella rete
fognaria o mediante l’utilizzo di vasche imhoff, per cui non sono previste alterazioni alla
qualità dell’acqua.
ome già detto nel precedente paragrafo tutti questi potenziali impatti sul territorio, che
non incidono sul sito della Rete Natura 2000.
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
48
3.11 Identificazione di tutti i piani, progetti e interventi che possono interagire
congiuntamente
Per effetti cumulativi si devono intendere quelli apportati da altri progetti generalmente
scollegati al presente PAT.
Alla luce di quanto esposto al paragrafo 3.4, si può affermare che il PAT non
manifesta possibili sovrapposizioni di effetti sul sito Natura 2000 in esame con eventuali
progetti su scala urbanistica.
Si è infatti illustrato come i piani sovraordinati abbiano assunto un indirizzo di tutela,
rispetto e recupero del territorio dell’Alto vicentino.
3.12 Piano direttamente connesso o necessario alla gestione del sito
Perché un piano possa essere considerato “direttamente connesso o necessario alla
gestione del sito”, la “gestione” si deve riferire alle misure gestionali ai fini di
conservazione, mentre il termine “direttamente”, si riferisce a misure che sono state
concepite unicamente per la gestione a fini conservazionistici di un sito e non in relazione
a conseguenze dirette e indirette su altre attività (COMMISSIONE EUROPEA - DG
AMBIENTE, 2001).
Nel caso in esame è possibile affermare che il Piano di Assetto del territorio del
comune di Malo non è direttamente connesso o necessario alla gestione dei siti della
rete Natura 2000 presenti nel territorio indagato.
4. FASE 3. VALUTAZIONE DELLA SIGNFICATIVITÀ DELLE INCIDENZE
4.1
Definizione dei limiti spaziali e temporali dell’analisi
Alla luce di quanto emerso dalla fase due è possibile definire i limiti spaziali e
temporali entro i quali si possono generare degli impatti e quindi delle ricadute
sull’ambiente conseguenti l’attuazione degli interventi di piano e quindi concentrare
l’analisi sulle scelte di piano che possono incidere negativamente sull’area SIC.
Al fine di favorire la corretta interpretazione spaziale delle previsioni del PAT, si riporta
una rappresentazione cartografica con indicate le aree interessate dai maggiori impatti
potenziali (100 metri di raggio).
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
49
Aree interessate dagli impatti potenziali (100 m raggio)
Figura 4-1 aree interessate dagli impatti potenziali (figura non in scala)
Come di vede dalla figura sopra riporta gli effetti della realizzazione dell’edificazione
diffusa sono strettamente legati all’intorno più prossimo del perimetro dell’edificazione
diffusa più prossimo del PAT.
L’intervento individuato con la lettera A dista dal SIC circa 500 m e trovandosi in
collina, questa rappresenta anche un limite fisico importante di separazione tra il SIC e
l’interveto.
4.2
Caratteristiche del sito della Rete Natura 2000 interessato
4.2.1.1
Scheda Natura 2000 SIC IT3220039 “Biotopo Le Poscole”
In questo paragrafo vengono riportati schematicamente i dati relativi a specie ed
habitat del sito SIC IT3220039 Biotopo “Le Poscole”", come elencati nel formulario
Standard Natura 2000 reperito nel sito internet della Regione Veneto (fonte:
www.regione.veneto.it).
Tipo di sito: B
Codice sito: IT3220039
Nome sito: “Biotopo “Le Poscole””
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
50
Data di compilazione: 07/2004
Data aggiornamento: 02/2005
Data classificazione sito come SIC:
Localizzazione centro sito:
Longitudine:
E 11° 23’ 6”
Latitudine:
N 45° 36’ 41”
Area: 149,00 ha
Lunghezza sito: 11 km
Altezza: 161 m (min) - 334 m (max)- 214 m (media)
Regione amministrativa: Veneto (100% della superficie)
Regione biogeografica: continentale
4.2.1.2
Descrizione del sito
Figura 4-2Caratteristiche generali sito
Tipi di habitat
% copertura
Corpi d’acqua interni (stagnanti e correnti)
10
Brughiere, boscaglie, macchia, Garighe, friganee
20
Praterie umide, praterie di mesofite
30
Colture cerealicole intensive (comprese le colture in rotazione con maggese
regolare)
5
Praterie migliorate
5
Altri terreni agricoli
5
Foreste di caducifoglie
20
Altri (inclusi abitati, strade, discariche, miniere e aree industriali)
5
Copertura totale habitat
100%
Agrobiotopo con ampi tratti di corso d'acqua di origine carsica (grotta della Poscola) che origina
situazioni a prato umido (Molinio-Arrhenetheretea) accompagnati a boschi con facies a
Buglossoido-Ostryetum. Tratti dei corsi d'acqua hanno coperture rientranti tra i Lemnetea minoris,
Phragmitetea, con popolamenti a Ranunculus trichophyllus.
4.2.1.3
Qualità e importanza
Importante zona di riproduzione per gli anfibi, fra i quali alcune specie minacciate; varie
associazioni vegetazionali tipiche e habitat prioritari.
4.2.1.4
Vulnerabilità
Trasformazioni agrarie, bonifica e cambio di destinazione d'uso dei terreni.
4.2.1.5
Habitat elencati in All. I Dir 92/43/CEE
Nella tabella che segue sono riportati gli habitat di interesse comunitario presenti nella
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
51
SIC in esame:
STATO DI CONSERVAZIONE
VALUTAZIONE GLOBALE
significativo
10
Buona
0–2%
Buono
Significativo
1
Buona
0–2%
Buono
Buono
(% NAZIONALE)
Buono
SUPERFICIE RELATIVA
0–2%
RAPPRESENTATIVITA'
Buona
DELL'HABITAT
30
% DI COPERTURA
CODICE DELL'HABITAT
Figura 4-3- Habitat elencati in Allegato I Direttiva 92/43/CEE per il SIC IT3220039 – Biotopo “Le
Poscole” Malo
Fiumi delle pianure e montani con
6410
vegetazione del Ranunculion fluitantis
e Callitricho-Batrachion^
Praterie con Molinia su terreni
3260
calcarei, torbosi o argilloso-limosi
(Molinion aeruleae)^
8310
Grotte non ancora sfruttate a livello
turistico^
^ HABITAT NON INDIVIDUATI NELLA CARTOGRAFIA DEGLI HABITAT APPROVATA CON DGRV
2702/2006 E DGRV 1628/
Secondo la cartografia degli habitat approvata con DGRV 2702/2006 e DGRV
1628/2008 tali habitat non sono rappresentati ma è presente “Praterie magre da fieno a
bassa altitudine” come rappresentato nella tavola allegata.
PAT MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
4.2.1.6
52
Specie Anfibi e Rettili elencate in All. II Dir 92/43/CEE
Figura 4-4 – Anfibi e Rettili elencati nell’allegato II Direttiva 92/43/CEE per il SIC IT3220039 – Biotopo “Le Poscole” Malo
SPECIE
POPOLAZIONE
VALUTAZIONE SITO
COD.
Nome
Migratoria
Popolazione
Nome comune
Residente
Conservazione
Isolamento
scientifico
nazionale
Nidificante
Svernante
Occasionale
Valore
Globale
1193
Ululone dal
ventre giallo
Bombina
variegata
Specie
comune
0–2%
Buona
conservazione
Popolazione
non isolata
ma ma ai
margini
dell’area di
distribuzione
1215
Rana di Lataste
Rana latastei
Specie
comune
2 – 15 %
Buona
conservazione
Popolazione
non isolata
Valore buono
Buona
conservazione
Popolazione
non isolata
ma ma ai
margini
dell’area di
distribuzione
Valore buono
1167
Tritone crestato
italiano
Triturus carnifex
Specie
comune
0–2%
Valore buono
PAT MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
4.2.1.7
53
Descrizione degli habitat in Allegato I Direttiva 92/43/CEE e presenti nel SIC
IT3220039 – Biotopo “Le Poscole” Malo
Figura 4-5 Estratto della cartografia degli habitat – fonte Regione Veneto
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
54
FIUMI DELLE PIANURE E MONTANI CON VEGETAZIONE DEL RANUNCULION FLUITANTIS E
DEL CALLITRICHO-BATRACHION: corsi d' acqua di pianura e di montagna, con
vegetazione sommersa o galleggiante del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion
(in estate con bassi livelli delle acque) o muschi acquatici. Questo habitat, a volte, è
associato con le Comunità della serie di Butomus umbellatus. È importante prendere in
considerazione questo punto nel corso della selezione di un luogo.
PRATERIE CON MOLINIA SU TERRENI CALCAREI, TORBOSI O ARGILLOSO-LIMOSI
(MOLINION CAERULEAE): praterie di Molinia su terreni umidi e scarsamente ricchi di
nutrienti. Derivano da gestione intensiva, a volte con una falciatura in ritardo durante
l'anno, o corrispondono ad una fase deteriorata di scarico delle paludi della torba. Il
terreno si presenta torboso e diventa asciutto d’est.
GROTTE NON ANCORA SFRUTTATE A LIVELLO TURISTICO: cavità carsiche,
comprendenti corpi idrici e torrenti sotterranei, che ospitano specie endemiche e
specializzate o che sono di particolare importanza per la conservazione di specie
dell’allegato II della Direttiva Habitat. Per quanto concerne il contingente floristico, questi
ambienti di grotta ospitano pochissime forme di vegetali (alghe, briofite, qualche specie di
felce) quasi tutte relegate in prossimità dell’entrata della cavità dove ancora la luce
soffusa permette lo svolgimento della fotosintesi. La fauna cavernicola è in parte
endemica ed altamente specializzata. Questa è composta principalmente da invertebrati
che vivono esclusivamente all’interno delle cavità o nelle acque sotterranee. Tra questi si
rinvengono soprattutto alcuni coleotteri saprofagi o carnivori (Bathysciinae e Trechinae)
che hanno una distribuzione piuttosto limitata. Altri invertebrati cavernicoli, legati alle
acque sotterrane e ricchi di specie endemiche, sono i crostacei (Isopoda, Amphipoda,
Copepoda). Sono presenti anche alcune specie di molluschi (Hydrobiidae) e tra i
mammiferi diverse specie di pipistrelli che svernano e si riproducono all’interno di queste
grotte.
PRATERIE MAGRE DA FIENO A BASSA ALTITUDINE: Comunità conservate dalle pratiche
colturali del taglio e della concimazione. Se abbandonate in montagna sono invase da
piante legnose arbustive seguite da alberi dei boschi di latifoglie circostanti (Tilio-Acerion,
Carpinion, Alnion glutinoso-incanae), in pianura spesso sostituite con altre coltivazioni
(seminativi, colture arboree).
Fonte: PTCP PROVINCIA DI VICENZA e www.ambiente.regione.lombardia.it
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
4.2.1.8
55
Descrizione delle specie di anfibi e rettili elencate nell’Allegato II Direttiva
92/43/CEE e presenti nel SIC IT3220039 – Biotopo “Le Poscole” Malo
COD
Nome scientifico
1193
Bombina variegata
Nome comune
Ululone dal ventre giallo
Specie relativamente frequente nell'area alpina e
prealpina, diviene sporadica in pianura, ove non è
chiaro se vi sia presente per fattori climatici naturali o
come elemento residuale di una più ampia distribuzione
ridotta dall'intervento antropico (Semenzato, 1994). I
Colli Euganei sono un importante area di rifugio per
questa specie, che alcune ricerche hanno rivelato
essere assente dalle zone planiziali perieuganee, quali
Montagnana (Ferri, 1988) e Veggiano (Borgoni &
Richard, 1992). Questo anfibio sfrutta le vasche un
tempo utilizzate per la preparazione della poltiglia
Bardolese e le raccolte d’acqua formatisi nelle cave
dismesse (Paolucci, com. pers.).
Specie inclusa negli allegati II e IV della direttiva CEE
92/43 del 1992, e nell'allegato II della Convenzione di
Berna.
(Fonte: TURIN P. et al, 2003)
Foto:
www.anfibi.org
COD
1215
Nome scientifico
Rana latastei
Nome comune
Rana di Lataste
Specie praticamente endemica dell'Italia settentrionale,
dato che è presente solo in limitate zone confinanti del
Canton Ticino e della Slovenia e in qualche stazione
isolata della Croazia (Istria) (Amori et al., 1993). È
rinvenibile nel settore settentrionale dei Colli, all'interno
di boschi umidi, in particolare in prossimità dei calti. La
sua presenza è considerata significativa all’interno delle
valli Toffan (AA.VV., 2006).
Specie italiana minacciata (Amori et al., 1993), inclusa
negli allegati II e IV della direttiva CEE 92/43 del 1992,
e nell'allegato II della Convenzione di Berna.
(Fonte: TURIN P. et al, 2003)
Foto: P. Paolucci,
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
COD
1167
Nome scientifico
Triturus carnifex
Nome comune
Tritone crestato italiano
Un tempo riconosciuto come razza geografica di T.
cristatus, recenti studi cariologici ne hanno elevato il rango
a piena specie.
Si differenzia da T. cristatus, oltre che per il diverso areale
di distribuzione, per le zampe anteriori proporzionalmente
più lunghe, la pelle meno verrucosa, l’assenza della
punteggiatura bianca sui fianchi e per la presenza di una
stria vertebrale chiara, generalmente gialla, spesso
presente nelle femmine.
Tra i tritoni italiani è la specie che raggiunge le più grosse
dimensioni. È il più grande tritone italiano (fino a 14-18 cm
compresa la coda) e presenta parti ventrali del tronco di
colorazione gialla o giallo-aranciata, con macchie nere
isolate o fuse a formare figure di varie forme.
Il dimorfismo sessuale è molto accentuato, soprattutto
durante la stagione riproduttiva. Le femmine raggiungono
dimensioni maggiori di quelle dei maschi, presentano
spesso una stria vertebrale giallastra e hanno una cloaca
piatta e poco saliente nella sua porzione ventrale. I
maschi, durante la stagione riproduttiva, presentano
caratteri sessuali secondari molto appariscenti: cresta
vertebrale alta anche più di un centimetro, con margine
dentellato, presenza sui lati della coda di una banda
bianco-lattea con riflessi sericei, cloaca rigonfia di forma
emisferica.
La larva è lunga sino a 8 cm (ma quasi sempre un po' più
piccola), si presenta di colorazione brunastra ed è
caratterizzata dalla coda, che assottiglia gradualmente in
un lungo filamento.
(FONTE: http://www.ecosistema.it/centroanfibi)
Foto: www.ecosistema.it
56
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
4.2.1.9
57
Quadro conoscitivo dell’ambiente (fonte PTCP della Provincia di Vicenza)
Nei paragrafi che seguono vengono descritte in dettaglio le caratteristiche naturali
delle aree Rete Natura 2000 interessate dal progetto mediante analisi dei dati contenuti
nel formulario standard.
ASPETTI MORFO-TERRITORIALI, IDROLOGICI E/O IDRAULICI
Il biotopo fa parte della valle del torrente Poscola, situata all’estremità orientale dei
Lessini vicentini, sulla sinistra idrografica della vallata dell’Agno. Dal valico di Priabona
(253 m s.l.m.) essa si sviluppa per circa 4 km con un andamento nordsud. I principali colli
che delimitano la valle sono il Monte Grande (609 m s.l.m.), il Monte Montagna (619 m
s.l.m.), il Monte Verlaldo (596 m s.l.m.) e il Monte Pulgo (509 m s.l.m.). Nell’area sono
presenti affioramenti rocciosi di natura calcarenitica, interrotti da effusioni basaltiche,
corrispondenti alla Formazione di Priabona e alle Calcareniti di Castelgomberto che si
sviluppano dall’Eocene superiore al Miocene inferiore. Il Torrente Poscola rappresenta il
più importante affluente dell’Agno. Esso nasce a circa 275 metri di quota dalla Grotta
della Poscola, che è un esautore carsico che drena la maggior parte dell’Altopiano
Faedo-Casaron, e termina il suo percorso dopo circa 15 Km, all’altezza di Montecchio
Maggiore. Tra i suoi affluenti importante è il Rio Poscoletta, che grazie alla sua portata
costante per tutto l’arco dell’anno, in contrapposizione al carattere torrentizio del Poscola,
crea un’area permanentemente umida.
Il tratto pianeggiante della vallata è conosciuto come “le Poscole” e in epoca
medioevale era una zona completamente paludosa.
La grotta della Poscola
La grotta della Poscola è un esautore carsico che drena la maggior parte
dell’Altopiano Faedo-Casaron, lo stesso che ospita nella sua porzione settentrionale il
complesso del Buso della Rana. La grotta si apre in un livello marnoso-arenaceo
dell’Eocene superiore sottostante i calcari oligocenici che costituiscono l’altopiano. Il
ramo principale consiste in una galleria larga e bassa, con tipiche morfologie di condotta
freatica, modificate da crolli di banconi calcarei favoriti da azioni di disfacimento chimico
e termoplastico lungo sistemi diaclasici. Il torrente ipogeo forma degli specchi d’acqua in
corrispondenza di tre inghiottitoi, passaggi imbutiformi che mettono in comunicazione con
il livello inferiore della grotta, parzialmente allagato. Quest’ultimo è formato da un reticolo
di stretti cunicoli tra loro ortogonali a sezione ellittica, circolare o con forma di stretta
fessura verticale. Le perdite idriche di magra del livello inferiore alimentano una sorgente
situata alla testata della valle opposta rispetto a quella del torrente Poscola.
ASPETTO PAESAGGISTICO GENERALE
L’aspetto paesaggistico generale è quello di un agrobiotopo ben conservato e
relativamente poco urbanizzato. L’abbondanza di acqua e un fitto reticolo di canali, sia
lentamente fluenti che a carattere torrentizio, consentono l’esistenza di un ricco
ecosistema in cui soprattutto gli anfibi trovano un habitat ottimale. Sono infatti segnalate
ben 11 delle 14 specie note per la provincia di Vicenza, tra cui alcune a rischio di
estinzione come: Triturus carnifex, Rana latastei e Bombina variegata (Nisoria, Gruppo
studi ornitologici, 2000; Farronato & Fracasso, 1998). La presenza di un ricco sistema di
siepi svolge un ruolo importante nel favorire la biodiversità animale, in particolare
dell’avifauna. Numerose sono le comunità vegetali rappresentative di differenti ambienti:
vegetazioni acquatiche e palustri, formazioni erbacee seminaturali, boschi e boscaglie.
ASPETTI FLORISTICO-VEGETAZIONALI
PAT -MALO - V.Inc.A.
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58
Vegetazione idrofitica dei corsi d’acqua: la vegetazione acquatica, costituita da
piante radicanti o liberamente natanti, non è particolarmente abbondante a causa del
periodico prosciugamento dei fossati; questi vengono colonizzati anche da specie meno
francamente acquatiche, come quelle dei Phragmitetea (Berula erecta, Sparganium
erectum, Typha latifolia e Leersia oryzoides), la cui presenza evidenzia il contesto
ambientale nel quale queste vegetazioni si sviluppano, tendendo a sovrapporsi su piani
differenti. Le comunità vegetali presenti sono inquadrabili nelle classi Lemnetea minoris e
Potamogetonetea. Alla prima classe appartengono specie flottanti appartenenti al genere
Lemna (Lemna minor e Lemna trisulca), che vanno a costituire due distinti
aggruppamenti. Tali popolamenti si insediano nelle acque stagnanti anche in condizioni
di elevata torbidità e in condizioni di scarsa luminosità causata dall’elevata copertura
della vegetazione elofitica. Alla classe Potamogetonetea appartiene il RanuncoloChallitrichetum hamulatae, caratterizzato da Callitriche hamulata. La sua presenza
evidenzia un ambiente di discreta qualità e a moderata trofia, costituito da piccoli fossi
con portata costante e acqua fluente. Si sono inoltre evidenziati due popolamenti: uno a
Ranunculus trichophyllus, formato da estesi popolamenti, spesso monospecifici, che
colonizzano ampi tratti nelle acque limpide con fondo ghiaioso, dando luogo a
spettacolari fioriture, e un altro a Potamogeton crispus, limitato ad aree molto circoscritte
e localizzate e pertanto a grave rischio di estinzione a causa dei periodici lavori di
sistemazione dei canali.
Vegetazione palustre: Questa vegetazione appartiene per lo più alla classe
Phragmitetea (Phragmition,Magnocaricion e Sparganio-Glycerion fluitantis) e in minima
parte alla classeIsoeto-Nanojuncetea. Possono comunque essere individuate quattro
diverse tipologie appartenenti all’alleanza dello Sparganio-Glycerion fluitantis,
caratterizzate dalla dominanza di una delle seguenti specie: Berula erecta, Nasturtium
officinale, Glyceria plicata e Leersia oryzoides. Le comunità più diffuse sono senza
dubbio il Nasturtietum officinalis e l’aggruppamento a Berula erecta: queste comunità si
insediano nei corsi d’acqua con acque poco profonde o dove il suolo è completamente
intriso d’acqua in condizioni di buona luminosità. Queste due specie non si presentano
sempre in formazioni pure. Spesso infatti sono consociate tra loro in percentuali variabili.
Un’associazione meno diffusa è il Glycerietum plicatae che, al contrario delle specie viste
in precedenza, predilige acque più profonde e calme, mentre il Leersietum oryzoidis si
insedia lungo le strette fasce caratterizzate da sponde fangose poco inclinate e
periodicamente sommerse.
Tra le associazioni più comuni del Phragmition australis si rinviene lo Sparganietum
erecti; esso colonizza sia acque relativamente profonde che aree già interrate, spesso
collegato e compenetrato con altre associazioni dei Phragmitetea e di tipo igronitrofilo. Il
Phragmitetum australis si rinviene invece sporadicamente. L’unica zona in cui questa
associazione riesce a svilupparsi in maniera estesa è rappresentata da un largo canale
ad acqua stagnante, dove alla cannuccia di palude si associano anche Leersia oryzoides
e Myosotis scorpioides. Nelle altre zone, come nell’ultimo tratto del Rio Poscoletta,
Phragmites australis si comporta come specie ruderale. L’associazione del Typhetum
latifoliae si sviluppa lungo il bordo e il letto dei canali e in particolare lungo il corso del Rio
Poscoletta e dei suoi affluenti. Al Magnocaricion appartengono invece il Caricetum elatae
e il Phalaridetum arundinaceae. Il primo forma aggruppamenti lineari , monospecifici,
lungo i bordi dei fossi e degli stagni mentre il secondo si presenta come una fitta prateria
formando solo in alcuni brevi tratti popolamenti puri. Un altro aggruppamento rilevato è
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
59
stato inquadrato nella classe Isoeto-Nanojuncetea ed è caratterizzato dalla presenza di
Cyperus cuscus. Questa cenosi particolare è costituita da una vegetazione effimera
stagionale che si sviluppa su fanghi fluviali, nel periodo tardo estivo-autunnale. Si tratta di
un popolamento floristicamente impoverito rispetto al Cyperetum flavescentis, in cui sono
presenti, oltre che a Cyperus fuscus, Veronica beccabunga e Juncus articulatus, le
specie differenziali dell’ordine.
Prati: Le formazioni erbacee presenti nel biotopo sono notevolmente influenzate dalla
presenza dell’acqua anche se esistono cenosi, riferibili alla classe Agrostietea
stoloniferae, in grado di tollerare stress idrici estivi. I prati si presentano attraversati da
numerosi fossi e da larghi avvallamenti che drenano l’acqua. La notevole quantità di
acqua viene evidenziata dalla presenza, frammentaria e discontinua, di specie dei
Molinetalia o dei Phtagmitetea, come Lythrum salicaria, Graticola officinalis, Myosotis
scorpioides e Lycopus europaeus, oltre a specie generalmente indicatrici di umidità come
Carex otrubae. Si sottolinea inoltre la presenza di Cardamine hayneana, rara
brassicacea dei prati umidi a fioritura primaverile, in via di progressiva rarefazione. Le
specie compagne più diffuse ed abbondanti appartengono comunque alla classe MolinioArrhenatheretea. Le associazioni erbacee più dense e caratterizzate da un’altezza
modesta sono costituite in prevalenza da aggruppamenti a Ranunculus repens, cui si
aggiunge, nella zona più meridionale del biotopo, una copertura significativa di
Alopecorus utricolatus, terofita tipica dei prati palustri che fiorisce all’inizio della
primavera. Un’altra associazione caratteristica è rappresentata dal Mento longifoliaeJuncetum inflexi, caratterizzata dall’abbondanza di Menta longifolia e da una minore
copertura a Juncus inflexus. Tale cenosi è legata ai bordi dei fossi e ai prati con ristagno
di umidità ed è l’unica associazione che dal punto di vista floristico può essere
identificata con certezza all’interno del biotopo. In altre situazioni sono stati individuati
aggruppamenti a Carex hirta (nei settori soggetti a sfalcio), a Agrostis stolonifera (lungo i
bordi dei fossi e nei tratti più depressi) e uno a Potentilla reptans (negli ambienti più
disturbati dall’azione antropica). Le formazioni erbacee sfalciate più diffuse nel biotopo
sono Arrenatereti riconducibili al Centaureo carniolicae-Arrhenatheretum elatioris. Essi si
configurano come prati di alta pianura, relativamente poveri floristicamente se confrontati
con quelli della fascia prealpina. Le due specie caratterizzanti (Arrhenatherum elatius e
Galium album) sono abbastanza comuni e in alcuni settori ben rappresentate in termini di
copertura percentuale. Nel tratto pianeggiante, con terreno umido e costipato, compaiono
gradualmente specie degli Agrostietea stoloniferae come Carex hirta, Potentilla reptans e
Ranunculus repens ed altre che segnalano l’aumento di umidità, come Lychnis floscuculi e Carex otrubae. Un’altra formazione erbacea rinvenibile, anche se
sporadicamente, è il Lolio-Cynosuretum, un Lolieto impoverito caratterizzato da
un’elevata copertura a Lolium perenne e da specie caratteristiche del Cynosurion
(Trifolium repens e Phleum pratense). I Lolieti e gli Arrenatereti che si sviluppano nella
zona di pianura si presentano spesso inquinati da specie infestanti i coltivi, come
Amaranthus sp. pl., Setaria glauca, Setaria viridis, Sorghum halepense e Portulaca
oleracea. Nel tratto medio-alto della valle la copertura di Arrhenatherum elatius
diminuisce, con aumento di Centaurea nigrescens e Daucus carota.
Contemporaneamente fanno il loro ingresso specie dei Festuco-brometea (in particolare
Brachypodium rupestre), che testimoniano una situazione di transizione tra gli
Arrenatereti e i Brometi. In questi settori del biotopo la vicinanza di formazioni boschive
viene segnalata dall’ingressione di specie nemorali (ad esempio Clinopodium vulgare,
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
60
specie tipica dei boschi di Roverella) e di quelle legate alle bordure boschive come Viola
hirta, Thymus pulegioides e Coronilla varia.
Vegetazione boschiva: Il tratto collinare della vallata del torrente Poscola è
ampiamente coperto da formazioni boschive che possono essere inquadrate nella classe
Querco-Fagetea e ripartiti tra i Quercetalia pubescentis e i Fagetalia sylvaticae. I boschi
rilevati si possono inquadrare nell’associazione Buglossoido-Ostryetum, cenosi descritta
per le Prealpi lombarde e venete e per i Colli Berici. Questa associazione è identificabile
per la presenza di Buglossoides purpureocaerulea ed Euphorbia amygdaloides,
caratteristiche dei Quercetalia pubescentis e per quella delle specie differenziali
dell’Erythronio-Carpinion (Rosa arvensis, Vinca minor, Prunus avium e Cruciata glabra).
Complessivamente la composizione floristica del Buglossoido-Ostryetum presenta
caratteri marcatamente mesofili e si sviluppa su suoli più evoluti rispetto al Seslerio varieOstryetum, associazione floristicamente simile, ma di statura e portamento più stentati.
I boschi del Buglossoido-Ostryetum sono dominati nella parte arborea da Ostrya
carpinifolia, cui si associa un’elevata presenza di Fraxinus ornus. Nello strato arbustivo si
rinvengono abbondanti Cornus mas, Hedera helix e Corylus avellana. In quello erbaceo
significativa è la presenza di Helleborus foetidus. Questi boschi rappresentano dei cedui
la cui composizione è stata fortemente influenzata dall’utilizzo dell’uomo; il Carpino nero
e l’Orniello hanno preso il sopravvento rispetto alla Roverella che, anche se subordinata,
dimostra una discreta capacità di ripresa con presenza di numerose plantule nel
sottobosco. I boschi che si sviluppano su suoli più profondi, freschi e umidi si inquadrano
nei Fagetalia sylvaticae. Nel biotopo sono rappresentati da Carpiteti limitati alla zona di
forra della sorgente del torrente Poscola. Tali Carpineti non sono ben definibili in quanto
privi di buona parte delle specie caratteristiche e differenziali dell’associazione tipica di
queste zone: l’Ornitholago pyrenaici-Carpinetum betuli. Lo strato erbaceo è caratterizzato
dall’elevata presenza di Vinca minor e di Lamiastrum galeobdolon. Inoltre il Carpinus
betuli si presenta dominante solo in alcune stazioni mentre negli altri settori la formazione
sfuma verso boschi o boscaglie di Castagno.
In diverse aree si rileva la presenza di specie appartenenti ai Prunetalia in particolare
Crataegus monogyna, Cornus sanguinea, Ligustrum vulgare, Clematis vitalba, Tamus
communis e Coronilla emerus. Questo contingente di specie rappresenta probabilmente
uno stadio di degradazione del bosco climatico. Abbastanza diffuse sono le comunità di
margine degli Ostrieti, come Anthericum ramosum e Vincetoxicum hirundinaria,
inquadrabili nel Geranion sanguinei.
Nel tratto di forra presente nella parte mediana dell’incisione valliva si può rilevare
l’associazione Lamio orvalae-Sambucetum nigrae definita dalla presenza delle specie
differenziali Sambucus nigra, Lamium orvala e Robinia pseudoacacia. Lostrato arboreo è
dominato dalla Robinia, quello arbustivo da Corylus avellana,Sambucus nigra e Cornus
sanguinea, con abbondanza di Rovi. Questo tipo dicomunità vegetale è stata interpretata
come stato di degradazione delleassociazioni del Carpinion.
Comunità nitrofile: La vegetazione di tipo nitrofilo risulta frammentata e frammista
alle tipologie precedentemente descritte. Tali cenosi rappresentano solitamente
situazioni di ecotono, favorite nel loro insediamento dall’azione dell’uomo e dal
conseguente arricchimento di sostanza organica. Le comunità di questo tipo sono
inquadrabili nella classe Artemisietea, che comprende vegetazioni nitrofile perenni. Esse
originano coperture uniformi, in cui è possibile rinvenire specie a portamento lianoso o
prostrato. Alcune specie sono particolarmente vistose ed inquadrabili in tipologie
PAT -MALO - V.Inc.A.
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vegetazionali ben distinguibili. In alcune cenosi domina Epilobium hirsutum, in altre
Heliantus tuberosum o Petasites hybridus; in altre ancora Aegopodium podagraria,
Althaea cannabina, Parietaria officinalis o Rubus caesius. Lungo le sponde e i greti dei
corsi d’acqua si possono rinvenre vegetazioni pioniere igronitrofile identificabili con il
Bidenti-Polygonetum mitis.
ASPETTI FAUNISTICI
La fauna presente nel biotopo è quella tipica degli agroecosistemi di alta pianura,
contraddistinta da una buona ricchezza specifica, pur non presentando elementi di
particolare pregio.
L’abbondanza di acqua e un fitto reticolo di canali consentono la presenza di
numerose specie di anfibi, tra cui alcune a rischio locale di estinzione come Triturus
carnifex, Rana latastei e Bombina variegata. Sono queste, in assoluto, le presenze
faunistiche di maggior livello.
Non altrettanto ricca è la presenza di uccelli acquatici, forse a causa delle limitate
estensioni degli ambienti a canneto ed anche per un certo grado di disturbo antropico.
Tra queste si segnalano, come nidificanti, la Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus) e il
Martin pescatore (Alcedo atthis). Sempre legate alla presenza d’acqua si ricordano la
Ballerina gialla (Motacilla cinerea) e bianca (M.alba), l’Usignolo di fiume (Cettia cetti) e,
più raramente, il Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos) e il Corriere piccolo (Charadrius
dubius). Più variegata la presenza di uccelli acquatici nelle stagioni migratorie e in
inverno. Gli habitat prativi presenti nel biotopo ospitano una ricca comunità di uccelli
nidificanti: alle già citate ballerine, vanno ricordate le presenze in epoca riproduttiva del
Saltimpalo (Saxicola torquata), della Quaglia (Coturnix coturnix) e dell’Allodola (Alauda
arvensis). Una maggiore presenza di specie è legata agli ambienti di transizione tra prati
e bosco; più frequenti nell’Ostrieto e ai margini del Carpineto troviamo come nidificanti
alcuni elementi interessanti: il Pigliamosche (Muscicapa striata) l’Averla piccola (Lanius
collurio), il Codirosso (Phenicurus phoenicurus) e il Luì piccolo (Phylloscopus collybita).
Decisamente più comuni in tutti i margini boschivi e nelle siepi sono il Torcicollo (Jynx
torquilla), il Cuculo (Cuculus canorus), l’Upupa (Upupa epops), il Merlo (Turdus merula),
il Cardellino (Carduelis carduelis), la Capinera (Sylvia atricapilla), il Pettirosso (Erithacus
rubecula), lo Scricciolo (Trogolodytes troglodytes) e l’Usignolo. (Luscinia megarhynchos).
Nel tratto collinare della vallata, coperto da formazioni boschive più mature di Carpino
nero e Roverella, nidificano alcune specie di cincie (Parus major, Parus caeruleus,
Aegithalos caudatus), di columbiformi (Columba palumbus, Streptopelia decaocto,
Streptopelia turtur), la Ghiandaia (Garrulus glandarius) e numerosi passeriformi canori tra
cui il Fringuello (Fringilla coelebs) e il Verdone (Carduelis chloris).
Frequentemente vengono osservati uccelli rapaci che utilizzano il biotopo soprattutto
come area di caccia, alcuni dei quali nidificano nelle aree circostanti: si tratta del Falco
pecchiaiolo (Pernis apivorus), della Poiana (Buteo buteo), dello Sparviere (Accipiter
nisus) e del Gheppio (Falco tinnunculus). Tra i rapaci notturni sono segnalati la Civetta
(Athene noctua), l’Assiolo (Otus scops) e l’Allocco (Strixaluco).
Tra i mammiferi che frequentano il biotopo segnaliamo la presenza certa dell’Arvicola
d’acqua (Arvicola terrestris) e quella probabile (quindi da verificare) del toporagno
acquaiolo (Neomys anomalus). Per quanto riguarda i chirotteri della Grotta della Poscola,
sono state segnalate due specie (Bartolomei,1957): si tratta di Myniopterus schrebersii e
di Myotis myotis, forme gregarie che prediligono gli ambienti a condizioni climatiche
PAT -MALO - V.Inc.A.
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62
abbastanza stabili. La fauna della grotta della Poscola annovera soprattutto invertebrati
che presentano peculiari adattamenti alle condizioni di vita ipogea.
4.3
Identificazione degli aspetti di vulnerabili dei siti considerati
La scheda descrittiva del biotopo redatta dalla Provincia di Vicenza riporta le seguenti
minacce a carico del sito:
- Isolamento del biotopo
- Trofia elevata delle acque (con conseguente penalizzazione delle specie
oligotrofe) a causa dell’inquinamento derivante dalla presenza di contrade
sparse e dalle concimazioni (immissioni di reflui nei corsi d’acqua)
- Periodici lavori di sistemazione dei canali e di ripulitura degli alvei (soprattutto
del torrente Poscola) con conseguente impatto sui popolamenti a Ranunculus
trichophyllus Agricoltura intensiva e presenza di allevamenti
- Diffusione di specie alloctone vegetali (Robinia, Ailanto)
- Taglio incontrollato della vegetazione ripariale
- Fenomeni di degradazione del suolo per compattazione nelle aree umide,
dovuti a calpestio
- Sviluppo di insediamenti industriali nella parte del biotopo ricadente nel
Comune di Castelgomberto
- Inquinamento dell’acquifero sotterraneo dovuto agli scarichi civili, industriali,
zootecnici, agricoli, oltre alle discariche di rifiuti solidi urbani e industriali
4.4
Identificazione degli aspetti vulnerabili dei siti considerati
Nella tabella che segue si riporta un’analisi degli effetti potenziali che l’ azione
edificazione diffusa di collina può avere nei confronti degli habitat, habitat di specie e
delle specie, sia in fase di cantiere che in fase di esercizio delle opere:
Figura 4-6 Vulnerabilità per il SIC in fase di cantiere e esercizio
AZIONI
9
Edificazione diffusa di
collina (art. 34 NT)
4.5
In fase di cantiere
In fase di esercizio
HABITAT
SPECIE
HABITAT
SPECIE
Nessuno
Nessuno
Nessuno
Nessuno
Identificazione degli effetti sinergici e cumulativi
Sulla base delle analisi e delle valutazioni fino ad ora fatte si può stabilire che sono
sussistono effetti cumulativi relativamente alle azioni di Piano considerate.
Si tratta infatti di azioni che singolarmente non manifestano potenziali effetti di
riduzione o disturbo degli habitat e/o specie presenti, e che comunque rimangono
circoscritte in ambiti territoriali diversi e quindi non in grado di sommare i propri effetti.
4.6
Identificazione dei percorsi e dei vettori attraverso i quali si producono
Come già scritto al punto precedente, al momento si prevede che non possano
sussistere effetti cumulativi relativamente alle azioni di Piano considerate.
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
4.7
63
Effetti del piano sul sito Natura 2000 e loro significatività
Riguardo gli effetti del piano sul sito Natura 2000 e la loro significatività, la Guida
Metodologica per la Valutazione di Incidenza ai sensi della Direttiva 92/43/CEE,
all’allegato A della Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 3173 del 10
ottobre 2006, propone alcuni tipi di impatto e la valutazione della significatività di questi
ultimi attraverso l’utilizzo di opportuni indicatori di importanza.
TIPO DI INCIDENZA
Perdita di superficie di habitat o di habitat di
specie
Frammentazione di habitat o di habitat di
specie
Perdita
di
specie
di
interesse
conservazionistico
Perturbazione delle specie della flora o della
fauna
Diminuzione della densità di popolazione
Alterazione della qualità delle acque, dell’aria e
dei suoli
Interferenze con le relazioni ecosistemiche
principali che determinano la struttura e la
funzionalità dei siti
INDICATORE DI IMPORTANZA
Percentuale della perdita (particolarmente
significativa per habitat prioritari o habitat di
specie prioritarie)
Grado di frammentazione, isolamento, durata o
permanenza
in
relazione
all’estensione
originale
Riduzione nella densità di specie
Durata o permanenza (in relazione alla
fenologia delle specie), distanza dai siti
Tempo di resilienza
Variazioni relative ai parametri chimico-fisici, ai
regimi
delle
portate,
alle
condizioni
microtermiche e stazionali
Percentuale della perdita di taxa o specie
chiave
Le diverse tipologie di impatto rappresentano gli esempi delle possibili influenze della
realizzazione del piano sulla Rete Ecologica Natura 2000 e sulle componenti ambientali
del sito.
Gli indicatori di importanza sono dei valori quantitativi, attribuibili ai tipi di impatto, atti
a descrivere la magnitudo della modificazione del territorio e dei suoi elementi, ovvero
l’intensità con cui la stessa si manifesta.
Nelle tabelle che seguono i diversi tipi di incidenza vengono messi in relazione con gli
interventi di Piano “potenzialmente” in grado di determinarle. Il giudizio attribuito
all’indicatore di significatività (nullo, trascurabile, medio, elevato) viene assegnato
valutando le azioni di piano e la presenza di habitat e specie di interesse comunitario
nell’area interessata.
9 Edificazione diffusa di
collina (art. 34 NT)
TIPO DI INCIDENZA
Edificazione diffusa di collina
(art. 34 NT)
Frammentazione di habitat o di
habitat di specie
Perdita di specie di interesse
conservazionistico
Perturbazione delle specie della
flora o della fauna
Diminuzione della densità di
popolazione
Alterazione della qualità delle
INDICATORE DI IMPORTANZA
Percentuale di perdita: nulla
Grado di frammentazione:
nullo
Riduzione della densità di
specie: nullo
Durata, permanenza, distanza
dai siti: nullo
Tempo di resilienza: nullo
Variazione dei parametri: nullo
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
acque, dell’aria e dei suoli
Interferenze con le relazioni
ecosistemiche principali che
determinano la struttura e la
funzionalità dei siti
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Percentuale della perdita di
taxa o specie chiave: nullo
Si riporta ora una sintesi delle incidenze derivanti dall’attuazione delle azioni del PAT
Perdita di superficie di habitat
La percentuale di perdita diretta di habitat di interesse comunitario e/o prioritario
all’interno del SIC IT3220039 “Biotopo “Le Poscole” - Malo” è pari a 0 (zero) in quanto gli
interventi non vengono realizzati all’interno del SIC analizzato
Frammentazione
L’intervento non genera frammentazione
Perturbazione
Non ci sono perturbazioni per habitat e specie
Densità di popolazione
Le azioni del PAT non hanno impatti significativi sulla densità di popolazione delle
specie di interesse comunitario, in quanto non implica sottrazione di aree di particolare
attrattiva per tali specie.
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
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5. SINTESI DELLE INFORMAZIONI RILEVATE E DELLE DETERMINAZIONI ASSUNTE
DATI IDENTIFICATIVI
Descrizione del piano
L’oggetto di valutazione è il Piano di Assetto del
Territorio del comune di Malo in provincia di Vicenza.
Articolandosi in azioni suddivise in sistemi
(relazionale-infrastrutturale; insediativo: produttivo,
residenziale, servizi; ambientale) persegue gli
obbiettivi preposti dall’amministrazione
Codice e denominazione del sito
Natura 2000 interessato
Codice: SIC IT3220039
Denominazione: Biotopo “Le Poscole” – Malo
Localizzazione: Longitudine:E 11° 23’ 6”Latitudine:N
45° 36’ 41
Caratteristiche del sito: Corpi d’acqua interni
(stagnanti e correnti), Brughiere, boscaglie, macchia,
Garighe, friganee, Praterie umide, praterie di
mesofite, Colture cerealicole intensive (comprese le
colture in rotazione con maggese regolare), Praterie
migliorate, Altri terreni agricoli, Foreste di caducifoglie,
Altri (inclusi abitati, strade, discariche, miniere e aree
industriali)
Qualità e importanza: Importante zona di riproduzione
per gli anfibi, fra i quali alcune specie minacciate;
varie associazioni vegetazionali tipiche e habitat
prioritari.
Il sito ospita 1 habitat di interesse comunitario
(individuato nella cartografia degli habitat ma non nel
formulario) 6510 praterie magre da fieno a bassa
altitudine.
Indicazioni di altri piani, progetti e
interventi che possono dare effetti
combinati
Non sono noti altri piani o progetti che possano avere
effetti combinati con il progetto in esame, sui siti della
Rete Natura 2000.
VALUTAZIONE DELLA SIGNIFICATIVITÀ DEGLI EFFETTI
Il piano non comporta incidenze negative sui siti
Descrizione di come il piano incida sul
Natura 2000 esaminati. Le azioni di piano non
sito Natura 2000
cambiano in modo significativo lo stato dei luoghi, non
incidono su specie di interesse comunitario, non
comportano perdite di superficie di habitat,
frammentazioni del territorio, variazione di densità
delle specie presenti.
Prescrizioni
Norme tecniche di piano
Consultazione con gli Organi e Enti
competenti
Risultati della consultazione
DATI RACCOLTI PER L’ELABORAZIONE DELLA VERIFICA
Responsabili della verifica
Arch. Pierluigi Matteraglia
Fonte dei dati
Vedi bibliografia
Livello di completezza delle
Buono
informazioni
Luogo dove possono essere reperiti e
ATeS s.r.l.
visionati i dati utilizzati
Sulla base delle indagini svolte mediante l’acquisizione di dati bibliografici integrati
con rilievi di campo eseguiti nel mese di Luglio 2008 si riporta la seguente valutazione
critica sulla presenza e sulla possibile incidenza sugli habitat e sulle specie di interesse
comunitario riportate nel formulario standard della Regione Veneto per la SIC IT3220039
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
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“Biotopo “Le Poscole” - Malo”,
Nelle tabelle che seguono viene indicata come “nulla” o “non significativa” l’incidenza
su specie e/o habitat nei casi in cui si è valutato che il progetto non incida sullo stato di
conservazione della specie o habitat citati.
HABITATI PRESENTI NEL SIC IT3220039 “BIOTOPO “LE POSCOLE” - MALO”
HABITAT
Cod.
Denominazione
Presenz
a
nell’are
a
oggetto
di
valutazi
one
Significati
vità
negativa
delle
incidenza
dirette
Significati
vità
negativa
delle
incidenza
indirette
Presenza
di effetti
sinergici
e
cumulativ
i
---
---
---
---
---
---
---
---
---
---
---
---
No
Nulla
Nulla
NO
Fiumi delle pianure e montani
6410
con vegetazione del Ranunculion
fluitantis e Callitricho-Batrachion^
Praterie con Molinia su terreni
3260
calcarei, torbosi o argilloso-limosi
(Molinion aeruleae)^
8310
6510
Grotte non ancora sfruttate a
livello turistico^
Praterie magre da fieno a bassa
altitudine
^ HABITAT NON INDIVIDUATI NELLA CARTOGRAFIA DEGLI HABITAT APPROVATA CON DGRV
2702/2006 E DGRV 1628/
SPECIE DI RETTILI E ANFIBI ELENCATI IN ALLEGATO Ii DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE
PRESENTI NEL SIC IT3220039 “BIOTOPO “LE POSCOLE” - MALO”
RETTILI E ANFIBI
Presenza
nell’area
oggetto di
valutazione e
nelle zone
contermini
Significatività
negativa
delle
incidenza
dirette
Significatività
negativa
delle
incidenza
indirette
Presenza
di effetti
sinergici e
cumulativi
Cod.
Nome
comune
Nome
scientifico
1193
Ululone dal
ventre
giallo
Bombina
variegata
NO
Nulla
Nulla
NO
1215
Rana di
Lataste
Rana
latastei
NO
Nulla
Nulla
NO
1167
Tritone
crestato
italiano
Triturus
carnifex
NO
Nulla
Nulla
NO
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
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6. FASE 4: RISULTATI DELLA FASE DI SCREENING
Al termine delle valutazioni eseguite, dopo aver valutato le caratteristiche del piano, le
caratteristiche del sito Natura 2000, i potenziali impatti del piano e la loro significatività
sia in fase di cantiere che in fase di esercizio, si conclude che non è probabile che
possano verificarsi effetti significativi sul sito Natura 2000 in esame per i lavori previsti
dal ”Piano di Assetto del Territorio per il Comune di Malo”.
Sulla base delle informazioni acquisite, non si rilevano possibili incidenze per
entrambi i siti analizzati.
Si deduce che non è necessario procedere all’ulteriore fase di valutazione appropriata
per gli interventi in oggetto.
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
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7. BIBLIOGRAFIA
COMMISSIONE EUROPEA, 2000 – La gestione dei siti Natura 2000. Guida
all'interpretazione dell'art.6 della dir. Habitat 92/43/CEE"; "Assessment of plans and
projects significantly affecting Natura 2000 sites. Methodological guidance on the
provisions of Article 6 (3) and (4) of the Habitats Directive 92/43/EEC", EC, 11/2001.
COMMISSIONE EUROPEA, 2003 – Interpretation manual of European union
habitats. EUR 25. Natura 2000.
CONTI F., MANZI A., PEDROTTI F., 1997 - Liste rosse regionali delle piante d’Italia.
WWF e Società Botanica Italiana. Camerino. 140 pp.
BRESSAN S. et al., 2005. Strumenti e Indicatori per la salvaguardia della biodiversità.
Regione del Veneto – Giunta Regionale, Segreteria Regionale all’Ambiente e Territorio
Servizio Rete Natura 2000.
DEL FAVERO R. (a cura di), 2000. Biodiversità e Indicatori nei tipi forestali del
Veneto. Commissione Europea – Regolamento (CEE) n. 2052/88; Regione del Veneto –
Giunta Regionale Direzione Foreste ed Economia Montana; Accademia Italiana di
Scienza Forestali.
DEL FAVERO R., ANDRICH O., DE MAS G., LASEN C. & POLDINI L. (a cura di),
1990. La Vegetazione Forestale del Veneto – Prodromi di Tipologia Forestale. Regione
del Veneto – Assessorato Agricoltura e Foreste, Dipartimento Foreste.
DEL FAVERO R., DE MAS G. & LASEN C., 1991. Guida all’individuazione dei tipi
forestali del Veneto. Regione del Veneto – Assessorato Agricoltura e Foreste,
Dipartimento Foreste.
DIETL W., LEHMANN J., JORQUERA M., (A CURA DI SCOTTON M.), 2005., Le
graminacee prative. Bologna. Patron Editore.
GRUPPO NISORIA, 2000. Atlante degli Anfibi e dei Rettili della provincia di Vicenza.
Padovan Ed., Vicenza, 203 pp.
D' ANTONI S., DUPRÈ E., LA POSTA S., VERUCCI P., 2003. Guida alla fauna di
interesse comunitario. Direttiva habitat 92/43/CEE. Ministero dell'Ambiente e della Tutela
del Territorio - Direzione Generale per la protezione della natura.
Direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 2 Aprile 1979 concernente la conservazione
degli uccelli selvatici.
Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 Maggio 1992 relativa alla conservazione
degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.
FRACASSO G., MEZZAVILLA F. E SCARTON F., 2001 - Check-list degli Uccelli del
Veneto (Ottobre 2000). In: Bon M. & Scarton F. (eds) - Atti III Convegno Faunisti Veneti Boll. Mus. civ. nat. Venezia. 51 (suppl.).
P.T.C.P. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Vicenza
INBS – Carta delle vocazioni faunistiche del Veneto - Giunta Regionale del Veneto
Siti Internet consultati
www.behav.org
www.ct-botanical-society.org
www.edu.taivalkoski.fi
www.guidanetura.com
www.ittiofauna.org
www.lifenatura.it
www.minambiente.it
PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
www.oseaux.net
www.pcn.minambiente.it
www.regione.emilia romagna.it
www.regione.veneto.it
www.sinanet.anpa.it
www.ambiente.regione.lombardia.it
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PAT -MALO - V.Inc.A.
07P19_I01R01_VIncA.doc
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8. DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI CERTIFICAZIONE E DI ATTO DI NOTORIETÀ
relativa alla sussistenza delle competenze professionali necessarie per la corretta ed
esaustiva redazione della valutazione di incidenza ambientale
(ai sensi degli artt. 46 e 47 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445)
Il sottoscritto arch. Pierluigi Matteraglia incaricato della redazione della valutazione di
incidenza ambientale per Piano di Assetto del Territorio del comune di Malo (VI),
consapevole delle sanzioni penali, nel caso di dichiarazioni non veritiere, di formazione o
uso di atti falsi, richiamate dall’art. 76 del D.P.R. 28 dicembre 2000 n. 445
DICHIARA ai sensi della D.G.R.V. n. 3173 del 10/10/2006
- di possedere la professionalità e le effettive competenze per la redazione del
documento di valutazione di incidenza ambientale;
- con ragionevole certezza scientifica, si può escludere il verificarsi di effetti significativi
negativi sui siti della rete Natura 2000
Il sottoscritto dichiara, altresì, di essere informato, ai sensi e per gli effetti di cui al D. Lgs.
n. 196/2003, che i dati personali raccolti saranno trattati, anche con strumenti informatici,
esclusivamente nell'ambito del procedimento per il quale la presente dichiarazione viene
resa.
Si allega fotocopia del documento di identità
Arch. Pierluigi Matteraglia
Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti
e Conservatori di Padova n. 514
ATeS srl
Via Roma, 68
35010 Massanzago (PD)