Kathak
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Kathak
Kathak Letteralmente significa “l’arte di raccontare una storia”. Trae origine dalle danze devozionali del nord dell’ India con le quali i cantastorie narravano gesta epiche e sacre della mitologia hindu. È durante il regno dei moghul musulmani che il Kathak entra a corte e si nutre di elementi stilistici di gusto persiano che la rendono ancora più ricca, sensuale e sofisticata, facendole acquistare una nuova dimensione della danza come divertimento. Il movimento ritmico di piedi ( tatkar ) è di rilevante importanza e ciò fa del danzatore anche un percussionista. Il Kathak viene spesso associato al flamenco in ragione del fatto che il popolo gitano parti’ dall’India,(danzando il Kathak) e arrivò in Spagna (danzando il Flamenco). Nella parte espressiva (abhinaya) si eseguono movimenti del viso e delle sopracciglia per raccontare le storie e i sentimenti delle divinità, in particolare del Dio Krishna e della sua amata Radha. Il Kathak, come tutte le arti indiane è sublime, filosofica, esoterica e divina. La danza è vissuta come un rito Il luogo è sacro, l’inizio e la fine sono segnate da un saluto e un ringraziamento. “Il viaggio va dal profano al sacro, dall’illusione alla realtà, dall’uomo alla divinità”. Irene Piccolo Inizia a studiare la danza all’età di 6 anni con Matilde DeMarchi Dopo anni di formazione in tecnica Graham e danza classica e numerosi stage di tecnica Humphrey, Horton e Cunningham, va a vivere in Francia, dove si laurea all’università di Nizza in Arti dello spettacolo in danza e teatro. In Francia studia il teatro danza e l’improvvisazione, il contact e la danza sensibile che le presentano una nuova dimensione della danza e della creazione. Le sue origini la portarono ad esplorare le danze del Sud Italia. Ha ballato in alcuni gruppi di danze popolari e tenuto laboratori tra Nizza e Palermo. All’epoca dell’università scopre che il teatro danza occidentale contemporaneo si basa su principi già esistenti da millenni nelle forme di teatro asiatiche. Così va a cercare le origini… Dopo un lungo viaggio in India e nel Sud Est Asiatico, da 4 anni vive a Varanasi, città santa del nord dell’india, dove studia il kathak con la sua guru Ranjana Srivastava. Durante il seminario : • Il saluto come inizio dello spazio privilegiato che è la danza • Riscaldamento di danza contemporanea con elementi di yoga per preparare il corpo • Lavoro sulle linee del corpo e sulle traiettorie nello spazio come pittura, sulla costruzione dello spazio come scultura, sul respiro, il suono e sulla voce come musica • Esplorazione personale e risveglio della consapevolezza • Duro e morbido come energie opposte e complementari che portano grazia e forza del gesto Bellezza del movimento che porta ad un’armonia interiore • Avvicinamento ai fondamenti del Kathak, ritmica dei piedi, dissoci/associ-azione del resto del corpo. • Brevi sequenze coreografiche basate sulla relazione tra sillabe ritmiche e movimento Parola, senso e suono nella danza Dizione mnemonica delle sillabe ritmiche • Racconto di una storia per mezzo del teatro danzato indiano • Il ringraziamento come chiusura del momento sacro *Al termine della sessione si potranno consultare libri e video. *consigliato abbigliamento comodo, pantaloni o gonna Il laboratorio è aperto anche a chi inizia la danza “Un potente re indiano Sentì il desiderio di imparare l’arte della danza Così fece chiamare a palazzo un grande maestro RE: Maestro, voglio imparare a danzare MA: Si, allora per cominciare faccia un disegno RE: ma io non so dipingere MA: allora faccia una scultura RE: ma, io non so scolpire MA:allora, suoni uno strumento RE: ma io non so suonare MA: allora, intoni un canto RE: ma io non so cantare… e poi io le avevo chiesto di insegnarmi a danzare E il maestro rispose: la danza è disegno di linee, contorni, è pittura coi colori la danza è scultura, del corpo e dello spazio la danza è musica, vibrazione, movimento, suono. le insegnerò a danzare. Dovremo però iniziare dal principio: …. ….. sa*…. …. “ *la prima nota indiana, equivalente al nostro “do”
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