La piodermite nel cane by DH Lloyd. In
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La piodermite nel cane by DH Lloyd. In
Close this window to return to IVIS www.ivis.org International Congress of the Italian Association of Companion Animal Veterinarians May 19 – 21 2006 Rimini, Italy Next Congress : 62nd SCIVAC International Congress & 25th Anniversary of the SCIVAC Foundation May 29-31, 2009 - Rimini, Italy Reprinted in IVIS with the permission of the Congress Organizers 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 153 La piodermite nel cane David H. Lloyd Professor B, Med Vet, PhD, FRCVS, Dipl ECVD, Herts, UK INTRODUZIONE I cani sono suscettibili alle infezioni cutanee di origine batterica. Queste malattie possono essere classificate in modo molto soddisfacente in base alla profondità dell’infezione. Quelle cosiddette “di superficie” colpiscono solo la parte superficiale dell’epidermide, di norma sono limitate alle regioni interfollicolari o agli sbocchi dei follicoli piliferi e normalmente non causano formazione di pustole. Sono esempi di questo tipo la dermatite umida acuta, la “piodermite delle pieghe cutanee” e la proliferazione batterica (Tabella 1). Le infezioni “superficiali” riguardano l’epidermide e sono caratterizzate dalla formazione di pustole. L’impetigine provoca la comparsa di pustole interfollicolari, mentre la piodermite superficiale determina l’infezione sia dei follicoli piliferi che delle regioni interfollicolari. La piodermite profonda si ha quando l’infezione raggiunge il derma portando foruncolosi, cellulite, malattie granulomatose e pannicolite. Il termine di “piodermite” viene utilizzato molto genericamente e non implica l’esistenza di pus visibile in tutti questi casi. In effetti, le condizioni come la proliferazione batterica tendono ad essere caratterizzate da infiltrati che sono principalmente mononucleari. MICRORGANISMI INFETTANTI abbinata a ferite cutanee o malattie intercorrenti, che aprono la strada all’invasione attraverso la cute o per via sistemica. La profondità dell’infezione è probabilmente determinata dalla gravità della depressione dell’immunità indotta dalle cause sottostanti. Questi fattori probabilmente consento la proliferazione degli stafilococchi a livello di superficie cutanea, promuovendo dapprima la colonizzazione e poi l’infezione. PIODERMITE DI SUPERFICIE Si tratta di malattie in cui il mutamento delle condizioni presenti a livello della superficie cutanea determina un degrado della funzione di barriera superficiale e promuove la proliferazione batterica. Un effetto importante è il prurito. Nella dermatite umida acuta (dermatite piotraumatica) il fattore scatenante è il danno autoinflitto; si tratta di una conseguenza comune dell’allergia da pulci o di altre cause di prurito. Il danno viene inflitto dalla morsicatura e dal leccamento e quindi determina il trasferimento della flora orale sulla cute degradata. Il perdurare del danno garantisce la progressione della malattia. I microrganismi coinvolti sono tipicamente rappresentati dalla flora orale, ma gli isolati predominanti sono ancora gli stafilococchi patogeni, specialmente S. intermedius. La diagnosi si basa sui tipici segni clinici ed anamnesi. Un accurato esame delle lesioni, dopo pulizia, è essenziale nei casi in cui è presente una piodermite sottostante superficiale o profonda, come Gli stafilococchi patogeni sono coinvolti nella maggioranza dei casi di infezione cutanea del cane. In più del 90% di questi si può isolare Staphylococcus intermedius. OccaPiodermite di superficie sionalmente sono presenti altri sta• Dermatite umida acuta filococchi patogeni, quali S. aureus Tabella 1- Classificazione • Piodermite delle pieghe cutanee ed S. hyicus. della piodermite nel cane • Proliferazione microbica1 Sono sempre più in aumento le 1. Comunemente sostenuta sia da Piodermite superficiale segnalazioni di isolamenti di S. stafilococchi patogeni che da • Impetigine (“piodermite del cucciolo”) schleiferi, sia coagulasi-positivo Malassezia. Non è una pioder• Piodermite mucocutanea che coagulasi-negativo, nelle infemite in senso stretto, perché l’in• Piodermite diffusiva superficiale zioni cutanee del cane. Nelle infefiltrato è principalmente mono• Follicolite superficiale zioni della piodermite canina è 2 nucleare • Dermatofilosi anche possibile trovare una varietà 2. Molto rara Piodermite profonda di altri batteri. Gli agenti Gram-negativi come • Foruncolosi e follicolite del muso Proteus spp. ed E. coli sono proba• Piodermite profonda localizzata (piodermiti nasali, bilmente degli invasori secondari. podali e dei punti di pressione, foruncolosi e piodermiL’infezione cutanea dovuta ad te traumatica) altri microrganismi, come gli attino• Piodermite profonda generalizzata miceti ed i micobatteri, è associata • Granulomi batterici all’esposizione a fonti di infezione 154 la foruncolosi e follicolite piotraumatica. In questi soggetti, il trattamento deve essere volto a risolvere l’infezione più profonda. La piodermite delle pieghe cutanee deriva dal danneggiamento causato dallo sfregamento abbinato ad un ambiente umido. Si tratta di un effetto cronico e la riduzione della funzione di barriera causata dallo sfregamento abbinato ad alterazioni della secrezione delle ghiandole cutanee ed alla contaminazione da parte di altre secrezioni (ad es., saliva, lacrime) determina la formazione di un ambiente caldo ed umido che favorisce la proliferazione microbica. Gli stafilococchi patogeni tendono a predominare, ma possono essere coinvolti anche agenti Gram-negativi e, comunemente, Malassezia pachydermatis. I microrganismi promuovono l’irritazione della cute e lo sfregamento o il leccamento da parte dell’ospite; anche in questo caso, si determina un circolo vizioso. La diagnosi si basa sui segni clinici. Bisogna far attenzione ad escludere le infezioni più profonde ed anche la demodicosi, che talvolta è presente. La proliferazione microbica si può avere quando esiste un disturbo della funzione di barriera superficiale o un’untuosità in qualsiasi sede. La condizione comprende la dermatite da Malassezia, ma talvolta è di origine batterica pura. Questa malattia verrà trattata a parte. PIODERMITE SUPERFICIALE Queste malattie richiedono che la funzione di barriera cutanea e l’immunità siano compromesse in maniera tale non solo da consentire la proliferazione microbica di superficie, ma anche da permettere l’invasione dell’epidermide. L’impetigine si riscontra tipicamente nei cani adolescenti ed è probabilmente causata dallo squilibrio delle alterazioni fisiologiche della cute legate alla maturità del cane. La condizione nei cani giovani coinvolge gli stafilococchi patogeni. Generalmente si risolve da sola man mano che l’animale matura, ma può richiedere una terapia minima. Nei cani anziani con endocrinopatia o altre malattie debilitanti si osserva una sindrome più grave che può coinvolgere anche batteri Gram-negativi (Pseudomonas, E. coli). La diagnosi si fonda sull’anamnesi e sulla presenza di pustole non follicolari contenenti batteri. La follicolite si ha quando la proliferazione batterica nei follicoli piliferi porta alla formazione di pustole all’interno dei follicoli stessi e dell’epidermide follicolare. Può essere limitata allo sbocco ed alla parte superiore del follicolo, ma si può anche estendere più profondamente. Le lesioni papulose e pustolose che ne derivano sono tipicamente caratterizzate da un marcato prurito ed il danno autoinflitto può estendere l’infezione e portare a foruncolosi. Nei casi tipici, sono coinvolti S. intermedius o altri stafilococchi patogeni. Quando esiste un marcato autotraumatismo e nei casi gravi si possono avere infezioni secondarie da microrganismi Gramnegativi. Le lesioni associate alla follicolite mostrano tipicamente il cosiddetto aspetto “a bersaglio” circondato da collaretti epidermici. La formazione di queste alterazioni può essere associata alla secrezione di una tossina esfoliativa da parte di S. 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC intermedius. L’attività secretoria per questa tossina differisce fra vari cloni di questo microrganismo ed è possibile che le lesioni che si estendono della “piodermite diffusiva superficiale” siano associate a cloni dall’elevata capacità secernente. La diagnosi si fonda sulla presenza di papule e pustole e sulla dimostrazione di un’infezione batterica nelle lesioni. La piodermite mucocutanea si osserva tipicamente a livello delle labbra, in particolare delle commessure, dove l’iniziale rigonfiamento è seguito dalla formazione di croste ed erosioni. Si può osservare la comparsa di papule e pustole e in alcuni casi può anche essere presente una piodermite profonda, talvolta associata ad emorragia. La risposta al trattamento con antibiotici topici o sistemici conforta l’ipotesi dell’eziologia batterica di questa malattia e contribuisce a confermare la diagnosi. Se non si ha risposta ad una terapia antibiotica appropriata, è indicato il ricorso all’istopatologia. PIODERMITE PROFONDA Queste malattie possono essere localizzate (foruncolosi e follicolite del muso, piodermiti nasali, podali e dei punti di pressione, foruncolosi e follicolite piotraumatica) nei casi in cui è presente una distruzione cutanea locale o generalizzata. Si manifestano quando esiste una marcata riduzione di immunità e di funzione di barriera cutanea. Quando questo processo interessa l’immunità generale dell’organismo, le lesioni possono essere estese o generalizzate. Nella piodermite profonda, i microrganismi infettanti sono in grado non solo di invadere l’epidermide, ma anche il derma e, in alcuni casi, il sottocute. In genere queste malattie sono una conseguenza dell’estensione della piodermite superficiale, ma possono anche essere associate ad altre affezioni che causano un danno cutaneo o deprimono l’immunità. Il trauma delle lesioni superficiali può portare a frattura dei follicoli piliferi con fuoriuscita dei microrganismi infettanti nel derma. L’inoculazione di stafilococchi patogeni nel derma di cani sani esita soltanto nella formazione di lesioni transitorie e quindi, per promuovere la piodermite profonda, sono necessari altri fattori. Nella maggior parte dei casi sono coinvolti frammenti di peli o cheratina follicolare che agiscono da corpi estranei, promuovendo l’infezione ed inibendo l’attività antimicrobica da parte delle cellule ospiti. Anche altri agenti possono determinare questo effetto. La conseguenza è la formazione di un granuloma. La diagnosi si basa sulla presenza di grandi lesioni papulose o nodulari infette, spesso associate ad emorragia o presenza di tragitti fistolosi. Nelle infezioni granulomatose profonde può essere coinvolta una gran varietà di microrganismi ed è sempre di estrema importanza identificare la natura degli agenti responsabili. Nelle malattie gravi, sono comunemente presenti molteplici microrganismi infettanti. È consigliabile ricorrere all’istopatologia ed alla batteriologia e micologia profonde, che comprendano il prelievo di campioni di tessuto mediante biopsia. Nei casi di piodermite profonda ricorrente associati 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC a ferite non tendenti alla guarigione, si deve sospettare una micobatteriosi. Dal momento che per diagnosticare queste infezioni sono necessari metodi speciali, è importante informare il laboratorio di questa possibilità quando si inviano campioni. La terapia deve essere prolungata per trattare queste lesioni e, come sempre, occorre identificare ed eliminare le cause sottostanti. Queste possono essere rappresentate da demodicosi, malattie pruriginose che portano ad autotraumatismo, endocrinopatia, infezioni sostenute da altri microrganismi (ad es., dermatofitosi, leishmaniosi) ed immunosoppressione. Per alcune di queste condizioni, come ad esempio la foruncolosi e follicolite del muso del Dobermann e del bulldog inglese, esistono delle predisposizioni di razza. 155 Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. Bond R, Lloyd DH. Vet Dermatol 1997; 8: 101-106. Frank, LA, Kania, SA, Hnilica, KA, et al. J Am Vet Med Assoc 2003; 222; 451-4. Hendricks, A., Schuberth, H-J., Schueler, K., Lloyd, D. H. Res Vet Sci. 2002; 73: 273-7. Scott, D. W., Miller, W. H., Griffin, C. E. Small Animal Dermatology. 6th Edition. Philadelphia, W. B. Saunders, 2001. Terauchi R, Sato H, Hasegawa T et al. Vet Microbiol 2003; 94: 19-29. Author’s Address for correspondence: David H. Lloyd Department of Veterinary Clinical Sciences, Royal Veterinary College, Hawkshead Campus, North Mymms, Herts, UK This manuscript is reproduced in the IVIS website with the permission of the Congress Organizing Committee
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