Un abstract dell`argomento

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Un abstract dell`argomento
Cibo per lo spirito
Il digiuno nelle culture dell’Asia
Il sesto incontro del ciclo sull’alimentazione nei paesi asiatici prevede un tavolo di
relazione corale, con alcuni specialisti di varie aree culturali, e particolarmente Cina, India,
Giappone e gli ambiti islamico ed ebraico. Il tema del digiuno, in un ciclo che si occupa di
alimentazione, lungi dall’essere improprio, intende mettere a fuoco in un diverso modo la
cultura del cibo. Infatti è soprattutto in Asia che si sono formate tradizioni e rituali che
contemplano l’atto del cibarsi da punti di vista devozionali e filosofici. Talvolta imponendo
divieti o prescrizioni che sono caratterizzanti per le varie culture. Nel vicino oriente ci sono
stati influssi delle pratiche cultuali egizie che si sono riflesse, accentuandosi, nei tre grandi
monoteismi, dove forse il termine più noto che ci viene alla mente è quello del Ramadan
islamico. Anche in quella che si considera la base della cultura occidentale, la civiltà
greca, Ippocrate aveva definito alcuni principi di portata universale: il corpo come unità
razionale di organi e la natura come sovrana guaritrice. Ciò che porta alla guarigione non
è il medico, ma il sistema interno del corpo; tutte le forze e le energie del sistema interno
sono alla base dell’equilibrio. Concetti che accomunano questo pensiero alle grandi
sapienze orientali, soprattutto in India e Cina. In India l’uomo è la personificazione
dell’universo e in esso c’è tanta complessità come nell’intero cosmo. Qui il digiuno è
connesso intimamente coi concetti di purificazione e trasformazione del corpo, parte di un
unico assoluto. L’assoluto esiste permanentemente anche senza creazione, ma solo col
corpo esso si manifesta in questo piano di esistenza. Il digiuno non è solo una pratica
sanitaria, ma filosofica, ovvero di reintegrazione nel tutto. Quasi parallelo è il ruolo del
digiuno nella cultura cinese. Anche qui la malattia si ha quando l’equilibrio viene meno,
ma se in India è ammesso il digiuno totale, diversamente in Cina conseguire l’equilibrio
significa eliminare solo il superfluo. In Cina si persegue il giusto mezzo, la giusta misura, il
fare uscire l’umidità dal corpo, eliminare gli eccessi dal corpo affinché esso ritrovi
l’equilibrio vitale di base. Salute qui significa davvero ben’essere. E’ il riequilibrio
conseguito ad ogni livello: psiche, soma, spirito, mana (la forza vitale che in ambito
induista si esprime col termine prana), Dao (che rimanda all’energia universale
onnipervasiva, che si manifesta in ogni corpo con il Qi, il flusso energetico vitale). Ma il
digiuno non è solo attinente all’alimento che si introduce nel corpo attraverso la digestione;
si accennerà anche ad altri aspetti, come quello del digiuno della mente, quel digiuno della
parola, che porta all’ascolto del dialogo interiore, che trasforma sé stessi e provoca il
ritorno all’equilibrio spirituale.
Rosalia Codogni, laureata in sociologia a Trento e in medicina a Verona e Bologna,
specializzata come counselor presso istituti americani e italiani. Specialista in medicina
d’emergenza, ricercatrice di dinamiche neuro-emozionali e discipline psicocorporee fra
oriente e occidente. Esperta in naturopatia. Specialista in medicina tradizionale cinese,
agopuntrice e insegnante di Qi Gong.
Maurizio Damiano, archeologo, egittologo, dopo una lunga esperienza di campagne di
scavo in Sudan ed Egitto e la docenza presso le università di Pavia e di Imola, ha fondato
il CRE (Centro Ricerche Egittologiche), nel cui ambito tiene corsi di Egittologia e organizza
viaggi culturali in Egitto riservati agli allievi. Detentore di uno dei maggiori archivi
fotografici mondiali in materia egittologica, ha pubblicato oltre una ventina di volumi
monografici e da anni è impegnato nella realizzazione di una enciclopedia in 30 volumi,
che si pone lo scopo di divulgare in tutta la sua estensione la cultura, la storia e gli aspetti
fisico-naturalistici dell’antico Egitto.
Ivan Perusi, di formazione cafoscarina, dove si è laureato in Giapponese, dopo una
parentesi di docenza, si è occupato di interscambi commerciali tra l’Italia e il paese
asiatico. Nel frattempo ha continuato a svolgere attività divulgativa culturale sul Giappone
e collabora per questa area con l’Associazione inAsia.
Luigi Turri è nato in Etiopia e ha trascorso l'infanzia in Arabia Saudita. Tornato in Italia
per il liceo, ha proseguito gli studi all'Università di Verona, dove si è laureato con una tesi
in Storia del Vicino Oriente Antico e successivamente all'Università di Udine per il
Dottorato di Ricerca. Ha lavorato dal 1999 al 2010 in Siria, nello scavo archeologico
dell'antica Qatna, e dal 2012 nel Kurdistan iracheno.