giornalino scolastico a.s. 2014-2015 - Scuola dell`Infanzia

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giornalino scolastico a.s. 2014-2015 - Scuola dell`Infanzia
Giornalino Continuita’
Il cinguettio più famoso della scuola
Cari Lettori,
poche righe per presentarVi il secondo
numero del Giornalino Scolastico
dell’Istituto Comprensivo di S. Pietro
in Guarano.
Il Giornalino scolastico torna a comunicare attraverso la voce degli alunni, le molteplici esperienze educativo - didattiche vissute e condivise durante l’anno scolastico. Permette di
sviluppare nuove forme espressive,
rinnovando il piacere della lettura,
della comunicazione e della scrittura.
E’uno strumento efficace per dar voce
agli alunni, anche fuori delle aule
scolastiche, per favorire una partecipazione responsabile alla vita della
scuola.
Buona lettura!!!
SCUOLA DELL’INFANZIA
Autunno
I colori della natura
Natale: allestimento presepe
W il Natale
Tutti in maschera
SCUOLA PRIMARIA
Primavera
Pierino Porcospino
Piccole storie
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
A mia Nonna
Halloween
4 Novembre
Inviati molto speciali
Storia di Natale
Natale in Romania
Braccialetti rossi
Adolescenza
Realtà virtuale con Oculus Rift
I nostri bellissimi parchi
Strani rumori
Bussano alla porta e….
La macchina del tempo
La storia degli adesivi
Dieta mediterranea
Il cuore che batte a ritmo di musica
Gli animali fanno bene alla salute
Le nostre poesie
Il mio mito: Eleonora Abbagnato
te
Scuola dell’infanzia– S. Pietro in Guarano . centro
dal Progetto
“ I colori della natura”
Sezione B
Il progetto si svilupperà per l’intero anno scolastico 2013/2014. E’ un progetto che mira a stimolare l’osservazione,la curiosità e la creatività dei bambini, insegnando loro nuove forme artistiche e
diversi linguaggi espressivi. Il mondo si presenta vivacemente colorato, ed è attraverso il gioco, le
attività didattiche, i disegni e le canzoncine che i bambini familiarizzano con i colori e le emozioni
fino ad arrivare ad associarle.
Il Progetto, inoltre, aiuta i bambini a comprendere lo scorrere del tempo e i relativi
festeggiamenti delle ricorrenze. In questo
primo periodo dell’anno, abbiamo voluto
mettere in risalto, i colori delle feste :
Halloween e Natale.
I colori di Halloween
ARANCIO
NERO
I colori del Natale
ROSSO
VERDE
BLU
Scuola Dell’Infanzia
Scuola dell’infanzia
Pensando a te, cara nonna, una marea di scene
affollano la mia mente…
Ripenso a…
Quante risate per battute su “Il Segreto” o sugli
occhi azzurri degli attori di “Tempesta d’amore”!
<<’Ce scippu!>> dicevo, e vedevo il tuo sorriso
crescere quando andavo in cucina a prendere
due coltelli, e li sfregavo facendo finta di affilarli.
Quante polpette preparate insieme.. ricordo
quando ero al telefono (magari a parlare con un’amica) e lo chiudevo per venire ad aiutarti..
Quante volte hai criticato le scarpe che compravo ma quando dicevi sempre che erano “proprio
belle”!
Quante volte abbiamo visto insieme “i Simpsons” e tu, al posto di farmi cambiare, mi dicevi di
alzare il volume..!
Quante volte ti ho detto che mi piacciono le patatine che cucini tu, sono più buone di quelle di
mamma! E fidati.. te lo dice una buongustaia!
Quante foto abbiamo fatto insieme..! Ma tu in tutte dicevi di non essere venuta bene, e a confermare c’erano i commenti di zio Pablo che vedeva le foto su facebook.. << Hai i capelli gonfi! Pari
cu na capu quantu oje e dumani!>>.
Ricordo quando, qualche anno fa, mettevo un pigiama di zia, e mi infilavo nel letto, sotto le coperte calde, nelle sere d’inverno, e mi mettevo a ricamare mentre tu, seduta ai piedi di questo, mi
stressavi dicendomi di dormire. Anche se io nel letto mi ci ero messa solo per stare al calduccio!
Ricordo quando spostavo il divano per avvicinarlo al caminetto, e tu ti lamentavi, dicendo ceh
non ce n’era bisogno perché volevi sederti sulla sedia, sennò, con il calore del caminetto e la comodità del divano, ti prendeva il sonno.
Ricordo quante volte mi rubavi il mazzo all’ultimo momento, o quando ti arrivavano tutti gli assi, mentre giocavamo a carte. Ma a briscola no! Vincevo e vinco sempre io! E sai perché?! Perché
ti ho dovuto insegnare io! E ti ho insegnato come conviene a me!
Cosa dirti ancora.. Come esprimere le molteplici emozioni che provo quando sto con te.. non ci
riesco, è difficile. Posso solo affermare con sicurezza che mi fanno stare bene.
Eh si, cara nonna! Tutto è merito tuo e dei tuoi occhi, che anche senza parlare, mi dicono tutto..
Pensavi di essere la sola intuitiva?! Eh già, ho preso molto da te: pregi e difetti! Come te sono sensibile, sorridente, dolce, ma anche un po’ testarda, a volte pigra, e un po’ golosa (anche se adesso
tu stai facendo la dieta).
Sono felice che ai nonni sia stata dedicata una giornata, che si siano accorti di quanto importante sia la
vostra figura, non solo per il bagaglio di cultura, di esperienza, di storia, ma anche e soprattutto per
l’amore che ci date.
Magnelli Giulia Scuola Secondaria I grado di S. Pietro in Guarano
Probabilmente,la parola "Halloween",deriva dalla frase:" All Hallows Eve"; che vuol
dire:la notte di Ognissanti. I colori tipici di Halloween sono l'arancione ed il nero;
l'arancione veniva usato per ricordare la fine dell' estate; il nero simboleggiava il buio
dell'inverno che stava arrivando. Una leggenda su Halloween,narra che la notte di
questa festività,gli spiriti morti in quell' anno,tornassero in cerca di un corpo da possedere;questo accadeva proprio nella notte del 31 Ottobre. Una tradizione di Halloween e' "Dolcetto o Scherzetto",i bambini,ma anche gli adulti,si vestono dai personaggi più famosi,e vanno a girare di casa in casa,dicendo proprio questa frase:"Dolcetto o Scherzetto". In Inghilterra,l'usanza e' uguale,ma si pronuncia questa
filastrocca: Trick or Treat Smell my Feet Give me Something Good to Eat! Un' altra
usanza di questa festivita',e' la zucca intagliata,con la candela dentro,proprio per farla
sembrare una lanterna,che come diceva la leggenda,deriva dal personaggio Jack-oLantern! Molte persone si organizzano in gruppi,e organizzano feste.Le case, molte
volte,si addobbano con i rotoli di carta,con pipistrelli paurosi e zucche di carta attaccati al soffitto...Si mangiano tante,anzi tantissime caramelle!!!
Bhe,detto questo, BUON HALLOWEEN A TUTTIII!!!!
Il 4 novembre il Comune di Castiglione ha invitato noi ragazzi ad una manifestazione dedicata alla memoria dei caduti in guerra. Il nostro paese possiede un grande monumento vicino la chiesa. Ogni anno partecipiamo con orgoglio e prepariamo dei lavori. Abbiamo sventolato bandiere, cantato l’Inno D’Italia,letto delle riflessioni scritte in classe. Erano presenti il Sindaco e i carabinieri.
Il mio pensiero in questo giorno va a tutte
quelle donne non più giovanissime,di mezza età,dalle sembianze di una madre,inginocchiate a sorreggere,con amore,con pietà,con tutte se stesse,un giovane
militare,forse loro figlio,caduto a terra,in
fin di vita.A quelle tanti madre che ancora
oggi perdono i loro cari in guerra.
Ognuno di noi dovrebbe riflettere,e
non solo oggi,sulle conseguenze della
violenza dell’uomo:la distruzione
fisica e morale delle persone che ne
sono coinvolte, il loro annientamento
e quanto questo contrasti con i sentimenti umanamente più i edificanti e
nobili che ci possiamo immaginare.
Non basta chiudere delle porte e innalzare dei muri, occorre anche dare delle
risposte, lavorare per diffondere la Democrazia,solo così,ne sono certo, potremo sperare in un mondo di Pace.
Pur rappresentando una scena di guerra il nostro monumento richiama ideali
di Pace ed io, in questo giorno, ho a
lungo pensato alla fortuna di non aver
dovuto subire la guerra, in quanto nato
in un paese come l’ Italia, in un’Europa
dove si propugnano ideali di pace e di
solidarietà.
Non bisogna dimenticare che ancora
oggi, su diversi fronti, in Afganistan,
in libano, in Iraq, e non solo, i militari
italiani, sono impegnati e rischiano la
vita su fronti di guerra, ma ora non
più per occupare territori, ma per cercare di ristabilire condizioni di con-
Il 4 novembre è il giorno del ricordo e
del ringraziamento, ma deve anche essere quello della riflessione per fare in
modo che il passato, la storia, ci sia
d’insegnamento per il futuro, ci insegni
i valori della vita, della tolleranza, della
Il significato profondo di questo monumento che è anche il senso di quello che oggi noi vorremo
fare qui e prendere atto delle conseguenze della guerra per trarne insegnamento,per ribadire
l’assoluta necessità di lavorare per perseguire:
-la Pace rispetto alla guerra,
-la Solidarietà al posto della violenza,
-l’Amore invece dell’odio,
Successivamente siamo andati in chiesa per celebrare la santa messa e poi siamo tornati a scuola
e discusso sull’avvenuto.
FORTINO L. - MAIENZA G. scuola secondaria di primo grado Castiglione Cosentino
Il 18 dicembre, gli alunni della scuola secondaria di primo grado, in occasione del Natale, hanno
realizzato un recital sui tanti problemi di cui i notiziari ci informano continuamente. Il primo problema è stato quello della guerra, non solo di quella grande che ancora molti paesi sono costretti
a subire, ma anche di quella piccola e quotidiana che si verifica tra le mura domestiche, nelle
scuole, nei luoghi di lavoro; è stato affrontato il tema del razzismo verso i “vu cumprà” che sempre più sono trattati male, respinti e sfruttati.
Inoltre, che dire della prepotenza, dell’egoismo, della corruzione, tutti mali che, purtroppo, regnano sovrani nella società. Tutto ciò provoca negli uomini, dubbi, problemi, assenza di certezze su
cui costruire, difficoltà nei rapporti umani, oltre che solitudine e delusione. Sorgono quindi le
grandi domande: “che senso ha tutto questo? Quale sarà il nostro destino? Che cosa possiamo fare
per cambiare tutto ciò?”
La risposta ci viene dall’incontro con il figlio dell’uomo:
“Dobbiamo cambiare prima noi se vogliamo che il mondo migliori” e in questo cammino due
grandi istituzioni devono guidarci “LA FAMIGLIA E LA SCUOLA”, per mezzo delle quali può
cominciare un autentico rinnovamento dei rapporti umani. Esse, infatti, sono chiamate a realizzare
un progetto d’amore, ad essere una comunità al servizio dell’uomo in dialogo con Dio. Riteniamo
di essere riusciti a fare un bel lavoro e tutte le difficoltà affrontate sono state ricompensate dagli
applausi ricevuti. Bellissimo è stato il filmato con tutti gli alunni dato in visione prima della rappresentazione teatrale. Partecipare al recital è stata un’esperienza straordinaria che ci ha fatto superare tante paure.
Maienza G.-Perrone C. Scuola Secondaria I grado di Castiglione Cosentino
C’era una volta un bambino di nome Mic che era il figlio del più potente re di tutto
il mondo, aveva tutto ciò che desiderava tranne la felicità.
I suoi genitori erano sempre impegnati e non stavano mai con lui; ogni volta che
Mic desiderava trascorrere un po’ di tempo con loro purtroppo erano troppo impegnati. Purtroppo non aveva neanche un amico con cui condividere il tempo libero
così decise, in ricorrenza del Natale di scrivere una lettera a Babbo Natale “Caro Babbo Natale,
vorrei tanto come dono un amico con cui giocare. ” In realtà, il bambino non crede più in Babbo
Natale perché sono ormai cinque anni che scriveva per esprimere questo suo desiderio.
Dopo pochi giorni, mentre giocava con il suo orsetto Tommy, vide dalla finestra una scia di luce,
sembrava una stella. Era la slitta di Babbo Natale. Mic non può crederci. Si precipita subito fuori
e ………
Babbo Natale in carne ed ossa! “Non preoccuparti, caro Mic. Avrai il regalo che desideri ma devi
credere sempre nella magia del Natale. ”
Quella notte il bambino dorme tranquillo sognando il suo dono. La mattina Mic corre verso
l’albero di Natale ma trova solo il regalo dei suoi genitori. Rimasto deluso, ritorna nella sua stanzetta.
Poco dopo, la madre va da lui e gli comunica che ha deciso di diminuire i suoi impegni da gennaio
e iniziare a trascorrere più tempo con lui.
Mic capisce subito che il regalo di Babbo Natale era arrivato. Contento e felice trascorre il Natale
più bello della sua vita.
Sentire l’amore dei genitori e trascorrere del tempo con loro è il regalo più bello per ogni bambino.
Alessio Madeo
Scuola secondaria di I grado di Castiglione.
Da noi, in Romania, a Natale si preparano dei dolci come da voi, qui, in
Italia. La sera di Natale è il momento più bello e caratteristico perché vi
è una bellissima usanza. Un gruppo di bambini prendono tanti legnetti e
costruiscono una capra di legno. Un bambino balla intorno alla capra di
legno e tutti gli altri cantano. Un altro gruppo di bambini fanno un orso
di legno un bambino ci balla attorno e gli altri bambini cantano. Infine si costruisce anche un cavallo di legno e un bambino balla intorno e gli altri cantano. Successivamente si gira prima intorno
alla capra, poi all’orso e in ultimo al cavallo. Gli adulti donano dei soldi ai bambini per assistere lo
spettacolo.
La mattina seguente i bambini vanno di porta in porta e donano del grano alle varie famiglie. I ragazzi di diciotto / venti anni vanno in un centro commerciale e organizzano uno spettacolo. Si mettono in cerchio , il più grande ha un bastone di legno in mano e giocano a gruppi e fanno delle foto.
IulianTunza
Scuola Secondaria I grado di castiglione Cosentino
Guida Azzurra
Braccialetti rossi è la fiction più vista d’Italia.
Racconta la storia di 6 ragazzi malati che in ospedale formano un
gruppo i
La loro parola d’ordine è:
I ragazzi si chiamano:
.
L’adolescenza
L’adolescenza è un momento di vita unico e irripetibile. È un’età di
passaggio, infatti la persona non è né un bambino e né un adulto. Sono
molte le domande che si pongono a quest’età… i cambiamenti si manifestano anche nel corpo come ad esempio l’altezza, il peso, le dimensioni di certe parti del corpo. In questa fase molto importante e
anche un po’ difficile della vita, il ragazzo o la ragazza non si sente
accettato/a per quello che è, cadendo così in depressione. Comincia a
cambiare comportamento facendo anche cose proibite, rovinandosi così la vita: come bere, fumare
e drogarsi per essere accettati dal gruppo; ma in realtà non risolve il problema. Bisogna sempre
credere in se stessi e soprattutto essere se stessi. Durante questa fase del ciclo vitale cambia anche
l’atteggiamento verso l’altro sesso. Il contatto con l’altro può causare timore e ansia causando anche la paura di essere rifiutati. I primi amori vengono vissuti con molta intensità, pieni di speranze
e a volte anche con sofferenza per i momenti di crisi o per la fine del grande amore. Oltre
all’amore in quest’età sono molto importanti anche le amicizie in genere nate nei banchi di scuola.
Il gruppo di amici è uno spazio in cui potersi rispecchiare, confrontare e confidare. Durante
l’adolescenza il gruppo di amici si espande, non è più come quello dell’infanzia in cui ad emergere
era solo l’amico del cuore. Con i propri amici si fanno le esperienze più belle e più folli. Gli amici
diventano un punto di riferimento alternativo alla famiglia con la quale in quest’età non si riesce
molto a comunicare e parlare dei propri problemi. Quindi l’adolescenza si puo’ racchiudere in due
parole… amore e amicizia!
Denise e Marika
REALTA VIRTUALE CON OCULUS RIFT
La realtà virtuale è oggi diventata realtà grazie allo oculus rift , uno schermo da
sette pollici che si appoggia agli occhi. Si sta progettando per usarlo su facebook,cinema ecc...
L’ Oculus Rift è un casco con uno schermo, dei sensori e un giroscopio per calcolare il movimento della testa. Permette di spostare la visuale nel mondo virtuale
girando il capo, esattamente come facciamo nella realtà. Al momento è pensato
solo per computer, ma non è escluso che in futuro arrivi una versione compatibile anche con le console. Il
primo prototipo aveva uno schermo LCD da poco più di 5 pollici capace di visualizzare immagini in alta
definizione (720p). Un monitor piccolo ma che, stando a pochi centimetri dai nostri occhi, ti dava
l’illusione di avere davanti uno schermo da cinema. Si teneva insieme col nastro adesivo e pezzi di gomma:
la prima volta che l’hanno provato durante l’E3, la fiera di videogame di Los Angeles, si notava come la
risoluzione delle immagini non fosse all’altezza di un normale televisore. Ma l’aspetto più preoccupante era
la "motion sickness", ovvero la nausea che le immagini in movimento potevano causare nei giocatori. Un
“mal di mare" virtuale che lasciava presagire il peggio per il progetto di Oculus.Ma poi è cambiato tutto. Il
nuovo prototipo mostrato a Las Vegas, denominato Crystal Cove, è anni luce avanti a quello precedente. Lo
schermo adesso è un OLED, come quelli dei nostri smartphone, e questo garantisce diversi vantaggi: i colori sono più nitidi e brillanti; le immagini si muovono in maniera molto più fluida e naturale, limitando così
l’effetto che affliggeva il primo prototipo. Infine, la risoluzione ora è Full HD a 1080p, la stessa insomma
dei televisori HD. Altra novità è l’introduzione di una telecamera da porre di fronte al giocatore. La camera
"legge" i movimenti dei led luminosi posti sul visore Oculus Rift e in questo modo determina con assoluta
precisione ogni minimo spostamento della testa, anche in profondità. L'effetto è mesmerizzante
l test. In una delle demo che hanno provato, Oculus li ha trasportati dentro un mondo sotterraneo popolato
da goblin e mostriciattoli vari. Muovendo la testa potevamo sporgersi verso il basso, per vedere cosa accadeva sotto di loro. La percezione della profondità del movimento della testa apre a una serie di interazioni
sempre più complesse e realistiche con il mondo di gioco. Con Oculus Rift tutto avviene attraverso il movimento di occhi e testa.
testa e corpo. Il successo inarrestabile di Oculus ha fatto uscire allo scoperto tante altre startup con prodotti sempre più originali e innovativi, per trovare nuove forme d’interazione con il computer che vadano al di
là dei soliti mouse e tastiera. Novità, alcune davvero fuori di testa, che dimostrano come oggi l’innovazione
sia sempre più difficile da trovare nelle grandi aziende dai fatturati multimiliardari. Oggi è più facile coglierla nei sogni e nelle idee di piccole compagnie.
Michele Ambrosio
I nostri bellissimi parchi
Parco nazionale della Sila
Il Parco nazionale della Sila è un parco nazionale, il terzo per ordine cronologico
ad essere stato fondato in Calabria dopo il Parco nazionale del Pollino ed il Parco
nazionale dell'Aspromonte. Sito nel cuore della Sila si estende per 73.695 ha
assumendo una forma allungata nord-sud. La sede del parco si trova a Lorica,
mentre il perimetro coinvolge territorialmente tre delle cinque province calabresi, la Provincia di Catanzaro, la Provincia di Cosenza e la Provincia di Crotone. Il
Parco è stato istituito nel 1997 con legge n. 344, mentre l'istituzione definitiva
è avvenuta per D.P.R. del 14 novembre del 2002, dopo un iter politico iniziato
nel 1923, quando in Italia si cominciò seriamente a parlare di Aree naturali protette, istituendo i primi parchi nazionali[3]. Al suo interno il Parco nazionale della
Sila custodisce uno dei più significativi sistemi di biodiversità. Il simbolo del
Parco è il lupo, specie depredata per secoli e fortunatamente sopravvissuta fino
al 1970, anno in cui venne istituita una legge a favore della sua salvaguardia.
Scuola Secondaria I grado di Castiglione Cosentino
Parco del Pollino
Il Parco
nazionale
del
Pollino,
condiviso
dalle
province
di Potenza, Matera e Cosenza, con i suoi 192 565 ettari, di cui 88 650 nel versante della Basilicata e 103 915 in quello della Calabria, è il parco naturale più
grande d'Italia. Prende il suo nome dal Massiccio del Pollino. Storia
Il Parco nazionale del Pollino è istituito nel 1988,mentre la perimetrazione provvisoria è del 1990, così come le misure di salvaguardia. Tra gli anni 1993 e
1994 s'insediano gli organismi amministrativi e tecnici: presidenza, consiglio di
amministrazione e direzione; la sede dell'ente di gestione è ubicata in Rotonda
(PZ). Il Pollino è, dunque, l'area protetta più estesa d'Italia, comprendendo, a
cavallo fra il confine geografico e amministrativo delle regioni Calabria e Basilicata, 3 province (Cosenza, Potenza, Matera), 56 comuni, di cui 32 in Calabria e
24 in Basilicata, 9 comunità montane e 4 riserve orientate: Rubbio, in Basilicata, e Raganello, Lao e Argentino in Calabria. Le sue vette, tra le più alte del
sud d'Italia, sono coperte di neve per molti mesi dell'anno. Dalle cime, ad occhio nudo, si osservano, ad occidente, le coste tirreniche di Maratea, Praia a
Mare, Belvedere Marittimo e, ad oriente, da Sibari a Metaponto, il litorale ionico. L'emblema del parco è il pino loricato (Pinus heldreichii), specie endemicaitaliana, presente in altre stazioni fitoclimatiche delle montagne balcaniche egreche.
Scuola Secondaria I grado di Castiglione Cosentino
Scrittori in erba
In Italia settentrionale, ai piedi delle Alpi, c’era un antico castello di proprietà di un marchese. Era
un edificio con ampie stanze, soffitti alti e affrescati e lunghi corridoi. Diciamo un po’ misterioso.
Un giorno, durante una terribile tempesta di neve, la marchesa , impietositasi, aveva accolto una
vecchia mendicante malata che si era presentata alla sua porta. Dopo averle dato un piatto caldo di
minestra, la signora aveva deciso di ospitarla in una delle immense stanze vuote. La povera mendicante si accontentò di un morbido pagliericcio vicino al camino in cucina. Una sera, il marchese,
di ritorno da un lungo viaggio nella capitale, entrò in cucina e vide la mendicante. Senza provare
nessuna pietà, minacciò la povera donna che nello scappare scivolò e si ferì gravemente tanto da
morire.
Passarono gli anni e arrivò al castello un nobile cavaliere fiorentino che desiderava comprare la
grande abitazione perché il marchese doveva trasferirsi per problemi di salute nella capitale.
Il marchese, a cui interessava molto l’affare, decise di ospitare per alcuni giorni il cavaliere per
riuscire ad ottenere un buon prezzo. Indovinate dove andò a dormire? Proprio nella stanza dove era
morta la povera mendicante. Cosa successe, vi chiederete miei cari lettori?
Durante la notte il cavaliere scese pallido e spaventato nell’atrio del palazzo e cominciò a gridare
“Aiuto, ho sentito strani rumori!” Il marchese si svegliò e lo prese in giro a lungo ma il cavaliere lo
pregò di farlo dormire in un’altra stanza e quando fece giorno se ne andò a gambe levate.
Questo avvenimento allontanò tantissimi compratori ormai correva voce che nel castello ci fosse
un fantasma.
Il marchese decise di controllare di persona la stanza e decise di trascorrere lì la notte così da provare a tutti che era solo una invenzione di un cavaliere matto.
Quando suonò la fatidica mezzanotte si sentirono strani rumori : un fruscio , un lamento e un rumore secco proprio vicino al camino come se fosse caduta qualcosa.
Il marchese cercò , all’inizio di farsi forza ma quando si accorse che i rumori aumentarono fuggì
via.
Il giorno dopo , preparati i cavalli lasciarono per sempre la tenuta ma si riempirono di debiti e ben
presto caddero in disgrazia.
In realtà, miei cari lettori, non esisteva nessun fantasma nella famosa stanza ma la vecchia governante, conosciuta la storia della mendicante, decise di architettare il tranello per punire il marchese
a causa della sua cattiveria.
Chi la fa , l’aspetti.
Siete d’accordo anche voi, ragazzi? Alla prossima storia.
Ilaria Madeo
Scuola Secondaria I grado di castiglione Cosentino
Bussano alla porta e…
Era notte fonda e io, imbacuccata nel mio lettuccio caldo, dormivo profondamente sognando dolci e cioccolata che aspettavano di essere
mangiati. Ad un certo punto tutto scomparve e mi svegliai di soprassalto, avvertita da un rumore che si avvicinava sempre più. Ad un tratto
qualcuno o qualcosa bussò alla porta di casa mia. Quel bussare era continuo, come se volesse attirare l’attenzione di qualcuno e mi sembrava eterno. Non avevo il coraggio di scendere ad aprire… me ne stavo sul mio letto abbracciata alle coperte, aspettando che quella cosa misteriosa smettesse e se ne andasse. Non smetteva mai! Era sempre più insistente e forte.
Mi feci coraggio e andai nel corridoio a vedere se mamma e papà dormivano… nel letto non c’era
nessuno, solo il libro di mia madre sotto il cuscino. Il balcone era spalancato ed entrava un vento
gelido che, in quelle circostanze, non mi aiutava a stare calma. Dove erano andati i miei genitori?
Erano forse loro che bussavano alla porta di casa per essere aperti? Tutto era un mistero, stavo vivendo un incubo. Presi un palo di scopa e scesi lentamente le scale, con le gambe che tremavano,
senza fare il minimo rumore. Feci l’ultimo gradino e mi trovai davanti alla porta. Girai la chiave in
quegli interminabili secondi sudando freddo e pregando che non mi facesse niente di male. Il momento era arrivato, aprii lentamente la porta cigolante e, ad un tratto, qualcosa la spalancò dal di
fuori. Mi ritrovai faccia a faccia con il mio nemico, ancora in ombra. Mi fissava con quegli occhi
rossi, intensi e profondi, appena, intravedevo il suo naso allungato, la sua bocca con quel sorriso
maligno che sghignazzava. Ad un certo punto mi afferrò per un braccio in modo brusco, con forza
soprannaturale, tanto che il palo non mi servì a niente e cadde a terra con un tonfo sordo, in quella
casa vuota, la mia. Un attimo dopo mi ritrovai fra quattro gelide e alte mura, imbavagliata e legata
a un palo. Di fronte a me vidi due ombre familiari. All’inizio non capii chi fossero, ma poi riconobbi quegli occhiali che indossava mia madre, e la vidi lì, legata a fianco a mio padre. Cosa stava
succedendo, pensavo tra me e me, forse tutto ciò non sarebbe accaduto se non avessi aperto quella
maledetta porta. Ad un certo punto entrò nella stanza, con un calderone al centro, quella malefica
creatura che continuava a sghignazzare inserendo un liquido rosso dentro di esso, sembrava sangue
vivo. Avevo una brutta sensazione, quel pentolone era per noi. Un attimo dopo tutti i miei dubbi
scomparvero perché quella creatura dichiarò di essere un vampiro. Era la fine, non volevo morire,
ma era questo il mio destino, non potevo fare nulla. Lui ci legò tutti insieme e ci appese sopra il
calderone rosso fuoco, che si avvicinava sempre più. Era finita, ci lasciò cadere nel vuoto… Mi
svegliai, era mattina e mia madre spalancava la finestra della mia camera. Mi stiracchiai e mi guardai intorno perplessa. Era una tranquilla domenica mattina. Non ero morta, era stato solo un terribile incubo. Abbracciai mia madre e mio padre e poi mi vestii e uscii fuori a fare una passeggiata.
Sul marciapiede guardavo la mia casa, da cui, quella notte, ero stata portata via di forza. Quel giorno rivissi con i pensieri quella notte buia e quella risata restava stampata nella mia mente. Quell’
incubo lo ricordai per sempre, era stato il più brutto che io avessi mai fatto e se invece fosse stato
tutto vero!?
Timpone M.
Scuola secondaria di primo grado S. Pietro in Guarano
Scrittori in erba
Era inverno,un inverno particolarmente nevoso. Stavo tornando a casa da scuola e vidi, tra la neve,
un gregge, mi avvicinai e lì vicino c’era una penna di colore nero con i bordi dorati e, istintivamente la raccolsi. Quella notte pensai che se avessi potuto avere una bacchetta magica avrei potuto
inventare la macchina del tempo, per poter tornare indietro e cambiare il passato. Qualcuno deve
aver capito tutto perché la mattina seguente vidi che proprio nel posto dove c’era prima la penna,
ora c’era una bacchetta magica. L’oggetto non era proprio come si vede nei cartoni, in televisione
o nei libri era solo un bastone comune,sopra però vi era inciso il mio nome, seguito da questa
scritta “bacchetta magica:usare con prudenza”. Tornato da scuola, pensai a casa come avrei potuto
costruire una macchina del tempo; provai ad esprimere il mio desiderio e…… mi apparve davanti
un oggetto misterioso coperto da un lenzuolo. Lo sollevai lentamente e vidi una capsula di metallo.
Osservai l’interno della capsula: per viaggiare bastava programmare giorno, mese, anno e luogo da
raggiungere e premere il pulsante “start”. Decisi di fare un viaggio nel tempo e tornare indietro di
qualche minuto, funziona veramente!!! Il viaggio durava solo 60 secondi , ovunque si andasse. Decisi di fare un viaggio più lontano nel tempo; l’oblò si chiuse e la macchina del tempo ruotò su se
stesso sempre più velocemente, era una bella sensazione, ma si sentiva un rumore fortissimo che
un pò mi dava fastidio. Ad un tratto mi avvolse una fitta nebbiolina azzurra e dopo qualche secondo si aprii l’oblo e rimasi senza fiato dallo stupore. Il paesaggio era stranissimo: ovunque alberi altissimi. Intravidi un’ ombra e poi mi ritrovai davanti un dinosauro preistorico!! Vidi in lontananza uno Pterodattilo che planava silenzioso. Sul cronometro vidi scritto: “ 180 milioni di anni
fa , NEW YORK”. Evidentemente il cronometro si era azionato da solo: mi trovavo nel periodo
Giurassico, al tempo dei dinosauri. Devo ammettere che avevo un po’ di paura all’idea di essere
solo con i dinosauri enormi. Tentai di riprogrammare il cronometro per tornare a casa ma si era
bloccato: mi ero perso nel tempo cercando un po’ di coraggio mi addentrai nella foresta preistorica. Vidi di tutto:piante rampicanti, tartarughe giganti, dinosauri dal collo lungo, ovunque cespugli
e felci. Faceva un caldo pazzesco, di colpo però si fece ombra. Alzai lo sguardo verso il cielo, ma
feci appena in tempo ad alzare la testa che un enorme Pterodattilo mi afferrò con gli artigli! Volammo sopra un lago. C’erano degli enormi rettili marini simili a balene. Sulle rive c’erano alcuni
animali simili a coccodrilli ma molto più grandi. Questi ultimi, al nostro passaggio spalancarono le
loro enormi bocche e riuscii a vedere i loro lunghi e affilati denti che stavano per prendermi. Non
so come avevo fatto ma ero riuscito a scampare a quelle enormi fauci. Poco dopo caddi proprio
vicino a una mandria di Triceratopi, mi feci strada fra quegli animali e vicino c’era la macchina
che mi aveva portato in questo luogo misterioso vi entrai e chiusi con violenza l’oblò, deve essere
stato il forte colpo a far sbloccare il cronometro che adesso segnava “13 Ottobre 9009, San Donà
Di Piave”. Solo allora mi ricordai di avere una bacchetta magica che poteva tirarmi fuori dai guai.
Ed ecco che risentii il rumore assordante e fui avvolto in una fitta nebbiolina azzurra e finalmente
arrivai nel mio mondo. Questa volta , però , ero stato proiettato nel futuro. Le auto si muovevano a
idrogeno per evitare l’ inquinamento, le case avevano tante finestre per risparmiare energia elettrica. Andai nel luogo dove un tempo si trovava la nostra scuola e vidi che c’era sempre una scuola
media, vi entrai, andai nella nostra classe, chiesi alla bacchetta magica di diventare invisibile e vidi
gli alunni, facevano lezione con un robot che sostituiva l’insegnante. Le lezioni si tenevano
all’incirca come adesso tranne che, invece di scrivere sul quaderno o leggere sui libri, i ragazzi
avevano tutto memorizzato su un computer palmare che avevano incorporato sul banco. Dopo aver
curiosato un po’ in giro per la città, decisi che era l’ora di tornare a casa perciò raggiunsi la navicella, inserii la data e tornai a casa pensando “E’ sempre bene vivere nel presente e progettare
concretamente il futuro”.
V. BIANCHI e L.FILICE
Scuola Secondaria I grado di castiglione Cosentino
Scrittori in erba
Gli adesivi sono antichissimi! La loro invenzione sembrerebbe risalire addirittura agli Antichi Egizi, che usavano sostanze adesive per la Medicina (i cerotti!), ma
anche per pubblicizzare i prodotti nei mercati. Sicuramente i primi antenati degli adesivi si cominciano a vedere in Europa alla fine del 1800, dove etichette adesive
colorate, stampate su carta gommata, permettevano di
identificare più facilmente le merci. Inizialmente questo sistema veniva utilizzato
per la frutta, dove la grande concorrenza spingeva i vari produttori a far disegnare
delle etichette sempre più colorate e accattivanti, che venivano attaccate al lato delle
cassette. Dalla frutta gli adesivi hanno iniziato a diffondersi anche sulle casse di verdura e sui bidono del latte.
Il lato non stampato era ricoperto di una colla a base di gomma poi lasciata asciugare. Una volta bagnata questa recuperava la sua adesività e il foglietto poteva attaccarsi ad una superficie. QQQ Questo tipo di adesivi è stato utilizzato moltissimo fino
alla metà del secolo scorso; per esempio era di moda per i viaggiatori attaccare alle
proprie valigie adesivi dei luoghi e delle nazioni visitate. Gli adesivi turistici sono
molto diffusi ancora oggi, anche se quasi nessuno li attacca più sulle proprie valigie.
Questa moda però ha portato a una evoluzione importante per gli adesivi, che da etichette per merci sono diventati un metodo per personalizzare i nostri oggetti, per trasformare un prodotto di serie in qualcosa di unico, di nostro. Dal sistema della carta
gommata, si è passato alle prime etichette autoadesive nel 1935, con la brillante invenzione dell’americano R. Stanton Avery, che applicò la parte collosa ad una superficie di carta rivestita di silicone. In questo modo rimuovendo la copertura, l’ etichetta si può appiccicare ovunque senza bisogno di essere bagnata. Grazie a questa nuova veste, soprattutto a partire dalla fine degli anni ’60, gli adesivi entrano definitivamente a far parte della vita di tutti, con immagini di cantanti ed attori, frasi e motti o
disegni e simboli di ogni genere. Gli adesivi di oggi sono più resistenti, stampati con
colori più brillanti e su materiali molto più ricchi e tecnologici della semplice carta.
In più hanno dei formati adatti a personalizzare non solo le auto o le moto ma tutti
quei piccoli oggetti che fanno parte della nostra vita, per esempio i diari, le agende e
i suoi telefoni cellulari!
M. C. Gaudio
Scuola Secondaria I grado di castiglione Cosentino
PIRAMIDE ALIMENTARE VECCHIA E NUOVA
Noi ragazzi della II A ci siamo occupati di come bisogna nutrirsi correttamente. Abbiamo preso in considerazione un metodo grafico che illustra la composizione dei nutrienti: la "piramide alimentare", ideata per
ridurre e prevenire l'insorgenza delle "malattie del benessere" (infarto, diabete, obesità, aterosclerosi, ecc...).
Siamo venuti a conoscenza che, di piramidi alimentari, ne esistono 2: - la prima ideata nel 1992; - la seconda ideata nel 2005. Entrambe sono valide anche se la seconda è integrata da una parte inferiore che sottolinea l'esigenza di svolgere quotidianamente attività fisica, da' indicazioni sulla necessità di bere almeno 1,5 l
di acqua al giorno, di ridurre la quantità di sale, e variare gli alimenti nell'arco della settimana, e di ridurre il
consumo di alcool. Da' inoltre importanza al consumo di 5 pasti al giorno, non abbondanti. Descriviamo
come vengono distribuiti gli alimenti: - quotidianamente vanno consumati:
pane, pasta, patate, frutta, ortaggi, legumi, latte e derivati e olio d'oliva; - settimanalmente pesce, carni
bianche, uova e dolci (con moderazione); - mensilmente carni rosse.
Magnelli - Morrone Scuola secondaria di primo grado S. Pietro in Guarano
L'ALIMENTAZIONE
L’alimentazione è l'assunzione del nostro corpo di sostanze nutritive quali: proteine, grassi , carboidrati,
vitamine, sali minerali, acqua e altro... indispensabile per costruire strutture biologiche nel nostro corpo.
Una scorretta alimentazione porta a delle pericolose psicomalattie che sono:
obesità: la psicologia umana dell'obesità reagisce in modo da far assorbire sostanze inutili al corpo
dell'individuo.
anoressia:essa è l'esatto contrario dell'obesità cioè, dipende sempre da un disturbo psicologico e fisico
dell'individuo che si vede in un'altra realtà e non assume la quantità giusta di cibo.
bulimia: l'individuo a causa di problemi sempre psicologici assume molta quantità di cibo vomitandole
pochi attimi dopo.
L'alimentazione è essenziale per la nostra vita, il nostro corpo ha bisogno di introdurre sostanze provenienti
dal mondo esterno. Mangiare è importante per continuare a vivere ma la quantità del cibo negli anni è variata, per questo oggi si è creato lo studio scientifico della dietologia essa si occupa di stabilire la giusta
qualità e quantità del cibo assunta dagli individui in base ad età, sesso , stile di vita, abitudini sportive ecc...
Il secondo pilastro della corretta alimentazione è l'attività fisica che comporta un aumento del valore energetico. Fare sport due o tre volte a settimana è molto utile a tenere in forma il proprio corpo e chi lo pratica
anche al di fuori delle scuole sportive ha bisogno di un incremento di cibo da assumere per mantenere il
proprio corpo in un perfetto equilibrio. Lo sportivo però non può eccedere al consumo di carboidrati poiché
porterebbe a disturbi digestivi come: meteorismo, costipazione o diarrea, dolori addominali. La digestione
dei vari elementi é fondamentale per non appesantire lo stomaco che altrimenti sottrarrebbe preziose energie all'organismo per digerire gli alimenti pesanti. La regola più importante della digestione è, non correre a
pancia piena, prima delle tre ore, perché, durante la digestione c'è bisogno di un grande quantitativo di sangue che affluisca all'intestino per assorbire le sostanze nutritive ingerite e, una buona parte del sangue deve
dedicarsi a questa funzione ne resterà troppo poco per rifornire i muscoli e il cuore dell'ossigeno che serve
per sostenere lo sforzo di una corsa o di un qualsiasi sport.
Silani Samira Scuola secondaria di primo grado Castiglione Cosentino
Scrittori in erba
La musica cambia il mondo, vorrei stare su uno di quei palchi a sentire l’energia che ti dà il pubblico e cantare a ritmo del battito del mio cuore, ma questo resterà sempre un sogno, irraggiungibile avevo perso la
voce da qualche giorno… i miei mi hanno portata in ospedale, dove i dottori mi hanno informata che non
potevo più cantare, l’unico modo era operarmi alle corde vocali in quel momento ho perso tutte le speranze
di realizzare. Sentivo tutto il mondo sulle mie spalle… tornai a casa e mi misi a piangere sul letto… perché?
Perché proprio a me? Cosa ho fatto di male? L’operazione era fissata per domani… ero agitata… non sapevo che voce mi sarebbe capitata… e il mio sogno? Ormai era finito… dovevo rassegnarmi… per forza. Era
il giorno dell’operazione, che succederà? Pensai… non saprò mai ciò che mi hanno fatto… mi sono risvegliata, non capivo niente… c’erano dottori dappertutto che festeggiavano e dicevano “operazione compiuta!!!” vediamo se è svegliata… “Julie, Julie sei sveglia??” chiesero i dottori… non risposi non riuscivo ad
aprire gli occhi… ero troppo stanca. Quando aprii gli occhi mi ritrovai a casa sul mio letto… mi alzai lentamente, andai allo specchio… volevo parlare ma non ci riuscivo… avevo paura di scoprire la mia voce… mi
feci coraggio e provai ad aprire bocca… la mia voce era orrenda, era completamente diversa da quella che
avevo prima, era roca… quasi da maschio… volevo cantare, ma non ebbi il coraggio… iniziai a riandare a
scuola, i miei compagni mi prendevano in giro per la mia voce… sentivo che non mi sarei abituata tanto
presto. Stavo cantando da sola in palestra, un ragazzo mi passò vicino e mi fermò, mi tolse dolcemente le
cuffie e mi disse ”sei bravissima e sei anche bella, piacere sono Marco” ero intimidita. Non risposi e mi
rimisi le cuffie… mi fissava in un modo strano, ma bello… forse ero innamorata. Il giorno dopo andai vicino a lui e gli dissi “grazie, sono Julie” lui mi fece un sorriso enorme, che non si vedono tutti i giorni… ci
guardammo dolcemente senza dire niente… era l’unico a cui piaceva la mia voce… dopo un paio di giorni mi chiese di uscire… io gli dissi di no, non ero ancora pronta… mi scusai e andai via… appena tornata a
casa mi sdraiai sul letto: nella mia testa avevo fatto bene, ma nel mio cuore? Ero come pentita, avrei voluto
dirgli di si, ero felice di stare con lui. Ci conoscemmo meglio: era bellissimo.. non desideravo di meglio..
era la mia melodia preferita.. lo amavo così tanto.. non gli mancava niente.. quando stavo con lui mi sembrava di volare.. la notte non riuscivo a dormire.. e se mi addormentavo sognavo storie d’amore con lui.. lo
amavo ogni giorno di più. Domani ci rivediamo, mi richiese.. adesso sei sicura di volere uscire con me..
senza pensarci due volte dissi ”ma certo”. Lui arrossì, io arrossii.. ci voltammo entrambi dall’altra parte.. lui
disse “ok allora ci vediamo domani alle 17:00 in piazza” “ok allora a domani” “ok ciao” “ciao”. Ce ne andammo sorridendo e molto nervosi.. “oh cavolo! Gli ho detto di si!! Non ci posso credere! Sono felice!
Tanto..” pensai. Il giorno dopo uscimmo, prendemmo un gelato, vedemmo un film e poi al momento di tornare a casa mi sentii triste, volevo stare con lui un altro po’.. volevo stare con lui per sempre.. lui mi disse
“ciao! Ci vediamo domani allo stesso posto?” io annuii “allora ciao” disse e si voltò. Non resistetti e lo abbracciai.. “grazie per questa giornata! Grazie di accettarmi per quella che sono! Grazie di tutto! grazie..!”
“prego” disse lui, arrossito. “sono solo me stesso” mi staccai da lui e lo salutai “a domani”. “a domani”, non
vedo l’ora che arrivi domani.. “a domani” è la promessa più bella che si possa fare.. “Dio fa che domani
arrivi presto!” pensai.. nel frattempo. A casa vidi l’annuncio di un provino per diventare cantanti su un giornale. La mia mente e i miei occhi si illuminarono. Volevo farlo! Era l’occasione per realizzare il sogno della mia vita.. ma potevo davvero!.. pensai a Marco.. è incredibile! “mi dava una sicurezza che nessuno mi
aveva mai dato!” feci il provino. Ero nervosa, pensavo che non sarei passata mai.. fu il contrario! Passai con
dieci punti.. sembrava un sogno ma era vero! Era vero!!! Cantai in dei piccoli concerti, nella mia città, poi
mi chiamarono in un tour in Europa.. è stato bellissimo!! Sentivo il mio sogno realizzarsi sempre più!
L’ultima tappa fu la migliore, quella a Firenze. C’erano tante persone, più delle altre tappe. Sentivo il mio
cuore a ritmo di musica, le luci sul palco, l’emozione immensa del pubblico che esulta.. loro forse non immaginavano che io, poco tempo prima, non volevo cantare, che consideravo la mia voce orribile.. sono arrivata fino a qui solo grazie a Marco. Me lo trovai d’avanti con un mazzo di rose, sul palco, vicino a me..
“grazie” dissi io.. Marco era bello più che mai sotto i riflettori.. il mio cuore batte quando sto con lui.. lo
amo.. lo amo come amo la musica.. perché d’altronde è la mia musica perfetta!! Mi scese una lacrima nel
cuore.. lui me l’asciugò e mi baciò! Quel bacio fu lungo.. ormai non pensavo più al passato.. ero.. semplicemente.. felice!
Grazie Marco!!! Grazie musica!!!
Intrieri F., Morrone F., Bennardo A., Intrieri G., Caputo F. E.
Adorate giocare con il vostro cane? E vi rilassate quando
accarezzate il morbido pelo di un gatto? Vi farà sapere che
fare le coccole al vostro animale domestico non fa bene solo al vostro umore ma anche alla vostra salute.
Molte ricerche hanno dimostrato i notevoli benefici che la
compagnia di un animale può apportare al benessere fisico
e psicologico di una persona. E’ stato dimostrato che accarezzare un cane o un gatto regolarizza (sia pure temporaneamente) la pressione del sangue e i livelli di colesterolo.
Pare che l’interazione con il proprio animale domestico possa avere un effetto positivo su alcuni disturbi come mal di capo o problemi digestivi. Addirittura, alcune ricerche hanno dimostrato che la compagnia del cane non solo riduce la possibilità di
essere colpiti da infarto, ma aumenta le possibilità di sopravvivenza degli infartuati!
Prendersi cura di un animale influisce inoltre sul benessere psicologico. Infatti avere
un animale migliora la qualità della vita e, in alcuni casi, aiuta le persone a sentirsi
un po’ meno sole e depresse.
Cani, gatti, furetti con la loro vitalità stimolano il nostro lato gioioso e ci spingono a
fare attività fisica. Portare a spasso un cane è uno stimolo a fare amicizie: due sconosciuti, con il pretesto del cane, possono cominciare una conversazione. Una persona anziana e malata può sentirsi di nuovo importante e necessaria se deve occuparsi di un animale domestico e sopravvivere più a lungo rispetto ad altri malati che
non hanno animali. E’ interessante sapere che questi benefici non si hanno solo con
gli animali domestici per eccellenza, cioè cani e gatti, ma anche con cavalli , delfini,
maiali e persino con pesci e rane!
M.R. D’Onghia
Scuola Secondaria I grado di castiglione Cosentino
Amica mia
Quante risate e pianti
Fatti insieme.
Litigi, segreti,
Scuse e grazie.
Le tue orecchie ...
Sempre pronte ad ascoltare
La tua bocca….
Sempre pronta a consigliare
Le tue mani...
Sempre pronte a consolare
I tuoi occhi….
Sempre pronti a brillare
E il tuo cuore…..
Una porta sempre aperta
Grazie amica mia…
Ti voglio bene.
Musica
Perfetta interpretazione di emozioni
È la musica.
Musica è passione, amore,
Il nucleo infinito di tutto il mondo
Musica è unione fra le persone
Musica è allegri,
Consolazione di chi è triste.
Musica è un’amica perfetta,
Quella che nn ti lascia mai sola
Musica è festa
Musica è linfa di vita.
Fruscio
Il vento,
Un canto magico
Che gli alberi fa ballare
Se l’ascolti
Le sue parole intenti
Belle, brutte,
Al cuore di tutti
Fa centro
Un fruscio di vento….
Inquietudine, tristezza, soddisfazione
Un fruscio di vento può essere,
L’amico perfetto
G. Intrieri - E. Caputo Scuola Secondaria I grado di S. Pietro in Guarano
La persona che si può definire mito,oggi,è colui o colei che possiede
delle qualità particolari e diventa un modello da seguire per qualcuno.
Io ho deciso di parlare del mio mito: Eleonora Abbagnato,una ballerina.
Voglio parlare proprio di lei perché quando si esibisce mi trasmette
grandi emozioni ed è,secondo me,un esempio da imitare,non perché è
bella,ricca o famosa,ma perché si impegna tanto e con passione in tutto
ciò che fa;tutti i suoi sacrifici,perciò,l’hanno portata a realizzare il suo
sogno.
Ecco la sua storia…
Eleonora Abbagnato è nata a Palermo,città della Sicilia,il 30 Giugno
del 1978.All’età di undici anni,ballò in diretta in un programma condotto da Pippo Baudo.A dodici
anni,Eleonora si trasferisce a Montecarlo,dove studia nella scuola si danza di Marika Bresobrasova,nello stesso anno vince il premio “Danza Europa”.A tredici anni era in tournée,tra Parigi e Marsiglia,con “La Bella Addormentata” di Roland Petit;interpretava Aurora da bambina.Viene così
ammessa,dopo un’audizione privata,alla scuola di danza dell’ Opéra di Parigi.Appena maggiorenne,nel 1996,Eleonora si diploma ed entra a far parte del corpo di ballo dell’ Opéra,dove la sua carriera si evolve rapidamente: Coryphée nel 1999,Sujet nel 2000,Prèmiere Danseuse nel 2001 e
poi,dal 28 Marzo 3013,diventa ètoile dell’ Opéra di Parigi.Eleonora,quando raccontò la sua vita in
tv,disse che a fare le audizioni per la Scuola di Danza dell’ Opéra,lei era l’unica italiana.Essendo
molto piccola,per lei è stato molto difficile lasciare la sua casa e la sua famiglia,ma lei e la sua voglia di ballare,hanno superato questi ostacoli e hanno fatto carriera.
Nel 2001,Eleonora,prende parte al video di musica dance “Little Scare”,insieme al ballerino francese Jéremie Belingard.Nel 2005 partecipa alla seconda parte dello spettacolo di Ficarra e Picone
“Ma chi ce lo doveva dire?”,trasmesso su Canale 5.Nel 2007,esordisce come attrice nel film “Il 7 e
l’8” di Ficarra e Picone.Nello stesso anno,Eleonora partecipa da ballerina,per una notte,al reality
show,condotto da Milly Carlucci “Ballando con le Stelle”.Il 18 Febbraio del 2009,conduce con
Paolo Bonolis,Luca Laurenti e Nir Lavi, la seconda serata del Festival di Sanremo.Il 30 Ottobre
dello stesso anno,esce il videoclip della canzone di Vasco Rossi “Ad Ogni Costo” in cui è presente
Eleonora.Scrisse,inoltre,un libro “Un Angelo Sulle Punte”,che venne pubblicato a Novembre nel
2009.Il 13 Giugno del 2011,sposò il calciatore Federico Balzaretti.Il 24 Gennaio 2012 diventò
mamma di Julia. Eleonora cerca,sempre,di trasmettere a sua figlia l’amore della danza.A Dicembre
del 2012,posa per il fotografo Massimo Gatti,nel libro interamente dedicato a lei,che è stato presentato nella Galleria Robbillant Voena l’11 Dicembre dello stesso anno e, il 17 Febbraio,arriva
nel Chinese Theatre di Hollywood,a Los Angeles.A Febbraio del 2013,fece parte della giuria di
qualità alla 63esima edizione del Festival di Sanremo.Nel Maggio del 2013 sostituì Miguel Bosé,nel programma di Maria De Filippi “Amici”,come caposquadra del Blu.
Eleonora,è sicuramente una ballerina fantastica,che ammiro moltissimo.
G. Pirrone
Scuola secondaria primo
grado Castiglione Cosentino