mico, piu` difficolta` a difendersi da ricatti ed estorsioni –: se il

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mico, piu` difficolta` a difendersi da ricatti ed estorsioni –: se il
Atti Parlamentari
XV LEGISLATURA
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ALLEGATO
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AI RESOCONTI
mico, più difficoltà a difendersi da ricatti
ed estorsioni –:
se il Governo non intenda rafforzare
significativamente e efficacemente la prevenzione e la repressione dello sfruttamento della prostituzione, attraverso
l’azione delle Forze dell’ordine, anche
onde evitare che le amministrazioni comunali assumano iniziative quali quelle
descritte in premessa.
(4-03257)
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se il Governo intenda precisare quale
sia la situazione di Bologna dal punto di
vista della sicurezza dei propri cittadini, in
presenza di fatti di violenza, il più noto dei
quali è costituito dai recenti incidenti al
CPT di via Mattei e dell’espulsione di
tunisini collegati all’estremismo. (4-03270)
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
GARAGNANI. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
la manifestazione tenutasi lunedı̀ 9
aprile 2007 a Bologna, aveva previsto la
partecipazione di alcuni esponenti collegati con i settori del fondamentalismo
Islamico, fra i quali Omar Abdel Kafi noto
predicatore televisivo;
al di là della defezione registrata,
rimane il fatto della prevista partecipazione di esponenti chiaramente qualificatisi, in passato, per l’apologia dell’attentato
alle torri gemelle e per altre sanguinose
iniziative;
si rileva inoltre che nella suddetta
manifestazione sono state fatte considerazioni inaccettabili su quei parlamentari fra
cui il sottoscritto che hanno chiesto alle
autorità di Pubblica sicurezza di vietare
per ragioni evidenti di ordine pubblico
quella iniziativa;
si rileva la pericolosità dell’attuale
situazione anche sulla base di dichiarazioni di un illustre docente come quelle
riportate dal quotidiano locale il Resto del
Carlino: « A Bologna esiste un focolaio
fondamentalista? » è una domanda pericolosa. Potrei rispondere di sı̀. Però mi
sembrano posizioni puramente teoriche –:
se siano state avviate indagini su
queste persone e sulla base di quali motivi
possano circolare liberamente sul territorio nazionale e quali contatti mantengano
con i settori più radicali del movimento
islamico;
Interrogazioni a risposta scritta:
REALACCI. — Al Ministro del lavoro e
della previdenza sociale. — Per sapere –
premesso che:
l’11 aprile il quotidiano La Repubblica ha pubblicato un’inchiesta sul fenomeno del caporalato nel settore edile. La
situazione riportata dal giornalista Paolo
Berizzi, che si è mescolato con dei manovali nell’area milanese, è quella di un
vero e proprio fenomeno di schiavismo.
Gli operai, perlopiù extra-comunitari
senza permesso di soggiorno, vengono reclutati con una paga di meno di quattro
euro al giorno, con turni di lavoro che
superano le 10 ore giornaliere, senza alcun
tipo di sicurezza e di prevenzione degli
infortuni. I lavoratori edili , per mantenere
il posto di lavoro, sono anche costretti a
pagare una mazzetta ai caporali che
oscilla tra i 200 e i 300 euro mensili. In
caso di infortunio, non possono andare
all’ospedale, rischio la perdita del lavoro,
e nei casi più gravi vengono abbandonati
lontani dai cantieri;
secondo quanto riportato nell’articolo
di Repubblica la mappa nazionale del
lavoro nero nel campo dell’edilizia è davvero sconcertante. I dati, confermati dalla
CGIL, parlano di circa 1 milione e 200
mila occupati nel settore, 600 mila dei
quali in nero. L’evasione fiscale ammonta
a 6 miliardi di euro l’anno. Secondo le
stime ufficiali dell’Inail, nel 2006, nei cantieri italiani sono morti 258 lavoratori e si
sono verificati 98mila infortuni. In questi
dati non sono ovviamente compresi i la-
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voratori fantasma, che quando si fanno
male, anche gravemente, restano in silenzio;
la situazione denunciata da La Repubblica è solo la punta dell’iceberg di una
grave situazione di sfruttamento dell’immigrazione da parte di imprese grandi e
piccole che per l’assunzione di manodopera scelgono la strada del lavoro nero e
delle sottopaghe, sfruttando la disperazione di migliaia di persone che arrivano
clandestinamente nel nostro paese con il
miraggio di una vita migliore. Si tratta di
una macchia vergognosa per un paese
come l’Italia, per la nostra storia fondata
sull’emigrazione di tanti nostri connazionali e per la reputazione di paese tollerante;
il Consiglio dei Ministri ha approvato
il 17 novembre scorso un disegno di legge
per l’adozione di nuove e più efficaci
misure di contrasto al fenomeno dello
sfruttamento della manodopera di stranieri presenti irregolarmente sul territorio
nazionale. Il disegno di legge, che dovrà
passare l’esame delle Camere, ha l’obiettivo di colpire il fenomeno del caporalato,
di chi recluta cioè manodopera e organizza l’attività lavorativa mediante violenza, minaccia, intimidazione o grave
sfruttamento. Per queste persone è prevista la reclusione da tre ad otto anni e la
multa di 9 mila euro per ogni persona
reclutata –:
quali strumenti il Ministero del lavoro e della previdenza sociale intenda
mettere in atto per intensificare i controlli in questo settore per limitare questa allarmante situazione dove si ravvisano gravissimi reati contro i diritti dei
lavoratori, oltre che alla dignità umana e
contro gli articoli fondanti della Costituzione italiana.
(4-03262)
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volto la Coopservice e la Fondazione Manodori entrambe di Reggio Emilia, attraverso la quale il 40 per cento del capitale
della società Servizi Italia spa, controllata
da Coopservice, è passato prima alla suddetta Fondazione, poi di nuovo a Coopservice « in nome e per conto » della
società lussemburghese First Service Holding, che diventò cosı̀ proprietaria del 40
per cento di Servizi Italia spa;
la società First Service Holding ha
deliberato un aumento di capitale di euro
600.000,00 emettendo n. 120.000 azioni
ordinarie del valore nominale di euro 5,00
cadauna, tali azioni sono state offerte in
sottoscrizione ai soci ordinari della Coopservice iscritti a libro soci alla data del 30
giugno 2005 e la procedura di assegnazione prevedeva un criterio di riparto delle
azioni richiedibili da un minimo di n. 20
ad un massimo di n. 500 estendibile sino
a n. 10.000 nel caso di azioni inoptate per
i soli soggetti richiedenti il quantitativo
massimo, inoltre qualora residuassero ulteriori azioni inoptate Coopservice avrebbe
potuto sottoscriverle a discrezione;
di conseguenza il 16,4 per cento sarebbe detenuto dalla stessa Coopservice,
mentre il resto del capitale sarebbe suddiviso fra circa 300 azionisti, tra i quali
figurerebbero una dozzina di esponenti di
vertice oltre a molti soci della cooperativa
stessa ma anche un gran numero di figure
esterne i destinatari dell’offerta, quali dipendenti, ex dirigenti e dipendenti di Servizi Italia spa ex dipendenti della Coopservice, e soggetti legati alla Fondazione
Manodori;
ALESSANDRI. — Al Ministro del lavoro
e della previdenza sociale. — Per sapere –
premesso che:
la quotazione in Borsa della società
Servizi Italia spa ha comportato guadagni
per circa 42 milioni di euro di cui 29
milioni attraverso il collocamento del 27,5
per cento sul mercato borsistico al prezzo
di 8,5 euro per azione e 13 milioni attraverso l’impegno di Coopservice a ricomprare il restante 12,5 per cento dalla First
Service Holding al prezzo di collocamento
in Borsa;
notizie di stampa riportano il caso di
una operazione finanziaria che ha coin-
la direzione provinciale di Legacoop
Reggio Emilia ha espresso il proprio dis-
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senso sull’operazione invitando il gruppo
dirigente di Coopservice a correggere
l’operazione in modo da ripristinare il
rispetto dei principi mutualistici propri
della cooperazione;
sarebbe opportuno rendere pubblici i
nomi dei 300 soci della società lussemburghese F.S.H. SA;
il Presidente della Fondazione Manodori oltre ad avere avallato una operazione di « portage » più propria di una
banca d’affari che di un Ente di beneficenza, risulta ricoprire un doppio ruolo in
quanto anche funzionario delegato della
Legacoop reggiana alle cooperative di servizio di cui Coopservice fa parte –:
se tale operazione rientri nei fini
statutari della Coopservice e quale giudizio
se ne tragga poiché partecipando al capitale di una società del Lussemburgo
avrebbe goduto di guadagni detassati pur
essendo una società mutualistica che gode
di ampi vantaggi fiscali nella Repubblica
italiana e quali siano infine le ripercussioni fiscali eventualmente imputabili ai
singoli soci di FSH in seguito alla plusvalenza conseguita.
(4-03267)
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PUBBLICA ISTRUZIONE
Interrogazione a risposta orale:
LUMIA. — Al Ministro della pubblica
istruzione. — Per sapere – premesso che:
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giuridici ed economici dell’anzianità maturata nell’Ente locale di provenienza;
il Ministero della pubblica istruzione,
secondo l’interrogante, in contrasto con il
disposto normativo citato, ha emanato il
decreto del 5 aprile 2001 recependo l’accordo tra ARAN e organizzazioni sindacali
che, all’articolo 3, prevedeva che il personale interessato dovesse essere inquadrato
nella progressione economica per posizioni stipendiali delle corrispondenti qualifiche del comparto scuola e con il criterio
del « maturato economico » che tiene solo
conto del trattamento economico in godimento al momento dell’inquadramento nei
ruoli del personale statale ignorando l’effettiva anzianità di servizio;
l’applicazione di tale decreto, penalizzante soprattutto per il personale con
maggiore anzianità di servizio, ha causato
una serie di ricorsi giudiziari, parte dei
quali hanno ormai concluso l’iter con esito
favorevole ai ricorrenti. I collegi della
suprema Corte di Cassazione hanno confermato la natura non normativa dell’accordo sindacale e l’illegittimità della pretesa del ministro di innovare l’ordinamento giuridico attraverso atti di carattere
generale;
all’articolo 1, comma 218, della legge
23 dicembre 2005 n. 266 è stata inserita
una norma di interpretazione che riconduce l’inquadramento del personale interessato al cosiddetto « maturato economico » facendo salva l’esecuzione dei giudicati formatisi alla data di entrata in vigore
della legge;
l’articolo 8 della legge 3 maggio 1999,
n. 24 dispone il trasferimento nei ruoli
dello Stato del personale ATA e degli
insegnanti tecnico pratici dipendenti dagli
Enti Locali, in servizio nelle istituzioni
scolastiche statali alla data di entrata in
vigore della legge;
alcuni tribunali hanno sollevato questioni di legittimità costituzionale dell’articolo 1, comma 218 della legge finanziaria
2006 perché lo stesso rappresenterebbe un
maldestro tentativo di aggirare il principio
della non retroattività delle leggi;
tale normativa riguarda coattivamente circa 80.000 persone che secondo
quanto previsto dal comma 2 dell’articolo
8 della legge 124, avrebbero dovuto essere
inquadrate con il riconoscimento ai fini
per effetto della nuova disposizione
potranno determinarsi situazioni di disparità di trattamento tra soggetti ai quali
continua ad applicarsi il regime cosı̀ come
riconosciuto dalla giurisprudenza e sog-