rapporto sulla situazione del quartiere Ls/1.

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rapporto sulla situazione del quartiere Ls/1.
“PUNTO E A CAPO - PARTECIPAZIONE RESPONSABILE
PER GENERARE IDENTITA' TERRITORIALE E BENESSERE SOCIALE”
DESCRIZIONE DELLA PROPOSTA
SEZIONE I: IL CONTESTO PROGETTUALE
INQUADRAMENTO DELL’AREA TERRITORIALE DI RIFERIMENTO
Il presente piano di intervento fa riferimento a una specifica zona del Comune di Lissone, situata fra il centro
città e i due quartieri periferici di Santa Margherita e Bareggia. L'area, in cui si trovano sia ambiti di ERP Edilizia Residenziale Pubblica (Aler Monza e Brianza e Comune di Lissone), sia ambiti di edilizia privata, è
delimitata a nord da via del Pioppo, a sud da via Sauro e via Vecellio, a ovest da via Bernasconi e a est da
viale Martiri della Libertà.
Al centro di questo territorio si sviluppa lo storico complesso di edilizia popolare denominato “LS1”, costituito
da 13 scale per un totale di 206 appartamenti di Edilizia Residenziale Pubblica di Aler, nonché da un lungo
piano piloty che ne caratterizza gli spazi collettivi e la vita sociale. Il contesto abitativo, racchiuso all’interno
delle principali arterie di traffico cittadino (via Bernasconi, viale Martiri della Libertà e viale dei Platani), è
stato costruito negli anni 1977-1978 per volontà dell’Amministrazione Comunale, utilizzando i finanziamenti
I.A.C.P. ora Aler.
In questi edifici, progettati secondo i criteri di architettura popolare – casermoni sprovvisti di balconi –,
abitano in larga misura famiglie di immigrati dal sud Italia e ora da paesi del nord Africa. Tra i residenti vi è
omogeneità culturale e sociale, come accade in contesti caratterizzati da degrado e povertà generalizzati, in
cui i tassi di delinquenza e microcriminalità sono superiori alla norma.
Nella stessa zona sono presenti anche 34 alloggi di edilizia popolare del Comune di Lissone, distribuiti in 5
diverse vie, che rappresentano circa l’11-12 % del patrimonio comunale. Si tratta di appartamenti inseriti in
contesti di edilizia privata, che non presentano le caratteristiche di disagio sociale delle palazzine Aler
Dal 2007 l’area è interessata da lavori di riqualificazione e ristrutturazione edilizia grazie al Contratto di
Quartiere II, promosso da Comune di Lissone, Aler Monza e Brianza e Regione Lombardia. Il programma di
interventi, molto complesso e articolato, prevede l’abbattimento di 10 scale del complesso LS1 e la
costruzione di 3 nuove palazzine in edilizia sociale, oltre che di 3 palazzine in edilizia convenzionata. I lavori
del CdQ LS1 prevedono sia la riqualificazione degli spazi pubblici, sia la costruzione di nuovi servizi (palestra
polifunzionale, impianto di cogenerazione, centro civico).
L’abbattimento degli edifici Aler e la costruzione delle nuove palazzine prevedono la mobilità forzosa di 152
famiglie, attualmente residenti nella “stecca” dei vecchi alloggi.
Dal 2007, il Comune di Lissone – attraverso il laboratorio di quartiere con sede presso lo spazio
comunale denominato “Cubotto” – ha attivato un piano di accompagnamento sociale per supportare e
coinvolgere i residenti nel piano di riqualificazione (mobilità, informazione, progettazione partecipata). L’avvio
dei lavori (costruzione della prima palazzina) ha purtroppo subito gravi ritardi a causa dell’abbandono del
cantiere da parte dell’impresa appaltatrice. Attualmente è in corso la costruzione della seconda e terza
palazzina da parte di una nuova impresa, ma il ritardo accumulato ha generato senso di abbandono e
sfiducia negli abitanti, per una riqualificazione attesa da ormai dieci anni e mai partita.
Oltre alle abitazioni. il territorio è caratterizzato da piccole e medie attività commerciali, negozi di prossimità
per le famiglie e artigiani mobilieri. Nell’area si inseriscono un polo commerciale (Simply Market), a stretto
contatto con il contesto Aler, e un polo industriale (Vefer), leader mondiale nella produzione di poliuretano.
I luoghi di aggregazione all’interno del contesto sono principalmente due: la Parrocchia Madonna di Lourdes,
in cui sono presenti un campo da tennis e uno da basket, e l’area condominiale del quartiere LS1, ad uso
esclusivo di chi vi abita. Nell’area di edilizia popolare di Aler Monza e Brianza gravita, giorno e notte, una
costellazione di gruppi informali: giovani impegnati in interminabili partite di calcio, signore residenti che si
incontrano da aprile a settembre nel giardino condominiale, gruppi di extracomunitari che fanno capannello
ai bordi del quartiere e, nelle ore notturne, anche sotto i piloty, spesso in attività illecite che richiedono
l’intervento costante delle Forze dell’Ordine.
L’area manca di spazi verdi attrezzati, anche se attraverso il Contratto di Quartiere è prevista la
riqualificazione dell’area verde pubblico ad uso della città, in prossimità delle nuove palazzine di ERP.
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TABELLA ANAGRAFICA DELLA POPOLAZIONE
Popolazione
Provenienza
Classi anagrafiche
0-18
19-35
36-50
51-60
66 >
Maschi
1601
Stranieri
147
409
284
292
311
276
Femmine
1659
Straniere
153
431
302
311
325
319
3260
Tot. stranieri
300
Tot: 840
Tot: 586
Tot: 603
Tot: 636
Tot: 595
Totale abitanti
ANALISI DEI BISOGNI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO A FENOMENI CHE CARATTERIZZANO IL
TERRITORIO, E A PARTICOLARI CONDIZIONI DI DIFFICOLTÀ.
• All’interno dell’area di riferimento, la presenza di un nucleo concentrato di ERP favorisce - per le modalità
di assegnazione vigenti - la concentrazione di numerosi casi sociali e di famiglie fragili dal punto di vista
sociale, culturale ed economico. I dati in possesso dei Servizi Sociali riguardano ben 30 famiglie, pari al 21%
fra quelle residenti in case Aler. I numeri relativi ad Assistenti Sociali coinvolte e casi “conosciuti” e/o “in
carico” (in alcuni casi, la stessa famiglia impegna più Assistenti Sociali) sono i seguenti:
◦ 7 casi Area Handicap;
◦ 11 casi Area Minori;
◦ 6 casi Area Anziani;
◦ 5 casi Area Adulti/Handicap;
◦ 2 casi Area Adulti.
Si segnala inoltre che 6 famiglie sono interessate da un provvedimento del Tribunale dei Minori. Dai dati
sull’assistenza economica erogata del servizio sociale nell’anno 2010 emerge che il sostegno ai residenti in
questa zona è pari al 24% della popolazione lissonese (42 contributi su 172 situazioni totali della città).
• Quest'area urbana, costruita alla fine degli anni ’70, ha subito un rapido processo di degrado sociale,
condizionando in modo significativo i processi di inclusione sociale. Tossicodipendenza, spaccio di
stupefacenti, occupazioni abusive si alternano a situazioni di famiglie segnate dall’esperienza del carcere,
della disoccupazione e delle difficoltà economiche. Il degrado si è accentuato a seguito dell’ondata
migratoria extracomunitaria che ha trovato terreno fertile per lo sviluppo di situazioni di marginalità ed
esclusione sociale. Ne consegue che i temi della legalità, dell’integrazione sociale e del ripristino delle
regole di convivenza civile rappresentano alcuni dei nodi cruciali da affrontare.
• Ulteriore condizione problematica è legata all’elevata morosità delle famiglie residenti nel contesto
popolare Aler. Il tasso di morosità è superiore al 70% (per un totale di debito che si aggira intorno ai
500.000 € - aggiornato a dicembre 2010). In vista del trasferimento nei nuovi alloggi, l’Amministrazione
Pubblica ritiene opportuno attivare percorsi sperimentali che facilitino il risarcimento del debito.
• Gli spazi pubblici dell’area in questione sono caratterizzati dalla presenza di strutture ormai fatiscenti e
impropriamente utilizzate (giochi per bambini rotti e non sostituiti; panchine spostate dalla loro sede e
posizionate in zone nascoste, elette a luogo di spaccio). Lo spazio verde adiacente al palazzone Aler è
utilizzato spesso da immigrati come luogo di consumazione dei pasti acquistati nel vicino supermercato,
abbandonando poi i rifiuti nelle giardino adiacente. Il verde pubblico è inoltre utilizzato come area dove far
passeggiare i cani con conseguente accumulo delle loro deiezioni.
• Gli spazi condominiali di Aler sono descritti come un mercato della droga all’aperto, che non chiude mai e
che ogni sera vede un continuo viavai di motorini, di pusher e di clienti provenienti sia dal medesimo
territorio, sia da altre zone della città.
• I residenti delle case Aler di Via Nigra lamentano la loro esclusione dal piano di riqualificazione edilizia
prevista dal Contratto di Quartiere. E’ forte il senso di abbandono percepito dai residenti, che chiedono a
gran voce un intervento radicale di manutenzione.
• L'area dell'LS1 è così vissuta dagli abitanti di Lissone come una frontiera, un ghetto di emarginati e
delinquenti, una zona che non è parte integrante della città. Condizione generale che contribuisce in modo
significativo ad alimentare paure e senso di insicurezza, oltre che a confermare la nomea stessa del
territorio, che i lissonesi definiscono “Palermo 2” o “Bronx”.
• Oltre ad avere una naturale e negativa ricaduta sul senso di appartenenza di chi vi abita, questa
situazione ha comportato gravi problemi alla scuola elementare “Buonarroti”, che nel corso degli anni ha
visto ridursi sensibilmente il numero di iscrizioni, con il forte rischio di svuotamento delle classi.
• Si segnalano forti difficoltà relazionali tra italiani e stranieri, specie fra gli adulti. I bambini di nazionalità
diversa, che vivono insieme a scuola e condividono giornalmente i momenti di gioco, non si percepiscono
invece come problema reciproco.
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• La zona, denominata “Palermo 2” negli anni Ottanta per la concentrazione di famiglie originarie della città
siciliana, si è ora trasformata, a detta degli stessi residenti, in “Marocco 2”. Gli italiani, che vivono le nuove
assegnazioni agli immigrati come segno di ulteriore abbandono da parte delle istituzioni, li considerano
inoltre responsabili degli episodi di delinquenza che si verificano sul territorio.
• Gli abitanti delle case Aler non effettuano la raccolta differenziata, ma gettano l'intera spazzatura in
appositi cassonetti. Le iniziative promosse in collaborazione col gestore della nettezza urbana (Gelsia
Ambiente), mirate a facilitare la separazione dei rifiuti, non hanno infatti raggiunto i risultati attesi. Oggi la
zona risulta pertanto degradata dal punto di vista ambientale e igienico. Nella stagione estiva è sempre
necessaria la disinfestazione da topi e insetti. Il continuo abbandono di masserizie e rifiuti ingombranti, da
parte di alcuni residenti ma soprattutto di estranei, ha inoltre trasformato questo territorio in una “succursale”
della discarica comunale.
• Le condizioni sopraccitate hanno paralizzato il mercato immobiliare locale. Alcuni residenti, pur
esasperati dalla situazione, non possono vendere casa poiché nessuno vuole abitare in via Di Vittorio e
dintorni.
• Nella popolazione si è ingenerata la paura ad uscire nelle ore serali: da una certa ora vige infatti un
coprifuoco spontaneo. Spesso anche i giovani più volenterosi lamentano difficoltà nella ricerca di lavoro, a
causa dei pregiudizi derivanti dalla nomea della zona.
ANALISI DEI PUNTI DI FORZA TERRITORIALI, CON PARTICOLARE RIGUARDO ALLE RISORSE
FORMALI E INFORMALI, MATERIALI E IMMATERIALI.
All’interno o nelle vicinanze della nostra area di riferimento sono presenti alcuni servizi pubblici territoriali.
In via Conti, all’interno del Cubotto, sono attivi: il Laboratorio di Quartiere LS1 e il servizio Assistenza
Domiciliare Minori, promossi dal Comune di Lissone – Settore Famiglia e Politiche Sociali, nonché un gruppo
di operatori e volontari che fanno riferimento al Settore Istruzione e Politiche Giovanili. In via del Pioppo ha
invece sede il Centro Diurno Disabili (Asl Monza e Brianza).
Dal punto di vista scolastico sono presenti: l’asilo nido e la scuola dell’infanzia statale “Tiglio”; la scuola
primaria Buonarroti (direzione didattica I circolo) che, tra le molte iniziative, accoglie annualmente i bambini e
gli insegnanti bielorussi ospitati dall’Associazione lissonese “Aiutiamoli a Vivere”; l’Istituto di Istruzione
Superiore (Liceo Scientifico “F. Enriques” e Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Europa Unita”).
Nella stessa area sono inoltre presenti alcuni soggetti del Terzo Settore, che svolgono servizi e attività
rivolte alla cittadinanza: l’Istituto Scientifico “Fondazione Maugeri”, convenzionato con il SSN; la RSA
“Agostoni”, presso cui ha sede l'Associazione Volontari Ospedalieri; l’Associazione Volontari di Protezione
Civile – impegnata da 25 anni in attività di supporto logistico in situazioni di emergenza e non solo –, in via
Conti; l'Associazione Calcio Lissone, che gestisce l'impianto sportivo di via Dei Platani. Al territorio
appartiene inoltre la Parrocchia Madonna di Lourdes, con relativo Oratorio (Comunità Pastorale Santa
Benedetta della Croce). A poca distanza dalla zona si trova il Centro Sociale Pensionato“Botticelli”, gestito
dalla Fondazione “La Vincenziana”. Di fronte a questa struttura è situato un giardino pubblico, poco
attrezzato e sotto-utilizzato dalle famiglie residenti.
ANALISI DELLE POSSIBILI CAUSE CHE CONTRIBUISCONO A INDEBOLIRE LA CAPACITÀ COESIVA,
GENERANDO PROCESSI DISGREGANTI.
• Fatta eccezione per il piloty delle case Aler, il territorio è carente in termini di spazi dedicati
all'incontro e alla socializzazione. Non esistono piazze e scarseggiano i giardini pubblici. Quelli esistenti –
trascurati e scarsamente illuminati – sono luoghi di microcriminalità. Persino le realtà che dovrebbero
rappresentare un importante punto di riferimento comunitario stentano ad esercitare un reale potere
aggregativo: la Parrocchia e l'Oratorio hanno riaperto i battenti soltanto di recente, dopo anni di sostanziale
isolamento; la scuola primaria registra annualmente pochi iscritti; il centro aggregativo giovanile "Cubotto" è
spesso evitato dai giovani lissonesi proprio a causa del contesto in cui si colloca.
• Una parte significativa della popolazione non resta sul territorio per aver maturato un reale senso di
appartenenza alla comunità, ma perché vi è costretta. Molte sono infatti le famiglie monoreddito, residenti
soprattutto nei palazzi Aler, che non potrebbero cercare casa altrove. Il tasso di disoccupazione è superiore
rispetto alla media cittadina. Chi invece ha messo in vendita la propria abitazione non trova acquirenti, a
causa del degrado che caratterizza quest'area.
• Una delle più diffuse rappresentazioni relative ai cambiamenti attesi nella zona non ha niente a che
vedere con la creazione e il rafforzamento di legami sociali ma, al contrario, con processi di espulsione
massiccia delle persone ritenute "problematiche". La gente non si aspetta che il Contratto di Quartiere porti
miglioramenti sostanziali, poiché nei nuovi appartamenti andranno ad abitare gli stessi inquilini delle
palazzine che saranno abbattute. In proposito, il commento che più spesso si rileva è: "Saremo punto e a
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capo” (cioè: “non cambierà niente”). Lo stesso slogan è invece utilizzato da questo progetto con una chiara
connotazione positiva, di possibile rinascita e riscatto del territorio: fare il punto e ripartire!
• Il livello culturale medio della popolazione residente è piuttosto basso. I giovani e gli adolescenti della
zona abbandonano spesso la scuola prima del compimento della maggiore età, per un impiego saltuario o
irregolare se non, addirittura, per lasciarsi coinvolgere in traffici illegali ancorché remunerativi.
BREVE SINTESI E ANALISI DEGLI EVENTUALI SERVIZI PRESENTI E INIZIATIVE IN CORSO O
REALIZZATE NEGLI ULTIMI 5 ANNI, COLLEGATE CON I TEMI DEL BANDO.
• Dal 2007, gli operatori sociali dell’Ufficio Lavoro di Comunità – facente capo al Settore Famiglia e
Politiche Sociali del Comune di Lissone – sono impegnati nella realizzazione del Piano di
Accompagnamento Sociale del Contratto di Quartiere (cofinanziato, come previsto dall’accordo di
programma, con fondi comunali, di Aler Monza e Brianza e di Regione Lombardia). Nello specifico, le azioni
svolte sono collocabili nelle seguenti aree d’intervento:
◦ informazione e comunicazione, per garantire la diffusione di tutte le notizie correlate alla definizione e
allo sviluppo delle azioni del Contratto di Quartiere;
◦ supporto agli interventi ERP ed infrastrutturali, per accompagnare le fasi di cambiamento attraverso il
coinvolgimento e il confronto diretto con le famiglie e l'intera comunità interessata;
◦ azioni di sviluppo locale, per favorire il coinvolgimento sia dei residenti, sia degli utenti dei servizi
locali nel processo di cambiamento generato dal Contratto di Quartiere.
• Le attività di accompagnamento sociale sono svolte nell'ambito del Laboratorio di Quartiere (situato
presso il Cubotto).
• Il Settore Politiche Giovanili del Comune di Lissone, in collaborazione con un gruppo di giovani volontari
(ex utenti del servizio), realizza presso il Cubotto una serie di proposte animative per i giovani di tutto il
territorio: concerti, concorsi musicali e l'utilizzo della sala prove attrezzata; la gestione di giolix.it – il Portale
dei Giovani Lissonesi; l’organizzazione di corsi tematici sull’uso delle nuove tecnologie.
• Durante le ore pomeridiane, il Cubotto viene inoltre utilizzato dal servizio di Assistenza Domiciliare Minori
(appaltato dal Comune alla cooperativa sociale CO.GE.S.S. ), per lo svolgimento di attività di supporto
scolastico e animativo a minori segnalati ai Servizi Sociali (gran parte dei quali residenti proprio all’interno
dell'area LS1).
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SEZIONE II: DESCRIZIONE DELLE FINALITA' E DELLE PRIORITA' D'INTERVENTO
PREMESSA
Il territorio d'intervento, situato fra il cuore della città e le frazioni di Bareggia e Santa Margherita, può essere
definito una sorta di “non-quartiere” fra quartieri veri e propri: un'area nota ai lissonesi per le condizioni di
degrado edilizio, criminalità e disagio sociale, rispetto a cui gli stessi residenti non hanno maturato
appartenenza né senso di comunità. Chi abita questa zona presta infatti più attenzione e cura alla
dimensione “privata”, circoscritta cioè alla propria abitazione, che non a quella “comunitaria”, relativa invece
alla medesima appartenenza territoriale.
Siamo quindi alle prese con un contesto senza nome, isolato dalla città, che si vorrebbe “bonificare”
socialmente e strutturalmente.
In risposta a questa situazione, si sono definite finalità e azioni specifiche per ognuna delle tre linee
strategiche del progetto “Punto e a capo - Partecipazione responsabile per generare identità territoriale e
benessere sociale”: i legami tra le persone, i legami con gli spazi di vita, i legami fra le agenzie della
comunità locale.
Cooperativa Spazio Giovani, Cooperativa In Urban e Fondazione Stefania svilupperanno il progetto in
raccordo con il Comune di Lissone – settore Famiglia e Politiche sociali e altri settori –, e in rete con le
seguenti realtà territoriali: Aler Monza e Brianza, Ufficio di Piano dell'Ambito Territoriale di Carate Brianza,
Rotary Club Monza Nord-Lissone, Parrocchia Madonna di Lourdes, Comando Stazione dei Carabinieri di
Lissone, Gelsia Ambiente srl, Protezione Civile, A.C. Lissone, Polisportiva “Il Sole”, Fondazione Agostoni,
Scuola Primaria Buonarroti, Istituto d'Istruzione Superiore F. Enriques - Europa Unita. Inoltre, il nucleo
proponente prenderà prossimamente contatto con Provincia di Monza e Brianza, ASL Monza e Brianza, Club
Fotografico F64, Clubdonna Natalia Ginzburg di Lissone.
PRIORITA' DI CAMBIAMENTO E LINEE D'INTERVENTO
I. I legami tra le persone
I CAMBIAMENTI CHE SI VORREBBERO PRODURRE
• Stimolare il territorio a definire collettivamente la propria identità comunitaria, sia recuperando e facendo
rivivere la memoria storica di luoghi e persone, sia attraverso l'attribuzione di un nome “vero”, che lo renda
riconoscibile – in senso non dispregiativo – fra le altre frazioni della città;
• Accompagnare i lissonesi a una percezione rinnovata, e più complessa, relativa al territorio d'intervento:
non solo contesto di degrado ed emarginazione, ma anche patrimonio di storie, relazioni e risorse da
recuperare;
• Creare nuovi punti d'incontro e socializzazione fra cittadini, incentivandone il dialogo e il riconoscimento
reciproco di comuni esperienze, interessi, bisogni, speranze... laddove ora si percepiscono soltanto
differenze;
• Promuovere la sperimentazione di forme comunitarie alternative a quelle parentali, sostenendo
soprattutto azioni di mutuo aiuto fra residenti, in risposta a bisogni ed emergenze comuni;
• Potenziare e diversificare le opportunità educative e aggregative accessibili a preadolescenti, adolescenti
e giovani della zona.
PROPOSTA
DI PERCORSO ATTUATIVO E INDICAZIONE DI COME I
“BERSAGLI”
POSSANO CONTRIBUIRE A RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DI
PROGETTO ATTRAVERSO LE IDEE PROPOSTE
•
“Riconsegnare al territorio la sua storia”. Si tratta di un percorso articolato in tre fasi:
1) ricostruzione della memoria storica del territorio e della gente che lo abita attraverso le seguenti
attività: interviste collettive, anche all'interno di contesti partecipativi come il “playback theatre”; ricerche
di storia locale con gli alunni della scuola primaria, da svolgere fra raccolta di testimonianze e riesplorazione dei luoghi più significativi;
2) traduzione delle storie raccolte in documenti scritti, fotografici e video da diffondere per mezzo di
iniziative aperte a tutta la cittadinanza: pubblicazioni, mostre, serate pubbliche;
3) scelta di un nuovo nome da attribuire alla zona, attraverso un concorso o analoga iniziativa che
coinvolga sia i cittadini che le autorità locali.
• Dare vita a nuove forme di coesione sociale. La presenza costante sul territorio, le relazioni aperte con i
suoi abitanti, lo scambio continuo con i soggetti in rete sono fattori che metteranno gli operatori nelle
condizioni di rilevare tematiche sociali d'interesse trasversale (indipendenti, per esempio, dall'essere italiani
o immigrati, lissonesi “storici” o no, residenti dentro o fuori le case Aler...), in relazione a cui inaugurare
esperienze di collaborazione e confronto fra gli stessi cittadini della zona. In quest'ottica, si potrebbero
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sviluppare le seguenti azioni:
1) Costituzione di gruppi da condurre attraverso la metodologia di lavoro denominata “Philosophy for
Community”1. Un esempio di applicazione potrebbe riguardare le donne, su questioni inerenti alle pari
opportunità.
2) Accompagnamento delle famiglie alla costituzione di reti “leggere” in risposta a bisogni comuni (legati
per esempio alle primarie esigenze della vita quotidiana), in un'ottica di mutuo aiuto.
• “Youth-At-Work”. I laboratori per giovani e adolescenti, soprattutto se co-progettati con gli stessi
destinatari, offrono non solo alternative appetibili per il tempo libero, ma anche contesti educativi informali in
cui sviluppare competenze cognitive, relazionali, creative. Le possibili declinazioni operative di questa
azione sono le seguenti:
1) Esperienze di Creazione Collettiva: all'interno del medesimo setting laboratoriale, giovani, artisti,
operatori, genitori, insegnanti lavoreranno insieme nella realizzazione di prodotti multimediali attraverso
l'impiego delle nuove tecnologie (videocamere digitali, minidisc, apparecchi fotografici, computer). Esito
del percorso saranno esposizioni pubbliche o altre iniziative di carattere divulgativo. Si apriranno alcuni di
questi workshop anche a bambini e adolescenti in carico all'Assistenza Domiciliare Minori, per favorirne il
percorso di inserimento sociale. In questi casi, la progettazione e conduzione delle iniziative avverrà in
stretto raccordo con gli educatori del servizio.
2) Girls-At-Work, laboratori al femminile: da ideare sulla base di temi o attività d'interesse specifico per le
ragazze. Un ciclo di proposte, costruite e condotte in collaborazione con il mediatore culturale o con il
facilitatore esperto di Philosophy for Community, potrebbe riguardare le adolescenti straniere.
3) Invio o accompagnamento di bambini e preadolescenti al servizio Doposcuola del Cubotto, finalizzato
alla promozione del successo scolastico.
I “BERSAGLI” SU CUI LAVORARE E I SOGGETTI TERRITORIALI CHE SI INTENDE COINVOLGERE
• L'azione definita “Riconsegnare al territorio la sua storia” è rivolta innanzitutto ai custodi della memoria
locale, tra cui le famiglie sul posto da più tempo. Si ritiene inoltre interessante rilevare e mettere a confronto
le storie di persone appartenenti a “categorie sociali” diverse (per esempio, italiani ed immigrati). Il recupero
della memoria dei luoghi non coinvolgerà soltanto i residenti, ma anche i referenti di alcune importanti realtà
locali: su tutte, la Parrocchia Madonna di Lourdes. Un lavoro di ricerca inerente ai luoghi più significativi del
territorio sarà inoltre proposto a insegnanti ed alunni della scuola primaria Buonarroti. Per quanto riguarda la
realizzazione di mostre e altri eventi pubblici, si collaborerà con i giovani volontari del Cubotto e il Club
Fotografico F64.
• L'azione denominata “Dare vita a nuove forme di coesione sociale” non si rivolge aprioristicamente ad un
target specifico, ma coinvolgerà singoli e famiglie disponibili a confrontarsi e sperimentare forme di reciproca
collaborazione in risposta a problemi comuni.
• I laboratori educativi e creativi rappresentano invece una proposta specifica per i preadolescenti,
adolescenti e giovani della zona (target anagrafico di riferimento: 11-20 anni), soprattutto se a rischio di
esclusione sociale.
II. I legami con gli spazi di vita
Due sono le tipologie spaziali intorno a cui focalizzare l'attenzione: i giardini pubblici e le aree condominiali
comuni. I primi saranno valorizzati come luoghi privilegiati d'incontro e socialità, di cui adesso la zona è
priva. I secondi diventeranno invece laboratori di comunità, al cui interno sperimentare pratiche e relazioni di
buona convivenza tra famiglie. Sia per le aree verdi, sia per gli spazi condominiali si sono definiti specifici
obiettivi e processi di lavoro.
I CAMBIAMENTI CHE SI VORREBBERO PRODURRE
I giardini pubblici
• Incentivare l'utilizzo delle aree verdi come luoghi di socializzazione positiva, a discapito dei traffici illegali;
• Riprogettare le aree verdi a partire dalle reali esigenze dei cittadini;
• Fare in modo che le aree verdi siano frequentate da tutti i lissonesi e non solo dagli abitanti della zona;
• Sensibilizzare la popolazione al rispetto e alla cura degli spazi pubblici, in quanto risorsa per l'intera
comunità.
Le aree condominiali comuni
• Sensibilizzare chi abita in condominio alla cultura del buon vicinato e ai vantaggi concreti di una buona
gestione “di scala”;
• Accompagnare gli inquilini delle nuove palazzine Aler all'autonomia gestionale degli spazi comuni, per
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quanto riguarda soprattutto la pulizia dei locali e lo smaltimento dei rifiuti;
• Aiutare i condómini nella gestione di situazioni conflittuali con il supporto di risorse competenti.
PROPOSTA
DI PERCORSO ATTUATIVO E INDICAZIONE DI COME I
“BERSAGLI”
POSSANO CONTRIBUIRE A RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DI
PROGETTO ATTRAVERSO LE IDEE PROPOSTE
I giardini pubblici
• Eventi. Attraverso il coinvolgimento dei cittadini interessati e delle agenzie in rete, realizzazione di
iniziative culturali, sportive e di animazione rivolte all’intera cittadinanza. In ragione dell'eterogeneità culturale
distintiva della zona, si potrebbe programmare una “fiera etno-gastronomica” annuale, in cui coinvolgere una
rete “interculturale” di famiglie e l'ente appaltatore dei servizi comunali di ristorazione.
• “Giardini su misura”. Incontri con gruppi di cittadini, propedeutici alla progettazione partecipata, in cui
raccogliere indicazioni su funzionalità, utilizzo e scelte d'arredo per il verde pubblico.
• “Spazi aperti per Lissone”. Valorizzare piazze e giardini del territorio attrezzandoli di nuove strutture,
affinché si trasformino da luoghi “di quartiere” a centri d'interesse esclusivo per l'intera città. Le proposte
d'intervento riguardano la realizzazione di un parco-giochi “senza barriere” e l'installazione di uno skate park.
Presso i nuovi impianti si organizzeranno iniziative ad hoc, rivolte rispettivamente a bambini e adolescenti di
Lissone e dintorni.
• “Per un quartiere più pulito!”. Campagne promozionali e incontri informativi finalizzati alla circolazione di
buone prassi in materia di raccolta e smaltimento rifiuti.
Le aree condominiali comuni
• Sportello di “promozione della convivenza”. Apertura di uno spazio gratuito e facilmente accessibile a cui
inviare i cittadini coinvolti in liti condominiali, affinché siano aiutati ad individuare soluzioni condivise e
praticabili senza intraprendere lunghi e onerosi iter giudiziari. In caso di necessità, gli operatori dello
sportello potranno avvalersi di una consulenza legale, nonché della collaborazione di un mediatore culturale.
• Formazione. Realizzazione di percorsi di accompagnamento alla “buona amministrazione di scala”, da
condurre in collaborazione con psicologi di comunità, amministratori di condominio e i capiscala esperti in
gestioni virtuose;
• Consulenza. Incontri a richiesta con amministratori e consiglieri di condominio, per offrire un parere
esperto in merito a principi e pratiche efficaci di mediazione.
I “BERSAGLI” SU CUI LAVORARE E I SOGGETTI TERRITORIALI CHE SI INTENDE COINVOLGERE
I giardini pubblici
• Gli eventi sono pensati innanzitutto per rivitalizzare gli spazi aperti della zona. Nel corso dei tre anni di
progetto, si proporranno iniziative sia aperte all'intera popolazione, sia mirate a target specifici (es. le
famiglie, i bambini, le donne, i giovani e gli adolescenti, ecc...). In tutti i casi sarà promossa il più possibile la
partecipazione attiva dei cittadini nella progettazione e gestione delle attività. Questi eventi saranno inoltre
realizzati in collaborazione con le realtà presenti sul territorio. In particolare, si coinvolgeranno: la Parrocchia
Madonna di Lourdes, l'A.C. Lissone, la Polisportiva “Sole”, la scuola primaria “Buonarroti”, l'Istituto di
Istruzione Superiore “Enriques – Europa Unita”, gli operatori e i volontari del Cubotto, la Casa di Riposo
“Agostoni”.
• Gli incontri preparatori alla progettazione partecipata sono rivolti a tutti i residenti, con particolare
attenzione a coloro che vivono quotidianamente, e per molte ore al giorno, le aree verdi. I soggetti da
coinvolgere prioritariamente sono: le compagnie informali di adolescenti, gli anziani, le donne.
• Le attività promozionali e formative inerenti a un corretto smaltimento dei rifiuti non sono riferite ad un
target specifico, ma si rivolgono invece all'intera popolazione della zona. Gli interventi saranno progettati e
realizzati in collaborazione con gli esperti di GELSIA Ambiente, gestore dei servizi di igiene ambientale a
Lissone.
Le aree condominiali comuni
Rispetto alle azioni mirate al rafforzamento dei legami condominiali, i “bersagli” individuati sono:
• Gli inquilini coinvolti in relazioni conflittuali, ma comunque disponibili ad individuare soluzioni concertate
attraverso il dialogo e la mediazione;
• Consiglieri condominiali e inquilini interessati all'assunzione di responsabilità gestionali in merito
all'amministrazione di scala;
• Amministratori di condominio desiderosi di ampliare il proprio bagaglio professionale con competenze di
natura sociale;
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III. I legami fra agenzie della comunità locale
I CAMBIAMENTI CHE SI VORREBBERO PRODURRE
• Ricucire la rete fra agenzie territoriali, in cui coinvolgere anche i cittadini della zona;
• Coordinare, nel quadro di una strategia condivisa, gli interventi sociali rivolti al territorio e promuoverne di
nuovi;
• Istituire una rappresentanza di enti e cittadini, che dialoghi con la pubblica amministrazione su questioni
specifiche del territorio;
• Costruire un contesto partecipativo di monitoraggio continuo del progetto e di lettura aggiornata dei
bisogni territoriali.
PROPOSTA
DI PERCORSO ATTUATIVO E INDICAZIONE DI COME I
“BERSAGLI”
POSSANO CONTRIBUIRE A RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DI
PROGETTO ATTRAVERSO LE IDEE PROPOSTE
• Il Forum di Comunità. Costituzione e accompagnamento di un gruppo formato non solo da operatori e
referenti di realtà territoriali, ma anche da quei cittadini desiderosi di contribuire alla costruzione di una
cultura di quartiere e di promuovere il cambiamento sociale nella zona. Questo tavolo non sarà dunque una
nuova consulta delle associazioni ma, proprio in ragione della sua natura mista, avrà forma più flessibile di
“forum” o “comitato” dei cittadini, articolabile anche in sottogruppi di approfondimento su focus tematici (per
esempio: proposte operative per giovani e adolescenti). Un'esperienza comunitaria di valore anche
strategico, che potrebbe svolgere molteplici funzioni:
1) istituzionale: come punto di riferimento dell’Amministrazione Comunale per discutere tematiche
riguardanti il territorio;
2) di osservatorio: valutazione in itinere del progetto “Punto e a capo” e confronto continuo su temi,
bisogni, interessi, questioni emergenti dalla popolazione locale;
3) di coordinamento: integrazione delle risorse e creazione di sinergie fra interventi sociali;
4) promozionale: elaborazione e realizzazione di nuovi progetti e iniziative rivolti alla cittadinanza.
I “BERSAGLI” SU CUI LAVORARE E I SOGGETTI TERRITORIALI CHE SI INTENDE COINVOLGERE
• Il Forum di Comunità è aperto a: operatori di progetti e servizi promossi dall'Amministrazione locale;
referenti di enti, agenzie educative, associazioni, società sportive operanti nella zona; singoli e gruppi di
cittadini interessati a confrontarsi su problemi, questioni, proposte di cambiamento riguardanti il territorio. Si
prevedono inoltre, nel corso dei tre anni, incontri periodici di confronto con l'Amministrazione Comunale di
Lissone. Nell'ambito di questa azione, sarà promosso lo scambio e la collaborazione anche con realtà
esterne allo specifico territorio d'intervento.
IPOTESI DI BUDGET COMPLESSIVO DEL PROGETTO
La tabella sottostante riporta le voci di spesa previste per la realizzazione delle attività nel corso dei tre anni,
nonché le fonti di copertura economica del progetto.
PIANO DI COPERTURA ECONOMICA
cod
descrizione
A2
A3
A4
A5
A6
A7
A8
A9
A10
RISTRUTT. MANUT. RESTAURO IMMOBILI
ACQUISTO ARREDI E ATTREZZATURE
ALTRE SPESE PER INVESTIM. AMMORTIZZ.
PERSONALE STRUTTURATO
PERSONALE NON STRUTTURATO
PRESTAZIONI PROFESSIONALI DI TERZI
MATERIALE DI CONSUMO
SPESE CORRENTI
ALTRE SPESE GESTIONALI
TOTALE COSTI/ONERI €
RICAVI / PROVENTI
RISORSE FINANZIARIE PROPRIE (partner)
FONDAZIONE CARIPLO
ALTRI COFINANZIATORI:
TOTALE €
Cod.
B1
B4
B5
COMUNE LISSONE
Rotary Club Monza Nord Lissone, Gelsia e altri
enti minori
TOTALE RICAVI/PROVENTI €
20.000,00
14.100,00
38.000,00
152.571,30
1.000,00
199.758,60
25.800,00
4.200,00
9.964,00
465.393,90
FONDAZ
CARIPLO
Spazio
Giovani
10.000,00
0,00
13.100,00
0,00
7.000,00
0,00
128.773,50 8.599,50
1.000,00
0,00
142.132,00
0,00
12.300,00 1.200,00
3.300,00
900,00
7.000,00 2.964,00
324.605,50 13.663,50
Fondaz.
In-Urban
Stefania
0,00
0,00
0,00
567,00
0,00
0,00
500,00
0,00
0,00
1.067,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
5.000,00
600,00
0,00
0,00
5.600,00
Comune Altri enti
Lissone finanziatori
10.000,00
1.000,00
0,00
14.631,30
0,00
52.626,60
0,00
0,00
0,00
78.257,90
0,00
0,00
31.000,00
0,00
0,00
0,00
11.200,00
0,00
0,00
42.200,00
TOT
20.000,00
14.100,00
38.000,00
152.571,30
1.000,00
199.758,60
25.800,00
4.200,00
9.964,00
465.393,90
TOT
20.330,50
324.605,50
120.457,90
78.257,90
42.200,00
465.393,90
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SEZIONE III: INFORMAZIONI SUGLI ENTI PROPONENTI
COOPERATIVA SPAZIO GIOVANI
DATI E INFORMAZIONI SULL'ORGANIZZAZIONE
Spazio Giovani si è costituita a Monza nel 1986 come Associazione culturale, con il contributo di diversi
soggetti della Brianza attivi sul piano sociale, culturale e sindacale. In quel periodo ha inoltre creato e gestito
alcuni dei primi Informagiovani in Italia e ha dato vita ai primi Progetti giovani in collaborazione con le
Amministrazioni Comunali della Brianza. Nel 1994 si è costituita come Cooperativa Sociale, dando
continuità alle esperienze professionali acquisite nell'ambito dei servizi alla persona.
Nei suoi oltre vent'anni di storia, Spazio Giovani ha ampliato i settori d'intervento, includendo progetti
aggregativi e di protagonismo per giovani e adolescenti, interventi di sviluppo di comunità, sportelli e
attività di ascolto psicologico e di supporto alla genitorialità. Ha inoltre consolidato la propria esperienza
in aree tecniche come l'Informazione e la comunicazione sociale, nonché ha sviluppato le attività di
formazione esterna e di politiche attive del lavoro, diventando un ente accreditato dalla Regione
Lombardia per l'erogazione dei servizi al lavoro attraverso il metodo dote. E' inoltre impegnata nei
progetti dell'Unione Europea rivolti ai giovani, entrando nella Rete Nazionale Eurodesk (è titolare
esclusivo del Punto Locale Decentrato della rete Eurodesk per la provincia di Monza e Brianza) e ha
promosso nelle scuole le attività di prevenzione all'uso di sostanze psicotrope. Il fronte aperto più di
recente riguarda gli interventi educativi in campo scolastico e domiciliare rivolti ai minori in situazione
di svantaggio.
La cooperativa ha sempre mantenuto viva la propria attenzione alle relazioni con gli altri soggetti che
operano nel mondo della cooperazione sociale e delle politiche giovanili, collaborando a reti e servizi,
partecipando a tavoli di confronto e spesso impegnandosi attivamente con l'assunzione di ruoli di referenza
e responsabilità.
Negli anni Spazio Giovani ha inoltre ampliato le proprie dimensioni economiche e organizzative. Oggi il
personale della cooperativa è composto complessivamente da 120 operatori. I soci con diritto di voto sono
47.
DATI
E
INFORMAZIONI
CHE
DIMOSTRINO
LA
PRESENZA
STORICA
NEL
TERRITORIO,
LA
CAPACITA'
DI
COINVOLGIMENTO
E
DI
RAPPRESENTATIVITÀ DEGLI ABITANTI
1) Il Progetto integrato Informagiovani e Orientamento
Dal 1991 Spazio Giovani gestisce l'Informagiovani di Lissone, servizio promosso dall’Amministrazione
comunale per gli adolescenti e i giovani della città. Dal 1995, ai servizi di taglio specificatamente informativo
si sono aggiunte attività di tipo orientativo: incontri nelle scuole medie e superiori, serate con i genitori, il
Punto orientamento individuale. Dietro sollecitazione delle scuole, è stato successivamente creato un Tavolo
di lavoro sull’orientamento, coordinato da un operatore del progetto, per favorire l’incontro fra docenti e
l’elaborazione di strumenti per l’orientamento e la prevenzione della dispersione scolastica. Nel mese di
settembre 2001, si è inaugurata la nuova sede di via Ferrucci, nei pressi del centro cittadino.
Fra attività scolastiche e di sportello, ogni anno il progetto coinvolge circa 1000 giovani. Inoltre, nei 20 anni di
lavoro a Lissone, si sono strutturati legami di collaborazione periodica e/o di scambio informativo con: il
Tavolo Levacivica, il Gruppo giovani del Cubotto, diverse associazioni di volontariato locali, la biblioteca
civica, il Centro servizi immigrati stranieri (Cesis), il Centro Adolescenti del Consultorio familiare di Monza, la
stampa locale e i media (Il Cittadino, L’esagono, Il Giornale di Monza, Il Giorno, L’Avvenire, Monza e Brianza
in rete), le scuole secondarie di primo e secondo grado.
2) Il progetto Teen City
Dal 2009, un'equipe della Cooperativa Spazio Giovani gestisce “TEEN CITY – Oratorio Città dei ragazzi” (dal
2010 “NON SOLO TEEN”), un progetto promosso dalla Comunità Pastorale “Santa Benedetta della Croce”
di Lissone e cofinanziato da Fondazione Comunità Monza e Brianza attraverso i bandi 2009 e 2010
“Educare con gli Oratori”.
Il progetto, realizzato con la metodologia dello Sviluppo di Comunità, si focalizza soprattutto sugli Oratori “S.
Luigi” e “Cuore Immacolato di Maria”. Tre sono le principali direttrici d'intervento (che hanno coinvolto, in due
anni di progetto, oltre 500 persone):
• Educativa di cortile: attività rivolte agli adolescenti che non accedono alle proposte educative
dell’Oratorio, ma utilizzano lo spazio esterno come luogo di ritrovo e di gioco. Insieme a loro si è ad esempio
organizzato un torneo di calcetto, che ha coinvolto anche gli allenatori della polisportiva Virtus San Luigi.
• Protagonismo giovanile: percorsi di progettazione partecipata con gruppi giovanili, accompagnati nella
9
realizzazione di iniziative per i coetanei con il supporto di volontari adulti: programmazione di feste, happy
hour e karaoke; un torneo sportivo; un corso di fotografia; l'allestimento di un'Aula Adolescenti presso
l'Oratorio San Luigi.
• Incontri con i volontari adulti di Oratorio S. Luigi e Cuore Immacolato di Maria : percorsi condotti dagli
animatori di comunità, finalizzati al confronto e all'elaborazione di proposte sul tema delle regole.
3) La nuova sede
Da gennaio 2010 Spazio Giovani ha trasferito la propria sede amministrativa ed operativa a Lissone, in via
Leonardo Da Vinci n°34.
4) Il Piano di Zona di Carate Brianza
Dal 2003, un referente di Spazio Giovani partecipa regolarmente alle riunioni del “gruppo allargato” del
Tavolo Minori, previsto dal Piano di Zona per l'Ambito Territoriale di Carate Brianza.
EVIDENZA DI EVENTUALI RAPPORTI DI LAVORO E COLLABORAZIONE PREESISTENTI CON GLI ALTRI SOGGETTI PROPONENTI
Da mese di giugno 1991, la Cooperativa Spazio Giovani gestisce il progetto integrato Informagiovani e
Orientamento, in convenzione con l'Amministrazione Comunale di Lissone – Settore Istruzione e Politiche
giovanili (fino al 2009 Settore Famiglia e politiche Sociali).
Spazio Giovani è inoltre soggetto co-fondatore, insieme a Fondazione Stefania, del Forum del Terzo Settore
della Provincia di Monza e Brianza
POSSIBILE RUOLO ALL'INTERNO DEL FUTURO PROGETTO
Spazio Giovani è soggetto capofila del nucleo proponente. Si occuperà di coordinare l'equipe progettuale,
nonché di contribuire, attraverso i propri operatori, a realizzare gli interventi descritti.
COOPERATIVA IN URBAN
DATI E INFORMAZIONI SULL’ORGANIZZAZIONE
La coop. Sociale In Urban, con sede in Via Dei Transiti, 1 a Milano, è stata fondata nel 2010 (Iscrizione
all’Albo Società Cooperative n. A210055 in data 17/12/2010) da un gruppo di 5 professionisti, che da una
decina d'anni operano a vario titolo nel lavoro sociale ed educativo. I soci fondatori portano in dote
competenze educative, sociologiche, di psicologia di comunità, di lavoro interculturale, etnografiche, di
counseling, e psicologiche.
Le loro diverse biografie professionali spaziano dalla progettazione partecipata urbanistica e sociale alla
consulenza e formazione su tematiche psico-sociali e sul lavoro di comunità, dall'esperienza etnografica
all'educazione interculturale, dall’educativa di strada al lavoro con la marginalità estrema, dalla psichiatria di
comunità al counseling individuale e all’accompagnamento di adulti in difficoltà.
Tutti i soci fondatori condividono un’'esperienza significativa in progetti di Accompagnamento Sociale di
Contratti di Quartiere, per lo più maturata nelle periferie milanesi. Progetti di riqualificazione urbana, Contratti
di Quartiere I e Contratti di Quartiere II, nei quali hanno gestito attività di progettazione partecipata, di
informazione alla cittadinanza, di comunicazione sociale, di organizzazione di comunità, di
accompagnamento alla mobilità forzosa, di attivazione e animazione di spazi di partecipazione e
collaborazione tra i diversi attori locali, con particolare attenzione al coinvolgimento di inquilini e semplici
cittadini al fianco dei più consolidati attori locali, quali Terzo settore, attività commerciali e istituzioni.
DATI
E
INFORMAZIONI
CHE
DIMOSTRINO
LA
PRESENZA
STORICA
NEL
TERRITORIO,
LA
CAPACITÀ
DI
COINVOLGIMENTO
E
DI
RAPPRESENTATIVITÀ DEGLI ABITANTI;
Il presidente della Coop. Sociale In Urban lavora, in qualità di consulente esterno, per il Comune di Lissone
dal 2007 all’interno dell’Ufficio Lavoro di Comunità del Settore Famiglia e Politiche Sociali, nell’ambito delle
azioni di Accompagnamento Sociale del Contratto di Quartiere LS1. Ha quindi maturato una conoscenza
approfondita del contesto, degli abitanti, delle criticità e delle risorse che caratterizzano la vita dell'area LS1.
La Coop. Sociale In Urban partecipa ai lavori dell’Assemblea del Terzo Settore del distretto di Carate Brianza
e del Tavolo d’Area Adulti.
EVIDENZA DI EVENTUALI RAPPORTI DI LAVORO E COLLABORAZIONE PREESISTENTI CON GLI ALTRI SOGGETTI PROPONENTI
Oltre al succitato rapporto professionale ancora in essere tra un socio fondatore della Coop Sociale In Urban
ed il Comune di Lissone, si aggiunge un rapporto di lavoro diretto tra IU e Amministrazione Pubblica relativo
alla conduzione di un percorso di formazione “Progettazione Partecipata e Accompagnamento alla Mobilità
nell’ambito del CdQ LS1”, rivolto a Dirigenti, Funzionari e Tecnici del Comune di Lissone e di Aler Monza e
10
Brianza.
POSSIBILE RUOLO ALL’INTERNO DEL FUTURO PROGETTO.
Cooperativa In Urban è soggetto partner del progetto. Si occuperà dell'attuazione diretta di alcune delle
azioni previste.
FONDAZIONE STEFANIA ONLUS
DATI E INFORMAZIONI SULL’ORGANIZZAZIONE
Costituita ad opera dell'Associazione Stefania in data 02/11/2006, ha iniziato la sua attività il 1° gennaio
2008. Gli scopi istituzionali della Fondazione sono elencati nell’art. 2 dello statuto che recita:
La Fondazione non ha fini di lucro. Essa intende perseguire esclusivamente finalità di solidarietà
sociale.
Scopo della Fondazione è la promozione e l’organizzazione di tutte le attività nei settori della
assistenza sociale, socio-sanitaria, della educazione e della formazione professionale finalizzate a
migliorare la qualità della vita e a favorire l’inclusione sociale e lavorativa di persone svantaggiate ed
in particolare di persone disabili.
La Fondazione ha inoltre lo scopo di promuovere ed attuare servizi residenziali, semi-residenziali e
domiciliari per la popolazione disabile e/o svantaggiata entro la rete territoriale dei servizi secondo
una logica di co-progettazione e co-programmazione tra la pubblica amministrazione e il III settore.
Attualmente, Fondazione Stefania gestisce due servizi per persone con disabilità:
• il Centro Diurno di Lissone, in cui lavorano 30 dipendenti, al servizio di circa 50 utenti provenienti da tutta
la provincia di Monza e Brianza;
• la RSD di Muggiò, che conta 26 dipendenti per 24 utenti.
DATI
E
INFORMAZIONI
CHE
DIMOSTRINO
LA
PRESENZA
STORICA
NEL
TERRITORIO,
LA
CAPACITÀ
DI
COINVOLGIMENTO
E
DI
RAPPRESENTATIVITÀ DEGLI ABITANTI
1) Il Centro Diurno di Lissone
L’inizio delle attività vere e proprie del Centro Diurno risalgono al 1988, con l’offerta di un servizio
sperimentale chiamato “Centro di Orientamento Professionale per adolescenti disabili” e un piccolo servizio
per la qualificazione del tempo libero per disabili adulti.
A partire dal gennaio 2008, la gestione del Centro Diurno è passata a Fondazione Stefania.
Con la crescita delle persone in carico e il necessario aggiornamento delle attività, nonché in seguito alla
riorganizzazione della Rete dei Servizi Sociali della Regione Lombardia, il Centro Diurno ha oggi adeguato le
proprie unità d’offerta secondo quanto previsto dalla DGR VIII/7433 del 13/06/2008, offrendo una serie di
servizi di tipo educativo/formativo/ricreativo per adolescenti disabili in uscita dalla scuola dell’obbligo e per
adulti disabili a rischio di isolamento e di emarginazione.
Al centro di ogni servizio offerto si intende porre l’attenzione prioritariamente alla soggettività dell’utente, alle
sue problematiche, ai suoi bisogni e desideri, ma si ritiene fondamentale anche la capacità di operare
contemporaneamente su più fronti affinché le diverse influenze del processo educativo convergano a
supportare la crescita della persona disabile e la sua qualità della vita. Diventa perciò altrettanto importante,
nel progetto individuale, il coinvolgimento delle famiglie, dei servizi territoriali, delle associazioni e delle
cooperative locali, dei servizi sociali dei comuni della Provincia di Monza e Brianza e della cittadinanza tutta,
affinché possa realizzarsi una reale integrazione sociale della persona disabile.. Secondo questi principi
ispiratori la Fondazione è impegnata in un lavoro di rete basato sulla collaborazione, condivisione, sostegno
e scambio con le risorse presenti sul territorio in una logica di partecipazione, trasparenza e valutazione dei
servizi offerti.
Presso il Centro diurno hanno sede:
• Centro Socio Educativo Giovani, articolato in 2 servizi:
◦ Servizio Formazione - per adolescenti in uscita dalla scuola dell’obbligo con disabilità intellettiva di
grado lieve/medio;
◦ Servizio Autonomia - per adolescenti in uscita dalla scuola dell’obbligo con disabilità psico-intellettiva
medio/grave, ridotte competenze comunicative e/o difficoltà motorie.
• Centro Socio Educativo Adulti
◦ Servizio AdHoc - per adulti con disabilità intellettiva e/o psico-fisica medio/grave a rischio di
isolamento sociale.
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Grazie al sostegno dell’Associazione Stefania e di finanziamenti opportunamente ricercati, si promuovono
progetti particolari come, ad esempio:
• adesione agli Special Olympics con la formazione di una squadra di pallacanestro e una di ginnastica
artistica;
• progetti in collaborazione con le scuole primarie e secondaria di primo grado per la promozione di una
cultura dell’inclusione della disabilità;
• Progetti di sollievo alle famiglie con attività e mini-soggiorni.
2) La RSD Muggiò
La Residenza Sanitaria Disabili "Luigi e Dario Villa", ubicata a Muggiò in via Buonarroti 13, è nata nell'ottobre
1991 come Centro Residenziale Handicap.
Nel 2004 si conclude il percorso per l'Autorizzazione al funzionamento e l'accreditamento RSD (nuova unità
d'offerta definita dalla REGIONE LOMBARDIA CON LA d.g.r. 7/04/2003). Il servizio ospita persone con
disabilità grave che, per motivi diversi, non possono più rimanere al proprio domicilio, offrendo una soluzione
abitativa adeguata alle loro complesse esigenze. Tutte le persone attualmente residenti presso la R.S.D.
presentano un quadro di insufficienza mentale grave a cui, nella maggior parte dei casi, si aggiunge una
condizione di disabilità fisica più o meno grave.
La struttura, aperta per l'intero anno solare, ha una disponibilità di 24 posti letto, di cui uno è riservato
all'accoglimento in Pronto Intervento. All'interno della struttura opera personale con specifiche competenze
dell'area assistenziale, socio-educativa e sanitaria; per l'integrazione degli interventi di tipo educativo e
assistenziale, al fine di garantire un intervento complessivo adeguato a ciascun ospite, le attività quotidiane
(individuali e di piccolo gruppo) sono pensate e realizzate con particolare attenzione, oltre che alla
condizione di disabilità propria della persona, alle sue effettive necessità e ai bisogni espressi, alle
autonomie presenti, alle abilità individuali possedute e alle potenzialità individuate. Residenza Sanitaria
Disabili "Luigi e Dario Villa", ubicata a Muggiò in via Buonarroti 13, è nata nell'ottobre 1991 come Centro
Residenziale Handicap per l'integrazione degli interventi di tipo educativo e assistenziale, al fine di garantire
un intervento complessivo adeguato a ciascun ospite, le attività quotidiane (individuali e di piccolo gruppo)
sono pensate e realizzate con particolare attenzione, oltre che alla condizione di disabilità propria della
persona, alle sue effettive necessità e ai bisogni espressi, alle autonomie presenti, alle abilità individuali
possedute e alle potenzialità individuate.
EVIDENZA DI EVENTUALI RAPPORTI DI LAVORO E COLLABORAZIONE PREESISTENTI CON GLI ALTRI SOGGETTI PROPONENTI
Ogni giovane utente lissonese del Centro Diurno accede al servizio sulla base di un accordo di convenzione
legato al progetto individuale, di cui sono co-firmatari la famiglia dell'utente, i servizi sociali comunali e la
stessa Fondazione Stefania.
POSSIBILE RUOLO ALL'INTERNO DEL FUTURO PROGETTO
Fondazione Stefania è soggetto partner del progetto. Si occuperà di contribuire, attraverso i propri operatori,
a realizzare gli interventi finalizzati all'inclusione sociale dei minori disabili.
AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI LISSONE
Il Comune di Lissone partecipa al nucleo proponente poiché il progetto “Punto e a capo” costituisce
un'integrazione del Piano di Accompagnamento Sociale legato al Contratto di Quartiere “LS1 – Via di
Vittorio, viale Martiri della Libertà”. Gli operatori dell'Ufficio Lavoro di Comunità del Settore Famiglia e
Politiche Sociali, incaricati di gestire le azioni previste dal Piano, andrebbero così a lavorare in stretto
raccordo con l'equipe di progetto per i prossimi tre anni.
Inoltre, l'area in questione è interessata da numerosi altri interventi promossi dall'Amministrazione
Comunale, così come già descritto nel paragrafo dedicato alle iniziative e ai servizi in essere (pag. 4).
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