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UNIONE EUROPEA REGIONE CALABRIA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE CALABRIA ASSESSORATI ATTIVITA’ PRODUTTIVE LAVORO, FORMAZIONE PROFESSIONALE, POLITICHE DELLA FAMIGLIA, COOPERAZIONE E VOLONTARIATO CULTURA, PUBBLICA ISTRUZIONE, UNIVERSITA, RICERCA SCIENTIFICA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA PROGRAMMAZIONE NAZIONALE E COMUNITARIA BANDO PACCHETTI INTEGRATI DI AGEVOLAZIONE INDUSTRIA, ARTIGIANATO E SERVIZI AI SENSI DELLA DELIBERAZIONE G.R. n. 220 del 19/03/2008 Allegato 2 - Piano Descrittivo Indice PARTE GENERALE.......................................................................................................................................... 3 1. Descrizione del Soggetto proponente................................................................................................... 3 2. Sintesi del Piano di Sviluppo Aziendale proposto ................................................................................ 4 3. Prodotti/Servizi...................................................................................................................................... 5 PIANI SPECIFICI............................................................................................................................................... 7 R) PIANO DI INNOVAZIONE AZIENDALE ................................................................................................................... 7 R1. L’organizzazione ................................................................................................................................ 7 R2. Descrizione del Progetto .................................................................................................................. 14 R2.1 Studio di Fattibilità ...................................................................................................................................... 14 R2.2 Progetto di ricerca industriale e/o sviluppo sperimentale ........................................................................... 14 F) PIANO DI FORMAZIONE AZIENDALE.................................................................................................................. 37 F1. Criticità emerse e obiettivi perseguiti................................................................................................ 37 F2. Descrizione dei progetti .................................................................................................................... 40 F3. Ulteriori elementi per la valutazione ................................................................................................. 45 F4. Termini e condizioni di fornitura........................................................................................................ 50 DATI DI RIEPILOGO....................................................................................................................................... 51 Pagina 2 di 51 PIANO DESCRITTIVO PIANO DI SVILUPPO AZIENDALE Indice Ragionato (UTILIZZARE DI NORMA CARATTERE ARIAL 10 INTERLINEA 14 pt) Scopo dell’Indice è fornire una struttura comune per la descrizione delle iniziative proposte. I soggetti possono anche fornire un maggior dettaglio sui singoli punti, salvo mantenere la struttura generale. Le iniziative di minori dimensioni (fino a euro 250.000) possono accorpare i punti contrassegnati da una cornice comune. PARTE GENERALE Il Piano descrive l’organizzazione e il campo di attività del Soggetto proponente, del Piano di Sviluppo Aziendale sia sotto l’aspetto tecnico, produttivo, organizzativo e gestionale e delle ragioni che ne giustificano la realizzazione, del prodotto/servizio, delle tematiche ambientali e le conseguenze sull’operatività aziendale. Gli argomenti che devono essere contenuti nel piano descrittivo, da adattare alle circostanze ed alle caratteristiche specifiche di ciascun Piano di Sviluppo Aziendale, sono i seguenti: 1. Descrizione del Soggetto proponente - Compagine sociale Il CRATI s.c.r.l., società consortile a responsabilità limitata che si configura come piccola impresa, è stato promosso nel 1990 dall’Università degli Studi della Calabria. Oggi è costituito dai seguenti soggetti in modo che la maggioranza del capitale sia detenuta dalle Università ed Enti Pubblici di Ricerca: Quota di partecipazione % Università degli Studi della Calabria 12.740,00 21 Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria 7.650,00 12 Università degli Studi Magna Grecia di Catanzaro 7.650,00 12 Università degli Studi di Perugia 1.000,00 2 Università degli Studi di Roma Tor Vergata 510,00 1 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia 1.000,00 2 Consiglio Nazionale delle Ricerche 1.000,00 2 FINCALABRA S.p.A. 5.100,00 8 Costruzioni Meccaniche De Rose 5.000,00 8 Ing. Pasquale Cundari 5.000,00 8 Maco Costruzioni s.r.l. 5.000,00 8 Ditta B.B.M. s.a.s. di Borrelli Franco 5.000,00 8 S.E.A. Sicurezza Energia ed Ambiente Mediterranea s.r.l. 2.500,00 4 ZU.GAL. S.r.l. 2.500,00 4 CAPITALE SOCIALE interamente versato 61.650,00 100,00 - Esperienze e competenze del management In circa venti anni il management del CRATI ha gestito la società sviluppando notevole attività, chiudendo i bilanci quasi sempre in attivo e costituendo un congruo fondo di ricerca che al 31/12/2007 è di € 737.000,00. Alla stessa data il patrimonio netto è di € 839.45,31. Ha svolto ricerca industriale nei settori dell’energia, dell’ambiente, dell’agro-industria su finanziamenti europei, nazionali e regionali, oltre ad eseguire commesse di privati negli stessi settori. Si avvale di un Consiglio di Amministrazione attualmente costituto da: - Prof. Carlo BELLECCI, Presidente (Università di Roma Tor Vergata) - Prof. Bruno de CINDIO, Vice Presidente (Università della Calabria) - Prof. Felice ARENA (Università Mediterranea di Reggio Calabria) Pagina 3 di 51 - Dr. Massimo CHIAPPINI (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) - Dr. Ivan DE ROSE (Costruzioni Meccaniche di De Rose Eugenio) - Prof. Marco FORNACIARI da PASSANO (Università di Perugia) - Prof. Antonino GATTO (FINCALABRA s.p.a.) - Prof. Franco PRODI (Consiglio Nazionale delle Ricerche) A Lamezia Terme ha aperto dal 2002 nella zona di sviluppo industriale Ex SIR un proprio Laboratorio di Meteorologia e Climatologia (LAMEC) particolarmente qualificato per professionalità e dotazione strumentale. Presso il LAMEC è presente una unità operativa del CNR – ISAC. 2. Sintesi del Piano di Sviluppo Aziendale proposto - Caratteristiche salienti del Piano di Sviluppo Aziendale (descrivere sinteticamente il Piano di Sviluppo Aziendale che si intende realizzare) Il CRATI intende mettere a frutto i risultati conseguiti con la ricerca svolta negli ultimi anni per sviluppare un’attività di servizi rivolta inizialmente all’Amministrazione regionale della Calabria ed a privati. Dopo una prima fase di avvio, gli stessi servizi potranno essere offerti anche alle altre regioni. Il Piano di Sviluppo Aziendale prevede un Piano Specifico di Innovazione Aziendale, avente per oggetto sia il miglioramento di un particolare strumento sia il perfezionamento e l’adattamento alle peculiarità della Calabria di conoscenze in parte già acquisite. Si intende offrire un servizio innovativo di allerta precoce degli incendi boschivi. E’ previsto anche un Piano di Formazione Aziendale rivolto ai dipendenti partecipanti al Piano di Sviluppo Aziendale e finalizzato, oltre che ad un incremento della loro qualificazione dal punto di vista generale, ad una loro migliore specializzazione per meglio integrarsi con l’altro partner al fine di potersi proficuamente inserire nello sviluppo aziendale previsto a conclusione del progetto. - Presupposti e motivazioni che ne sono all’origine (indicare le ragioni produttive, commerciali ed economiche) In Italia, circa 71.117 ettari di terreno boschivo sono andati persi nel 1999 a causa di un numero totale di 6.932 (fonte CFS “Corpo Forestale dello Stato”) incendi. Nel 2000 vi è stata una riduzione in alcune regioni, ma non in Calabria. In Calabria, in particolare, vi è stato un incremento di oltre 10.000 ettari di superfici boscate percorse dal fuoco, su un totale di 23.451 ettari, pari ad un numero d’incendi totali di 1.275 (fonti CFS). Negli anni successivi i numeri in media non sono cambiati di molto, anche se vi sono differenze di anno in anno. La legge quadro nazionale sugli incendi boschivi assegna alle Regioni la maggior parte dei compiti in materia di ricerca, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi. Oltre al danno ambientale prodotto dagli incendi boschivi ed a quello economico conseguente alla perdita di aree boscate e di altri beni coinvolti nell’incendio, va considerato il costo delle opere di spegnimento. Quest’ultima voce ha un costo talmente alto da giustificare da sola i notevoli investimenti miranti alla sua riduzione. Per tale motivo in tutto il mondo industrializzato le amministrazioni investono in tecnologie diverse per mitigare il danno degli incendi e numerose imprese, grandi e piccole, operano nel settore. Negli ultimi anni sono state spese in Italia decine di milioni di euro per l’acquisto e l’installazione di strumentazione per avvistare e segnalare l’insorgere di incendi boschivi. Sono attive nel settore sia grandi imprese sia piccole. Questo è un settore in cui vi è ancora spazio soprattutto per una impresa capace di proporre innovazioni sia di prodotto sia di sistema. E’ a tutti noto come la rapidità dell’intervento delle squadre addette allo spegnimento sia il fattore principale che condiziona la possibilità di limitare l’estendersi di un incendio e quindi dei danni ambientali ed economici da esso prodotti. La rapidità dell’intervento è condizionata dal lasso di tempo che intercorre tra lo sviluppo del focolaio e la generazione dell’allarme ed è particolarmente importante in una regione come la Calabria, con una orografia complessa ed una viabilità difficile. E’ proprio l’aspetto della precocità dell’allarme che il CRATI intende cogliere e sfruttare. Il CRATI ha appena concluso una ricerca industriale, finanziata dal MIUR, che ha già dimostrato la potenzialità di un sistema innovativo basato su tecnologie laser che consente, rispetto ad altri sistemi, un’allerta precoce degli incendi boschivi ed ora intende avviare una iniziativa imprenditoriale basata su tale Pagina 4 di 51 sistema. Lo sviluppo delle attività su indicate presuppone altresì un miglioramento della formazione di personale dipendente. A ciò è finalizzato il Piano di Formazione Aziendale predisposto con la collaborazione dell’Agenzia formativa EUROFORM RFS, accredita presso la Regione Calabria per la sede di Rende (CS). - Obiettivi produttivi perseguiti (descrivere quali sono gli effetti produttivi) Il CRATI attualmente ha già un contratto di collaborazione con la Protezione Civile della Regione Calabria cui fornisce ogni mattina le previsioni meteorologiche ad area limitata per le successive 72 ore e le corrispondenti carte dinamiche del rischio di incendi boschivi. Questa collaborazione può essere estesa a costituire un ulteriore servizio per l’allerta degli incendi boschivi. Un tale ampliamento comporterà l’assunzione di nuovo personale, una maggiore utilizzazione delle facilities del CRATI ed un utile che sarà investito in un ulteriore sviluppo delle attività istituzionali. - Obiettivi economici perseguiti (descrivere l’evolversi della situazione economica del soggetto proponente, commentando il conto economico previsionale previsto per l’anno a regime e i due successivi) Il CRATI sulla base della prevista elevata innovatività dei risultati della ricerca prevede realisticamente e prudentemente una evoluzione del Conto Economico verso un trend positivo del fatturato e del valore della produzione rispettivamente da un minimo del 15% al 30% e da un minimo di 31% al 33%. - Elementi di integrazione tra i diversi Piani Specifici che compongono il Piano di Sviluppo Aziendale Il Piano di Formazione presentato mira a meglio qualificare alcuni dipendenti già in servizio per le nuove attività che saranno sviluppate dal Piano di Innovazione ed in particolare per integrare le loro competenze con quelle fornite dall’altro partner in modo che alla fine del progetto abbiano anch’essi una conoscenza completa dei risultati conseguiti e successivamente possano ben operare nelle attività di sviluppo del servizio che si intende offrire. - Copertura dell’investimento (Dettagliare analiticamente come il soggetto proponente intenda far fronte all’investimento proposto, evidenziando e descrivendo nel dettaglio le singole fonti di copertura previste, specialmente in riferimento all’apporto di nuovi mezzi propri.) Premesso che il fabbisogno finanziario previsto per l’esecuzione della parte del CRATI del progetto di ricerca industriale e formazione è pari a € 485.000,00 di cui 465.000,00 a titolo di ricerca industriale e 20.000,00 a titolo di formazione il CRATI prevede di fronteggiarlo con apporto di mezzi propri (immediatamente liquidi) per € 97.000,00 e con l’anticipo del 30% del contributo spettante fideiussionato nel primo anno e con il restante contributo del 70% nel secondo anno di gestione del progetto. La residua esigenza finanziaria per coprire interamente il costo complessivo del progetto che è pari a 35.000,00 sarà coperta con dilazione e debiti verso fornitori. L’altro partner, Consiglio Nazionale delle Ricerche, garantisce di essere in grado di coprire il fabbisogno finanziario previsto per l’esecuzione della sua quota di progetto. 3. Prodotti/Servizi Descrizione e caratteristiche dei prodotti/servizi/attività che il soggetto proponente intende realizzare (fare riferimento alla sezione Produzione della Scheda Tecnica) Attualmente i migliori sistemi per l’avvistamento di incendi sono costituiti da una serie di sensori, disposti sul territorio da controllare, tutti collegati con una sala controllo che genera l’allarme. Questi sensori sono costituiti da telecamere nel visibile e/o nel vicino infrarosso che individuano la fiamma, se la visuale non è coperta da ostacoli. L’obiettivo di questo progetto è la realizzazione di un nuovo ed originale sistema integrato costituito però da una rete di sensori innovativi distribuiti sul territorio e collegati anch’essi con una sala controllo centralizzata che li gestisce in remoto acquisendone ed elaborandone i dati. Nella sala controllo un software originale, anch’esso innovativo ed appositamente sviluppato, elabora i dati acquisiti, Pagina 5 di 51 individua eventuali focolai di incendio eliminando i falsi allarmi e ne trasmette le coordinate topografiche alla Protezione Civile per indirizzare le squadre di intervento. I sensori innovativi saranno prodotti, eventualmente su licenza del CRATI, commercializzati, installati e mantenuti da altra impresa localizzata in Calabria, mentre il CRATI prevede conservare per se lo sviluppo ed il mantenimento del software di gestione dell’intero sistema e di fornire il servizio di allerta alla Protezione Civile, inizialmente in Calabria e poi di estenderlo. - Mercato di riferimento e concorrenza (Descrizione del mercato, dimensioni e prospettive di sviluppo della domanda complessiva, descrizione della struttura dell’offerta) Come già detto, la spesa in Italia negli ultimi anni per sistemi di allerta incendi è stata di molte decine di milioni di euro e sono stati attivati sistemi diversi. Tutti si sono rivelati di alto costo, con molte limitazioni ed ancora non danno risultati soddisfacenti, soprattutto per quanto riguarda i tempi di allerta. Permanendo l’esigenza è possibile quindi proporre al mercato nuovi prodotti migliori degli attuali. I sistemi attuali di avvistamento degli incendi sono: - uso di satelliti: questi, per le loro limitazioni, sono utilizzabili per incendi di grandi dimensioni, che fortunatamente non si verificano in Italia; - avvistamento da aereo: richiedono il sorvolo continuo della zona da controllare e quindi il costo di esercizio è notevole. In genere l’uso è limitato a sorvegliare aree appena percorse da incendi per controllare il riaccendersi di focolai; - sistemi distribuiti di osservazione (vedette umane o telecamere): individuano la fiamma se la visuale non è coperta da ostacoli (alberi, edifici, rilievi). Questi sistemi di osservazione, collegati con una sala operativa, costituiscono la base della organizzazione anti-incendio che molte Regioni stanno organizzando, anche se con notevoli limitazioni nel loro uso. Malgrado ciò, come già detto il mercato è di decine di milioni di euro in quanto finora non viene offerto nulla di meglio. Vi è quindi spazio per nuovi prodotti con prestazioni migliori e costi accettabili. Il sistema che si intende proporre ha queste caratteristiche. In particolare prevede per le unità di avvistamento la realizzazione di nuovi sensori capaci di localizzare focolai di incendio prima che si sviluppi la fiamma ed anche se la visuale è coperta. Si prevede quindi di offrire un sistema integrato basato su una rete di questi sensori innovativi distribuiti sul territorio e collegati anch’essi con una sala controllo centralizzata che li gestisce in remoto acquisendone ed elaborandone i dati. Nella sala controllo un software originale, anch’esso innovativo ed appositamente sviluppato, elabora i dati acquisiti, individua eventuali focolai di incendio eliminando i falsi allarmi e ne trasmette le coordinate topografiche alla Protezione Civile per indirizzare le squadre di intervento. In questo caso, trattandosi di un focolaio ancora di piccole dimensioni, possono essere sufficienti squadre leggere di pronto intervento, che hanno un basso costo, facilmente distribuibili sul territorio e messe in pre-allarme nelle giornate in cui è prevedibile un aumento di rischio di incendio. Il CRATI già fornisce ogni mattina alla Protezione Civile della Regione Calabria le carte dinamiche del rischio incendi boschivi per i successivi tre giorni. Pagina 6 di 51 PIANI SPECIFICI R) Piano di Innovazione Aziendale R1. L’organizzazione Impresa proponente Indicare le informazioni di carattere amministrativo, le competenze e le esperienze del soggetto proponente. In particolare occorre specificare i progetti di ricerca realizzati in passato e i risultati conseguiti, il personale normalmente impiegato in attività di ricerca, le competenze ed esperienze rilevanti rispetto alla proposta progettuale e gli altri elementi utili per una valutazione generale della capacità dell’impresa a realizzare il progetto di innovazione proposto. Il CRATI s.c.r.l, Consorzio per la Ricerca e le Applicazioni di Tecnologie Innovative, è un consorzio senza fini di lucro promosso nel 1990 dall’Università degli Studi della Calabria. Ne sono soci: l’Università della Calabria (Cosenza), l’Università Mediterranea (Reggio C.), l’Università Magna Grecia (Catanzaro), l'Università di Roma Tor Vergata, l’Università di Perugia, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, la Fincalabra S.p.A. e sei piccole imprese della provincia di Cosenza. Le Università e gli Enti di Ricerca detengono la maggioranza del capitale sociale. E' iscritto all'Anagrafe Nazionale delle Ricerche al n.° 4158124M dal 16/02/1999. Con Decreto Dirigenziale n.740/Ric dell’8 maggio 2007, pubblicato sulla G.U. n. 117 del 22 maggio 2007, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha disposto l’inserimento del CRATI s.c.r.l. nell’Albo dei Laboratori di cui all’art. 14 del DM 593/2000, con la seguente classificazione ISTAT e settore attività laboratorio: 73.10 Ricerca e sviluppo nel campo delle scienze naturali e dell’ingegneria; 73.10.1 Ricerca e sviluppo per la filiera agroalimentare e le applicazioni della meteorologia e climatologia; 74.20.2 Servizi di ingegneria integrata. La sede legale ed amministrativa è presso l’Università della Calabria (Cosenza), Cubo 30/C. La DNV - Det Norske Veritas nel 2005 ha esteso il precedente campo di applicazione del certificato di Sistema Qualità secondo la nuova norma UNI EN ISO 9001:2000 per "Progettazione ed erogazione di servizi di ricerca, sviluppo, prototipazione, ingegnerizzazione, innovazione e trasferimento tecnologico per la filiera agroalimentare e per le applicazioni della meteorologia e climatologia". Il CRATI è membro del consorzio ImpresAmbiente finanziato dal MIUR nell’ambito del PON – CCT (Centri di Competenza Tecnologica) nel settore del rischio ambientale. Il CRATI inoltre è membro del consorzio C.E.R.T.A. finanziato dal MIUR nell’ambito del PON – CCT (Centri di Competenza Tecnologica) e come partner del nucleo Calabria è responsabile di un progetto pilota sulla agrometeorologia. Fin dal 1990 il CRATI opera nel campo della ricerca industriale cofinanziata dalla U.E., dai Ministeri della Ricerca, dell’Ambiente, dell’Agricoltura e da Amministrazioni regionali. Collabora sulla base di specifiche convenzioni con EURATOM, ENEA, ASI, C.N.R., Protezione Civile. Ha partecipato o coordinato numerosi progetti di ricerca industriale finanziati da Comunità Europea, Ministeri dell’Ambiente, della Ricerca, dell’Agricoltura e dall’Amministrazione Regionale. Il Consorzio dispone di propri dipendenti altamente qualificati (dottori di ricerca). Il suo punto di forza è la possibilità di avvalersi, di volta in volta, anche delle strutture, competenze e professionalità presenti nelle Università ed Enti di Ricerca consorziati. Numerosi laureati dell’Università della Calabria hanno proseguito la loro formazione post laurea lavorando nel CRATI e successivamente hanno trovato stabile impiego in altre strutture. Principali progetti ed attività di ricerca già sviluppati dal CRATI nel campo specifico: U.E.: Messa a punto di una unità mobile prototipale LIDAR/DIAL nell’infrarosso per il rilevamento ed il monitoraggio di parametri ambientali (Programmi di Ricerca CEE) → Argomento: Implementare un prototipo di sistema LIDAR/DIAL su di una unità mobile e di sviluppare nuove metodologie per il monitoraggio dell'atmosfera. → Durata: 40 mesi Pagina 7 di 51 → Importo complessivo: € 770.553,70 → Fonte di finanziamento: Comunità Europea → Risultati: Realizzazione di una unità mobile LIDAR/DIAL per il monitoraggio di parametri ambientali costituita principalmente da due laser a CO2, un telescopio ed apparecchiature per l’acquisizione dei dati ed il controllo degli strumenti. MIUR: Progetto ed avvio di un laboratorio di certificazione della qualità di superfici ottiche con sensori per il supporto allo sviluppo e produzione di ottiche non convenzionali (MURST Decreto n° 366 del 30/07/99) → Argomento: attraverso l’attività di ricerca creare strutture propedeutiche allo sviluppo di nuova imprenditoria orientata alla componentistica d’avanguardia per beni strumentali, ottenendo anche risultati che andranno a costituire parte essenziale del Laboratorio di Certificazione Ottiche non convenzionali. In particolare sistemi ad alto contenuto tecnologico quali quelli basati su sensori CCD di grande area e sistemi ottici di particolari prestazioni ottenuti con componenti ad alta asfericita’. → Durata: 42 mesi → Importo complessivo: € 2.892.158,63 → Fonte di finanziamento: MIUR → Risultati: promozione di Laboratorio di Certificazione di superfici ottiche di tipo convenzionale e non che, oltre che con metodi classici, certifichi le ottiche anche mediante l’innovativo impiego di metodologie basate su sensori CCD ad alta definizione per corrispondere ad esigenze civili, scientifiche ed industriali. MiPA – INEA: Meteorologia e clima locale nell’Italia meridionale per modelli agricoli e selvicolturali produttivi e per la salvaguardia degli ecosistemi - (P.O.M. 1994 - 1999 "attività di sostegno ai servizi di sviluppo per l'agricoltura" -mis. 2) → Argomento: Ricavare informazioni meteoclimatiche, inizialmente di tipo statistico ed in prospettiva di tipo previsionale, al fine di consentire ai servizi locali di sviluppo agricolo di migliorare l’utilizzazione del territorio dal punto di vista agro-selvi-colturale e di fornire una corretta assistenza tecnica → Durata: 36 mesi → Importo complessivo: € 702.381,38 → Fonte di finanziamento: MiPA → Risultati: Messa a punto di un modello, e relativo codice numerico, che, valutando l’interazione tra i flussi sinottici e quelli a mesoscala, acquisendo i dati forniti da una mini rete meteorologica locale e tenendo conto dei parametri che caratterizzano il particolare territorio, fornisca la conoscenza del microclima locale e le basi per le previsioni meteo indispensabili per l’ottimizzazione dell’uso di fertilizzanti, fitofarmaci e dell’agricoltura biologica, per la programmazione degli interventi finalizzati ad una corretta gestione del patrimonio forestale e per la tutela degli ecosistemi. ASI Agenzia Spaziale Italiana: Impatto dei dati da satellite per lo studio del clima del Sud Italia I/C/204/01/0 → Argomento: Impatto dei dati da satellite per lo studio della climatologia del Sud Italia, e specificamente per il miglioramento dell'uso dei modelli matematici numerici nello studio delle circolazioni atmosferiche a scala locale, con particolare riferimento alla Calabria. → Durata: 15 mesi → Importo complessivo: € 51.645,69 → Fonte di finanziamento: Agenzia Spaziale Italiana → Risultati: Acquisizione ed elaborazione dati da satellite ed integrazione di questi nei modelli climatici. MIUR – COS(OT): Sviluppo dei distretti industriali per le osservazioni della terra (D.M. 593/2000 art.12 – PON) → Argomento: Catena di modelli di previsione meteorologica ad area limitata e meteo-marini. Carte di rischio incendi statico-dinamiche Pagina 8 di 51 → → → → Durata: 36 mesi Importo complessivo: € 699.799,00 Fonte di finanziamento: MIUR Risultati: Catena di modelli di previsione meteorologica ad area limitata e meteo-marini. Carte di rischio incendi statico-dinamiche ARPACAL → Argomento: Attività di servizio per fornitura output previsionali modello RAMS → Durata: 6 mesi → Importo complessivo: € 15.000,00 → Fonte di finanziamento: Agenzia Regionale per Protezione dell’Ambiente della Calabria → Risultati: fornitura output previsionali modello RAMS MIUR: TAI - Formazione ricercatori altamente qualificati esperti in modellistica a scala locale, in interfacciamento database – web applications, ricercatore tecnico esperto in programmazione pagine web (D.M. 593/2000 art.8) → Argomento: Attività di formazione a ricercatori con un livello di qualificazione tale da essere in grado di curare un progetto di ricerca nel campo industriale ed universitario, coordinare e definire procedure, tecniche e metodi finalizzati all’efficace gestione delle attività. → Durata: 36 mesi → Importo complessivo: € 148.070,00 → Fonte di finanziamento: MIUR → Risultati: formazione di n° 4 ricercatori altamente qualificati MIUR: TAI – Tecniche Agronomiche Innovative per la valorizzazione delle produzioni ed il miglioramento della compatibilità ambientale (D.M. 593/2000 art.5) → Argomento: la sperimentazione, validazione e diffusione di modelli e tecnologie innovative al fine di poter attivare una serie di servizi agro-bio-meteorologici, fortemente specializzati per le colture delle regioni meridionali, per ottenere produzioni di migliore qualità/quantità per alcuni prodotti tipici. → Durata: 48 mesi → Importo complessivo: € 1.000.570,00 → Fonte di finanziamento: MIUR → Risultati: Analisi meteorologiche alla risoluzione di 1 km per temperatura, umidità, vento in superficie e precipitazione); modelli agrometeorologici a gradi giorno e modello EPI sulla Calabria con strumenti interattivi via web; valutazione della evo traspirazione potenziale da utilizzare per l’ottimizzazione dell’irrigazione nella Piana di Lamezia Terme; emissione di bollettini di vario genere (meteorologico, agrometeorologico, della concentrazione di polline, dell’irrigazione, del clima). MIUR: SAI - Messa a punto e realizzazione di un sistema per l'allerta precoce di incendi e per la minimizzazione dei falsi allarmi (D.M. 593/2000 art.5) → Argomento: studio di un sistema integrato per la rivelazione precoce degli incendi boschivi e la minimizzazione dei falsi allarmi. → Durata: 48 mesi → Importo complessivo: € 684.510,00 → Fonte di finanziamento: MIUR → Risultati: dimostrazione della fattibilità di una piattaforma terrestre per la telesorveglianza dei boschi al fine di ridurre i danni, ambientali ed economici provocati dagli incendi anticipando l’allarme rispetto alle tecniche oggi esistenti. MIUR: MICENA – Modello integrato per l’evoluzione degli ecosistemi naturali e agricoli in relazione ai cambiamenti climatici nell’area Mediterranea (D.M. 17/12/2002: FISR – in corso) → Argomento: Influenza della variabilità climatica e del cambiamento climatico sulle fasi fenologiche dell’ulivo e scenari futuri - Pagina 9 di 51 → → → → Durata: 36 mesi Importo complessivo: € 362.315,95 Fonte di finanziamento: MIUR Risultati: Quantificazione dell’impatto dei diversi parametri meteorologici sulle fasi fenologiche dell’ulivo tramite l’utilizzo di dati di campionamento pollinico, dati da stazioni meteorologiche e modellistica meteorologica alle diverse scale. Università di Reggio Calabria → Argomento: Studio riguardante l’analisi e la ricostruzione del moto ondoso nello Stretto di Messina ad elevata risoluzione spaziale → Durata: 30 mesi → Importo complessivo: € 18.000,00 → Fonte di finanziamento: Università di Reggio Calabria → Risultati: Studio riguardante l’analisi e la ricostruzione del moto ondoso nello Stretto di Messina ad elevata risoluzione spaziale Regione Calabria – PROTEZIONE CIVILE → Argomento: Collaborazione per la fornitura degli output e la valutazione dell’affidabilità delle previsioni meteorologiche dei modelli numerici RAMS – MM5 – WAM → Durata: 13 mesi → Importo complessivo: € 25.000,00 → Fonte di finanziamento: Regione Calabria → Risultati: Fornitura di output e valutazione affidabilità delle previsioni meteorologiche Regione Calabria: SLAVIC - laser per la saldatura di microanastomosi vascolari (POR Calabria Mis. 3.16 - Voucher Tecnologici) → Argomento: studio e ricerca di un tipo particolare di laser per la saldatura di microanastomosi vascolari. allestire inizialmente un modello sperimentale animale per microanastomosi vascolari. → Durata: 4 mesi → Importo complessivo: € 14.700,00 → Fonte di finanziamento: Regione Calabria → Risultati: individuazione del tipo di laser da impiegare per la saldatura termino-laterale e termino-terminale di vasi arteriosi e venosi in modelli animali allo scopo di ridurre il trauma sull’endotelio ed i tempi dell’intervento chirurgico rispetto ai tradizionali metodi di sutura manuale Regione Calabria – PROTEZIONE CIVILE (in corso) → Argomento: Collaborazione per la fornitura degli output delle previsioni meteorologiche dei modelli RAMS, MM5, WRF e WAM e l’esecuzione di uno studio per la zonizzazione delle aree omogenee di precipitazione durante eventi intensi in Calabria, → Durata: 37 mesi → Importo complessivo: € 105.000,00 → Fonte di finanziamento: Regione Calabria → Risultati: fornitura per tre anni degli output delle previsioni meteorologiche dei modelli RAMS, MM5, WRF e WAM e l’esecuzione di uno studio per la zonizzazione delle aree omogenee di precipitazione durante eventi intensi in Calabria, Regione Calabria: SLAVIC - laser per la saldatura di microanastomosi vascolari (POR Calabria Mis. 3.16 - Voucher Tecnologici) (in corso) → Argomento: Il progetto si propone di allestire inizialmente un modello sperimentale animale per microanastomosi vascolari in neurochirurgia e valutare istologicamente gli effetti della saldatura che verrà effettuata mediante l’impiego di un tipo particolare di laser da individuare nel corso della ricerca. Seguirà la progettazione e realizzazione di un dimostratore per giungere infine ad un prototipo da brevettare, in base ai risultati ottenuti, con conseguente ricaduta positiva sul mercato nazionale, e non solo. Verificata la validità Pagina 10 di 51 della scelta della sorgente laser, sarà necessario progettare e realizzare a livello prototipale uno strumento completo che consenta al neurochirurgo di eseguire in sicurezza suture affidabili. → Durata: 7 mesi → Importo complessivo: € 286.000,00 → Partner: Università Magna Grecia di Catanzaro e Università di Roma Tor Vergata → Fonte di finanziamento: Regione Calabria → Risultati: la brevettazione di uno strumento per l’anastomosi vascolare con tecniche laser in neurochirurgia. In prospettiva, ottenuto il brevetto e dimostrata la funzionalità e l’utilità del prototipo, sarà possibile passare alla ingegnerizzazione di questo in modo che possa generarsi uno spin-off imprenditoriale per la produzione e la commercializzazione del nuovo strumento. Principali pubblicazioni degli ultimi tre anni: 1. C. Bellecci, M. Francucci, P. Gaudio, M. Gelfusa, S. Martellucci, M. Richetta, Early detection of small forest fire by dial technique, Proceedings of SPIE, vol. 5976-14, 2005. 2. C. Bellecci, L. De Leo, M. Francucci, P. Gaudio, M. Gelfusa, T. Lo Feudo, S. Martellucci, M. Richetta, Rivelazione di incendi boschivi e minimizzazione dei falsi allarmi mediante l’uso di un sistema Lidar/Dial, 9° Convegno Nazionale “Strumentazione e metodi di misura elettroottici, 6-8 Giugno 2006 Frascati (Roma), vol. unico, 309-312, 2006 3. C. Bellecci, L. De Leo, P. Gaudio, M. Gelfusa, S. Martellucci, , T. Lo Feudo, M. Richetta, Water vapour emission in vegetable fuel: absorption cell measurements and detection limits of our CO2 Dial system, Proceedings of SPIE, vol. 6367, 2006. 4. C. Bellecci, L. De Leo, P. Gaudio, M. Gelfusa, T. Lo Feudo, S. Martellucci, M. Richetta, Misure di assorbimento in cella di vapore acqueo prodotto dalla combustione di materiale vegetale utilizzando un sistema Dial a CO2, XCII Congresso Nazionale SIF, Torino 19-23 Settembre 2006 5. C. Bellecci, M. Francucci, P. Gaudio, M. Gelfusa, S. Martellucci, , T. Lo Feudo, M. Richetta, Application of a CO2 Dial system for infrared detection of forest fire and reduction of false alarm, Applied Physics B, 87, 373-378, 2007. 6. C. Bellecci, T. Lo Feudo, P. Gaudio, M. Gelfusa, S. Martellucci, M. Richetta “Detection and reduction of false alarm in forest fire event , Applied Physics B- Laser and Optics, Vol. s 00340-007, pp.26079, 2007 7. C. Bellecci, L. De Leo, P. Gaudio, M. Gelfusa, T. Lo Feudo, S. Martellucci , M. Richetta.”Sviluppo di una semplice rete neurale per il riconoscimento automatico dei segnali lidar per la minimizzazione dei falsi allarmi nella rivelazione di in un incendio boschivo“, atti del convegno Nazionale di Fisica della Terra fluida e problematiche affini- sezione remote sensing, Ischia 11-15 Giugno 2007 8. C. Bellecci, L. De Leo, P. Gaudio, M. Gelfusa, T. Lo Feudo, S. Martellucci, M. Richetta, P. Ventura. “Rivelazione di incendi boschivi mediante l’uso di un sistema dial a co2 “, atti del convegno Nazionale di Fisica della Terra fluida e problematiche affini- sezione remote sensing, Ischia 11-15 Giugno 2007 9. C. Bellecci, L. De Leo, P. Gaudio, M. Gelfusa, T. Lo Feudo, S. Martellucci, M. Richetta “Evolution study of smoke backscattering coefficients in a cell by means of a compact mobile Nd:Yag lidar system” SPIE Europe International Symposium REMOTE SENSING Florence, 17 - 20 September 2007 10. C. Bellecci, L. De Leo, P. Gaudio, M. Gelfusa, T. Lo Feudo, S. Martellucci , M. Richetta. Misure in cella del coefficiente di retrodiffusione tramite un sistema Lidar Nd:Yag compatto Atti del congresso nazionale SIF, Pisa, settembre 19-24 2007 11. C. Bellecci, L. De Leo, P. Gaudio, M. Gelfusa, T. Lo Feudo, S. Martellucci , M. Richetta. Sviluppo di una rete neurale per la minimizzazione dei falsi allarmi nella rivelazione di in un incendio boschivo tramite un sistema Lidar/Dial. Atti del convegno congresso nazionale SIF, Pisa, settembre 19-24 settembre 2007 12. Federico S., E. Avolio, C. Bellecci, A. Lavagnini, M. Colacino, and R.Walko: Numerical analysis of an Pagina 11 di 51 13. 14. 15. 16. 17. intense rainstorm occurred in southern Italy. Nat. Hazards Earth Syst. Sci., , 19-35 , 2007 Federico S., C. Bellecci, A. Lavagnini).The upper tropospheric forcing during the 10th-12th December 2003 storm over Calabria. Il Nuovo Cimento C , 30 C, 1-19. 2007 Federico S., E. Avolio, C. Bellecci, A. Lavagnini and R. L. Walko. Predictability of intense rain storms in the Central Mediterranean basin: sensitivity to upper-level forcing. Adv. in Geosciences, 12, 5-18, 2007 De Leo L., Federico S., Sempreviva A.M., Pasqualoni L., Avolio E., Bellecci C. Study of the development of the sea breeze and its micro-scale structure at a coastal site using a Multi-Tone Sodar system. Earth Environmental Science, 1, 2008 Federico S., C. Bellecci, and R. Walko: A LEPS approach to the predictability of intense rain storms in the Central Mediterranean basin . Adv. in Geosci. , 16, 85-95, 2008 C. Bellecci, L. De Leo, P. Gaudio, M. Gelfusa, T. Lo Feudo, S. Martellucci, M. Richetta Reduce of false alarms in forest fire events by means water vapour measurement” in press Optics and Laser technology- Elsevier Partner di progetto Riportare le informazioni di carattere amministrativo, le competenze e le esperienze dei partner di progetto (progetti di ricerca realizzati in passato e i risultati conseguiti, personale normalmente impiegato in attività di ricerca, competenze ed esperienze rilevanti rispetto alla proposta progettuale, ecc.) In questo progetto sarà partner l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche che opera con l’unità operativa di Lamezia Terme che è particolarmente competente per la regione Calabria. L’ ISAC del CNR nell’ambito del Dipartimento Ambiente ha la direzione a Bologna e, con la sua articolazione in sezioni ed unità operative, costituisce la realtà scientifica più cospicua – tra i maggiori EPR – destinata allo studio delle diverse problematiche connesse con al fisica dell’atmosfera e del clima. La missione del CNR è quella di migliorare la ricerca dei processi della fisica e del clima dell’atmosfera terrestre e, allo stesso tempo, di trasferire i risultati della ricerca alla società Italiana e, generalmente, oltre i confini nazionali. I principali campi di ricerca sono: meteorologia dinamica, processi atmosferici, osservazione della terra e cambiamento climatico. La modellistica numerica, gli esperimenti in campo ed in laboratorio, il telerilevamento e lo sviluppo di nuova strumentazione sono i mezzi utilizzati per rispondere alle richieste delle Istituzioni Pubbliche e private. Le pubblicazioni scientifiche ed i report sono i mezzi principali attraverso cui il CNR-ISAC risponde alle richieste delle Istituzioni. Il CNR, inoltre, forma nuovi ricercatori attraverso tesi di laurea e dottorato, borse di studio, assegni e contratti di ricerca. Con più di 200 dipendenti, opera su progetti PNRA, ASI, CEE, MIUR, U.E. ed è coinvolto in diversi progetti internazionali; EUPLEX, SCOUT, AMMA, etc. L’unità di Lamezia Terme opera con diversi modelli meteorologici tra cui RAMS, MM5 e WRF. Questi modelli sono stati utilizzati su terreni molto complessi da un punto di vista orografico e di copertura del suolo, tra cui l’Antartide. Alcune delle parametrizzazioni di turbolenza e dei processi che determinano il campo di vento in prossimità della superficie sono stati sviluppati e vengono mantenuti a livello internazionale dal CNR-ISAC. Il CNR-ISAC di Lamezia Terme ha esperienza nell’utilizzo di strumentazione avanzata per l’osservazione della bassa atmosfera ad alta risoluzione temporale e dispone di due sodar. Lista breve di pubblicazioni di rilevanza per il progetto con personale CNR-ISAC: Alessandrini S., Ferrero E., Trini Castelli S., Anfossi D., 2005: Influence of turbulence closures on the simulation of flow and dispersion in complex terrain. International Journal of Environment and Pollution, Vol. 24, 154-170. Alessandrini S., Ferrero E., Pertot C., Trini Castelli S., Orlandi E., 2007: Turbulence closures in atmospheric circulation model and its influence on the dispersion. International Journal of Environment and Pollution, 17 pages, in press. Anfossi D., Tinarelli G., Trini Castelli S., Ferrero E., Oettl D. and Degrazia G., 2007: Well mixed condition Pagina 12 di 51 verification in windy and low wind speed conditions. International Journal of Environment and Pollution, 19 pages, in press. Argentini S., Marra G.P., Martano P., Mastrantonio G., Maglietta M., Moscatello A., Petenko I., Prodi F., 2005. Studio climatologico dell’aeroporto di Palermo P. Raisi, Final Report, Project ENAV-ISAC AV/MET/86884 De Leo L., Federico S., Sempreviva A.M., Pasqualoni L., Avolio E., Bellecci C. Study of the development of the sea breeze and its micro-scale structure at a coastal site using a Multi-Tone Sodar system. Earth Environmental Science, 1, 2008. doi:10.1088/1755-1307/1/1/012054. Federico S., Lanotte A., Mastrantonio G., Noullez A., Prodi F., Trini Castelli S., 2006. Sistema di Controllo e Misura del Wind Shear per l’Aeroporto “Falcone Borsellino” di Palermo Punta Raisi. Techinal Report. Project AMS/ENAV-ISAC, 38 pages. Federico S., Mastrantonio G., Petenko I., Prodi F., Viola A. Studio di climatologia aeroportuale del sedime aeroportuale di Firenze Peretola. Techinal Report. Project AMS/ENAV-ISAC, 62 pages, (2007). Federico S., C. Bellecci, T. Lo Feudo, F. Arena (2006). Impact of wind field horizontal resolution on sea waves hindcast around Calabrian coasts. Il Nuovo Cimento C , 29 C, 147-165. Federico S., C. Bellecci (2004). Sea storms hindcast around Calabrian coasts: seven cases study. Il Nuovo Cimento C , 27 C, 179-203. Trini Castelli S., Anfossi D., 1997: Intercomparison of 3-D turbulence parametrizations for dispersion models in complex terrain derived from a circulation model. Il Nuovo Cimento, Vol. 20 C, N. 3, 287-313. Trini Castelli S., Ferrero E., Anfossi D., Ying R., 1999: Comparison of turbulence closure models over a schematic valley in a neutral boundary layer. Proceedings of the 13th Symposium on Boundary Layers and Turbulence - 79th AMS Annual Meeting - Dallas, Texas (USA), 10-15 January 1999, 601-604. Trini Castelli S., Ferrero E., Anfossi D., 2001: Turbulence closure in neutral boundary layer over complex terrain. Boundary Layer Meteorology, 100, 405-419. Pagina 13 di 51 R2. Descrizione del Progetto ALPI – ALlerta Precoce di Incendi boschivi R2.1 Studio di Fattibilità Lo studio di fattibilità non viene richiesto il finanziamento per uno studio di fattibilità in quanto il CRATI ha appena concluso un progetto di ricerca applicata, finanziato dal MIUR, prot. 7979/DSPAR/2002, che ha dimostrato la realizzabilità dell’idea progettuale e l’attuale proposta si avvale dei risultati conseguiti. R2.2 Progetto di ricerca industriale e/o sviluppo sperimentale A. Obiettivi e Risultati attesi del progetto In questa sezione devono essere descritte le motivazioni, gli obiettivi e i risultati attesi del progetto, anche attraverso la loro quantificazione (max. 3 pagine). Dai dati elaborati dal Corpo Forestale dello Stato risulta che “il bilancio del fuoco nel 2007 è stato uno dei più pesanti che si siano mai registrati: 10.639 incendi, che hanno percorso una superficie di 227.729ettari, di cui 116.602 boscati. Si tratta della situazione più grave dopo il 2000, anno di approvazione della legge 353 sugli incendi boschivi. Anche il confronto con il periodo precedente al 2000 è negativo. Dal 1997 non si verificava un numero maggiore di incendi (11.612), dal 1993 non bruciava una così estesa superficie boscata (116.378 ettari), mentre bisogna risalire indietro al 1981, nel periodo più drammatico della storia degli incendi in Italia, per trovare una più ampia superficie totale percorsa dal fuoco (229.850 ettari). Rispetto al 2006 il numero di fuochi è quasi raddoppiato, la superficie boscata percorsa è stata sette volte maggiore, quella totale si è quintuplicata. La superficie media per incendio nel 2007 è stata pari a 21,4 ettari, la maggiore mai registrata a partire dal 1970, anno di inizio della rilevazione statistica dei dati sugli incendi boschivi. La gravità della situazione registrata si rivela non solo nel notevole numero di incendi e nelle enormi porzioni di territorio percorse, ma anche per altri parametri: rispetto al 2006 è aumentata la percentuale di superficie boscata percorsa dal fuoco, l’incidenza della superficie bruciata ricadente in aree protette, la concentrazione del fenomeno nei mesi estivi, la dolosità. Le elevate temperature e i forti venti hanno favorito, nel corso dell’estate incendi di eccezionali dimensioni, spesso concentrati in alcune giornate particolari, che hanno messo a dura prova l’intero sistema antincendio, come quelle del 24 luglio e del 22 agosto. Numerose sono state le richieste di concorso aereo: nella solo giornata del 24 luglio sono pervenute alla Protezione Civile Nazionale 100 richieste di intervento dei mezzi aerei. Il bilancio più drammatico è stato senza dubbio quello delle vite umane: 23 vittime del fuoco nel 2007.” L’eccezionale numero delle onde di calore che si sono avute nel corso di questa estate 2008 ha favorito lo sviluppo di numerosi incendi e tutto lascia prevedere che, quando i nuovi dati saranno disponibili, la situazione del 2008 sarà probabilmente peggiore di quella del 2007. Tra le regioni meridionali la Calabria è stata colpita in modo particolarmente rilevante; è stata la regione più devastata dal fuoco: 1.880 incendi, oltre 43.126 ettari di territorio percorso, 24.806 ettari di bosco danneggiato. Rispetto al 2006 il numero di incendi è raddoppiato, la superficie boscata è aumentata di otto volte, quella totale si è quintuplicata. A ciò devono aggiungersi i danni alle strutture e infrastrutture, i rischi per i centri abitati e per la viabilità, le perdite di vite umane. Obiettivo del progetto “ALPI ALerta Precoce di Incendi boschivi” è la messa a punto dei sensori e della metodologia per un innovativo sistema integrato finalizzato ad accelerare l’allarme degli incendi boschivi per Pagina 14 di 51 abbreviare i tempi di intervento. Il progetto di ricerca industriale finanziato dal MIUR, prot. 7979/DSPAR/2002, e coordinato dal CRATI, ha dimostrato che con tecnologie laser è possibile realizzare un sensore in grado di rilevare in atmosfera segnali dovuti al formarsi al suolo di un focolaio di incendio boschivo, ancor prima che siano visibili le fiamme, e conseguentemente di generare un allarme precoce. La precocità dell’allarme consente di inviare rapidamente sul posto una squadra di intervento, anche leggera, che può spegnere facilmente l’incendio prima che si espanda raggiungendo dimensioni tali da richiedere l’impiego di mezzi maggiori, con conseguente aggravio dei danni e dei costi. Però, lo stesso progetto, ha evidenziato un aspetto che richiede una ulteriore attività di ricerca industriale che ora il CRATI intende perseguire. Alla squadra di intervento è necessario comunicare le esatte coordinate del focolaio, coordinate che bisogna ricavare da quelle che il sensore ha attribuito al volumetto di atmosfera in cui ha individuato la presenza di materiale generato dal focolaio. In pratica, individuata in atmosfera una “nuvoletta di fumo”, occorre calcolare il punto al suolo dove questa è stata generata. La metodologia per eseguire questo calcolo è il risultato più importante atteso da questo progetto. Al fine di ridurre i costi dell’intero sistema e migliorarne la commerciabilità, si vuole inoltre verificare la possibilità di utilizzare per il sensore un laser operante in una banda diversa da quella utilizzata nel dimostratore del progetto MIUR 7979, al fine di aumentare il range di operazione mantenendo inalterati i parametri di sicurezza. B. Definizione degli Obiettivi (Generali, Specifici e Operativi) Descrivere gli obiettivi che si intendono raggiungere, fornendo gli obiettivi generali che ispirano il progetto (ad esempio: incremento delle vendite, accesso a nuovi mercati, aumento della competitività dell’impresa, miglioramento della performance aziendale, accrescimento del grado d’innovazione dell’impresa, ecc.) e danno origine a diversi obiettivi specifici (ad esempio: riduzione dei costi di produzione; miglioramento del processo produttivo o dei prodotti/servizi; realizzazione di nuovo prodotto o servizio) che a loro volta si realizzano attraverso il conseguimento di obiettivi operativi stabiliti per ciascun workpackage. Obiettivo generale è mettere il CRATI in grado di offrire, inizialmente alla regione Calabria e successivamente anche alle altre, un servizio innovativo per la mitigazione del danno da incendi. Lo svolgimento di tale servizio aumenterà l’attività del CRATI con conseguente ampliamento dell’organico e possibilità di raggiungere maggiori utili da investire in ulteriore attività di ricerca. Obiettivo specifico è quindi la realizzazione di un sistema integrato costituito da una rete di sensori innovativi distribuiti sul territorio e collegati con una sala controllo centralizzata che li gestisce in remoto acquisendone i dati. Nella sala controllo un software appositamente sviluppato elabora i dati acquisiti, individua eventuali focolai di incendio e ne trasmette le coordinate geografiche alla Protezione Civile per gli interventi di conseguenza. Obiettivi operativi sono: 1) il perfezionamento di un sensore innovativo da brevettare e che, successivamente, in molti esemplari sarà prodotto, commercializzato, installato e mantenuto da altra impresa localizzata in Calabria; 2) definizione della metodologia e quindi del modello e relativi codici di calcolo per la corretta localizzazione del focolaio dell’incendio tenendo conto delle caratteristiche microclimatiche dei siti sotto controllo; 3) diffusione dei risultati. C. Definizione e quantificazione dei Risultati Attesi Fornire un insieme di indicatori per la quantificazione dei risultati attesi. Gli indicatori devono essere messi in relazione con gli obiettivi individuati e forniti in termini di indicatori di realizzazione, di risultato e di impatto. - Gli indicatori di realizzazione sono riferiti all'attività e corrispondono agli obiettivi operativi. Questi indicatori possono essere di natura fisica o finanziaria e comunque misurabili. - Gli indicatori di risultato si riferiscono all'effetto diretto ed immediato prodotto dal progetto e corrispondono agli obiettivi specifici. Forniscono informazioni sui cambiamenti intervenuti ad esempio a livello di costi di produzione, capacità o prestazioni dei beneficiari diretti. Questi indicatori possono essere di natura fisica o finanziaria e, comunque, misurabili. Per il primo obiettivo operativo l’indicatore di realizzazione sarà la dimostrazione mediante una campagna Pagina 15 di 51 sperimentale della possibilità di funzionamento di un sensore operante nella banda 9-11 micron mentre l’indicatore di risultato sarà un dimostratore del sensore a livello pre-prototipale. Quest’ultimo, successivamente alla conclusione del progetto, una volta ingegnerizzato, sarà il sensore prodotto in serie da altra impresa localizzata in Calabria. Per il secondo obiettivo operativo l’indicatore di realizzazione sarà la dimostrazione della possibilità di ricavare le coordinate al suolo di un focolaio di incendio partendo dalla conoscenza delle coordinate in atmosfera di parte del “fumo” generato. L’indicatore di risultato sarà il modello ed il codice di calcolo operativo per un sito campione. Per il terzo obiettivo operativo l’indicazione di realizzazione sarà la diffusione dei risultati ottenuti nei primi due, nei limiti imposti dalle norme sulla brevettazione, mentre indicatori di risultato saranno la pubblicazione di almeno due articoli su rivista scientifica, la presentazione in almeno due convegni scientifici nazionali, una dimostrazione pubblica sul territorio calabrese. D. Rilevanza e potenzialità innovativa dei Risultati Attesi Descrivere in che modo le conoscenze acquisibili potranno essere utili per innovazioni di prodotto/processo/servizio che accrescano la competitività e favoriscano lo sviluppo dei soggetti proponenti e/o del settore di riferimento. Le conoscenze acquisibili con questo progetto sono fondamentali per la realizzazione di un nuovo prodotto e quindi del servizio che con questo potrà essere sviluppato dal CRATI. Aspetto particolarmente rilevante è la capacità del sistema proposto di segnalare la presenza di un focolaio di incendio prima di tutti gli altri sistemi oggi disponibili, rendendolo quindi maggiormente competitivo. Gli altri sistemi infatti si basano sull’osservazione, con metodi e strumenti diversi, della fiamma o del calore da questa generato, sempre che entri nel campo di vista dell’osservatore. Invece il sistema oggetto di questa proposta individua il focolaio dell’incendio prima ancora che si sviluppi la fiamma consentendo così di anticipare l’allarme. Altro aspetto è la possibilità di adoperare per le unità di rilevamento distribuite sul territorio uno strumento che, operando nella banda 9-11 micron invece che a 350 nanometri, consente di aumentare, sempre nel rispetto delle condizioni di sicurezza, la potenza del laser utilizzato come “probe” e quindi di aumentare le dimensioni della zona sorvegliata dal singolo sensore, senza un particolare aumento del suo costo. Si tratta quindi di consentire, a parità di estensione del territorio posto sotto sorveglianza, di ottenere una sensibile riduzione del numero dei sensori necessari e quindi dei costi di impianto e manutenzione, facilitando così l’accettazione e commercializzazione del sistema che si vuole realizzare. E. Tutela e valorizzazione dei Risultati del progetto In questa sezione devono essere indicate le azioni che si intendono realizzare per la tutela e la valorizzazione dei risultati conseguiti durante lo sviluppo del progetto (max 1 pagina). Devono inoltre essere indicati nel dettaglio i risultati finali di tipo scientifico, tecnologico e industriale che la ricerca si ripromette di raggiungere attraverso metodologie e criteri di tipo esclusivamente tecnico. Si ritiene che l’idea progettuale proposta dai partner non sia come tale brevettabile in quanto è stata già oggetto di pubblicazioni scientifiche. Nel corso dell’attività sarà invece possibile acquisire il know-how per una serie di componenti e sottosistemi fondamentali per il funzionamento dell’intero sistema integrato. Questi saranno passibili di brevettazione e costituiranno la base per il successivo sviluppo industriale sia presso lo stesso CRATI sia presso altra impresa calabrese. Il CNR sarebbe disponibile ad occuparsi delle pratiche di brevettazione. I risultati finali di tipo scientifico sono: possibilità di segnalare a distanza lo sviluppo di un focolaio di incendio individuando in atmosfera la presenza dell’acqua rilasciata nella fase di riscaldamento del combustibile prima del raggiungimento della temperatura di ignizione (circa 450 C°). Sarà utilizzata la metodologia DIAL (Differential Absortion Lidar) operando nella banda 9-11 micron al fine di mantenersi in regime “eye safety”; implementazione di un codice basato sull’uso di reti neurali per la riduzione dei falsi allarmi; Pagina 16 di 51 studio e sviluppo di una metodologia per ricavare le coordinate al suolo di un focolaio di incendio partendo dalla conoscenza delle coordinate della cella di atmosfera ove è stata localizzata l’acqua rilasciata nella fase di pre-ignizione. Sarà scelto in Calabria un sito campione e questo sarà caratterizzato studiandone l’anemologia con particolare attenzione ai fenomeni di turbolenza atmosferica e correlando questi alle uscite dei modelli previsionali ad area limitata. L’applicazione di queste conoscenze a modelli di diffusione consentirà di utilizzare tecniche di back trajectory per la localizzazione del focolaio. L’insieme di questi risultati parziali (metodologia, hardware e software) consentirà lo sviluppo di un innovativo sistema integrato per l’allerta precoce degli incendi. - F. Struttura del progetto In questa sottosezione descrivere la struttura del progetto, articolandolo in Work Package (WP) distinti. La suddivisione per fasi temporali deve essere sintetizzata con un cronogramma (Diagramma di Gantt o simili), evidenziando le date previste di avvio e completamento dei singoli WP. In particolare, In questa sottosezione occorre descrivere dettagliatamente, per ciascun WP, le attività di ricerca previste e i contenuti scientifici, tecnologici e industriali. Se nel progetto sono coinvolti dei soggetti terzi (consulenti), spiegare il loro ruolo. Per ogni WP occorre indicare anche i risultati attesi, chiaramente identificabili e, se possibile, quantificati. Il progetto è caratterizzato dall’essere condotto da due partner usi al condurre attività di ricerca in stretta collaborazione e tale aspetto facilita il coordinamento e la gestione. I due partner hanno ripartito tra loro le attività in base alle specifiche competenze e professionalità del rispettivo personale coinvolto. In tal modo il CRATI opererà maggiormente nell’hardware dei sensori e nel software per il condizionamento, gestione ed interpretazione dei segnali laser ed il CNR – ISAC utilizzerà la sua profonda conoscenza della fisica dell’atmosfera per la messa a punto della metodologia per la localizzazione dei focolai di incendio. Il proponente CRATI curerà il coordinamento e la gestione. Tutto il progetto è quindi articolato nei quattro WP di seguito indicati: WP0 –Coordinamento e Gestione WP1 – Ottimizzazione del sensore WP2 – Individuazione del focolaio WP3 – Diffusione dei risultati Pagina 17 di 51 WORKPACKAGE N°0 - COORDINAMENTO E GESTIONE Titolo WP 0 - Coordinamento e gestione Obiettivi Operativi Elencazione degli obiettivi operativi. Obiettivo operativo è il coordinamento dei partner, la supervisione delle attività e la gestione dell’intero progetto. Risultati e Prodotti attesi Elencazione dei risultati e dei prodotti (es. documento di specifiche, prototipo, piano di lavoro, rapporto di valutazione, ecc.). Risultato sarà il completamento dell’intero progetto nei tempi stabiliti rispettando il piano dei costi ed il conseguimento dei risultati previsti, oltre ad una corretta gestione e rendicontazione amministrativocontabile. Prodotti forniti: un piano di lavoro, una relazione scientifica intermedia, una relazione scientifica finale, una rendicontazione amministrativo-contabile finale. Metodologie Utilizzate Breve descrizione delle metodologie utilizzate per la realizzazione del WP. Sarà costituito un team di progetto formato dai responsabili dei WP e dell’amministrazione. All’inizio delle attività sarà perfezionato per l’intero progetto il piano di lavoro e sarà esplicitato in un diagramma di Pert relativo alle diverse attività e alla loro propedeuticità. Il coordinatore riunirà ogni bimestre il team di progetto per la verifica dello stato di avanzamento lavori e per gli eventuali aggiornamenti alla programmazione. Alla fine del primo anno sarà fatta una verifica dei risultati conseguiti e, in occasione della redazione della relazione scientifica intermedia, sarà valutata l’opportunità di proseguire o meno. I responsabili dei WP 1 e 2 seguiranno in itinere, ciascuno per la propria competenza, le attività di ricerca e servizio affidati all’esterno. L’amministrazione del CRATI seguirà, secondo il proprio manuale di qualità (certificazione DNV UNI EN ISO 9001:2000 - revisione: N. 1 del 16/10/2006), le procedure amministrativo-contabili tenendo aggiornato il piano dei costi e la programmazione delle spese, predisponendo nel contempo quanto necessario per la rendicontazione finale. Attività Elencazione delle attività che costituiscono il WP. Il titolo dell’attività deve essere breve e sintetico. Per ciascuna attività è possibile fare una breve descrizione. Ttipologia di attività di ricerca a cui si riferisce: Progetto di ricerca industriale tutte le attività sono di ricerca industriale. Attività n. 1: coordinamento Attività n. 2: gestione amministrativo-contabile Partner coinvolti Specificare i partner coinvolti ed il responsabile del coordinamento del Workpackage considerato. CRATI s.c.r.l. e Consiglio Nazionale delle Ricerche – ISAC – Unità operativa di Lamezia Terme Responsabile del coordinamento del WP: Prof. Carlo Bellecci Figure professionali impiegate Breve descrizione delle figure professionali coinvolte. Carlo Bellecci: Presidente del CRATI s.c.r.l. dal 1992 e coordinatore delle attività di ricerca, Ordinario di Fisica Sperimentale presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata. Coordinatore e responsabile scientifico di numerosi progetti di ricerca in ambito CNEN, ENEA, CNR, Università e CRATI su finanziamenti comunitari, nazionali, regionali e commesse private. Rosalia Caruso: assistente di ricerca presso il CRATI s.c.r.l. dal 2000. Pagina 18 di 51 Patrizia Fiordalisi: responsabile della contabilità presso il CRATI s.c.r.l. dal 1996. Stefano Federico: Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, coordinatore delle attività dell’unità ISAC di Lamezia Terme, Dottore di Ricerca in Fisica. Durata Indicare la durata del WP considerato. 24 mesi Pagina 19 di 51 WORKPACKAGE N°1 - OTTIMIZZAZIONE DEL SENSORE Titolo WP 1 - Ottimizzazione del sensore Obiettivi Operativi Elencazione degli obiettivi operativi. Perfezionamento di un sensore innovativo da brevettare e che, successivamente, una volta ingegnerizzato, sarà prodotto in molti esemplari, commercializzato, installato e mantenuto da altra impresa localizzata in Calabria. Risultati e Prodotti attesi Elencazione dei risultati e dei prodotti (es. documento di specifiche, prototipo, piano di lavoro, rapporto di valutazione, ecc.). Risultato sarà la dimostrazione mediante una campagna sperimentale della possibilità di funzionamento di un sensore operante nella banda 9-11 micron capace di individuare il vapor d’acqua emesso da un focolaio di incendio nella fase di pre-ignizione. Prodotto atteso sarà un dimostratore del sensore a livello pre-prototipale. Quest’ultimo, successivamente alla conclusione del progetto, una volta ingegnerizzato, sarà il sensore prodotto in serie da altra impresa localizzata in Calabria. Metodologie Utilizzate Breve descrizione delle metodologie utilizzate per la realizzazione del WP. Sarà utilizzata la tecnologia lidar/dial per il riconoscimento e la localizzazione delle emissioni in atmosfera da parte del materiale boschivo nella fase che precede lo sviluppo della fiamma. Poiché per avere un’ampia estensione della superficie boscata controllabile dal singolo sensore è opportuno utilizzare laser di alta potenza, al fine di garantire le condizioni di sicurezza, si vuole verificare la possibilità di operare nella banda 9-11 micron che è “eye safety” in alternativa ai 350 nm già utilizzati. Sarà perfezionata una metodologia basata sull’utilizzo di reti neurali per la riduzione dei falsi allarmi. Attività Elencazione delle attività che costituiscono il WP. Il titolo dell’attività deve essere breve e sintetico. Per ciascuna attività è possibile fare una breve descrizione. Tipologia di attività di ricerca a cui si riferisce: Progetto di ricerca industriale tutte le attività sono di ricerca industriale. Al fine di verificare la possibilità di utilizzare la banda 9-11 micron per garantire una condizione di sicurezza elevata, si ritiene opportuno avvalersi della collaborazione del gruppo di Elettronica Quantistica e Plasmi della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata per adattare alla nuova applicazione un sistema Lidar/Dial già operante nella stessa banda per studi di fisica dell’atmosfera. Il sistema opera da anni nella misura di profili verticali di gas traccia utilizzando la ben nota tecnica di assorbimento differenziale (Dial). L’uso di questa tecnologia può evidenziare in atmosfera la presenza del vapor acqueo rilasciata dal materiale vegetale nella fase di pre-ignizione. In questa fase, detta di smoldering, la temperatura del materiale rimane intorno ai 100 °C, facilitando l’emissione, sotto forma di vapor acqueo, dell’umidità del materiale vegetale. Solo dopo essersi completamente asciugato questo materiale inizia il processo di combustione raggiungendo temperature superiori ai 200°C, emettendo altri composti, CO2 e particolato, finché intorno ai 450 °C diventa visibile la fiamma. E’ nella prima fase di smoldering che noi intendiamo lavorare per generare allarmi precoci e obiettivo della ricerca è dimostrarne la fattibilità nella banda 9-11 micron. Ci proponiamo quindi, dopo un adeguamento del sistema Dial già in uso per misure di interesse atmosferico, di procedere nell’esecuzione delle seguenti attività di ricerca industriale: ; Adeguamento del sensore ; Primi test in campo ; Seconda campagna di misure, generazione automatica del segnale allarme ed implementazione del sistema a reti neurali Pagina 20 di 51 Attività 1. Adeguamento del sensore Questa prevede l’adeguamento al nuovo utilizzo della strumentazione esistente ed in particolare la messa a punto della sorgente laser a CO2, la revisione delle ottiche di ricezione del telescopio, la modifica del celostato per adattarlo ai nuovi angoli di ricezione, l’adattamento dell’elettronica di ricezione del segnale per un uso continuo e la sua termalizzazione con tecnologia Stirling. Sarà studiata la possibilità di utilizzare un mosaico di ricevitori HgCdTe per massimizzare la raccolta del segnale. Infine tutto questo sottosistema sarà organizzato e strutturato (hardware e software) in modo di poter essere gestito in remoto. Attività 2. Primi test in campo Mediante misure out-door sarà selezionata tra le sessanta righe della sorgente laser la più idonea ad individuare in atmosfera, con tecnologia Lidar, una anomalia attribuibile al formarsi di un focolaio d’incendio. Scelta questa, si cercherà di selezionare una seconda riga laser che, questa volta con tecnologia Dial, consenta di capire se l’anomalia segnalata dalla prima riga è dovuta alla presenza localizzata di acqua in atmosfera. Fatte queste due scelte, e quindi individuata la coppia di righe ottimale, sarà definita una procedura e realizzato un sistema automatico di comando e controllo per l’esplorazione dell’atmosfera sovrastante la zona sorvegliata. A questo sarà abbinata una sezione che con tecniche neurali riesca a minimizzare il numero di falsi allarmi. Successivamente, sempre in questa fase, sarà scelto in Calabria un territorio campione su cui sperimentare. Nelle prime misure in campo saranno eseguite misure in bianco in questa zona da monitorare finalizzate al riconoscimento dei target orografici e all’addestramento del sistema neurale per la riduzione dei falsi allarmi. Attività 3. Seconda campagna di misure, generazione automatica del segnale allarme ed implementazione del sistema a reti neurali In una successiva campagna di misure saranno eseguite ulteriori prove in campo. Questa volta, con la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato, saranno attivati piccolissimi focolai di incendio e sarà provato il riconoscimento automatico da parte del sistema e la generazione dei segnali di allarme. Grazie all’addestramento del sistema ed all’acquisizione della mappa bianca orografica della zona in esame, saranno eseguite scansioni orizzontali sopra la zona monitorata per dimostrare il riconoscimento della piuma di fumo, evidenziata dalla presenza di vapor acqueo, e la capacità del sistema nel riconoscere i falsi allarmi. Verrà, inoltre, valutata la quantità minima necessaria a dare un segnale di allarme utile per il riconoscimento. I dati acquisiti saranno utilizzati dal partner CNR-ISAC nell’attività 4 del WP 2. Il punto topografico così individuato sarà correlato con il reale punto in cui l’incendio è stato acceso e con le misure di direzione e velocità di vento acquisite contestualmente alle scansioni laser. Partner coinvolti Specificare i partner coinvolti ed il responsabile del coordinamento del Workpackage considerato. Questa attività sarà condotta dal CRATI utilizzando anche un servizio di ricerca affidato alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata – Gruppo di Elettronica Quantistica e Plasmi - Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa. Responsabile coordinamento WP: Prof. Carlo Bellecci Figure professionali impiegate Breve descrizione delle figure professionali coinvolte. Carlo Bellecci: Presidente del CRATI s.c.r.l. dal 1992 e coordinatore delle attività di ricerca, Ordinario di Fisica Sperimentale presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata. Coordinatore del dottorato di ricerca in Elettronica Quantistica e Plasmi della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Dal 1964 al 1978 ricercatore presso Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare (oggi ENEA) nell’ambito del programma di ricerca europeo sulla fusione termonucleare. Dal 1978 al 1984 Ricercatore CNR. L'attività di ricerca, quasi tutta di tipo sperimentale, e' orientata alla FISICA APPLICATA ed è caratterizzata dall'impiego di metodologie originali, innovative e spesso d'avanguardia. Ha avuto inizio nel 1964 con i primi laser a stato solido e le applicazioni di questi allo studio del plasma; continua oggi con il Pagina 21 di 51 perfezionamento di sorgenti laser e le loro applicazioni sia allo studio della bassa atmosfera sia alla rilevazione di gas traccia. La ricerca, iniziata con impegno prevalentemente di tipo sperimentale, si è completata con attività nel campo della modellistica ed applicazioni numeriche. Ha proposto e coordinato numerosi progetti di ricerca industriale sui temi dell’energia e dell’ambiente con finanziamento comunitario e/o nazionale. Oltre 100 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali con referee e di 3 brevetti inventivi. Teresa Lo Feudo: Ricercatore del CRATI s.c.r.l., laureata in Fisica presso l’Università della Calabria e Dottore di Ricerca in Elettronica Quantistica e Plasmi presso l’università di Roma “Tor Vergata”. Ha partecipato ai corsi di formazione in “Bose- Einstein condensate and atom laser” e “Global Automotive Laser Application” presso International School of Quantum Electronics, Ettore Majorana foundation and centre for scientific culture, Erice (Tp). E’ certificata presso l’ENEA come esperto di “SIGeo-Sistemi Informativi GEOgrafici”, in “Elementi di Calcolo ad Alte Prestazioni - HPCN”, ed in “Teorie e tecniche pagine web HTML – XML”. Ha conseguito il titolo di “Ricercatore altamente qualificato esperto in modellistica a scala locale, in interfacciamento database – web applications, ricercatore tecnico esperto in programmazione pagine web” nell’ambito del progetto TAI (MUR 7980/F). Ha ottenuto diversi incarichi di docenza dall’Università della Calabria. La sua ricerca è orientata all’ottimizzazione e all’utilizzo di sorgenti laser nel campo sia ambientale (inquinamento, studio dei principali parametri atmosferici, etc.) che medico sanitario (campo neurochirurgico). Ha elevate competenze nel campo informatico ed una vasta esperienza nell’utilizzo dei servizi di rete e per la sicurezza. Ha partecipato a diversi progetti finanziati dal MUR. Ha partecipato come relatrice a diversi convegni internazionali e nazionali. Ad oggi ha 26 pubblicazioni scientifiche. Carlo Perrimezzi: tecnico informatico dipendente del CRATI s.c.r.l. dal 2006, ha conseguito la maturità scientifica presso il Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Paola (CS). Ha conseguito il titolo di operatore e programmatore presso la scuola Omega Informez di Rende (CS). Ad oggi lavora a tempo indeterminato come tecnico presso il CRATI s.c.r.l.. Ha conseguito il titolo di “Ricercatore altamente qualificato esperto in modellistica a scala locale, in interfacciamento database – web applications, ricercatore tecnico esperto in programmazione pagine web” nell’ambito del progetto TAI (MUR 7980/F). Ha vasta esperienza di reti e sicurezza, dei sistemi operativi linux, windowsXP e come realizzatore di pagine web. Rosalia Caruso: assistente di ricerca presso il CRATI s.c.r.l. dal 2000 a tempo indeterminato. E’ stata particolarmente impegnata in attività di ricerca industriale svolta dal CRATI in ambito di programmi comunitari, nazionali e regionali (E.C. FP6, ESA, MIUR DM 593/2000 artt. 5, 8, 12, 14, D.M. 18/07/2005 prot.1621/Ric./20, MIUR PON 2002, POR Calabria Ricerca, MIUR D. Interministeriale 17/02/02 FISR, POR Calabria Risorse Naturali, POR Calabria Pesca, Regione Calabria, Life 2002). Il servizio di ricerca affidato all’Università di Roma Tor Vergata sarà svolto nell’ambito del gruppo di Elettronica Quantistica e Plasmi dai Proff.ri Anita Ermini e Sergio Martellucci e dai Dott.ri Laura Cemoli, Pasqualino Gaudio, Maria Richetta, Sig. Massimiliano Tonti. Questo gruppo da oltre 40 anni è all’avanguardia nello sviluppo di tecnologie laser e delle applicazioni di queste. (Vedi curriculum all’allegato all’offerta). Durata Indicare la durata del WP considerato. 21 mesi Pagina 22 di 51 WORKPACKAGE N°2 - INDIVIDUAZIONE DEL FOCOLAIO Titolo WP 2 - Individuazione del focolaio Obiettivi Operativi Elencazione degli obiettivi operativi. Obiettivo operativo è la dimostrazione della fattibilità delle procedure per ricavare le coordinate al suolo di un focolaio di incendio partendo dalle coordinate in atmosfera di parte del “fumo” generato da un focolaio. Risultati e Prodotti attesi Elencazione dei risultati e dei prodotti (es. documento di specifiche, prototipo, piano di lavoro, rapporto di valutazione, ecc.). Il risultato sarà la dimostrazione mediante una campagna sperimentale in un sito campione della operatività del modello e del codice di calcolo realizzato. Prodotto fornito saranno i modelli e i codici di calcolo operativi per un sito campione. Metodologie Utilizzate Breve descrizione delle metodologie utilizzate per la realizzazione del WP. Nei siti ad orografia complessa per calcolare la diffusione di materiale disperso in atmosfera è necessario avere una buona conoscenza dei profili di vento, temperatura e turbolenza ad alta risoluzione spaziale. Questa informazione non può essere ricavata dagli attuali modelli di calcolo a meno che questi non siano integrati da una caratterizzazione preliminare del sito specifico in cui questi modelli devono essere applicati. Si propone quindi di scegliere un sito campione e di utilizzare i profilatori di vento del CRATI per studiare la turbolenza locale correlandola con la situazione microclimatica. Successivamente si inseriranno i dati acquisiti e quelli provenenti da un modello previsionale ad alta risoluzione spazio-temporale (1km, 30 minuti) in un modello mass-consistent per la ricostruzione della micrometeorologia del sito campione ad altissima risoluzione spazio-temporale (100m; 30 minuti). I modelli mass-consistent sono degli interpolatori di natura fisica di un campo meteorologico poiché tengono conto della complessità orografica del luogo secondo le leggi fisiche tra cui la conservazione della massa (da cui il nome di modelli mass-consistent) e della variabilità del vento con la quota in base alle condizioni di stabilità dell’atmosfera. Il modello, inoltre, considera la variabilità spaziale dell’orografia e della vegetazione tramite la rugosità ed il modello digitale del terreno. Nel caso di segnalazione da parte del sensore delle coordinate in atmosfera di una “nuvola di fumo” si applicheranno tecniche di back-trajectory utilizzando come dati di ingresso le coordinate del fumo e le uscite del modello mass-consistent per ricavare, mediante propagazione all’indietro nel tempo, le coordinate al suolo del focolaio. Il modello alle back-trajectory riceve in input i campi di vento e temperatura del modello massconsistent e le coordinate di avvistamento del fumo (longitudine, latitudine e quota) e propaga le informazioni indietro nel tempo fino a risalire alle coordinate di innesco dell’incendio a terra. Queste si ottengono nel momento in cui la propagazione della piuma del fumo all’indietro nel tempo interseca la superficie. Attività Elencazione delle attività che costituiscono il WP. Il titolo dell’attività deve essere breve e sintetico. Per ciascuna attività è possibile fare una breve descrizione. Tipologia di attività di ricerca a cui si riferisce: tutte Progetto di ricerca industriale le attività sono di ricerca industriale. Attività 1. Acquisizione ed analisi dati. Una volta scelto il sito campione si disporranno alcuni strumenti per monitorare diversi parametri atmosferici come il profilo verticale del vento dalla superficie fino al massimo livello del profilatore, che dipende dalle condizioni atmosferiche (250-300m). Saranno misurate anche la turbolenza atmosferica, tramite il profilatore di vento, e la temperatura superficiale, tramite stazione meteorologica, al fine di determinare le caratteristiche principali dell’anemologia del luogo per ogni condizione di stabilità atmosferica. Le misure consentiranno di definire con precisione adeguata allo scopo l’evoluzione del profilo verticale del vento all’interno dello strato superficiale (da 10m a 100m a seconda della situazione meteorologica), informazione essenziale per lo sviluppo degli incendi. Sarà realizzata una classificazione statistica del regime anemologico dell’area di studio Pagina 23 di 51 in funzione delle stagioni e dell’ora del giorno e della stabilità dell’atmosfera. In questa attività è compresa la commessa alla ditta ISOLCERAM per rendere mobile e gestibile in remoto un profilatore di vento Metex attualmente installato nel Laboratorio di Lamezia Terme. Attività 2. Previsioni meteorologiche ad 1 km di risoluzione per le successive 48 h. Per tutti i giorni di misura saranno svolte le previsioni meteorologiche ad area limitata a 1 km di risoluzione orizzontale con lo stato dell’arte dei modelli meteorologici. Sarà impiegato il modello RAMS, utilizzato e sviluppato sia in configurazione operativa che di ricerca al CNR-ISAC da più di 10 anni. Le uscite del modello meteorologico saranno disponibili ogni 30 minuti e consentiranno di aggiornare frequentemente i venti utilizzati nel modello di ricostruzione del campo di vento (Attività 3). Attività 3. Modellistica degli incendi ad alta risoluzione Messa a punto del modello mass-consistent ad alta risoluzione spaziale (100 m) con cui determinare il campo tridimensionale di vento usando i seguenti dati: 1) misure in superficie del campo di vento e temperatura 2) misure del profilatore di vento; 3) previsioni meteorologiche per i campi di vento, temperatura, umidità relativa del modello meteorologico RAMS ad 1 km di risoluzione. Il modello mass-consistent produrrà il campo di vento ad alta risoluzione spazio-temporale (100m, 30 minuti) che, assieme a quello di temperatura e a quello di energia cinetica turbolenta, sarà utilizzato come campo di ingresso per il modello delle back-tajectories. Il modello mass-consistent, oltre ad essere predisposto per la catena operativa (attività 5), sarà eseguito sui periodi di misura utilizzando come campi di input: a) tutti i dati a disposizione ai punti (1) (2) e (3); b) i soli dati provenenti dal modello RAMS (punto (3)). La configurazione b), infatti, è l’unica possibile per la fase operativa di previsione in cui non sono a disposizione i dati misurati. Il confronto tra le simulazioni con la configurazione a) e quelle con la configurazione b) consentirà di valutare l’errore commesso nella ricostruzione del campo di vento tridimensionale in fase operativa. Attività 4. Messa a punto del modello di back-trajectory. Le informazioni sulla turbolenza atmosferica da cui dipende la stabilità vengono fornite al codice in base a: a) misure da parte del profilatore (solo in fase di sperimentazione); b) modello RAMS che tra i suoi campi di uscita simula quello di energia cinetica turbolenta (sia in fase di sperimentazione che di previsione). Le informazioni sulla temperatura e sul vento sono fornite dal modello mass-consistent, sia in fase di sperimentazione che di previsione. Il modello sarà testato su alcuni casi studio che si avranno nel periodo di misura. Attività 5. Catena operativa di modelli. Presso il LAboratorio di MEteorologia e Climatologia (LAMEC) di Lamezia Terme del CRATI Scrl/CNR-ISAC sarà messa a punto e mantenuta la catena di modellistica meteorologica del progetto. Il LAMEC dispone di notevoli risorse computazionali, superiori a quelle necessarie allo sviluppo di questo progetto, ed è il laboratorio ottimale per svolgere la sperimentazione operativa dei codici di calcolo. Il processo consisterà nell’effettuare tutti i giorni le previsioni meteorologiche a 1 km di risoluzione che saranno utilizzate all’interno del modello mass-consistent per ricavare i campi tridimensionali di vento e temperatura. Questi campi saranno utilizzati, assieme a quello di turbolenza proveniente dal RAMS, come ingresso del modello alle back-trajectory assieme alle coordinate in cui è stata avvistata la piuma dell’incendio. Il modello alle back-trajectory fornirà il punto di innesco dell’incendio visualizzato su una mappa. Nel caso in cui saranno fornite più coordinate di avvistamento di fumo saranno forniti i vari punti di innesco degli incendi. Partner coinvolti Specificare i partner coinvolti ed il responsabile del coordinamento del Workpackage considerato. Consiglio Nazionale delle Ricerche – ISAC – Unità operativa di Lamezia Terme Responsabile del coordinamento del WP: Dr. Stefano Federico. Pagina 24 di 51 Figure professionali impiegate Breve descrizione delle figure professionali coinvolte. Dr. Stefano Federico: Ricercatore; Dottore di ricerca in Fisica presso l’Università degli Studi della Calabria nel 1999 su “Modellistica meteorologica ad area limitata”. Dal 1999 al 2004 ha lavorato al CRATI s.c.r.l. come ricercatore per lo sviluppo di modellistica meteorologica in Calabria e sullo sviluppo dei modelli di previsione meteorologica. Dal 2004 è ricercatore del CNR-ISAC. Il suo principale campo di specializzazione è la modellistica meteorologica applicata al Bacino del Mediterraneo e specificatamente alla Calabria. E’ autore di 48 articoli scientifici su riviste nazionali ed internazionali con referee. Dr. Alfredo Lavagnini: Dirigente di Ricerca del CNR, già responsabile della Sezione di Roma dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima e dal 2006 responsabile dell’Area di Ricerca CNR di Roma Tor Vergata. Esperto di Fisica dell’Atmosfera, ha coordinato 3 progetti nazionali, è stato responsabile di 4 progetti internazionali, responsabile di 18 progetti nazionali, membro di 10 Consigli Scientifici o Commissioni di Coordinamento o di Studio, membro di 11 Commissioni di Concorso o di Congruità. Dal 2007 è designato quale rappresentante del CNR nel Comitato Tecnico-Scientifico del Protocollo d’Intesa per progetto di incubatore di imprese innovative. E’ autore di circa 160 pubblicazioni o comunicazioni scientifiche, 50 delle quali presentate a Congressi (12 di esse come invited speaker). D.ssa Anna Maria Sempreviva: Ricercatore; Dottore di ricerca in Fisica dell’Atmosfera presso il Niels Bohr Institute for Geophysics at the University of Copenhagen nel 1998 su “Differenze tra fluttuationi turbolente di umidita’ e temperatura nello strato limite superficiale atmosferico marino”. Dal 1984 ricercatore ISAC ed anche affiliata al Risoe della Danish Technical University per studi atmosferici sperimentali finalizzati all’energia eolica. Ha partecipato all’esecuzione e alla messa a punto di diverse campagne sperimentali in progetti Europei e ha coordinato dal 1995 tre reti Europee per la formazione di giovani ricercatori nell’ambito della fisica dell’atmosfera. E´ autore/co-autore di 24 articoli scientifici su riviste internazionali e monografie con referee. Dr. Elenio Avolio: Ricercatore. Dottore di ricerca in “Elettronica Quantistica e Plasmi” presso l’Università di Roma Tor Vergata (2006). Dal 2002 al 2007 ha lavorato come ricercatore al Crati S.c.r.l. nel settore della fisica atmosferica e modellistica meteorologica. Dal 2008 è ricercatore del CNR-ISAC, specializzato in modellistica atmosferica a scala locale e meteorologia sinottica, dinamica dell’atmosfera, modellistica meteomarina, applicazioni di agro-meteorologia, applicazioni di climatologia. Ha partecipato a diversi convegni e scuole di specializzazione nel settore della fisica atmosferica e ambientale. È autore di circa 17 pubblicazioni scientifiche nell’ambito della modellistica atmosferica a scala locale, della meteorologia e della climatologia. Dr. Leonardo De Leo: Ricercatore in Fisica, Dottore di Ricerca in Elettronica Quantistica e Plasmi. Dal 2001 al 2007 ha lavorato al CRATI s.c.r.l. come ricercatore nell'ambito del monitoraggio atmosferico mediante le tecniche LiDAR e DiAL e nell'ambito dello sviluppo di strumentazione e di tecniche per lo studio di superfici ottiche. Dal 2007 gode di un Assegno di Ricerca del CNR-ISAC sul tema Messa a punto di un sistema lidar per misure in atmosfera. La sua attività, sperimentale, è principalmente dedicata allo studio delle caratteristiche atmosferiche attraverso indagini svolte con il LiDAR, il SoDAR, il Wind Profiler, il RASS e le stazioni meteorologiche di suolo, nonché al loro controllo e manutenzione. E' autore di 1 articolo scientifico su una rivista internazionale con referee e di 6 lavori pubblicati in atti di conferenze e seminari nazionali ed internazionali. Durata Indicare la durata del WP considerato. 21 mesi Pagina 25 di 51 WORKPACKAGE N°3 - DIFFUSIONE DEI RISULTATI Titolo WP 3 - Diffusione dei risultati Obiettivi Operativi Elencazione degli obiettivi operativi. Obiettivo operativo è la diffusione dei risultati ottenuti nei WP1 e WP2, nei limiti imposti dalle norme sulla brevettazione. Risultati e Prodotti attesi Elencazione dei risultati e dei prodotti (es. documento di specifiche, prototipo, piano di lavoro, rapporto di valutazione, ecc.). Risultati saranno la realizzazione di specifiche pagine web illustrative, la pubblicazione di almeno due articoli su rivista scientifica, la presentazione del lavoro svolto in almeno due convegni scientifici nazionali, una dimostrazione pubblica sul territorio calabrese del sistema integrato. Prodotti forniti: pagine web, n. 2 articoli pubblicati, n. 2 report delle presentazioni a convegni, relazione e documentazione della dimostrazione pubblica. Metodologie Utilizzate Breve descrizione delle metodologie utilizzate per la realizzazione del WP. All’inizio delle attività, utilizzando il sito www.crati.it, saranno realizzate apposite pagine dedicate alla presentazione del progetto. Successivamente saranno riportati gli stati di avanzamento ed i risultati parziali conseguiti. Il team di progetto concorderà la selezione degli argomenti oggetto di pubblicazione. Gli articoli su rivista e le presentazioni a convegni raccoglieranno i risultati più significativi del lavoro svolto. Saranno redatti e predisposti secondo gli standard e format richiesti e sottoposti per accettazione ai referee delle riviste e convegni selezionati. La Confindustria regionale sarà consultata sull’opportunità di organizzare una presentazione del progetto al fine di promuovere presso imprenditori locali l’interesse ad utilizzare i risultati del progetto. Quelli interessati saranno invitati, insieme alle due imprese che hanno già espresso l’interesse, a partecipare alle campagne di misura. Per la dimostrazione pubblica sarà scelto, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, un sito significativo e facilmente raggiungibile da autorità, tecnici, mass-media e popolazione. In questo, simulando un incendio, si dimostrerà il funzionamento del sistema. L’evento, concordato con l’Amministrazione regionale, sarà preannunciato da comunicati stampa e da una conferenza stampa. Attività Elencazione delle attività che costituiscono il WP. Il titolo dell’attività deve essere breve e sintetico. Per ciascuna attività è possibile fare una breve descrizione. Tipologia di attività di ricerca a cui si riferisce: Progetto di ricerca industriale tutte le attività sono di ricerca industriale. Attività n. 1: pagine web, pubblicazione articoli scientifici e presentazioni a convegni Attività n. 2: Dimostrazione pubblica Partner coinvolti Specificare i partner coinvolti ed il responsabile del coordinamento del Workpackage considerato. CRATI s.c.r.l. e Consiglio Nazionale delle Ricerche – ISAC – Unità operativa di Lamezia Terme Responsabile del coordinamento del WP: Dr. Stefano Federico. Figure professionali impiegate Breve descrizione delle figure professionali coinvolte. A questo WP partecipa tutto il personale impegnato nel progetto e descritto negli altri WP. Prof. Carlo Bellecci: Presidente del CRATI s.c.r.l. dal 1992 e coordinatore delle attività di ricerca, Ordinario di Fisica Sperimentale presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata. Pagina 26 di 51 Sig.ra Rosalia Caruso: assistente di ricerca presso il CRATI s.c.r.l. dal 2000. Sig.ra Patrizia Fiordalisi: responsabile della contabilità presso il CRATI s.c.r.l. dal 1996. Dr. Stefano Federico: Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, coordinatore delle attività dell’unità ISAC di Lamezia Terme, Dottore di Ricerca in Fisica. D.ssa Anna Maria Sempreviva: Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, esperta in anemologia. Dr. Elenio Avolio: Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Dottore di Ricerca in Elettronica Quantistica e Plasmi. Dr. Leonardo De Leo: Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Dottore di Ricerca in Elettronica Quantistica e Plasmi. D.ssa Teresa Lo Feudo: Ricercatore del CRATI s.c.r.l., Dottore di Ricerca in Elettronica Quantistica e Plasmi. Sig. Carlo Perrimezzi: tecnico informatico dipendente del CRATI s.c.r.l. dal 2006. Gruppo di Elettronica Quantistica e Plasmi: Proff.ri Anita Ermini e Sergio Martellucci e dai Dott.ri Laura Cemoli, Pasqualino Gaudio, Maria Richetta, Sig. Massimiliano Tonti. Durata Indicare la durata del WP considerato. 18 mesi Diagramma di Gantt di sintesi in cui indicare la durata complessiva del Progetto GANTT mese Indicazione Workpackage 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 WP 0 WP 1 WP 2 WP 3 Pagina 27 di 51 G. Piano dei Costi 1 Piano dei Costi Analitico del Progetto Categoria di Costo Personale Descrizione Ricerca industriale (Euro) Attività di sviluppo precompetitivo (Euro) Importo (Euro) 1.1 Personale dipendente (n. 1479 giornate/uomo) 1.2 Personale non dipendente (n. giornate/uomo) 228.750,00 228.750,00 Allestimento unità mobile di misure anemometriche Attività di ricerca svolta dall’Università di Roma Tor Vergata 15.000,00 200.000,00 15.000,00 200.000,00 Campagna dimostrativa, pubblicazione articoli, partecipazione a convegni, manifestazione pubblica 30.000,00 30.000,00 137.250,00 137.250,00 10.000,00 621.000,00 10.000,00 621.000,00 Strumenti e attrezzature Servizi di consulenza Servizi di ricerca Costi per l’acquisizione di brevetti Spese di tutela dei diritti di proprietà intellettuale Spese per la diffusione e il trasferimento dei risultati del Progetto Spese Generali Altri costi d’esercizio Personale indiretto, funzionalità ambientale, operativa ed organizzativa, ecc. Materiali diversi TOTALE - Descrivere in maniera dettagliata il Piano dei costi riportando le motivazioni che giustificano le diverse voci di spesa Personale dipendente: la complessità del progetto richiede competenze specialistiche presenti nel CRATI unite a quelle presenti nel Consiglio Nazionale delle Ricerche. Servizi di Consulenze/Servizi: a Lamezia Terme è operativo un profilatore di vento modello Metex. Per eseguire le misure di caratterizzazione nel sito boscato prescelto è necessario trasformare tale strumento da dispositivo fisso in strumento mobile e gestibile in remoto. Il profilatore dovrà essere dotato di gruppo di continuità, di gruppo elettrogeno, di sistema per la gestione in remoto e montato su di un carrello appendice rimorchiabile da una vettura del CRATI. La ditta ISOLCERAM ha presentato un preventivo comprendente la progettazione, la fornitura dei componenti, l’installazione ed il collaudo presso la Motorizzazione Civile. (Allegato preventivo e curriculum) Servizi di ricerca: presso l’Università di Roma Tor Vergata è stato già realizzato un sensore per la rilevazione di incendi operante a 350 nanometri ed il loro contributo nel realizzare un dimostratore operante nel range 911 micron riduce i costi ed i tempi. (Allegato preventivo e curriculum) Spese per la diffusione dei risultati: si riferiscono principalmente ai costi per le pubblicazioni su riviste scientifiche, per la partecipazione a convegni, per l’organizzazione della campagna dimostrativa e per la presentazione pubblica dei risultati conseguiti. Altri costi d’esercizio: componentistica e ricambi per gli strumenti di misura e per il centro di calcolo. Spese generali: comprendono: Personale indiretto (fattorini, magazzinieri, segretarie), Funzionalità ambientale (vigilanza, pulizia, riscaldamento, energia, illuminazione, acqua, lubrificanti), Funzionalità operativa (posta, telefono, rete dati, cancelleria, fotocopie, abbonamenti, materiali minuti, biblioteca), Assistenza al personale (infermeria, mensa, trasporti, antinfortunistica, copertura assicurativa), Funzionalità organizzativa (attività di presidenza, direzione generale e consiglio di amministrazione, contabilità generale e industriale, acquisti). 1 Per la compilazione del piano dei costi si faccia riferimento ai Criteri di ammissibilità dei costi per attività di R&S Pagina 28 di 51 Di seguito la ripartizione dei costi per partner: Piano dei Costi CRATI Categoria di Costo Personale Ricerca industriale (Euro) Descrizione Attività di sviluppo precompetitivo (Euro) Importo (Euro) 0 150.000,00 1.1 Personale dipendente (n. 1.144 giornate/uomo) 1.2 Personale non dipendente (n. giornate/uomo) 150.000,00 Attività di ricerca svolta dall’Università di Roma Tor Vergata 200.000,00 200.000,00 Campagna dimostrativa, pubblicazione articoli, partecipazione a convegni, manifestazione pubblica 20.000,00 20.000,00 Personale indiretto, funzionalità ambientale, operativa ed organizzativa, ecc. Materiali diversi 90.000,00 90.000,00 5.000,00 465.000,00 5.000,00 465.000,00 Strumenti e attrezzature Servizi di consulenza Servizi di ricerca Costi per l’acquisizione di brevetti Spese di tutela dei diritti di proprietà intellettuale Spese per la diffusione e il trasferimento dei risultati del Progetto Spese Generali Altri costi d’esercizio TOTALE Piano dei Costi CNR – ISAC Categoria di Costo Personale Ricerca industriale (Euro) Descrizione Attività di sviluppo precompetitivo (Euro) 0 Importo (Euro) 1.1 Personale dipendente (n. 335 giornate/uomo) 1.2 Personale non dipendente (n. giornate/uomo) 78.750,00 78.750,00 Allestimento unità mobile di misure anemometriche 15.000,00 Campagna dimostrativa, pubblicazione articoli, partecipazione a convegni, manifestazione pubblica 10.000,00 10.000,00 Personale indiretto, funzionalità ambientale, operativa ed organizzativa, ecc. Materiali diversi 47.250,00 47.250,00 5.000,00 156.000,00 5.000,00 156.000,00 Strumenti e attrezzature Servizi di consulenza 15.000,00 Servizi di ricerca Costi per l’acquisizione di brevetti Spese di tutela dei diritti di proprietà intellettuale Spese per la diffusione e il trasferimento dei risultati del Progetto Spese Generali Altri costi d’esercizio TOTALE Piano dei Costi del Progetto per Work Package Categorie di costo WP 0 1. Personale 2. Strumenti e Attrezzature 3. Servizi di Consulenza 4. Servizi di ricerca 5. Costi per l’acquisizione di brevetti 6. Spese di tutela dei diritti di proprietà intellettuale 7. Spese per la diffusione e il trasferimento dei risultati del Progetto 8. Spese Generali 9. Altri Costi d’Esercizio Costo Totale 22.520,35 WP 1 109.973,60 WP 2 62.323,02 WP 3 33.933,03 15.000,00 30.000,00 36.032,56 Pagina 29 di 51 65.984,16 37.393,81 3.500,00 3.500,00 379.457,76 118.216,83 228.750,00 15.000,00 200.000,00 200.000,00 13.512,21 Totale 30.000,00 20.359,82 137.250,00 3.000,00 10.000,00 87.292,85 621.000,00 Di seguito la ripartizione dei costi per Work Package per partner: Piano dei Costi del CRATI per WP Categorie di costo WP 0 1. Personale 2. Strumenti e Attrezzature 3. Servizi di Consulenza 4. Servizi di ricerca 5. Costi per l’acquisizione di brevetti 6. Spese di tutela dei diritti di proprietà intellettuale 7. Spese per la diffusione e il trasferimento dei risultati del Progetto 8. Spese Generali 9. Altri Costi d’Esercizio Costo Totale Piano dei Costi del CNR WP 1 WP 2 WP 3 Totale 17.654,40 109.973,60 22.372,00 150.000,00 200.000,00 200.000,00 20.000,00 10.592,64 65.984,16 3.500,00 28.247,04 379.457,76 20.000,00 13.423,20 90.000,00 1.500,00 5.000,00 57.295,20 465.000,00 – ISAC per Work Package Categorie di costo WP 0 1. Personale 2. Strumenti e Attrezzature 3. Servizi di Consulenza 4. Servizi di ricerca 5. Costi per l’acquisizione di brevetti 6. Spese di tutela dei diritti di proprietà intellettuale 7. Spese per la diffusione e il trasferimento dei risultati del Progetto 8. Spese Generali 9. Altri Costi d’Esercizio Costo Totale WP 1 4.865,95 WP 2 62.323,02 WP 3 11.561,03 15.000,00 7.785,52 37.393,81 3.500,00 118.216,83 78.750,00 15.000,00 10.000,00 2.919,57 Totale 10.000,00 6.936,62 47.250,00 1.500,00 5.000,00 29.997,65 156.000,00 Criteri di calcolo del costo lordo orario medio del lavoro NOTA BENE: Al costo orario medio annuo andrà poi sommato il costo derivante dall'eventuale applicazione dell'irap I valori da prendere come riferimento per i calcoli si riferiscono all'anno appena trascorso. Qualora il personale dipendente nell'anno in corso dovesse avere beneficiato di un incremento di livello o quant'altro, si prenderà a riferimento la retribuzione relativa all'anno in corso. CRATI E’ stata presa a riferimento la retribuzione relativa all'anno in corso di un ricercatore CRATI, III livello a tempo indeterminato, e non è stata applicata l’IRAP. Anno 2008 COSTO ORARIO MEDIO ANNUO IMPORTI Retribuzione lorda mensile x 12 Tredicesima mensilità Quattordicesima mensilità TFR Contributi inps Inail Ulteriori costi (da contratti aziendali) 18.590,79 1.530,88 1.530,88 1.603,89 6.274,91 86,21 COSTO ANNUO AZIENDA 29.617,96 Totale ore di lavoro convenzionali (es: 52 sett. X 40 h settimanali) (X) - Permessi retribuiti 2.080 56 - Riposi per festività soppresse - Festività cadenti in giorni lavorativi Totale ore di lavoro non lavorate (es: ferie gg.x8h) (Y) TOTALE MONTE ORE DI LAVORO (Z=X-Y) 80 176 1.768 Pagina 30 di 51 CNR - ISAC E’ stata presa a riferimento la retribuzione relativa all'anno in corso di un ricercatore CNR, III livello a tempo indeterminato, e non è stata applicata l’IRAP. Anno 2007 COSTO ORARIO MEDIO ANNUO IMPORTI 26.740,56 2.313,60 Retribuzione lorda mensile x 12 Tredicesima mensilità Quattordicesima mensilità TFR Oneri CNR INAIL Ulteriori costi (da contratti aziendali) 2.533,48 7.485,45 1.359,65 COSTO ANNUO AZIENDA 40.432,74 Totale ore di lavoro convenzionali (es: 52 sett. X 40 h settimanali) (X) * 1.477 - Permessi retribuiti - Riposi per festività soppresse - Festività cadenti in giorni lavorativi Totale ore di lavoro non lavorate (es: ferie gg.x8h) (Y) TOTALE MONTE ORE DI LAVORO (Z=X-Y) 1.477 * Le ore di lavoro si intendono al netto delle ferie e riposi per festività soppresse H. Ulteriori elementi utili per la valutazione Validità ed utilità del Progetto di Ricerca e Sviluppo Tecnologico (criterio C3) Indicare il contributo del Progetto con riferimento ai seguenti punti: - Prospettive di mercato in termini di miglioramento dei processi di produzione e di definizione di nuovi prodotti/servizi derivanti dalla realizzazione del Progetto di Ricerca e Sviluppo Tecnologico proposto. Il progetto di ricerca mira alla definizione di un nuovo prodotto/servizio costituito da un nuovo sistema integrato per l’allerta precoce di incendi basato su di una rete di sensori innovativi e di una sala controllo che con una metodologia innovativa evita i falsi allarmi e localizza la posizione del focolaio di incendio. Le ottime prospettive di mercato sono dovute alla superiorità dei sensori proposti rispetto a quanto oggi commercializzato. I nuovi, infatti, sono in grado di evidenziare la presenza di un focolaio di incendio prima ancora che si sviluppi la fiamma anticipando quindi l’allarme rispetto ai sistemi attuali e guadagnando in tal modo un tempo utile per facilitare lo spegnimento. I nuovi sensori inoltre, contrariamente agli attuali, sono in grado di localizzare il focolaio anche se la visibilità di questo è ostacolata da vegetazione, edifici, orografia. - Contributo del Progetto di Ricerca e Sviluppo Tecnologico proposto all’avanzamento delle conoscenze, delle competenze e delle tecnologie nello specifico settore produttivo o ambito applicativo di interesse. Conseguire i risultati su indicati comporta non solo un miglioramento nella tecnologia dei sensori, che possono trovare anche applicazioni diverse, ma, più in generale, della conoscenza delle dinamiche della formazione e sviluppo degli incendi boschivi. I nuovi sensori infatti si basano sulla loro capacità di individuare in atmosfera gli elementi in traccia che vengono rilasciati dal materiale boschivo durante la fase di riscaldamento che precede l’ignizione. Inoltre la messa a punto della metodologia, e conseguente modello e codice di calcolo, per calcolare le coordinate al suolo del focolaio, partendo dal punto in atmosfera ove è stato individuato il “fumo”, comporta l’acquisizione di nuove conoscenze sulla turbolenza atmosferica dei siti da sorvegliare. Tale conoscenza, oggi non disponibile, costituisce inoltre un importante valore aggiunto perché potrà essere utilizzata per gli studi di diffusione di inquinanti necessari per ogni valutazione di impatto ambientale. - Prospettive di diffusione e trasferimento dei risultati attesi dalla realizzazione del Progetto di Ricerca e Sviluppo Tecnologico proposto ad altre imprese potenzialmente interessate. La realizzazione del progetto comporterà l’immissione nel mercato del sistema integrato per l’allerta degli incendi. Come già detto, questo è un mercato di notevoli dimensioni per il quale ogni anno vengono investiti Pagina 31 di 51 ingenti capitali nel tentativo di mitigare i danni ambientali ed economici prodotti dagli incendi boschivi. La possibilità di abbreviare i tempi di intervento dei mezzi addetti allo spegnimento pone il sistema proposto in posizione di netto vantaggio rispetto a quelli attualmente commercializzati. E’ chiaro quindi che sarà necessaria una prima fase di promozione del nuovo sistema portandolo, con i giusti mezzi, alla conoscenza dei decisori. Imprese come la SELEX del gruppo FINMECCANICA hanno già espresso il loro interesse per una collaborazione con il CRATI per il nuovo prodotto. La SELEX Sistemi Integrati, per esempio, solitamente agisce sia in qualità di fornitore di componenti di sistema, sia di sistemi completi, assumendo responsabilità progettuali, produttive, di installazione e di predisposizione della configurazione operativa. Nel caso specifico potrebbe commissionare ad imprese localizzate in Calabria la realizzazione del nuovo sensore o di componenti di questo. La Ditta E. De Rose di Montalto Uffugo (CS) si è già qualificata nella realizzazione di alcuni componenti. La SELEX ha proprie società, controllate al 100%, in USA, Germania e Regno Unito, ed in tal modo può facilitare la diffusione del prodotto all’estero. Fattibilità tecnica del progetto di Progetto di R&S (criterio C4) Riportare i risultati dello Studio di Fattibilità tecnica, ove realizzato La fattibilità tecnica del progetto di ricerca è stata acquisita dal CRATI con il progetto di ricerca applicata, finanziato dal MIUR, prot. 7979/DSPAR/2002, che ha dimostrato la realizzabilità dell’idea progettuale e l’attuale proposta si avvale, in parte, di alcuni dei risultati conseguiti. In particolare è stato studiato il processo di ignizione del materiale boschivo e l’interazione di radiazione laser con i prodotti immessi in fase gassosa nell’atmosfera. Pur con la riservatezza necessaria per la tutela dei diritti di proprietà intellettuale, questi risultati sono stati oggetto, da parte dei partecipanti a questa nuova proposta, di pubblicazione su importanti riviste scientifiche internazionali e di comunicazione in convegni scientifici. Ad esempio: 1. C. Bellecci, M. Francucci, P. Gaudio, M. Gelfusa, S. Martellucci, M. Richetta, Early detection of small forest fire by dial technique, Proceedings of SPIE, vol. 5976-14, 2005. 2. C. Bellecci, L. De Leo, P. Gaudio, M. Gelfusa, S. Martellucci, , T. Lo Feudo, M. Richetta, Water vapour emission in vegetable fuel: absorption cell measurements and detection limits of our CO2 Dial system, Proceedings of SPIE, vol. 6367, 2006. 3. C. Bellecci, T. Lo Feudo, P. Gaudio, M. Gelfusa, S. Martellucci, M. Richetta “Detection and reduction of false alarm in forest fire event , Applied Physics B- Laser and Optics, Vol. s 00340-007, pp.26079, 2007 4. C. Bellecci, L. De Leo, P. Gaudio, M. Gelfusa, T. Lo Feudo, S. Martellucci, M. Richetta “Evolution study of smoke backscattering coefficients in a cell by means of a compact mobile Nd:Yag lidar system” SPIE Europe International Symposium REMOTE SENSING Florence, 17 - 20 September 2007 5. C. Bellecci, M. Francucci, P. Gaudio, M. Gelfusa, S. Martellucci, , T. Lo Feudo, M. Richetta, Application of a CO2 Dial system for infrared detection of forest fire and reduction of false alarm, Applied Physics B, 87, 373-378, 2007 6. C. Bellecci, L. De Leo, P. Gaudio, M. Gelfusa, T. Lo Feudo, S. Martellucci, M. Richetta Reduce of false alarms in forest fire events by means water vapour measurement” in press Optics and Laser technology- Elsevier Contenuti e articolazione del Progetto di Ricerca e Sviluppo Tecnologico: coerenza degli obiettivi e dei contenuti (criterio C5) Specificare i contenuti e l’articolazione del Progetto con riferimento a: - Coerenza interna tra gli obiettivi, i contenuti e i risultati attesi dalla realizzazione del Progetto di Ricerca e Sviluppo Tecnologico. Come illustrato nella sezione R.2.2 ai punti A, B e C, il CRATI mira a proporsi come gestore di nuovi sistemi integrati per l’allerta precoce di incendi boschivi. Questi sistemi, oltre alla manutenzione dei sensori che sarà affidata a terzi, richiederanno sia una continua attività di previsione meteorologica ad area limitata sia una Pagina 32 di 51 acquisizione e gestione di dati meteo acquisiti con strumentazione dedicata e proprio questi due campi di attività sono quelli in cui il CRATI si è maggiormente specializzato negli ultimi anni. Per raggiungere questo obiettivo è necessario realizzare il nuovo sistema integrato che sarà costituito da una rete di sensori di nuovo tipo distribuiti sul territorio e collegati ad una sala centrale che, sotto la supervisione del CRATI, genera l’eventuale allarme utilizzando la metodologia ed il software sviluppato e prodotto da questo progetto. L’aggiornamento e la manutenzione della metodologia e del software costituiranno una delle future attività del CRATI. Come indicato, anche i nuovi sensori saranno oggetto di studio del progetto, di cui costituiscono l’altro risultato importante possibile oggetto di brevetto, e che potranno essere prodotti da altra impresa calabrese su licenza del CRATI. - Coerenza e validità dell’approccio tecnico-scientifico e metodologico proposto (tecnologie, modelli, metodologie e strumenti) per la realizzazione del Progetto di Ricerca e Sviluppo Tecnologico. Per quanto riguarda il nuovo sensore, nello studio di fattibilità il CRATI ha già dimostrato la possibilità di individuare un focolaio di incendio prima che si sviluppi la fiamma analizzando l’interazione tra la radiazione laser e il vapor acqueo rilasciato in atmosfera dal combustibile nella fase di pre-ignizione. La dimostrazione è stata fatta utilizzando la tecnologia Lidar con un laser a Nd:Yag che però pone dei limiti nella sua applicazione per motivi di sicurezza. In questo progetto, partendo da questo risultato e da studi preliminari, si vuole dimostrare la possibilità di utilizzare invece la tecnologia DIAL (Differential Absorbtion Lidar) con un laser a CO2 che opera nel range 9-11 micron e quindi può non creare problemi di sicurezza se opportunamente condizionato. Sarà utilizzato il dimostratore a Nd:Yag già disponibile che verrà opportunamente modificato per la nuova metodologia e la nuova sorgente laser. Per questa attività ci si avvarrà di una commessa affidata al gruppo di Elettronica Quantistica e Plasmi della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata, che ha dato la disponibilità e che, oltre alla professionalità, possiede tutta la strumentazione necessaria. Il CRATI perfezionerà una metodologia, basata sull’utilizzo di reti neurali, per la riduzione dei falsi allarmi e condurrà prima la sperimentazione in campo e successivamente le campagne dimostrative. Per l’altro aspetto che riguarda l’ottimizzazione dell’applicazione della tecnica di calcolo di back-trajectory ai modelli di diffusione finalizzata a ricavare le coordinate al suolo del focolaio di incendio, il partner CNR utilizzerà un profilatore di vento METEX attualmente operativo nel Laboratorio di Lamezia Terme. Questo, trasformato in uno strumento mobile gestito in remoto, sarà utilizzato per misurare la turbolenza atmosferica di un sito campione e correlarla con le previsioni ad area limitata generate per quel sito dai modelli operativi in uso presso il CRATI. La conoscenza di questa correlazione consentirà, in seguito, per quel sito in caso di incendio di associare alle previsioni meteo l’informazione sulla turbolenza indispensabile per un uso corretto dei modelli di diffusione. Il CNR si avvarrà della ditta ISOLCERAM per l’esecuzione dei lavori di modifica ed adattamento del profilatore METEX. Presso i Laboratori di Lamezia Terme sono disponibili tre cluster multinodi largamente sufficienti per le esigenze di calcolo. Le due campagne di misura previste serviranno per verificare e mettere a punto il funzionamento congiunto del nuovo sensore, del software per l’eliminazione dei falsi allarmi e della nuova metodologia per il calcolo delle coordinate al suolo del focolaio di incendio. - Efficacia del Piano di Lavoro proposto e dell’organizzazione del Gruppo di Lavoro per la realizzazione del Progetto di Ricerca e Sviluppo Tecnologico. L’intero progetto si sviluppa nell’arco di 24 mesi ma negli ultimi tre sarà prevalente l’attività di diffusione dei risultati. E’ articolato in 4 WP. Uno, WP0, che dura 24 mesi, è dedicato alla gestione, al coordinamento ed alla rendicontazione. Il responsabile è il Prof. Bellecci del CRATI, che coordina anche il WP1, ed è partecipato da entrambi i partner. Un altro, il WP3, è dedicato alla diffusione. Inizierà nel settimo mese con la diffusione dei primi risultati e proseguirà sino alla fine. E’ responsabile il Dr. Federico del CNR, che coordina anche il WP2, e ad esso parteciperanno tutti i ricercatori coinvolti nel progetto. Il WP1 ed il WP2 hanno obiettivi e risultati specifici ed afferiscono rispettivamente al CRATI ed al CNR. Si svolgono in parallelo e durano entrambi 21 mesi. Per ciascuno di questi due è previsto un gruppo di lavoro Pagina 33 di 51 omogeneo ed affiatato. I ricercatori dell’unità CNR, anch’essa a Lamezia Terme, da anni collaborano con quelli del CRATI ed insieme hanno prodotto notevole ricerca testimoniata da un alto numero di pubblicazioni scientifiche in comune. Questo facilita il coordinamento e l’integrazione delle diverse parti del lavoro da svolgere. - Modalità di diffusione e trasferimento dei risultati attesi dalla realizzazione del Progetto di Ricerca e Sviluppo Tecnologico alle altre imprese potenzialmente interessate Saranno perfezionati i contatti in corso con le imprese che hanno già manifestato interesse a questo progetto tenendole al corrente dell’andamento dei lavori e dei risultati via via perseguiti. In collaborazione con la Confindustria regionale sarà valutata l’opportunità di organizzare incontri con imprese calabresi, potenzialmente interessate, per la presentazione del progetto e dell’avanzamento lavori. Nel rispetto della tutela dei diritti di proprietà intellettuale, rappresentanti di queste imprese saranno invitati a partecipare alle misure in campo e alle campagne dimostrative per meglio conoscere e valutare il sistema. - Congruità dei costi previsti per la realizzazione del Progetto di Ricerca e Sviluppo TecnologicoApproccio metodologico Il progetto non prevede spese per l’acquisto di strumentazione in quanto entrambi i partner sono già in possesso di quanto necessario. Trattandosi di un progetto di ricerca la voce maggiore è quella del costo dei ricercatori che costituisce circa il 37% del totale. L’altra voce rilevante (32%) è il ricorso, per abbreviare i tempi, a servizi di ricerca esterni (Università di Roma Tor Vergata) essenzialmente per la necessità di ricorrere a competenze sui laser a CO2 di alta potenza e con impulsi inferiori ai 50 ns, competenze difficilmente reperibili altrove. Competenze ed esperienze del Gruppo di Lavoro proposto (criterio C6) Illustrare brevemente: - Esperienze e competenze dei singoli Soggetti (università, centri di ricerca, imprese) partecipanti al Progetto. Il progetto è presentato congiuntamente dal CRATI s.c.r.l. e dal CNR – ISAC che opera con l’unità operativa di Lamezia Terme che è particolarmente competente per la regione Calabria. Il CRATI, in circa venti anni di attività, ha gestito la società sviluppando notevole attività. Ha svolto ricerca industriale nei settori dell’energia, dell’ambiente, dell’agro-industria su finanziamenti europei, nazionali e regionali, oltre ad eseguire commesse di privati negli stessi settori. Ha coordinato numerosi progetti di ricerca industriale su finanziamenti comunitari, nazionali e regionali. A Lamezia Terme, nella zona di sviluppo industriale, su finanziamento MIUR, ha aperto dal 2000 un laboratorio per le Tecnologie Innovative per i Beni Strumentali (TIBS) specializzato per la strumentazione elettro-ottica avvalendosi della collaborazione dell’Osservatorio Astronomico di Roma e della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata. In questo nuovo Laboratorio sono state trasferite le attività di sviluppo di sorgenti laser precedentemente localizzate nei Laboratori CRATI presso l’Università della Calabria (Cosenza). A questo laboratorio, a seguito di bando, è stato recentemente assegnato dalla regione Calabria un finanziamento per lo sviluppo di strumentazione laser per applicazioni in neurochirurgia. L’ISAC (Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima) del Consiglio Nazionale delle Ricerche nell’ambito del Dipartimento Ambiente ha la direzione a Bologna e, con la sua articolazione in sezioni ed unità operative, costituisce la realtà scientifica più cospicua – tra i maggiori EPR – destinata allo studio delle diverse problematiche connesse con al fisica dell’atmosfera e del clima. La missione del CNR è quella di migliorare la ricerca dei processi della fisica e del clima dell’atmosfera terrestre e, allo stesso tempo, di trasferire i risultati della ricerca alla società Italiana e, generalmente, oltre i confini nazionali. I principali campi di ricerca sono: meteorologia dinamica, processi atmosferici, osservazione della terra e cambiamento climatico. La modellistica numerica, gli esperimenti in campo ed in laboratorio, il telerilevamento e lo sviluppo di nuova strumentazione sono i mezzi utilizzati per rispondere alle richieste delle Istituzioni Pubbliche e private. Con più di 200 dipendenti, opera su progetti PNRA, ASI, CEE, MIUR, U.E. ed è coinvolto in diversi progetti internazionali; EUPLEX, SCOUT, AMMA, etc. L’unità di Lamezia Terme opera con diversi modelli meteorologici tra cui RAMS, MM5 e WRF. Questi modelli Pagina 34 di 51 sono stati utilizzati su terreni molto complessi da un punto di vista orografico e di copertura del suolo, tra cui l’Antartide. Alcune delle parametrizzazioni di turbolenza e dei processi che determinano il campo di vento in prossimità della superficie sono stati sviluppati e vengono mantenuti a livello internazionale dal CNR-ISAC. Il CNR-ISAC di Lamezia Terme ha esperienza nell’utilizzo di strumentazione avanzata per l’osservazione della bassa atmosfera ad alta risoluzione temporale e dispone di due sodar. Il CRATI si avvarrà di un servizio di ricerca affidato al Gruppo di Elettronica Quantistica e Plasmi della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata. Questo gruppo si è sviluppato e comprende ricercatori e tecnici provenienti dal Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare (oggi ENEA) che da oltre quarant’anni si occupano di elettro-ottica e di sviluppo di sorgenti laser. E’ sede del Dottorato di Ricerca in Elettronica Quantistica ed ha esperienza pluriennale nello sviluppo di sensori puntuali e sistemi LIDAR, nella spettroscopia IR e NIR di gas atmosferici, quali CO2, H2O, NH3, CH4, benzene, freon, nello sviluppo di strumenti ottici miniaturizzati per misure in atmosfera. - Livello di integrazione delle competenze e delle esperienze tra i singoli Soggetti e capacità di favorire lo scambio e la collaborazione fra impresa e Università e centri di ricerca Il progetto è caratterizzato dall’essere condotto da due partner usi al condurre attività di ricerca in stretta collaborazione e tale aspetto facilita il coordinamento e la gestione. I due partner hanno ripartito tra loro le attività in base alle specifiche competenze e professionalità del rispettivo personale coinvolto. In tal modo il CRATI opererà maggiormente nell’hardware dei sensori e nel software per il condizionamento, gestione ed interpretazione dei segnali ed il CNR – ISAC utilizzerà la sua profonda conoscenza della fisica dell’atmosfera per la messa a punto della metodologia per la localizzazione dei focolai di incendio. I ricercatori dell’unità CNR, anch’essa a Lamezia Terme, da anni collaborano con quelli del CRATI ed insieme hanno prodotto notevole ricerca testimoniata da un alto numero di pubblicazioni scientifiche in comune. Dipendenti sia del CRATI sia dell’Unità CNR di Lamezia hanno conseguito il Dottorato di Ricerca presso il Gruppo di Elettronica Quantistica e Plasmi dell’Università di Roma Tor Vergata. - Esperienze e competenze professionali dei singoli Componenti il Gruppo di Lavoro in relazione alle funzioni e alle attività assegnate nel Piano di Lavoro. Il coordinatore dell’intero progetto, Prof. Carlo Bellecci, è stato responsabile scientifico e coordinatore dei seguenti principali progetti: Principali progetti di ricerca di cui è ed è stato proponente e responsabile: - CNR 800081092: "Sistema di controllo e acquisizione dati per un impianto solare di potenza" - ENEA 20216/C: "Codice di calcolo per un impianto solare di potenza" - CNR 840264659: "Studio di superfici riflettenti di grande area" - CNR 860075959: "Dispositivo automatico per la misura della reflettivita' di superfici di grande area" - CNR 870213359: "Codice di simulazione per CPP e Stirling ibrido" - CNR 880119459: "Estensione di un codice di simulazione per CPP e Stirling ibrido" - CNR 880119559: "Studio di un volano termico a LiF" . - ANSALDO ASI 594/89: "Thermal Energy Storage Materials for Solar Energy Receivers " - ANSALDO ASI 595/89: "Research on Computer Codes for Solar Energy Receivers" - CONVENZIONE ENEL: "Corsi per Energy Manager" - COMUNITA’ EUROPEA - contratto THERMIE SE – 245/93: “Tetti fotovoltaici” - MIN. AMBIENTE - CEDAM: "Laboratorio Territoriale per l’Ambiente" - INFM SUD: "Stazione di telerilevamento laser" - COMUNITA’ EUROPEA - contratto LIFE95/IT/A11/IT/504/CAL “Unita’ mobile di telerilevamento laser” - MIN. AGRICOLTURA - Meteorologia e clima locale nell’italia meridionale per modelli agricoli - REGIONE CALABRIA E MINISTERO DELL’AMBIENTE - Piano regionale di educazione ambientale - CALPARK (Parco Scientifico e Tecnologico della Calabria) - LP1 - COOPERAZIONE UNIVERSITA' INDUSTRIA - MINISTERO DELL’INDUSTRIA - Realizzazione di una miniserie di componenti di gruppi cogenerativi stirling – Legge 317/91 - MIUR 1999 Cluster 19 - prog. N.5 TIBS Tecnologie Innovative per Beni Strumentali Pagina 35 di 51 - MIUR – PON 2002 – NODO CALABRIA nell’ambito del progetto “Sviluppo dei distretti industriali per le osservazioni della terra” - ASI - Impatto dei dati da satellite per lo studio del clima del sud Italia - MIUR – art. 8 D.M. 593/2000 – prot. 7980F – TAI: Formazione ricercatori altamente qualificati esperti di modellistica a scala locale - MIUR – art. 5 D.M. 593/2000 – prot. 7979 – SAI – Messa a punto e realizzazione di un sistema per l’allerta precoce di incendi e per la minimizzazione dei falsi allarmi - MIUR – art. 5 D.M. 593/2000 – prot. 7980 – TAI – Tecniche agronomiche innovative per la valorizzazione delle produzioni ed il miglioramento della compatibilita’ ambientale - REGIONE CALABRIA - SLAVIC - Laser per la saldatura di microanastomosi vascolari (POR Calabria Mis. 3.16 - Voucher Tecnologici) - MIUR: MICENA – Modello integrato per l’evoluzione degli ecosistemi naturali e agricoli in relazione ai cambiamenti climatici nell’area Mediterranea (D.M. 17/12/2002: FISR) - EURATOM – 3D Simulation of the tokamak dust mobilitation and resuspension Il Prof. Carlo Bellecci, responsabile del WP 1, è ordinario di Fisica Sperimentale presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata. La sua attività di ricerca, quasi tutta di tipo sperimentale, prima che in Università, si è svolta come ricercatore presso CNEN, ENEA e CNR, Enti con cui continua la collaborazione scientifica. E’ autore di oltre 200 pubblicazioni su riviste scientifiche e tre brevetti industriali. Il Dr. Stefano Federico, responsabile del WP 2, è ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Fisica nel 1999 ed ha acquisito particolari competenze nel campo della meteorologia e climatologia. E’ autore di 48 pubblicazioni scientifiche su importanti riviste internazionali. I due responsabili dei WP hanno maturato entrambi esperienza sia nel lavoro di gruppo sia nel coordinare l’attività dei collaboratori. Per questi si rinvia ai curricula riportati in precedenza. Pagina 36 di 51 F) Piano di Formazione Aziendale Le informazioni fornite devono essere coerenti con quanto descritto nella della Scheda Tecnica. F1. Criticità emerse e obiettivi perseguiti Sulla base di un’analisi dei fabbisogni (sviluppata per aree o funzioni aziendali) descrivere le criticità emerse e sulle quali si ritiene necessario intervenire con il Piano di Formazione Aziendale. Specificare quali sono gli obiettivi che si intendono perseguire attraverso l’adeguamento e lo sviluppo delle competenze professionali presenti nell’azienda negli ambiti prioritari di intervento previsti dal PFA rispetto a: - lavoratori - impresa - settore - territorio (Utilizzare max tre pagine) Il D. Lgs. 195/2003 ha introdotto un significativo cambiamento nel D.Lgs 626/94, integrato e completato con il testo unico sulla sicurezza (D.Lgs 81/2008). L'art. 8-bis del suddetto D.Lgs 626/94, infatti, richiede, per la prima volta, una qualifica professionale per le persone, interne o esterne a una organizzazione, che il datore di lavoro può nominare come "Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione" - RSPP o come "Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione" - ASPP. Nello specifico, ogni azienda o unità produttiva è obbligata a nominare al proprio interno un Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), ai sensi del D.Lgs 626/94, recante norme in materia di salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Dal 15 febbraio 2007 ogni RSPP, che non sia contemporaneamente datore di lavoro, deve possedere i nuovi requisiti previsti dal D.Lgs n. 195 e dall’accordo Stato-Regioni del 26 gennaio 2006. In particolare i Responsabili dei Servizi di Prevenzione e Protezione dovranno seguire un percorso formativo obbligatorio strutturato in tre moduli: A, B, C. Secondo quanto previsto dalla normativa, sia RSPP che ASPP devono «essere in possesso di un attestato di frequenza, con verifica dell'apprendimento, a specifici corsi di formazione adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative». Il RSPP, inoltre, deve superare «specifici corsi di formazione in materia di prevenzione e protezione dei rischi, anche di natura ergonomica e psico - sociale, di organizzazione e gestione delle attività tecnico amministrative e di tecniche di comunicazione in azienda e di relazioni sindacali». Il ruolo di RSPP è positivamente rafforzato dalle innovazioni introdotte dalla normativa, perché gli è richiesta una specifica preparazione professionale e perché è chiamato a collaborare con il datore di lavoro, con i dirigenti e a relazionarsi con tutte le altre figure previste nel sistema sicurezza. Maggiori competenze tecniche e gestionali sono quindi richieste a questa nuova specializzazione, alle quali sono ovviamente collegate responsabilità più gravose ma sicuramente notevoli prospettive e possibilità sul mercato del lavoro. I requisiti dei corsi suddetti sono definiti dalla Conferenza Stato-Regioni. I soggetti organizzatori di questi corsi sono le organizzazioni accreditate ed appositamente autorizzate dalle Regioni. Alla luce di quanto prevede la normativa è emerso il fabbisogno da parte dell’azienda di formare adeguatamente il personale affinché possano essere ricoperti i ruoli di RSPP e ASPP e per tali ragioni si rende indispensabile un percorso formativo erogato da soggetti regolarmente autorizzati e finalizzato ad ottenere le qualifiche necessarie. Lo stesso discorso vale anche per i moduli dedicati agli addetti antincendio ed addetti pronto soccorso. Anche in questi casi, infatti, la normativa sulla sicurezza impone dei vincoli alle aziende di tutte le dimensioni e per tutti i settori. In effetti, la normativa sulla sicurezza prevede che qualsiasi azienda che abbia almeno un (1) dipendente ha l’obbligo di seguire i seguenti corsi: • Addetti antincendio (rischio basso, medio o alto a seconda del tipo di azienda); • Addetti al primo soccorso (due tipologie di corso a seconda del tipo di azienda); • Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; Pagina 37 di 51 • Responsabili e addetti servizio protezione e prevenzione. In particolare è prescritto che gli addetti antincendio siano presenti in ogni azienda in numero proporzionale al numero totale dei dipendenti per come indicato: Azienda fino a 3 occupati: n. 1 addetto antincendio Azienda da 3 a 10 occupati: n. 2 addetti antincendio Azienda da 10 a 20 occupati: n. 3 addetti antincendio Azienda da 20 a 30 occupati: n. 4 addetti antincendio Azienda da 30 a 40 occupati: n. 5 addetti antincendio Azienda da 40 a 50 occupati: n. 6 addetti antincendio La normativa sulla sicurezza, inoltre, prevede che qualsiasi azienda abbia l’obbligo di nominare uno o più addetti al pronto soccorso (dipende dal numero di dipendenti) che dovrà seguire il corso di formazione per conseguire l’attestato di partecipazione per come previsto dalla legge. L’addetto al pronto soccorso è tenuto a seguire il corso al momento della sua nomina ed è tenuto ad un aggiornamento almeno ogni 3 anni. In particolare è prescritto che gli addetti al pronto soccorso siano presenti in ogni azienda in numero proporzionale al numero totale dei dipendenti per come indicato: Azienda fino a 3 occupati: n. 1 addetto pronto soccorso Azienda da 3 a 10 occupati: n. 2 pronto soccorso Azienda da 10 a 20 occupati: n. 3 pronto soccorso Azienda da 20 a 30 occupati: n. 4 pronto soccorso Azienda da 30 a 40 occupati: n. 5 pronto soccorso Azienda da 40 a 50 occupati: n. 6 pronto soccorso. Dall’analisi dei fabbisogni aziendali è emerso che gli aspetti del lavoro che interessano i dipendenti dell’azienda richiedono una buona conoscenza della lingua inglese, per svariati motivi. Innanzitutto la terminologia tecnica relativa alle ricerche scientifiche è spesso in inglese, c’è poi da considerare il fatto che molti testi indispensabili per il lavoro sono disponibili solo in lingua inglese, inoltre bisogna tenere presente i siti internet specializzati e le relazioni professionali con organizzazioni all’estero rendono indispensabile per i dipendenti l’approfondimento della lingua inglese, soprattutto nei suoi aspetti tecnici legati al lavoro specifico della ricerca scientifica. Pertanto, essendo emersa tale esigenza dall’analisi dei fabbisogni una buona parte del percorso formativo è stata dedicata al miglioramento della conoscenza della lingua inglese di base e tecnica. In relazione al presente progetto di ricerca sono emersi ulteriori fabbisogni formativi dall’analisi condotta, in particolare ci riferiamo alle tematiche relative alla meteorologia ed infrastruttura software, che necessitano di un approfondimento e di un adeguamento delle conoscenze da parte dei dipendenti dell’azienda esperti nelle tecnologie Lidar/Dial. Obiettivo generale. Sviluppare, adeguare ed integrare le competenze professionali presenti in azienda, sulla base dei fabbisogni formativi emersi dall’analisi preliminare effettuata. Obiettivi specifici. • Consentire ai dipendenti di acquisire le competenze ed il credito formativo permanente relativi al Modulo di formazione di base, per lo svolgimento delle funzione di RSPP e ASPP in conformità ai disposti del D.Lgs. 195/03 ed all'Accordo Stato – Regione del 26 gennaio 2006 e successivi linee guida ed interpretative del 22.05.2006 e 05.10.2006; • Consentire ai dipendenti di acquisire le competenze ed il credito formativo con fruibilità quinquennale anche per l'eventuale nomina a RSPP o ASPP in altra azienda dello stesso macrosettore, relativi al Modulo di formazione di Specializzazione per lo svolgimento delle funzione di RSPP e ASPP in conformità ai disposti del D.Lgs. 195/03 ed all'Accordo Stato – Regione del 26 gennaio 2006 e successivi linee guida ed interpretative del 22.05.2006 e 05.10.2006; • Consentire ai dipendenti di acquisire le competenze ed il credito formativo permanente relativi al Modulo di formazione di Specializzazione per lo svolgimento delle funzioni di RSPP in conformità ai Pagina 38 di 51 • • • • disposti del D.Lgs. 195/03 ed all'Accordo Stato – Regione del 26 gennaio 2006 e successivi linee guida ed interpretative del 22.05.2006 e 05.10.2006; Consentire ai partecipanti di acquisire le competenze e l’attestato finale, per lo svolgimento della funzione di addetto antincendio in conformità ai disposti del D.Lgs. 195/03, del D.Lgs 81/2008; Consentire ai partecipanti di acquisire le competenze e l’attestato finale, per lo svolgimento della funzione di addetto pronto soccorso in conformità ai disposti del D.Lgs. 195/03, del D.Lgs 81/2008 Consentire ai partecipanti di acquisire: competenze relativamente alla lingua inglese ad un livello avanzato; conoscenze avanzate in relazione alla lingua sotto gli aspetti tecnici del settore professionale di appartenenza; conoscenze necessarie per interagire con l’estero e con clienti stranieri con scioltezza su qualsiasi argomento utilizzando un linguaggio appropriato. Il modulo ha l’obiettivo di approfondire le quattro abilità linguistiche di reading, writing, listening e speaking accompagnate da approfondimenti grammaticali e da approfondimenti nell’ambito tecnico-scientifico; Consentire ai partecipanti di acquisire competenze riguardo alle tematiche relative alle tecnologie di base coinvolte e sviluppate nel progetto in modo da creare un ponte tra le competenze in meteorologia, infrastruttura software utilizzata e specialisti nelle metodologie LIDAR/DIAL. Pagina 39 di 51 F2. Descrizione dei progetti Il PFA dovrà essere costituito da un insieme di progetti di formazione continua aziendali (FCA) e/o individuali (FCI), come definiti e disciplinati nel Bando, coerenti tra loro e con le strategie e i fabbisogni aziendali. (Utilizzare max tre pagine) Il PFA è costituito da un unico percorso formativo articolato in moduli didattici. L’azione formativa del presente intervento è classificabile nella tipologia “Formazione Generale”, infatti comporta insegnamenti non applicabili esclusivamente alla posizione occupata dal dipendente presso l’impresa beneficiaria, ma fornisce qualifiche ampiamente trasferibili ad altre imprese o settori di occupazione. In effetti, in larga parte, il percorso formativo è dedicato alle tematiche relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro ed alla lingua inglese, materie, cioè, applicabili in ogni contesto professionale. Il corso si terrà presso le aule del soggetto erogatore della formazione, site in Rende (prov. CS) Piazza Libertà n. 40, e avrà la durata complessiva di n. 200 ore, che si svolgeranno in n. 25 giorni di lezioni, dal 14 settembre 2009 al 9 novembre 2009. In particolare, il percorso formativo si articolerà in n. 7 moduli a loro volta articolati in unità didattiche, per come descritto di seguito: 1. RSPP/ASPP MODULO A. Normativa specifica sulla igiene e sicurezza del lavoro Obiettivi: Consentire ai partecipanti di acquisire le competenze ed il credito formativo permanente relativi al Modulo di formazione di base, per lo svolgimento delle funzione di RSPP e ASPP in conformità ai disposti del D.Lgs. 195/03 ed all'Accordo Stato – Regione del 26 gennaio 2006 e successivi linee guida ed interpretative del 22.05.2006 e 05.10.2006. Durata: 28 ore Unità didattiche • Il sistema legislativo ed il D.Lgs. 626/94 • Il sistema di prevenzione aziendale • Individuazione e valutazione dei rischi • La classificazione dei rischi. Rischio incendio ed esplosione • La valutazione di alcuni rischi specifici in relazione alla relativa normativa di salute e sicurezza • La valutazione di alcuni rischi specifici in relazione alla relativa normativa di igiene del lavoro • Le ricadute applicative e organizzative della valutazione del rischio. 2. RSPP/ASPP MODULO B (9). Modulo tecnico-conoscitivo sul servizio prevenzione e protezione Obiettivi: Consentire ai partecipanti di acquisire le competenze ed il credito formativo con fuibilità quinquennale anche per l'eventuale nomina a RSPP o ASPP in altra azienda dello stesso macrosettore, relativi al Modulo di formazione di Specializzazione per lo svolgimento delle funzione di RSPP e ASPP in conformità ai disposti del D.Lgs. 195/03 ed all'Accordo Stato – Regione del 26 gennaio 2006 e successivi linee guida ed interpretative del 22.05.2006 e 05.10.2006. Durata: 12 ore Unità didattiche • Gas, vapori, fumi; Polveri, fumi, nebbie • Liquidi; Etichettatura; Rischi biologici • Videoterminali; Microclima e illuminazione; Ambienti di Lavoro • Movimentazione manuale dei carichi • Rischio elettrico; Rischio meccanico/Macchine attrezzature; Prevenzione incendi • Caratteristiche e scelta DPI 3. RSPP MODULO C. Modulo specialistico sul servizio di prevenzione e protezione Obiettivi: Consentire ai partecipanti di acquisire le competenze ed il credito formativo permanente relativi al Modulo di formazione di Specializzazione per lo svolgimento delle funzioni di RSPP in conformità ai disposti del D.Lgs. 195/03 ed all'Accordo Stato – Regione del 26 gennaio 2006 e successivi linee guida ed interpretative del 22.05.2006 e 05.10.2006. Pagina 40 di 51 Durata: 24 ore Unità didattiche • Organizzazione e sistemi di gestione • Il sistema delle relazioni e della comunicazione. Rischi di natura psico-sociale • Rischi di natura ergonomica • Ruolo dell’informazione e della formazione 4. ADVANCED ENGLISH Obiettivi: Consentire ai partecipanti di acquisire: competenze relativamente alla lingua inglese ad un livello avanzato; conoscenze avanzate in relazione alla lingua sotto gli aspetti tecnici del settore professionale di appartenenza; conoscenze necessarie per interagire con l’estero e con clienti stranieri con scioltezza su qualsiasi argomento utilizzando un linguaggio appropriato. Il modulo ha l’obiettivo di approfondire le quattro abilità linguistiche di reading, writing, listening e speaking accompagnate da approfondimenti grammaticali e da approfondimenti nell’ambito tecnico-scientifico. Durata: 86 ore Unità didattiche • Contenuti grammaticali • Contenuti semantici di conversazione • Contenuti di linguaggio business • Contenuti di linguaggio tecnico-scientifico specifico 5. ADDETTO ANTINCENDIO (in attività a rischio di incendio medio) Obiettivi: Consentire ai partecipanti di acquisire le competenze e l’attestato finale, per lo svolgimento della funzione di addetto antincendio in conformità ai disposti del D.Lgs. 195/03, del D.Lgs 81/2008. Durata: 8 ore Unità didattiche • L’incendio e la prevenzione incendi (Principi sulla combustione e l’incendio; Le sostanze estinguenti; triangolo della combustione; le principali cause di un incendio; rischi alle persone in caso di incendio; principali accorgimenti e misure per prevenire gli incendi) • Protezione antincendio e misure da adottare in caso di incendio (Le principali misure di protezione contro gli incendi; vie di esodo; procedure da adottare quando si scopre un incendio o in caso di allarme; procedure per l'evacuazione; rapporti con i vigili del fuoco; attrezzature ed impianti di estinzione; sistemi di allarme; segnaletica di sicurezza; illuminazione di emergenza) • Esercitazioni pratiche (Presa visione e chiarimenti sui mezzi di estinzione più diffusi; presa visione e chiarimenti sulle attrezzature di protezione individuale; esercitazioni sull'uso degli estintori portatili e modalità di utilizzo di naspi e idranti) 6. ADDETTO AL PRONTO SOCCORSO IN AZIENDE DEL GRUPPO B e C Obiettivi: Consentire ai partecipanti di acquisire le competenze e l’attestato finale, per lo svolgimento della funzione di addetto pronto soccorso in conformità ai disposti del D.Lgs. 195/03, del D.Lgs 81/2008. Durata: 12 ore Unità didattiche • Allertare il sistema di soccorso (Cause e circostanze dell’infortunio; Comunicare le informazioni circa l’infortunio in maniera chiara e precisa ai Servizi di assistenza sanitaria di emergenza) • Riconoscere un’emergenza sanitaria (Scena dell’infortunio; Accertamento delle condizioni psicofisiche del lavoratore infortunato; Nozioni elementari di anatomia e fisiologia dell’apparato cardiovascolare e respiratorio; Tecniche di auto protezione del personale addetto al soccorso) • Attuare gli interventi di primo soccorso (Sostenimento delle funzioni vitali; Riconoscimento e limiti di intervento di primo soccorso) • Conoscere i rischi specifici dell’attività svolta • Acquisire conoscenze generali sui traumi in ambiente di lavoro (Cenni di anatomia dello scheletro; Pagina 41 di 51 • • Lussazioni fratture e complicanze; Traumi e lesioni cranio-encefalici e della colonna vertebrale; Traumi e lesioni toracico addominali) Acquisire conoscenze generali sulle patologie specifiche in ambiente di lavoro (Lesioni da freddo da calore; Lesioni da corrente elettrica; Lesioni da agenti chimici; Intossicazioni; Ferite lacero contuse; Emorragie esterne) Acquisire capacità di intervento pratico (Principali tecniche di comunicazione con il sistema di emergenza del SSN; Principali tecniche di primo soccorso nelle sindromi cerebrali acute; Principali tecniche di primo soccorso nella sindrome di insufficienza respiratoria acuta; Principali tecniche di rianimazione cardiopolmonare; Principali tecniche di tamponamento emorragico; Principali tecniche di sollevamento, spostamento e trasporto del traumatizzato; Principali tecniche di primo soccorso in caso di esposizione accidentale ad agenti chimici e biologici). 7. METEOROLOGIA E SOFTWARE: TECNOLOGIE DI BASE Obiettivi: Consentire ai partecipanti di acquisire conoscenze sulle tecnologie di base coinvolte e sviluppate nel progetto in modo da creare un ponte tra le competenze in meteorologia, infrastruttura software utilizzata e specialisti nelle metodologie LIDAR/DIAL. Durata: 30 ore Unità didattiche • L’atmosfera: equazione di stato dei gas, equilibrio idrostatico, equazione ipsometrica. Equazioni del moto e loro derivazione analitica. Approssimazioni alla scala sinottica. • Lo strato limite planetario. Equazioni del moto e loro approssimazione nello strato limite planetario. Spirale di Ekman. Lo strato superficiale e la teoria di Monin-Obukov. • Modelli meteorologici a scala globale, regionale e locale. Il modello RAMS. Utilizzo del modello RAMS al centro di calcolo del LAMEC. Modelli mass-consistent e ricostruzione dei campi di vento ad alta risoluzione (< 1km). Modelli di back-trajectory. Le reti di stazioni di superficie utilizzate al LAMEC. Schema sintetico Durata dei Moduli 1. RSPP/ASPP MODULO A. Normativa specifica sulla igiene e sicurezza del lavoro 2. RSPP/ASPP MODULO B (9). Modulo tecnico-conoscitivo sul servizio prevenzione e protezione 3. RSPP MODULO C. Modulo specialistico sul servizio di prevenzione e protezione 4. ADVANCED ENGLISH 5. ADDETTO ANTINCENDIO (in attività a rischio di incendio medio) 6. ADDETTO AL PRONTO SOCCORSO IN AZIENDE DEL GRUPPO B e C 7. METEOROLOGIA E SOFTWARE: TECNOLOGIE DI BASE Totale Monte Ore Lezioni 200h 28h 12h 24h 86h 8h 12h 30h Gli strumenti e le risorse tecnologiche per lo svolgimento delle attività saranno: • Lavagna a fogli bianchi e relativi pennarelli, per le esercitazioni e le spiegazioni del docente; • Videoproiettore + personal computer che consentirà di proiettare le slide facilitando la comprensione degli allievi. Le slide saranno di supporto ai docenti durante il corso poiché consentiranno di esporre sinteticamente i concetti basilari esplicitati nelle lezioni; • Laboratori multimediali. Il materiale didattico consisterà essenzialmente nelle dispense relative ai contenuti dei moduli didattici che saranno prodotte appositamente per il corso. Oltre alle dispense, del materiale didattico fanno parte le per le slide di ciascuna lezione, che saranno realizzate appositamente per l’occasione. Per il corso saranno utilizzate le attrezzature audiovisive e didattiche presenti nel laboratorio multimediale del soggetto erogatore dell’intervento formativo. Pagina 42 di 51 Schede dei corsi richiesti Per ognuno degli interventi formativi inseriti nel PFA, deve essere allegata una scheda descrittiva che costituisce parte integrante e sostanziale del Piano. La scheda è predisposta dall’Agenzia Formativa/soggetto erogatore del servizio ed è sottoscritta dal suo legale rappresentante o procuratore speciale (in tal caso dovrà essere allegata la relativa procura in originale o copia conforme). Quest’ultima dovrà essere redatta su carta intestata dell’Agenzia Formativa/soggetto erogatore del servizio secondo lo schema di seguito richiamato. (Utilizzare in tutto max tre facciate di un foglio di dimensioni A4) Vedasi allegato scheda dell’intervento formativo Quadro finanziario dell’intervento CODICE a b c d e f g h i l m n VOCE DI SPESA Progettazione Coordinamento Retribuzione personale docente Trasferta personale docente Spese per tutoraggio Spese per il personale non docente: amministrativi Trasferta personale non docente: amministrativi e tutors Uso locali e attrezzature finalizzate Supporti informatici/audiovisivi Costi generici di gestione afferenti l’attività di formazione Costi di personale dei partecipanti al progetto di formazione Costi di trasferta dei partecipanti al progetto di formazione Totale Criteri di calcolo del costo lordo orario medio del lavoro Dipendente n. 1: COSTO ORARIO MEDIO ANNUO Retribuzione lorda mensile x 12 IMPORTI € 18.590,79 Tredicesima mensilità € 1.530,88 Quattordicesima mensilità € 1.530,88 TFR € 1.603,89 Contributi inps € 6.274,91 Inail € 86,61 Ulteriori costi (da contratti aziendali) COSTO ANNUO AZIENDA Totale ore di lavoro convenzionali (es: 52 sett. X 40 h settimanali) (X) - Permessi retribuiti € 29.617,96 2.080 56 - Riposi per festività soppresse - Festività cadenti in giorni lavorativi Totale ore di lavoro non lavorate (es: ferie gg.x8h) (Y) TOTALE MONTE ORE DI LAVORO (Z=X-Y) 80 176 1.768 Pagina 43 di 51 COSTO € 800,00 € 2.100,00 € 8.000,00 € 3.000,00 € 6.100,00 € 20.000,00 Dipendente n. 2: COSTO ORARIO MEDIO ANNUO Retribuzione lorda mensile x 12 IMPORTI € 15.484,77 Tredicesima mensilità € 1.271,91 Quattordicesima mensilità € 1.271,91 TFR € 1.335,95 Contributi inps € 5.224,69 Inail € 72,11 Ulteriori costi (da contratti aziendali) COSTO ANNUO AZIENDA Totale ore di lavoro convenzionali (es: 52 sett. X 40 h settimanali) (X) - Permessi retribuiti € 24.660,84 2.080 56 - Riposi per festività soppresse - Festività cadenti in giorni lavorativi Totale ore di lavoro non lavorate (es: ferie gg.x8h) (Y) TOTALE MONTE ORE DI LAVORO (Z=X-Y) 80 176 1.768 NOTA BENE: Al costo orario medio annuo andrà poi sommato il costo derivante dall'eventuale applicazione dell'irap I valori da prendere come riferimento per i calcoli si riferiscono all'anno appena trascorso. Qualora il personale dipendente nell'anno in corso dovesse avere beneficiato di un incremento di livello o quant'altro, si prenderà a riferimento la retribuzione relativa all'anno in corso. Pagina 44 di 51 F3. Ulteriori elementi per la valutazione - Grado di efficacia rispetto all’attuazione del principio di pari opportunità e di non discriminazione (criterio D2) Specificare in che modo si è verificata l’esistenza di specifiche esigenze e descrivere le modalità individuate per facilitare l’accesso alla formazione - Previsione di orari di frequenza ai corsi che consentano di conciliare l’attività formativa con l’orario di lavoro e gli impegni familiari - Previsione di misure di accompagnamento (ad esempio convenzione/voucher per acquisto servizi alla persona, servizi di trasporto autonomo, etc.) Il punteggio dell’indicatore è attribuito sulla base delle informazioni fornite in questo punto dell’indice e nel Piano di Formazione Aziendale nel suo complesso. Il punteggio è assegnato anche nel caso in cui l’indagine evidenzi che non è necessario adoperare accorgimenti specifici. Il progetto di formazione prevede la partecipazione di n. 2 dipendenti dell’azienda beneficiaria: 1 uomo ed 1 donna. Nella determinazione degli orari si è tenuto conto degli impegni professionali e familiari dei partecipanti, ma allo stesso tempo si è pensato ad un orario che permetta un efficace apprendimento da parte degli allievi. Per tali motivi si è pensato di riservare 3 giorni a settimana alle lezioni. La durata giornaliera è stata fissata in 8 ore. In pratica, gli orari prevedono n. 8 (otto) ore di lezione al giorno, da tenersi durante il normale orario di lavoro. - Metodologie didattiche (criterio D3) La valutazione riguarda la completezza e chiarezza descrittiva dei singoli interventi - Interventi formativi previsti nel catalogo della Regione Calabria - Interventi formativi non previsti nel catalogo della Regione Calabria: valutazione degli elementi descrittivi della proposta e delle modalità di realizzazione Il punteggio dell’indicatore è attribuito sulla base delle informazioni fornite in questo punto dell’indice e nel Piano di Formazione Aziendale nel suo complesso ed è indicato come media del punteggio degli interventi ammissibili. La programmazione del presente intervento formativo, ha tra gli obiettivi prioritari la definizione di una metodologia didattica il più omogenea possibile, individuata e da trasferire al corpo formatori come metodo di affronto delle lezioni teorico-pratiche. L'identità di un percorso formativo, infatti, molto dipende dalla metodologia utilizzata e dalla sua struttura organizzativa: come si costruisce la conoscenza, come si trasmette il sapere, come si comunicano i valori. La programmazione didattica in oggetto tiene conto, pertanto, delle fasce e delle mansioni omogenee, rispettando l’unitarietà metodologica tra contenuti tecnici e culturali. La programmazione didattica è, quindi, conformata a criteri di brevità ed essenzialità del ciclo formativo, attraverso una strutturazione modulare. Le diverse attività da svolgersi durante il percorso formativo verranno programmate sulla base delle finalità e degli obiettivi delineati. La metodologia da usare durante le varie attività progettuali sarà caratterizzata dalla sua varietà. Gli argomenti delle unità didattiche dovranno essere validi, significativi, vicini agli interessi dei corsisti, chiari e tali, infine, da favorire gradualmente la consapevolezza delle proprie capacità. Le lezioni teoriche forniranno ai corsisti tutti gli elementi teorici specifici dell’intervento formativo. Il corso si svolgerà secondo una metodologia di tipo seminariale: momenti di elaborazione personale, trattazione del tema da parte dei docenti, discussione, approfondimento. All'inizio del percorso formativo - mirato e specifico - sarà importante la definizione corretta del rapporto individualizzazione-socializzazione. All'interno del gruppo-classe si stabilisce, infatti, un sistema di comunicazione che si sviluppa su due piani, fra loro interdipendenti, e cioè uno che va dal docente al corsista (comunicazione verticale), e l'altro dei corsisti fra loro (comunicazione orizzontale). Il costante riferimento alle storie di vita, l'esercitazione alla costruzione di “narrazioni del quotidiano”, l'approfondimento della conoscenza e la riflessione sulla realtà in cui i partecipanti vivono quotidianamente, guideranno i corsisti ad una maggiore consapevolezza delle valenze positive implicite nella loro vita, nel loro impegno professionale quotidiano e nel servizio sociale e costituiranno la migliore introduzione agli approfondimenti ed alle generalizzazioni che il corso propone. Pagina 45 di 51 Le lezioni teoriche seguiranno un processo formativo di tipo classico, volto all'apprendimento e/o all'approfondimento sia delle conoscenze di base che di quelle specialistiche. Tale metodologia consentirà, inoltre, l'apprendimento di tutte le nozioni indispensabili. Un iter formativo innovativo sarà adottato per lo sviluppo delle esercitazioni in aula, in modo da sviluppare nei corsisti un atteggiamento proattivo nei confronti della comunicazione interpersonale con gli altri. Verranno, infine, condotti momenti di verifica durante lo svolgersi del corso con l’obiettivo di calibrare costantemente l’intervento sulle effettive necessità e condizioni del gruppo in formazione. Gli ambienti previsti per l’erogazione della formazione sono aule attrezzate ed adeguate allo svolgimento delle attività formative. - Contenuti didattici e articolazione del percorso strumentazione didattica (criterio D4) La valutazione riguarda la completezza e la chiarezza descrittiva dei singoli interventi - Interventi formativi previsti nel catalogo della Regione Calabria; - Interventi formativi non previsti nel catalogo della Regione Calabria: valutazione degli elementi descrittivi della proposta e delle modalità di realizzazione. Il punteggio dell’indicatore è attribuito, sulla base delle informazioni fornite in questo punto dell’indice e nel Piano di Formazione Aziendale nel suo complesso ed è indicato come media del punteggio degli interventi ammissibili. Il soggetto erogatore dell’intervento formativo, nel mese di luglio in risposta all’avviso pubblico, ha presentato alla Regione Calabria domanda di inserimento nel catalogo regionale per i corsi: • CORSI PER RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (RSPP) E ADDETTO AL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (ASPP); • PERCORSO DI FORMAZIONE CONTINUA: BUSINESS ENGLISH; • CORSI PER ADDETTO ANTINCENDIO; • CORSI PER ADDETTO PRONTO SOCCORSO Il percorso formativo progettato in questa occasione si articolerà in n. 7 moduli a loro volta articolati in unità didattiche, per come descritto di seguito: 1. RSPP/ASPP MODULO A. Normativa specifica sulla igiene e sicurezza del lavoro Obiettivi: Consentire ai partecipanti di acquisire le competenze ed il credito formativo permanente relativi al Modulo di formazione di base, per lo svolgimento delle funzione di RSPP e ASPP in conformità ai disposti del D.Lgs. 195/03 ed all'Accordo Stato – Regione del 26 gennaio 2006 e successivi linee guida ed interpretative del 22.05.2006 e 05.10.2006. Durata: 28 ore Unità didattiche • Il sistema legislativo ed il D.Lgs. 626/94 • Il sistema di prevenzione aziendale • Individuazione e valutazione dei rischi • La classificazione dei rischi. Rischio incendio ed esplosione • La valutazione di alcuni rischi specifici in relazione alla relativa normativa di salute e sicurezza • La valutazione di alcuni rischi specifici in relazione alla relativa normativa di igiene del lavoro • Le ricadute applicative e organizzative della valutazione del rischio 2. RSPP/ASPP MODULO B (9). Modulo tecnico-conoscitivo sul servizio prevenzione e protezione Obiettivi: Consentire ai partecipanti di acquisire le competenze ed il credito formativo con fuibilità quinquennale anche per l'eventuale nomina a RSPP o ASPP in altra azienda dello stesso macrosettore, relativi al Modulo di formazione di Specializzazione per lo svolgimento delle funzione di RSPP e ASPP in conformità ai disposti del D.Lgs. 195/03 ed all'Accordo Stato – Regione del 26 gennaio 2006 e successivi linee guida ed interpretative del 22.05.2006 e 05.10.2006. Durata: 12 ore Unità didattiche • Gas, vapori, fumi; Polveri, fumi, nebbie Pagina 46 di 51 • Liquidi; Etichettatura; Rischi biologici • Videoterminali; Microclima e illuminazione; Ambienti di Lavoro • Movimentazione manuale dei carichi • Rischio elettrico; Rischio meccanico/Macchine attrezzature; Prevenzione incendi • Caratteristiche e scelta DPI 3. RSPP MODULO C. Modulo specialistico sul servizio di prevenzione e protezione Obiettivi: Consentire ai partecipanti di acquisire le competenze ed il credito formativo permanente relativi al Modulo di formazione di Specializzazione per lo svolgimento delle funzioni di RSPP in conformità ai disposti del D.Lgs. 195/03 ed all'Accordo Stato – Regione del 26 gennaio 2006 e successivi linee guida ed interpretative del 22.05.2006 e 05.10.2006. Durata: 24 ore Unità didattiche • Organizzazione e sistemi di gestione • Il sistema delle relazioni e della comunicazione. Rischi di natura psico-sociale • Rischi di natura ergonomica • Ruolo dell’informazione e della formazione 4. ADVANCED ENGLISH Obiettivi: Consentire ai partecipanti di acquisire: competenze relativamente alla lingua inglese ad un livello avanzato; conoscenze avanzate in relazione alla lingua sotto gli aspetti tecnici del settore professionale di appartenenza; conoscenze necessarie per interagire con l’estero e con clienti stranieri con scioltezza su qualsiasi argomento utilizzando un linguaggio appropriato. Il modulo ha l’obiettivo di approfondire le quattro abilità linguistiche di reading, writing, listening e speaking accompagnate da approfondimenti grammaticali e da approfondimenti nell’ambito tecnico-scientifico. Durata: 86 ore Unità didattiche • Contenuti grammaticali • Contenuti semantici di conversazione • Contenuti di linguaggio business • Contenuti di linguaggio tecnico-scientifico specifico. 5. ADDETTO ANTINCENDIO (in attività a rischio di incendio medio) Obiettivi: Consentire ai partecipanti di acquisire le competenze e l’attestato finale, per lo svolgimento della funzione di addetto antincendio in conformità ai disposti del D.Lgs. 195/03, del D.Lgs 81/2008. Durata: 8 ore Unità didattiche • L’incendio e la prevenzione incendi (Principi sulla combustione e l’incendio; Le sostanze estinguenti; triangolo della combustione; le principali cause di un incendio; rischi alle persone in caso di incendio; principali accorgimenti e misure per prevenire gli incendi) • Protezione antincendio e misure da adottare in caso di incendio (Le principali misure di protezione contro gli incendi; vie di esodo; procedure da adottare quando si scopre un incendio o in caso di allarme; procedure per l'evacuazione; rapporti con i vigili del fuoco; attrezzature ed impianti di estinzione; sistemi di allarme; segnaletica di sicurezza; illuminazione di emergenza) • Esercitazioni pratiche (Presa visione e chiarimenti sui mezzi di estinzione più diffusi; presa visione e chiarimenti sulle attrezzature di protezione individuale; esercitazioni sull'uso degli estintori portatili e modalità di utilizzo di naspi e idranti) 6. ADDETTO AL PRONTO SOCCORSO IN AZIENDE DEL GRUPPO B e C Obiettivi: Consentire ai partecipanti di acquisire le competenze e l’attestato finale, per lo svolgimento della funzione di addetto pronto soccorso in conformità ai disposti del D.Lgs. 195/03, del D.Lgs 81/2008. Durata: 12 ore Unità didattiche • Allertare il sistema di soccorso (Cause e circostanze dell’infortunio; Comunicare le Pagina 47 di 51 informazioni circa l’infortunio in maniera chiara e precisa ai Servizi di assistenza sanitaria di emergenza) • Riconoscere un’emergenza sanitaria (Scena dell’infortunio; Accertamento delle condizioni psicofisiche del lavoratore infortunato; Nozioni elementari di anatomia e fisiologia dell’apparato cardiovascolare e respiratorio; Tecniche di auto protezione del personale addetto al soccorso) • Attuare gli interventi di primo soccorso (Sostenimento delle funzioni vitali; Riconoscimento e limiti di intervento di primo soccorso) • Conoscere i rischi specifici dell’attività svolta • Acquisire conoscenze generali sui traumi in ambiente di lavoro (Cenni di anatomia dello scheletro; Lussazioni fratture e complicanze; Traumi e lesioni cranio-encefalici e della colonna vertebrale; Traumi e lesioni toracico addominali) • Acquisire conoscenze generali sulle patologie specifiche in ambiente di lavoro (Lesioni da freddo da calore; Lesioni da corrente elettrica; Lesioni da agenti chimici; Intossicazioni; Ferite lacero contuse; Emorragie esterne) • Acquisire capacità di intervento pratico (Principali tecniche di comunicazione con il sistema di emergenza del SSN; Principali tecniche di primo soccorso nelle sindromi cerebrali acute; Principali tecniche di primo soccorso nella sindrome di insufficienza respiratoria acuta; Principali tecniche di rianimazione cardiopolmonare; Principali tecniche di tamponamento emorragico; Principali tecniche di sollevamento, spostamento e trasporto del traumatizzato; Principali tecniche di primo soccorso in caso di esposizione accidentale ad agenti chimici e biologici). 7. METEOROLOGIA E SOFTWARE: TECNOLOGIE DI BASE Obiettivi: Consentire ai partecipanti di acquisire conoscenze sulle tecnologie di base coinvolte e sviluppate nel progetto in modo da creare un ponte tra le competenze in meteorologia, infrastruttura software utilizzata e specialisti nelle metodologie LIDAR/DIAL. Durata: 30 ore Unità didattiche • L’atmosfera: equazione di stato dei gas, equilibrio idrostatico, equazione ipsometrica. Equazioni del moto e loro derivazione analitica. Approssimazioni alla scala sinottica. • Lo strato limite planetario. Equazioni del moto e loro approssimazione nello strato limite planetario. Spirale di Ekman. Lo strato superficiale e la teoria di Monin-Obukov. • Modelli meteorologici a scala globale, regionale e locale. Il modello RAMS. Utilizzo del modello RAMS al centro di calcolo del LAMEC. Modelli mass-consistent e ricostruzione dei campi di vento ad alta risoluzione (< 1km). Modelli di back-trajectory. Le reti di stazioni di superficie utilizzate al LAMEC. Il materiale didattico consisterà essenzialmente nelle dispense relative ai contenuti dei moduli didattici che saranno prodotte appositamente per il corso. - Sistemi di valutazione e monitoraggio (criterio D6) - Efficacia ed efficienza dei sistemi di monitoraggio e valutazione Il punteggio dell’indicatore è attribuito, sulla base delle informazioni fornite in questo punto dell’indice e nel Piano di Formazione Aziendale nel suo complesso ed è indicato come media del punteggio degli interventi ammissibili. Tutte le fasi di attuazione del progetto formativo, verranno seguite dal soggetto erogatore, il quale provvederà a monitorare i diversi momenti di impegno in modo da valutare il grado di conseguimento degli obiettivi prefissati nel progetto. Il sistema di monitoraggio si pone il perseguimento dei seguenti obiettivi: • Fornire un quadro di riferimento oggettivo sullo stato dell’arte delle attività progettuali e corsuali; • Fornire indicatori oggettivi su cui poter confrontare il risultato rispetto all’obiettivo iniziale; • Consentire azioni di rivisitazione dei contenuti in corso d’opera delle attività progettuali e corsuali. Pagina 48 di 51 Le principali finalità sono quelle di definire un sistema di monitoraggio e controllo affidabile e facilmente fruibile, oltre a consentire la lettura immediata dello stato dell’arte delle attività e del loro relativo andamento. In funzione di ciò, le specifiche finalità del sistema possono così essere riassunte: • Fornire una chiave di lettura numerica e, quindi, altamente oggettivizzata, del progresso delle attività; • Guidare nel processo di analisi dei risultati rispetto agli obiettivi, attraverso il ricorso a strumenti informatici ed a rappresentazioni grafiche. Da un punto di vista tecnico, la costruzione del sistema di monitoraggio, oltre alla progettazione ed elaborazione del questionario, strutturato su scala pentenaria in termini di espressione del giudizio/stato di avanzamento, ha richiesto anche la progettazione di uno strumento che consentisse la raccolta sistematica dei dati e la loro strutturazione in modo da permettere l’immediata visione dello stato di avanzamento delle attività. Il sistema di autovalutazione del progetto poggia sulla raccolta di dati ed informazioni rispetto a: • obiettivi • risultati • performance • comportamenti/orientamenti Queste informazioni vengono a loro volta analizzate rispetto: • agli obiettivi iniziali • ai risultati ottenuti. Tutti i dati raccolti confluiranno anche in un foglio elettronico che –in modo automatico- calcolerà sia il valore medio dei risultati ottenuti nei diversi momenti di monitoraggio, sia l’incidenza percentuale delle singole risposte, raggruppandole in due categorie: affidabile – non affidabile. Nella prima rientrano tutte quelle risposte che hanno ottenuto un giudizio pari a 1 e 2 della scala pentenaria; nella seconda, invece, rientrano tutte le risposte che hanno ottenuto un giudizio compreso tra 3 e 5 della scala pentenaria. Ulteriore elemento determinante nel processo di monitoraggio degli interventi sarà rappresentato dal monitoraggio del grado di partecipazioone del corsista alle attività del gruppo classe poiché è direttamente proporzionale all’interesse suscitato dalle tematiche affrontate durante le lezioni e le attività svolte. Gli indicatori del livello di partecipazione sono: • la percentuale di presenze (da registrare alla fine di ogni modulo); • la percentuale di presenze/assenze da registrare mensilmente. - Qualificazione del fornitore dei servizi di formazione (criterio D6) La valutazione tiene conto del numero corsi realizzati nell’ultimo triennio (da 1 a 3) analoghi per contenuti e destinatari rispetto a quelli proposti. CORSO Formazione in azienda: Aggiornamento e sicurezza sul lavoro Formazione in azienda: Aggiornamento e sicurezza sul lavoro Formazione in azienda: Aggiornamento e sicurezza sul lavoro AGENZIA FORMATIVA EUROFORM RFS EUROFORM RFS EUROFORM RFS CORSI ANALOGHI PER CONTENUTI E DESTINATARI Data avvio Data conclusione FORMAZIONE CONTINUA - MISURA 3.9 POR CALABRIA 2000/2006 - Corso di aggiornamento in Comunicazione e Servizio di Prevenzione e Protezione in azienda RSPP/ASPP Destinatari N. 11 Dipendenti di aziende private della provincia di Cosenza. Percorso formativo: SICUREZZA NEI CANTIERI D. Lgs. 494/96 Destinatari: ORDINE DEGLI ARCHITETTI PIANIFICATORI PAESAGGISTI CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI COSENZA Percorso formativo: Formazione dei Formatori (lingua inglese, cultura d’impresa e orientamento alla comunicazione didattica) Destinatari: Dipendenti della Provincia di Cosenza Attualmente in corso. Data di Avvio: 22/07/2008; Data di Conclusione prevista per il 23/10/2008 Data di Avvio: 25/09/2007; Data di Conclusione: 24/01/2008 € 44.000 Data di Avvio: 29/10/2007; Data di Conclusione: 28/01/2008 € 40.000 FATTURATO € 22.000 Il punteggio dell’indicatore è calcolato sulla base delle informazioni fornite in questo punto, quando nell’ultimo triennio sono stati realizzati da 1 a 3 corsi. Su questo punto potranno essere effettuate verifiche prima della conclusione dell’istruttoria. Pagina 49 di 51 - Destinatari della formazione (criterio D7) La valutazione tiene conto della percentuale di personale inviato a formazione - La percentuale deve essere calcolata, per eccesso, sul totale delle categorie di cui all’art. 18 del Bando, presenti in impresa al momento in cui viene presentata la domanda di agevolazione. Nelle suddette categorie devono essere compresi anche i nuovi assunti. Il punteggio dell’indicatore è calcolato sulla base delle informazioni fornite in questo punto, ed è assegnato quando il Piano di Formazione Aziendale coinvolge almeno il 25% del personale. L’impresa conta nel complesso n. 4 dipendenti e due unità produttive. Nell’unità produttiva interessata dal presente progetto lavorano n. 2 dipendenti ed entrambi parteciperanno all’intero percorso formativo, per cui il Piano di Formazione Aziendale coinvolgerà il 100% del personale della suddetta unità produttiva. - Congruità dell’investimento (D8) La valutazione tiene conto del fatturato aziendale rapportato ai costi del Piano di Formazione Aziendale - Nuove iniziative - Rapporto tra il fatturato aziendale (F) calcolato come media matematica dei fatturati relativi agli ultimi due esercizi chiusi precedenti alla presentazione della domanda e l’investimento ammissibile per la realizzazione del Piano di Formazione Aziendale proposto. Il punteggio dell’indicatore è calcolato sulla base dei dati desumibili dal Conto Economico a consuntivo (ultimi due esercizi chiusi) e le informazioni fornite nel Piano Integrato dei Servizi Reali nel suo complesso e nella Scheda Tecnica. Fatturato 2006 € 87.544,00 Fatturato 2007 € 181.728,00 Totale fatturato € 269.272,00 Media € 134.636,00 Rapporto F/PFA = 6,73 > 5 punti 5 F4. Termini e condizioni di fornitura Le agenzie formative dovranno impegnarsi a fornire all’impresa beneficiaria del PIA, tutti i dati necessari per consentire alla stessa di trasmetterli al Soggetto Attuatore alle scadenze e secondo le modalità specificate nel bando, ai fini del monitoraggio finanziario, fisico e procedurale delle attività formative in essere. Vedasi Offerta dell’Agenzia Formativa in allegato Pagina 50 di 51 DATI DI RIEPILOGO In questa parte vengono esposti e commentati i dati di sintesi economici e finanziari del Piano di Sviluppo Aziendale nel suo complesso. 1. Conto Economico previsionale Esercizio a regime (N) CONTO ECONOMICO Ricavi da vendite e prestazioni Variazione rimanenze semilavorati e finiti Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni Contributi in conto esercizio Altri ricavi e proventi Esercizio N+1 Esercizio N+2 A) Valore della produzione Materie prime, sussidiarie, di consumo Servizi Personale Ammortamento immobilizzazioni immateriali Ammortamento immobilizzazioni materiali Canoni di leasing Variazione rimanenze di materie prime, sussidiarie e di consumo Altri costi della produzione B) Costi della produzione € 453.000,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 172.000,00 € 625.000,00 € 0,00 € 168.000,00 € 110.000,00 € 9.000,00 € 205.000,00 € 0,00 € 0,00 € 22.000,000 € 514.000,00 € 498.000,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 261.000,00 € 759.000,00 € 0,00 € 195.000,00 € 121.000,00 € 12.000,00 € 230.000,00 € 0,00 € 0,00 € 24.000,00 € 582.000,00 € 570.000,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 264.000,00 € 834.000,00 € 0,00 € 212.000,00 € 121.000,00 € 15.000,00 € 240.000,00 € 0,00 € 0,00 € 30.000,00 € 618.000,00 Risultato della gestione caratteristica (A-B) € 111.000,00 € 177.000,00 € 216.000,00 2. Quadro finanziario degli interventi FABBISOGNI ANNO AVVIO Investimenti produttivi agevolabili Spese agevolabili per i servizi reali Costi agevolabili per le attività di formazione Costi agevolabili per le attività di R&s Investimenti non agevolabili Canoni leasing Capitale d’esercizio - Iva Totale Fabbisogni FONTI DI COPERTURA Eccedenza fonti anno precedente (a) Totale apporto mezzi propri (b) - Investimenti produttivi - Ricerca & Sviluppo - Servizi reali - Attività formative Totale contributi c/capitale richiesti (c) - Investimenti produttivi - Ricerca & Sviluppo - Servizi reali - Attività formative Finanziamento agevolato (d) Totale finanziamenti a m/l termine (e) - Investimenti produttivi - Ricerca & Sviluppo - Servizi reali - Attività formative Totale finanziamenti a breve termine (f) - Investimenti produttivi - Ricerca & Sviluppo - Servizi reali - Attività formative Debiti verso fornitori (g) Cash flow (h) Altro (i) Totale Fonti (a+b+c+d+e+f+g+h+i) 2° ANNO 3° ANNO TOTALE € 20.000,00 € 227.000,00 € 238.000,00 € 20.000,00 € 465.000,00 € 247.000,00 € 238.000,00 € 485.000,00 ANNO AVVIO 2° ANNO € 97.000,00 3° ANNO TOTALE € 97.000,00 € 116.800,00 € 271.200,00 € 388.000,00 € 112.000,00 € 260.000,00 € 372.000,00 € 4.800,00 € 11.200,00 € 16.000,00 € 271.200,00 € 520.000,00 € 35.000,00 € 248.800,00 Pagina 51 di 51